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geografia delle lingue, Sintesi del corso di Geografia

in questo documento sono presenti solo i riassunti delle lingue romanze

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 21/01/2023

marghercade
marghercade 🇮🇹

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Scarica geografia delle lingue e più Sintesi del corso in PDF di Geografia solo su Docsity! Geografia delle lingue (4.11) Le lingue romanze 1000 a.C. Hanno il loro centro di sviluppo nel Lazio meridionale (derivano dal latino) si vanno ad inserire in un contesto in cui c’erano altre parlate indo-europee: l’osco e l’umbro. Queste 2 lingue sono state delle lingue che vennero attratte e soggiogate da Roma, l’Impero Romano fece sparire queste due lingue e cominciò ad espandersi si ad occidente e verso penisola iberica e Dalmazia. Quando l’impero d’occidente crolla, la lingua si va a perdere anche se il latino riuscì comunque a persistere. Cominciarono a divergere le lingue dalla fine del 400 d. c i motivi sono diversi, innanzitutto perché la lingua latina si diffondeva in sostrati diversi ma anche attraverso l'uso di quest’ultima da parte della chiesa cristiana come lingua 'ufficiale'. Le ragioni della progressiva divergenza linguistica delle lingue romanze A partire dal crollo dell’Impero romano d’Occidente si possono evidenziare tre ragioni principali della progressiva divergenza linguistica: - la prima è semplicemente la tendenza generale alla frammentazione linguistica posta nel processo di acquisizione della lingua, -con la perdita di un unico sistema educativo uniforme la dialettizzazione procedeva rapidamente. -vi erano già durante l’Impero divergenze tra il latino di varie province, almeno in parte a causa della diversa lingua o lingue parlate in varie regioni prima che il latino diventasse il linguaggio predominante, - grande divergenza linguistica in seguito alla disgregazione dell'Impero risiede nelle lingue dei conquistatori, immediate o successive. A partire dalla prima parte del Medioevo, si potevano intravedere i primi segnali di una nuova fase dell'evoluzione linguistica; da qui si sono sviluppate una serie di lingue nazionali. La classificazione delle lingue romanze Inizialmente erano pensate come delle varietà di uno stesso blocco linguistico, era difficile fare una suddivisione. Si può iniziare con la classificazione proposta da Tagliavini>CLASSIFICAZIONE PER LIVELLO GEOGRAFICO, basata sull’idea che esistono quattro raggruppamenti principali ma diverse varietà intermedie tra essi (lingue-ponte). Da est verso ovest si hanno: - il balcanoromanzo; - l’italoromanzo; - il galloromanzo; - l’iberoromanzo. Tutte sono unite come anelli di una catena dalle lingue-ponte (dalmatico, galloitaliano e ladino, catalano). Lausberg >RAGIONI STORICO EVOLUTIVE Lo studioso tedesco distingue tre raggruppamenti principali che si sarebbero formati in seguito a diverse ondate di innovazioni: a) Romània occidentale Galloromania Retoromania (romancio, ladino e friulano) Italia settentrionale Iberoromania b) Romània orientale Italia centrale e meridionale Dalmazia Romania c) Sardegna In una prima fase l’Italia è il centro di irradiazione delle innovazioni, a partire dal III sec il centro d’irradiazione diventa la Gallia: si determina allora la separazione tra la Romània occidentale e quella orientale. Le lingue romanze attualmente viventi sono 43. LE LINGUE ROMANZE IN EUROPA Le lingue romanze della Penisola Iberica All'interno della penisola iberica c’è una divisione tra catalano da un lato e gli altri dialetti della Spagna e del Portogallo. Quest'ultimo gruppo comprende sia i dialetti del nord cristiano sia quelli del sud a dominanza araba, noti collettivamente come mozarabico. Il castigliano come lingua ufficiale Nel Medioevo il castigliano si diffonde al di fuori dei confini della Castiglia per motivi commerciali e diventa una vera e propria lingua franca. Durante il Regno di Alfonso X>diventa lingua ufficiale di corte e si sostituisce al latino come strumento di diffusione culturale. Successivamente con i Re Cattolici non è più così fino alla morte di Franco nel 1975 in cui la costituzione del 1978 riconosce il castigliano quale lingua ufficiale dello Stato e il catalano, il basco e galiziano come lingue nazionali nelle Comunità in cui si parlano. Le lingue co-ufficiali in Spagna sono: - il catalano-valenciano-balearico (in Catalogna con leggi del 1983 e del 1998, nella Comunità Valenciana nel 1983, nelle Isole Baleari nel 1986); - il galiziano (in Galizia con leggi del 1983); - il basco (nei Paesi Baschi dal 1982); - l’aranese-occitano (in Catalogna, limitatamente alla Valle d’Arán, dal 2006 e poi con legge del 2010). La lingua CATALANA: La situazione in Catalogna Il catalano manifesta alcune differenze con le altre lingue ibero-romanze e manifesta alcune affinità con il Francese e alcuni dialetti del Nord Italia in quanto molto del suo lessico è di origine gallo-romanza. Parlanti in Catalogna:2,3 milioni catalano VS 3,1 milioni di parlanti castigliano, mentre un altro 7,4% dichiarava di usare entrambe le lingue. La lingua CATALANA. La situazione nella Comunità VALENCIANA L’idioma valenciano è lingua ufficiale in tutta la comunità valenciana, sebbene essa sia da considerare una varietà dialettale del catalano. Parlato da oltre 1,2 milioni di persone. La lingua CATALANA. La situazione nelle ISOLE BALEARI Si chiama baleare la famiglia dei dialetti catalani parlati nelle Isole Baleari; le sue sotto varianti sono il maiorchino a Maiorca, il minorchino nell'isola di Minorca e l'ibizenco nelle Pitiuse formate da Ibiza e Formentera.Secondo stime, al 2015 oltre 400.000 persone parla il catalano baleare IL GALIZIANO Parlato in Galizia ed è la lingua romanza più affine al portoghese. Nonostante essa sia parlata ancora oggi, ha subito e sta subendo un processo di indebolimento dovuto all'estendersi della dominazione castigliana. Ci fu un momento in cui il galiziano arrivò ad essere la lingua colta fuori dalla Galizia e dal Portogallo; il gallego-portoghese ebbe un'esistenza ufficiale e piena per quasi 700 anni fino a quando salì al potere una nobiltà di origine castigliana che favorì la repressione della lingua e la perdita della funzione pubblica, ufficiale, letteraria e religiosa del galiziano fino alla fine del XIX secolo. Varietà germaniche: il Sudtirolese, il Bavarese centrale, il Cimbro, il Mòcheno, il Walser. Varietà slave: Sloveno ed il Serbo-croato. 1861 in poi: le lingue minoritarie divennero sempre più marginali. Oggi l'articolo 6 della Costituzione italiana si impegna a tutelare tutte le minoranze linguistiche. Le minoranze presenti sul suolo italiano possono essere sistemate in tre categorie linguistiche: le parlate italo-romanze, le parlate relative ad insediamenti successivi nel territorio italiano e gruppi alloglotti subentrati nel territorio italiano in seguito alle variazioni dei confini. Alle parlate italo-romanze appartengono quelle lingue che, nonostante i fattori volti all'unificazione linguistica, hanno mantenuto una propria identità, ovvero, il Sardo, l'Occitano, il Franco-provenzale, il Ladino dolomitico, il Veneto, il Siciliano, il Romagnolo ed il Napoletano. Per quanto riguarda la seconda categoria relativa ai gruppi stanziati sul territorio italiano in periodi successivi, appartengono a questa classe i catalani di Alghero, i mòcheni del Trentino ed i cimbri di Asiago.Le minoranze linguistiche assorbite per variazioni relative a confini nazionali sono, ad esempio, quelle tedesche acquisite nel territorio italiano in seguito ai cambiamenti dei confini dopo la pace di Versailles del 1919. Esse sono tutt'oggi tutelate dal diritto internazionale. La linea Massa-Senigallia La linea Massa-Senigallia è una linea che si riferisce a un numero d'importanti isoglosse (confini di un’area linguistica) che distinguono le lingue romanze occidentali da quelle orientali. Le lingue romanze orientali includono il toscano (e quindi l'italiano), i dialetti italiani mediani, meridionali intermedi e meridionali estremi nonché il rumeno, mentre lo spagnolo (castigliano), l'aragonese, l'occitano, il francese, il catalano e il portoghese sono rappresentanti del gruppo occidentale, così come le lingue dell'Italia settentrionale: venete, galloitaliche (piemontese, ligure, lombardo, emiliano e romagnolo) e il gruppo retoromanzo (composto da romancio, ladino e friulano). La linea corre lungo lo spartiacque tra Italia continentale e peninsulare, tra le città di Massa (in Toscana) e Senigallia (nelle Marche). Le altre isoglosse I dialetti mediani Secondo alcuni studi il territorio interessato dalle isoglosse dei dialetti mediani ricalcherebbe vagamente gli antichi confini del corridoio bizantino romano-ravennate. In realtà lo spazio occupato è alquanto più esteso ed occupa la maggior parte dell'attuale regione Lazio, gran parte dell'Umbria, esclusa la settentrionale, e la zona centrale delle Marche compresa fra Marche a nord ed il fiume Aso a sud. Sconfina a nord ovest anche in territorio toscano nella zona della Maremma, mentre a sud il confine approssimativo è costituito dalla linea Terracina-Roccasecca-Sora- Avezzano-L'Aquila-Campotosto-Accumoli-Aso, che rappresenta l'estensione massima settentrionale della vocale neutra dei dialetti italiani meridionali. I dialetti meridionali Secondo una classificazione ormai consolidata sin dagli ultimi decenni del XIX secolo, il territorio dei dialetti alto-meridionali si estende dunque dall'Adriatico al Tirreno e allo Jonio. Le lingue regionali Cioè parlate che per vari motivi hanno mantenuto una propria peculiarità e forza espressiva. Fra le lingue regionali si riconoscono: - il sardo (campidanese, logudorese, nuorese) e il corso (sassarese, gallurese, oltremontano); - il friulano (carnico, udinese, goriziano, pordenonese). - il ladino; - il franco-provenzale - il provenzale (occitano). Il ladino Il Ladino dolomitico fa parte del gruppo linguistico retoromanzo è un raggruppamento di lingue neolatine unite da strette affinità e parlate da oltre 800.000 persone nella parte centro-orientale dell’arco alpino. Le altre due lingue riconosciute che ne fanno parte sono il Romancio ed il Friulano; nel complesso queste tre lingue costituiscono l’intero gruppo. Il ladino si può suddividere in: atesino, fassano, agordino, ampezzano, cadorino. Le colonie linguistiche Si tratta di piccoli gruppi che parlano lingue appartenenti a famiglie diverse. - colonie in Sardegna: - colonie germanofone (Walser, Mòchena, Cimbra, Bavarese in Veneto e Friuli-Venezia Giulia); - altre colonie storiche (croata, greca, albanese), Le colonie germanofone I Walser sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa. La storia del popolo Walser in Valsesia inizia verso la metà del XIII secolo, quando alcuni piccoli gruppi di coloni, per migrazioni progressive, giungono nelle vallate a sud del Monte Rosa. Le lingue di minoranze linguistiche In regime di co-ufficialità con l’italiano, rimandano ad altrettante minoranze nazionali che hanno i propri riferimenti culturali e politici al di là dei confini. Rispetto alle altre tipologie minoritarie, queste lingue presentano proprie caratteristiche peculiari e,proprio in quanto parlate da gruppi il cui nucleo centrale nazionale è situato oltre i confini dello Stato italiano, risultano tutelate da accordi di diritto internazionale. - Tedesco (Alto Adige); - Sloveno (Friuli Venezia-Giulia); - Francese (Valle d’Aosta). Schema riassuntivo delle lingue in Italia Lingue regionali: Sardo (1,6 milioni); Gallurese (100 mila); Sassarese (100 mila); Friulano (500-600 mila); Ladino (30 mila); Franco-provenzale (70 mila); Occitano (100 mila). Colonie linguistiche: Catalano algherese (44 mila); Greco-italiota (20 mila); Croato (1.000); Arbëreshe (100 mila). Minoranze linguistiche: Francese (100 mila); Tedesco (comprendente anche le colonie storiche, 345 mila); Sloveno (100 mila). Lingue dialettali: Napoletano-Calabrese (dialetti meridionali, 5,7-7,5 milioni); Siciliano (4,7 milioni); Veneto (3,8 milioni); Lombardo (3,6 milioni); Piemontese (700 mila); Emiliano (3 milioni); Romagnolo (1,1 milioni); Ligure (500 mila). Le lingue romanze orientali La storia del ramo più orientale della famiglia di lingue romanze è più complessa quella delle varietà che abbiamo finora discusso. Derivando dal latino parlato nella provincia romana della Dacia, e quindi spesso noto come daco- romeno, l'antecedente del moderno romeno, sebbene menzionato dal XIII secolo, è rinvenibile nei testi solo del XVI secolo. In sostanza, vi sono due opinioni sulla persistenza di una lingua romantica in quella che oggi è la Romania: uno è che il latino è stato preservato senza una pausa a nord del Danubio, sebbene questa provincia sia stata abbandonata da Roma già nel 271 d.C. l'altro è che il latino è stato perso in questa regione, ma in seguito reintrodotto da locutori romanzi del Danubio, poiché questi migrarono verso nord sotto la pressione delle popolazioni slave. La seconda visione sembra più plausibile, dato che sia il fatto che la provincia settentrionale sia stata una delle ultime ad essere occupate, ma uno delle prime ad essere abbandonate. Il romanzo balcanico è generalmente diviso in quattro tipi principali, di cui uno, daco-rumeno, è l'antecedente del moderno romeno. La lingua romena oggi è parlata da più di 24 milioni di locutori. Il romeno è lingua ufficiale della Romania, della Moldavia e della provincia autonoma della Voivodina in Serbia Le altre tre principali varianti sub-danubiane sono: l’istro-rumeno, parlato da meno di mille locutori intorno a Ucka Gora nella parte orientale della penisola istriana non lontano da Rijeka; il megleno-rumeno, parlato da circa cinquemila parlanti a nord-ovest di Salonicco in Grecia al confine con la Macedonia del Nord; l’arumeno (o macedo-romeno), parlato da 250.000 locutori in Grecia settentrionale, parti dell'Albania e della Macedonia del Nord
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