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GEOGRAFIA: conoscenze per comprendere tematiche geografiche e socio-economiche, Appunti di Geografia

Si presenta l’evoluzione storica della geografia e del pensiero geografico, attraversando le diverse correnti teoriche fino a giungere ai principali sviluppi attuali della disciplina. Sono descritti i molteplici campi di studio e ricerca della geografia, conferendo particolare attenzione ai temi legati al cambiamento climatico e alla storia del clima al fine di mostrare l'importanza e l'attualità dell'approccio geografico nell'analisi delle grandi questioni della contemporaneità

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 15/07/2023

GiuliaDelPrete
GiuliaDelPrete 🇮🇹

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Scarica GEOGRAFIA: conoscenze per comprendere tematiche geografiche e socio-economiche e più Appunti in PDF di Geografia solo su Docsity! Per domande relative alle lezioni: https://padlet.com/danielelorusso/corso_di_geografia Geografia come scienza dei legami indissolubili che collegano ogni realtà territoriale a tutte le altre. Geografia anche, come didattica agli uomini d'oggi per riappropriarsi di una unità interpretativa dispersasi per l'esplosione di molte nuove (peraltro indispensabili) scienze analitiche, nonché per il moltiplicarsi delle informazioni che si abbattono sugli uomini delle società più moderne e sviluppate. Geografia come veicolo alla comprensione fra tutti gli uomini. Geografia, infine, anche come monito operativo a non turbare alcun equilibrio territoriale senza riflettere sulle conseguenze a catena che ciò comporta, verso oggetti e fenomeni collegati, verso altri territori e verso altri uomini di oggi e di domani. La geografia moderna ha assunto il compito di far comprendere allo scolaro, allo studente, al lettore che cos'è il mondo attuale nella sua globalità e nelle sue varie parti, nei rapporti che tra queste sono intrecciati, ma sempre mutano e si rinnovano, qual è il posto, piccolo ma per lui fondamentale, che ogni individuo occupa in questo mondo complesso e sempre mutevole. La geografia, dunque, come mezzo per comprendere, oggi, e per costruire la propria piccola ma cruciale parte di mondo, domani. ETIMOLOGIA: il termine geografia deriva da ghé (terra) e graphein (scrivere) o da geo + graphia: significa scrittura, delineazione, descrizione della Terra. Ma la geografia è molto di più della semplice descrizione della Terra o dell’elenco degli Stati, delle loro capitali o delle loro risorse… COSA STUDIA LA GEOGRAFIA? La geografia studia il significato/l’interpretazione del rapporto delle società umane con l’ambiente in cui vivono. Non bisogna considerare solo il luogo in cui le persone vivono, ci sono molte realtà in cui interagisce l’uomo La geografia esiste da sempre, è connaturata all’uomo; ognuno di noi ha la necessità di studiare l’ambiente in cui vive. La prima geografia è descrittiva ed emerge dalla cartografia inconsapevolmente Esistono tantissime geografie, dalle più semplici (geografia della popolazione) alle più particolari (geografia medica) GEOGRAFIA UMANA: la Geografia umana è la branca della geografia che studia i rapporti che le comunità umane intrattengono con l'ambiente, naturale e artificiale, e dunque le modalità tramite le quali una collettività sociale e culturale costruisce, rende funzionale alle proprie esigenze e gestisce il proprio territorio di vita, adeguandolo via via alle diverse necessità che emergono nel corso del tempo e secondo le capacità tecniche che il gruppo umano sviluppa. In questo processo di costruzione e gestione del territorio entrano quindi in gioco una serie di fattori antropici propri dello specifico gruppo umano, della sua cultura, della sua storia, della sua psicologia sociale: per questa ragione la geografia umana collabora con tutte queste discipline scientifiche al fine di giungere alla comprensione dei fattori reali che hanno condotto alla realizzazione di specifici assetti del territorio, imprimendo ad esso peculiari fattezze paesaggistiche, valori culturali, corrispondenze affettive, valenze simboliche. Si suole distinguere tra una geografia fisica che studia gli ambienti e le componenti naturali e una geografia umana, che si occupa degli esseri umani sulla terra. In particolare, la geografia umana studia come le popolazioni, le culture, le società e le economie, con le loro manifestazioni materiali (città, strade, campi, fabbriche, ecc.) si diversificano nello spazio terrestre, in relazione al variare delle condizioni ambientali e storiche. Questa distinzione però, non può essere intesa come una separazione: essa si giustifica solo in quanto la prima utilizza i metodi delle scienze naturali, mentre la seconda si rifà alle scienze umane e sociali. In realtà, la geografia umana non può ignorare la geografia fisica, in quanto le attività umane hanno un rapporto con gli ambienti naturali e non possono essere comprese, interpretate e valutate senza tenere conto di ciò che direttamente o indirettamente ci lega al clima, al suolo, alle acque e agli altri organismi, ecc. →Le grotte di Lascaux del 18000-16500 a.c. sono un complesso di caverne della Francia Sud occidentale, e sono un esempio di geografia primitiva, inconsapevole, che descrive gli animali e le abitudini delle popolazioni del periodo. 2 →Forme leggermente più consapevoli (ma sempre empiriche) appaiono circa nel 3000 a.C; ad esempio in Valcamonica, la mappa di Bedolina, una famosa roccia preistorica incisa, nota per essere una delle più antiche carte topografiche, interpretata come la raffigurazione di appezzamenti coltivati, sentieri di montagna, borghi… →Una geografia più pratica si vede in Mesopotamia, nella pianta di Nippur, che ci consente di farci un’idea della struttura di una città sumerica nel III millennio a.c. →La cartografia pratica nasce con i portolani (1533-1606), e si tratta di veri e propri manuali in cui sono riportati tutti i riferimenti utili alla navigazione costiera e in mare aperto: non solo dati per l’identificazione dei luoghi, ma anche importanti dettagli sulle normative locali, sull’accesso ai porti e sulla presenza di secche, relitti e altri fattori di pericolo. →La cartografia scientifica nasce attorno al 1700, e un esempio è la carta dei Cassini 1744. I Cassini erano cartografi italiani in Francia ai quali è stata commissionata la carta francese; attraverso la triangolazione geodetica, viene rappresentata la Francia nelle sue dimensioni più reali. →Accanto alla cartografia scientifica, vi è la cartografia ideologica: esempio è il mappamondo di Hereford (XIII d.C): si tratta di una rappresentazione sbagliata, incisa su una pelle del vitello; non rappresenta il mondo reale, ma l’idea di mondo che si aveva nel medioevo, legata alla religione cristiana (viene riconosciuto il mondo allora conosciuto fondando la propria rappresentazione sulla base di notazioni soprattutto bibliche, ma anche classiche e mitologiche). COME NASCE LA GEOGRAFIA? La geografia come forma di conoscenza e poi di disciplina scientifica nasce in alcune località (porti, centri di studio) in cui convergono informazioni dal mondo e dove tali informazioni sono elaborate in varie forme: cartografiche, verbali ma anche concettuali e scientifiche. Si tratta di conoscenze che vengono raccolte, selezionate, valutate, ordinate, organizzate, presentate ai fruitori in modi diversi, ma che costituiscono la prima forma di SAPERE GEOGRAFICO SISTEMATICO, ovvero di GEOGRAFIA in senso disciplinare, diverso secondo I tempi, i luoghi, le culture. È curiosità e conoscenza che si dà strutture conoscitive esplicite, organiche e condivise; è un sapere specifico, che cambia nel tempo, ma che ha comunque fondamenti comuni e stabili nel tempo, e cioè un PARADIGMA DISCIPLINARE →per paradigma disciplinare si intende l'insieme delle teorie, metodi e strumenti mediante i quali una disciplina scientifica persegue i suoi fini conoscitivi, le forme tramite le quali tali conoscenze sono formalizzate e diffuse I due aspetti sono complementari: la Terra è diversificata perché i fenomeni di vario genere in essa presenti (naturali e antropici) assumono caratteri fra loro diversi in luoghi diversi, attribuendo ad essi diverse proprietà e aspetto esteriore. Identificazione di «INDIVIDUI» TERRITORIALI unici e irripetibili, frutto della combinazione locale di questi diversi fenomeni: REGIONI GEOGRAFICHE (la terra è diversificata perché ogni regione è unica a suo modo) Conoscenza iniziale della TERRA costruita tramite la semplice giustapposizione di regioni geografiche ("mosaico"), oppure tramite procedimento più avanzato, il confronto fra regioni effettuato mediante lo strumento della TIPOLOGIA: comparazione => classificazione => tipo geografico (regionale, etnico, ecc.), procedimento valido sia per gli aspetti naturali che per quelli antropici (descrizione degli uomini e delle loro società) L’acquisizione delle conoscenze geografiche avviene mediante forme molto diverse: migrazioni di popoli, spedizioni militari, pellegrinaggi religiosi, attività mercantili per mare e per terra, viaggi di curiosità, ecc. Dove? Nei porti dell'Egeo nell'Antichità (città greche dell'Asia Minore, come Mileto), Rodi, Alessandria d'Egitto; Durante il Medioevo nei porti e nelle città commerciali (Venezia, Genova, Maiorca, città anseatiche dei mari del Nord e Baltico); Nel Rinascimento e nell'epoca delle grandi scoperte degli europei ancora le città commerciali (Venezia, Genova, Siviglia, Lisbona, Anversa, Amsterdam, Londra), ma anche località importanti culturalmente (Firenze, Basilea, Norimberga, Strasburgo, St. Dié-des-Vosges, Parigi, Bologna, Padova…) LA PRIMA GEOGRAFIA: la prima geografia è descrittiva e si costruisce il modo con cui recepire e organizzare sistematicamente le notizie e metterle a disposizione dei fruitori, pubblici e/o privati, secondo le regole (segretezza o meno) e i momenti. Nella prima fase della storia della geografia si configura principalmente come un'enumerazione e successivamente una catalogazione per temi di elementi fisici, di fenomeni naturali, di oggetti geografici. 5 Al Idrisi era un cartografo musulmano, arabo, di famiglia nobile, risiedeva a Cordoba e trova ospitalità, dopo che la famiglia cade in rovina, dalla più grande corte di epoca medievale, quella di Re Ruggiero, re normanno della Sicilia. Il cartografo porta al sovrano, che gli aveva commissionato l’opera, tutta la conoscenza che aveva il mondo arabo, e quest’ultimo si trova con questo grandissimo testo, denominata tabula Rogeriana: il mondo è capovolto, ma è molto più dettagliato delle rappresentazioni medievali europee. Mostra inoltre che non esiste una rappresentazione oggettiva: l’interesse del cartografo era quello di mettere la propria terra al centro (come in questo caso lo era la penisola araba) Tutte le carte geografiche sono: • ridotte in scala (si riduce la realtà di quante volte ne ho bisogno) • simboliche • approssimate La mappa di Kangnido (1402) è una carta di provenienza cinese, disegnata da un coreano (la corea era stata occupata dalla Cina). La Cina e la Corea erano rappresentate enormi, il Giappone in posizione errata e più piccolo, mentre l’Europa era quasi indistinguibile. L’Africa è rappresentata e circumnavigabile. Ci si rende conto che il mondo era molto più vasto per noi, nonostante le altre popolazioni lo sapessero già, grazie ai primi viaggi europei. Nel giro di poco più di un secolo, tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, dalla circumnavigazione dell’Africa che apre la via dell’estremo Oriente, alla scoperta delle Americhe, al viaggio di Magellano attorno al globo, fino alla scoperta dell’Australia nel 1605, la cultura europea sarà la prima al mondo ad avere un’idea quasi completa della configurazione dei mari e delle terre emerse e anche una prima idea dell’enorme varietà del pianeta in fatto di climi, piante , animali, popoli, usi e costumi. 1. 1487: Bartolomeo Diaz raggiunge il Capo di Buona Speranza, e trova una via alternativa per raggiungere l’India 2. 1492: Cristoforo Colombo, che aveva calcolato la circonferenza del globo terrestre sbagliando di 10000 km, raggiunge l’America, convinto di aver trovato le Indie 3. 1497: Vasco de Gama doppiò il Capo di Buona Speranza, e arriva a Calicut, in India, circumnavigando l’Africa 4. 1498: Giovanni Caboto inaugura la serie dei grandi viaggi di scoperta verso il nord-ovest, in cui scoprì le coste del Nord America 5. 1497-1502: Amerigo Vespucci navigò lungo le coste settentrionali del Sud America, nel mar dei Caraibi, intuendo di trovarsi in un nuovo continente 6. 1508: Sebastiano Caboto, salpato alla ricerca del Passaggio di nord-ovest, raggiunse il Labrador e forse addirittura la baia di Hudson 7. 1519-1521: Magellano fu il primo a raggiungere l’Asia verso ovest e non a est, e il primo europeo a navigare nell’Oceano Pacifico Lezione 2, 23 settembre La Geografia di Strabone Il concetto di Ecumene e il globo terrestre di Cratete di Mallo La figura di Claudio Tolomeo e la sua cartografia L'evoluzione della cartografia in analogia con la storia delle esplorazioni - indice delle carte presentate: - La Tabula Peutingeriana; 6 - Le mappe T/O; - La Mappa Mundi di Hereford; - La carta di Al Idrisi e la Tabula Rogeriana; - La mappa Kangnido; - I portolani medievali: la carta di Lucas Janszoon Waghenaer Gli europei alla scoperta del Mondo. La circumnavigazione dell'Africa (la storia delle esplorazioni portoghesi nell'Oceano Atlantico e nell'Oceano Indiano) e la scoperta dell'America. I viaggi di Colombo. I viaggi di Giovanni Caboto, Giovanni da Verrazzano e di Amerigo Vespucci. Il viaggio di Magellano CONTESTO STORICO E COMMITTENTI La grande importanza di Tolomeo è stata quello di aver immaginato il concetto di reticolato geografico, un sistema di coordinate geografiche che indicavano latitudine e longitudine. Questa è la base del mondo che porterà alcuni a provare a superare questi limiti dell’ecumene conosciuto da Tolomeo, che andavano da ovest, dalle Canarie, fino a est, alla Cina, con l’idea che il mare delle Indie fosse chiuso, come chiuso era il Mediterraneo. Non pensava che la terra fosse piatta, ma gli altri 180° che mancavano alla sua sfera fossero completamente circondati da acque. La conoscenza delle Canarie nell’alto medioevo scompare, non si sa più dell’esistenza di queste isole; nel corso del XII-XIII secolo saranno i genovesi, con la loro grande potenza marittima, a raggiungerle. I genovesi cominciano a esplorare non solo l’est, si spingono anche oltre le colonne d’Ercole, raggiungendo queste isole, tanto che le loro rotte entrano a far parte delle cartografie pratiche, i portolani, che cominciano a creare. Da lì cominciano ad essere raggiunte anche da spagnoli e portoghesi: all’inizio del 400 con il principe Enrico, chiamato il Navigatore, perché è uno dei primi che ha la curiosità di andare oltre il mondo conosciuto dell’epoca, vengono finanziate molte spedizioni (fonda anche una scuola di navigazione, Corte di Sagres) per scendere il più possibile di latitudine, andare oltre le Canarie. Porta avanti le navigazioni, scoprendo Madera, le isole delle Azzorre: alla sua morte le scoperte arrivano fino alla Guinea Da cosa viene l’idea di Enrico il navigatore? Al tempo il portogallo era un piccolo staterello, aveva ottenuto da poco l’indipendenza, non era particolarmente ricco; qualcuno pensa addirittura sia l’effetto di una sorta di grande passione religiosa, che lo porta a voler emulare i viaggi dei crociati, e voleva costringere gli arabi a trovarsi in una condizione di minoranza rispetto alla cristianità. L’altro portoghese che finanzierà gran parte delle successive missioni è re Giorgio II (finanza le spedizioni di Bartolomeo Diaz, Vasco da Gama, Magellano) e porterà alla scoperta quasi complessiva del mondo. Le scoperte quindi progrediscono, si conosce parte ulteriore di mondo, è necessario aggiornare la carta tolemaica, che allora era la carta del mondo, e già nella carta di Martello (Heinrich Hammer, 1489) è inserito qualcosa di diverso; egli si accorge grazie ai viaggi di cui entra in possesso, che uno dei problemi più grandi di questo periodo era, man mano che ci si spostava più a sud e a ovest, calcolare le coordinate geografiche di Tolomeo. Più difficile era misurare la longitudine, che rendeva impossibile perciò disporre di una cartografia più precisa. In generale però, si tratta di uno dei primi planisferi in cui l’Africa ha una fine, anche se viene rappresentata bruciando la cornice della mappa e compare il Capo di Buona speranza, grazie ai viaggi di Bartolomeo Diaz, che iniziano nel 1487 (ma condizioni sfavorevoli per la navigazione, difficoltà a sopportare le condizioni climatiche, ad attraccare per la ricerca dei porti naturali dovuta alla presenza delle Mangrovie, la possibilità di fare rifornimento ad acque dolci). I portoghesi, con questa spedizione si lanciano, per ragioni economiche, alla scoperta di una via alternativa per raggiungere l’India, perché quella delle Indie era ormai diventata troppo costosa: l’intermediazione dei veneziani, che ne avevano il monopolio, rendeva il prezzo delle merci altissimo. Poi Diaz per errore finisce in una tempesta, senza accorgersi di essere andato oltre il capo di Buona Speranza, arrivando fino a 45° di latitudine sud, che era molto oltre rispetto al vecchio planisfero Tolomeo, che arrivava al massimo a 16° sud (mentre 63 gradi nord era il punto più alto). In realtà, al loro ritorno, aggiungono volontariamente 10 gradi di latitudine in più (rispetto ai 35 dell’Africa) per scoraggiare tutti gli altri ad intraprendere questa spedizione (la conoscenza geografica è potere: anche Colombo non vuole segnare le coordinate dei Caraibi). Cristoforo Colombo invece decide di intraprendere il viaggio, e sbagliando i calcoli per un errore fortunato, scambia il miglio arabo con il miglio romano, rendendo la lunghezza dell’equatore 10 000 km più corta. Nei suoi calcoli quindi la rotta verso le Indie era più facile andando verso ovest. Il 12 ottobre 1492 le sue navi approdano a San Salvador 7 A questo punto, da una parteci sono -gli spagnoli: che vanno verso ovest (viaggi di Colombo) -i portoghesi: che vanno più verso est, con il Capo di Buona Speranza ci danno un’ulteriore conoscenza del mondo (sono andati prima verso sud poi verso est) Il planisfero di Cantino (copia del Padrao Real), 1502, è una mappa rubata, Cantino è una spia del duca di Ferrara di Portogallo che viene in possesso del Padrao Real, la carta nautica di tutti i navigatori portoghesi, ufficiale e segreta, utilizzata come modello per le carte geografiche e nautiche che si trovavano a bordo di tutte le navi portoghesi durante il XVI secolo. La mappa ritrae la costa brasiliana, scoperta nel 1500 dall'esploratore portoghese Cabral, e mostra la costa africana dell'oceano Atlantico e Indiano con grande accuratezza e dettaglio. Il planisfero di Cantino è uno dei primi esempi di mappa nella quale le località sono collocate sulla base della loro latitudine, e non riportando la rotta e la distanza stimata da altre località, come avveniva nei portolani e nelle carte del Mediterraneo del secolo precedente (sistema che rimane, nella mappa, per l'Europa e il Mar dei Caraibi). È stata definita “la mappa più importante della storia della cartografia portoghese, e anche del mondo”. Come si spartiscono le rotte? Queste erano terre di nessuno e nasce la necessità di popolarle, per questo inizia la tratta degli schiavi tra Africa e Americhe: i portoghesi avevano il monopolio sulla raccolta degli schiavi, e li vendevano agli spagnoli, che li portavano nelle loro colonie Il trattato di Tordesillas venne firmato a Tordesillas, in Castiglia, il 7 giugno 1494. Il trattato divise il mondo al di fuori dell'Europa in un duopolio esclusivo tra l'Impero spagnolo e l'Impero portoghese lungo il meridiano nord-sud (la Raja), a 3700 leghe dalle Azzorre. Le terre a est di questa linea sarebbero appartenute al Portogallo e quelle a ovest alla Spagna. Questo trattato era però più favorevole agli spagnoli, poiché l’arbitro che poteva decidere come spartire le terre era Papa Alessandro VI, spagnolo, favorevole quindi alle richieste di spagnoli, che si mettono d’accordo su misure basate non più su latitudine ma di longitudine, che però non sapevano calcolare. La linea di spartizione viene tracciata 30° a ovest, cedendo l’ovest alla Spagna, che si ritrova in possesso di un intero continente. Questa divisione del mondo andrà avanti per una sessantina d’anni, il primo momento in cui viene messo un po’ messo in discussione è con l’indipendenza delle Fiandre, che diventate indipendenti, iniziano alcune loro navigazioni nell’Atlantico e nel Pacifico, ma soprattutto nel 1713 con il trattato di Ultrecht che mette fine alla guerra di successione Spagnola e gli inglesi hanno la possibilità di cominciare a commerciare con il Nord America. La mappa di Diogo Ribeiro è la prima mappa mondiale basata su osservazioni empiriche della latitudine. È fortemente influenzata dalle informazioni raccolte durante il viaggio di Magellano. La mappa riporta molto precisamente le coste dell'America centrale e meridionale. Australia ed Antartide non appaiono sulla mappa, ed il subcontinente indiano appare troppo piccolo. La mappa riporta, per la prima volta, la reale estensione dell'oceano Pacifico. Si vede anche, per la prima volta, la costa nordamericana come tratto continuo. Si trova sulla mappa anche il confine stabilito con il trattato di Tordesillas. La mappa di Martin Waldseemuller, datata al 1507: nota per essere la prima mappa su cui compare il nome «America», posizionato su quello che è oggi noto come Sudamerica. La carta ha una gloria immotivata: la conoscenza dell’Asia è risalente a Tolomeo. La cosa interessante è però la nascita di una cartografia tedesca. Gli inglesi chiedono a Caboto di scoprire cosa c’è a nord del continente americano (gli italiani hanno un ruolo importante nelle esplorazioni) e se effettivamente fosse possibile andare verso l’Asia: qui nasce il mito del passaggio a nord-ovest, la ricerca di un modo di andare in Asia passando a nord dell’America. Prima di poter fondare delle colonie, gli inglesi si limitano alla pirateria (da qui nasce il mito dei “pirati dei Caraibi”): non potendo ufficialmente conquistare quelle terre, cercavano di abbordare, depredare le navi spagnole. La proiezione di Mercatore, 1569, è una mappa cartografica conforme e cilindrica, con il piano tangente all’equatore. Per la prima volta emerge la necessità di fare proiezioni cartografiche, perché nella realtà non esiste un modo per rappresentare su un pian una sfera, ed è necessario scendere a patti con alcuni aspetti. Egli tenta di fare una carta conforme, che mantenga le forme delle coste dei continenti, affinchè sia d’aiuto ai navigatori. Sposta inoltre il centro della carta verso sud, perché quasi tutte le terre emerse rientrassero al meglio nella carta. Per tracciare le rotte, inoltre, rettifica tutti i meridiani e i paralleli: il problema nasce laddove li presenta tutti uguali, mentre i paralleli sono di lunghezze diverse. 10 «La debolezza dei corpi rende naturalmente pigri, di qui l’attaccamento di questi popoli alle loro tradizioni: questa debolezza li porta a sfuggire anche dai lavori necessari» «L'ubriachezza è un vizio dei paesi freddi. I nostri padri, gli anziani Germani, che abitavano un clima freddo, avevano delle leggi molto indulgenti al riguardo del pudore delle donne. Divennero diverse quando si trasferirono nel clima caldo della Spagna» «L'esercizio fisico deve essere più moderato nei climi caldi che nei climi freddi. Questa legge deriva semplicemente dall'osservazione del minor vigore degli abitanti dei primi. Il sonno è molto salutare ai corpi spossati dal calore: gli abitanti dei climi freddi sostengono meglio le veglie. È una osservazione costante e conosciuta generalmente che gli abitanti dei paesi caldi possono trasferirsi con meno inconvenienti nelle regioni fredde degli abitanti di queste ultime, che non riescono ad abituarsi nei climi caldi» «le donne dei paesi caldi sono meno feconde di quelle dei paesi freddi, le prime sono più graziose, ma meno belle di queste ultime; una bionda è un oggetto raro nei climi caldi, come una bruna nei paesi del nord e nei climi molto caldi l'amore è nei due sessi un desiderio cieco e impetuoso, una funzione corporale, un appetito, un grido della natura, in furias ignesque ruunt; mentre nei climi temperati è una passione dell'anima, un'affezione riflessiva, meditata, analizzata, sistematica, un prodotto dell'educazione; infine nei climi glaciali è il sentimento tranquillo di un bisogno poco pressante» Prima della Rivoluzione Industriale le possibilità dell'uomo di agire sull'ambiente o sul clima sono sempre state limitatissime→ clima e ambiente condizionano la vita e lo sviluppo delle società umane. La visione teistica del mondo portava a considerare senza reagire le calamità naturali come un castigo mandato dalle divinità a punizione dei peccati; si viveva quindi in un mondo molto immerso nella religione (in base ai fenomeni atmosferici e ai loro effetti, ci sono diversi santi invocati, per bufere, carestie, epidemie, fulmini): i contadini scendevano in processione armati delle immagini sacre e delle statue dei loro protettori, pronti però a punirli se tradivano la speranza. Quando la pioggia non arrivava, il santo "era spogliato dai paramenti, legato con funi e lasciato in mezzo alla chiesa fino a quando l'acqua non giungeva" Nel XIX secolo, nasce la geografia scientifica: la geografia diventa UTILE, indispensabile per gestire la cosa pubblica • utile per comprendere la realtà del proprio Paese • utile per comprendere le differenze morfologiche e climatiche tra le sue parti: rapporto di comparazione tra le diverse regioni • utile agli eserciti (la cartografia verrà esercitata da militari) • utile per costruire strade e ferrovie • utile per conoscere risorse e potenzialità delle colonie e dei territori extra-europei ancora liberi L’Ottocento è il secolo che vede l’affermarsi della geografia come sapere accademico nelle principali università europee: nascono le prime cattedre di Geografia nelle Università di diversi Paesi europei Si afferma la moda della geografia esploratrice. Negli anni Venti dell’Ottocento, nascono le prime società geografiche: prima a Parigi 1821, poi a Berlino e a Londra, mentre in Italia a Firenze nel 1867. • osservazioni naturalistico-statistico-descrittive • stretto rapporto tra esplorazioni e politica coloniale: da una parte c’era la curiosità per la scoperta di questi popoli primitivi, dall’altro l’apprezzamento per la colonizzazione, che portava la civiltà a tutti i popoli, considerati in ritardo di sviluppo 1. HUMBOLDT (1769-1859): Alexander von Humboldt era di formazione illuminista e repubblicano, naturalista e viaggiatore (America, Europa, Asia), ma attento anche agli aspetti sociali ed economici C’è una distinzione tra Erdkunde (conoscenza, discorso interpretativo della Terra o Geognosia) e non Erdbeschreibung (descrizione della Terra, "geografia") Egli scrive il Kosmos (1845-1858), concepita come un’opera di divulgazione scientifica in più volumi per raccogliere tutta la geografia fisica 11 -descrizione fisica del mondo: l’uomo non ha un ruolo centrale, ma è considerato un elemento della natura. -empirismo ragionato: dall'osservazione «contemplazione» della natura e dalla raccolta di dati deduzioni razionali su una vasta gamma di fenomeni. -confronti fra ambienti diversi, con l’obbiettivo di individuare la distribuzione spaziale dei fenomeni Kosmos è una descrizione della natura, ma conserva anche un diario più personale e geografico in cui non descrive solo la terra dal punto di vista naturale ma anche da un punto di vista socio-culturale 2. RITTER (1779-1859): Carl Ritter è uno studioso da tavolino, primo professore di Geografia a Berlino, di formazione romantica e storicista. Secondo lui la geografia serve a conoscere l’evoluzione dei popoli e la relazione fra essi; nasce quindi la geografia comparata, in cui al centro della geografia vi è l’uomo Egli scrive Die Erdkunde in Verhältnis zur Natur und zur Geschichte des Menschen (la geografia in relazione con la natura e la storia dell’uomo), 1817-1859, in 19 volumi Il primo proporrà lo studio del paesaggio come sintesi visiva da cui partire per ricostruire le interdipendenze dei fatti nella loro varietà planetaria. Il secondo teorizzerà la geografia come scienza delle relazioni spaziali, la cui conoscenza permette all’umanità di affrancarsi progressivamente dalle costrizioni ambientali Con questi due studiosi nasce un dualismo tra una geografia fisica e una geografia umana 3. KANT (1724-1804): è un filosofo, meno noto per essere stato uno studioso e un docente di geografia, una disciplina che, nelle sue intenzioni, doveva costituire una propedeutica alla conoscenza del mondo (geografia base necessaria e insostituibile della storia e della conoscenza del mondo) 4. DARWIN (1809-1882): noto per la sua opera On the Origin of Species (1859), dopo un viaggio attorno al mondo nel 1831-6, e una lunga meditazione. Da lì si cominciano ad applicare i paradigmi positivisti di matrice darwiniana alla geografia dell'uomo: non solo l'empirismo e il materialismo, ma la teoria biologica dell'evoluzione delle specie, l’adattamento all'ambiente e la selezione attraverso i caratteri adattivi, l’ereditarietà dei caratteri acquisiti Nella seconda metà del XIX secolo avviene una separazione delle Scienze: l’idea di una Geografia come scienza «coordinatrice» viene presto abbandonata, e avviene una separazione tra geografia fisica e geografia umana 5. In Germania, in particolare, si sviluppa la geografia «Scienza della Terra», e i principali esponenti sono PESCHEL (1826-1875) e VON RICHTHOFEN (1833-1905) Peschel è il principale esponente della prima fase della Geografia positivista, da storicista diventa "fisico": propone un’analisi empirica e ricerca leggi naturali necessarie (geomorfologia), ricerca un’analogia delle forme e identità dei processi genetici (omologia e tipologie genetiche, testo fondamentale del 1870). Comincia un contrasto fra geografi "ritteriani" e "pescheliani" sulla natura della geografia Von Richthofen, naturalista e viaggiatore (montagne europee, Asia orientale, Nord America), ordina le proprie esperienze di viaggiatore nella "comprensione della Terra" e della sua organizzazione regionale (relazione del viaggio in Cina e Asia in 5 voll. + atlante, 1877-1912) 6. Le idee di Darwin condizioneranno le idee di HAECKEL (1834-1919) con il quale nacque una nuova disciplina: ecologia Heackel è maestro all'università di RATZEL (1844-1904): egli è naturalista, viaggiatore (USA, Oriente) e giornalista, docente universitario nel 1876; è considerato il fondatore della geografia attuale ma anche dell'etnologia, si occupa dei rapporti fra uomo e ambiente in una situazione "primitiva " (cerca di mettere insieme geografia fisica e umana) -Anthropo-geographie, vol. 1 1882, Anthropogeographie, vol. II 189, Etnologia, 1885-88, Geografia politica, 1897, La Terra e la Vita, 1901-2 -base solida di Geografia Fisica sulla quale innesta la Geografia Umana. Concetti di «Spazio Vitale» - Lebensraum; Genere di vita; Paesaggio Culturale 12 -studio della distribuzione dei gruppi umani sulla Terra in rapporto/dipendenza con le caratteristiche ambientali del territorio ed effetti prodotti dal territorio sulle società umane DETERMINISMO AMBIENTALE Alcune di queste sue idee sfociano in quello che viene chiamato determinismo ambientale, per cui l’ambiente, i fattori naturali, condizionano indirettamente la distribuzione dei gruppi umani sulla terra→ il determinismo ambientale consiste nel far derivare direttamente dall'ambiente le differenze sia fisiche, sia culturali degli esseri umani. Rimette quindi nel centro della geografia una prospettiva legata al sociale, a come vive l’uomo, alle storture, alla miseria portate dall’uomo Già gli antichi Greci, e dopo loro vari autori antichi e moderni, ipotizzarono che le diversità tra i popoli dipendessero da fattori climatici e fisico-geografici. Per esempio si pensava che i climi più estremi avessero un'influenza negativa sulle capacità intellettuali delle persone, che i popoli con le menti più acute fossero quelli di territori con climi temperati e non quelli che vivono in aree molto umide, molto calde o molto fredde. Quest idee vennero però rapidamente abbandonate: -non era dimostrabile scientificamente la relazione di causa-effetto, che costituiva la base del determinismo ambientale, come se gli individui e le società rispondessero in modo automatico agli stimoli ambientali, senza le mediazioni culturali della tecnologia, delle ideologie politiche, dei sistemi di governo o delle leggi -fattori ambientali identici non necessariamente danno luogo a pratiche culturali o comportamenti umani simili. Ad esempio non tutti i popoli costieri sono navigatori -ideologia travestita da teoria scientifica per giustificare il colonialismo, cioè il dominio dei principali paesi occidentali su gran parte dell'Africa e dell'Asia, quale si presentava appunto in quegli anni 7. RECLUS (1834-1905) propone un’interpretazione più "sociale" e "storicista" della Geografia. Allievo di Ritter a Berlino, se ne differenzia per la forte ispirazione sociale (esule a lungo in Europa e in Nord America) e l'intento pedagogico (libri fondamentali a dispense) che lo avvicina a Humboldt (molte opere in molti volumi di alta divulgazione, dal 1870-72 al 1908). Questo porta a due filoni: • geografia fisica: i massimi esponenti furono Oskar Peschel e von Richthofen, quest’ultimo fu un viaggiatore e seguace di von Humboldt. Questo filone porta alla nascita dell’ecologia con Haeckel. • geografia umana: il maggiore esponente è Reclus che punta l’attenzione sull’uomo e a come vive l’uomo nelle diverse parti del globo, dalle sue idee nascerà la geografia Marxista che porterà alla sociologia e alla nascita delle altre scienze. Lezione 4, 30 settembre La figura di Bernhardus Varenius (Varenio) e la sua Geographia Generalis La Geografia durante il secolo dei Lumi. I rapporti con i fisiocrati; la necessità di una geografia descrittiva per conoscere le colonie; le speculazioni filosofiche sul rapporto tra uomo e ambiente (lettura di passi scelti de "De l'esprit des lois" di Montesquieu) La cartografia scientifica: la carta dei Cassini La Geografia esploratrice La nascita della Geografia scientifica nel mondo culturale tedesco I "padri" della Geografia: Alexander von Humboldt e Carl Ritter e le loro opere principali Il concetto di Geografia di Immanuel Kant L'influenza sulle teorie geografiche delle teorie di Charles Darwin Il positivismo in Geografia Monismo e dualismo della Geografia. La separazione tra Geografia Fisica e Geografia Umana Ernst Heinrich Haeckel e la nascita dell'ecologia La figura e le opere di Friedrich Ratzel La figura e le opere di Elisée Reclus 15 La Geografia negli USA: la figura e le opere di George Perkins Marsh e la nascita del movimento conservazionista. Le figure di Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau e John Muir. Il dibattito tra conservazionisti e preservazionisti. La nascita dei primi Parchi Naturali negli USA (Yosemite e Yellowstone) La figura di William Morris Davis e la sua teoria del "ciclo di erosione" per spiegare la morfologia e la geologia del pianeta L'applicazione delle teorie naturali alle società umane. La nascita del razzismo scientifico. Elsworth Huntington e il determinismo ambientale. Ratzel e i suoi allievi: Ellen Churchill Semple I lati oscuri della Geografia di fine Ottocento Alcune prospettive del determinismo ambientale: il concetto di convergenza adattativa. I terrazzamenti agricoli nel mondo. Le abitazioni tradizionali A cosa serve studiare la storia della Geografia quando ciò che conta veramente è fare geografia? -Massimo Quaini, Costruire Geostorie. Un programma di ricerca per i giovani geografi, 2003 Nell'ambito della geografia positivista, altre visioni si sviluppano in Europa e in Nord America, legate a interpretazioni più "storiciste" o "sociali". La reazione al determinismo ambientale ha portato nel XX secolo alla nascita del possibilismo*, ad opera della scuola del geografo francese Vidal de la Blache. L’idea che ne sta alla base è che i singoli e la collettività possono usare la propria creatività per reagire alle condizioni o alle costrizioni di un particolare ambiente naturale; si usa il termine costrizioni per indicare il fatto che l’ambiente viene visto come una limitazione delle scelte e delle possibilità che le persone hanno a disposizione. I possibilisti non rifiutano completamente l’idea di un condizionamento da parte dell’ambiente naturale, ma nello stesso tempo non pensano che esso sia l’unica o la principale forza che plasma le società e le culture. Vidal de la Blache è stato il caposcuola della geografia umana e del possibilismo geografico, cambia la prospettiva di ricerca non più guardando l’ambiente ma l’uomo come modellatore del paesaggio In continuazione di Ratzel riprende gli studi umanisti e si accosta alla geografia soprattutto per questi motivi: -reazione alla supremazia culturale e tecnica tedesca (sconfitta nella Guerra franco-prussiana del 1970-71, cartografia determinante: la Francia perde la guerra, e la sconfitta venne attribuita anche a una mancanza di sufficienti conoscenze geografiche) -razionalizzazione dell'insegnamento della Geografia nell'università e nelle scuole; necessità di formazione degli insegnanti e dei docenti universitari; arruolamento in diversi campi (storico, naturalistico); rapporto biunivoco con la storia Paul Vidal de la Blache (1845-1918) era uno storico antichista passato alla geografia con gli studi sul campo. Nel 1875 ottiene la sua prima cattedra di Geografia in Francia, all’Università di Nancy, successivamente dal 1877 sarà presso l’École Normale Supérieure di Parigi. Nel 1881 fonda gli Annales de Géographie; nel 1894 l’Atlas d'Histoire et de Géographie; dal 1910 la Géographie Universelle Introduce nella geografia il concetto di «REGIONE». Si trattava di un concetto solo abbordato, individuato in termini naturali: regione come parte di spazio terrestre con caratteristiche fisiche omogenee; circoscrive un territorio in cui portare avanti le sue ricerche. Parte da una solida base di geografia fisica, e circoscrive la sua regione da un punto di vista fisico, principalmente in base ai bacini fluviali, segnando quindi con varia importanza i fiumi della Francia. Si occupa di studio regionale, cerca di capire il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, e comincia a sostenere una serie di opportunità possibili che l’uomo può scegliere tra quelle offerte dall’ambiente naturale (si parla quindi di possibilismo, non più di determinismo, come per Ratzel). Inserisce nello studio geografico di una regione fisica il concetto storico, e inserisce altri concetti fondamentali. 16 LA GEOGRAFIA DI VIDAL DE LA BLACHE Regions Paysages Milieux (ambiente) Genres de vie A partire da questo schema, ogni gruppo umano costituisce un rapporto creando una regione e questo va caratterizzando la geografia idiografica. geografia idiografica: individuazione dell’unico e dell’eccezionale (singoli luoghi, in quanto dotati di una loro originalità non replicabile o difficile da riscontrare in altre parti della terra). Ogni popolo e ogni milieux era unico e irripetibile, per cui ogni regione andava studiata per sé stessa (tante regioni=tanti studi regionali): ogni regione andava studiata da sola senza paragonarla ad altre, al contrario della geografia nomotetica che studia usando una legge universale per tutto. Quando si parla di paesaggio, non si può parlare solo di paesaggio naturale, ma di paesaggio modificato dall’uomo (l’uomo è attivo come agente e modificatore). Compare quindi un fattore storico, soprattutto spostandosi verso civiltà più evolute: ogni civiltà sviluppa caratteristiche propria a prescindere dall’ambiente naturale (mette in dubbio Ratzel, che sosteneva che era l’ambiente che determinava le società umane) POSSIBILISMO possibilismo geografico: relazione tra Uomo e Natura secondo la quale lo sfruttamento dell'ambiente da parte dell'uomo si realizza in funzione delle tecniche e delle scelte che sviluppano le diverse società umane. Rispetto alla visione di Ratzel, nella quale l'ambiente fisico determina la storia e la civilizzazione di ciascun popolo, con Vidal de La Blache uno stesso ambiente (perciò a parità di caratteristiche fisiche) è suscettibile di generare diverse tecniche di produzione materiale, concretizzate nei generi di vita. L'organizzazione dello spazio è influenzata da fattori economici, sociali, politici e antropologici. Il possibilismo geografico ritiene che ogni ambiente naturale offra una gamma di alternative più o meno vasta e che in uno stesso ambiente naturale società e culture possano modellarsi in modi diversi a seconda delle loro scelte, basate sulle conoscenze e sulle capacità tecniche di cui dispongono Le teorie del possibilismo ambientale hanno contribuito a diffondere la consapevolezza del ruolo dell’azione umana nei cambiamenti dell’ambiente, a partire dall’osservazione di come nel tempo tale azione ha modificato i paesaggi naturali trasformandoli in paesaggi culturali→ uomo come agente trasformatore che domina la natura Vidal de la Blache genererà una vera e propria scuola di geografia in Francia, che avrà degli allievi O Lucien Febvre (1878-1956): storico, ricostruisce la teoria; La terre et l'évolution humalne. Introduction géographique à l'histoire; crea i termini «determinista» e «possibilista». Fondatore con Marc Bloch de l'École des Annales. Tesi: «Philippe II et la Franche-Comté» (1911) O Marcelle Dubois (1856-1916): fonda con Vidal Les Annales de Géographie. Nel 1895 si distacca da Vidal, Geografia coloniale. Antidreyfus. Contrario ad una geografia regionale eccessivamente naturalista O Lucien Gallois (1857-1941): Les géographes allemands de la Renaissance e De Orontio Fineo Gallico Geographo (1890) O Emmanuel de Martonne (1873-1955): La Valachie : essal de monographie géographique (1902) O Albert Demangeon (1872-1940): La plaine picarde: Picardie. Artois. Cambrésis. Beauvaisis. Étude de géographie sur les plaines de craie du Nord de la France (1905) O Raoul Blanchard (1877-1965): La Flandre. Étude géographique de la plaine flamande en France. Belgique. Hollande (1906). Professore di Geografia anche ad Harvard e a Montreal O André Cholley (1886-1968): Les préalpes de Savole (Genevois/Bauges) et leur avant-pays : étude de géographie régionale (1925) O Jean Bruhnes (1869-1930): L'irrigation. Ses conditions géographiques, ses méthodes, son organisation dans la péninsule ibérique et dans /'Afrique du Nord: étude de géographie humaine (1902). Attenzione ai fatti concreti nei rapporti fra gruppo umano e ambiente; aspetti sociali. Un approccio che privilegia le azioni/le opere materiali dell'uomo nella loro dimensione storica e culturale (ad esempio l'architettura rurale) rispetto alla visione più astratta della Geografia praticata dall'École normale de Paris. Nella École des annales prevarrà la visione di Bruhnes, O Henri Baulig (1877-1962): allievo di Vidal scopre con lui la passione per la Geografia. Nel 1904 vola in USA (Harvard) grazie ad una borsa di studio dove segue le lezioni di Davis. Geomorfologo. Le plateau central et sa bordure méditerranéenne : étude morphologique (1928 a 51 anni) 17 O Max Sorre (1880-1962): Les Pyrénées méditerranéennes : étude de géographie biologique e Étude critique des sources de l'histoire de la viticulture et du commerce des vins et eaux-de-vie en Bas-Languedoc au XVIlle slècle (1913) Dopo questa evoluzione, anche dialettica, della geografia, quali erano le problematiche epistemologiche? Una serie di dilemmi, da alcuni risolti in termini di opposizione o composizione: • determinismo - indeterminismo (possibilismo, volontarismo) • dualismo - monismo fra geografia fisica e geografia umana • geografia generale (prevalenza teoria) - geografia regionale (prevalenza prassi) LA GEOGRAFIA NELL’ITALIA POST UNITARIA -geografia esploratrice e divulgativa: nel 1867-72 nasce a Firenze la Società geografica italiana, con sede a Roma. Si parla di geografia pratica, una geografia che aveva un fine utile, pratico, per la ricerca di mercati e di basi commerciali, c’è anche una ricerca per i luoghi dell’emigrazione -geografia accademica: espansione della geografia nelle scuole e nelle università: la geografia può essere utile per completare la formazione degli studenti, come somma di conoscenze e nozionismo. Inizialmente l’insegnamento è presente solo nelle facoltà di Lettere, poi si diffonde anche in qualche facoltà di Scienza, ma vi è una carenza di specialisti -“geografi umanisti”: attenzione sul Rinascimento, partecipazione italiana alle scoperte geografiche, cartografia storica SVILUPPO DELLA GEOGRAFIA IN ITALIA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO→ sviluppo da una geografia tradizionale descrittiva e storicista (studio dei viaggi e delle navigazioni transoceaniche e delle scoperte, con attitudini filologiche, su testi che cartografia); adozione del paradigma positivista per l'influenza della geografia germanica e affermazione della "geografia scientifica" (i primi geografi laureati provengono dalla facoltà di Scienze, per questo motivo maggiore attenzione alla geografia fisica sul modello tedesco) Antropogeografia o Geografia scientifica (italiana) O Giuseppe Dalla Vedova (1834-1919): studia a Vienna e introduce in Italia la geografia tedesca positivista, laurea in Filosofia a Padova nel 1864 e abilitazione all'insegnamento della Geografia nel 1867. Più mediatore che innovatore; Didattica della Geografia e importanza della Geografia nella formazione. Da Padova a Roma (senatore del Regno), dove ha posizioni governative O Giovanni Marinelli (1846-1900): di formazione umanistica, autodidatta, non laureato (iscritto prima a Matematica, poi Studi Giuridici). Insegnante a scuola, incontra Della Vedova per abilitazione all'insegnamento; appassionato di montagna (ricerca sul terreno), geografia fisica, storia della disciplina (cartografia, sapere antico); da geografia regionale a scritti teorici e storici; Geografia positivista. Da Padova (1882) a Firenze (1892), fonda la Rivista Geografica Italiana (1894) Fondazione della Società di Studi Geografici a Firenze; "geografia di casa nostra" contro quella coloniale La Terra. Trattato popolare di geografia universale (I-VII, Milano 1883-1902) O Guido Cora (1851-1917): appassionato di Geografia, dopo l'Istituto Tecnico si reca in Germania a Lipsia e Gotha per completare la formazione geografica. Fonda rivista Cosmos. Comunicazioni sul più recenti e notevoli progressi della geografia e delle scienze affini (1872-1896). Cartografo. Geografia esploratrice, viaggia in prima persona. 1895 al Congresso Internazionale di Geografia incaricato di redigere una carta fisica dell'Africa per facilitare colonizzazione del Paesi europei O Olinto Marinelli (1875-1926): docente giovanissimo a Firenze dove succede al padre (1902); legami con studi geografici tedeschi (Ratzel) e statunitensi (Davis) studi naturalistici (glaciologia, limnologia, morfologia), rapporto uomo-ambiente; ricerca sul campo (viaggio in Eritrea 1905-6 con G. Dainelli; Stati Uniti e Karakorum e Turkestan); Atlante dei tipi geografici (1925); maggior geografo italiano O Renato Biasutti (1878-1965): allievo a Firenze di Giovanni Marinelli, marxismo e positivismo; geografia antropologica (morfologia, origini e migrazioni delle diverse razze umane) Pastori, agricoltori e cacciatori nell'Africa orientale Interna, a mezzogiorno dell'Etiopia (1905); Studi sulla distribuzione dei caratteri e del tipi antropologici (1912); Razze e popoli della terra (tre edizioni tra il 1941 e il 1959), opera nella quale confluiscono paleontologia, antropologia, fisiologia, glottologia, sociologia. Il paesaggio terrestre (1947 e 1962) distingue 34 tipi di paesaggio. Attenzione ai fatti concreti (casa rurale) Per un'inchiesta sui tipi dell'abitazione rurale in Italia (1925) O Roberto Almagià (1884-1962): allievo di Della Vedova. Maggior esperto mondiale di cartografia antica e medievale; storico della geografia. Sostenitore dell'unità della Geografia per metodo e obiettivi della ricerca: descrizione, spiegazione e classificazione dei vari aspetti della superficie terrestre. Porta in Italia geografia vidaliana, in particolare introduce i concetti di regione e paesaggio 20 La differenziazione degli spazi può essere letta attraverso molteplici indicatori sociali (gli spazi sono diversi per i diversi gruppi sociali per diversi motivi) • professioni • salari • educazione (titoli di studio) • disoccupazione • comportamenti elettorali • comportamenti e situazioni sanitarie https://www.youtrend.it/2022/10/03/politiche-2022-le-mappe-del-voto-a-milano/ “disuguaglianza sociale è disuguaglianza spaziale”- Armand Frémont GEOGRAFIA MARXISTA Nasce un nuovo filone, quello della geografia di ispirazione marxista. Questa coinvolge diverse fasi nel tempo e nelle diverse aree geopolitiche; in particolare si articola in tre periodi: 1. fine del XIX - primi del XX secolo: tentativo di rapportare il pensiero marxiano alla geografia scientifica con Petr A. Kropotkin (1842-1921); Georgij V. Plekhanov (1856-1918), entrambi rivoluzionari russi ed esuli all'estero; il primo anarchico; il secondo introduce in Russia il pensiero di Marx. In Italia Renato Biasutti fusione delle idee del "materialismo dialettico" storicista con il "'materialismo naturalistico" positivista: le "leggi" dell'uno corrispondenti a quelle dell'altro «L'organizzazione territoriale dipende dal mercato», «Marx considera i rapporti di produzione come un'organizzazione economica, sociale e territoriale, la cui evoluzione storica comporta trasformazioni nel rapporto uomo-natura, il quale si estrinseca negli accidenti geografici e nella loro localizzazione». Il marxismo aveva un’idea di società diversa basata sul capitale e il lavoro. Questo poi dà vita allo strutturalismo. La geografia doveva avere un atteggiamento attivo sui vari problemi del pianeta. 2. URSS: presa del potere del Bolscevichi (1917) e l'affermazione del comunismo. Il marxismo è dottrina ufficiale dello stato negli anni ‘30; ne viene data una definizione ufficiale, improntata a un dualismo assoluto: la Geografia fisica è una scienza naturalistica e serve all'indagine sul territorio e sulle sue risorse in funzione della sua messa in valore, mentre la Geografia umana, scienza sociale, è scienza applicativa che individua e propone soluzioni operative per la programmazione economica e territoriale e per lo "sviluppo delle forze produttive” Esempio di rapporti scienza-politica in URSS: Nikolai I. Vavilov (1887-1943), genetista e botanico; ricerca sull'origine delle piante ed esperimenti di coltivazione in URSS. Raccolta di sementi in tutto il mondo, studio genetico e per l'adattamento nel Paese. Stazioni sperimentali in tutto il territorio. Presidente di accademie e società scientifiche, come la Società pansovietica di Geografia. Accusato di praticare scienza «borghese» da Trofim D. Lysenko, arrestato, condannato a morte, ma non giustiziato, muore di fame nel 1943. Riabilitato nel 1965 3. anni 1920-1960, con differenze fra paesi occidentali e URSS. Paesi occidentali (specie Francia): applicazione delle idee marxiane nei paradigmi "normali" della geografia in particolare Géographie humaine: Pierre GEORGE (1911- 2006), che riapre una prospettiva "sociale". Strettissimi legami con la Geografia sociale. Sguardo critico e responsabile di fronte alle disuguaglianze sociali. Geografia si deve occupare di differenze e disparita. Geografia sociale = Geografia dell'azione Henri Lefebvre è un filosofo, e scrive La Production de l'espace, 1974, in formula il concetto di produzione sociale dello spazio. Lo spazio è il prodotto della società, lo spazio è sempre politico. 21 Lezione 7, 12 ottobre L'eredità di Ratzel e della sua Anthropogeographie. Gli oppositori al dualismo della Geografia: Alfred Hettner e Richard Hartshorne La nascita della Geopolitica come disciplina autonoma: la figura e le opere di Halford Mackinder (Teoria del "Geographical Pivot of History" e carta con il concetto di Heartland); Rudolf Kjellen e Karl Haushofer I rapporti tra la Geopolitica dell'epoca e il nazismo e il conservatorismo in politica La nascita della Cultural Geography americana La figura e le opere di Carl Sauer. La teoria di Sauer sulla nascita e lo sviluppo dell'agricoltura La Sozialgeographie tedesca. Hans Bobek e Wolfgang Hartke La nascita della Geografia marxista. Prima fase (fine XIX secolo - anni '20 del Novecento): tentativo di rapportare il pensiero marxiano alla geografia scientifica (materialismo). In Russia: Pëtr A. Kropotkin e Georgij V. Plekhanov In Italia Renato Biasutti. Seconda fase anni '20-'60 del Novecento: i rapporti con la Geografia sociale. Il recupero delle idee di Elisée Reclus. Pierre Georges. In URSS Geografia marxista diviene quella ufficiale. Separazione netta tra Geografia fisica e Geografia umana. La figura di Nikolai I. Vavilov Apporti positivi dello storicismo in geografia: • Attenzione alle realtà territoriali concrete • Approfondimento delle analisi specifiche mediante strumenti d'indagine molto accurati • Conoscenze capillari e profonde delle diverse situazioni geografiche Critiche: • Pecca di idiografia (interpretazioni troppo particolaristiche) • Incapacità di generalizzazione (incapacità di passare dal particolare al generale) • "passatismo" (incapacità di capire il presente e pensare il futuro) • conservatorismo (culturale e sociale: giustifica l'esistente) Le reazioni tendono perciò a correggere questi aspetti negativi mediante: O metodologie di analisi e sintesi Il più generali e generalizzanti possibile O superamento del particolarismo (unicità e irripetibilità degli oggetti analizzati) O importanza della teoria rispetto alla prassi O ripresa della geografia generale rispetto alla geografia della regione e del paesaggio Una prima manifestazione di questa reazione alla geografia idiografica storicista, ma anche all'antropogeografia tradizionale, e dunque in chiave generalizzante o nomotetica, avviene col tedesco Walter Christaller (1893-1975). La sua formazione filosofica ed economica non concluse a causa della prima Guerra Mondiale. Agrimensore nella Germania meridionale. Avvia una svolta epistemologica fondamentale con la sua opera Die Zentrale Orte In Süddeutschland (le località centrali della Germania meridionale) (1933), con la quale introduce il concetto di "località centrale": ricerca o studio di una sola regione, in cui a ogni regione si applicano metodi diversi. Ma come è possibile non avere un metodo di studio, non avere una teoria generale da applicare alle diverse regioni? C’è un predominio della pratica, bisogna riprendere una teoria geografica. Nasce quindi una geografia quantitativa che si propone di inserire considerazioni logico matematiche nello studio della Geografia Christaller è tra i primi che cominciano a traslare la ricerca geografica dal concetto regione all’idea di spazio, che non è più delimitato (spazio come porzione di superficie terrestre, sarà l’uomo a territorializzarla). Possibile che l’ubicazione delle 22 diverse località sia del tutto casuale? Si accorge che le località erano ubicate in maniera centrale, secondo principi matematici ed economici: da qui nasce la sua teoria Christaller intendeva spiegare la distribuzione dei centri urbani, del perché della loro forma e come si gerarchizzassero sul territorio. Lo scopo era quello di ricercare un fondamento razionale dell'ubicazione urbana che, secondo il suo modello non avveniva “a casaccio”. Le città, possono distinguersi a seconda della funzione che rivestono e cioè possono dirsi: attive: se dirette a praticare attività produttive e lavorative, passive: se ridotte sul piano esclusivamente residenziale. La teoria che elabora si basa sull’assunzione che esistano centri urbani per lo scambio di beni e servizi (detti appunto, località centrali) che devono produrne od offrire alla popolazione spazialmente dispersa su un territorio omogeneo intorno a essi. L’obiettivo del modello è quello di comprendere come questi prodotti o beni, ed in particolare funzioni terziarie, si organizzino sul territorio dando vita a una gerarchia urbana Parte della geografia degli insediamenti, ancorata alla teoria economica, in specie alla economia marginalista o soggettivista, sviluppata dalla seconda metà del XIX secolo, con Alfred Marshall, fondata sull'analisi della domanda e dell'offerta secondo le quantità marginali; "homo ceconomicus" con principi e azioni ritenuti di validità universali La localizzazione e la distribuzione degli insediamenti umani non dipendono dalla natura, ma dai principi dell'economia; semplificazione per l'analisi e poi progressiva complicazione, introducendo nuove variabili; semplificazione delle condizioni di base: incontro di domanda e offerta di "beni e servizi" in uno spazio isotropo, distribuzione omogenea della popolazione e del reddito; accentramento della distribuzione di beni e servizi in località centrali geometricamente definite. gerarchia dei servizi e delle località centrali: concetto di centralità secondo tre principi generali: 0. principio di mercato: approvvigionamento (base), influisce sul rifornimento di beni e servizi 0. principio di trasporti: influenza fattori legati alle vie di comunicazione (traffico): è importante potersi spostare facilmente 0. principio della divisione amministrativa Walter introduce i parametri "soglia" (popolazione minima, numero minimo di clienti che un sistema deve avere per poter funzionare, per rendere aperto il servizio; popolazione minima sufficiente a garantire un livello di domanda tale per cui il servizio sia prodotto in maniera efficiente) e "portata" (distanza massima che un consumatore è disposto a superare per avere un certo tipo di servizio; distanza massima oltre la quale il consumatore non è disposto ad affrontare i costi di trasporto, necessari per recarsi ad acquistare il servizio) esprimendo in termini geografici le tradizionali forze economiche che organizzano le attività nello spazio. Ogni servizio è prodotto solo se la portata è superiore alla soglia, ossia se esiste una domanda in grado di costituire una massa critica sufficiente per offrire il servizio in condizioni di efficienza. Raggiunto l'equilibrio, le aree di mercato circolari definite dalla portata del servizio diventano aree di mercato dalla forma esagonale (organizzazione geometrica delle località centrali): le api, utilizzano l'esagono come forma principe delle loro costruzioni per sfruttare meglio lo spazio senza lasciare aree vuote o inutilizzate nei loro alveari. Ossia consente di rispettare contemporaneamente le 3 fondamentali istanze formulate da Christaller: Ma c’era un rifiuto della geografia ufficiale del tempo di considerare il lavoro opera "geografica": la sua teoria non era rispondente a nessuno dei paradigmi operanti; vi fu il riconoscimento soltanto dopo vent'anni, di rimbalzo dagli USA, tanto che da allora Christaller sarà considerato un "maestro" della geografia contemporanea. Ispirato a Christaller, segue l'opera di un economista tedesco, August Loesch, sulla localizzazione delle industrie, e scrive Die räumliche Ordnung der Wirtschaft, che ebbe uno scarso eco a causa della guerra e dell'isolamento della Germania. Ispirazione per la nascita di una nuova geografia: negli anni '60, alla vecchia geografia descrittiva o idiografica, Christaller si propone di sostituire una scienza nomotetica, che utilizza un linguaggio logico matematico. Si parla di New Geography. 25 • principali esponenti: R. Parker, E. Burgess, R. Mckenzie Modelli di morfologie urbane: vengono proposti due generalizzazioni della struttura interna delle città. 1. Distretto centrale degli affari; 2. Produzione leggera all’ingrosso; 3. Residenziale di classe bassa; 4. Residenziale di classe media; 5. Residenziale di alta classe; 6. Manifattura pesante; 7. Quartiere degli affari periferico. 8. Periferia residenziale; 9. Periferia industriale; 10. Zona dei pendolari Economia classica, processo di astrazione, formalizzazione logico-matematica; uso del calcolatore elettronico; econometria Ulteriore processo di astrazione della geografia, specie economica: Regional Science, recide anche i legami rimasti con la geografia, divenendo progressivamente Land Economy (Walter Isard) Modelli astratti, formule matematiche, proiezioni geometriche (Urban Morphology) Regional Science: interdisciplinare (economia, pianificazione urbana, scienze politiche, sociologia, geografia) Approccio analitico a problemi specificatamente urbani, rurali o regionali Ambiti di interesse di questa nuova disciplina: Teorie della localizzazione; Modelli spaziali di localizzazione; trasporti; modelli migratori; Uso del suolo e sviluppo urbano; Analisi ambientali ed ecologiche; Gestione delle risorse; analisi delle politiche regionali ed urbane; GIS; Spatial Data Analysis. Questo modello di Geografia viene definita geografia neopositivista o "New Geography" secondo i suoi cultori, che ritengono di avere dato vita a un paradigma epistemologico completamente nuovo. • Prevalere della teoria sulla pratica (metodo induttivo definito anche empirismo ingenuo) • Scientificità della disciplina: tale paradigma epistemologico avrebbe superato definitivamente la situazione di indefinizione precedente (dibattito fra antropogeografi e geografi storicisti), attribuendo alla disciplina nuovi e definiti caratteri di scientificità • Rivoluzione quantitativa fondata sulla formalizzazione logica e matematico-geometrica La ricerca geografica si deve fondare su metodi logico-deduttivi. La teoria guida l'analisi; il metodo segue. Gli studiosi ricercano le regolarità e le leggi già esistenti, immanenti nella realtà, della presenza e distribuzione dei fatti geografici: devono riconoscerle nella realtà, cui sottostanno e danno ordine attraverso la costruzione e l'applicazione di modelli interpretativi Risultati dell'approccio neopositivista: • Tentativo di interpretare complessivamente i fenomeni della presenza e dell'azione umana sulla superficie terrestre • Sforzo per dare strutture teoriche chiare e precise alle analisi geografiche • Comparazione e trasferibilità dei risultati delle indagini Critiche: • eccesso di schematismo; • astoricità; • meccanicismo imposto a fenomeni sociali e culturali complessi e psicologici profondi; nuovo determinismo meccanicistico (non più biologico); • tecnicismo; 26 • conservatorismo; • staticità sociale L'affermarsi e il diffondersi di questo approccio concettuale e di queste teorie si fonda sulla pretesa della corrente epistemologica di avere risolto il problema della "scientificità" della disciplina, dandole una struttura teorica, una metodologia, un linguaggio finalmente "scientifici" Lezione 8, 14 ottobre Aspetti positivi e negativi dell'approccio storicista alla Geografia Le critiche alla Geografia idiografica Le risposte alla Geographie Humaine storicista: la nascita della "New Geography", neopositivista, economica, quantitativa, funzionalista La figura e le opere di Walter Christaller. La Teoria delle località centrali Le teorie delle localizzazioni: Von Thuenen; Loesch, Weber Il passaggio dal concetto di territorio a quello di spazio L'evoluzione del concetto di regione da omogenea a funzionale La scuola di Chicago: una Geografia quantitativa nomotetica. L'ecologia sociale urbana e i modelli di pianificazione urbana. Le figure e le opere (modelli dei settori urbani) di Ernest Burgess; Edward L. Ullman e Chauncy D. Harris; Homer Hoyt La nascita della "Regional Science" di Walter Isard Le critiche all'approccio quantitativo allo studio della Geografia LE REAZIONI ALLA GEOGRAFIA NEOPOSITIVISTA Tali convinzioni provocano molte adesioni convinte (benché talora temporanee), ma anche varie reazioni, a partire dagli anni '60 del Novecento. Si tratta di reazioni diverse fra loro, ma accomunate dalla tendenza alla rivalutazione delle particolarità, del contesto storico-culturale, della soggettività, ma sempre tenendo conto dei risultati raggiunti dalla geografia neopositivista, e cioè dell'importanza della teoria nella ricerca. Quali sono le origini di queste reazioni? Un rinnovato clima sociale e culturale nei paesi occidentali: sviluppo economico e consumismo; mobilità ma anche tensioni sociali; terzomondismo e decolonizzazione; neocolonialismo economico; guerra del Vietnam, ecc. Contestazione del "sistema": in campo sociale, economico, culturale, con ricaduta sulle discipline accademiche, viste come "succubi al potere" Nuova attitudine di critica verso la disciplina, vista come conservatrice (sia nella versione idiografica che neopositivista) e tecnocratica (neopositivismo), al "servizio del potere" Critica politica e ideologica al sistema politico-economico-sociale "occidentale" Critica alla "razionalità scientifica" tradizionale da parte di nuove correnti filosofiche Ci sono due diversi modelli diversi di critica 1. critica politico-ideologica. In Europa riconducibile ai nuovi movimenti di origine marxista. Negli USA radicalismo o «New Left» 2. critica teorico-epistemologica: nuove correnti filosofiche del XX secolo che pongono al centro l'individuo e i suoi rapporti con la realtà (in particolare la società) Fenomenologia - Esistenzialismo Edmund Husserl (1859-1938), Martin Heidegger (1889-1976), Jean-Paul Sartre (1905-1980) Nascita di nuovi approcci e filoni di studio, nel quali i due atteggiamenti sono spesso compresenti Corrente di ispirazione marxista: -Ricerca, nelle opere di Marx, di spunti per una geografia "marxista" per il mondo attuale (sviluppo nuovo capitalismo anonimo e finanziario, perdita della centralità dell'Industria, sviluppo dei servizi, consumismo) -Tentativo di creare una vera e propria geografia marxista, anni 70-80 (D. Harvey, B. Kayser, Y. Lacoste, M. Quaini) 27 -Come in passato, tentativo di introduzione di idee, spunti, metodi, strumenti di analisi marxiani negli altri paradigmi disciplinari, nel frattempo cambiati (A. Frémont, G. Dematteis) Yves Lacoste, La géographie, ça sert, d'abord, à faire la guerre, 1976. Nasce in Marocco, figlio di un geologo e ha un lato “terzomondista” molto spiccato, il primo incarico che riceve è in Algeria. Parteciperà ai movimenti di decolonizzazione. Ha una prospettiva marxista, per cui il geografo deve agire nella società, deve essere attore del cambiamento. Raggiungerà la notorietà mondiale con un articolo su Le Monde O La Geografia non deve essere una semplice materia scolastica O Geografia di campo O Geografo deve agire nella realtà sociale O 1972 - articolo su Le Monde sui bombardamenti USA in Vietnam gli fa acquisire notorietà mondiale e ferma la strategia di danneggiare le dighe O Geopolitica: studio delle strategie politiche per la conquista o il controllo di un territorio. Non serve solo ai militari, ma anche per l'amministrazione dei territori. O Geografia è uno STRUMENTO DI POTERE poiché possiede un sapere di pertinenza politica e destinata all'azione. «Ci sarà un motivo se da 3.000 anni i re si avvalgono di cartografi e geografi» O Nomotemia è impossibile in una scienza così eterogenea nonché per le mutazioni che avvengono costantemente nel Mondo Altro filone vicino a questi è la geografia radicale americana (Radical Geography o “New Left”), che nasce nel contesto neopositivista e della geografia economico-quantitativa, ma si distacca come presa di coscienza dei problemi economici e sociali della società contemporanea (metropoli e loro popolazione, ghetti, povertà, Terzo Mondo e neocolonialismo, discriminazioni di varia natura). Importanti sono D. Harvey, W. Bunge, R. Peet, R. Blaut David Harvey critica ad esempio l'approccio della Regional Science perché a suo parere mancano impegno sociale e politico. Infatti, secondo lo stesso Isard, i ricercatori di questa disciplina non dovevano diventare attivisti politici o pianificatori, ma dovevano stare seduti davanti ad un computer attorniati da assistenti. Le tappe del suo percorso geografico O Explanation in Geography, 1969 - opera simbolo per metodologia e filosofia della Geografia quantitativa O Social Justice and the city, 1973 - «il geografo non può rimanere obiettivo di fronte alla povertà urbana e alle malattie che le sono associate.» Prospettiva marxista: «Il capitalismo annienta lo spazio per garantire la propria riproduzione» O La crisi della modernità, 1989 - volume con oltre 30.000 citazioni - avvicinamento/introduzione al post-modernismo e alla Geografia Postmoderna. cambio dei rapporti sociali ed economici: nuovi forme e spazi nella società attuale; critica allo schematismo metodologico e al conservatorismo sociale e politico del neopositivismo O Justice, Nature and the Geography of difference, 1996 - avvicinamento ai temi della giustizia ambientale In questo nuovo clima culturale, sociale, politico, si sviluppa un nuovo grande filone, che prende in carico la dimensione soggettiva in geografia, con profondo rivolgimento teorico-metodologico: individua nuovi problemi scientifici, e dunque nuovi paradigmi disciplinari e di ricerca (idea che non può esistere una vera e propria lettura oggettiva dello spazio): • da nuovi interessi nascono nuovi fini conoscitivi, e dunque • nuovi strumenti d'indagine, che richiedono nuove fonti Si tratta del filone cognitivista / filone umanista Problema centrale la conoscenza che si vuole "obiettiva" dell'ambiente (naturale e costruito) e dei rapporti che con esso intrattiene l'uomo (individuo/collettività): risposte diverse fra loro 30 Lo spirito gregario del viaggiatore Solitamente si tende a visitare le mete già visitate da altri, riportandone per altro, delle sensazioni simili Effetti paradossali: il paesaggio dimezzato delle Alpi. Nessuno lo descrive nella sua pienezza. C'è chi coglie solo l'opera dell'uomo, chi solo la bellezza della montagna, praticamente nessuno l'ingegnosità e la fatica dei lavori agricoli. Lezione 9, 19 ottobre La contestazione alla Geografia quantitativa. Il contesto politico e sociale degli anni '60 La geografia radicale o New Left statunitense La geografia sociale e marxista europea; le opere e la figura di Yves Lacoste La figura e le opere di David Harvey e la Geografia post-moderna La Geografia cognitivista e la Geografia umanista. Riportare l'uomo e la soggettività al centro dell'azione di ricerca del Geografo Approfondimento: La Geografia odeporica: metodi e critica delle fonti I TERRAZZAMENTI: UN PAESAGGIO ANTROPIZZATO I terrazzamenti permettono l'impianto di colture in spazi dove ciò non era possibile o conveniente, trasformando in profondità i caratteri naturali dei versanti montani portando a un’artificializzazione dei caratteri morfologici originari e al mutamento del sistema idrografico superficiale. Il ruolo dei terrazzamenti ● Rendono più stabili i terreni ● Garantiscono una migliore gestione delle acque Le caratteristiche di eccellenza dei terrazzamenti valtellinesi ● Espansione areale ● Continuità territoriale ● Estensione altimetrica ● Intensità costruttiva ● Antichità cronologica ● Durata temporale ● Pendenza dei versanti Perché in Valtellina? La Valle offre un ambiente climaticamente favorevole alla coltura della vite, ma morfologicamente ostile alla coltivazione: all'asprezza delle forme si è dunque rimediato, nel corso dei secoli, con la realizzazione di ciclopici sistemi di terrazzamento artificiale. Il ruolo dei viaggiatori stranieri per la scoperta e la valorizzazione del paesaggio valtellinese Infine mi attaccai al rosso vino di Valtellina: al primo bicchiere aveva un sapore aspro ed eccitante, poi mi velava il pensiero fino a un sogno continuo, e allora incominciavo a far magie, a creare, a poetare. Vedevo intorno a me, sotto luci deliziose, tutti i paesaggi che mi erano piaciuti, e io stesso vi camminavo cantando e sognando, e dentro sentivo scorrermi una vita calda e superiore, Terminava infine con una tristezza piacevolissima, e mi pareva di sentire canzoni popolari accompagnate da violini, e di conoscere qualche grande felicità accanto alla quale ero passato senza afferrarla. (Hermann Hesse, Peter Camenzind, traduzione di Ervino Pocar, edizione italiana, 1980). Il primo accenno ai terrazzamenti Johannes Guler von Weineck, nel volume Raetia (1616), fa esplicito riferimento alla grande estensione della vite su entrambi i lati della valle, ma pure alle dure e ingegnose modalità di coltivazione della vite allora in uso sugli impervi versanti vallivi: "Il lato a destra dell'Adda, in quanto più soleggiato, è molto più produttivo e ricco di viti del sinistro"; Ma sono presenti cospicui ostacoli alla coltivazione, legati alla morfologia; ma a ciò si rimedia così: "SI appoggiano i tralci su legno e sulla roccia; c'è qualche luogo, che di per sé non produrrebbe nulla, poiché non è che pietra e dirupi, e parecchi la considerano sterile per la piantagione di ogni cosa e inutile e non dissodabile. Ma si porta la terra fra le pietre così che i tralci, là dove si vogliono piantare, possano mettervi radice: ed essi sono coltivati bene sulle grosse pietre e sui dirupi, così che formano belli e piacevoli vigneti: non solo sono belli da vedere, ma risultano anche molto fruttuosi e utili" Il clima italiano nelle relazioni di viaggio. Informazioni sul clima sono frequentissime nei resoconti di viaggio, anche se nulla ne garantisce la conformità alla realtà effettiva: non solo se esse corrispondano agli andamenti medi, normali, propri del clima di una regione o di un'epoca, ma anche a quello del momento specifico e della località precisa. 31 Il clima è oggetto primario di processi di formazione dello stereotipo nella letteratura di viaggio, sia come generalizzazione indebita dei caratteri climatici di una regione, di un paese, di un'area geografica, che come narrazione di particolari situazioni meteorologiche ritenute tipiche dei luoghi visitati oppure di specifici eventi climatici divenuti tópoi letterari nelle relazioni odeporiche. Considerazioni valide non solo per l’"uomo" oggetto dello studio, ma anche per lo studioso, a sua volta "uomo" portatore di propria sensibilità per i luoghi e i soggetti umani studiati Immersione nella realtà, e non da essa distaccato perché portatore di "oggettività scientifica": necessità di conoscere e chiarire questo rapporto di empatia o repulsione per migliorare la conoscenza reale dei luoghi e dei rapporti con essi intrattenuti Y.-F. Tuan, D. Ley, M.S. Samuel, L. Guelke, A. Buttimer, E. Relph, La situazione attuale della geografia internazionale è in continuo movimento -Nella prassi della ricerca e nella teoria è acquisito il dualismo fra geografia fisica e la geografia umana nelle sue diverse branche -Tuttavia, proprio gli sviluppi più recenti della cultura contemporanea mettono in discussione questa prassi: la nuova sensibilità ecologica richiama i rapporti fra "uomo" e ambiente, ma in maniera rovesciata rispetto all'antropogeografia: "uomo" elemento attivo (anzi distruttivo) in questo rapporto -Le correnti soggettiviste portano l'ambiente nella propria sfera conoscitiva tramite la conoscenza che ne ha il soggetto analizzato -Resta aperto Il problema della conoscenza "oggettiva" dell'ambiente in sé, e dei rapporti "uomo" (collettività)/ambiente -Torna a porsi il problema di una scienza che consideri insieme uomo e natura, unitaria e non scindibile in scienze naturali e scienze umane, perché è lo stesso oggetto di ricerca (la realtà, la Terra) che è Inscindibile 5 grandi sessioni in cui si divide la geografia: • Elementi, animali, piante: mobilità dei costituenti, delle forze e degli organismi. La mobilità non è solo umana. La mobilità anzi è prima di tutto della “natura”: riguarda i moti del pianeta, in relazione anche al sole e alla luna, che si riverberano nei movimenti dell’atmosfera e dell’idrosfera (venti, correnti marine, maree…) • Oggetti, merci, beni: l’impronta materiale del movimento nello spazio; Oggetti, merci e beni non sono solo commodities al centro delle ricerche di geografia economica: la loro produzione e il loro movimento innervano e costruiscono gli spazi, condizionandoli dal punto di vista sociale, culturale, politico. Il nodo invita a riflettere sul ruolo complesso e profondo che le “cose” assumono, nella loro natura di beni mobili, nel plasmare e trasformare assetti regionali, aree urbane, paesaggi, identità • Soggetti, gruppi, persone: pratiche, spazi e dinamiche delle mobilità umane. Il rapporto tra geografia e mobilità umana trova nelle relazioni tra soggetti, gruppi e persone il suo punto di riferimento più immediato. Parlare di mobilità umana significa infatti ragionare sulle diverse scale temporali e sulle relazioni che intercorrono tra la geografia • Idee, testi, rappresentazioni: pensare, raccontare, immaginare il movimento. La mobilità interroga profondamente i nessi tra fatti e rappresentazioni, materialità e immaterialità, movimento e stasi, mettendo in dubbio le dicotomie in favore di una visione fluida e dinamica, ma anche instabile e transitoria dell’esperienza • Strumenti, tecnologie, dati: GIS, luoghi, sensori, attori. Le Tecnologie dell’Informazione Geografica, insieme alla Digital Earth, amplificano il ruolo chiave della cartografia digitale nell’analisi spaziale, rappresentazione e geovisualizzazione dei cambiamenti territoriali, dei flussi di beni, persone, informazione 32 I 7,4 miliardi di persone (2016) che abitano il mondo sono distribuiti in maniera molto disomogenea sulla sua superficie. Quando i geografi vogliono studiare la pressione esercitata da una certa popolazione sul territorio, calcolano la sua densità, che può essere aritmetica, se si considera il semplice rapporto tra la superficie di un'area e il numero dei suoi abitanti, oppure fisiologica, quando lo stesso rapporto viene calcolato considerando solo le terre produttive (rapporto tra la superficie agricola produttiva di un determinato territorio e il numero dei suoi abitanti) https://www.populationpyramid.net/ https://mobile.population.io/ La popolazione si divide in attiva: in età da lavoro ma non addetti al lavoro, e non attiva: chi non può lavorare perché ha raggiunto un’età non ancora per il lavoro o non può più lavorare (età di uscita del mondo del lavoro, età pensionabile): si tratta della popolazione di età inferiore ai 15 anni o superiore ai 65, composta da persone che vengono definite dipendenti, in quanto la maggior parte di esse, non essendo in età lavorativa, non è in grado di procurarsi i mezzi di sussistenza. L’indice di dipendenza permette di fare previsioni sui cambiamenti ai quali la società di un paese andrà incontro nel futuro, in base alla sua evoluzione demografica. Indica il rapporto tra la popolazione non attiva (0-14 e oltre i 64) e la popolazione attiva (15-64), quindi lavorativa. L’Italia è un paese con un grande numero di anziani: c’è un forte squilibrio tra fascia della popolazione anziana e attiva. Abbiamo bisogno quindi di aumentare la natalità, anche se ciò è in contrasto con l’esplodere della popolazione globale La fertilità (o fecondità), che in senso generale indica la possibilità di avere dei figli, fa riferimento al numero di nascite all'interno di una determinata popolazione (natalità). I principali cambiamenti nella demografia di molte popolazioni, infatti, sono dovuti proprio al numero di nascite (natalità) e di morti (mortalità), entrambi condizionati da fattori biologici, sociali, economici, politici e culturali. I demografi misurano la fertilità principalmente utilizzando due indicatori: tasso di natalità: numero annuo di nati vivi ogni mille abitanti È il più diffuso, ma anche più generico, descrive le tendenze delle nascite all'interno di una società nel suo complesso, calcolando il rapporto tra il numero delle nascite e la popolazione media in un certo periodo, senza tenere conto delle diverse fasce di età al suo interno. Per misurare questo indice bisogna escludere le donne non più fertili (oltre i 50 anni) e le ragazzine Il tasso di natalità consente di valutare le dimensioni dei nuclei familiari e di effettuare delle previsioni sulle tendenze numeriche della popolazione. Quando questo tasso ha un valore di 2,1, si dice che una popolazione ha raggiunto il livello di sostituzione delle generazioni, quello necessario per consentire ad una popolazione di riprodursi senza diminuire di numero tasso di fecondità: numero medio annuo dei nati vivi per donna in età feconda (tra i 15 e 50 anni) N.B. tasso di mortalità infantile, ovvero il numero di nati, ogni mille, che muoiono prima di compiere un anno di età Accanto alla fertilità, uno dei principali fattori che influenzano le dinamiche demografiche è la mortalità, calcolata con il tasso di mortalità: rapporto tra il numero delle morti in una certa popolazione in un dato periodo di tempo (di solito un anno) e l'ammontare medio della popolazione nello stesso periodo. Anche la mortalità, come la fecondità, ha una grande variabilità geografica che dipende da diversi fattori: -disastri naturali -epidemie (peste, colera, malaria, ecc.) -guerre e guerre locali: presenti tutt’ora in molti paesi soprattutto nel sud del mondo) -sistemi sanitari: in particolare nei paesi più poveri spesso non sono disponibili medici, ospedali, vaccinazioni o medicine che potrebbero prevenire o guarire molte malattie) È importante ricordare che i tassi di mortalità non sono indicatori della qualità della vita o della salute della popolazione di un paese IL MODELLO DELLA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA Il modello della transizione demografica è il frutto di numerosi studi sulle dinamiche demografiche in Europa. A grandi linee, esso mette in relazione i cambiamenti nel tasso di crescita naturale della popolazione con i cambiamenti sociali derivati dai 35 Oppure FORZATE, allorché in presenza di guerre, persecuzioni politiche e religiose, dittature o catastrofi naturali, alcune persone sono costrette a lasciare le loro dimore (non hanno voce in capitolo relativamente alla destinazione, ai tempi della migrazione o a qualunque sua altra caratteristica) • Per quanto riguarda le cause delle migrazioni, si può fare riferimento ai fattori di repulsione dal paese di origine e a quelli di attrazione da parte del paese di destinazione • Fra le motivazioni di tipo espulsivo possono rientrare quelle naturali (come inondazioni, terremoti, eruzioni vulcaniche ecc.) oppure quelle sociali, economiche, politiche, culturali. Particolare peso possono avere i conflitti etnici, le incompatibilità religiose e quelle politiche. Tuttavia, benché la loro rilevanza sia provata, i fattori di espulsione non sono sufficienti a spiegare il fenomeno, la decisione di migrare viene infatti assunta solo da una ristretta minoranza della popolazione da essi interessata, e a tale decisione concorrono anche altre cause, quali la pressione a emigrare da parte dell'ambiente familiare e comunitario (che opera una sorta d'investimento sul migrante, attendendosene un qualche «ritorno») o, alternativamente, il desiderio di recidere i legami con quello stesso ambiente. La rivoluzione intervenuta nel campo delle comunicazioni non solo ha reso relativamente più facile emigrare, perfino in un paese molto lontano, ma ha anche consentito il mantenimento di legami continuativi con la comunità d'origine e tra connazionali emigrati in paesi diversi (l'esempio più noto è quello della diaspora cinese), cui si deve la nascita di attività commerciali transnazionali. Per spiegare le migrazioni occorre dunque mettere a fuoco il complesso delle relazioni che si sono storicamente sedimentate tra un contesto d'origine o uno d'approdo, che a loro volta spingono a emigrare i soggetti portatori di una specifica combinazione di tratti anagrafici e di personalità Importanza delle reti sociali, sia in termini di legami personali, che di trasmissione delle informazioni Tra i fattori che possono orientare o facilitare le migrazioni si possono annoverare le relazioni parentali o di amicizia, che favoriscono l'instaurarsi della catena migratoria. Le scelte individuali vengono fatte sulla base della conoscenza che il soggetto ha delle possibilità di vita all'estero raffrontate con quelle del paese di origine. Una causa preponderante delle migrazioni è nelle differenze di sviluppo fra le aree di origine e quelle di destinazione →catena migratoria: congiunge una comunità locale, o una rete di famiglie nel paese d'origina ad un'altra comunità, o rete familiare in quello d'arrivo - fornisce reti di relazioni nel paese d'arrivo - ai fini dell'intensificazione dei flussi, conta più l’esistenza della catena (aspetto costitutivo) che il tipo di informazioni che da essa giungono al paese di partenza (aspetto informativo) La scelta di emigrare spesso è molto più complessa di una semplice valutazione dei pro e dei contro e coinvolge le percezioni e le emozioni di ognuno, oltre a una serie di informazioni che non sempre sono precise o complete 2. Per quanto tempo ci si sposta? Le migrazioni possono essere TEMPORANEE o DEFINITIVE • Un caso particolare di migrazione temporanea è costituito dalla migrazione stagionale, che interessa quei lavoratori che si recano all'estero solo in concomitanza di certe attività svolte in particolari periodi dell'anno (turismo, edilizia, raccolto agricole). • Le migrazioni pendolari riguardano, invece, quei lavoratori che trovano impiego in località diversa da quella di residenza e vi si recano giornalmente: dove tale spostamento comporti il superamento di confini nazionali, si hanno le cosiddette migrazioni frontaliere. • Un tipo intermedio è costituito dalle migrazioni ricorrenti, quando gli spostamenti hanno piuttosto un carattere ciclico: a periodi di soggiorno all'estero fanno seguito periodi di rientro in patria. alpeggio→ esercizio del pascolo del bestiame in montagna, da quote di circa m 1000 sino a m 2300-2500. Si effettua da fine maggio a metà settembre. É una pratica molto antica (era esercitata dai Reti), che rispondo a necessità economiche e tecniche a un tempo, sia perché permetto di sfruttare la produzione foraggera di alta montagna, inutilizzabile in altro modo, sia perché irrobustisce gi animali. L'alpeggio interessa la regione alpina, ma viene praticato largamente anche in vaste zone degli Appennini e sui pascoli del Pirenei e del Carpazi 3. In quanti ci si sposta? Migrazioni per INFILTRAZIONE (singoli individui o piccoli gruppi famigliari) o di MASSA quando sono interi popoli a spostarsi (volontariamente o meno) 36 Storicamente, le migrazioni avevano piuttosto il carattere di gruppo, mentre quelle più recenti sono prevalentemente di tipo individuale. Con riferimento al numero degli individui oggetto degli spostamenti, si può distinguere la migrazione individuale da quella familiare, da quella per gruppi etnici e per esodi. • In una prima fase, le migrazioni hanno generalmente carattere individuale e interessano soggetti celibi, giovani, più intraprendenti e predisposti a sopportare i disagi di una vita quale si prospetta in un paese differente dal proprio • Non rari, tuttavia, sono i casi di spostamenti di interi gruppi familiari. Questi primi migranti possono attivare una catena migratoria: un complesso di legami personali e familiari che agisce da richiamo di nuovi migranti con la stessa provenienza • Le migrazioni per gruppi si caratterizzano per la solidarietà etnica che ne è il presupposto: si tratta di più individui, legati da vincoli di parentela o di amicizia, che decidono lo spostamento simultaneo. • Si parla di esodi quando le migrazioni interessano buona parte di una popolazione e sono determinate da fattori ambientali (calamità naturali) o da gravissime quanto eccezionali circostanze (repulsioni di carattere politico o religioso) rifugiato: persona che nel giustificato timore d'essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato profugo: persona costretta ad abbandonare il proprio Paese in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, per cercare protezione in una zona più sicura del suo Stato di appartenenza o per cercare asilo in uno Stato diverso da quello d'origine richiedente asilo: è la persona che fuori dal proprio paese d'origine, presenta in un altro Stato domanda per il riconoscimento della protezione internazionale; questo rimane tale, finché le autorità competenti non decidono in merito alla stessa domanda di protezione migrante ambientale: persona che è stata costretta a lasciare il proprio habitat tradizionale temporaneamente o permanentemente causa di un'interruzione ambientale (naturale e/o causata dall’uomo) che ha messo in pericolo la sua esistenza e/o gravemente influito sulla qualità della sua vita (es rifugiati dell’Aquila) migrante economico: colui/colei che lascia il proprio Paese d'origine per ragioni puramente economiche non collegate alla definizione di rifugiato/a, o al fine di migliorare i propri mezzi di sostentamento ricongiungimento familiare: diritto del cittadino straniero che vive in uno stato di richiedere l’ingresso dei familiari che risiedono all’estero, al fine di ristabilire in modo continuativo l’unità della propria famiglia seconda generazione: persone figli/glie dei migranti Quanti sono i migranti e dove vanno? • Secondo le Nazioni Unite, il numero dei migranti internazionali (cioè delle persone trasferite temporaneamente o definitivamente in un paese diverso dal proprio), che era di 75.000.000 nel 1965, di 105.000.000 nel 1985, è salito a ben 191.000.000 nel 2005 • La percentuale di stranieri sul totale della popolazione è cresciuta in quasi tutti i paesi a sviluppo avanzato. A tale aumento hanno concorso anche processi di natura politica, dalla fine della guerra fredda alla moltiplicazione delle situazioni di tensione e di conflitto armato che hanno alimentato il fenomeno delle migrazioni forzate. Tra i migranti forzati vanno annoverati i rifugiati politici: oltre 9.000.000 nel 2005 • Le cifre più consistenti di rifugiati si registrano nel Vicino e Medio Oriente e in Africa: seguono l’Europa, l'Asia meridionale, l'America, l'Asia orientale e i paesi del Pacifico. Il numero di coloro che hanno trovato rifugio in un paese straniero per ragioni di protezione umanitaria sarebbe assai più elevato se non fossero intervenute, negli ultimi decenni, vaste operazioni di rimpatrio e se i criteri d'ammissione fossero stati meno restrittivi Se si considerano i valori assoluti, gli Stati Uniti rappresentano di gran lunga la principale destinazione dei flussi migratori, con circa 30.000.000 di residenti nati all'estero. L'india, il Pakistan, la Francia, la Germania, il Canada, l’Arabia Saudita, l'Australia, la Gran Bretagna e l’Iran, insieme con gi Stat Uniti arrivano a totalizzare oltre la metà di tutti migranti internazionali I dati non sono pienamente paragonabili, sia per le modalità con cui sono raccolti dai vari istituti statistici nazionali sia per le differenze in fatto di politiche migratorie che determinano anche differenze numeriche 37 Gli stati che prevedono il cosiddetto ius soli (ossia danno la cittadinanza a chi nasco sul suolo del proprio territorio nazionale) tendono ad avere numeri minori rispetto a chi ha leggi sulla cittadinanza più severe. É per questo ad esempio che la Francia ha un'incidenza della popolazione straniera più bassa della nostra (6.6%), visto che molti figli di immigrati hanno la cittadinanza francese e dunque non finiscono in queste statistiche Oltre ai paesi presenti in tabella, ce ne sono antri che hanno percentuali altissime di stranieri residenti, come Lussemburgo (46, 795) e Cipro (16.5%) e, fuori dall’Unione Europea, la Svizzera (24 618), dovuto tuttavia anche alla presenza di residenze fittizie dove è più difficile scorporare gli immigrati realmente residenti INCHIESTA La maggior parte del Sud del mondo deve affrontare la questione dei cosiddetti cervelli in fuga, talenti, ma spesso sono soltanto dei giovani laureati o studenti che preferiscono tentare la loro fortuna e la loro carriera nel mercato globale, fuori dai confini. Si tratta dell’emigrazione verso l’estero delle persone più istruite e preparate (es. insegnanti, ingegneri, medici), che vanno in cerca di luoghi dove possono ottenere guadagni superiori e una migliore qualità della vita. Parliamo dell’Italia. Nel 2015 sono stati 23 mila, con un aumento del 15 per cento rispetto all'anno prima. Rispetto a tutte le emigrazioni precedenti dalla fine dell’Ottocento in poi, questa è la prima migrazione di giovani che partono con il diploma in tasca. Questa diaspora è un fenomeno che aumenta proprio mentre gli spostamenti all'interno del nostro Paese sono in diminuzione costante. Nelle precedenti emigrazioni chi partiva erano gli scarsamente acculturati e preparati che non trovavano più lavoro in Italia, ora parte la meglio gioventù, un capitale umano molto elevato. Si tratta di un vero e proprio impoverimento del nostro Paese che esporta medici, ingegneri. Vanno soprattutto in Europa, Regno Unito e Germania, sono state le due mete preferite degli emigrati, seguite da Svizzera e Francia. Partono in tanti dalla Sicilia ma tantissimi anche da Lombardia, Veneto e Trentino. È la prima volta che partono soprattutto figli unici. In passato le famiglie non si disgregavano o perché finivano per partire tutti o perché c'era sempre uno o due figli o figlie che restava indietro. Oggi questo fenomeno porrà delle sfide al welfare: la popolazione sarà mediamente più vecchia di quel che ci si aspettava e sarà più sola per quel fenomeno che si definisce già il "care drain". Oggi gli emigrati italiani sono tanti quanti erano nell'immediato dopoguerra. In numero, oltre 250.000 l'anno: ricorsi della storia Lezione 11, 26 ottobre Il processo di popolamento del pianeta da parte dell'Homo Sapiens L'epoca di colonizzazione di ciascun continente Le caratteristiche somatiche dei gruppi umani e l'esistenza di una sola razza umana Visione dell'albero genealogico del genere Homo Visione della ricerca di Hellenthal et al, A genetic atlas of human admixture history, Science 14 febbraio 2014, Vol 343, Issue 6172 pp. 747-751 disponibile al seguente indirizzo https://www.science.org/doi/10.1126/science.1243518 e del sito: http://admixturemap.paintmychromosomes.com/ La classificazione dei movimenti migratori: movente, durata, entità La catena migratoria Le diverse tipologie di migrante: migranti legali, illegali, clandestini, rifugiati, richiedenti asilo, profughi, migranti ambientali, migranti economici, seconde generazioni, ricongiungimenti famigliari Le principali regioni di partenza e di destinazione delle migrazioni internazionali Le migrazioni con direzione sud-nord e sud-sud Breve sintesi della storia migratoria degli italiani. Visione del sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Emigrazione_italiana 40 Un esempio di megalopoli può essere l’aggregato della costa della California del Sud che va da Los Angeles a Tijuana in Messico; una mega-città è Londra. Spostandoci all’Italia (e con le dovute proporzioni), una megalopoli potrebbe essere l’insieme Milano-Torino, una mega-città l’area metropolitana di Roma DOVE COLLOCARE GLI INSEDIAMENTI: la geografia studia la generazione delle città Si parla di sito e posizione geografica: • sito: si intende la collocazione topografica della città, l'ambito ristretto e preciso in cui essa sorge • posizione: fa riferimento ad un contesto assai più ampio, in cui hanno peso soprattutto le comunicazioni e, in generale, le condizioni geografiche in rapporto alle attività e alle funzioni urbane →Il sito di Milano alla (quasi) confluenza di tre fiumi: Olona, Seveso e Lambro →La posizione geografica di Milano: al confine tra alta e bassa pianura, punto nodale di collegamento tra l'area Alpina, la via Emilia e i porti sul Tirreno e sull'Adriatico Lezione 12, 28 ottobre La Geografia urbana: il concetto di città e la sua evoluzione nel tempo. Dalla città circoscritta dalle mura alle aree metropolitane vaste. Megacittà e megalopoli. I concetti di sito e posizione geografica. La pianificazione urbana e le new towns britanniche. Visione del video di promozione delle New Towns britanniche disponibile al seguente link: https://en.wikipedia.org/wiki/File:New_Town_COI.ogv Le città sono costruzioni alternative artificiali che però sono inserite in uno specifico contesto ambientale locale (il sito della città) con cui intrattengono sin dall’origine certe relazioni, capaci di condizionare le relazioni e la vita di tutti i giorni. Gli elementi naturali e artificiali della città collaborano alla formazione del paesaggio urbano che incide sui comportamenti umani e quindi sui modi di costruire e trasformare le città. Per sito di una città si intende il luogo geografico in cui la città si è sviluppata, in cui sorge il centro urbano, con le sue caratteristiche fisiche (naturali) e storiche (origine dell’insediamento e con il suo successivo sviluppo) Scegliere il sito: la scelta del sito sembra oscillare tra due condizioni fondamentali: • le possibilità difensive (dagli attacchi e dalle malattie) • la facilità dei contatti con l'esterno sito difensivo: es. Siena o Orvieto, che ha costruito le mura sopra i contrafforti montani (la scelta di stare in collina ora non è più così funzionale): è il più caratteristico tra quelli preferiti nei secoli passati a causa della generale insicurezza. La difesa più immediata e spontanea è offerta dal sito d'altura Dopo il rilievo, il secondo elemento utile alla difesa è l'acqua. Le città insulari risultano protette da tutti i lati (Ile de Citè). Per le città su penisole o promontori, la difesa é completata talvolta mediante l'erezione di mura e il taglio di un canale lungo il lato di contatto con la terraferma (isola di Ortigia, antico sito di Siracusa) Entro un'ansa fluviale la città risulta protetta da più lati (Verona, costruita su di un’ansa dell’adige). Ben protetto è pure il cuneo formato tra due fiumi confluenti (confluenza di due fiumi: Lione costruita alla confluenza della Saona nel Rodano) posizione crocevia: nel punto di incrocio o di convergenza delle linee di traffico, dove risultano favorite sia la funzione commerciale che la preminenza politico-amministrativa. Incrocio di strade, ferrovie, vie d'acqua, etc. confluenza di tra più valli: es. Torino città-ponte: es. Saint Louis, Stati Uniti (dove si può attraversare il fiume per esempio perché più stretto e valicabile) città sulla foce, dove possono usufruire sia della posizione fluviale (come trasporto interno al paese) sia di quella marittima (sbocco sul mare): es. Hamburg posizione marittima: essere su porti naturali: es. Napoli, che ha due porti naturali per due funzioni completamente diverse 41 LE PIANTE DELLE CITTÁ: spesso la pinta racconta una porzione della storia di una città La morfologia urbana, cioè la forma fisica della città, è rivelata in prima approssimazione dalla sua planimetria che mostra la distribuzione degli spazi costruiti e di quelli liberi, questi ultimi a loro volta divisi in pubblici (vie, piazze, parchi, stazioni, ecc) e privati (cortili, giardini, ecc): il tutto in relazione ai lineamenti del sito (rilievo, corsi d’acqua, linee costiere) e a loro eventuali trasformazioni storiche (bastioni, canali, ecc) • pianta a scacchiera: cardo e decumano della Milano romana, la Napoli greco-romana, la pianta di Torino e Aosta, rimasta ancora oggi. Tipica delle città di origine romana (o di nuova fondazione da parte dei colonizzatori europei); è la tipologia più semplice e diffusa al mondo Durante l’epoca della colonizzazione è stata portata anche nel Nuovo Mondo Per ovviare il problema del traffico, si crea una strada obliqua, es. pianta a diagonale di Barcellona • pianta a raggiera o radiocentrica: Palmanova in provincia di Udine. Tipica del periodo medievale e delle città protette dalle mura. Ci si difende costruendo grandi mura, da cui si aprono delle porte: facendo ciò si costruiscono viali che portano verso il centro (strade che si diramano in varie direzioni a partire da un nucleo abitato centrale). Se tutte le strade portano verso il centro, ciò porta a congestionare l’area centrale, e ciò diventa poco funzionale Molto più funzionale è quella a scacchiera, poiché permette di muoversi sulle stesse direttrici con molte strade alternative, non mi costringono tutte ad andare verso il centro per spostarmi in altri quadranti della città Oltre a queste di tipologie importanti, ce ne è una terza, la pianta lineare. Ma le tre tipologie di pianta non sono uniche e reciprocamente esclusive. Anzi, la maggior parte delle città presenta una planimetria molto varia, dipendente da interventi diversi che si sono sovrapposti nel tempo. • pianta labirintiche: le città antiche spesso erano costruite con piante labirintiche, in cui non c’è un ordine vero e proprio (es. come quelle arabe, struttura con la medina perchè solo l’abitante del luogo poteva orientarsi in una struttura di quel tipo); costituisce inoltre anche una sorta di architettura bioclimatica: questa mappa di viuzze labirintiche è importante per difendersi dal forte vento laterale, per esempio nei porti, o nelle città ai margini del deserto per il non internamento della sabbia • pianta regolare poligonale: presente spesso nelle città «ideali». Città di Palmanova, ha una perfetta forma geometrica, pianificata dalla Repubblica di Venezia come una città fortezza, a forma di stella a nove punte, nata per difendersi dai cannoni che funzionavano con la polvere da sparo. Si tratta di una struttura tipica quindi di città militari, ma anche di città principesche, come avviene per Karlsruhe, costruita interamente attorno al palazzo reale • pianta ad ali di gabbiano (?): Brasilia, capitale del Brasile. Si tratta di una struttura molto funzionale, organizzata su un asse centrale, in cui vi erano i palazzi del potere e i vari ministeri e un’asse trasversale in cui erano organizzate le ambasciate e le parti residenziale (per evitare l’eccessiva congestione della città, più facile da gestire il trasporto cittadino) La maggior parte delle città europee si sono formate nel corso di secoli e dunque, in base alla pianta ed all'architettura, si potrebbe risalire a secoli e secoli di storia delle città: la planimetria ci racconta la loro storia urbanistica Testimoni di tale processo sono: • I nomi delle vie d'epoca medievale che prendono il nome dalle attività artigiane che vi venivano svolte • Quartieri, chiese, mura difensive, ospedali, viali nati per le parate reali, parchi e zone di ritrovo e ricreazione (gallerie ottocentesche), industrie, riqualificazione *Con i processi di suburbanizzazione, le città crescono senza che vi sia una reale pianificazione o senza che il processo sia sottoposto ad alcun controllo: ne derivano, soprattutto nei Paesi più poveri, immense baraccopoli ai confini periferici degli abitati più strutturati, mentre negli Stati più ricchi e sviluppati si parla di città diffusa, caratterizzata da una bassa densità di popolazione e dalla presenza di capannoni, allineamenti commerciali, villette unifamiliari, intervallati da spazi liberi destinati all'agricoltura o alla ricreazione. Lo spazio agricolo, insomma, si fonde sempre più con quello urbanizzato, rendendo persino difficile dare una definizione chiara di “città” 42 CITTÁ GLOBALE: global cities, hanno una portata dei servizi di livello internazionale, soprattutto dal punto di vista economico; sono centri principali del potere economico mondiale, in grado di esercitare un’influenza e un controllo sul resto del mondo (Londra e New York al vertice della gerarchia sociale delle città) Si tratta di città di grandi dimensioni, ma non necessariamente di mega-città, che sono diventate centri o nodi di comando, in grado di influenzare in maniera determinante i flussi di informazioni, beni e capitali che circolano in tutto il mondo. La nascita delle città globali può essere spiegata riferendosi in particolare a due fattori: la crescita delle imprese multinazionali, che hanno concentrato i propri quartieri generali in poche città, e l'importanza crescente di servizi professionali avanzati, come quelli legati alla finanza, alle assicurazioni, alla pubblicità o al settore legale, anch'esse concentrate in un numero limitato di centri. Le città globali, collegandosi tra loro a scala mondiale, formano una rete urbana globale, che ospita le funzioni più pregiate, prestigiose e di alto livello (es. borse valori di New York, Londra, ecc). La dimensione demografica non è di per sé decisiva, anche se tutte le città globali corrispondono ad agglomerati di parecchi milioni di abitanti. SMART CITIES L'espressione smart city si riferisce a città che mirano a realizzare, grazie all'impiego di tecnologie avanzate nel campo della comunicazione digitale (ICT), una serie di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica tra loro connessi in modo da migliorare l'efficienza e la qualità della vita (utilizza una raccolta di dati, di informazioni su ciò che avviene all’interno della città). Una smart city è un'area urbana che utilizza diversi tipi di sensori elettronici di raccolta dati per fornire informazioni utili a gestire in modo efficiente asset e risorse. Ciò include i dati raccolti da cittadini, dispositivi e risorse che vengono elaborati e analizzati per monitorare e gestire il traffico e i sistemi di trasporto, centrali elettriche, reti di approvvigionamento idrico, gestione dei rifiuti, forze dell'ordine, sistemi informativi, scuole, biblioteche, ospedali e altri servizi comuni Lezione 13, 2 novembre Esempi di siti e posizioni geografiche: siti difensivi in altura (Orvieto) o grazie alla presenza dell'acqua (Venezia, isola di Ortigia, Ile de la Cité, ansa di un fiume come nel caso dell'Adige a Verona); posizioni favorevoli ai commerci o agli scambi: città crocevia, città porti (Napoli, sulla foce di un fiume Amburgo, Londra), città ponte (Saint-Louis) Le piante della città. La pianta a scacchiera di origine greco-romana (successivamente utilizzata anche nell'epoca della colonizzazione per la fondazione di nuove città da parte degli europei negli altri continenti); piante radiocentriche (Milano); piante a struttura anarchica; città principesche (Karlsruhe); città create (Brasilia con pianta ad ali di gabbiano) La storia urbana di Milano: i resti di epoca romana; la città medievale; le trasformazioni della piazza del Duomo: abbattimento degli edifici per la creazione del sagrato, pedonalizzazione, costruzione della Galleria; i nuovi quartieri nati con l'industrializzazione; la riqualificazione urbana degli spazi industriali abbandonati; il nuovo skyline della città Le shrinking cities: il caso di Detroit Il concetto di città globale e analisi degli indicatori per la costruzione della classifica delle città Il concetto di smart city La città dei quindici minuti Lezione 14, Mercoledì 16 novembre 2022 GUGLIELMO SCARAMELLINI MANGIA COME PARLI! ALIMENTAZIONE E CUCINA ITALIANA. GEOGRAFIE E STORIE DI UN MITO GASTRONOMICO Pellegrino Artusi: personaggio fondamentale nella cultura della cucina italiana; egli è stato uno scrittore, gastronomo e critico letterario italiano. È conosciuto principalmente per essere stato l'autore del libro di ricette italiano più popolare di sempre: La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene. L'opera di Artusi è considerata importante anche per la diffusione della lingua italiana sul territorio nazionale "scritto in una lingua fluida, elegante e armoniosa, il libro del gastronomo romagnolo divenne familiare a generazioni di italiani, per cui fu una presenza preziosa e amica, uno straordinario esempio di opera dinamica e aperta, che cresce come raccolta comunitaria e condivisa, non solo con i domestici ma col pubblico che attivamente partecipa, suggerisce, critica. La Scienza diffonde nelle case degli italiani un modello di lingua fiorentina fresca e viva, ma insieme corretta e controllata, sensibile alla tradizione letteraria" In base a cosa possiamo individuare una cucina nazionale qualificabile in termini oggettivi? - Unità d’Italia: formazione di uno stato unitario, diffusione di leggi varie su tutto lo stato, leva militare obbligatoria, che permette un’alimentazione uguale per tutti - struttura di comunicazione, all’inizio ferroviaria, che comporta costi di trasporto bassi per gli alimenti, e permette che possa esistere un’alimentazione affrontabile in diverse parti del paese (anche se inizialmente accessibili a una piccola parte). Prima di allora le costrizioni, le tecniche, non permettevano i trasporti di prodotti freschi per esempio 45 indice di Gini: è una misura della disuguaglianza nella distribuzione del reddito curva di Lorentz: è una rappresentazione grafica della disuguaglianza nella distribuzione del reddito Cosa arriva sulle nostre tavole? I fotografi Peter Menzel e Frith D' Gaspare hanno fotografato famiglie di diversi paesi e regioni del mondo insieme ai prodotti che consumano in una settimana indicando quanto spendono per procurarseli. Le diverse realtà dimostrano quanto i paesi più ricchi spendono esageratamente con elementi non sempre necessari, mentre sul tavolo dei paesi più poveri, nonostante la minor quantità di prodotti, si nota la presenza di alimenti più sani LE TEORIE DELLO SVILUPPO 1)modello degli stadi di sviluppo di Rostow. Nel 1960, lo storico dell’economia Rostow propose un modello di sviluppo a cinque fasi, dette stadi dello sviluppo. Egli pensava che i paesi meno sviluppati fossero quelli fondati su economie agricole e che, con l’avvento dello sviluppo, la struttura dell’economia dovesse cambiare per lasciare spazio alle attività manifatturiere e ai servizi. fase 1: società tradizionale. L’economia è basata su un’agricoltura di sussistenza e baratto. Piccole strutture come le banche, per sostenere o rendere possibili gli investimenti fase 2: precondizione del decollo. Il passaggio da una società tradizionale a una moderna inizia quando si diffonde la fiducia nel valore del progresso economico. Emerge una classe imprenditoriale. L’agricoltura diventa più commerciale, crescono nuove industrie e la produttività comincia ad aumentare fase 3: decollo. Il punto di svolta di una società ad economia tradizionale ad una moderna, raggiunto attraverso alti tassi di investimento e l’adozione di nuove tecnologie. Le attività manifatturiere si espandono rapidamente e generano profitti considerevoli, alcuni dei quali sono utilizzati per finanziare nuove attività industriali fase 4: spinta verso la maturità. Una crescita economica sostenuta alimenta una continua industrializzazione ed urbanizzazione. L’economia si espande e si diversifica, fino ad includere diversi tipi di industrie e servizi fase 5: l’era dei consumi di massa. La fase più prospera. Livelli alti di produzione e di consumo derivanti da un settore dei servizi di dimensioni considerevoli Queste cinque fasi di sviluppo erano in grado di trasformare un paese con un sistema socio economico tradizionale o pre- moderno in un paese con una società ed una economia altamente moderne 46 Il modello di Rostow ha subito tre critiche principali: in primo luogo, la teoria presuppone che ogni paese cominci il processo di sviluppo dallo stesso punto di partenza (cioè non tiene effettivamente conto di differenze culturali, sociali ed economiche). Una seconda critica è che essa funziona a partire da una comprensione molto ristretta dello sviluppo, fondata su uno schema di crescita economica lineare. Infine, la terza critica è che il modello è fortemente eurocentrico nel modo in cui immagina che lo sviluppo porti a una società occidentale modernizzata e tecnologicamente avanzata. 2)teoria della dipendenza. Ai controversi stadi di sviluppo di Rostow sono state contrapposte diverse teorie di sviluppo alternative. Nasce in particolare una teoria economica sulla scia delle teorie marxiste negli anni 70: la teoria della dipendenza, in cui i teorici sostenevano che lo sviluppo potesse essere comprese meglio come processo relazionale piuttosto che come serie di fasi, e che questo processo fosse connesso al commercio internazionale. Lo studio del sistema di commercio internazionale rivelava l’esistenza di due tipi di stato: dominanti e dipendenti. I primi sono i paesi più ricchi - gli Stati industrializzati dell'Europa, il Nord America, il Giappone - che controllano l'innovazione tecnologica e le risorse economiche e hanno il potere di condizionare le politiche e le pratiche del commercio internazionale. Agli Stati dipendenti, rappresentati dai paesi del Sud globale, mancano invece sia queste risorse, sia questo potere, che si traduce in bassi livelli di sviluppo o in un vero sottosviluppo L'imperialismo giocò un ruolo cruciale in questo processo poiché contribuì a dar forma a un modello di relazioni internazionali costruito su un sistema di dominazione e dipendenza (quindi dipendenti e frenati anche dalle dipendenze coloniali). Ad esempio il Congo è uno dei pochi paesi colonizzati dal Belgio, da sempre sfruttato per il benessere dei belgi, e che ancora oggi ha rapporti stretti con l'ex potenza La teoria della dipendenza mette in luce l’eccessiva subordinazione economica dei paesi sottosviluppati ai paesi sviluppati, che non permette ai primi di creare le condizioni ideali per promuovere il proprio sviluppo 3)teoria del sistema-mondo: La teoria della dipendenza è stata ulteriormente superata da Wallenstein; A differenza dei primi teorici della dipendenza, che vedevano il sistema internazionale come la causa del sottosviluppo, Wallerstein argomentò che il sistema capitalista mondiale fosse la causa della dipendenza e del sottosviluppo. Non c'era un primo mondo o un terzo mondo nella visione di Wallerstein, quanto piuttosto un unico mondo connesso dal capitalismo (globalizzazione) Secondo questa teoria, il sistema del capitalismo fa sorgere una gerarchia tra aree forti e aree deboli: il suo sistema-mondo è formato da un centro (forte) e una periferia (debole), più distaccata dai meccanismi del capitalismo. Mentre il “centro” sviluppa la ricchezza attraverso l’industrializzazione, la “periferia” acquista importanza soltanto come luogo delle materie prime. In questo meccanismo di distribuzione ineguale, il mercato e le sue leggi diventa il mezzo con il quale il centro sfrutta a suo vantaggio la periferia Lezione 15, 18 novembre I principali indicatori economici: PIL, PIL pro capite, Indici di Povertà; ISU; Coefficiente di Gini. Presentazione delle classifiche mondiali e delle mappe di questi indicatori La distribuzione della ricchezza sul pianeta La crescita economica delle principali potenze economiche del globo negli ultimi 50 anni. Visione dei seguenti video tratti da youtube: Top 10 Country GDP Ranking History (1960-2017) - https://www.youtube.com/watch?v=wykaDgXoajc&list=PLgJL8sli73ghnJau3kdiBpni9ynemEU6T&index=3 Future Top 10 Country Projected GDP Ranking (2018-2100) - https://www.youtube.com/watch?v=T9l2yCH5wBk&list=PLgJL8sli73ghnJau3kdiBpni9ynemEU6T&index=4 Top 20 Country GDP (PPP) History & Projection (1800-2040) - https://www.youtube.com/watch?v=4-2nqd6- ZXg&list=PLgJL8sli73ghnJau3kdiBpni9ynemEU6T&index=5 Il Nord e il Sud economico del Mondo La crescita economica del Sud del Mondo La distribuzione delle materie prime Le grandi imprese multinazionali e il loro potere nell'economia globalizzata Misurare le disuguaglianze: alimentari, sanitarie, di genere. https://eige.europa.eu/gender-equality-index/2022 L'economica italiana alla prova della globalizzazione 47 La meteorologia ha origini molto antiche. Le sue fasi di sviluppo sono distinguibili in tre periodi: • Antico (sin da quando Aristotele inventò il termine) • I secoli XVIl e XVIII • Dal 1800 a oggi L'ACCADEMIA DEL CIMENTO L'Accademia del Cimento (1657) "inventa" la meteorologia scientifica, gettando le basi strumentali e il metodo rimasti validi a tutt'oggi. Le linee proposte dal Cimento razionalizzano strumenti e tecniche osservative e affrontano gli svariati problemi teorici connessi al loro funzionamento • con la rivoluzione galileiana del Seicento non viene salvato quasi nulla delle conoscenze classiche e medioevali FIRENZE XVII SECOLO Presso la corte Medicea di Firenze vengono realizzati il pluviometro, il termometro ad aria ed a alcool, il barometro, l'igrometro a condensazione e l'igrometro igroscopico GLI STRUMENTI ANTICHI termometro centigrado Termometro a “ranocchietta” o come lo definivano gli accademici del Cimento a botticino, contenente palline di vetro di diversa densità che erano immerse nell’acquarzente (alcool). Veniva impiegato come termometro clinico, legato al polso o al braccio del paziente con la testa della ranocchietta rivolta verso l’alto. Le variazioni della temperatura corporea venivano rilevate attraverso il movimento delle palline. Infatti l’aumento della temperatura provoca l’aumento del volume dell’acquarzente, che viene evidenziato dal movimento successivo delle palline (prima le meno dense, poi le più dense). Dato che il movimento delle palline era lentissimo, questo termometro veniva definito “infingardo” cioè pigro, lento. L’invenzione di questo tipo di termometro viene attribuita al Duca Ferdinando II de Medici termometro misurato su sei fiale, in cui le palline si muovevano su è giù per la temperatura dell’aria Termometro costituito da sei fiale, numerate da uno a sei, riunite a grappolo su una colonna poggiante su una base a disco. Le fiale contengono acquarzente, nel quale sono immerse alcune palline di vetro di diversa densità barometro su scala metrica: misura la pressione atmosferica anemometro: misura la velocità o la pressione del vento Un prototipo di anemometro. Strumento formato da una base circolare che sostiene un cavallino di bronzo. Sul cavallino è fissato un sostegno a Tisu cui sono imperniate verticalmente una banderuola per indicare la direzione del vento e, orizzontalmente, due coppie di alette che, ruotando, ne evidenziano la velocità. Si tratta di un oggetto decorativo più che di uno strumento scientifico psicometro: misura l’umidità dell’aria L'igrometro a condensazione fu probabilmente inventato dal Granduca Ferdinando il de' Medici. Il tronco di cono nella parte inferiore veniva rivestito internamente di vetro, cosi da essere reso impermeabile, e riempito "di neve o di ghiaccio minutissimamente tritato". L'umidità presente nell'aria, a contatto del vetro ghiacciato, condensava, provocando la formazione di gocce d'acqua che scendevano verso la punta del cono raccogliendosi nel sottostante bicchiere graduato. Maggiore era l'umidità atmosferica, più intenso risultava il fenomeno della condensazione. La quantità d'acqua raccolta nel bicchiere in un tempo dato ne forniva quindi una misura relativa LA PRIMA RETE OSSERVATIVA Nel 1654 nasce la prima rete osservativa a carattere europeo La rete medicea era costituita (1654) con strumenti omogenei, costruiti a Firenze e spediti inizialmente a: Pisa, Vallombrosa, Bologna, Milano e Parma In seguito si aggiunsero: Parigi, Osnabruck (Germania, Bassa Sassonia), Innsbruck e Varsavia La rete ha funziona regolarmente fino alla scomparsa dell'Accademia del Cimento nel 1667 L'influenza nello sviluppo successivo della meteorologia fu formidabile, restando la sua emulazione il sogno dei meteorologi per quasi due secoli IL XIX SECOLO - LO STUDIO DELLA DINAMICO DELL'ATMOSFERA 50 Un esempio di clima continentale: Mosca, in Russia. Temperatura media massima di gennaio: -6°C, Temperatura media massima di luglio: +24°C Andamento giornaliero della temperatura. Se si osserva la temperatura registrata da un termografo si nota un tipico andamento sinusoidale giornaliero caratterizzato da un valore minimo intorno all'alba e da un valore massimo circa due ore dopo il passaggio del Sole allo Zenith Quali fattori influenzano i valori della temperatura? •Insolazione •Latitudine •Altitudine •Presenza di bacini idrici •Conduzione termica della superficie •Vegetazione •Centri abitati 2) RADIAZIONE SOLARE→ in assenza di nubi, giunge quasi integralmente sulla superficie terrestre, dove in parte viene assorbita dal suolo, ed in parte viene riflessa nuovamente nello spazio La distribuzione dell'energia proveniente dal sole. Per gli strati più bassi dell'atmosfera, in particolare per i primi 300-800 metri, risulta importante soprattutto l'irraggiamento, ossia la capacità di qualsiasi corpo di emettere energia sotto forma di radiazioni nell'infrarosso Di giorno il suolo si riscalda prima dello strato di aria immediatamente sovrastante. L'aria a contatto con il suolo si riscalda e a sua volta trasmette calore, sempre per irraggiamento, anche agli strati superiori con un processo a catena che si attenua con l'altezza, sia per il progressivo allontanamento dalla fonte di calore, sia perché parte della radiazione viene assorbita dal vapore acqueo e dall'anidride carbonica La qualità del suolo. La natura del terreno incide sulla capacità di immagazzinare il calore ricevuto dalla radiazione solare. A parità di energia solare ricevuta, un terreno ricoperto di vegetazione si scalda meno rapidamente di un terreno roccioso eliofania: è la durata media del soleggiamento in una località o zona specifica. L'eliofania assoluta misura la durata effettiva dell'illuminazione solare diretta senza l'interposizione delle nuvole, in un dato periodo (giorno, mese, anno, ecc.). Si misura con l'unità di tempo, generalmente in ore Durante la notte si assiste a un raffreddamento più rapido dei suoli che durante il giorno hanno immagazzinato meno energia solare. Per es. nel deserto capita una grandissima escursione termica tra notte e giorno L'inerzia termica delle masse marine -Le terre si riscaldano e si raffreddano più velocemente delle distese acquee -Sulla terraferma il riscaldamento del suolo è limitato solo ai primi 10-20 cm di profondità -Le masse marine rilasciano durante l'inverno il calore accumulato durante l'estate -Le escursioni termiche sono ridotte sul bordo del mare e dei laghi Inversione termica. Quando il cielo è sereno il terreno irradia calore verso lo spazio e, se c'è una situazione di Alta Pressione con venti deboli o assenti e poco o nullo rimescolamento dell'aria, si forma uno strato di aria fredda che ristagna presso il terreno. Questo strato, essendo più pesante, rimane a livello del suolo e con la condensazione dell'umidità origina le temute nebbie di tipo Padano 3) VENTO→ movimento di masse d'aria atmosferica che avviene orizzontalmente, da una zona di alta pressione a una di bassa pressione. Se lo spostamento avviene verticalmente si parla di movimento convettivo o di corrente verticale Se l’atmosfera fosse statica, ferma, ogni variazione locale della temperatura sarebbe riconducibile a scambi di calore con il suolo. L’aria è in continuo movimento La distribuzione orizzontale della temperatura è indirettamente responsabile dello spostamento delle masse d’aria, poiché determina differenze di pressione fra le aree con temperatura maggiore di quelle con temperatura minore La differenza di pressione fra aree geografiche diverse determina lo spostamento delle masse d'aria, e quindi il vento, il quale trasferisce sul luogo di arrivo le condizioni meteorologiche associate alla particolare massa d'aria. Nelle medie latitudini, il valore medio annuo della pressione, al livello del mare, si aggira intorno ai 1.013 hPa; tuttavia la pressione locale può subire ampie oscillazioni diurne o stagionali intorno a tale valore. 51 I valori inferiori a 1.000 hPa sono associati a condizioni di tempo perturbato, mentre i valori superiori a 1.024 hPa sono accompagnati da tempo buono. alta pressione: bel tempo; bassa pressione: brutto tempo Per quanto riguarda la velocità media annua del vento, in Italia siamo sotto i tre metri di media di vento al giorno (questo perché siamo chiusi tra gli appennini e le alpi) Caratteristiche principali dei venti: -direzione -intensità o forza direzione e intensità del vento sono influenzate da: -forza deviatrice dovuta alla rotazione terrestre -irregolarità del suolo e dall’attrito (interno e al suolo) Tipi di vento più importanti: -costante: spira tutto l’anno nella medesima direzione e nel medesimo senso (alisei, venti polari, venti occidentali) -periodico: spira sempre nella stessa direzione, invertendo periodicamente il senso (monsoni, brezze) -dominante: in una delle date località è, in media, il più intenso e il più frequente -locali o regionali: venti privi di uno stretto legame con la circolazione generale atmosferica, ma tipici di territori più o meno limitati (la Breva e il Tivano del lago di Como, la bora dell’Adriatico) Gli Alisei sono venti regolari in direzione e costanti in intensità • Spirano nell'emisfero boreale da Nord-est verso sud-ovest e nell'emisfero australe da sud-est verso nord-ovest • Sono causati dalla differenza di pressione atmosferica, tra le fasce tropicali, dove è più alta, e la zona equatoriale, dove è più bassa, e vengono deviati verso ovest per effetto della rotazione terrestre II Tivano è un vento regolare: spira tutto l'anno nelle prime ore del mattino. Può raggiungere i 20 chilometri all'ora soffiando molto forte davanti a Lecco. È un vento benevolo proveniente dalla Valtellina, quando è totalmente assente indica l'avvicinarsi del brutto tempo. La Breva è un vento che proviene da sud, solitamente si alza quando cala il Tivano e può durare tutta la giornata 4) PRECIPITAZIONI ATMOSFERICHE→ con il termine precipitazioni si intendono tutti i fenomeni di trasferimento di acqua allo stato liquido o solido dall'atmosfera al suolo ovvero pioggia, neve, grandine, rugiada, brina, nebbia La radiazione solare riscalda l'aria al suolo e la carica di umidità. La risalita di queste masse d'aria verso le zone alte dell'atmosfera comporta un processo di raffreddamento fino alla condensazione. Si forma così una nube, costituita da microscopiche goccioline d'acqua. Le precipitazioni possono avvenire solo quando la forza peso risulterà maggiore della resistenza offerta dal moto ascendente che ha portato alla formazione della nube stessa e che tende a mantenere le goccioline in sospensione. Perché si formino pioggia e neve occorre tuttavia qualcosa che agglomeri le molecole d'acqua ovvero i cosiddetti nuclei di condensazione, sostanze fortemente igroscopiche che favoriscono la condensazione, come ad esempio minuscoli granelli di sabbia, polvere e i sali (cloruri) sospesi nell'aria. Le molecole iniziano ad aderire al granello e la goccia aumenta di dimensioni finché non diventa troppo pesante per rimanere sospesa in aria dalla spinta di galleggiamento precipitando così al suolo. Per assistere a una precipitazione il vapore acqueo deve raggiungere percentuali tali da raggiungere il grado di saturazione dell'aria • pioggia. Quando la condensazione delle molecole dell’acqua avviene ad una temperatura superiore agli 0°C si ha la pioggia • neve. La neve si forma quando le molecole d'acqua si condensano in presenza di temperature inferiori agli 0°C, formando dei piccoli cristalli di ghiaccio. I fiocchi di neve possono raggiungere dimensioni considerevoli quando, incontrando strati dell'atmosfera abbastanza umidi si sciolgono ai bordi unendosi l'uno con l'altro; di solito la loro dimensione è minuta quando l'aria negli strati attraversati è molto secca e gelida e, al suolo, le temperature sono inferiori a 0°C 52 • grandine. La grandine è un fenomeno tipicamente estivo. L'afa e le alte temperature al suolo favoriscono la rapida ascesa di correnti ascensionali che alimentano una cella temporalesca. Durante e dopo una grandinata la temperatura atmosferica cala sensibilmente a causa del risucchio di masse d'aria calda verso l'alto e della discesa di masse d'aria fredda verso il suolo Le gocce di pioggia spinte da forti correnti ascensionali verso l'alto in zone a temperature sottozero condensano fino a divenire cristalli di ghiaccio. Il nucleo di ghiaccio viene trasportato in su e in giù nella nube, dove si fonde con altri piccoli aggregati di ghiaccio e gocce d'acqua per poi ricongelarsi nuovamente e diventare sempre più grande intercettando altre gocce d'acqua. A ogni salita o discesa si forma così un nuovo strato di ghiaccio e il chicco aumenta di dimensioni • nebbia. Quando la condensazione delle molecole d'acqua presenti nelle masse d'aria avviene vicino al suolo si ha la nebbia • brina. Con una rapida diminuzione della temperatura, le molecole d'acqua passano direttamente allo stato solido su superfici a temperatura sottozero. La brina è costituita da piccoli cristalli di ghiaccio • rugiada. Nella stagione calda di notte, quando il suolo si raffredda più velocemente dell'aria, la condensazione delle molecole d'acqua forma la rugiada Regimi delle precipitazioni. Il regime pluviometrico è la ripartizione della pioggia tra le varie stagioni dell'anno o tra i singoli mesi Orografia delle precipitazioni. Pioggia, neve e grandine tendono a distribuirsi maggiormente sui versanti montuosi esposti alle correnti dove è favorita la risalita delle masse d'aria umide fino alla condensazione Le perturbazioni tendono a subire azioni di blocco (stau) nei versanti sopravvento; viceversa nei versanti sottovento i venti discendenti di caduta favoriscono il dissolvimento delle nubi con conseguente diminuzione delle precipitazioni ed effetto fohn effetto fohn. L'aria sale di quota sotto la spinta del vento: è un moto forzato e veloce che causa una rapida condensazione dell'umidità per effetto della repentina diminuzione della temperatura. Nel versante esposto al vento, si avranno delle precipitazioni di carattere intenso anche se non violente (effetto stau). L'aria che supera la sommità del monte, è praticamente priva del suo originario contenuto di umidità; ma si tratta di aria fredda che tende a precipitare verso valle. Perdendo quota tende a riscaldarsi: si comprime a causa della pressione atmosferica e aumenta la sua temperatura. A valle arriva una massa di aria calda che genera l'effetto foehn 5) PRESSIONE ATMOSFERICA→ L'atmosfera si estende fino a 150-200 chilometri di altitudine. La troposfera ha un limite superiore di circa 7 km ai poli, di 13 km nelle medie latitudini e di 18 km circa all'equatore Ogni porzione di atmosfera è sottoposta al peso degli strati immediatamente sovrastanti; viene dato il nome di pressione atmosferica al peso esercitato su una superficie unitaria, ad esempio 1 cm2, di una colonna d'aria che si estenda fino ai limiti dell'atmosfera La carta sinottica è una carta geografica di una regione sulla quale sono riportati i valori delle grandezze meteorologiche misurate in un dato istante (pressione, vento, umidità, visibilità, copertura del cielo, tipo di nubi, precipitazioni). I valori di pressione sono raffigurati come isobare, attraverso cui si identifica la presenza di cicloni e/o anticicloni. I valori di temperatura sono rappresentati tramite isoterme. Inoltre sulle carte sinottiche sono possono essere indicate le posizioni dei fronti. cicloni: il ciclone in meteorologia è una regione atmosferica in cui la pressione atmosferica è minore di quella delle regioni circostanti alla stessa altitudine Nell'emisfero boreale, nel ciclone l'aria è soggetta ad un sistema di venti circolanti in senso antiorario, mentre nell’emisfero australe in senso orario a causa del moto di rotazione terrestre, ovunque con una componente di moto convergente verso il centro orientamento dei sistemi montuosi è fondamentale: la maggior parte delle montagne dell’Italia hanno andamento orizzontale. Sono orientate nel senso della longitudine, e quasi tutti i venti freddi, soffiando da nord, incontrano ostacoli. Negli USA è molto più facile si formino cicloni perché le montagne sono orientate nel senso della latitudine. America settentrionale: negli Stati Uniti le maggiori catene montuose hanno andamento verticale, impediscono l’ingresso di aria umida oceanica verso l'interno del continente, ma non formano alcuna barriera all'ingresso dell'aria fredda da Nord e di quella calda da Sud, generando escursioni termiche stagionali molto ampie 55 La rapidità dell’aumento della CO2 “Per 160 mila anni, fino al 1800, la concentrazione di anidride carbonica ha conosciuto oscillazioni comprese tra l’1 e il 3 per cento. Da allora è aumentata del 33% raggiungendo una concentrazione di 373 parti per milione alla fine del 2002, un livello mai sperimentato in 420 mila anni. Più della metà di questo aumento è avvenuto dopo il 1950” Goldwin Obasi, segretario dell'Organizzazione meteorologica mondiale Le osservazioni italiane. Andamento della concentrazione di CO (medie mensili) nelle tre stazioni della rete GREEN-NET: l'incremento annuo medio di CO2 è circa 1.6 ppm. Dal 2014 il limite delle 400 ppm di CO2 viene superato stabilmente È in evoluzione anche la presenza di metano e azoto in atmosfera La quantità di anidride carbonica e di metano nell'aria oggi è quasi di due volte superiore a quella normale osservata durante le ere interglaciali degli ultimi 800 mila anni Caldo Medioevo? L'intensità del calore di questo periodo è messa in discussione da diversi climatologi. Alcuni di essi riducono questa fase al livello di semplice anomalia. In Valpadana, ad esempio, si evidenzia un'elevata incidenza di inverni rigidi. II Po gelava con maggiore frequenza dell'attuale Lezione 17, 25 novembre Gli elementi del clima: temperatura, precipitazioni, venti, pressione atmosferica I fattori geografici di condizionamento del clima: latitudine, altitudine, vicinanza al mare (o a laghi), correnti marine, disposizione dei rilievi Il funzionamento del clima del pianeta: l'oscillazione tra ere glaciali ed ere interglaciali. Le caratteristiche di un'era glaciale: la presenza di periodi di riscaldamento e di periodi più freddi (le glaciazioni) L'alternarsi di glaciazioni e di periodi di riscaldamento negli ultimi 800 mila anni Le fonti della storia del clima per le epoche remote: carotaggi glaciali, pollini fossili, sedimenti marini, torbiere Le caratteristiche del clima della Terra negli ultimi 10 mila anni: anche in un periodo di riscaldamento seguito al termine dell'ultima glaciazione e tuttora in corso si alternano oscillazioni del clima più calde e più fredde La differenza tra un cambiamento climatico ed una oscillazione del clima La relazione tra la concentrazione di gas ad effetto serra in atmosfera e la temperatura terrestre Link utile: Benché il testo non sia presente tra i volumi necessari alla preparazione dell'esame e non sarà una discriminante per affrontare con successo la prova (se ne può fare tranquillamente a meno), se fosse sfuggito qualche appunto durante la lezione, si possono ritrovare i contenuti della stessa all'interno del primo capitolo della tesi di dottorato Lorusso D., 2012, "IL CLIMA NEL VINO. METODI DI RICOSTRUZIONE E IMPATTI ECONOMICI DELLE FLUTTUAZIONI CLIMATICHE NELLE REGIONI VITIVINICOLE (SECOLI XVII-XX)", relatore Prof. Luca Bonardi e disponibile in accesso libero al seguente link: https://air.unimi.it/retrieve/dfa8b991-0f57-748b-e053-3a05fe0a3a96/phd_unimi_R09333.pdf Caso di studio: l'avventura vichinga in Groenlandia (e Nord America) facciamo qualcosa che non bisognerebbe fare! Nel 982 i vichinghi raggiunsero la Groenlandia dall'Islanda, dove ormai vivevano in più di trentamila, provenienti dalla Norvegia -Le condizioni climatiche della Groenlandia alla soglia dell’anno Mille erano probabilmente migliori di quelle che sono seguite nei secoli successivi. Le saghe nordiche accennano a boschi di betulle e in annate particolarmente felici sembra che maturassero naturalmente anche le mele È probabile che ameno nei decenni successivi ai primi viaggi, i vichinghi si siano periodicamente recati nella nuova terra per rifornirsi innanzitutto di legname. Poi forse la rotta fu abbandonata: l’ultima menzione di Vineland è del 1121 I rapporti con la Groenlandia invece proseguirono: nel 1126 addirittura fu fondata Gardar, la diocesi della Groenlandia, dal momento che i vichinghi si erano appena convertiti al cristianesimo Nel corso del Trecento le notizie a proposito della colonia vichinga cominciarono a scarseggiare e un prete norvegese informava che la rotta seguita solitamente tra Islanda e Groenlandia era diventata impraticabile per lo spostamento della calotta artica verso sud Più tardi, una lettera di papa Alessandro VI all'arcivescovo di Nidaros (attuale Trondheim in Danimarca) del 1492, ci informa che da circa ottanta anni la Groenlandia era senza vescovo e senza preti e che molti dei suoi abitanti avevano ormai abbandonato la fede. I collegamenti erano sempre più difficili e la causa dell'estrema rarità dei viaggi verso l'isola era attribuita dal pontefice al preoccupante estendersi dei ghiacci 56 La Piccola Età Glaciale Le masse glaciali raggiungono (in più fasi non continuative) la massima espansione dall'epoca dell'ultima glaciazione (circa 10.000 anni fa) Aumenta la frequenza e l'intensità degli episodi freddi sia per gli inveri sia per le estati Si riducono le temperature medie nell'emisfero nord (circa 1°C in meno rispetto alle medie del XX secolo). Tre fasi apicali: 1303-1380; 1570-1640;1815-1860) In alcune aree europee aumentano gli episodi alluvionali Episodi di freddo eccezionale erano molto più frequenti rispetto a oggi Pietro Fabri. Eruzione del Vesuvio solto la neve (dipinto) Napoli - dicembre 1775 - “dal 10 dicembre tirò in Napoli un vento di terra cosi penetrante e con estremo freddo, che si rese insopportabile. Durò in tal modo per giorni 12 circa; e furono trovati morti tre uomini. ... E quantunque fossero trapassati, forse perché non erano nel perfetto stato di salute, con tutto ció fu attribuito tale disgrazia al freddo estremo che seguì in tale stagione, che veramente si rese insopportabile, a fuori dal corso ordinario della natura» (Algranati G. 1939, p. 104) Sul fiume Tamigi faceva così freddo che facevano una fiera sul fiume ghiacciato Le alluvioni storiche del Po e del Tevere (due regimi pluviometrici a confronto). Giorno della Breccia di Porta Pia, 28 dicembre 1870: si realizzano i muraglioni del Tevere, degli argini eseguiti in seguito alla piena alta 17 m che inondò Roma La carestia del 1590-92 Le estati decadono termicamente nell'ultimo terzo del XVI secolo. 14 estati definite fresche o mollo fresche tra il 1580 e il 1598; 8 consecutive dal 1591 al 1598. Una sequenza di otto episodi freddi consecutivi unica nel corso degli ultimi 500 anni Nel corso del ’500 calano progressivamente i rendimenti unitari del frumento: nelle compagne emiliane nel periodo 1515-1524 il frumento rendeva 7,5 volte la semente impiegata, solo 5 volte negli ultimi 30 anni del secolo. Nel 1590 la resa fu di sole 2,6 volte il seme piantato In Italia settentrionale danneggiati tutti i raccolti dal 1588 al 1591. Il prezzo del pane subì un rialzo di circa il 50% Le terre non poterono essere seminate per la scarsità delle raccolte. Enormi masse di poveri e vagabondi presero d'assalto le città. Nel 1592, inevitabili, giunsero i primi avvisi di peste Cala la popolazione In Italia si arresta bruscamente la crescita della popolazione avviatasi nel '500. Nell'area padana si stima un aumento della mortalità del 15-20% e una diminuzione delle nascite del 10-15%. →A Parma la popolazione passò dai 26.000 abitanti del 1591 ai 20.700 della fine del 1592 →Nel Bolognese i morti furono circa 40.000. Bologna città passa da circa 72.000 abitanti stimati prima della crisi di sussistenza a 60.000 nel 1595. 146.000 nel 1630) →A Mantova i 34.287 abitanti del 1587 calano fino al 31.422 del 1592 (saranno solo 8.000 nel 1630) La diffusione del mais in Italia • I primi tentativi di coltivazione risalgono al 1539. Inizialmente considerata una pianta decorativa • Predilige un clima caldo e umido e necessita di piogge frequenti e regolari durante il ciclo di maturazione • In Italia, il mais ha trovato nei bacini del Po e dell'Adige i suoi terreni d'elezione Il progressivo espandersi della coltivazione del mais in Italia appare collegato alle crisi alimentari dovute al peggioramento climatico nella seconda metà del 500 • La grande carestia del 1590 fece espandere il mais su aree sempre più ampie • Le successive carestie portano al prevalere del mais sugli altri grani. Il Friuli passa dal 17% dei terreni coltivati a mais nel 1631 al 50% nel 1650 57 • Bacino del Po: regione europea maggiormente colpita dalla pellagra. Ancora nel 1878 affliggeva il 30% dei contadini veneti L'INVERNO DEL 1709 Un'aria gelida di provenienza siberiana giunse sull'Italia nella notte dell'Epifania 1709. La temperatura scese repentinamente a livelli polari La mattina del 7 gennaio le comunicazioni tra Venezia e la terraferma furono interrotte a causa del ghiaccio che riempiva i canali Il 9 gennaio si gela l'Adige a Verona. L'11 gennaio gela anche il Po in molti punti del suo corso. In seguito gelarono ranche l'Arno, il Tevere e l'Ofanto. Gelarono parzialmente anche i porti di Genova e Livorno e il lago di Garda Lo strato di ghiaccio che ricopriva la Laguna di Venezia e il Po divenne così spesso (70 cm) da sostenere il peso di carri e slitte cariche per il trasporto della posta e dei generi alimentari A Firenze cadono 70 cm di neve tra il 14 e il 16 gennaio. La Pianura Padana è ricoperta da circa 1,5 m di neve. A Roma nevica 10 volte tra il 6 e il 24 gennaio. Sanremo viene ricoperta da 50 cm di neve L'intera Italia centro-settentrionale è avvolta nel gelo. Il picco massimo del freddo si raggiunge tra il 20 e il 23 gennaio. Il gelo allenta la morsa solo sul finire del mese. Il 29 si decongela la Laguna, il 31 parte del corso del Po. L'inverno resterà rigido ancora per tutto febbraio Nelle campagne si spezzarono gli alberi a causa del gelo. Anche seminati subirono gravissimi danni A Venezia soffiava molto forte la bora e si toccarono i -17.5°C (il record del XX secolo è di-13.6°C, misurati nel 1963) 1709. Quest'anno fu singolare a cagione dell'inverno assai rigido, per cui perirono nella contea di Gorizia quasi tutti gli olivi. Tale tempo [freddo con neve e ghiaccio] a mio ricordo fece l'anno 1709, il giorno appunto delli Tre Ré, che durò per venti e più giorni, in qual anno morse tutti l’olivi e parte delle viti (GIACOMO BRAUN, Notizie meteorologiche e climatologiche della regione Giulia (Trieste, Istria e Friuli orientale), Roma: Anonima Romana Editoriale, 1934) Un episodio di gelo di tale intensità non ha avuto eguali in Italia negli ultimi 500 anni. Nel corso del Novecento il mese di febbraio 1929 costituisce l'evento più freddo registrato (Po congelato nei pressi di Ferrara). In ogni caso distante per intensità dal gennaio 1709 L'inverno 1709 in Europa Il gelo avvolse l'intera Europa, dalle coste atlantiche del Portogallo all'Ucraina e dall'Inghilterra sud-orientale alla Bulgaria, risparmiando solamente le regioni prossime a Costantinopoli e la lontana Islanda Parigi: la temperatura scese a-23.1°C in centro e fino a -26°C nei sobborghi; per 10 giorni la temperatura non salì mai sopra i -10°C con minime che si attestarono intorno a -20°C Berlino: in città si toccarono 1-29.4°C. nelle campagne i termometri scesero fino a -35°C. Il mese di gennaio fu freddissimo: numerose giornate dove non superarono i -20°C di temperatura massima. La temperatura media del mese fu di -13.2°C Gelarono la Vistola, l'Elba, il Danubio (si liberò definitivamente dai ghiacci solo il 20 marzo), il Reno, l'Elba, la Mosa, la Loira, la Garonna, il Rodano, l'Ebro e, in parte, Il Tamigi, la Senna, il Tago (nei pressi della foce). Una lastra di ghiaccio ricopriva anche i laghi di Costanza, di Zurigo e parzialmente di Ginevra. Si congelarono lo Zuidersee in Olanda, gli stretti tra le isole della Danimarca (il piccolo e grande Belt) e tra queste e la Svezia (il Sund), gli stagni della Linguadoca e l'intero porto di Marsiglia I danni ambientali dell'inverno 1709 -Intere foreste distrutte dal gelo -Nei vigneti settentrionali le viti dovettero quasi ovunque essere tagliate al piede -Distruzione degli ulivi, dei noci e di gran parte degli agrumi in Provenza, nei dintorni di Nizza, lungo le due Riviere di Genova, sui bordi dei laghi prealpini, in Toscana, nella campagna di Roma, in Terra di Bari e lungo la costa di Gaela (solo agrumi) -In Europa centrale non si salvarono nemmeno le specie più resistenti (meli, susini, ciliegi) -Raccolti di grano ovunque scarsissimi 60 Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change [H.-O. Pörtner, D.C. Roberts, M. Tignor, E.S. Poloczanska, K. Mintenbeck, A. Alegría, M. Craig, S. Langsdorf, S. Löschke, V. Möller, A. Okem, B. Rama (eds.)]. Cambridge University Press, Cambridge, UK and New York, NY, USA, pp. 3-33, doi:10.1017/9781009325844.00 Disponibile on line digitando: https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg2/downloads/report/IPCC_AR6_WGII_SummaryForPolicymakers.pdf Al termine della lezione mi è stato chiesto di fornire un piccola bibliografia per coloro che privatamente vogliono approfondire le questioni legate alla storia del clima. Mi sento di consigliare: - LE ROY LADURIE E. (1982), Tempo di festa, tempo di carestia: storia del clima dall’anno mille, Torino: Einaudi; Prima edizione francese: Histoire du climat depuis l’an mil, Paris: Flammarion, 1967 - LE ROY LADURIE E., ROUSSEAU D., VASAK A. (2011), Les fluctuations du climat. De l’an mil à aujourd’hui, Paris: Fayard - PELLEGRINI M. (1973), Materiali per una storia del clima nelle alpi lombarde durante gli ultimi cinque secoli, Bellinzona: Archivio Storico Ticinese - PFISTER C. (2010), The vulnerability of past societies to climatic variations: a new focus for historical climatology in the twenty-first century, Climatic Change, volume 100, issue 1, pp. 25-31 (Rivista on line accessibile attraverso la biblioteca digitale dell'Università di Milano) - BRÁDZIL R., PFISTER C., WANNER H., VON STORCH H. e LUTERBACHER J. (2005), Historical Climatology in Europe – The state of the Art, Climatic Change, volume 70, issue 3, pp. 363-430 - BONARDI L. (a cura di) (2004), Che tempo faceva? Variazioni del clima e conseguenze sul popolamento umano. Fonti, metodologie e prospettive, Milano: Franco Angeli - BEHRINGER W. (2013), Storia culturale del clima. Dall’era glaciale al riscaldamento globale, Milano: Bollati Boringhieri Oscillazioni degli ultimi 1000 anni -1000-1300: epoca calda dell’alto medioevo • Periodi estivi generalmente secchi • Inverni moderati e piovosi • Perturbazioni invernali con percorsi più settentrionali ➢ Messo in dubbio da molti climatologi ➢ Nonostante lo si chiami periodo caldo, si registrarono inverni rigidi ➢ Fonti storiche: svarione sui vichinghi e la Groenlandia -1430-1850: piccola età glaciale ➢ Masse glaciali in espansione (i ghiacciai durante la Piccola età glaciale superano i loro limiti storici (es: l’avanzata cinquecentesca travolge le frazioni di Le Châtelard, La Rosière e Bonanay) e maggiore frequenza di episodi alluvionali e basse temperature §1709: vento polare e inverno più freddo che mai, che portano a intere foreste distrutte dal gelo, raccolti scarsissimi, difficoltà a scaldarsi, epidemie § 1816, “anno senza estate”: per un’esplosione vulcanica si ha l’estate più fredda di sempre ➢ Nonostante aumenti la frequenza di periodi freddi tale età è comunque caratterizzata da oscillazioni ➢ Aumento di carestie ed epidemie (‘500 e ‘600) e conseguenze: calo di popolazione, diffusione del mais… ➢ Fonti storiche: svarione su Vesuvio, Tamigi, Tevere, Lago di Como -1850…: periodo caldo attuale ➢ Dal 1988 ci si inizia a porre il problema che forse il riscaldamento del clima potrebbe esserci dannoso § aumento costante temperature medie annuali § inverni sempre più miti § precipitazioni che hanno conseguenze sempre più drastiche § progressivo ritiro dei ghiacciai e scioglimento permafrost ➢ 2003: estate eccezionale e caldissima con gravi conseguenze come le secche, il calo della produzione agricola ➢ Aumento antropogenetico della anidride carbonica (emissioni dell’uomo) 61 Nella colonna di sinistra è indicata quanta CO2 c’è nell’atmosfera e i possibili scenari: nessun modello impone di stare sotto i 430, sembra quindi impossibile. Il migliore degli scenari prevede di rimanere in una media di 450/480 parti per milioni (“il migliore dei mondi possibili”) La probabilità di un futuro sempre più rovente: secondo il Giec (Groupe d’experts intergouvernamental sur l’évolution du climat), in assenza di correttivi, dovremmo aspettarci di qui alla fine del secolo un aumento della temperatura compreso tra 1,1°C e 6,4°C rispetto al 1999 Come crescerà la temperatura? Entro il 2100 la previsione è: • aumento temperature di 4 gradi • aumento del livello del mare di 1m→ molte isole polinesiane finiranno sott’acqua e vanno già incontro a fenomeni straordinari • alcune zone del nord andranno incontro ad un aumento di 11 gradi (l’aumento delle temperature affliggerà principalmente le alte latitudini e in quota; nelle zone equatoriali e nei mari è più contenuto); non ci sarà comunque nessuna regione risparmiata • cambio del regime delle precipitazioni: ai poli pioverà molto di più (neve→pioggia); tenderanno ad allargarsi le aree desertiche, come il mediterraneo • aumento dell’intensità delle precipitazioni (piove meno frequentemente ma quando piove il fenomeno è più intenso) • aumento siccità • diminuiranno i giorni eccessivamente freddi (i giorni con temperature sotto lo 0) → diventeranno fertili delle terre nuove, ma non compenseranno quelle che perderemo • aumenterà la frequenza delle ondate di calore • aumenterà la durata della stagione vegetativa • d’estate ci sarà una diminuzione elevata delle precipitazioni e un aumento delle siccità I rischi di una terra più calda -Probabile riduzione della produttività agricola non compensata dall'aprirsi di nuovi spazi per l'agricoltura alle alte latitudini -Penuria di acqua potabile in molte regioni -Aumento della frequenza e dell'intensità di eventi meteorologici estremi -Gravi ripercussioni su alcuni ecosistemi -Aumento dei rischi per la salute Impatti osservati dovuti al cambiamento climatico in corso: Le tempeste impongono importanti costi aggiuntivi alle aree costiere. Annualmente circa 120 milioni di persone sono esposte ai rischi dei cicloni tropicali che tra il 1980 e il 2000 hanno causato 250.000 vittime. Durante il XX secolo, la crescita del livello dei mari ha contribuito all’aumento delle inondazioni costiere, ai fenomeni di erosione delle coste e alla perdita di diversi ecosistemi, sebbene con una grande variabilità locale dovuta alle singole caratteristiche di ciascuna località. L’aumento delle temperature riscontrate a partire dagli anni ’80 del XX secolo ha provocato la riduzione della calotta artica, il disgelo di parte del permafrost, l’arretramento della linea di costa in molte località e fenomeni più frequenti di sbiancamento e morte delle barriere coralline. 62 I rischi connessi all'aumento di + 1° C nel corso del XXI secolo -probabile intensificazione delle siccità nelle regioni subtropicali e tropicali semiaride -perdita di produttività di alcuni cereali -ecosistemi più fragili a serio rischio A partire da + 2° C -l'innalzamento del livello degli oceani potrebbe costringere milioni di persone a spostarsi dalle loro abitazioni -una porzione significativa (dal 15% al 40%) degli ecosistemi terrestri cominceranno a emettere più CO2 di quanta ne assorbano. La saturazione del ciclo del carbonio si intensificherebbe e il riscaldamento comincerebbe a autoalimentarsi A partire da + 3,5° C -riduzione della produttività per tutti i cereali a qualsiasi latitudine. L'America Latina e l’Africa sarebbero i continenti più colpiti, con perdite di produttività superiori al 12% se non al 15% -le inondazioni delle coste potrebbero colpire fra 100 e 150 milioni di persone di qui al 2050, le carestie circa 600 milioni e la malaria 300 milioni, mentre la scarsità d'acqua potrebbe interessare circa 3 miliardi di esseri umani Difficile prevedere il ritmo di scioglimento dei ghiacci. La massa di ghiaccio accumulata sull’Antartide equivale a 60 metri di innalzamento del livello degli oceani. Difficile prevederne lo scioglimento. La disintegrazione delle calotte progredisce a sbalzi (vedi piattaforma Larsen B http://www.progettosmilla.it/2/ta g/larsen-b/) Hotspots megadelta. La vulnerabilità delle coste con foci a delta è indicata dalla popolazione che sarebbe costretta a sfollare nel caso l’attuale tendenza di crescita del livello del mare si confermi fino al 2050 (Estrema = > 1 milione; Alta= da 1 milione a 50.000; Media = da 50.000 a 5.000) Il problema delle coste tropicali. Le coste a rischio uragani continuano a riempirsi di abitanti (delle 19 megalopoli con oltre 10 milioni di abitanti, ben 13 sorgono sul mare). Le coste, per effetto dell’urbanizzazione, sono soggette alla sistematica distruzione delle barriere naturali (dune, foreste di mangrovie, paludi costiere) che per millenni hanno arginato tempeste e alluvioni (vedi Uragano Katrina – 23/30 agosto 2005) Aumenteranno rischi sanitari. Le cause: -Aumento dei casi di sottonutrizione -Maggiore frequenza di periodi siccitosi -Diffusione di alcuni vettori di patologie al di fuori delle aree tradizionali (es. zanzara anofele) vd. malaria I profughi ambientali Nel 1999, per la prima volta, il numero dei profughi per ragioni ambientali ha superato quello dei profughi di guerra: 25 milioni. Le migrazioni dovute a ragioni ambientali coinvolgono attualmente circa 50 milioni di individui ogni anno. Le cause: • Perdita di fertilità dei suoi • Siccità • Alluvioni • Deforestazione Il problema dell’ACQUA -L’agricoltura è responsabile di circa l’86% del consumo di acqua dolce a livello mondiale -La produzione dei beni industriali è responsabile del 9% dell’impronta idrica globale, sebbene questa percentuale vari considerevolmente da Stato a Stato e soprattutto da quelli ricchi (USA 32%) a quelli in via di sviluppo (India 2%) -Il consumo domestico di acqua potabile e di acqua utilizzata per ragioni igieniche rappresenta il 5% dell’impronta idrica globale Aumento del numero di persone (in milioni) sottoposte al rischio di stress idrico, soprattutto in Africa 65 Per essere considerate tali devono soddisfare quattro requisiti: 1)uso di materiali naturali 2)risparmio energetico 3)isolamento acustico 4)cura per l'ambiente esterno Facciamo un salto indietro più metodologico: quali sono i metodi e gli strumenti per ricostruire i climi del passato? Si sono svolti progetti e incursioni nelle Alpi e in tutte le zone montuose del pianeta, per confrontarle rispetto a 100 anni fa. Un ghiacciaio quando cresce scava le pareti e lascia il segno del suo passaggio nelle morene, accumuli di materiali rocciosi-terrosi, trasportati o depositati dal ghiacciaio stesso LA NASCITA DELLA PASSIONE PER LA MONTAGNA Dalla seconda metà del 700 “le Alpi non sono più un ambiente ignoto e ostile ma divengono progressivamente meta di viaggio e oggetto di interesse, di venerazione, infine quasi di culto” Con l’emergere del romanticismo e le scoperte delle scienze si apprezzano le montagne: ci sono diversi documenti e tantissimi cominciano a affiancarsi alla montagna • Rousseau, Joulie ou la Nouvelle Heloise (romanticismo, fa partire la moda delle delizie della montagna) • De Saussure e l’invenzione dell’alpinismo moderno (scoperta del valore della Svizzera, alpinismo anche come sport) Il fascino delle vette 1741 - William Windham e Richard Pococke per primi scalano il Montanvers per raggiungere il grande ghiacciaio al quale daranno il nome di «Mer de Glace». Windham prima di salire verso il ghiacciaio chiede agli abitanti di Chamonix se qualcuno ci fosse già stato. Gli viene risposto che "là non andava nessuno all'infuori dei cercatori di cristalli o dei cacciatori di stambecchi e di camosci, e che tutti gli stranieri che erano venuti a Chamouny si erano accontentati di vedere quello che avevamo visto noi" Montagna come laboratorio della natura→ si riesce a dare un significato alla posizione dei massi erratici, ovvero grandi blocchi di roccia trasportati a fondovalle dai ghiacciai Si concepisce un percorso per arrivare a una soluzione. Nel 1781 la società economica di Berna lancia il primo concorso per scoprire se i ghiacciai alpini fossero in fase di espansione. Lo stesso concorso viene rilanciato 40 anni dopo, nel 1817 alla Societé Helvetique des Sciences Naturelles, per stabilire l’estensione storica degli apparati glaciali e se questi fossero in crescita. É vero che da un certo periodo il clima delle alpi della svizzera è divenuto più rigido? Il primo a partecipare è Venetz: è un ingegnere civile, e uno dei primi scienziati a riconoscere nei ghiacciai una delle maggiori forze che modellano la terra. Fu chiamato per cercare un buco in grado di far defluire l’acqua, per la possibile caduta lingua di ghiaccio (formatisi dalla crescita di un ghiacciaio). Egli entra in confidenza con Jean Pierre Perraudin che riconobbe i blocchi erratici come pezzi di roccia cavati dalle montagne e trasportati dai ghiacciai, un tempo molto più estesi, e che le scanalature sulle rocce sono prodotte dal movimento di pietre incastrate nel ghiaccio: è lui il vero suggeritore della teoria dei ghiacciai. Nessun geologo di fama ci crede (Charpentier, Friedrich Shimper, Agassiz) «Quasi nessun monte della Svizzera di 1200 tese [2000 m ca.] è senza neve. Ciò sembra provare un raffreddamento del clima e la discendenza della linea naturale di neve. Vi esistono anche alcune tradizioni del popolo intorno ad un clima passato migliore. (...) In quanto alle montagne del Tirolo si vuole sostenere, che non abbiano incominciato ad essere coperta di neve perenne prima del Secolo XII, dopo alcuni inverni assai freddi, ne’ quali cadde maggiore quantità di neve di quanto si poté sciogliere durante l'estate. Anche quivi cresce il numero de' manti di ghiaccio in luogo di diminuire. Nel Rofnerthal si trovano alcuni monti di ghiaccio che, secondo la relazione uniforme de' nazionali, non esistevano pochi anni in dietro. Su quel lungo ove si trova il Gurgler (monte di ghiaccio) era nel passato un pascolo pel bestiame: e dicesi che in molti siti non si possono più, come altre volte, plantare le viti su certe alture, poiché i monti di ghiaccio, che s' ingrandiscono e si dilatano sempre più, raffreddano maggiormente l'aria, oppure, se è lecito il diro essi staccano sulle alture il calore necessario per la coltura di questa pianta» I precursori della teoria glaciale «In questa genesi delle ghiacciaie è da cercarsi ancora la proprietà delle loro dighe, chiamate nella Savoia Moraine, e da francesi cangiate in Mareme. Queste dighe sono masse di terra e di ciottoli spinte innanzi dalle ghiacciaie allora quando esse discendono verso le valli, e sono composte delle pietre smosse dalle montagne alte esse circondano la ghiacciaia al margine inferiore, e spesso su ambedue i lati, e sono più o meno alte secondo la grandezza della ghiacciaia, e la forza colla quale si spinge innanzi, ed anche secondo le materie solle esistenti sulle montagne. Non rare volte si trovano diverse di queste dighe situate a parallelo, una appreso l'altra, dal che si è voluto 66 congetturare sopra un consumo replicato della ghiacciaia nelle regioni basse e sopra l'avanzamento di essa negli anni freddi, ne’ quali ricevono nuova forza e peso» (Kant, Lezioni di Geografia fisica) Che succede adesso? Il mondo sta cambiando e alcune trasformazioni “ambientali” sono già in atto: Tousso ha fatto studi ambientali e ha affermato che il climate change sta portando all’alterazione dei ritmi fenologici, al movimento areali e alle nuove distribuzioni Cambia la composizione dei boschi e si modificano i limiti latitudinali degli alberi: quota della treeline decresce all'aumentare della latitudine. Latitudine è uno dei principali fattori che determinano la temperatura. Quindi al crescere della temperatura si alza la quota media della treeline Ci attende, insomma, una trasformazione radicale dei nostri paesaggi I SIGNIFICATI E LE METODOLOGIE DELLA STORIA DEL CLIMA In cosa consiste la "storia del clima"? Ricostruire l'andamento del clima e la situazione meteorologica generale nei periodi precedenti all'installazione, nella metà del diciannovesimo secolo, di reti statali di rilevamento, dotate di strumenti scientifici uniformi Perché studiamo il clima? La ricostruzione del clima terrestre soddisfa non solo una naturale curiosità verso il pianeta su cui viviamo, ma anche l’esigenza di capire come funziona il nostro Pianeta, allo scopo ambizioso, di riuscire un giorno a prevederne le variazioni in modo da poterci tutelare dai disastri ecologici, economici e sociali, che trovino nel clima la loro causa principale Un approccio di ricerca multidisciplinare • La climatologia storica integra le prospettive di indagine delle scienze naturali con quelle delle scienze umanistiche in una sintesi capace di combinare la storia fisica del pianeta con la storia umana • Alla climatologia storica compete la metodologia di analisi dei dati di origine antropica 67 Diversi approcci, molteplici risultati • La storia del clima delle epoche più lontane, per metodologie e scopi, interessa maggiormente le scienze naturali (geologia, geomorfologia, paleobotanica, ecc.) • La storia del clima delle ere più recenti è campo di ricerca degli storici, degli archeologi, dei geografi e dei meteorologi Il contributo delle Scienze Umane • Le ricostruzioni paleo climatiche, basate su analisi di tipo prevalentemente chimico, biologico e fisico di testimoni naturali - sedimenti oceanici, carotaggi di ghiacciai, stratificazione dei terreni etc. - si arrestano più o meno intorno a 1.000 anni fa • I processi che danno origine a questi testimoni sono infatti molto lenti e l'azione umana altera in modo troppo incisivo i testimoni "più giovani" perché possano fornire delle ricostruzioni climatiche affidabili Le nuove sfide della disciplina • Il procedere delle ricerche ha progressivamente aperto nuovi obiettivi per la disciplina, che si propone ora anche indagini sulla vulnerabilità sociale, economica e ambientale delle società tradizionali sulla loro capacità di resistenza agli eventi estremi e calamitosi, nonché una lettura delle modalità di percezione e di rappresentazione sociale dei fenomeni climatici Tassonomia degli effetti possibili sulle società tradizionali di un evento climatico negativo Le fonti e i metodi della ricerca storico-climatica Le proposte di classificazione dei variegati metodi adottati per la ricostruzione storica del clima indicano comunemente due criteri di suddivisione della documentazione: il primo relativo all’origine materiale della fonte e il secondo al tipo di riferimento ad elementi climatici 70 →FENOLOGIA -La fenologia studia il verificarsi di fenomeni che si ripetono periodicamente, nella flora e nella fauna, e i motivi per cui questi si ripetono nel tempo -Le fonti fenologiche sono le costruzioni di fasi climatiche stagionali, basate sulle date di modificazione e sviluppo osservabili nella natura, nonché le attività umane ad esse collegate; ad esempio le date delle vendemmie o dei raccolti I principali indicatori fenologici • la data di germinazione • la comparsa delle foglie • la maturazione dei semi • la caduta delle foglie • l’epoca della raccolta dei frutti Giappone: la fioritura dei ciliegi. Alla corte imperiale di Kyoto si registra ogni anno la data della prima comparsa dei fiori del ciliegio dall’anno 700. La data di fioritura dei ciliegi rappresenta tuttora un fattore identitario per la popolazione giapponese GLI INDICATORI CLIMATICI PIÙ NOTI I congelamenti dei fiumi. Esistono serie storiche plurisecolari di date di congelamento e scongelamento del fiume Oder in Europa Centrale e della Senna in Francia: Corriere della Sera, 7 gennaio 2011 - Polonia al gelo - Rompighiaccio sul fiume Oder a Krajnik, nell'ovest della Polonia. I mezzi stanno tentando di liberare un tratto del fiume dalla morsa del gelo I porti liberi dai ghiacci. La città di Riga (Lettonia) conserva una lunga serie storica di date della fine del periodo invernale di congelamento e conseguente blocco dell’area portuale Perché conservare queste informazioni? 23 febbraio 2011 - http://balticanews.wordpress.com/2011/02/23/il-porto-di-riga-chiede-aiuto-al-governo-per-liberarsi- dai-ghiacchi/ La situazione del golfo di Riga e della foce della Daugava, bloccati dal ghiaccio da molti giorni, si fa sempre più critica. La società portuale di Riga ha infatti chiesto aiuto al governo per sbloccare la situazione, come previsto nei casi di emergenza. Le avverse condizioni meteorologiche non permettono infatti all’unica rompighiaccio attualmente impiegata in zona, la Varma, di liberare il passaggio per le navi, molte delle quali straniere, che attendono di attraccare al porto di Riga. Si calcola che siano 34 le navi da diversi giorni, alcune già dal 13 febbraio, bloccate dal ghiaccio nel golfo di Riga. Gli imprenditori portuali di Riga temono che il blocco prolungato del porto spinga le navi a cercare altri attracchi commerciali New York congelata febbraio 2015 Il congelamento dei laghi. Il lago Suwa, in Giappone, conserva una lunga serie di date relative ai suoi congelamenti Come costruire un indice con questi dati? Con temperature inferiori ai - 10° C per diversi giorni consecutivi appare sulla superficie del lago uno strato di ghiaccio spesso tra i 10 e i 50 cm Gli indizi fenologici: la vite Ogni 100 m di altitudine si verifica un ritardo di 1-2 giorni nella fase di vegetazione e di 4 giorni per le fasi di fioritura e maturazione Ad ogni grado di latitudine verso Nord corrisponde un ritardo di 2-6 giorni nelle fasi di vegetazione e si prolunga di due giorni il periodo vegetative Le date delle vendemmie: per alcune aree è possibile ricostruire la serie storica delle date delle vendemmie attraverso i bandi Le date delle vendemmie sono scelte dagli uomini Nel processo decisionale erano tenute in conto anche eventuali esigenze di carattere sociale: quasi ovunque non si cominciava a vendemmiare di domenica o nei giorni di festa religiosa, rimandando alla prima data lavorativa disponibile l’avvio dei raccolti; mentre, in alcuni anni, ritardi o anticipi erano determinati da turbolenze militari o socio-economiche 71 Un nuovo indicatore climatico: la qualità del vino • Eccezionale; ammirevole; molto buono; superiore; molto superiore; straordinario; squisito; gran vino; perfetto; completo • Ottimo; buono; alta qualità • Media; normale; abbastanza buono; sufficiente; passabile; abbastanza passabile • Mediocre; un po’ aspro; aspro; verde; inferiore; debole; comune; di poca qualità • Molto aspro; cattivo; molto cattivo (pessimo); nullo; praticamente nullo; molto debole; molto mediocre; molto verde (poco maturo) Attraverso le caratteristiche dei millésimes e le date delle vendemmie è possibile ricostruire l’andamento climatico del ciclo vegetative La PARAFENOLOGIA. Le fonti parafenologiche non consistono in eventi naturali abituali, che si verificano ogni anno, come le fioriture, ma in episodi accidentali, come le inondazioni o i congelamenti, causati quasi esclusivamente dal clima. Anche le serie dei prezzi dei prodotti dell’agricoltura possono essere considerati indizi parafenologici Possibili fattori distorsivi del prezzo dei beni alimentari -Inflazione -Guerre e passaggi di truppe -Ammassi e accaparramenti di beni da parte di privati per far crescere i prezzi -Pressione dei mercati esteri sui beni di esportazione (es. i vini di Valtellina) La registrazione delle precipitazioni. Le rogazioni: in Catalogna è stato possibile ricostruire il numero dei giorni di preghiera e delle processioni per intercedere la pioggia. Il numero maggiore o minore è stato associato all’andamento della stagione più o meno siccitoso L’analisi delle prime registrazioni termometriche A partire dal Seicento è possibile ritrovare diverse serie termometriche strumentali in varie città d’Europa. Problemi: -gli strumenti utilizzati non erano tarati in maniera corretta e perdevano nel tempo la precisione del rilevamento oppure cambiavano i metodi, le località e gli orari della rilevazione -presenza di una quantità innumerevole di scale di misurazione diverse Nel ‘700 iniziano regolari osservazioni meteorologiche Le prime serie europee provengono da Delft (Olanda), Cambridge e Pietroburgo. Divengono numerose avvicinandosi alla fine del secolo In Italia la serie più antica appartiene a Bologna (1716). A Padova le osservazioni iniziano nel 1723, a Torino e Milano intorno alla metà del secolo, e a Roma e a Palermo verso la fine del secolo Un esempio originale di ricostruzione storico climatica con fonti documentarie La ricostruzione del livello di marea della Laguna Veneziana attraverso i quadri del Canaletto effettuata da Dario Camuffo direttore di ricerca presso il CNR Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima unità staccata di Padova e docente presso l’Università di Padova Lezione 19, ultima, 5 dicembre Gli scenari futuri del riscaldamento climatico Il riscaldamento delle temperature e i rischi di un pianeta sempre più caldo Strategie di adattamento e di mitigazione del riscaldamento: l'architettura bioclimatica Il processo di scoperta dei cambiamenti climatici: Le figure di Ignat Venetz; Jean Pierre Perraudin; Jean de Charpentier; Louis Agassiz Le fonti e i metodi della Storia del Clima. Archivi antropici e archivi naturali. Fonti dirette e fonti indirette. I principali indicatori utilizzati per la ricostruzione climatica del passato
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