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GEOGRAFIA DELLE LINGUE, Sintesi del corso di Storia e geografia linguistica dell'Europa

Riassunti del materiale caricato del prof con approfondimento delle lezioni.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 07/07/2023

arianna.renzetti4
arianna.renzetti4 🇮🇹

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Scarica GEOGRAFIA DELLE LINGUE e più Sintesi del corso in PDF di Storia e geografia linguistica dell'Europa solo su Docsity! Come nasce la geografia? GEOGRAFIA: termine derivante dal latino; geo: terra, grafia: scrittura=come la terra viene disegnata. Termine utilizzato per la prima volta da Eratostene di Cirene (284-192 c. a.C.), filosofo, matematico e bibliotecario ad Alessandria, nella sua opera Geographika. Lo studio della geografia si diffuse nel XVI secolo. L’invenzione della stampa, la scoperta di nuove terre da parte dei grandi navigatori oceanici, quali Cristoforo Colombo (1451-1506), Amerigo Vespucci (1454-1512), Giovanni Caboto (1450 circa-1498 circa) e Ferdinando Magellano (1480-1521) nonché il forte interesse politico venutosi a creare intorno ai nuovi territori crearono l’humus adatto per lo sviluppo di nuove problematiche inerenti alle tecniche cartografiche allora conosciute. La sfericità della terra diventò un concetto affermato. La navigazione a stima fu abbandonata. Crebbe il bisogno di mezzi strumentali e cartografici sempre più precisi. Ed in questo clima, furono riconsiderati i sistemi di riferimento geografici. “Cos’è un geografo?" "È un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i deserti". "Le geografie", disse il geografo, "sono i libri più preziosi fra tutti i libri. Non passano mai di moda. È molto raro che una montagna cambi di posto. È molto raro che un oceano si prosciughi. Noi descriviamo delle cose eterne". -Antoine de Saint-Exupery, Il Piccolo Principe, 1943 È l’uomo che conferisce alla Terra un significato, un destino, un motivo per esistere. Tutti gli aspetti e le forze della Terra diventano geografici soltanto nell’incontro con l’uomo. La geografia non esiste infatti senza la natura ma nemmeno senza l’uomo. Con la conoscenza geografica comprendiamo sempre meglio il mondo ma anche noi stessi e il dovere di ciascuno e di tutti di operare a beneficio dell’intera umanità. -Osvaldo Baldacci, Perché la geografia (1978) I corsi di Geografia si incentrano sulle relazioni tra UOMO e AMBIENTE. UOMO---> duplice aspetto: 1. è sensibile all’influenza dell’ambiente fisico in cui vive; 2. non è passivo: modifica, secondo il suo tipo di cultura e di organizzazione sociale, l’ambiente in cui vive. Fattori fisici rilevanti per l’uomo: 1) clima; 2) idrografia; 3) orografia (studio dei rilievi). CAMPI DI STUDIO DELLA GEOGRAFIA: GEOGRAFIA UMANA: La geografia umana studia anzitutto la varia distribuzione degli uomini e la dinamica demografica in rapporto alle risorse disponibili e alle strutture socio-economiche; questo filone di studi si denomina “Geografia della popolazione”. Poi la geografia umana si occupa dei segni che gli uomini imprimono sulla Terra. Studia pertanto i tipi e la distribuzione delle dimore a seconda dei modi di vita e delle forme di organizzazione economica e sociale; questo filone viene denominato “Geografia dell’insediamento”. A fine 800, si sviluppò l’interesse e lo studio riguardanti la diffusione delle parlate. In particolare con Ascoli, Gilliéron, Wenker: che intrecciarono la prospettiva geografica con quella storica, ricostruendo le vicende territoriali delle lingue attraverso un metodo sempre meglio definito, la Geografia linguistica. Ascoli fondò la glottologia, definendo il termine e la materia di studio, fra linguistica, antropologia, storia e geografia. Jules Gilliéron fu il primo a utilizzare il termine Geografia Linguistica nella sua opera Etudes de géographie linguistique del 1912. Il geografo considera la lingua come parte fondamentale della cultura; ne indaga la distribuzione spaziale e i flussi, ne esamina i vettori (gli individui, ma anche i libri e i mezzi di comunicazione di massa); raccoglie le informazioni statistiche necessarie ad un’analisi quantitativa. APPIATTIMENTO DEL MONDO: la geografia ha oggi una minore importanza che in passato. Le nuove tecnologie rendono accessibili comunicazioni a distanza, cosicché, diventa sempre più irrilevante il significato di localizzazione e di luogo. Thomas Friedman scrive nel 2006 il libro «The World is Flat»: egli categorizza i fattori determinanti del cosiddetto progressivo «appiattimento» del mondo. RICHARD FLORIDA, su The Atlantic nel 2005, afferma che le interazioni sociali permettono, grazie anche ai nuovi mezzi di comunicazione, di avvicinare le aree “aguzze” del pianeta, ossia le aree di concentrazione. Ma per le periferie che succede? Il luogo si riferisce a qualcosa creato dall’essere umano. Un luogo viene creato quando si prende un’area dello spazio e intenzionalmente si tracciano intorno ad essa dei confini e si cerca di controllare cosa succede dentro di esso attraverso l’uso (implicito o esplicito) di regole riguardo a ciò che può essere o non può essere fatto. (se appartengo ad un luogo lo proteggo deliniando i confini). -->creazione di Stato. Relazioni Sociali: si possono escludere delle persone poiché considerate “fuori posto” :non rispettosi delle regole. COMPONENTI LUOGO SECONDO RELPH -idea di collocazione: sito; attività umane (situazione sotto un punto di vita relazionale, tutto ciò che viene costruito); -il luogo è unico; - i luoghi sono interconnessi da un sistema di interazioni e di trasferimenti spaziali; - i luoghi sono localizzati, fanno parte di aree più grandi; - i luoghi si sviluppano o decadono nel tempo, attraverso i cambiamenti storici e culturali; -i diversi significati del luogo (luogo politico,sacro...). GENIUS LOCI: Particolare significato/senso che ha quel luogo nonostante il passare del tempo. L’essenza del luogo non risiede tanto nelle forme materiali dallo stesso, ma nell’esperienza di appartenenza («insideness») distinta da una sensazione di esclusione («outsideness»). SENSO DI PERDITA DEL LUOGO: “placelessness” Relph (1976) nota che alcuni luoghi nel tempo tendono a perdere la propria identità per uniformarsi a una cultura di massa consumistica che rende il luogo «inautentico», incapace di creare veri legami con gli individui e a cui l’individuo non riesce veramente a produrre sentimenti di attaccamento. Marc Augé ha proposto nel 1992 il termine di «non luogo» per riferirsi a siti come gli aeroporti, le stazioni, i centri commerciali e altri luoghi di transito che non hanno una propria identità. Ciò è dovuto a: -velocizzazione delle comunicazioni, -compressione dello spazio e del tempo, -esposizione agli altri che fa chiudere l’individuo in sé stesso. CONCETTO DI ETNIA A differenza del termine razza (che indica aspetti fisici), il concetto di etnia si basa su un aspetto culturale del luogo. Derivante dal greco éthnos (“popolo”), il concetto di “etnia” fu introdotto 1. alla fine del Settecento dallo svizzero Alexandre César Chavannes (1788) in riferimento allo studio dell’uomo in quanto membro di una specie diffusa nel mondo e suddivisa in gruppi diversi per caratteristiche fisiche, culturali, sociali. 2. Georges Vacher de Lapouge, nell’opera Les sélections sociales (1896), il primo autore che coniò la parola ethnie. 3. Georges Montandon in L’ethnie française (1935) aggiunse caratteri linguistici. “si può essere anche separati da confini, ma avere la stessa etnia”. ELEMENTI PER INDIVIDUARE UN’ETNIA SECONDO SMITH Anthony D. Smith (1986), che ha individuato 6 condizioni necessarie per poter definire una comunità sociale come etnia: -Il nome dell’etnia. - La coscienza di una discendenza comune per tutti gli appartenenti alla comunità. - Il senso di una storia comune. - La partecipazione a una comune cultura (non sempre la lingua). - Il rapporto fra la comunità e un territorio determinato, la patria. - Il senso di solidarietà all’interno della comunità. ETNOCENTRISMO E ETNICISMO ETNOCENTRISMO: (negativa) forte connotazione della propria etnia e molte volte descriminazione delle altre. -->patriota: legato alla propria patria ETNICISMO: valorizzazione dei valori della propria etnia. può essere negativo quando avvengono situazioni di conflitto. Ma nazione e stato sono differenti: STATO: entità politica che ha dei confini ben definiti e organizza il territorio amministrativamente e giuridicamente. NAZIONE: valore socioculturale: accomunati da patrimonio, usi e costumi. Quando questi due concetti coincidono abbiamo lo STATO-NAZIONE Gli stati possono essere multinazionali: Uno Stato multinazionale è uno Stato che comprende al proprio interno più di una nazione. Spesso in questi casi non vi è un singolo gruppo etnico predominante. (es. Sacro Romano Impero, formato da Italiani, Francesi ecc..); In alternativa, una singola nazione può essere distribuita su più territori. ETNOREGIONALISMO: unione di un'etnia e un territorio. (fenomeni e comportamenti individuati x definire collettività come etnie a base regionale-territoriale). Quando all'interno di un territorio si trovano numerose persone appartenenti alla stessa etnia, si diffonde un concetto di NAZIONALISMO: esaltazione della propria nazione, porta guerre. le minoranze (gruppi etnici più piccoli all'interno di una componente etnica maggioritaria), che cerca di relazionarsi con la maggioranza: -tutela della minoranza di preservare il suo patrimonio x avere una "diversità" -o totale annientamento delle minoranze. MODELLO DI MEINING: rappresenta come si diffondono le etnie nello spazio. Ogni etnia ha 3 zone di concentrazione: 1.centro/aerea principale--> chiamata CORE/CUORE CULTURALE: dove si sviluppa maggiormente la cultura del territorio e si preserva.--> ciò dipende da fattori economici, benessere della popolazione, libera circolazione delle informazioni, infrastrutture. 2. dominio; TEORIA DELLE ONDE: bisogna avere la capacità di diffusione: possedendo caratteristiche riconosciute anche dalle aree intorno, diventando così dominante; viene a contatto con altri domini culturali non avendo più molta influenza. 3. sfera di influenza: area esterna e di contatto periferico in cui prevalevano solo certi tratti. Se il CUORE CULTURALE si sviluppa diventa REGIONE CULTURALE: "PAYS"--> PAESE DOVE SI DIFFONDE UNA CULTURA ETNICA PARTENDO DAL CUORE es. Francia: aree rurali delimitate in un centro culturale. Si possono formare AREE CULTURALI--> devono godere di uno spazio abbastanza largo e possono essere regionali, statali, nazionali 7 aree internazionali culturali: (?) -area occidentale (nord-America, Europa, Stati Uniti, Australia) - Europa orientale con al centro la Russia -area islamica: Africa medio-orientale fino al Sahara -Asia orientale: Cina, India e corea altri, pur rimanendo elementi distintivi e peculiari all’interno della società. La cultura è la somma dei comportamenti, delle abilità, delle tecniche, delle conoscenze e dei valori accumulati dagli individui nel corso della vita. . È un’eredità trasmessa da una generazione a un’altra, ma non è rigida, perché le comunicazioni in atto nei gruppi sociali la trasformano continuamente. tipi di comunicazione:- comunicazione orale e gestuale; - scrittura; - disegno e arti plastiche; - disegno tecnico;- nuovi media. Forme di comunicazione - scambio di informazione e comunicazione simbolica; - comunicazione asimmetrica: televisione, società dei consumi e cultura di massa; - ampliamento della vita di relazione e media interattivi; - monopolio dell’accesso all’informazione e autorità; Ciò che viene trasmesso - gesti, atteggiamenti, rituali, abilità; - conoscenze teoriche, norme astratte, sistemi religiosi o metafisici; - la costruzione del reale da parte delle culture («mappe della conoscenza»). Cultura influenzata dalle tappe della vita: - prima infanzia; - infanzia; - adolescenza; - età adulta; - vecchiaia. Le generazioni sociali sono coorti di persone nate nello stesso intervallo di date e che condividono esperienze culturali simili. Le generazioni individuate dalla fine dell’Ottocento ad oggi sono le seguenti, valevoli soprattutto per l’Occidente: - la «generazione perduta» (lost generation, da una definizione di Gertrude Stein), nati fra il 1883 e il 1900; - la «più grande generazione» (greatest generation, chiamata anche G.I. Generation per l’impiego nella Seconda Guerra Mondiale), nati fra il 1901 e il 1927; - la «generazione silenziosa» (silent generation o lucky few), nati fra il 1928 e il 1945; - i «baby boomers», dal 1946 al 1964, con una esplosione demografica dovuta al miglioramento dell’economia e da un periodo di relativa pace a livello mondiale; - la «Generazione X» (Gen X, MTV Generation), dal 1965 al 1980; - la «Generazione Y» (meglio conosciuti come Millennials), dal 1981 al 1996; - la «Generazione Z» (o Zoomers o Digital Natives), dal 1997 al 2012; - la «Generazione Alpha», dal 2013 in poi. Parliamo di IDENTITA’: INDIVIDUALE: - l’individuo agisce mosso da forze esterne (individuo dominato); - l’individuo è il riflesso della società (uomo sociale); - l’individuo è responsabile delle proprie azioni (individuo libero); - il comportamento dell’individuo è una mediazione fra imposizione sociale e pulsioni individuali (concezione freudiana). -SOCIALE: L’individuo sociale nasce con l’interiorizzazione dei codici di comportamento, delle conoscenze acquisite sul mondo e delle norme morali. (integrazione confermata nell’adolescenza). Le abilità e le conoscenze sono distribuite in modo diseguale tra i membri di una stessa società: ciascuno è chiamato a ricoprire un ruolo diverso secondo il genere, l’età e le capacità tecniche o intellettuali. Ogni persona è legata a tutte le altre da una rete complessa di relazioni. LEZ 4-5 L’ambiente rappresenta il teatro dell’agire umano, da cui l’uomo si distacca man mano che avanza nel suo processo di sviluppo; la cultura è un filtro che permette di dialogare con l’ambiente. CULTURA: insieme che caratterizza il gruppo e contribuisce a dare “organicità” e “specificità” al territorio. Di questo “insieme” fa parte il linguaggio come elemento essenziale per la trasmissione di quei valori che costituiscono la “cultura”. LINGUAGGIO: prima fase di espressione dell’essere umano per comunicare. Prima forma per passare da un ambiente individuale ad uno collettivo. Riflette l’ambiente dal quale si deriva. L’influenza dell’ambiente fisico sulle lingue si manifesta: nel lessico FENOMENI NATURALI: -montagna: come barriera/ostacolo o come rifugio; -pianura: mescolamento delle etnie/linguaggi; -valli: in passato permettevano il passaggio e interscambi; -insularità: le isolo sono “isolate” (islanda) o “isole ponte”(sovrapposizione etniche, es isola di Malta, Cipro, Sicilia); -boschi: barriera o rifugio. (variano rispetto alle montagne); -paludi: -clima: -freddo: es. Lapponia, Siberia, -caldo: aree desertiche, popoli instabili. TOPONOMASTICA: studio nomi dei luoghi, (topos=luogo e onomia=nome). (es. Se cambia un’etnia può cambiare anche il nome del luogo). Vi sono diversi tipi di toponimi. Generalmente essi sono, _legati all’ambiente-->GEO-TOPONIMI: -idronimi (corsi d’acqua); - limnonimi (laghi); - oronimi (rilievi); - coronimi (regioni); - fitonimi (nomi di piante); - zoonimi (nomi di animali). _ (legati all’attività umana): - agionimi o ieronimi o teonimi (nomi di santi); - antroponimi o familionimi o etnonimi (nomi di persona, cognomi o etnie). La classificazione dei toponimi secondo G.R. Stewart: • Descrittivi: Monte Calvo, Monte Rosa • Associativi: Pontelagoscuro, Camposampiero • Rievocativi: Nervesa e Losson della Battaglia • Possessivi: Lido degli Estensi, Neviano degli Arduini • Commemorativi: San Michele, Sasso Marconi, Vittorio Veneto • Elogiativi: Colfiorito, Col Santo, Gran Paradiso • Inventati: Guidonia, Carbonia, Littoria • Sbagliati: Golfo Aranci, Redipuglia • Trapiantati: Syracuse in USA, Heidelberg in Sud Africa LEGAME TRA LINGUA, ETNIA E TERRITORIO SCHEMA DI BRETON: basato sulla “razza”(caratteristiche fisiche, usate in maniera non oggettiva), fondato su 3 livelli: 1. Prestruttura: demografia del gruppo, la sua lingua e il suo territorio. 2. Struttura: cultura non materiale, le classi sociali e sistema economico. 3. Post-struttura: rete urbana, metropoli,istituzioni politiche--> Le istituzioni politiche possono ammettere diversi modi di partecipazione al potere da parte di settori. Le modificazioni che interessano una lingua possono anche portare a una qualche forma di diglossia tra la lingua colta ufficiale e la parlata popolare, che può anche determinare la “fossilizzazione” della lingua colta. Alloglossia: è la situazione in cui in un determinato contesto territoriale si parla una lingua minore per numero di parlanti all’interno di un contesto di maggioranza linguistica diversa; ove essa sia riconosciuta e tutelata giuridicamente si parla di bilinguismo. Diglossia: delle due lingue venga usata principalmente nei contesti alti e formali, l’altra in ambito colloquiale e familiare. Dilalia: una lingua usata nei contesti alti; e nei contesti bassi vengono utilizzate entrambe le lingue. Diacrolettia: una lingua prima minoritaria viene a essere utilizzata anche nei contesti formali/alti, mentre la prima lingua rimane solo nei contesti formali/alti.--> es Spagna. LA DIFESA DELLA LINGUA Lingua minacciata internamente(es da un’altra lingua) o esternamente (eventi internazionali). Difesa della lingua attraverso: la naturalizzazione (il ricorso sistematico alle sole radici nazionali, es in italia utilizziamo termini inglesi come computer); la classicizzazione (il recupero delle radici classiche); la internazionalizzazione/occidentalizzazione (l’adozione di forme internazionali). Ciò porta all’adozione di una POLITICA LINGUISTICA: 3 visioni: 1.Visione evoluzionista di tipo darwiniano (eliminazione delle lingue più deboli); opposta alla: 2.Visione conservativa (conservare e tutelare le lingue minori);3.Visione protettiva (conservare tutti gli elementi etno-culturali non solo linguistici). I modelli di interazione etnica Assimilazione Melting pot statunitense, integrazione alla francese, formazione di lingue ibride di contatto (pidgin e creole); Multiculturalismo pluralismo britannico, salad bowl, modello bilinguistico o plurilinguistico Funzionalismo Accoglienza di flussi migratori, lavoratori, ospiti (turismo), bilinguismo non perfetto, informale Eterolocalismo dispersione dei locutori e creazione di comunità virtuali. La dinamica linguistica delle aree limitrofe (Breton) La prima è l’area dell’etnia A e in cui si parla solo la lingua A; andando verso l’esterno, però, ancora nella regione dell’etnia A, ci saranno persone che hanno come prima lingua A, ma utilizzano anche la vicina lingua B. Proseguendo ancora, si incontrerà una zona, sempre di etnia A, dove è invece la lingua B a prevalere. Ancora più all’esterno, infine, ci sarà un’area appartenente, all’etnia A, ma monolingue B (Ab): maggiore influenza dell’etnia B (dal cui punto di vista si può invece parlare di acculturazione). LE REGOLE DI BARTOLI Il Bartoli formulò una serie di considerazioni che avevano interessanti contenuti geografici: - Norma dell’area isolata: se una lingua si trova in un’area isolata e l’altra in un’area più accessibile ai mezzi di comunicazione, la prima è più antica; Ne abbiamo in Italia un’ottima dimostrazione: quella rappresentata dal 1.sardo, lingua nella quale si conservano numerosi arcaismi. Mentre in italiano, ad esempio, i termini per indicare “domani”, “casa” e “grande” derivano tutti dal 2.latino tardo, in sardo, invece, la derivazione dal latino arcaico (cras, domus e magnus) permane negli attuali kras, domo e mannu. - Norma dell’area centrale (o delle aree laterali): se di due forme di una stessa lingua una si trova nelle aree periferiche della regione che usa quella lingua e l’altra nelle aree centrali, la prima è più antica; centro economico e culturale=scambi. Es. Se in Italia, ad esempio, parliamo di tavolo e in Francia di table (dal latino recente tabula ), in Spagna per indicare lo stesso concetto si usa mesa e in Romania masa, vocaboli entrambi derivanti dal latino classicomensa. - Norma dell’area vasta: se di due forme linguistiche una è usata in un’area più ampia dell’altra, allora la prima è la più antica; come l’area maggiore tende a conservare la fase più antica purché non sia troppo esposta a influenze dall’esterno. - Norma dell’area seriore: Nelle zone in cui la lingua è arrivata più tardi, tende a conservarsi la fase più antica; - Norma della fase sparita: se di due fasi linguistiche, una sta per scomparire, quella che sta per estinguersi è la fase più antica. LA CARTOGRAFIA Si possono tracciare carte tematiche riguardanti la diffusione di un certo linguaggio, che avrà dei confini immaginari, dette linee di “isoglossia”. Isoglossa=linea immaginaria che unisce due punti di un’area caratterezziati dalla stessa lingua. Questo fenomeno può essere di natura fonologica (isòfona), morfologica (isomòrfa), sintattica, oppure lessicale (isolessi o, più di rado, isòsema); con riferimento all’accentazione si può usare il termine isòtona. CRITERI CLASSIFICAZIONE LINGUE • Criteri “sociopolitici”: numero di parlanti, diffusione geografica… • genealogico: parentela tra due o più lingue (discendenti da un antenato comune, una "progenitrice” dell’altra, ecc.). •tipologico : la tipologia studia le diverse soluzioni che ogni sistema-lingua adotta per far fronte alle necessità della comunicazione umana. LE FAMIGLIE LINGUISTICHE Le lingue possono avere in comune elementi di fonetica, grammatica, periodo storico o una lingua antenata. 142 famiglie linguistiche. Lingue appartenenti alla stessa famiglia CONTINUUM LINGUISTICO: spostandosi geograficamente il linguaggio varia in maniera graduale, in modo da simile tra due località poste nelle vicinanze e invece di difficile comprensione man mano che la distanza tra le due località di allarga. DISCRETUM: quando il continuum è fatto di varietà che non sfumano tra loro ma sono indipendenti. ittita, La sua lingua ufficiale è stata tra le prime lingue indoeuropee a trovare la sua strada nella scrittura. Teoria di Renfrew: individuò le origini degli indoeuropei nell'Anatolia del periodo del Neolitico. La diffusione delle lingue indoeuropee si sarebbe realizzata grazie ad un miglioramento delle condizioni di vita e conseguentemente demografiche della popolazione. Dall'Anatolia orientale le prime comunità parlanti dialetti dell'indoeuropeo si sarebbero spostate lentamente, dando origine a contatti con le popolazioni del territorio; 2 ipotesi: ipotesi A: una diffusione sia verso oriente sia verso occidente dell'economia neolitica, ovvero dall'Anatolia verso l’Europa occidentale e verso l'India e che le aree in questione avessero semplicemente accolto l'ondata di avanzamento delle popolazioni neolitiche. IPOTESI B il nomadismo delle tribù indoeuropee si mosse dalle steppe asiatiche, in particolare dalla pianura sarmatica, verso Sud, ovvero verso i territori meridionali dell'Asia Centrale e dell'Indo, attraverso un'espansione semi-violenta, in un periodo molto più tardo rispetto a quello neolitico che portò l'agricoltura in Europa. Renfrew abbandonò l'ipotesi A in favore dell'ipotesi B. Conclusione: Remco Bouckaert. La terra di origine è stata fissata in Anatolia, agli inizi del Neolitico (settimo millennio A.C.) con espansioni sia verso Occidente che verso Oriente. La famiglia linguistica indoeuropea si concentra maggiormente in Europa, ma attraversa anche il Caucaso e l’Asia Centrale fino ad arrivare al subcontinente indiano. Ricordiamo, infatti, che appartengono alla famiglia linguistica indoeuropea la lingua Tocaria (ormai estinta da all’incirca da oltre un millennio) parlata nella regione autonoma dello Xinjiang (Cina nord-occidentale), la lingua armena parlata nella regione del Caucaso e le lingue indoiraniche parlate in India, in Pakistan, in Bangladesh, in Iraq, in Siria e in Afghanistan. La divisione centum-satem è un'isoglossa (linea che delinea i confini di un territorio). Suddivisione delle lingue indoeuropee basata sulla differenzazione tra le consonanti velari. Centum (si pronuncia kentum) e satem: numero 100 (latino e iranico). lingue centum: caratterizzate da articolazioni velari, lingue satem: articolazioni anteriorizzate (affricate palatali) o nettamente anteriori (sibilanti). Lingue centum: ovest (lingue germaniche, celtiche, latino, greco) le lingue satem: est, tra Europa orientale ed Asia. Lingua centum + antica: dallo studio della lingua tocaria (estinta in Cina), presenta forme simili a quelle del latino--> lingue aree laterali (norma di Bartoli). Area centrale: fra la cultura di Sintashta ( 2100 a.C., rilevante per la lavorazione di rame e bronzo e invenzione di bighe), e la cultura di Srubna (o delle tombe di legno, fiorita sul Dnepr e la costa settentrionale del Mar Nero dal 1850 a.C. , popolazione iranica di agricoltori con una particolare abilità per le lavorazioni in legno). Le lingue anatoliche furono fra le prime a distaccarsi dal proto-indoeuropeo o comunque le prime di cui si ha testimonianza scritta di radici indoeuropee. In generale si fa risalire la loro formazione al IV millennio a.C.. La lingua più importante e dominante è stato l’ittita, altre lingue furono il luvio, il licio e altre di cui si hanno testimonianze incerte, come il palaico, il cario, il lidio, il pisedico, il sidetico. Il crollo dell’impero ittita e la progressiva ellenizzazione dell’Anatolia portano alla estinzione di tutto il ramo linguistico, probabilmente dopo le conquiste di Alessandro Magno, stimando comunque la totale estinzione entro il I secolo a.C. . STAMPO FINO A QUI LINGUE INDOEUROPEE LA LINGUA GRECA: •Ramo linguistico indipendente all’interno della famiglia linguistica indoeuropea. •Parlato all’incirca da 13 milioni di persone, principalmente in Grecia, nell’isola di Cipro dove la stessa è riconosciuta come lingua ufficiale (a fianco del turco) ed in Albania dove è riconosciuta lingua minoritaria. •Parlato anche in Bulgaria, in Turchia, in Romania, in Italia meridionale, in Egitto, in Libia e in Siria. •Scrittura fenicia all’origine dell’alfabeto greco, a sua volta all’origine dell’alfabeto latino e dell’alfabeto cirillico. •Nell’antichità il greco era considerato lingua franca nel mondo mediterraneo e nell’Asia occidentale. Essa fu inoltre la lingua ufficiale dell’impero bizantino. •Date le sua antichissime attestazioni è possibile risalire ad una vera e proprio storia della lingua greca che può essere sintetizzata come segue: -Miceneo (1600-1100 a.C.) -Greco antico (800-300 a.C.) -Koinè greca (330 a.C.- 330 d.C.) -Greco medievale (330 d.C.-1453 d.C.) -Greco moderno (dal 1453 d.C.). LINGUA ALBANESE •La lingua albanese è parlata principalmente in Albania, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro. Essa è anche diffusa in alter aree dell’Europa come Grecia, Balcani, Bulgaria, Italia. •Comunità arbëreshe in Italia (fuga all’invasione turca e al consolidamento dell’Impero Ottomano 1478). •Varietà ghega (parlata nella parte settentrionale dell’Albania) e varietà tosca (parlata nella parte meridionale dell’Albania). •Ramo linguistico indipendente all’interno della famiglia linguistica europea. •Due dei suoi possibili gruppi originari, ovvero, il gruppo illirico e il gruppo linguistico daco-trace. •Possibile affiliazione alle lingue romanze balcaniche (M. Bartoli). LINGUE ROMANZE O NEOLATINE: PORTOGHESE, FRANCESE, SPAGNOLO, ROMENO, ITALIANO, LADINO, CATALANO, FRANCO-PROVENZALE, SARDO SETTENTRIONALE, SARDO, OCCITANO, ROMANCIO, FRIULANO. rappresentano l’evoluzione diretta del latino volgare sviluppatosi in seguito all’espansione dell’Impero Romano. Le lingue romanze nacquero e si svilupparono nell’Europa meridionale, un tempo conquistata e colonizzata dagli antichi romani. In seguito al colonialismo del XVI e del XVIII secolo, all’espansione delle potenze europee nel corso dell’Ottocento si diffusero anche nelle Americhe, in Asia, in Africa e in Oceania. •Dal punto di vista dei locutori madrelingua lo spagnolo è l’idioma più parlato, seguito dal portoghese e dal francese. Fra le lingue baltiche occidentali, oggi totalmente estinte, si avevano l’antico prussiano e il prussiano, estintesi nel XVII secolo, e altre minori. Fra le lingue baltiche orientali oltre al lettone (circa 2 milioni di locutori) e al lituano (circa 4 milioni di locutori) ancora oggi parlate, si avevano il curlandese (forse dialetto lettone), il Selonico e il Semigallico. LINGUA ARMENA: •La lingua armena è principalmente parlata nella regione del Caucaso, in particolare nella Repubblica Armena. Essa è, inoltre, presente in altri stati del mondo come conseguenza della diaspora armena avvenuta per opera dei turchi ottomani. •L’armeno è diviso in due grandi dialetti, ovvero, l’armeno orientale che è la lingua parlata nell’odierna Repubblica Armena e l’armeno occidentale che era parlato dagli armeni in Anatolia ma che scomparve da questa zona in seguito al genocidio armeno. In seguito alle varie vicissitudini, si sono sviluppati diversi dialetti della lingua armena, alcuni dei quali non sono mutualmente intellegibili. LINGUE INDO-IRANICHE: Tre sottofamiglie: LINGUE INDOARIE, LINGUE IRANICHE, LINGUE NURISTANI. •Maggior numero di parlanti all’interno della famiglia linguistica indoeuropea. •Nel gruppo iranico ricorrono alcune delle lingue di più antica attestazione all’interno della famiglia indoeuropea, ovvero, l’avestico, l’antico persiano, sanscrito, vedico. •Tra le lingue più note appartenenti alla famiglia linguistica indo-iranica ricordiamo: l’hindi e l’urdu (indostano, India e Pakistan), il bengalese (India e Bangladesh), il curdo (Turchia, Iraq, Iran e Siria), il persiano (Iran, Afghanistan). DIALETTI E IDIOMI ISTINTI: Appartengono a questa grande famiglia anche lingue ormai estinte, tra cui ad esempio, volendone citare alcune, il tocario (documentato nel Turkestan cinese intorno al 1000 d.C.) il venetico (lingua a sé parlata nell'antico Veneto) ed inoltre una serie di parlate estinte, isolate e poco note, come il frigio, il tracio, il daco-misio, il messapico, i dialetti macedoni, ecc. •Per quanto riguarda il tocario (distinto in Tocario A e Tocario B), sono state scoperte tracce nel bacino del fiume Tarim nell'Asia Centrale, in quella che attualmente è la regione cinese dello Xinjiang. Le popolazioni che parlavano queste lingue sono state identificate, probabilmente a torto, con i Tocharoi menzionati da fonti greche, da Strabone nella Geografia (vedi anche Saci) e Tolomeo (VI, 11, 6) col nome di Ithaguri. Il nome "tocario" è usato convenzionalmente in mancanza di alternative e fondate convergenze tra gli studiosi del settore. Il tocario è documentato in frammenti manoscritti soprattutto del VII e VIII secolo. L'esistenza del tocario fu scoperta casualmente agli inizi del XX secolo durante gli scavi nelle città di Turfan e di Karasahr, anticamente chiamata Agni, nella parte orientale della regione. •La lingua illirica era una lingua indoeuropea parlata nella parte occidentale della Penisola balcanica fino ai primi secoli del I millennio d.C. Le testimonianze di tale lingua sono esigue, tanto che non è possibile neppure accertare l'esatta estensione della sua diffusione e il periodo durante il quale fu lingua viva. La lingua illirica non ha lasciato eredi storici immediatamente riconoscibili; il moderno albanese è stato alternativamente considerato sia derivato dall'evoluzione in situ dell'antico illirico, sia unico membro di un gruppo indoeuropeo isolato. LEZ 7 L’EUROPA Fa parte del super-continente Eurasiaà costituito in gran parte dalla penisola europea e dalla Scandinava. L’Europa si estende dall’Oceano Atlantico ai Monti Urali. Il confine è in gran parte costituito da mare: essa è delimitata a nord dal mar Glaciale Artico, ad ovest dall'oceano Atlantico e a sud dal mar Mediterraneo e dal mar Nero. Numerose isole e arcipelaghi. I più importanti sono: Islanda e Isole Britanniche (Gran Bretagna e Irlanda), Azzorre, Madeira e Canarie nell’Oceano Atlantico; Baleari, Corsica, Sardegna, Sicilia, Malta, Isole Ionie, Cicladi, Creta, Sporadi, Dodecaneso, Rodi e Cipro nel Mar Mediterraneo. L’Europa linguistica: Numerose differenze a livello politico, linguistico e culturale (soprattutto tra Europa occidentale ed Europa orientale) come conseguenza dei numerosi movimenti avvicendatisi sul territorio (uso di alfabeti differenti). Si contano all’incirca 60 lingue statuarie. Il greco e il latino Il greco e il latino sono stati i serbatoi iniziali per il processo di acculturazione dell’Europa. Le due culture avevano raggiunto una sorta di equilibrio e di coesistenza, attraverso una serie di tappe: -Espansione romana nel Mediterraneo e in Europa dalla fine del III sec. a.C. all’inizio del II sec.d.C. -Affermazione del latino nei territori conquistati, resistenza nei confronti del latino nelle aree grecofone di Grecia, Anatolia, Medio Oriente. -Greco come lingua di cultura nel mondo romano; gli uomini di cultura conoscevano sia il greco che il latino. La fase di equilibrio e contrapposizione: La situazione di equilibrio si caratterizzò sempre più come contrapposizione. L’Impero Romano, sotto le pressioni esterne delle popolazioni germaniche e di altre migrazioni di massa, i cosiddetti «barbari» , decidono di suddividere l’Impero Romano d’Occidente da quello d’Oriente. I legami fra area orientale e occidentale del bacino mediterraneo, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e le migrazioni germaniche, si approfondirono ancora di più dopo l’insediamento di genti slave.. I due mondi, ambiente latino- romano e ambiente greco-bizantino, ebbero un primo elemento sostanziale di separazione, perdendo contatti sempre più fra di loro. Paleoslavo: Un episodio cruciale fu la “creazione” del paleoslavo (IX sec.), creato mediante l’alfabeto glagolitico (a base greca), lingua religiosa ed amministrativa per le popolazioni slave, che permise l’attrazione verso la chiesa d’Oriente. Le migrazioni nel medioevo -Germaniche -Slavi (VIII secolo) Il Cornico è una lingua derivante dal britico ed è considerata una lingua sostanzialmente estinta dal diciottesimo secolo. Nel Novecento si sono avuti vari movimenti che hanno cercato di restaurare la lingua cornica che tutt’oggi però è conosciuta e parlata a livello elementare da un numero esiguo di persone stanziate in prevalenza in Cornovaglia. Il bretone Il Bretone è la lingua caratterizzante la Bretagna, regione a Nord-Ovest della Francia. Questa lingua ha subito, durante la prima metà del Novecento un calo di all’incirca di un milione di parlanti. Lo Stato francese non riconosce il Bretone come lingua ufficiale. Le lingue Baltiche Le lingue baltiche si sono sviluppate probabilmente fin dal I secolo a.C., Tali lingue sono parlate soprattutto nell'area ad est e a sud-est del Mar Baltico nell'Europa settentrionale. Il gruppo linguistico viene generalmente diviso in due sottogruppi: il baltico occidentale, che contiene solo lingue morte, e il baltico orientale, che contiene sia lingue estinte sia le due maggiori lingue viventi del gruppo. La lingua Romaní La lingua romaní o romanes è una lingua indoeuropea parlata da alcune comunità rom. Il romaní è l'unica lingua indoaria parlata, quasi esclusivamente, in Europa, fin dai tempi del Medioevo. È una lingua che la maggior parte dei linguisti ritiene discenda dalle parlate popolari dell'India settentrionale. I prestiti in romaní consentono di tracciare il modello della loro migrazione verso ovest. Le lingue altaiche Le lingue altaiche sono una famiglia linguistica che include 60 lingue parlate da circa 250 milioni di persone, particolarmente in Asia centrale, settentrionale e orientale. La lingua maltese Da un punto di vista linguistico, il maltese è una lingua appartenente alla famiglia semitica, imparentato con i dialetti parlati nella regione del Maghreb. È l'unica varietà araba minore ad essere riconosciuta come lingua nazionale. La lingua basca La lingua basca è parlata tutt’oggi in un territorio della Spagna settentrionale della Spagna nella zona a cavallo dei Pirenei, in particolare nel Paese Basco, regione della comunità autonoma dei Pesi Baschi. In basco la regione del Pese Basco è chiamata Euskal Herria che letteralmente significa il popolo che parla la lingua basca. La particolarità di questo termine è che esso viene utilizzato sia per indicare il luogo geografico abitato dai baschi sia l’insieme stesso dei baschi. LEZ 8 Le lingue romanze Le lingue romanze condividono una origine comune: il loro sviluppo in ogni caso può essere fatto risalire al latino. A partire dal crollo dell’Impero Romano d’Occidente si possono evidenziare 3 ragioni principali della progressiva divergenza linguistica: 1. frammentazione linguistica insita nel processo di acquisizione della lingua, controbilanciata in ogni momento dalla necessità di comunicare con gli altri all'interno di una comunità linguistica condivisa. 2. vi erano già durante l'Impero incipienti divergenze tra il latino di varie province. 3. disgregazione dell'Impero. Classificazione lingue romanze: Si può iniziare con la classificazione proposta da Tagliavini, basata sull’idea che esistono quattro raggruppamenti principali ma diverse varietà intermedie tra essi (lingue-ponte). Da est verso ovest si hanno: il balcanoromanzo;l’italoromanzo;il galloromanzo;l’iberoromanzo. Tutte sono unite come anelli di una catena dalle lingue-ponte (dalmatico, galloitaliano e ladino, catalano). Il criterio di Tagliavini è soprattutto di tipo geografico. La classificazione delle lingue romanze di Lausberg In Lausberg invece assumono una funzione preponderante le ragioni storico-evolutive. Lo studioso tedesco distingue tre raggruppamenti principali – i primi due ulteriormente ramificati – che si sarebbero formati in seguito a diverse ondate di innovazioni: -Romània occidentale Galloromania: Retoromania (romancio, ladino e friulano), Italia settentrionale, Iberoromania; -Romània orientale: Italia centrale e meridionale, Dalmazia, Romania. Le lingue romanze della penisola iberica Il castigliano come lingua ufficiale Nel Medioevo il castigliano, uno dei tanti dialetti della penisola, si diffonde al di fuori dei confini della Castiglia per motivi commerciali e, grazie alla flessibilità, diventa una vera e propria lingua franca. La lingua catalana. La situazione in Catalogna La lingua catalana, in età medievale lingua della corte d’Aragona, caratterizza la Catalogna (nord- est della Spagna), Comunità Valenciana, Isole Baleari, principato di Andorra e il territorio italiano di Alghero, in Sardegna. La lingua catalana. La situazione nella Comunità Valenciana L’idioma valenciano è lingua ufficiale in tutta la comunità valenciana, sebbene essa sia da considerare una varietà dialettale del catalano. Non è parlato in tutta la comunità valenciana, ma soprattutto lungo la costa, dove assume anche variazioni subdialettali. La situazione nelle Isole Baleari Si chiama baleare o balearico la famiglia dei dialetti catalani parlati nelle Isole Baleari; le sue sottovarianti sono il maiorchino (a Maiorca), il minorchino (nell'isola di Minorca) e l'ibizenco (nelle Pitiuse formate da Ibiza e Formentera). Il galiziano Il galiziano è la lingua parlata nella Galizia, l'estrema punta atlantica del territorio spagnolo. Il gallego è la lingua romanza più affine al portoghese. Nonostante essa sia parlata ancora oggi, ha subito e sta continuando a subire un processo di indebolimento dovuto all'estendersi della dominazione castigliana. Le lingue di Spagna non ufficiali più rilevanti ARAGONESE: l'idioma aragonese si è delineato, a partire dal VII-VIII secolo, dai dialetti latini parlati nella penisola iberica nonché da un substrato basco. ASTURIANO-LEONESE: l'origine dell'antica lingua leonese e delle sue varianti risale ai primi anni del X secolo, quando le Asturie facevano parte del regno cristiano di León. Tutt’oggi essa non gode di alcuno status di ufficialità. La «decrescita felice» del castigliano in Spagna:In una prospettiva europea sempre più aperta alla promozione delle lingue minoritarie la Spagna può dunque essere vista come un modello di plurilinguismo basato sul riconoscimento del valore identitario e culturale di comunità linguistiche «altre» all’interno di una nazione. In questa ottica si può parlare di «decrescita felice» del castigliano intesa come la riduzione controllata, selettiva e volontaria Il Ladino dolomitico fa parte del gruppo linguistico retoromanzo è un raggruppamento di lingue neolatine unite da strette affinità e parlate da oltre 800.000 persone nella parte centro-orientale dell’arco alpino. Le altre due lingue riconosciute che ne fanno parte sono il Romancio ed il Friulano. Le colonie linguistiche Si tratta di piccoli gruppi che parlano lingue appartenenti a famiglie diverse. Sono arrivati in momenti diversi da altri Paesi e che, insediatesi in territori circoscritti, hanno mantenuto la loro identità culturale benché immerse in un contesto differente. colonie in Sardegna: Catalano ad Alghero; Tabarchino, una variante della parlata ligure, adottata originariamente dalla popolazione in fuga da Tabarka in Tunisia e ospitata nel Settecento nell’Arcipelago del Sulcis (Carloforte nell’Isola di San Pietro, Calasetta nell’Isola di Sant’Antioco); colonie germanofone (Walser, Mòchena, Cimbra, Bavarese in Veneto e Friuli Venezia Giulia); altre colonie storiche (croata, greca, albanese). Le colonie germanofone Walter: I Walser (contrazione del tedesco Walliser, cioè vallesano, abitante del canton Vallese) sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa. Cimbri: i cimbri costituiscono la minoranza etnica e linguistica attualmente stanziata in pochi centri sparsi nell'area montuosa compresa tra le province di Trento, Vicenza, e Verona. Le lingue di minoranze linguistiche In regime di co-ufficialità con l’italiano, rimandano ad altrettante minoranze nazionali che hanno i propri riferimenti culturali e politici al di là dei confini. Rispetto alle altre tipologie minoritarie, queste lingue presentano proprie caratteristiche peculiari e, proprio in quanto parlate da gruppi il cui nucleo centrale nazionale è situato oltre i confini dello Stato italiano, risultano tutelate da accordi di diritto internazionale : Tedesco (Alto Adige); Sloveno (Friuli Venezia-Giulia); Francese (Valle d’Aosta). LEZ 9 LE LINGUE GERMANICHE un gruppo di tribù si diresse verso l'Europa nord-occidentale (Svizzera e Danimarca).Qui, il dialetto indoeuropeo subì una serie di cambiamenti che ne fecero una nuova lingua, nota come germanica o germanica primitiva. Aree di partenza: sud Svezia(Gozia), Clima mite-->mediterraneo--> crescita di popolazione e possibilità di coltivazione (in Scandinavia la vite). Cambiamento clima +freddo-->i germani si spinsero + a sud verso l’europa continentale. Queste prime migrazioni, non documentate, si ritiene che portarono allo sviluppo della cultura di Jastorf--> cultura archeologica dell'età del ferro diffusa nell'attuale Germania settentrionale. I Germani si spostarono x primi, nei balcani. In base le migrazioni, distinguiamo le popolazioni germaniche in: - i Germani settentrionali (svedesi, danesi e norvegesi) in Scandinavia, - i Germani orientali (Goti, Vandali e Burgundi) tra l'Oder e la Vistola. e tre gruppi probabilmente corrispondenti agli Ingaevones, Istaevones ed Herminones di Tacito: - i Germani del Mare del Nord («Ingevoni», Frisoni, Angli e Sassoni); - i Germani del bacino del Reno-Weser («Istevoni», principalmente Franchi); - i Germani del bacino dell’Elba («Irminoni», compresi Alemanni, Bavaresi e Longobardi). Popolazioni germaniche orientali: i Goti--> traduzione Bibbia in gotico. I Goti si suddivisero in 2 tribù che ebbero storie differenti: -Goti dell'est o Grutungi (più tardi Ostrogoti) -Goti dell'ovest o Tervingi (Visigoti). I Visigoti furono i primi a spostarsi: entrano in Italia, raggiungendo Roma e la saccheggiarono. Si stabilirano tra Provenza e Aquitania. Occuparono l’Hispania, raggiungendo la penisola Iberica. Il regno dei Visigoti cadde a seguito della conquista effettuata dai Mori guidati dagli Arabi tra il 711 ed 713. Gli Ostrogoti: Gli Ostrogoti, vennero incaricati di invadere l’Italia contro Odoacre, guidati da Teodorico; dopo la vittoria di Verona contro Odoacre, si venne così a costituire il Regno Ostrogoto d’Italia. Gli Ostrogoti costituirono un nuovo regno romano- barbarico in Italia, che si estendeva fino alla Pannonia a nord est e alla Provincia (l'odierna Provenza) a nord ovest. Dopo la morte di Teodorico le sue conquiste incominciarono a collassare. I Bizantini decisero allora di riconquistare l’Italia innescando la Guerra Gotica che terminò con la caduta dell’ultimo re ostrogoto. Gli Ostrogoti superstiti furono perseguitati e scomparvero rapidamente anche assorbiti dalla cultura longobarda che divenne preminente. VANDALI Stirpe germanica orientale inizialmente stanziata nella regione della foce della Vistola. si spinsero sino alla Rezia, saccheggiandola. Si stanziarono nella Penisola Iberica. saccheggiarono Roma insieme ai Mauri. Il regno vandalico terminò quando i bizantini invasero il Nord Africa. I FRANCHI I Franchi furono importanti perché sopraffecero altre popolazioni germaniche. Fra queste assumono particolare importanza i Longobardi, stanziati inizialmente nel bacino dell’Elba e insediatisi in Italia. Dopo una serie di guerre civili all’interno dell’Impero, il Trattato di Verdun divise l’impero in Francia (Regno dei Franchi Occidentali), Germania (Regno dei Franchi Orientali e la Francia Media (Paesi Bassi, Lorena, Alsazia, Borgogna, Provenza e Italia) fra i tre figli di Ludovico il Pio. Le migrazioni che hanno portato a una maggiore diversità linguistica hanno avuto luogo rispetto sia al germanico settentrionale che al germanico occidentale. LINGUE GERMANICHE 'Scandinavo comune' è un termine spesso usato per la lingua germanica parlata in Scandinavia nel periodo successivo alle 'Grandi Migrazioni'. IL DANESE: lingua ufficiale del regno di Danimarca. La storia della lingua danese si suddivide in tre periodi principali: il Danese Antico,corrispondente all'incirca all'età vichinga; Medio Danese, corrispondente al Medioevo; e Danese Moderno, periodo successivo alla Riforma e fino ai tempi moderni. LO SVEDESE: lingua ufficiale della Svezia, parlata anche in Finlandia. Lo svedese standard moderno si sviluppò nella regione del Mälar-Uppland (sede dei principali centri di governo) ma la lingua standard fu influenzata anche dal dialetto della regione del Götalan. La storia della lingua svedese cade in due periodi principali: 1. primo protoslavo e il periodo caratterizzato da cambiamenti che hanno interessato lo slavo e il baltico è chiamato balto-slavo. SOMIGLIANZE TRA BALTICO E SLAVO: il baltico e lo slavo erano alla fine del processo di disintegrazione della comunità linguistica indoeuropea, ciò che viene chiamato "balto-slavo" è, in effetti, l'ultimo stadio del tardo proto-indoeuropeo. Una volta separati l'uno dall'altro, baltico e slavo continuarono a coesistere fianco a fianco e conobbero un periodo di sviluppi paralleli e di vero e proprio prestito linguistico. LA PATRIA D’ORIGINE: È generalmente accettato che la ricerca della patria degli slavi dovrebbe essere limitata alla regione delimitata dall'Oder, dal Baltico, dal Dnepr e dal Danubio. Evoluzione linguistica dell’Europa orientale. ha risentito molto di quelle che sono state le vicende storico- politiche che l'hanno caratterizzata. Fino allo scoppio delle guerre balcaniche del 1912-1913 il territorio in questione era controllato da tre forze principali, ovvero, l'impero zarista, l'impero asburgico e l'impero ottomano. Al crollo di questi, si creò la condizione ideale per l’insurrezione di movimenti nazionalistici volti all’affermazione delle differenti comunità etniche. Sfaldamento che non rispecchia più la definizione di confini etno-geografici. LINGUE: BULGARO: lingua nazionale della Repubblica della Bulgaria Viene registrato per la prima volta nei primi manoscritti slavi, come antico slavo ecclesiastico (antico bulgaro). MACEDONE La Macedonia è definita come la regione che comprende la Repubblica di Macedonia del Nord, il distretto di Blagoevgrad nella Bulgaria sud-occidentale (Macedonia di Pirin) e la provincia della Macedonia nella Grecia settentrionale (Macedonia egea). Macedone: lingua ufficiale Macedonia; riconosciuta come lingua minoritaria anche in Albania. SERBO-CROATO Lingua slava meridionale Era una delle lingue ufficiali della Jugoslavia,Croazia, Bosnia e Montenegro. Croato: parlato in località molisane: Acquaviva Collecroce e San Felice. Dialetti serbo-croati: suddivisi in 3 gruppi: 1.ciacavo (čakavo) (Croazia..) con forti influenze di italiano e veneto; 2. caicavo (kajkavo) ( Ungheria meridionale..); 3.stocavo (štokavo) (maggior parte della Croazia interna, Bosnia, Ungheria meridionale..) SLOVENO: lingua ufficiale Slovenia e co-ufficiale in Friuli Venezia Giulia. Nella storia ci son state situazioni di bilinguismo. Dialetti: unico tra le lingue slave per l'eterogeneità dei suoi dialetti. CECO: lingua ufficiale della Repubblica Ceca, parlata in provincia di Boemia e Moravia (rep ceca). compreso da chi parla slovacco. Dialetti: I dialetti cechi si dividono in quattro gruppi principali: - boemo (dialetto anche di Praga, comprende anche la variante detta «ceco comune» da non confondere con la lingua standard); - Haná, (nella Moravia Centrale, comprende le città di Brno e Olomouc); - Lachiano (Slesiano comprendente la città di Ostrava); - Moravo-Slovacco (Moravia sudorientale al confine con la Slovacchia). SLOVACCO: ufficiale in Slovacchia, o Repubblica slovacca. L'area di lingua slovacca si riversa in Polonia, con una diffusione più ampia in Ungheria e sacche sparse in Romania e nell'ex Jugoslavia (principalmente Vojvodina dove è lingua regionale). Le migrazioni storiche hanno dato origine a gruppi slovacchi altrove in Europa e grandi colonie all'estero (Canada, Stati Uniti e Argentina). SORABO: nel X sec, Il sorabo era parlato in un'area che si estendeva a est della Neisse in territorio polacco. - sorabo superiore: è parlato nelle città di Bautzen e Kamenz e nei territori circostanti della Sassonia; - sorabo inferiore: è parlato è parlato nella città di Cottbus e nei territori circostanti del Brandeburgo. POLACCO: parlata da abitanti della Polonia e di alcuni altri Paesi, come Stati Uniti, Ucraina, e Germania. Il polacco appartiene al ramo lechitico del gruppo slavo occidentale. Durante il periodo delle spartizioni della Polonia (1772-1918), i polacchi resistettero ai tentativi di russificazione e, nella zona prussiana, alla germanizzazione. Il territorio linguistico polacco è stato tradizionalmente suddiviso in cinque grandi aree dialettali, corrispondenti alle regioni storico-geografiche di: - Małopolska (Piccola Polonia); - Wielkopolska (Grande Polonia); - Mazowsze (Masovia); - Śląsk (Slesia) - Kaszuby (Casciubia o Cassubia)-> casciubo=lingua a parte. RUSSO: (lingua policentrica) 3 tipi di russificazione: 1. russificazione non pianificata: adozione della lingua e della cultura russa da parte di non russi attraverso un processo di assimilazione culturale più o meno volontaria alle norme prevalenti. 2. La russificazione amministrativa: crescente centralizzazione della burocrazia imperiale russa che era un processo in corso almeno dal regno di Nicola I. La centralizzazione e la "standardizzazione" nell'impero russo implicavano inevitabilmente un forte grado di russificazione, poiché il russo era la lingua della burocrazia imperiale e quindi aveva la precedenza su tutte le altre lingue. 3. russificazione culturale si riferisce alla politica deliberata di tentare di assimilare culturalmente i non russi, cioè di trasformare i russi in polacchi, uzbeki o altri non russi. PROCESSO DI SOVIETIZZAZIONE: Il linguaggio comune che legava tutto l'URSS (unione sovietica) era, ovviamente, il russo. Qualsiasi non russo che desiderasse intraprendere una carriera oltre i confini della propria repubblica nativa doveva quindi possedere una conoscenza sofisticata del russo. La riforma dell'insegnamento delle lingue nelle scuole sovietiche nel 1958 mirava a rendere il russo una "seconda lingua madre" per i non russi. Politica di indigenizzazione (korenizatsiia) (la creazione di regioni autonome, la promozione di rappresentanti delle élite locali alla leadership, l'uso delle lingue nazionali nella registrazione e nell'istruzione e lo sviluppo dei mass media nelle lingue indigene), PROCESSO DI DE-RUSSIFICAZIONE: (Negli anni 1897-1989) l'aumento del ruolo dei non russi nelle strutture di governo è stato dovuto all'aumento del loro status etno-politico, poiché la quota di non russi nella popolazione del paese è diminuita in questo periodo. Il calo della percentuale di russi al governo è accelerato negli anni 1979-1989 sotto l'influenza del tasso di natalità più elevato tra i non russi. La maggior parte dei madrelingua si trova nella Federazione Russa. La lingua è attestata anche negli Stati Uniti e in Israele. Il russo è lingua ufficiale anche in Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan, Gaugazia (entità territoriale autonoma in Moldavia). Russofonia: Si immagina che tutti i membri della comunità linguistica russa parlino la stessa lingua; Oggi la discussione sulle varietà del russo si concentra sulla possibilità dell'esistenza di varianti statali specifiche della lingua, in particolare negli stati post-sovietici. Nelle repubbliche autonome del paese, almeno 26 lingue sono impiegate a titolo ufficiale (Abazino, Adighè, Buriato..). queste comunità linguistiche potrebbero ridefinirsi come nazione a sé stante e persino richiedere la piena indipendenza per la propria repubblica-- >diventando stati-nazione. FAMIGLIA INDOARIANA: parlate principalmente nel subcontinente indiano. 220 lingue indoariane, fra cui le più parlate sono le lingue derivate dall’Indostano, ossia le lingue ufficiali di India, l’Hindi, e di Pakistan, ossia l’Urdu. Altre lingue rilevanti sono il Bengalese, (lingua ufficiale del Bangladesh e di alcuni Stati dell’India) il Punjabi, (lingua di Pakistan e India), il Marathi, il Gujarati. IMPORTANTI LE INVASIONI DELL’iNDIA: con invasione musulmana dell'India tra il XIII ed il XVI secolo. il persiano venne presto sostituito dall'urdu. Questa lingua indoaria nacque come combinazione di elementi lessicali persiani su una grammatica indoaria. parola di origine turcica il cui significato è "accampamento (imperiale)", Le due principali lingue che si formarono dagli Apabhramśa furono il bengali e l'hindi. FAMIGLIA LINGUISTICA DRAVIDICA: 85 lingue. 4 principali: – Kannada (o Canarese), Malayalam, Tamile Telugu - sono riconosciute come lingue programmate dalla costituzione dell'India. India: hindi e inglese come le due lingue ufficiali per il governo nazionale. 22 lingue registrate+ lingue riconosciute in piccoli territori. SUD EST ASIATICO Lingue Mon-Khmer: Khmer e Vietnamita, sono le lingue nazionali della Cambogia e del Vietnam. Le migrazioni portarono quelle che sarebbero diventate le lingue tibetane sull'altopiano del Tibet, mentre altre, seguendo una direzione sud-ovest lungo le valli fluviali in Myanmar, India e Nepal, hanno prodotto una dozzina di rami diversi. Il birmano è la lingua nazionale del Myanmar, ma le altre lingue tibeto-birmane del sud-est asiatico sono per lo più parlate da minoranze. Il Tai-Kadai è una famiglia arrivata relativamente da poco, che ha avuto origine, probabilmente, nell'area di confine tra la Cina meridionale e il Vietnam settentrionale, e si è diffuso nel Myanmar orientale, in Thailandia e in Laos all'inizio del secondo millennio d.C. Il tailandese e il laotiano sono lingue nazionali; altri membri della famiglia sono parlati da un numero minore di persone nelle regioni settentrionali del Vietnam, Laos e Myanmar. Le lingue austroasiatiche sono originarie del sud-est asiatico e costituiscono una famiglia ampia ed eterogenea. In epoca preistorica alcuni gruppi austroasiatici migrarono nell'Asia meridionale producendo un'importante divisione tra le lingue Munda dell'India e le lingue Mon-Khmer che rimasero nella loro patria. lingue Munda: sono lingue atipiche austroasiatiche i cui parlanti potrebbero essere migrati a ovest in epoca preistorica in India dalla loro terra natale del sud-est asiatico. . I parlanti Munda sono popoli tribali che abitano, principalmente, l'India nord-orientale, cercando riparo nelle giungle e nelle colline dove vivono praticando un tipo primitivo di agricoltura. Le lingue munda sono parlate principalmente nell'India nord-orientale e centrale con alcune comunità in Nepal e Bangladesh. Le principali lingue Munda sono: il Santali, una lingua programmata dell’India, il Mundari, parlato dalle tribù Munda, l’Ho è anche essa una lingua tribale. lingue Mon-khmer: parlate da circa 90-100 milioni di locutori. Il Khmerico è composto da due lingue: il Khmer centrale o standard, la lingua nazionale della Cambogia, e il Khmer settentrionale, parlato nel sud-est della Thailandia. Il Bahnarico è un grande gruppo di lingue, parlato da circa un milione di persone, nel Vietnam centro-meridionale, nel Laos meridionale e nella Cambogia orientale. Il ramo Monico ha solo due lingue, Mon del Myanmar sudorientale e Thailandia centrale e Nyahkur della Thailandia. Le lingue katuiche sono parlate principalmente nel Laos meridionale e nelle regioni adiacenti del Vietnam, oltre a sacche in Thailandia e Cambogia. Le lingue principali sono il Bru orientale e il Ta'oih superiore del Laos e del Vietnam, il Kataang del Laos, il Katu orientale del Vietnam, il Sô del Laos e della Thailandia, il Kuy del Thailandia e Cambogia. Le lingue peariche della Cambogia occidentale e della Thailandia sudorientale sono parlate da popolazioni molto piccole e sono tutte in via di estinzione. Il ramo Khmuico è composto da circa una dozzina di lingue situate nel nord del Laos e nelle regioni vicine della Thailandia e del Vietnam. Il ramo vietico è parlato in Vietnam con minoranze in Laos e Cambogia. Il primo linguaggio è il vietnamita, seguito dal muong con diverse lingue minori. LINGUE SIBERIANE: piccole famiglie linguistiche isolate parlate in tutta l'Asia settentrionale. Includono le lingue uraliche della Siberia occidentale (ungherese e finlandes), le lingue yenisei (legate al turco e alle lingue athabaske del Nord America), lo Yukaghir, il Nivkh di Sakhalin, l’Ainu del Giappone settentrionale, il Chukotko-Kamchatkano nella Siberia più orientale e l’eschimo-aleutino. LEZ 12 LINGUE AFROASIATICHE Parlate da oltre 500 milioni di persone, che vivono nell'Africa settentrionale, nel Corno d'Africa e nel sud-ovest asiatico. Chiamate anche camito-semitiche--> sottolinea la posizione particolare, attribuita al gruppo semitico all’interno di questa famiglia linguistica. TEORIE SULLE TERRE D’ORIGINE: Nessuna teoria è sicura. 1.“ipotesi di dispersione dell’agricoltura/lingua”, secondo la quale i principali gruppi linguistici si sono dispersi con l’introduzione delle prime tecnologie agricole nel Neolitico. il proto-afroasiatico potrebbe essere stata la lingua dei primi agricoltori del Levante. Militarev il proto-afroasiatico avrebbe un’origine chiaramente asiatica. Durante il X millennio a.C., questa forma primitiva si sarebbe poi divisa nelle sue lingue figlie in due rami: 1) il ramo settentrionale, il quale include l’egiziano, il semitico, il ciadico ed il berbero; 2) il ramo meridionale, comprendente il cuscitico e l’omotico. divisione tra l’egiziano ed il semiticociadico-berbero. 2. Africa come terra di origine: che la maggior parte della diversità e ramificazione linguistica dell’afroasiatico si trovi in Africa. 3 costa del Mar Rosso come terra di origine: , Ehret deduce che la diffusione iniziale del proto-afroasiatico non era agricola, collegando la lingua con il sistema di sussistenza che era utilizzato in quell’area, deducendo che il proto-afroasiatico era parlato proprio dove il sistema è apparso per la prima volta, ovvero nell’area compresa tra il Sahara orientale e l’Etiopia settentrionale. 4 Sudan come terra di origine: proposta da Bender. Questa teoria presenta degli aspetti in parte considerati importanti, ma dall’altra controversi, in quanto presuppone che il semitico abbia avuto origine in Etiopia e abbia poi raggiunto l’Asia attraverso il Mar Rosso. 5 Etiopia: Blench, collocata nel 5000 a C. 6 Sahara: Egli afferma che i parlanti egiziani furono i primi a distaccarsi dagli altri gruppi a partire dell’VIII millennio a.C., partendo dalla parte alta della valle del Nilo, per poi spostarsi lungo la parte bassa della valle in Egitto. LINGUE SEMITICHE: Una vasta storia: Le prime attestazioni di semitico sono parole e nomi propri che compaiono nei testi sumeri della prima metà del terzo millennio a.C. e, probabilmente, nei testi delle piramidi egizie della metà del terzo millennio. /quarto è probabile che i primi parlanti del semitico siano entrati nell'Asia sud-occidentale dall'Africa.Verso la fine del quarto millennio, i parlanti ancestrali del semitico orientale si erano già trasferiti in Mesopotamia. Terra di origine:1 una famiglia settentrionale di lingue afroasiatiche, in cui sono inclusi anche il berbero e forse l’egiziano. 2Successivamente, il semitico sarebbe entrato nel Levante (riprendendo la teoria di Militarev) distribuendosi poi verso le rive del Mar Rosso. --- -George Van Driem: lingua sviluppata grazie a migrazioni prima a nord poi a sud. - Roger Blench sostiene che l'agricoltura non può essere ricostruita per il proto-sino- tibetano. FAMIGLIE LINGUISTICHE: -LINGUE TIBETO-BIRMANE: altopiano tibetano, arrivando al Nepal, India... Parlate da un numero poco elevato (60 milioni): tibetano (5 milioni di parlanti), altre meno di 10mila. Il newar è una lingua ufficiale in Nepal, il tibetano è la lingua ufficiale della regione autonoma cinese del Tibet e lo Dzongkha (un dialetto del tibetano) è la lingua nazionale del Bhutan. Birmano: sviluppato nel 9 sec., usata come 2 lingua, evoluta tardi. LINGUE IN CINA :+importanti Centinaia di lingue, principale: cinese standard. Cinese standard noto come Putonghua: lingua ufficiale nazionale, basata sul mandarino. Tranne ad Hong Kong e Macao che hanno lingue ufficiali cantonese, inglese e portoghese. La linea Hu prende il nome da Hu Huanyong, un demografo cinese che per primo ha identificato la demarcazione in un documento di ricerca a metà degli anni '30, la linea immaginaria divide la Cina in due parti: oriente (cina + popolata), occidente (+scarsa)--> teoria che riguarda anche la diffusione delle lingue (ancora oggi). Sinogrammi: caratteri cinesi (nell’alfabeto). nati in origine per essere incisi sulle ossa oracolari messe a crepare sul fuoco per effettuare delle divinazioni. La pronuncia viene oggi indicata con un sistema di romanizzazione, il pinyin, che però non è un alfabeto. Il pinyin è più precisamente una trascrizione in caratteri latini che include una notazione fonetica. 7 varietà linguistiche + importanti derivanti dal cinese: Cinese mandarino (al giorno d'oggi sinonimo di "lingua cinese standard"); Wu (include lo shanghainese); Xiang; Gan; Hakka/Kejia; Yue (o "cantonese"); Min (che alcuni linguisti dividono ulteriormente in 5-7 suddivisioni). -CINESE ANTICO: dalla dinastia Shang alla dinastia Han; -MEDIO: le Dinastie del Nord e del Sud e le dinastie Sui, Tang e Song; -MODERNO: ASCESA CINESE MANDARINO: il Primo Mandarino ha iniziato a svilupparsi con la fine del tardo cinese medio e della caduta della dinastia Song, avvenuta ad opera dei mongoli. Il periodo mandarino finisce nel momento in cui viene standardizzato nel corso del 900. Anni 70: Cina entra a far parte del consiglio di sicurezza delle nazioni unite, Cinese diventa lingua principale delle n u. Lingue cinesi comprese nelle 200 lingue principale del mondo. MANDARINO: + importante; termine deriva da parola portoghese “mandarim” (ministro/consigliere). Dialetti: mandarino nord orientale, di Pechino, jilu, jiaoliao. Il WU: lingua ufficiale di Shangai. YUE: lingua ufficiale di Hong Kong e Macao. LINGUE MIN: in grande sviluppo, derivano dal fiume. Si sono separate dalle altre lingue parlate in Cina, x questo si dividono in varie lingue. Parlate in alcune isole. Si pensa però che in futuro il cinese possa prendere il sopravvento. LEZ 14 LE LINGUE IN AFRICA Africa continente molto esteso con una grande varietà linguistica. Ma solo 4 famiglie linguistiche: 1 niger-kongo(dominante), 2 afroasiatica, 3 nilo-sahariana, 4 khoisan. L'africa ha una forma triangolare; la parte settentrionale è formata da un ambiente costiero, desertico, golfo di Guinea (parte di partenza delle colonizzazioni); la parte dell’Etiopia: parte di montagna. La parte meridionale: deserto del Sahara. Presenza di Isole Madagaskar--> famiglia austronesiana.-->popolazioni che nella storia hanno amigrato dal sud est asiatico in africa. 1 miliardo e 400 milioni di abitanti (è ancora in crescita). Attualmente si parlano 2158. L’EGIZIANO: utilizzato come lingua liturgica. condivide alcune strutture morfologiche e sintattiche con il gruppo semitico, ciadico e berbero. LINGUE BERBERE: comprende le lingue parlate nell’Africa del Nord ad ovest della valle del Nilo, ovvero i dialetti del Nord Africa escluso l’egiziano. Le diverse forme attuali di questi dialetti sono distribuite in aree sparse in tutto il Nordafrica ad ovest del Nilo e in gran parte del Sahara centrale e occidentale, soprattutto in Algeria e Marocco.Parlate anche in Tunisia, dove però prevale l’arabo. Situazione del Maghreb: (ovvero gli stati del Nord Africa ad eccezione dell’Egitto), presentano un quadro linguistico molto diversificato e complesso. caratterizzati dalla lingua araba e dalla presenza delle lingue europee, tra le quali domina il francese, e anche da una lingua minoritaria molto importante dal punto di vista numerico: il berbero.es. In Marocco e Algeria le lingue ufficiali sono l’arabo e il berbero. (in Algeria si parla anche il francese). LINGUE CUSCITICHE: prevale il soomaro (lingua della Somalia). Altra lingua: oromo (numerosi parlanti, ma non è una lingua ufficiale dell’Etiopia). LINGUE OMOTICHE: pressi della valle del fiume Omo. Queste lingue sono anche suddivise in omotico settentrionale e omotico meridionale. alcuni studiosi propongono di vedere le lingue omotiche come facenti parte di un gruppo isolato e non appartenente all’afroasiatico. 6 milioni di locutori in Etiopia. LINGUE ETIOPICHE: il semitico d’Etiopia è parlato dalle popolazioni di lingua semitica che si stabilirono in Africa dalla Penisola araba, tra il II e il I millennio a.C.. L’etio-semitico si differenzia a sua volta in due branche principali: l’etio-semitico o etiopico settentrionale e l’etio-semitico o etiopico meridionale. Il primo ramo include il ge῾ez, ovvero la lingua classica e liturgica della letteratura dell’antico regno di aksum e dell’Etiopia cristiana medievale. Altre lingue: tigrè (lingua ufficiale di Eritrea e Sudan); dahalik, una lingua solo orale molto simile al tigrè, la quale è parlata da un piccolo numero di persone nelle isole Dahlak nel Mar Rosso; e il tigrino(ufficiale in Eritrea). LINGUE CIADICHE: suddivise in tre sottogruppi principali: a) ciadico occidentale, in cui è compreso l’Hausa, e altri sottogruppi minori, diffuso tra la Nigeria settentrionale e il Niger centrale; b) ciadico centrale o Biu-Mandara, un insieme di lingue prive di tradizione scritta parlate tra il nord-est della Nigeria, il Ciad e il Camerun settentrionale (Tera, Bura, Higi, Mandara, Matakam, Sukur, Daba, Bata, Kotoko, Musgu, Gidar); c) ciadico orientale, anch'esso articolato in numerose lingue non scritte, diffuse nelle savane centrali del Ciad (Somrai, Lele, Kera, Dangla-Mubi,Mukulu/Mokilko, Sokoro, Barain.) LINGUE LINO-SAHARIANE: 130 lingue raggruppate in un grande ramo del Sudan orientale più 10 rami minori aggiuntivi, vale a dire il Sudan centrale, il Maban, il Kuliak, il Songhay, il Fur, il Sahara, il Gumuz, il Koman, il Berta e il Kunama. LINGUE DEL NIGER-CONGO: La famiglia Niger-Congo predomina nell'Africa subsahariana che si estende dal Senegal a ovest al Kenya a est ea sud fino al Sud Africa. 1.000 linguaggi suddivisi in 9 gruppi: Nel nord-America, quasi tutte le lingue indigene si stanno estinguendo. Lingue + importanti: Na-Dene (da Alska a montagne rocciose, espansione verso est), l’Algonchino e l’Eschimo- Aleutino (nord). LINGUE ESCHIMO-NAUTINE: prime ad entrare in contatto con popolazioni di altre famiglie linguistiche, LINGUE NA-DENE: formata con molte migrazioni, espanse molto tardi (1500). LINGUE UTO-AZTECHE: Messico, sviluppate tardi ma hanno lasciato tracce notevoli. LINGUE ALGICHE: molto diffuse. LINGUE INDIGENE IN CANADA: ‘popolo delle prime nazioni’, la legge canadese dice che chi fa parte delle Americhe lo deve registrare. (2016) 820.000 indiana registrati. 634 comunità delle Prime Nazioni in Canada, + di 50 lingue indigene. Lingue ufficiali Canada: inglese e francese. SITUAZIONE STATI UNITI: Ci sono 574 tribù indiane riconosciute. Gli Stati Uniti hanno assunto una responsabilità di fiducia unica per proteggere e sostenere le tribù ei loro membri attraverso trattati, statuti e relazioni storiche con le tribù. Una riserva indiana ( Indian reservation), negli Stati Uniti d'America è una denominazione legale che indica una porzione di terra gestita da una tribù nativa americana riconosciuta dal governo federale. È posta sotto il controllo dell'Agenzia degli affari indiani o dei governi degli Stati federati nei quali le riserve si trovano. Ciascuna delle 326 riserve indiane degli Stati Uniti è associata a una particolare Nazione. Non tutte le 567 tribù riconosciute del paese hanno una riserva. LINGUE + IMPORTANTI: La lingua navajo appartiene alle lingue athabaske ed è parlata soprattutto in Arizona e Nuovo Messico. Lo yupik è una lingua dell’Alaska. Il Dakota è una lingua siouan (sioux) parlata in Nord Dakota e Sud Dakota principalmente. Le Apache sono lingue meridionali parlate dall’Arizona al Texas. LINGUE INDIGENE DEL CENTRO AMERICA + preservate rispetto al nord perché numero di parlanti + elevato, gli spagnoli scelsero di evangelizzare questi popoli (non fu del tutto positiva ma servì a tutelare le lingue e a diffonderle). + importante la famiglia Maya--> + antica dal 20200/500 a C). Altra famigia: Otomangue (molto numerosa). LINGUE IN MESSICO: lingua + parlata e lo spagnolo, Nel 2003 il Congresso dell'Unione ha approvato la Legge dei diritti linguistici dei popoli indigeni, in base alla quale le lingue indigene hanno la stessa valenza dello spagnolo. Lingue + importanti: nahuati e maya, nel chiapas e oaxaca. LINGUE NEI CARAIBI: lingue locali eliminate, diffusione di nuove lingue: le creole. Domina lo spagnolo, inglese e francese. AFRICA MERIDIONALE: qui le lingue indigene hanno resistito di +, mantenendo una propria identità. Divisione lingue in: -amazzoniche/ delle pianure (lingue estinte o con pochi parlanti); -lingue andine Fra le lingue amazzoniche si evidenziano l’Arawak (Venezuela, Colombia) e il Tupi-Guarani (fra cui il Guaranì ufficiale del Paraguay) Fra le lingue andine si segnalano le lingue Quechua (ufficiale in Bolivia, Perù ed Ecuador) e Aymara (in Bolivia e Perù). AMERICA LATINA/SUD AMERICA: lingua uff spagnolo, lingue indigene parlate in aree rurali. , non va dimenticato che nell’America coloniale lo spagnolo spesso è stato imposto, talvolta con massicce campagne di castiglianizzazione forzata e deculturalizzazione linguistica ai danni delle lingue indigene. LEZ 16 LINGUE AUSTRONESIANE E DELL’OCEANIA Oceania: continente frammentato formato da Polinesia, Melanesia, Micronesia, Australia e Nuova Zelanda. La gran parte del continente è compresa nell’Oceano Pacifico. Divisa due zone: -Oceania vicina, che comprende l'Australia, la Nuova Zelanda, l'isola della Nuova Guinea e gli arcipelaghi vicini, e l'Arcipelago delle Isole Salomone -Oceania lontana, che comprende la Polinesia, la Micronesia e la Melanesia. LE LINGUE: FAMIGLIA AUSTRONESIANA: parlata tra asia e Oceania: costa orientale dell’asia, Nuova Zelanda, Hawaii, isole sud del pacifico. ORIGINI: popoli austronesiani considerati primi navigatori e iniziarono a colonizzare diverse isole: Madagascar (Africa), Equador(America latina), arrivando fino le coste americane (sud). Idea dominante: patria originaria Taiwan--> nel neolitico, agricoltura (riso). ‘Modello out of Taiwan’= migrazione di austronesiani fuori Taiwan, avvenuta intorno al 1500-1000 a.C. (es. Madagascar raggiunto nel 1200 a.C). ‘Out of Sundaland’= le terre d'origine degli austronesiani si trovassero nella massa continentale del Sundaland --> continente sommerso dagli oceani, situato tra Malesia e Borneo. SUDDIVISIONE LINGUE: -Lingue di Taiwan -Lingue malese-polinesiane Il malese-polinesiano è ulteriormente suddiviso in malese-polinesiano occidentale e malese polinesiano centro-orientale. Le lingue malesi-polinesiane orientali a loro volta si suddividono in lingue «Halmahera meridionale-Nuova Guinea Occidentale» e lingue «oceaniche». Lingue principali: formosano e il maleo-polinesiano. IL FORMOSANO comprende diverse lingue estinte e quattordici viventi di Taiwan. Prima dell'arrivo dei cinesi a Taiwan, le lingue formosane prevalevano in tutta l'isola, ma ora sono tutte lingue in via di estinzione). Le popolazioni indigene taiwanesi riconosciute dal governo rappresentano circa il 2,3% della popolazione dell'isola. MALEO-POLINESIANO Nelle Filippine, Malesia, Indonesia, Madagascar, aree Nuova Guinea. LINGUA MALESE: ufficiale della Malesia, diffusa anche nel Borneo. INDONESIANO: lingua ufficiale dell’Indonesia--> È una varietà standardizzata di malese, una lingua austronesiana che è stata usata per secoli come lingua franca nell'arcipelago multilingue dell'Indonesia. LINGUA FILIPPINA: Il tagalog è forse la lingua filippina più conosciuta. È una delle due più grandi lingue filippine (insieme al cebuano). Nel 1937 fu scelta come base per la lingua nazionale, il filippino (ex pilipino), che fu ufficialmente dichiarata lingua nazionale delle Filippine nel 1946. LINGUA MALGASCIA: influenze coloniali francesi e inglesi. Deriva dalla lingua merina. LINGUE MALEO-POLINESIANE ORIENTALI: 2 gruppi: -Halmahera Meridionale (Nuova Guinea), Oceanico. LINGUE OCEANICHE: Kiribatese è la lingua più parlata con più di 100.000 locutori. Il Nauruano è il membro più periferico del gruppo. L'espansione non ha toccato l’Australia.--> mistero linguistico. Non riusciamo a risalire alle prime popolazione dell’Australia, ma hanno lasciato solo tracce orali (non ci sono tracce scritte). (probabilmente dal continente asiatico). 2 teorie: 1. arrivarono per caso, 2 grazie alla pesca. Popolazioni rimaste isolate, anche dopo la presa di possesso del Regno Unito che non considerava l’Australia poiché era lontana, non vedevano alcuna forma di sfruttamento del territorio simile a quelle europee, quali agricoltura e allevamento. -pidgin stabile: fase di maggiore complessità linguistica accanto a forme più semplici iniziali; -pidgin esteso: diventano più complesse per incontrare le diverse esigenze di comunicazione. Dal punto di vista funzionale, viene utilizzato in contesti molto più ampi e diversificati. -Oltre il pidgin esteso: lingua CREOLA Termine usato in modo dispreggiativo attribuito a europei nati nel Nuovo Mondo. A differenza del pidgin, le lingue creole sono da considerarsi native per alcuni gruppi di popolazione. sviluppano un vocabolario molto più ricco rispetto alle lingue pidgin. Quando si comincia a imparare da bambini una lingua pidgin come madrelingua, nel giro di una o due generazioni l’uso del linguaggio nativo diviene consolidato e diffuso. Il risultato è lo sviluppo di una lingua creola. In una seconda fase, si ha una espansione maggiore delle risorse strutturali e linguistiche: vocabolario, grammatica e stile. In una terza fase, si ha un cambiamento negli schemi generali di uso del linguaggio da parte della comunità. In una quarta fase, si ha uno spostamento verso la standardizzazione della forma del linguaggio da cui il creolo deriva. In una quinta fase, il linguaggio standard acquisisce lo status di prestigio sociale, educativo e ricchezza. I locutori del creolo si trovano sotto grande pressione per cambiare il loro linguaggio nella direzione della forma standard. IPERCREOLIZZAZIONE: reazione aggressiva contro il linguaggio standard da parte dei locutori creoli. RICREOLIZZAZIONE: locutori migranti possono decidere di rivitalizzare la lingua creola. ORIGINE LINGUE CREOLE: -migrazione e tratta degli schiavi; Sviluppo 2 tipi di lingue: -creolo dei Forti: sviluppato nelle postazioni fortificate lungo la costa occidentale africana, dove le forze europee detenevano gli schiavi fino all’arrivo delle navi (ad esempio, Creolo inglese della Costa della Guinea); -creolo delle Piantagioni: sviluppato nelle piantagioni delle colonie del nuovo mondo sotto dominio di linguaggi europei (Creolo giamaicano dall’inglese, Negerhollands dall’olandese). COMMERCIO Hawaiian Pidgin: contatto tra mercanti americani che tornavano dalla Cina, verso le Hawaii. Sviluppo e sfruttamento miniere: in Africa, nel Fanagalo, comunicazione tra Europei e Africani. La lingua viene da inglese e afrikaans. GUERRE: Bamboo English: nasce in Giappone (dopo che perse la 2 guerra mondiale),dopo l’occupazione statunitense; usato anche dai soldati americani. MIGRAZIONE LAVORATORI: Tok Pisin: lingua con superstarto dell’inglese e sostrato austronesiane, prestiti da tedesco, portoghese e malese. (standardizzata: lingua ufficiale di Papua Nuova Guinea). 92 lingue creole,16 lingue pidgin basate su altre lingue (inglese, malese, lingue romanze..) Aree sviluppo lingue creole: caraibi, golfo di guinea, area del pacifico. LINGUE PIDGIN E CREOLE NELL’AFRICA SUBSAHARIANA: -società di piantagioni -di forti -società Maroon: formata da schiavi in fuga (i primi erano giamaici). Anche la lingua araba ha formato diversi pidgin nell’Africa Orientale. LINGUE PIDGIN E CREOLE NELL’OCEANO INDIANO: legati alla Francia si svilupparono durante l'espansione coloniale. Gli inglesi importarono popolazioni dall’India. (si ha una varietà linguistica). LINGUE PIDGIN E CREOLE NEL SUD EST ASIATICO: Con il commercio. Gli europei cercavano di comunicare con le popolazioni locali. I Portoghesi si stabilirono in India dove crearono basi commerciale (Goa). Le varietà da contatto con una base di spagnolo si trovano principalmente nelle Filippine. LINGUE DI CONTATTO IN AUSTRALIA: sviluppo del New South Wales Pidgin iniziò con l'invasione dell'Australia. Il gergo dei mari del sud, che era stato utilizzato dai marinai con la popolazione locale attraverso il Pacifico, fu probabilmente una delle prime influenze sullo sviluppo di Pidgin. "Kriol" è il termine usato per riferirsi alle varietà di contatto dell'inglese che sono parlate come prima lingua da un massimo di 30.000 aborigeni in tutta l'Australia settentrionale. Tra le lingue creole: IL PAPIAMENTO: basata sullo spagnolo, portoghese e olandese, con influenze di lingue africane. Tale lingua nacque come forma di pidgin portoghese quando arrivarono su questa isola ebrei sefarditi provenienti dal Brasile e, successivamente, da altri ebrei portoghesi provenienti da Capo Verde; questi erano perlopiù commercianti di schiavi, chiamati dalla Spagna per importare manodopera da impiegare nelle piantagioni di Curaçao e delle altre isole. Termini di Linguaggi arawak (africano). CREOLO HAITIANO: lingua + parlata a Haiti (lingua uff: francese), riconosciuta come lingua nazionale insieme al francese. LINGUE AFRIKAANS: lingua germanica occidentale presente in Africa australe. I Paesi in cui è maggiormente diffusa sono il Sudafrica, del quale è una delle lingue ufficiali, la Namibia e, in minore estensione, Botswana e Zimbabwe. afrikaans deriva dal dialetto detto kaap- nederlands (nederlandese del Capo) che si sviluppò fra i coloni boeri e i lavoratori portati nella Colonia del Capo dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali. All'inizio chiamato in modo dispreggiativo ‘olandese nelle cucine’ ma divenne molto sviluppata. Il KRIO: propaggine delle lingue e delle variazioni dell'inglese portate dai coloni della Nuova Scozia dal Nord America, dai Maroon dalla Giamaica e dai numerosi schiavi africani liberati che si stabilirono in Sierra Leone. HIRI MOTU: lingua della Papua Nuova Guinea. Diventata lingua ufficiale. LINGUE FRANCHE: un linguaggio che viene usato come mezzo di comunicazione fra persone che non hanno un linguaggio nativo in comune. Perché si chiamano così? Quando iniziò l’invasione araba fu importante il dialogo tra arabi e mercanti (italiani,inglese ecc..). i popoli dell’Europa Occidentale, con cui si entrava in contatto furono chiamati ‘Franchi’. Scambi lingue importanti nel Mediterraneo-->nascita LINGUA SABIR (voluta dai turchi), derivante da turco, arabo e veneziano(sabir=sapere)--> citando una frase di Molièr dal ‘borghese gentiluomo’. LINGUA SWAHILI: lingua bantu. Diffusa in Africa. Deriva da parola araba che significa costa--> denotazione popoli costa orientale africana. spesso usata come lingua di business in vari altri stati africani. LO HAUSA: Africa Occidentale MALESE (sud-est asiatico): si è diffuso attraverso il contatto interetnico e il commercio attraverso l'arcipelago malese fino alle Filippine. LEZ 18 GLOBALIZZAZIONE Inglese come lingua pluricentrica: 1 Posizione geografica, che suggerisce termini come inglese africano, inglese americano, inglese asiatico, inglese britannico etc. 2 Associazione linguistica ed etnica, che suggerisce termini come inglese bengalese, inglese cinese, inglese maori. 3 Attività come il commercio, la tecnologia, l'istruzione, la cultura e la vita sociale, che suggeriscono termini come inglese aereo, inglese legale, inglese standard/standard in generale etc. 4 Combinazioni di luogo e attività, come con l'inglese giuridico americano e l'inglese medico britannico, e comprendente un ampio set contenente la parola standard, situata o medialmente, come nell'inglese standard australiano o inizialmente, come in inglese canadese standard 5 Solitamente fusioni informali e spesso ironiche dell'inglese con i nomi di altre lingue Ondate dell’inglese: - l’ondata interna, nel momento in cui gradualmente il Regno Unito ha perso la centralità della lingua in favore degli Stati Uniti e delle altre ex colonie che hanno sviluppato proprie varietà linguistiche. - l’ondata esterna e l’occidentalizzazione, avvenuta soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la costituzione di organismi sovranazionali che hanno adottato come prima lingua l’inglese Inglese come lingua franca: L’inglese è la lingua franca per eccellenza (perché è la lingua che viene utilizzata per le comunicazioni internazionali). Non tutti sono d’accordo con questo. L'obiezione all'utilizzo dell'inglese come lingua franca viene mossa in modo più brevemente da linguisti di area anglofona quale John Swales che nel 1997 ammonisce che la diffusione dell'inglese accademico risulterà in un impoverimento delle altre lingue. Quasi dieci anni più tardi, nel 2008, Phillipson muove obiezioni all'utilizzo sempre più diffuso del termine innocuo lingua franca applicata all'inglese suggerendo piuttosto il termine lingua Frankensteinia, dato che Frankenstein nel libro di Mary Shelley era il nome del creatore del mostro e non del mostro stesso. Negli scritti successivi connota, anche criticamente, la lingua inglese con altri aggettivi: - lingua nullius in cui critica l’affermazione maggioritaria che l’inglese è una lingua neutra, ideologicamente neutrale e perciò da imparare universalmente: - lingua academica, per la preponderanza del modello accademico americano e britannico nell’imporre la lingua inglese come mezzo di comunicazione scientifica e di educazione globale; - lingua economica, sia negli scambi economici che nelle pubblicità; - lingua cultura, per la predominanza della produzione letteraria anglosassone; - lingua emotiva, veicolata attraverso i mass media, per esempio film e musica; - lingua bellica, per la predominanza statunitense come potenza militare; - lingua divina, per le forzate cristianizzazioni delle popolazioni indigene nel passato. Il futuro dell’inglese: Una proiezione alternativa nel futuro potrebbe prevedere che, piuttosto che assistere alla disgregazione dell'inglese standard, i secoli successivi vedranno l'inglese standard funzionare come una forza unificante. I linguisti hanno rilevato l'emergere di una varietà nota come World Standard English in uso in tutto il mondo, che può fornire un supporto qualificato a tale teoria. Nella sua forma scritta, questo standard attinge alle convenzioni ortografiche americane.
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