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Geografia e Antropocene, Dispense di Geografia

Riassunto del libro, tratta dell'evoluzione del concetto di Antropocene

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 22/07/2023

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francesco-rota-3 🇮🇹

4.1

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Scarica Geografia e Antropocene e più Dispense in PDF di Geografia solo su Docsity! - 1 - GEOGRAFIA E ANTROPOCENE Uomo, ambiente, educazione CAPITOLO 1 – PICCOLO LESSICO PER UNA SCRITTUA GEOGRAFICA DELL’ANTROPOCENE Il testo si presenta come una sorta di “dizionario” di concetti centrali nello studio dell’Antropocene; una sorta di lessico geografico. Addomesticazione Il geografo del Il piccolo principe fa una cosa giusta: ascolta. Ascolta la percezione del mondo, e poi la racconta; perché il senso del luogo è fatto anche di vissuti, di sogni, si sentimenti e di persone; non è mai lo spazio geografico assoluto, oggettivo. L’uomo è un attore nello spazio geografico, incide su di esso. Nel Il piccolo principe la relazione tra uomo e la Terra viene illustrata dalla figura della volpe, che spiega il concetto di addomesticazione e con esso quello di cula e conseguentemente il legame emozionale. • L’essere umano a imparato ad addomesticare la natura (controlla il fuoco, coltiva le piante ed alleva gli animali) • Ora ha paura di perderla, di non riuscire a proteggerla, di distruggere il legame con essa Ciò che fa l’Antropocene è invitarci a trovare nuovi modelli per parlare di relazione uomo-natura. Cambiamento Il termine cambiamento è uno dei termini più comuni per chi parla di Antropocene. E questo perché l’Antropocene è il racconto di un impatto che coinvolge tutto: luoghi e territori, risorse e politica, clima ed economia, e tutto ciò sta cambiando. • Ogni descrizione geografica deve riguardare il processo, il movimento, l’interazione Altre parole collegate a ciò sono sfida, velocità, crisi. L’idea è quella di una grande accelerazione del degrado naturale, di una crisi in corso e in peggioramento, e la sfida, di cui parla l’Antropocene, è un cambiamento di rotta. Capitalocene Jason W. Moore (2017) ha sostenuto che “grande parte della crisi ambientale dell’Antropocene è il risultato dei modelli di produzione e consumo basati sul capitale”. Il suo obiettivo è quello di spostare il problema dalla geologia alla politica; l’idea di Cristiano Giorda è che questa posizione trascura le possibilità di cogliere le implicazioni che vanno oltre la geologia ma anche oltre la critica del capitalismo. - 2 - Clima La storia umana è influenzata dal clima, con il quale le comunità umane hanno dovuto fare i conti sviluppando adattamenti culturali e tecnologici in grado di migliorare la propria esistenza. Il determinismo che ha caratterizzato la geografia fino ad oggi ha estromesso il clima dalla narrazione. • La teoria dell’Antropocene riporta i geografi a confrontarsi con le relazioni clima-comunità umane Il clima si sta rivelando uno dei fattori geografici più mutevoli ma anche uno dei più impattanti sui processi di territorializzazione. Una novità assoluta nella trattazione del clima è l’attribuzione del suo cambiamento agli effetti dell’azione umana. Conflitti Giorda fa notare che gli studi sull’Antropocene trascurano la geopolitica e la geografia politica, eppure sembra essere un buon campo per i geografi odierni, in quanto i conflitti e le relazioni geopolitiche saranno legate più che nel passato al cambiamento ambientale, al controllo delle risorse naturali, dei movimenti di popolazione e delle popolazioni stesse nel momento in cui dovessero dare inizio a rivolte e rivoluzioni causate dai processi centrali nell’Antropocene. Controllo L’Antropocene sembra affermare che l’uomo ha perso il controllo della natura, o meglio della credenza di poter controllare i suoi processi a proprio vantaggio. Al contempo, sempre l’uomo, immagina di avere la capacità di porre rimedio ai danni inflitti alla natura. Energia Da un punto di vista economico, per la geografia l’energia è stata la fonte da ottenere in abbondanza per sviluppare l’industria e le attività umane in un mondo in competizione che ne richiedeva sempre più. L’Antropocene ci stimola a rivedere il ruolo dell’energia nella storia della Terra e del rapporto uomo-ambiente, perché è da questa interazione che possiamo capire cosa sta accadendo oggi al clima come risultato di processi geologici. L’energia non può essere né creata né distrutta, ma solo trasformata La conseguenza di questa legge fisica è che tutta la vita sul pianeta è legata a processi di trasformazione dell’energia, anche tutte le trasformazioni e i cicli del pianeta stesso. L’Antropocene ci ricorda il ruolo dell’energia, spesa e consumata. - 5 - • Dato di fatto → il sistema Terra è oggi completamente alterato dall0azione umana, con conseguenze su tutti i suoi cicli geologici, chimici, climatici e biologici • Fiction → una connessione di fatti e situazioni disparate che individuano un attore principale (l’uomo) e un insieme di scenari globali e locali nei quali ambientare una vicenda • Visione politica → Antropocene come conseguenza del capitalismo e della globalizzazione Giorda dice che prese singolarmente tutte e tre le opinioni presentano limiti. La visione scientifica non prende in considerazione quando la trasformazione del pianeta da parte dell’uomo sia legata a processi prima di tutto culturali e sociali, poi politici ed economici. L’approccio letterario sposta troppo l’attenzione sulla narrazione e sui suoi meccanismi, mettendo in secondo piano ciò che sta realmente accadendo (incendi, scioglimento dei ghiacci, devastazione della fauna). L’aspetto politico rischia di sostituire il paradigma anziché essere lo strumento della sua negoziazione operativa. L’idea di Giorda → parlare di “gradi di realtà” Territorio / territorializzazione La geografia fornisce all’Antropocene due categorie indispensabili: • Luogo → termine più generico nato per esprimere il senso della relazione tra le persone gli spazi locali • Sistema territoriale → termine che focalizza l’attenzione sulla relazione materiale e simbolica tra l’uomo e la Terra Parlare di Antropocene collocandola in maniera generale nel mondo non basta, in quanto il pianeta non è omogeneo, e l’ibridazione uomo-ambiente cambia da un posto all’altro al cambiare delle condizioni ambientali e delle culture. Addomesticazione Cambiamento Clima Controllo Capitalocene Energia Ibrido Luoghi Foreste Osservatore Irreversibilità ANTROPOCENE - 6 - CAPITOLO 2 – IL PAESAGGIO GEOGRAFICO NELL’ANTROPOCENE Parlando di “paesaggio dell’Antropocene” emerge l’idea che tra le conseguenze osservabili dell’Antropocene vi siano anche delle ricadute di tipo paesaggistico. Si guarda al paesaggio per cercarvi i segni, le tracce di processi economici e sociali che non hanno immediatamente una natura paesaggistica. • Il geografo cerca una testimonianza visivamente esemplare di un cambiamento storico epocale Per comprende il rapporto paesaggio – Antropocene è necessario tenere conto di due fattori: • Rispetto agli ecosistemi naturali non umani, i biomi antropogenici prodotti dall0interazione umana con la biosfera hanno un’estensione planetaria maggiore • I biomi antropogenici prodotti dall’interazione umana con la biosfera danno vita a sistemi misti composti da insediamenti umani ed ecosistemi naturali È proprio all’interno delle sue combinazioni di varietà differenti che si svolgono le interazioni dirette tra gli esseri umani e gli ecosistemi naturali, ed è per questo che il “paesaggio dell’Antropocene” sarebbe questo. Il pregio del dispositivo paesaggistico è quello di mettere “sotto gli occhi” i cambiamenti intervenuti sui processi biogeofisici. Esempi: Inquinamento Il Cairo Favelas Rio de Janeiro Sono due esempi di insediamento dell’uomo nella natura. Nella prima immagine è rappresentato l’inquinamento presente nella città de Il Cairo, in cui l’aria è 12 volte più pericolosa rispetto a quella raccomandata dall’OMS; nella seconda immagine sono rappresentate le favelas di Rio, in cui secondo le statistiche vivono oltre undici milioni di perone. - 7 - Serre a San Augustìn (Andalusia) Feedlots a Bakersfield, California Sono due esempi di paesaggi di monoculture biotiche. La prima immagine rappresenta il gigantesco mosaico di 30.000 serre agricole a San Augustìn, che rappresenta la più grande concentrazione di serre del mondo. Molti studi hanno rilevato la scarsa sostenibilità sociale di questa struttura: molti lavoratori sono immigrati e senza contratto e con servizi igienici scarsi; la seconda immagine rappresenta le feedlots presso Bakersfield, Californi; gli Stati Uniti sono i primi consumatori di carne al mondo, e il consumo di carne è oggi collegato all’Antropocene per molti aspetti. Fort McMurray, Canada Centrale termoelettrica a Konin Sono due esempi di paesaggi delle monoculture abiotiche. La prima immagine ritrae i residui petroliferi fuoriusciti durante la lavorazione delle sabbie bituminose a Fort McMurray. Un tempo le rive del fiume erano coperte da foreste boreali; per estrarre le sabbie bituminose la terra è stata scavata per oltre 60 metri, l’impatto ambientale è molto forte e porta a tumori e altre malattie. La seconda immagine ritrae la centrale termoelettrica a carbone presso Konin. Le centrali polacche e tedesche occupano i primi sei posti di quelle più inquinanti e sono responsabili del 30% delle emissioni di mercurio in Europa. L’Antropocene trova le sue fondamentali spaziali in due complementari pilastri che Giorda chiama “megalopoli e monoculture”. • La biosfera è stata colonizzata dalla tecnosfera o Le conseguenze controproducenti si manifestano sempre più frequentemente - 10 - Un’agenda geografica per educare all’Antropocene L’agenda si articola in quattro principi educativi fondamentali: • Territorializzare l’Antropocene o Agganciare il tema dell’Antropocene a situazioni e casi territorialmente definiti, che consentono di illustrare ed evidenziare i diversi ordini di problemi posti dal modo in cui il pianeta è abitato e trasformato dall’opera dell’uomo o Educazione al territorio • Personalizzare l’Antropocene o Per potersi prendere cura di qualcosa, bisogna preoccuparsene, interessarsene, averla a cuore e per questo è necessaria un’appropriazione personale o Necessità di considerare la relazione con il pianeta in una prospettiva soggettiva ed emozionale • Educare al futuro dell’Antropocene o La geografia ha un ruolo importante nel tema del futuro. Attraverso l’interpretazione dei luoghi, definisce attese e aspettative sociali e prefigura soluzioni, possibilità, interventi e progetti o L’obiettivo è quello di formare soggetti consapevoli di come le tecnologie intervengono nella trasformazione delle relazioni con il pianeta, e sviluppare uno spirito critico nel considerare sia le opportunità sia i rischi legati al loro utilizzo • Costruire azioni di cittadinanza antropocenica o Si basa sulla convinzione che qualsiasi percorso formativo in ambito geografico debba necessariamente tradursi in azione - 11 - CAPITOLO 4 – L’ANTROPOCENE, IL RAVVICINAMENTO FRA GEOGRAFIA FISICA E UMANA Questo capitolo mira all’esplorazione della terra di mezzo che si sviluppa fra i domini dell’uomo e quelli della natura utilizzando alcuni strumenti di ricerca propri della geologia e della geografia. Secondo un approccio olistico la Terra viene definita come un sistema complesso di processi fisici, chimici e biologici che interagiscono fra loro. La Terra viene definita attraverso una serie di sfere di influenza dei processi terrestri (atmosfera, biosfera, litosfera, idrosfera), che si sovrappongono e interagiscono in specifiche aree, caratterizzate dall’occorrenza di fenomeni in grado di determinare l’aspetto del nostro pianeta. • Earth System Science → può essere collocato all’interno di questa visione o È un modello di costruzione del sapere in cui le conoscenze delle tradizionali discipline di scienze della Terra vengono integrate alla biologia e ad altre scienze o Si forma così la base di una conoscenza globale estremamente utile anche per valutare il ruolo dell’uomo nel condizionare il pianeta • Geomorfologia → offre contributi fondamentali allo sviluppo della scienza della Terra o In quest’ambito le nuove tecnologie hanno fornito la possibilità di una ricerca geomorfologica per la comprensione delle forme e dei processi che agiscono alla scala dell’intero pianeta o Si è riusciti a derivare delle classificazioni geomorfologiche che collocano le forme della superficie terrestre in una gerarchia di dimensioni spaziali utile per inquadrarle nel contesto del paesaggio, individuando i fattori che ne controllano la genesi e ne determinano la durata - 12 - In particolare, i progressi informatici, la nascita della geomatica e lo sviluppo dei sistemi informativi territoriali hanno fornito gli strumenti per sempre più sofisticate analisi multidimensionali. • Possibilità di raccogliere ed elaborare con maggiore precisione i dati sui cambiamenti climatico-ambientali Esempio significativo → ambienti alpini d’alta quota (pagina 75) Le nuove tecnologie sono di supporto sia all’analisi del contesto geografico generale che locale. a. Inquadramento geografico a scala regionale b. Modello dell’area alla scala locale del bacino / versante c. Cartografia geomorfologica d. Rappresentazione di un processo di instabilità I risultati di indagini locali come questa possono successivamente essere estrapolati per interpretare gli effetti regionali del cambiamento; a catena, le sintesi regionali possono confluire nelle grandi infrastrutture di dati utilizzate per la modellizzazione dei processi globali e per la ricostruzione di scenari evolutivi. Cronologia dell’uomo e della natura Per descrivere in modo univoco la storia della Terra, gli scienziati si servono della scala dei tempi geologici prodotta dalla Commissione internazionale di stratigrafia, chiamata International Chronostratigraphic Chart. È uno strumento in continuo aggiornamento grazie al progresso nella ricerca geologica. Similitudine tra una clessidra e la scala dei tempi geologici. • La quantità di sabbia rappresenta le unità cronostratigrafiche (particolari corpi rocciosi) che materializzano la durata del tempo astratto, ovvero le unità geocronologiche (ere, periodi) - 15 - Un gruppo di ricercatori, tra cui Crutzen, di recente, ha proposto di riconciliare i due approcci. A partire da queste riflessioni è stata proposta una nuova periodizzazione articolata in tre momenti distinti. 1. Antropocene → viene fatto iniziare con la Rivoluzione industriale con la fase di maggior crescita dello sviluppo industriale (dal 1850) 2. Paleoantropocene → va dalla comparsa dei primi ominidi e dalla Rivoluzione agricola, fino a quella industriale e prende in considerazione le piccole variazioni segnalate da Ruddiman 3. Terra prima degli esseri umani → fase ancora precedente in cui non si riscontra un’influenza umana Sicuramente possiamo osservare che il cambiamento climatico gioca un ruolo centrale per l’estensione temporale e spaziale del fenomeno dell’Antropocene. • Temporale → uno degli impatti derivanti da azioni umane che risalgono più indietro nel tempo • Spaziale → fenomeno particolarmente esteso, intrinsecamente globale Il cambiamento climatico L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) è l’ente internazionale creato nel 1988 per raccogliere e sistematizzare in rapporti periodici tutte le ricerche scientifiche pubblicate a livello mondiale sul cambiamento climatico. • Il quinto rapporto, il più recente afferma che il riscaldamento del pianeta Terra è inequivocabile Il cambiamento climatico può essere causato da cause naturali e cause antropiche. • Cause naturali → includono cambiamenti della qualità di energia emessa dal Sole, piccole variazioni quasi-periodiche dell’orbita terrestre, caduta di meteoriti, e altro. - 16 - o Gli scienziati hanno affermato che i fattori naturali hanno avuto un’influenza minore nelle dinamiche climatiche. • Cause antropiche → includono emissioni di gas serra, emissioni di aerosol e polveri e i cambiamenti di destinazione d’uso dei suoli o Gli scienziati affermano che “è estremamente probabile che le attività umane abbaino causato più della metà dell’aumento osservato della temperatura superficiale media globale dal 1951 al 2010” o Gas serra più importanti ▪ Biossido di carbonio → dalla Rivoluzione Industriale ad oggi la sua concentrazione atmosferica è cresciuta del 49% • Deriva da utilizzo combustibili fossili e deforestazione ▪ Metano → dalla Rivoluzione industriale ad oggi la sua concentrazione atmosferica è cresciuta del 159% • Deriva dall’agricoltura e dall’allevamento, ma anche fughe durante l’estrazione ▪ Protossido di azoto → dalla Rivoluzione industriale ad oggi la sua concentrazione atmosferica è cresciuta del 23% • Lavorazione agricola dei campi concimati, gestione del letame, produzione di fertilizzanti azotati Politiche per il cambiamento climatico Solitamente si distingue tra due tipi di politiche: • Politiche di adattamento → mirano a limitare gli effetti del riscaldamento globale - 17 - • Politiche di mitigazione → mirano ad eliminare le cause alla base del riscaldamento globale È possibile distinguere cinque periodi delle politiche di mitigazione: • Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta o Istituzione dell’IPCC (1988) o Adozione della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite – UNFCCC (1992) → obiettivo di stabilizzare i gas serra, partecipano annualmente 189 paesi • Ratifica ed entrata in vigore del protocollo di Kyoto (1997) o Il protocollo di Kyoto integra gli obiettivi della UNFCCC e li rende vincolanti per i paesi sviluppati o L’obiettivo è la stabilizzazione delle emissioni di gas climalteranti, almeno per i Paesi sviluppati • Post-Kyoto o Fase contraddistinta da una progressiva disillusione verso il disegno che prevedeva l’istituzione di un trattato immediatamente successivo a Kyoto per avrebbe rafforzato gli obblighi o Emerge l’impraticabilità di un protocollo caratterizzato da scarsa volontà di partecipazione da parte dei singoli paesi • Accordo di Parigi (2015) o Obiettivo dichiarato di mantenere il riscaldamento planetario entro il limite massimo dei 2°C, ma chiedendo ai governi di impegnarsi per puntare a 1,56. o I paesi devono passare da una fase di stabilizzazione delle emissioni ad una fase di riduzione delle emissioni o Prevede una serie di revisioni con cadenza periodica, nelle quali gli Stati dovranno dimostrare i progressi • Possibili implementazioni future delle azioni di mitigazione (paragrafo successivo) Come fermare il riscaldamento globale? L’ultimo IPCC del 2018 ha rimarcato che gli impegni di tipo volontario presi dai singoli paesi in base all’Accordo di Parigi non sono sufficienti a mantenere la temperatura al di sotto dei 2°C. Sempre - 20 - giuridicamente. I punti critici sono l’individuazione dell’estensione del fenomeno, le aree coinvolte, le cause scatenanti e il termine per descrivere il fenomeno. • Status di rifugiato → destinato a chi è perseguitato per razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un gruppo sociale o per le proprie opinioni politiche Non c’è traccia dell’ambiente. Secondo l’International Displacement Monitoring Centre al 2008 al 2014 oltre 150 milioni di persone sono stati costretti a spostarsi per eventi meteorologici estremi. Le cause principali sono tempeste e alluvioni, ma anche terremoti. La probabilità di abbandonare la propria casa rispetto al 1975 si è incrementata del 60%. • Quinto rapporto del 2014, IPCC II ha sottolineato la pluricausalità e la natura complessa della migrazione ambientale o Ruolo importante lo svolgono fattori socioeconomici, misure di adattamento e scenari di cambiamento climatico o C’è la previsione di un aumento dello sfollamento di persone e delle regioni che saranno più colpite → Artico, Africa, piccole isole, mega delta asiatici e africani Alcune considerazioni: • Il cambiamento climatico e i disastri in generale a ben vedere fanno riferimento a mobilità forzate interne ad alcuni paesi, il che lascia presupporre che i glissi migratori internazionali siano solo un’ipotesi • Un aspetto poco sottolineato in letteratura è che i disastri ambientali colpiscono anche il Nord del mondo → solo negli Stati Uniti si registrano 1,2 milioni di sfollati - 21 - CAPITOLO 7 – IMMAGINARI GEOGRAFICI E PAESAGGI LETTERARI DELL’ANTROPOCENE In ogni epoca, la letteratura ha rappresentato uno specchio degli immaginari geografici che permeano le comunità umane e un luogo propositivo, in cui tali immagini trovano un’elaborazione linguistica e culturale. • Sarah Luria → “la geografia può aiutarci a comprendere la letteratura e la letteratura ci aiuta a capire la geografia” La letteratura oggi ci può aiutare a comprendere l’Antropocene, aumentando la presa di coscienza sull’impatto umano nei cambiamenti climatici. Giorda ci propone alcuni testi narrativi tratti dal contesto francese contemporaneo, che possono fornire un indirizzo di “lettura dell’Antropocene”; una letteratura che all’interno dei propri canoni strutturali, incorpora il ruolo assunto dalla specie umana non solo nel delineare le proprie condizioni di vita sul pianeta, ma anche nel condizionare la presenza di altre forme viventi, animali e vegetali. Simon L. Lewis e Mark A. Maslin ci hanno fornito una spiegazione del concetto di Antropocene: Combinando le parole greche anthropos (uomo) e kainos (recente), gli scienziati hanno chiamato questo nuovo periodo Antropocene, iniziato quando Homo Sapiens divenne una superpotenza geologica, facendo imboccare alla Terra un nuovo percorso del suo lungo sviluppo. L’Antropocene è un punto di svolta nella storia dell’umanità, nella storia della vita e nella storia della Terra stessa. È un nuovo capitolo nella cronaca della vita e un nuovo capitolo nella storia umana. Una nuova era della storia della Terra porta con sé inedite opportunità di narrazione. La geografia, dal canto suo può contribuire con efficacia al dibattito in corso sul concetto di Antropocene e sulle sue applicazioni. • Molto interessanti possono essere le sfide morali, culturali e politiche che l’Antropocene porta con sé Le opere che ci propone Giorda come esempi del rapporto tra letteratura e immaginario geografico sull’Antropocene sono: • Variazioni selvagge di Hélène Grimaud → esordio narrativo autobiografico di una pianista classica nata nel 1969. o Appassionata da sempre di una razza animale che ha da sempre rappresentato nell’immaginario umano il concetto di spirito della natura: il lupo • Nelle foreste siberiane di Sylvian Tesson o Racconta la sua ritirata in solitudine di cinque mesi in una baita in Siberia. - 22 - Per comprendere il concetto di Antropocene occorre avere un indirizzo di pensiero che non sia accordato sulle modalità della nostalgia; lo sguardo deve essere rivolta in avanti, non indietro. Nell’immaginario geografico dei due autori torna a essere centrale una dimensione di irriducibilità spaziale fondata sulla profondità fisica della distanza, perfettamente incarnata nel più grande Stato del mondo: La Russia. Le pagine di Grimaud riportano alla centralità una questione cruciale nell’era dell’Antropocene: Quale rapporto può sussistere fra un individuo e la natura? - 25 - o Altri danni che ha provocato in tutto il mondo: ▪ Bruscatura delle foglie di caffè in Brasile ▪ Il disseccamento degli alberi di pero a Taiwan o Esistono diversi tipi di Xylella al giorno d’oggi ▪ Fastidiosa / multiplex / sandy / pauca ▪ (quella in Puglia è la più simile all’ultima) o La Xylella prolifera dove si trovano monoculture, stesse piante ad una distanza ravvicinata, che dà come risultato un ibrido, derivante da un contesto in cui natura e cultura si incontrano Questi ibridi, creati dalla monocultura intensiva, sono locali ma allo stesso tempo mondiali, ed è così che si manifesta la Xylella, che può fare affidamento, nei suoi spostamenti attraverso il mondo, sulla continua movimentazione di piante, grazie al mercato vivaistico. Questo è un esempio del fatto che l’umanità, nell’Antropocene, ha sicuramente più potere, ma ciò comporta anche un minore controllo. La malattia delle piante ha messo i riflettori sulle politiche della vita e su quelle della morte in relazione alle pratiche che interessano questo territorio. Il processo di riparazione per i danni procurati dalla Xylella non sarà che un’altra tappa nella produzione della natura di questo spazio. Ci sono due vie da percorrere, o almeno da tenere d’occhio, due chiavi di lettura della piantagione: 1. Promiscuità → spesso tra un ulivo e l’altro venivano coltivati diversi frutti e ortaggi, o pascolavano animali; dall’incontro tra questi esseri viventi possono nascere nuovi gruppi di specie e oggetti 2. Confinamento delle piante cattive → il movimento delle piante intorno al mondo permette anche l’individuazione di quelle cattive, e quindi di esportare o movimentare solo quelle buone - 26 - CAPITOLO 9 – GLI UOMINI E LE FORESTE NELL’ANTROPOCENE Nell’introduzione di Wildwood: A Journey Through Trees, Roger Deakin afferma: “Gli esseri umani dipendono dagli alberi quasi quanto dai fiumi e dal mare, ad essi ci lega un’intima relazione culturale e spirituale ma anche fisica: un vero scambio di ossigeno ed anidride carbonica.” Si tratta di una relazione basata su fattori antropici ma anche biologici e questo è il motivo per cui le foreste sono un elemento fondamentale negli studi dell’Antropocene. Le foreste sono il segno dell’integrazione delle piante e dell’interazione tra piante e uomo. Nella storia troviamo spesso situazioni in cui l’uomo sradicava alberi e foreste (circoscrivendone l’area) per far spazio a campi coltivabili o venivano posti al centro di attività agro-silvo-pastorali su cui sono basati interi sistemi economici di lunga durata. • Il rapporto tra uomo e foresta è sempre segnato da fasi alterne di forestazione, deforestazione e riforestazione che possono essere analizzate in senso geografico come declinazioni specifiche del processo di territorializzazione, deterritorializzazione e riterritorializzazione. I boschi sono uno strumento per ricerche incentrate sull’ambiente inteso come configurazione della territorialità, come forma della natura ed elemento di base del processo umano di costruzione sociale e di rafforzamento della consapevolezza di sé da parte degli individui e delle comunità. Cenni storici sull’Antropocene • Antropocene → concetto utile per studiare i cambiamenti nella relazione uomo-pianeta Il significato del termine è cambiato molte volte. Un punto di riferimento è sicuramente dato dagli studi di Zalasiewicz • Studi di Zalasiewicz → offrono gli strumenti essenziali per definire l’Antropocene come epoca geologica successiva all’Olocene o L’utilità di questi lavori è la capacità di avere una visione sistematica dei processi la dimensione geologica che ha l’Antropocene spinge a riflettere sul problema della datazione, dell’inizio del termine. E sulla questione ci sono diverse opinioni: • Alcuni parlano di Antropocene a partire dal XX secolo • Altri parlano di Paleoantropocene cercando i segni nella preistoria della capacità trasformativa umana - 27 - Sono posizioni tra loro contrastanti, ma per quanto riguarda i boschi è indubbio che l’uomo li abita e trasforma sin dall’antichità. • Posizione di chi parla di Early Anthropogenic Hypotesis → l’antropocene ha avuto inizio con la Rivoluzione agricola neolitica o I sostenitori dimostrano, attraverso evidenze scientifiche derivate dalle concentrazioni di gas serra in atmosfera, che l’avvio delle attività agricole umane ne ha gradualmente modificato la concentrazione, segnando un forte impatto antropico sulle dinamiche chimiche terrestri Questa posizione pone un problema fondamentale: • Rischio di svuotare il concetto di Antropocene, dilatandolo fino a farlo coincidere di fatto con l’Olocene e quindi con tutti i processi di interazione tra l’uomo e la Terra È necessario comprendere in che modo nella contemporaneità il rapporto tra uomini e boschi stia assumendo un significato specifico. • Diecimila anni fa la Terra era ricoperta da foreste naturali o Partendo dalla rivoluzione neolitica l’uomo ha avviato un processo di deforestazione graduale e frammentaria → Questo è anche correlato al processo di perdita della biodiversità che ha caratterizzato l’Olocene ▪ Attraverso l’agricoltura, la pastorizia, la deforestazione e le bonifiche, l’uomo abbia ridotto del 45% la massa vegetale globale ▪ Negli ultimi 250 anni le foreste sono diminuite del 19% e nello stesso tempo la superficie dedicata all’agricoltura è aumentata di quattro volte e mezza. • A partire dalla Rivoluzione Industriale l’uomo ha aumentato la sua necessità di spazi, in relazione all’aumento della popolazione • Dal 1990 al 2015 si nota un graduale tasso di riduzione di deforestazione grazie a processi di riforestazione in alcune regioni o La deforestazione non è un processo irreversibile, come lo dimostrano l’Asia orientale, l’Europa mediterranea e il Nord America, dove negli ultimi anni si registra una tendenza positiva → ciò consente di mantenere una sorta di equilibrio - 30 - CAPITOLO 10 – SISTEMI DEL CIBO NELL’ANTROPOCENE Nell’Antropocene i sistemi della produzione del cibo modificano i processi naturali che regolano gli equilibri biofisici. L’evoluzione storica dei sistemi del cibo è strettamente connessa all’impatto dell’uomo sugli equilibri planetari, che ha portato alla nascita del concetto di Antropocene. Tuttavia, sono pochi gli studi che analizzano questa relazione. Nel saggio Il dilemma dell’onnivoro viene descritta la trasformazione delle grandi pianure dell’Iowa. • Le trasformazioni partono dall’insediamento dei coloni provenienti da Est, verso la metà del XIX secolo. Nel giro di pochi decenni la sconfinata prateria temperata ad alto fusto è stata quasi completamente sostituita da un paesaggio diverso o La prateria ad alto fusto e con uno strato di humus molto alto è stata convertita per la produzione cerealicola e lo strato di humus si è immediatamente dimezzato o Il fiume vicino, il Des Moines, presenta una concentrazione di sostanze chimiche dannose molto elevata e il problema che sfocia nel Golfo del Messico o La biodiversità è stata compromessa e il territorio è occupato da una sola specie di pianta, il mais o Gli impatti ambientali dei sistemi produttivi influiscono su tutte le componenti dell’ambiente e non solo a livello locale. Alcuni studiosi nell’ambito delle scienze della Terra, hanno identificato degli ambiti nei quali l’impatto dell’uomo lascia ipotizzare l’ingresso in una nuova epoca geologica: • La trasformazione dello strato sedimentale (il suolo) → ridotto in estensione e spessore e fortemente degradato da pratiche di coltivazione e allevamento che non rispettano i cicli naturali • Quantità e qualità delle risorse idriche → la produzione agricola è responsabile del 70% dell’utilizzo d’acqua, inoltre delle ricerche hanno dimostrato che nel 63% delle acque italiane sono presenti pesticidi • Gli impatti dell’agricoltura intensiva → sull’atmosfera l’agricoltura sarebbe responsabile del 12% delle emissioni, vanno inoltre aggiunte le emissioni dovute ai trasporti di materie prime e prodotti finiti • Impatti sulla biosfera → creando pattern ecologici originati dall’interazione uomo-ambiente - 31 - • Modifica del DNA → la produzione di cibo in massa ha portato anche alla modifica del DNA di molte piante o animali, si stima infatti che in America, circa il 75% dei cibi industriali abbia al suo interno almeno un ingrediente geneticamente modificato. Il cibo ha avuto un ruolo rilevante nella trasformazione della Terra. Nonostante ci siano studiosi che fanno coincidere l’inizio dell’Antropocene con l’agricoltura e i primi insediamenti umani, quelle azioni non sono mai state indice di incertezza sul futuro del pianeta; è durante la Rivoluzione industriale, e successivamente nel dopoguerra che l’utilizzo di combustibili fossili ha inciso sull’ambiente. L’accelerazione non è relativa solo alle energie sfruttate ma anche al consumo di carta, di acqua e di altri materiali, che negli anni 50 del XX secolo non hanno mai visto un aumento così esponenziale. • I sistemi del cibo contemporanei sono caratterizzati da geografie diseguale, o Ci sono aree pienamente inserite nelle dinamiche globalizzate e aree caratterizzate da sistemi produttivi di piccola scala All’origine di questi squilibri e problemi, non va conferita la colpa all’uomo o ai suoi sistemi produttivi, bensì al suo sistema economico ovvero quello industriale capitalista, • Sistema economico capitalista → si basa sulle disuguaglianze sociali e territoriali o Le ricadute ambientali sono globali, ma né i benefici né le pressioni sono distribuite in maniera omogenea Nel 2050 si stima che la popolazione arriverà a 10 miliardi e sarà necessario modificare il sistema di produzione del cibo su scala globale o si spingerà il sistema Terra nei limiti della sostenibilità, verso scenari potenzialmente catastrofici. Ogni individuo deve necessariamente modificare la sua dieta, per sopravvivenza - 32 - CAPITOLO 11 – MUSEO DELLE TECNOLOGIE DELL’ANTROPOCENE Qual è la necessità di un museo? Differenza tra l’utilità di un museo e l’utilità di un libro • Museo → serve per indagare l’antropocene attraverso oggetti e abbinamenti non casuali o Offre un disordine che porta ad una miglior comprensione delle cose • Parole → offrono un pensiero già cristallizzato La società ci porta a pensare di vivere in un ambiente dove tutto sotto controllo, ma la verità è che il mondo è un luogo caotico e complesso. Aldrovandi, un collezionista bolognese (1522-1605), per ogni oggetto in suo possesso forniva una spiegazione storica allo scopo di liberarli dal loro significato teologico. Il primo criterio era di classificarlo per naturalia o artificialia. • Naturalia → per opera della natura • Artificialia → per opera dell’uomo L’operazione di divisione che ha effettuato Aldrovandi ha aperto la porta al pensiero moderno. L’essere umano ha avuto un atteggiamento incoerente per quanto riguarda la modernità. • Ha creato luoghi per aiutarsi a vedere la realtà come un luogo in cui la scienza non è solo scienza ma anche politica e dove la politica è scienza • Ha anche fatto finta che i problemi che nascono dalle divisioni non esistano o Sotto l’ordine permane una realtà complessa fatta di intrighi competizioni, negoziazioni, compromessi e alleanze o Viviamo in realtà in cui tutte le discipline sono intrecciate, ma l’operato umano sembra non tenere conto di questa cosa L’Antropocene non è soltanto una nuova epoca geologica ma anche una nuova epoca culturale Il MAT (Museo delle Tecnologie dell’Antropocene) prova a descrivere ogni oggetto rendendo visibile “la cosa” attorno allo stesso, cioè le relazioni invisibili con natura e cultura che lo rendono una chiave concettuale per comprendere l’Antropocene. Al giorno d’oggi non è più così semplice dividere le cose tra naturalia e artificialia, occorre una nuova categoria, l’accettazione di queste nuove categorie ci porterà alla modernità. In un monastero è stato trovato un documento con sei parole che potrebbero forse essere le nuove categorie:
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