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Geografia e antropocene: uomo, ambiente, educazione di Cristiano Giorda, Appunti di Geografia

Il documento presenta una sintesi del testo "Geografia e antropocene: uomo, ambiente, educazione " nel quale vengono trattati i temi di tutti i capitoli presenti nel libro.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 06/05/2022

SaraMazzali
SaraMazzali 🇮🇹

4.5

(26)

6 documenti

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Anteprima parziale del testo

Scarica Geografia e antropocene: uomo, ambiente, educazione di Cristiano Giorda e più Appunti in PDF di Geografia solo su Docsity! Geografia e antropocene uomo, ambiente, natura Prefazione Lo sguardo disciplinato del geografo ci mette nelle condizioni di osservare il mondo in cui viviamo, operiamo e costruiamo i nostri modelli di interpretazione del reale. Vi deve essere uno sguardo critico sul global warming, innalzamento dei mari, destino del genere umano, nonché di cambiamento globali e inarrestabili Questo libro nasce con due obiettivi: • Indagare l’antropocene • Capire se il concetto di Antropocene possa in qualche modo cambiare la stessa visione della geografia, interrogandola su come considera e rappresenta il sistema Terra con le relazioni uomo-ambiente e le grandi questioni ecologiche, economiche, sociali e politiche che i suoi studi affrontano. Il concetto di antropocene è stato proposto per la prima volta negli anni Ottanta del Novecento dal biologo Eugene Stoermer. Ebbe poco successo fino agli anni 2000, quando fu utilizzato durante un accesa discussione nel corso di una conferenza in Messico, dal premio Nobel Paul Crutzen per marcare l’intensità e la pervasività che l’attività umana aveva nei confronti dei processi biologici terrestri. Crutzen e Stoemer identificano le rivoluzioni industriali come fondamentali per la possibilità da parte dell’uomo di connaturare la vita della terra, individuando come momento fondamentale l’invenzione della macchina a vapore di Watt nel 1784; è l’esordio dell’agricoltura e dell’allevamento, a dare le basi primordiali di questa modalità di interazione tra vita dell’uomo e vita della terra I GEOGRAFI, L’ANTROPOCENE E L’EDUCAZIONE GEOGRAFICA Conferenza del 2015 alla Royal Geographical Society: discutere di Antropocene porta i geografi a interrogarsi sui limiti e sulle prospettive del rapporto fra specie umana e il suo pianeta, Quattro direzioni per l’educazione: • Coinvolgimento critico delle tecnologie spaziali • Contrapposizione delle diversità locali al fenomeno della globalizzazione • Capacità di trasmettere argomenti a favore della speranza • Dare al futuro un’importanza pari a quella del passato • Invito a una didattica attiva e coinvolgete, AUTORI Fabio Amato: affronta l’antropocene dal punto di vista delle migrazioni. Senza i movimenti di popolazioni non avremmo mai avuto l’Antropocene Marco Bagliani e Antonella Pietta: hanno affrontato il cambiamento climatico Giacomo Pettenati: Un altro tema fondamentale per l’Antropocene è quello della sicurezza alimentare e della produzione di cibo come aspetto dei processi di interazione fra uomo e ambiente. Matteo Putilli: parla del tema dell’educazione geografica. L’obiettivo di un’educazione che guarda al futuro è quello di fornire strumenti per orientarsi e per interpretare il mondo contemporaneo, ma anche di agire concretamente con l’obiettivo del bene comune ADDOMEST ICAZIONE L’antropocene ci invita a trovare nuovi modelli per parlare del rapporto tra l’uomo e la Terra, e probabilmente avremo bisogno di capire se nel processo di addomesticazione abbiamo sbagliato qualcosa, perché siamo stati così deboli nell’avere cura di qualcosa che nel frattempo era divenuta parte di noi, e ci aveva a sua volta addomesticati. CAMBIAMENTO L’antropocene è il racconto di un impatto che coinvolge luoghi e territori, risorse e politica, clima ed economia... che stanno cambiando. Altre parole sono sfida e velocità: perché l’Antropocene si basa anche sull’idea di una grande accelerazione, che ci viene dimostrata attraverso preoccupanti grafici che registrano l’impennata nella crescita della concentrazione di anidride carbonica, della crescita della popolazione mondiale... CAPITALOCENE Un’idea di Jason W. Moore che sostiene che gran parte della crisi ambientale sia il risultato dei modelli di produzione e consumo basati sul capitale. CLIMA La storia dell’umanità è stata influenzata dal clima, con il quale le comunità umane hanno dovuto fare i conti sviluppando adattamenti culturali e tecnologie in grado di migliorare la propria esistenza. CONTROLLO L’uomo ha perso il controllo della natura, o meglio ha perso la credenza di poter controllare i suoi processi a proprio vantaggio. EDUCAZIONE L’Antropocene va oltre la globalizzazione, anche se i due fenomeni hanno molti punti di contatto e l’educazione geografica ci può mostrare cosa accade nelle diverse regioni e come tutto questo genera flussi, reti e interazioni; orienta al futuro inteso come progetto per abitare il pianeta, stimola azioni di cittadinanza attiva ENERGIA L’energia è stata la fonte da ottenere in abbondanza e a buon mercato per sviluppare l’industria e le attività umane. Il problema dell’accaparramento delle fonti energetiche si collegava a problemi geopolitici, commerciali e di possibile esaurimento delle risorse. EST INZIONE DI MASSA/ BIODIVERSITA’ L’antropocene è anche una questione ecologica che raccoglie tutte le emergenze che nascono dall’impatto sulla biodiversità causato non solo dall’azione umana ma anche dalle sue conseguenze. L’estinzione è correlata direttamente alla globalizzazione, alla crescita demografica, dall’urbanizzazione allo sfruttamento delle risorse FORESTE I disboscamenti cambiano il clima e la meteorologia locale, alternando il comportamento delle altre specie maggior apporto di energia e di acqua. L’impatto ambientale è moto forte. Konin, Polonia: le centrali elettriche a carbone polacche e tedesche occupano i primi sei posti nella classifica di quelle più inquinanti e sono responsabili del 30% delle emissioni di mercurio in Europa. L’Antropocene trova le sue fondamenta nelle megalopoli e nelle monoculture. Educare (geograficamente) all’Antropocene COME ABITARE IL MONDO OGGI? LA SFIDA EDUCATIVA DELL’ANTROPOCENE Discutere di Antropocene oggi significa confrontarsi con un universo di opinioni e di riflessioni di natura multidisciplinare che hanno già esplorato ampiamente i principali limiti e potenzialità. La geografia offre un contributo nell’educare all’Antropocene, vale a dire per formare soggetti consapevoli delle ripercussioni globali e trasversali delle azioni umane e per responsabilizzarli nei confronti del pianeta. L’ANTROPOCENE NELL A CARTA INTERNAZIONALE SULL’EDUCAZIONE GEOGRAFICA La carta internazionale sull’educazione geografica è un documento internazionale promosso dalla Commissione Geografica dell’Unione Geografica Internazionale (UGI). La carta è un documento d’indirizzo sui temi, sui problemi e sule sfide legate all’educazione geografica nel mondo • Unitarietà di società e ambiente • L’azione trasformativa dell’uomo sulla terra non è omogenea né univoca • Le forme e i modi in cui i luoghi e i paesaggi della terra sono abitati non dipendono soltanto del rapporto con l’ambiente fisico, ma anche dalle relazioni reciproche tra le diverse società e le diverse culture • Comprendere i modi in cui la terra è abitata e trasformata costituisce la principale missione educativa della geografia. Le questioni sollevate dal tema sono talmente vari che non è pensabile che una sola disciplina possa farsene carico in modo esclusivo Agenda geografica per educare all’Antropocene: • Teorizzare l’Antropocene • Personalizzare l’Antropocene • Educare al futuro dell’Antropocene • Costruire azioni di cittadinanza antropocenica Agganciare il tema a situazioni e casi territorialmente definiti, che consentano di illustrare ed evidenziare i diversi ordini di problemi posti dal modo in cui il pianeta è abitato e trasformato dall’ opera dell’uomo. Fare educazione all’Antropocene attraverso l’educazione al territorio significa trasmettere la consapevolezza che ogni problema di ordine sociale, ambientale, economico, così come ogni possibile soluzione, ha anche una imprescindibile dimensione geografica spaziale, di cui tenere conto. Un rischio legato alla rappresentazione corrente dell’Antropocene è che i processi e i fenomeni sano percepiti come astratti, freddi e lontani dall’esperienza quotidiana. Educare geograficamente all’Antropocene significa anche rendere possibile un’appropriazione dei problemi “antropocenici” su un piano personale e prima di tutto affettivo, emozionale e motivazionale. EDUCARE AL FUTURO DELL’ANTROPOCENE Il discorso è fortemente declinato al futuro nel senso di immaginare in che modo l’uomo abiterà la terra nei prossimi decenni e quali sono le sfide. La geografia attraverso l’interpretazione dei luoghi definisce attese e aspettative sociali e prefigura soluzioni, possibilità, interventi e progetti. COSTRUIRE AZIONI DI CIT TADINANZA ANTROPOCENICA Educazione alla cittadinanza attiva, vale a dire prendersi cura e assumersi una responsabilità nei confronti del territorio che si abita. Significa sviluppare consapevolezza del ruolo che ciascuno svolge all’interno della società e adottare atteggiamenti e comportamenti rispettosi, inclusivo e dialoganti nei confronti degli altri, della collettività e dei beni comuni. È un’opportunità in quanto può essere adattato a contesti, problemi e situazioni molteplici La geomorfologia, disciplina dedicata allo studio delle forme terrestri, offre contributi fondamentali allo sviluppo della scienza del sistema terra, mentre la geomorfologia applicata approfondisce specificatamente le relazioni fra l’uomo e l’ambiente geomorfologica. Le nuove tecnologie sono di supporto sia all’analisi del contesto geografico-fisico generale, sai all’indagine locale, tramite il rilevamento delle forme e il monitoraggio dei processi morfogenetici. 1. L’ipotesi di un antropocene precoce: il suo inizio, posto circa 5.000 anni dal presente, è registrato in una carota di ghiaccio della Groenlandia sotto forma di drastico aumento del metano e di anomalie di CO2 atmosferica. Questi segnali indicherebbero i primi impatti globali dell’agricoltura estensiva, in particolare la coltura del riso. 2. L’ipotesi culturale dell’Antropocene: il suo inizio nel 1610 è registrato nella carota del ghiaccio antartico della Law Dome, sotto forma di calo della CO2 atmosferica e di anomalie della temperatura globale rispetto alla media nel periodo 1961-90. Questi effetti sarebbero la testimonianza dell’abbandono delle terre coltivate, del declino di grandi centri abitati e dell’espansione della copertura forestale nel continente americano 3. L’ipotesi bomba nucleare: l’inizio intorno al 1964. Gli effetti degli esperimenti in atmosfera del relativo fall-out atomico globale sono registrati in diversi marker ambientali. Cambiamento climatico e Antropocene Un gruppo di ricercatori propone una nuova periodizzazione: 1. L’Antropocene viene fatto iniziare con la Rivoluzione industriale 2. Il Paleantropocene va dalla comparsa dei primi ominidi e, soprattutto, dalla Rivoluzione agricola, fino a quella industriale 3. Una fase ancora precedente in cui non si riscontra un’influenza umana. CAMBIAMENTO CLIMAT ICO Emerge il grande contributo del settore energetico che emette soprattutto CO2, mentre circa 1⁄4 è causato dal settore agricolo e forestale. LE POLIT ICHE PEER IL CAMBIAMENTO CLIMAT ICO In generale di distingue fra politiche di mitigazione e di adattamento. Le prime mirano a eliminare le cause del riscaldamento globale mentre le seconde puntano a limitare gli effetti. Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici: ha come obiettivo di lungo periodo la stabilizzazione delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera a un livello tale da escludere qualsiasi pericolosa interferenza delle attività umane sul sistema climatico. La ratifica e l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto costituiscono la seconda tappa del percorso di costruzione delle politiche di mitigazione. La terza fase è quella del post-Kyoto, un periodo caratterizzato da un forte rallentamento dell’azione sul fronte della mitigazione. La quarta fase è quella dell’Accordo di Parigi, che ha l’obiettivo dichiarato di mantenere il riscaldamento planetario entro il limite massimo dei 2°C, ma chiedendo ai governi di impegnarsi per puntare a limitarlo a 1,5°C La quinta fase riguarda le possibili implementazioni future delle azioni di mitigazione e viene discussa nella prossima sezione. •
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