Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Geografia - Marcello Tanca, Appunti di Geografia

Integrazione di appunti e slides del docente per la preparazione dell'esame di Geografia. E' possibile studiare esclusivamente da tale documento nella preparazione di tale esame. Voto conseguito: 30

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 24/04/2023

sara28_
sara28_ 🇮🇹

4.8

(6)

14 documenti

1 / 26

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Geografia - Marcello Tanca e più Appunti in PDF di Geografia solo su Docsity! Che cos’è la Geografia? Nel piccolo principe viene rappresentata l’idea di un geografo statico, che non si muove, che non scopre e si limita a classificare e conoscere le scoperte degli altri. La geografia è una scienza a due facce: La prima è la geografia delle certezze, che vede la geografia come un sapere basato sul dove e in cui il compito del geografo è quello di localizzare le cose sulla superficie della terra. Secondo il principio di localizzazione tutte le cose hanno un posto e il mondo è quindi stabile, ordinato e invariabile. La seconda faccia è la geografia dei dubbi, che vede la geografia come un sapere critico che non si limita a dirci dove si trovano le cose, ma bensì si interroga sulla loro natura, sulle cause e ragioni che vi stanno dietro queste. Il mondo di oggi, ossia il mondo della globalizzazione, non è statico, ma bensì è in continua mutazione: per questo la mappa è uno strumento utile ma incompleto, fotografa infatti un preciso momento ma non contiene tutto, si limita solo alla segnalazione di mari, laghi, fiumi. STORIA DELLA GEOGRAFIA Il primo momento dell'evoluzione del sapere geografico è sintetizzabile con l'espressione geografia del compasso. La geografia del compasso è una fase che va approssimativamente dal ‘600 al ‘700, e vede un geografo che è più un cartografo (⇒ tale termine non esisteva ancora), quindi che si occupa prevalentemente di fare mappe, che rimane statico nel suo gabinetto scientifico e che ha come strumento che lo contraddistingue il compasso. Era spesso un ufficiale dell’esercito, e le carte che creava erano destinate al re. Era colui che rappresentava su una mappa il potere politico. Si parla quindi della Geografia dello Stato come Geografia di Stato perché queste carte erano la rappresentazione grafica, iconica, visiva del potere del re. Lo Stato era allo stesso tempo soggetto emittente, destinatario e oggetto della comunicazione cartografica. Il re aveva bisogno della mappa perché questa serviva per identificare fino a dove si estendevano i confini del suo Stato e quindi fino a dove poteva esigere il pagamento dei tributi, fino a dove le persone, che vivevano su un certo territorio, fossero sudditi e quindi dovessero obbedire alle sue leggi. Queste mappe diventarono quindi uno strumento politico. La geografia del fiore, fase che va approssimativamente dal ‘700 all’ ‘800, vede lo sviluppo di un nuovo ceto, la borghesia, che aspira ad un cambiamento della società, e ad una società basata sulla meritocrazia non sulla verticalità e la rigidità dell'Antico regime. Il massimo esponente della geografia del Fiore è Alexander Von Humboldt, il più grande scienziato del primo Ottocento. Humbolt era un aristocratico che però sosteneva i valori borghesi, e fu proprio lui a rompere gli schemi del geografo statico in favore di uno che comincia a viaggiare. Humboldt è sempre ritratto all’aperto a differenza dei suoi predecessori e il fatto che venga ritratto all’aperto lo rende un viaggiatore. Humboldt viaggiò molto senza farsi finanziare da nessuno e un altro elemento da notare è che non viene raffigurato con in mano un compasso, ma bensì un fiore che si chiama Meriana Speciosa. È un cambiamento epocale, non è solo un cambiamento d’icona, ma significa che il sapere geografico rifiuta l’identificazione con la cartografia. Humboldt non è un cartografo. Il fiore che lui regge in mano è qualcosa che, per conoscerlo, si deve viaggiare e andare proprio in quel posto. Non era un funzionario del potere politico, infatti non si sarebbe fatto finanziare i suoi viaggi perché voleva avere pieno controllo delle sue scoperte. Il geografo comincia a viaggiare, comincia a visitare nuovi luoghi, comincia ad usare gli strumenti scientifici e si comincia a sdoganare la geografia dalla politica, facendo diventare questa più uno strumento conoscitivo e fruibile a tutti. L’altra figura importante per quanto riguarda la geografia del fiore è Carl Ritter. Ritter fonderà la Società tedesca di geografia con Humboldt e otterrà la prima cattedra di geografia all'Università di Berlino Nel 1820. Humboldt e Ritter non si definiscono Geografi (ossia cartografi a quel tempo), ma conoscitori della terra. Per Ritter la terra è la casa dell'educazione dell'umanità (idea non nazionalistica). Nell’Ottocento la borghesia sale al potere e di conseguenza la critica del potere in nome degli ideali borghesi non funzionava più. Con l’ascesa al potere della borghesia, avrebbe fallito anche il progetto di Humboldt che aspirava alla creazione di una scienza critica e democratica. Con la nascita del colonialismo il termine esplorare (che Humboldt aveva utilizzato per conoscere) diventa sinonimo di conquistare. La geografia del fucile, fase che va approssimativamente dal ‘800 al ‘900, lega la geografia al colonialismo, quindi alla politica che porta vari stati a volere una colonia, soprattutto in Africa visto che questa era sconosciuta, nessuno ci abitava. Schweinfurth è il rappresentante di questa fase che si pone come erede di Humboldt, per quanto in realtà non lo sia, e sarebbe stato raffigurato con un fucile in mano. La geografia è divenuta espressione della guerra, della conquista e del colonialismo e perde gli ideali democratici ricercati da Humboldt. Di conseguenza la geografia viene più impiegata come strumento di conoscenza per la conquista e non per la conoscenza fine a se stessa. La guerra è la prosecuzione della politica ma con le armi. Nell’Ottocento si torna quindi ad un geografo statista. LA CARTA GEOGRAFICA La carta geografica è una rappresentazione ridotta, approssimata e simbolica, in piano, di tutta la superficie terrestre o di parte di essa. Rappresentando in piano, quindi con solo due dimensioni, manca qualcosa, ovvero mancano gli aspetti qualitativi della realtà (vd. profondità) ● Ridotta: perché è necessario ridurre l’oggetto rappresentato rispetto alla sua dimensione reale. La riduzione è realizzata in maniera omogenea e in base a un preciso rapporto: il rapporto in scala; ● Approssimata: l’approssimazione è legata a due fattori: il primo riguarda la deformazione dovuta alla rappresentazione di una superficie sferica in un piano; il secondo riguarda le “generalizzazioni” e “selezioni” apportate in qualsiasi carta geografica; ● Simbolica: in quanto adotta colori e segni convenzionali per la rappresentazione. Esistono diverse tipologie di carta geografica: ● Fisiche, ovvero quelle che mostrano gli elementi fisici della Terra (es. monti e mari); ● Politiche, ovvero quelle che raffigurano la suddivisione della Terra nei differenti Stati; ● Tematiche, ovvero quelle che rappresentano aspetti particolari (es. il clima). ALCUNI MOMENTI DELLA STORIA DELLA CARTOGRAFIA - la tabula peutingeriana è una copia incompleta del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostra le vie stradali dell'Impero romano, dalle isole britanniche alla regione mediterranea e dal Medio Oriente alle Indie e all'Asia Centrale. Nel 2007 è stata inserita dall'UNESCO nel Registro della Memoria del mondo. - mappae mundi è il termine con cui in generale si indicano le carte del mondo di epoca medievale. I mappamondi avevano una forma T-O: il Mediterraneo era rappresentato a forma di T e divideva la Terra in 3 parti i tre continenti Asia, Africa e Europa, tutti circondati da un grande oceano, la O. Questi mappamondi avevano un valore simbolico: Gerusalemme veniva posta al centro del mappamondo e l’Oriente, dove si pensava fosse il Giardino dell'Eden, veniva disegnato in alto. - nel XV secolo si riscopre l’opera cartografica di Tolomeo, astronomo e geografo greco. Viene tradotta dal greco la sua opera Geografia, divisa in otto libri, il primo dei quali espone le basi teoriche della geografia matematica. I sei successivi sono dedicati alle diverse parti del mondo conosciuto e contengono le coordinate di oltre 6.000 località con le loro latitudini e longitudini. Una delle innovazioni di tale opera fu proprio l'utilizzo, per la prima volta, della latitudine e della longitudine per l'identificazione dei luoghi sulla superficie terrestre. L’ultimo libro includeva 27 mappe: una generale e ventisei di particolari regioni. Ciò si può notare dal fenomeno del digital divide, cioè il livello di accesso alla tecnologia è molto diverso tra Europa e Africa (ad esempio) e ciò permette all’Europa di essere più competitiva nel mercato globale rispetto all’Africa. L’interdipendenza delle economie dei vari paesi si traduce in una globalizzazione degli scambi. L’azione delle organizzazioni internazionali, le strategie planetarie delle multinazionali danno forma alla nuova geografia economica del mondo attuale. La propagazione di modelli e di forme esogene di territorializzazione è collaterale alla globalizzazione. Nessuna entità esterna alla globalizzazione, ma le disuguaglianze persistono e tendono ad allargarsi. Nessuna area può considerarsi totalmente esclusa o passiva rispetto alla globalizzazione, ma ci sono aree caratterizzate da scarso dinamismo economico o carenza infrastrutturale che risultano più marginali al mercato globale, i cosiddetti sud del nord (Italia meridionale, Spagna meridionale, Grecia, Portogallo, Irlanda, Danimarca settentrionale). Gli aspetti positivi della globalizzazione sono: ● La crescita di alcune zone sottosviluppate, come i colossi asiatici della Cina e dell’India; ● Crescita generalizzata della ricchezza. Gli aspetti negativi della globalizzazione sono: ● Mondo delle disuguaglianze: non ci sono paesi esterni alla globalizzazione ma zone marginali; ● Divario tra ricchi e poveri, divario tra Nord e sud e presenza dei cosiddetti “sud del nord“. EUROPA Confini: ● Nord: Mar Glaciale Artico; ● Est: Asia; ● Sud: Mar Mediterraneo e Mar Nero; ● Ovest: Oceano Atlantico. Superficie: ● Ovest: superficie piatta e uniforme; ● Est: montuosa; ● Il mare penetra in diverse aree formando varie penisole; ● Sono presenti molte isole di grandi dimensioni: Gran Bretagna, Sicilia, Sardegna, Corsica, Creta, Baleari, Islanda, Irlanda. L’Europa presenta un clima estremamente vario in quanto ha una superficie abbastanza estesa in termini di latitudine (capo nord: Norvegia 71° latitudine nord; capo sud: Creta 31° latitudine nord). Possiamo distinguere diverse aree climatiche: ● Area mediterranea; ● area subcontinentale; ● area fredda; ● area atlantica; ● area continentale; ● area contraddistinta dal clima arido subdesertico. L’UNIONE EUROPEA L’Unione Europea è composta da 27 membri (la Gran Bretagna è uscita nel 2020). Ha un’estensione di 4 milioni di km2 e una popolazione di 446 milioni di abitanti (terzo posto dopo Cina e India). I paesi più rilevanti in termini di popolazione sono Francia, Spagna, Italia e Germania; il paese più esteso è la Francia e quello meno esteso è Malta. La storia dell’Unione Europea si articola in 10 tappe dal dopoguerra guerra (1950) alla Brexit (2020): ● 1951: piano carbone e acciaio tra Francia e Germania; trattato di parigi — Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA): Italia, Germania Ovest, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo funzioni: controllo giacimenti carbone e ferro e libera circolazione di merci e capitali. ● 1957: trattato di roma — comunità economica europea (CEE): inizialmente gli stati di prima e poi dal ● 1973: primo allargamento della CEE: entrano la Gran Bretagna l’Irlanda e la Danimarca; ● 1981: ingresso della Grecia; ● 1986: firma dell’atto unico europeo: ingresso di Spagna e Portogallo; ● 1992: trattato di maastricht — unione europea (ue) — funzioni: unione economica e monetaria con la creazione della banca centrale europea BCE; cittadinanza europea; previsione di politica estera ed esercito europeo (ancora non attuati); i paesi membri sono oggi 27, prima erano 28, ma dal 2016 la gran bretagna ha deciso di uscire dall’UE (BREXIT) ● 1995: SPAZIO SCHENGEN: Ogni cittadino dell’UE ha il diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli stati membri. È possibile lavorare, studiare, stabilire la propria residenza ed esercitare professioni in qualsiasi paese dell’UE. Hanno aderito a questo trattato anche Svizzera, Norvegia e Islanda, quindi non è necessario il passaporto. Recentemente è stato messo in dubbio questo trattato per placare l’immigrazione clandestina e a causa del terrorismo. Alcuni paesi hanno congelato il trattato di Schengen e ripristinato i controlli nei confini interni. Le regole comunitarie consentono di sospendere tali accordi solo come extrema ratio, quindi in presenza di un reale pericolo per la sicurezza. Questi paesi (Francia, Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia), con successive delibere, hanno sospeso Schengen del tutto. Il parlamento europeo ha votato per un reinserimento di tali paesi nello spazio Schengen, invitandoli a ripristinare la libertà di circolazione. ● 2002: INTRODUZIONE DELLA MONETA UNICA (EURO) gli stati dell’UE devono avere dei requisiti economici per poter usare l’euro. Ad esempio l’Italia è tirata a causa del grande debito pubblico. Non tutti i paesi appartenenti all’unione europea hanno l’euro, solo 19 su 27. Nasce quindi l’eurozona che comprende quei paesi membri UE che hanno accettato l’unione economica e monetaria e che presentano l’euro come valuta ufficiale. Danimarca, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Svezia non lo hanno. Alcuni non hanno i parametri economici per avere l’euro, altri l’hanno rifiutato. Danimarca, Svezia e prima anche il Regno Unito non hanno aderito perché la loro moneta era più forte. ● 2004: viene istituita la Costituzione europea: “Unita nella diversità”. Entrano a far parte dell’UE 10 nuovi paesi: Ungheria, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Lettonia, Estonia, Lituania, Malta, Cipro, Slovenia; ● 2007: trattato di Lisbona, noto anche come trattato di riforma modifica il trattato sull’UE e dispone che l'Unione e gli Stati membri sono tenuti ad agire congiuntamente in uno spirito di solidarietà se un paese dell'UE è oggetto di un attacco terroristico o vittima di una calamità naturale o provocata dall'uomo. Pone inoltre l'accento sulla solidarietà nel settore energetico. Emerge l’euroscetticismo (atteggiamento sfavorevole o di sfiducia nei confronti del processo di unificazione economica e politica dei paesi europei) ● 2013: ingresso della Croazia. Cameron (ex primo ministro regno unito) promette un referendum; ● 2020: i cittadini britannici votano per la Brexit. Il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea, anche noto come referendum sulla Brexit si è trattato di un referendum consultivo per verificare il sostegno alla continuazione della permanenza del Regno Unito nell'Unione europea. Il referendum si è concluso con un voto favorevole all'uscita dalla UE con il 52%, contro il 48% che ha votato per rimanere nell'UE. Il voto ha manifestato una spaccatura tra le nazioni del Regno Unito, con la maggioranza di Inghilterra e Galles favorevoli a uscire e la maggioranza di Scozia e Irlanda del Nord che hanno votato per rimanere. PRINCIPALI ISTITUZIONI DELL’UNIONE EUROPEA Le istituzioni non sono in un unico luogo ma bensì sono distribuite nell’Unione Europea. - il Parlamento Europeo si trova a Strasburgo, in Francia, formato da 750 deputati eletti a suffragio universale (eletti da noi) ogni 5 anni. Ogni stato elegge un numero di deputati proporzionale alla popolazione. Es. Italia 73 deputati, Malta 6. Ha le funzioni di approvare le leggi, di controllare le attività dell’UE e di decidere l’ammissione di nuovi stati. - il Consiglio dell’Unione Europea si trova a Bruxelles, in Belgio, e ha il potere legislativo insieme al parlamento europeo. Qui i ministri degli stati europei si riuniscono per decidere a seconda delle competenze (es. salute, economia etc). Ha la funzione legislativa e di bilancio. Coordina le politiche economiche, estere e di sicurezza. È un organo decisionale nei vari settori, basta un solo stato che va contro una decisione degli altri per fermare la decisione. - Il Consiglio Europeo ha sempre sede a Bruxelles ed è formato dai capi di stato o di governo (es. in Italia Conte) e dal Presidente della Commissione Europea. Ha la funzione di discutere la politica generale dell’UE. - la Commissione Europea ha sempre sede a Bruxelles ed è formato da 27 commissari (uno per ogni stato). Ha il potere esecutivo e la funzione dei commissari è simile a quella del governo nazionale: ciascuno di essi ha un campo d’azione specifico. In particolare propone leggi al parlamento, è responsabile dell’esecuzione delle politiche varate dal parlamento e puó stringere accordi internazionali. - la Banca centrale europea con sede a Francoforte in Germania. Conia e stampa l’euro, assicura stabilità alla moneta e verifica il rispetto delle regole di Maastricht sulla politica economica. - la Corte di giustizia e dell’unione europea con sede a Lussemburgo interpreta il diritto dell'UE per garantire che sia applicato allo stesso modo in tutti gli Stati membri e risolve le controversie giuridiche tra governi nazionali e istituzioni dell'UE. - la Corte dei Conti con sede a Lussemburgo ha la funzione di esaminare la regolarità della gestione finanziaria controllando entrate e spese dell’Unione. EUROPA MEDITERRANEA L’Europa mediterranea è una zona compresa tra il 35º e il 45º latitudine nord. Comprende quei paesi che sono bagnati dal Mar Mediterraneo, ma anche quelli nelle vicinanze che condividono un clima mediterraneo. Il clima mediterraneo è caratterizzato da siccità estiva e da inverni piovosi e miti. SISTEMI DI GOVERNO DEI PAESI UE ● Monarchie costituzionali: Belgio, Danimarca, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Lussemburgo; ● Repubbliche centralizzate: Bulgaria, Cipro, Malta, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia; ● Repubbliche federali: Germania e Austria. L’IDENTITÁ EUROPEA Europa economica: ● La Banana blu è un’area contraddistinta da un notevole sviluppo economico e demografico che collega Londra e Milano passando per la Francia, la Germania meridionale e la Svizzera. L’individuazione di questa dorsale europea si deve al geografo francese Roger Brunet che ne ha parlato per la prima volta negli anni Settanta del secolo scorso per poi riprendere l’idea alla fine degli anni Ottanta. Secondo la testimonianza dello stesso Brunet l’espressione banana blu ha sfruttamento delle tante risorse del continente africano era spesso oggetto di scontri e guerre. A cavallo tra 20º e XXI secolo le guerre in Angola, Sudan e Congo tra le altre causano più di 1 milione di morti. Nel 2017 si protraevano ancora almeno nove scontri di grande portata: Sudan, Sudan del sud, RCA, Congo ed Etiopia. Molto spesso la causa dello scoppio delle guerre è da ricercare nell’intervento delle potenze occidentali nelle questioni africane, come nel caso della Francia. Ancora diverse zone strategiche sono sotto il controllo delle potenze mondiali: ● Il Sahel e sotto il controllo di Francia e USA; ● Gibuti (Mar Rosso) presenta basi francesi, USA e cinesi. I problemi principali dell’Africa sono le malattie, le guerre, la povertà, la fame e la sete. Questi problemi sono tutti collegati tra loro e dovuti ad una serie di fattori climatici, culturali, politici, ambientali, economici… Altri problemi sono: ● Reclutamento dei minori in guerra: è dovuto a povertà, mancanza di tutela politica, scarsa alfabetizzazione; ● Diffusione di malattie: è dovuta a mancanza di infrastrutture, politica inesistente, scarsa alfabetizzazione, scarsa igiene, condizioni climatiche favorevoli, povertà e quindi fame e sete; ● Questioni ambientali: desertificazione e siccità; ● Tassi di mortalità più elevati al mondo in Africa Subsahariana: dovuto a scarsa igiene, mancanza di infrastrutture, scarso accesso alla medicina; ● Regimi politici non democratici: dovuto a mancanza di alfabetizzazione, povertà; ● Acquisizione da parte di multinazionali o Stati esteri delle terre africane: dovuto a povertà, scarsa alfabetizzazione, politica inesistente. Si rischia di perdere il controllo di risorse fondamentali, tra cui l’acqua; ● Guerre e conflitti: dovuti a interventi delle potenze occidentali, ricchezza di risorse, regimi politici non democratici. ASIA L’Asia è il continente più vasto al mondo e più popolato con 4,5 miliardi di abitanti. È il solo continente ad essere bagnato da tre oceani: Atlantico, indiano e Pacifico. Con l’Europa forma l’Eurasia, un’unica massa continentale. Confini ● Nord: Mar glaciale Artico; ● Est: oceano Pacifico; ● Sud: oceano indiano; ● Ovest: Europa e Africa; Si estende in tre zone climatiche dell’emisfero boreale: la zona glaciale, temperata e torrida. Dall’Asia sono giunte in Europa la maggior parte delle piante utili all’uomo tra cui il riso, il grano saraceno, la vite, l’olivo, le lenticchie, la canna zucchero, il pesco ecc. La fauna asiatica è ricca e variegata: dalla renna agli animali da pelliccia fino al cammello, la tigre, il leone, la pantera ecc. È un continente estremamente eterogeneo dal punto di vista economico e culturale. L’Asia è divisa in cinque macro regioni: 1. Asia centrale o Turkestan; 2. Asia meridionale: penisola indiana è stati limitati a nord; 3. Asia occidentale o Medioriente: zona dove est dell’Afghanistan e confinante con l’Africa e l’Europa; 4. Asia orientale o estremo oriente: Russia, Cina, Corea e Giappone; 5. Sud-est asiatico: dal Bangladesh in giù, tra gli altri Stati comprende il Vietnam, Birmania, Thailandia, Cambogia e le Filippine. ASIA CENTRALE È composta da cinque repubbliche: Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Sono tutte di lingua e cultura turca, tranne il Tagikistan che persiano. Parte della popolazione pratica ancora il nomadismo. La religione più diffusa è l’Islam sunnita e sono cinque repubbliche multietniche. ASIA MERIDIONALE È composta da otto Stati, tra i quali spicca per estensione l'India, e tra i quali sono famosi l’Afghanistan, il Nepal e il Bangladesh, ma anche le Maldive. Questa regione presenta la catena montuosa dell’Himalaya, ma anche i tre fiumi più importanti dell’India: indo, Gange e Brahmaputra. Le religioni più praticate sono l’Islam, il buddismo e l’induismo. I monsoni sono venti periodici dell’oceano indiano che influenzano profondamente il clima soprattutto dell’Asia meridionale.danno origine a due sole stagioni che si alternano per tutto l’anno: ● Stagione umida e piovosa: quando i monsoni soffiano verso l’entroterra; ● Stagione secca: quando i monsoni soffiano verso l’oceano. La Repubblica dell’India (Stato federale dell’Asia meridionale) La Repubblica dell’India è il settimo Stato per superficie e il secondo stato più popoloso al mondo dopo la Cina. È caratterizzato da povertà, malnutrizione e analfabetismo; il divario tra ricchi e poveri è ancora ampio. L’India è annoverata tra i cosiddetti paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) cioè è inclusa in quei paesi in via di sviluppo. Dal punto di vista religioso il credo dominante e l’induismo, ma è presente anche l’Islam è una minoranza cristiana. New Delhi è la capitale, è ubicata nel nord del paese ed è abitata da circa 260.000 persone, con una densità di 6000 ab/km2 ASIA OCCIDENTALE O MEDIO ORIENTE È caratterizzata da due fiumi importanti, il Tigri e l’Eufrate, e da un lago salato, il Mar Morto. È una zona dall’alto valore religioso e turistico, soprattutto per la presenza di Gerusalemme e La Mecca. Vi sono industrie poco sviluppate, tranne quella dell’estrazione e raffinazione del petrolio. ASIA ORIENTALE O ESTREMO ORIENTE L’estremo oriente annovera tra i suoi Stati due potenze, la Russia e la Cina. Repubblica popolare Cinese (Repubblica socialista parlamentare monopartitica) La Cina è il paese più popoloso al mondo con circa 1,5 miliardi di abitanti. Pechino è la capitale con più di 24 milioni di abitanti. Il cinese standard è la lingua ufficiale, ma sono parlate anche l’inglese (lingua ufficiale ad Hong Kong), il portoghese (lingua ufficiale a Macao) e i dialetti locali. Politica economica della Cina Nel 2013 il governo di Pechino ha avviato il progetto delle “nuove vie della seta” (costruzione e modernizzazione di collegamenti terrestri e marittimi con circa 60 paesi nel mondo). Gli obiettivi sono quelli di: ● Agganciarsi a tutte le arie per import-export (scongiurare eventuali blocchi USA); ● Stimolare flussi economici dinamici per favorire la crescita cinese; ● Affermarsi come potenza mondiale. Giappone Il Giappone è uno stato insulare dell’Asia orientale, vanta una qualità della vita molto buona e una speranza di vita tra le più alte al mondo. La capitale è Tokyo e supera i 13 milioni di abitanti. A seguito del boom economico del secondo dopoguerra, il Giappone divenne la terza potenza economica mondiale. Il Giappone è una monarchia parlamentare. Secondo le stime raccolte negli ultimi anni la popolazione giapponese è risultata la più vecchia del mondo. Nel 2016 si stimò che una persona giapponese su quattro avesse 65 anni o più (circa il 27% della popolazione totale). La penisola coreana La Corea è una penisola situata nell’Estremo Oriente dell’Asia. È politicamente divisa fra le note Corea del Nord e Corea del Sud, divisione avvenuta alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La Corea del Nord è comunista e filocinese mentre la Corea del Sud è capitalista e filostatunitense. Aldilà della divisione politica, dal punto di vista linguistico e culturale la Corea può identificarsi come un’unica nazione (i governi di Pyongyang e Seul rivendicano entrambi il governo sull’intera penisola). Nel 2018 i due capi di Stato, dopo più di 10 anni, si sono stretti la mano varcando la linea di confine. SUD-EST ASIATICO Il sud-est asiatico presenta paesi come il Vietnam, la Cambogia, l’Indonesia e le Filippine, la Thailandia. Questa regione si estende tra l’India (a ovest) e la Cina (a nord-est), e di conseguenza tra l’oceano indiano e l’oceano Pacifico. Il clima è sempre caldo e umido, con la stagione dei monsoni che parte da giugno e termina ad ottobre. Nel sud-est asiatico troviamo due delle quattro tigri asiatiche (Taiwan e Singapore), caratterizzate da uno sviluppo del settore terziario moderno: industrie tecnologiche, informatiche ed elettroniche avanzate. OCEANIA E AUSTRALIA L’Oceania è il continente che comprende la maggior parte delle isole presenti nell’oceano Pacifico. La ripartizione tradizionale dell’Oceania la suddivide in quattro aree: ● Australasia; ● Micronesia; ● Melanesia; ● Polinesia. Nel continente dell’Oceania si parlano oltre 30 lingue, tra cui l’inglese, il francese, il tahitiano e tante altre.la popolazione dell’Oceania supera i 40 milioni di abitanti. L’Australia è lo stato più esteso dell’Oceania e il sesto più esteso al mondo. E’ una monarchia parlamentare federale frutto dell’unione di sei Stati federali, il cui monarca è la regina d’Inghilterra (quindi anche regina d’Australia) che però conserva un potere di fatto formale in quanto rappresentata in loco da un governatore generale dell’Australia. La popolazione australiana conta 25 milioni di abitanti, quasi tutti residenti sulle coste; la capitale è Canberra, ma le città più popolate sono Melbourne e Sydney. L’Australia è perlopiù pianeggiante e il territorio si mostra arido; dal punto di vista climatico nelle zone settentrionali il clima è tropicale e di conseguenza il paesaggio è dominato da foreste pluviali, paludi di mangrovie, praterie e boschi di altre specie arboree. Solo nell’area sud-occidentale e sud-orientale il clima si mostra temperato, e per questo la popolazione australiana si concentra nel sud-est dell’isola. Nell’ambito di un progetto per la tutela della biodiversità sono state istituite diverse aree protette, ma a causa del riscaldamento globale il rischio di incendi è aumentato esponenzialmente. Nel 2019 sono andati in fiamme più di 1 milione di ettari di terreni (più di un quarto della Svizzera). Dal punto di vista demografico solo il 2% della popolazione australiana e indigena. Il 90% della popolazione ha origini europee (il 22% circa ha origini inglesi). Gli italo-australiani sono gli australiani di origine italiana. Il censimento del 2006 ha indicato il gruppo italo-australiano, composto da 850.000 persone, come il quarto gruppo etnico dell’Australia. L’8% della popolazione è di origine asiatica (gli immigrati provengono soprattutto dal sud-est asiatico o dal Medio Oriente). IL MONDO DELL’ANTROPOCENE Bruno Latour, in uno dei suoi libri “la sfida di Gaia”, scrive dell’epoca in cui viviamo identificandola come fatta di continue pessime notizie: l’innalzamento delle acque, il sempre più alto tasso di CO2 nell’atmosfera, la scomparsa dei ghiacciai… Latour critica la definizione della nostra epoca con l’espressione “crisi ecologica”. Infatti il termine crisi indica una condizione tendenzialmente temporanea, di passaggio: per lui l’espressione giusta sarebbe “profonda mutazione del nostro rapporto col mondo”. ECUMENE Questo termine è presente alla radice oikos, in greco casa. È la stessa radice presente in economia ecologia. L’espressione ecumene nell’uso classico segue il senso che le avevano dato i geografi dell’antichità, come Strabone, ossia terre abitate dall’uomo. Tale uso è obsoleto, in quanto l’uomo ha ormai conquistato tutta la terra. L’ecumene è quindi la nostra casa, la terra, non in quanto corpo fisico o entità ecologica (che sarebbe anche se l’uomo non esistesse), ma in quanto luogo del nostro essere. ANTROPOCENE ANTROPOCENE → ANTROPOS (uomo) + KOINOS (recente) L'antropocene indica l'epoca in cui l'azione dell'uomo, a causa dello sviluppo di strumenti, meccanismo di produzione, sfruttamento delle risorse, osteggia gli eventi climatici nel mantenimento della biosfera terrestre e dei suoi processi. I tratti distintivi dell' antropocene sono: ● Deforestazione; ● utilizzo irrazionale di acqua e petrolio; ● acidificazione degli oceani; ● Emissioni di CO2; ● Urbanizzazione. L'antropocene è strettamente legato alla globalizzazione. Paul Crutzen, durante una conferenza scientifica a Città del Messico, fu il primo ad esprimere il fatto che si fosse entrati in una nuova era geologica, non più l’olocene ma l’antropocene. Per sviluppare tale teoria pubblicò una serie di articoli, tra cui Geology of Mankind. Per ufficializzare il passaggio all’antropocene è necessario però identificare determinate caratteristiche: 1) ESISTONO PROVE CERTE? ● Crescita demografica esponenziale (più del 100% in 60 anni); ● Riscaldamento climatico con inondazioni e siccità; ● Acidificazione oceani; ● Esaurimento riserve naturali; ● Danni alla biodiversità; ● Agricoltura intensiva; ● Dal 1970 ad oggi sono state emesse più di 525 miliardi di tonnellate di CO2 nell'atmosfera. Il caso de Il Cairo, la capitale dell'Egitto Uno studio sull'inquinamento atmosferico, acustico e luminoso effettuato su 48 città appartenenti a 24 Paesi diversi ha evidenziato come il Cairo sia la città più inquinata al mondo. L'aria respirata contiene una soglia 11 volte maggiore di polveri sottili rispetto al dato indicato dall’OMS. L'antropocene lo riconosciamo dall'uso di fertilizzanti, dalla deforestazione, dalla diffusione di plastica. L’homo antropocenicus possiede mezzi e strumenti in grado di mutare le condizioni della biosfera; tutto ciò per gli antenati non è mai stato possibile. Le centrali elettriche polacche e tedesche sono tra le più inquinanti e sono responsabili del 30% delle emissioni di mercurio dell'Europa. Le emissioni delle centrali alimentate a carbone sono incompatibili con l'obiettivo di mantenere l'innalzamento delle temperature al limite dei 2 gradi. Il carbone è il combustibile più inquinante e più dannoso per la salute. 2) SI RIESCE AD INDIVIDUARE IL MOMENTO O LA FASE CHE SEGNA IL PASSAGGIO DAL MONDO PREANTROPOCENTRICO AL MONDO ANTROPOCENTRICO? La risposta è molto controversa, e si presta la discussione di diverse possibilità: a) Non c'è un momento preciso; b) Il 1784: l'invenzione della macchina a vapore da parte di James Watt, inizio della rivoluzione industriale e delle grandi emissioni di CO2; c) Le risposte più varie, dalla nascita dell'agricoltura e della pastorizia all'invenzione della plastica; d) “La grande accelerazione” a partire dagli anni 50 del XX secolo. 3) LE RESPONSABILITÀ Anche sulle responsabilità ci sono posizioni controverse: a) È colpa di tutta l'umanità nella sua interezza; b) È colpa solo di una parte della popolazione (eurocene, anglocene, capitalocene). IL CONCETTO DI AMBIENTE La parola ambiente potrebbe sembrare all'apparenza una parola banale, ma piuttosto aperta e polisemica: ● In senso figurato, collegato al francese “milieu”, è l'insieme delle caratteristiche socio-economiche, culturali, storiche e geografiche intorno a cui viviamo; ● In ecologia l'ambiente è uno spazio che presenta caratteristiche tali da essere suscettibile alla vita; ● Per l'architettura e il design l'ambiente è tendenzialmente definito come uno spazio interno, un vano, un'abitazione, dove vivere e svolgere la propria attività; ● Per l'informatica l'ambiente è inteso come l'insieme dei software e degli elementi grafici che permettono l'interfaccia tra il fruitore e il sistema operativo; ● Nel diritto si distingue tra: a) l'ambiente come paesaggio; b) l'ambiente come tutela di suoli; c) l'ambiente in senso urbanistico. È però necessario eliminare tutte le convenzioni che schiacciano il concetto di ambiente: ● Non è nè luogo nè paesaggio; ● Non è affrontabile slegandolo agli altri aspetti sociali: economia, cultura, società, salute, occupazione…; ● É un concetto globale, planetario. In geografia il rapporto tra umano e non-umano può assumere connotazioni diverse: Il territorio è uno spazio umanizzato ossia non conserva più i suoi tratti originali, ma è stato influenzato dall’agire umano. Le caratteristiche del territorio sono tre e sono le manifestazioni empiriche che può assumere un territorio: ● Ambiente: insieme delle caratteristiche fisiche di un territorio; ● Paesaggio: veduta; ● Luogo: una serie di caratteristiche topiche che rendono una località ubicata anziché ubiquitaria. Questi non sono elementi contrastanti tra loro, ma semplicemente sfumature di uno stesso concetto. La natura è un concetto generico, un’attribuzione fisica indefinita (il mare, la montagna, il deserto…). Quando l’uomo interagisce con la natura, tramite il suo filtro culturale, anche semplicemente nominandola, dandole una connotazione, questa diventa ambiente. PARADIGMI GEOGRAFICI ● nel DETERMINISMO l’ambiente geografico che coincide con la natura determina la vita umana in uno spazio. Quindi le difficoltà di determinate aree geografiche (vd. sviluppo, sottosviluppo), i costumi e la cultura non sono determinate dagli umani ma bensì dalla natura. natura determina vita umana ● nel POSSIBILISMO di Paul Vidal de la Blanche l’ambiente è insieme alla cultura uno dei tratti che definiscono l’identità di uno spazio. L’uomo non è un essere dipendente dalla natura e dal contesto geografico, ma un agente attivo capace di interagire con l’ambiente e di trasformarlo in base alle proprie esigenze uomo = agente attivo ● nel FUNZIONALISMO l’ambiente non viene preso in considerazione. La geografia non deve limitarsi a descrivere il mondo ma bensì deve raccogliere i dati e misurarlo, elaborare leggi universali e teorie e costruire modelli spaziali. Inoltre ogni fenomeno può essere cartografato. ● nel TERRITORIALISMO l’ambiente non coincide con la natura ed è una configurazione dei processi di territorializzazione (ossia tutti quei processi che riguardano l’organizzazione, la produzione e l’uso del territorio). La territorializzazione è un processo che non si arresta mai, quindi anche il concetto di territorio è soggetto a continuo mutamenti. Il territorio è sia davanti che dietro di noi, è un qualcosa di già esistente ed è sia mezzo del nostro agire ma anche qualcosa che viene influenzato tramite le nostre azioni. ● Equità sociale: che contempla sia l’equità intergenerazionale, nella singola comunità e nelle comunità di uno stesso momento storico; l’equità intergenerazionale invece ha luogo tra le generazioni presenti e le generazioni future. Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere le possibilità che le generazioni future possano soddisfare i propri. LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE ● 1992, conferenza di Rio de Janeiro (Brasile) ● 1997, conferenza di Kyoto Il protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia ambientale che si concentra sul riscaldamento globale. I paesi industrializzati sono obbligati a ridurre gli inquinamenti (ad esempio di metano) ad una quantità non inferiore al 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990. ● 2002, vertice di Johannesburg Occasione di riflessione sui temi già trattati nei precedenti incontri, da Rio 1992 in poi.gli impegni sanciti nei precedenti summit furono ribaditi, ma nel pratico non si verificò nessun significativo passo avanti. Vengono riconosciuti i problemi, ma ci si oppone agli abbinamenti tra obiettivi ed arte e soprattutto non vengono proposte e concordate iniziative pratiche. ● 2007, vertice di Bali Trattative tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo sulle missioni del CO2 e approvazione del Bali roadmap. Gli accordi sulla riduzione delle emissioni entreranno in vigore dal 2012 e il protocollo di Kyoto decadrà. ● 2009, vertice di Copenhagen Obiettivi: rendere il protocollo di Kyoto a lungo termine e introdurvi anche quei paesi che non avevano aderito (USA) o quei paesi che non erano stati inseriti per non limitarne la crescita (tra cui Cina e India). ● 2015, conferenza di Parigi ● 2021, Glasgow (Scozia) Ultimo termine per attuare le politiche sul clima (riduzione emissioni nel 2050). CASO DI KIRIBATI Kiribati è un arcipelago dell’oceano Pacifico dell’Oceania e troviamo la combinazione di due fenomeni: ● Depletion: esaurimento di risorse per sfruttamento incontrollato, cioè sfruttamento inglese delle migliore di solfati (fonte esaurita dal 1970); ● Pollution: inquinamento degli ecosistemi locali e globali a causa dell’aumento di concentrazione di inquinanti nell’atmosfera che ha provocato l’innalzamento della temperatura e del livello dei mari. Entro il 2100 Kiribati rischia di non esistere più a causa del riscaldamento globale. Il caso di Kiribati mostra che gli effetti di pollution e depletion sono ben visibili e catastrofici. Durante la COP 26 il ministro di Tuvalu, uno stato insulare polinesiano, ha parlato con l’acqua alle ginocchia. Infatti anche tu valuta potrebbe, come Kiribati, scomparire a causa del rischio globale, come anche le Maldive e le Fiji. GEOGRAFIA URBANA Le città sono i punti di riferimento della geografia urbana. Le città sono i centri della produzione culturale, dell’economia e delle interazioni sociali. Negli ultimi cinquant’anni le città hanno subito un’espansione e una mutazione senza precedenti. Il concetto di città è estremamente vario: ad esempio Tokyo (35 milioni di abitanti) e Perugia (167.000) hanno molte differenze, ma sto entrando annoverabili senza dubbio come città, in quanto entrambe svolgono la funzione di località centrale al servizio di un hinterland o area di gravitazione. La geografia urbana branca della geografia che studia la distribuzione delle unità urbane e nei rapporti di interdipendenza con l’ambiente ha come oggetto di studio sia le relazioni orizzontali (tra città e città) che le relazioni verticali (tra città e territorio). Studia anche le diverse città mettendone in luce la storia, la forma, le funzioni, la struttura e i processi di urbanizzazione. Il mondo globalizzato può essere definito un mondo urbano? Sì! Nel 1950 neanche un terzo della popolazione viveva in città (29%); ● Nel 2007, per la prima volta nella storia, più della metà della popolazione mondiale viveva in città (51%); ● Le stime delle Nazioni Unite prevedono che entro il 2030 verrà superato il 60% di urbanizzazione. Alcuni paesi, tra cui la Germania e il Belgio, negli ultimi cinquant’anni hanno visto il loro tasso di urbanizzazione crescere spaventosamente: la Germania, che nel 1950 era organizzata al 53%, nel 2005 ha toccato quota 90%; il Belgio, che nel 1950 vedeva circa 64 abitanti su 100 abitare in città nel 2005 arrivò al 97%. È molto interessante il dato secondo il quale nel 1950, per recarsi in una città con 10 milioni di abitanti o più non ci fosse molta scelta, ora invece le città che superano quota 10 milioni sono più di 20. Cosa è effettivamente una città? Non esiste una definizione universale di città, è proprio per questo nello studio della storia urbana spesso si fa fatica a distinguere fenomeni che caratterizzano lo sviluppo di una particolare città o il fenomeno dell’urbanizzazione in generale. Esistono diversi criteri per classificare e definire le città: ● Criteri unici: demografico, amministrativo…; ● Combinazione di criteri: demografici, economici, amministrativi… Ogni Stato adotta una propria definizione di città in base a una serie di criteri: Criteri unici: ● Criterio demografico: Islanda, località di 200 o più abitanti; ● Criterio amministrativo: El Salvador, capoluoghi di municipios. Combinazione di criteri: ● Criteri demografici: Canada, agglomerato di 1000 abitanti o più e con una densità di popolazione di almeno 400 abitanti per Km2. Ogni criterio per definire una città ha le sue peculiarità: ● Criterio demografico: è un criterio quantitativo che definisce una città in base al numero di abitanti e alla distribuzione degli stessi; ● Criterio morfologico: guarda l’aspetto delle città, considerando ad esempio il rapporto tra nucleo (centro storico) e corona. Nonostante le città siano estremamente varie, tutte conservano delle caratteristiche comuni: 1. Elevata densità di popolazione; 2. Dimensione demografica che la distingue dagli insediamenti rurali; 3. Complessità di funzioni economiche, culturali e sociali; 4. Centri di potere connesso all’esercizio di funzioni economiche culturali e sociali; 5. Ambienti dinamici e creativi; 6. Essere connessi ad altri insediamenti urbani e rurali mediante flussi di persone, merci, denaro…; 7. Luoghi di contraddizioni e conflitti: ricchezza/povertà; speranze/delusioni. La trasformazione delle città urbane, è la storia urbana, viene descritta dal cosiddetto ciclo di vita delle città: a. Fase di suburbanizzazione: Distinzione netta tra spazio urbano (città) e spazio rurale (campagna); b. Fase di urbanizzazione diffusa del territorio italiano dagli anni 50 in poi e spostamenti di massa dalle campagne alle città con la diffusione dell’automobile; c. Fase di controurbanizzazione o disurbanizzazione: legata alla crisi delle città degli anni 70. Rivincita dei piccoli centri con il decentramento della popolazione urbana; d. Fase di riorganizzazione (fase attuale). New York fu scoperta da un navigatore italiano che approdò nell’attuale Baia di New York. Fino al XVI secolo non era una città, la zona di Manhattan era una zona di caccia. Abu Dhabi fino agli anni 70 aveva le sembianze di un villaggio, mentre oggi è a tutti gli effetti una città globale. Milano fu in origine una città operaia (con scontri tra operai); oggi è smart city, global city, città come brand, città come calamita per turisti per arricchirsi. Se confrontiamo l’agglomerato urbano in epoca viscontea, in epoca spagnola e oggi, notiamo grandi differenze in merito alla sua estensione. Abitanti di Cagliari: ● 1981:197.000; ● 1991:183.000; ● 2001:164.000; ● 2011:149.000; ● 2020:152.000, riurbanizzazione. Nel corso delle fasi del ciclo di vita delle città, soprattutto dal XX secolo in poi, i centri urbani andranno incontro a veri propri cambiamenti strutturali: a. Fase di suburbanizzazione: Città preindustriale, nascita dei primi opifici e manifatture; b. Fase di urbanizzazione diffusa (dagli anni 50): città industriale pre fordista: si affermano le prime industrie. Città industriale fordista o industriale: pericolo del boom economico e affermazione del fordismo (catena di montaggio; separazione tra luoghi di sviluppo del prodotto e centri di montaggio; produzione di massa ed l’economia di consumo); c. Fase di disurbanizzazione (dagli anni 70): città post fordista: abbandono dei metodi di produzione passati e introduzione della tecnologia (smart city); smaterializzazione dell’economia e dei servizi; città imprenditoriali; d. Fase di riurbanizzazione: città post fordista. RILANCIO POLITICA DELLE CITTÀ Politiche di stampo neoliberale volte a promuovere iniziative che attirano capitali: un ruolo centrale spetta alla cultura, spesso spettacolarizzata sulla scia dei grandi eventi (esempio: Expo). Il rilancio e la valorizzazione delle città cozza sempre di più con il concetto di branding urbano (fare delle città un brand), che si sviluppa con la creazione e produzione di immagini, discorsi, video che risultano validi ed efficaci nella misura in cui viene rispettato il loro fine: attivare visitatori, investitori e quindi capitale. IL CASO DI BILBAO Bilbao, una città tradizionalmente manifatturiera e industriale (sviluppata specializzata nel settore dell’acciaio) negli anni 80 entrò in crisi e in una situazione di declino. Negli anni 90 Bilbao subisce una riqualificazione urbana grazie ad interventi mirati al miglioramento infrastrutturale, imponendosi sulla scena internazionale: grattacieli, un nuovo aeroporto e soprattutto il Guggenheim, il museo di arte moderna di Bilbao che piaccia o non piaccia, attira molti turisti a livello nazionale ed internazionale. Dalle stime si può osservare come l’82% dei turisti abbia espresso di essersi recato a Bilbao solo per visitare il Guggenheim. LE CITTÀ GLOBALI Le città globali sono i centri principali in cui i processi della globalizzazione possono essere osservati e toccati con mano. L’epoca della globalizzazione implica un declino delle entità nazionali in favore dell’ascesa del global city. Le città globali appartengono ad un network internazionale e sono luogo di incontro e di scontro dei processi della globalizzazione. Analizzare le città globali permette di inserirsi nei centri della produzione del capitalismo globale, analizzandone i rapporti di forza, sfruttamento e dominio, che partono proprio dalle global cities. che vanno in Germania e Svizzera. Abbiamo un’immigrazione interna, movimento migratorio che va dal sud verso il nord, dalle coste verso l’interno e dalla montagna verso la pianura. prima ondata: emigrazione transoceanica (1900-1914) seconda ondata: migrazioni interne e verso l’estero (dopo guerra — 70’) terza ondata: giovani laureati (XXI secolo) Nella seconda fase le mete estere più ambite sono Francia, Svizzera e Germania mentre internamente Milano, Torino e Genova. Per la “fuga di cervelli” le mete più gettonate sono Germania, Regno Unito, America e Australia. STRANIERI IN ITALIA Oggi l’Italia è diventata meta di flussi migratori. Nel 1975 il 44,5% della presenza straniera in Italia era costituito da cittadini di uno dei paesi dell’Europa dei 15; oggi, l’85% degli stranieri sono soggiornanti non UE. Al 1° gennaio 2020 sono 5.255.503 gli stranieri residenti in Italia, l’ 8,7% della popolazione residente. Le comunità straniere, in Italia, più consistenti sono Romania, Albania e Marocco al terzo posto. Si concentrano nel centro nord. La regione più gettonata è la Lombardia. In Sardegna gli stranieri residenti sono appena 3,2% della popolazione, quella più numerosa costituita dai rumeni, seguita dai senegalesi e dai marocchini. Gli insediamenti sono vicino alle zone di transito come le stazioni ferroviarie o marittime. La crescita della popolazione italiana degli ultimi vent’anni è avvenuta unicamente grazie all’aumento della componente di origine straniera. Negli spazi di innesto la presenza degli immigrati non è concentrata in quartieri, ma è diffusa, sparpagliata per il territorio. Questo accade per gli immigrati di nazionalità dell’est Europa, le badanti etc, persone che non sono concentrate in un punto. Innesto comunità immigrati in Italia: - spazi domestici: badanti, colf, giardinieri - mezzi di trasporto - media e tv GEOGRAFIA DEL TURISMO La geografia del turismo è una branca della Geografia umana che studia i processi e i fenomeni turistici. I fenomeni turistici, le mobilità turistiche sono una forma particolare di mobilità. Oggi vediamo che il turismo ha assunto forme e dimensioni tali da essere diventato uno dei principali fenomeni del mondo contemporaneo, ma non è un fenomeno particolarmente antico. Nasce nel 800, nel 700 si pratica il Grand Tour, il viaggio dei rampolli dell’aristocrazia e dell’alta borghesia provenienti dal centro nord Europa in Europa meridionale, in Italia, vista come il giardino d’Europa. Oggi nel mondo globalizzato il turismo è una delle pratiche più diffuse. È un fenomeno complesso che implica altri piani, quello dell’economia, del marketing, della sociologia, della psicologia e della Geografia Due visioni: turismo o turismi, al singolare o al plurale? Visione tradizionale: Turismo è un fenomeno unico, monolitico, semplice, che è presente in ogni epoca e in ogni parte del mondo le stesse caratteristiche. Può dunque essere studiato a sé, come fenomeno spaziale che implica delle traiettorie lungo la superficie terrestre. Il turismo ha a che fare con le proprietà spaziali e fisiche. La visione innovativa parla di turismi: non esiste un unico modo di praticare il turismo: la lista delle forme di esperienza cui possiamo accedere si allunga di anno in anno sempre di più e oggi comprende pratiche come il turismo dentale, il turismo degli squali, il turismo LGBT, il turismo dei bassifondi, il turismo delle feste di addio al celibato, il turismo fallimentare, il turismo matrimoniale. Parlare di turismo significa parlare di complessità: di cultura, di società, di politica ed economia, dell’ambiente, della e delle identità, della salute, dell’immaginario. Il turismo ha a che fare cin le proprietà territoriali. Un’altra contrapposizione che possiamo fare è quella tra Geografia e turismo. Nella prima visione, quella tradizionale, c’è una contrapposizione molto netta tra residente/turista cioè il residente e il turista sono due soggetti differenti, il turismo è la rottura con la quotidianità. Andare in vacanza significa spostarsi fisicamente e rompere con il mondo della vita quotidiana con le abitudini e con i gesti che si fanno tutti i giorni. C’è una contrapposizione netta tra qui e altrove, residente e turista, ospite e ospitante. Una delle caratteristiche del turismo è che ha rigidi confini temporali, perché per quanto lunga possa essere l’esperienza turistica non può durare in eterno. Laddove ha un inizio e una fine. La fine, il termine dell’esperienza turistica coincide con il ritorno a casa si dismettono i panni del turista e si riprende con le attività che si erano interrotte etc. In questa visione il turismo può essere rappresentato come una forma di territorializzazione eterocentrata, cioè che si organizza il territorio in funzione delle esigenze e dei bisogni di persone che arrivano da un altro territorio. La visione innovativa ritiene che nel mondo globalizzato non c’è più questa linea che separa in maniera netta il residente e il turista perché l’esperienza turistica è diventata una parte fondamentale del modo in cui le persone apprendono e viaggiano attraverso il mondo su base giornaliera, fare turismo quindi è sempre meno una rottura con i luoghi della vita quotidiana perché siamo tutti sempre più turisti. In questa visione il turismo è una forma di territorializzazione autocentrata, cioè legata sempre più alle esigenze degli attori locali, degli abitanti del territorio. La DT (destinazione turistica) è un luogo ossia un punto situato da qualche parte sulla superficie della Terra dotato di qualità topiche assolutamente speciali. L’attrattività di una DT, ossia la sua capacità di attrarre i flussi turistici può trascendere le caratteristiche oggettive del territorio ed essere prodotta dai modi della percezione, dagli stili della rappresentazione verbo-iconica e dalle risonanze immaginative. Il turismo non vende dei luoghi, ma immagini dei luoghi che servono a promuovere un territorio. Spesso queste immagini diventano egli stereotipi, Eugenio Turri parla della teoria di iconemi paesaggistici. L’iconema funziona come una metonimia, una parte che vale per il tutto, un’immagine che viene assunta come rappresentativa della totalità. Una località diventa una meta turistica per motivi culturali ancora prima che per caratteristiche fisiche. La casa di Giulietta a Verona è una tipica invenzione di destinazione turistica perché l’aspetto attuale della casa non è certo quello del XII secolo ma è stato modificato, tra il 37 e 40, ispirata al dipinto di Hayez ‘L’ultimo bacio’. Un’altra invenzione di destinazione turistica è questa delle Maldive di Milano. È molto interessante nel 2017 un videomaker pubblica un video girato in Valle Verzasca, un luogo poco conosciuto. Il primo week end successivo alla pubblicazione del video, si assiste ad un afflusso quasi ingestibile di nuovi turisti italiani. Altro elemento è Piano City, un festival pianistico inventato da Andreas Kern e nasce dall’idea di portare la musica fuori dai luoghi tipici, la sala da concerto, il teatro etc, ma proponendola in città. È un festival che è approdato a Milano da Einaudi. Il concerto non si tiene a teatro ma all’università, negli ospedali, nelle fermate della metropolitana, nei tram storici. I concerti sono gratuiti e ad ingresso libero. C’è una territorializzazione temporale oltre che spaziale, infatti, ci sono 50 ore ininterrotte di musica. C’è un programma e voi potete scegliere dove andare. Piano city è una forma di auto-narrazione della città stessa, Milano aspira ad essere città cosmopolita, città globale, città interessante e trovate tratti identitari di ciò che Milano vuole essere. Si parla anche di ciò che la città è. Un’esperienza do un festival musicale è anche un’esperienza di scrittura e riscrittura per una città. Tra le città in Italia più visitate vi sono Roma, Venezia, Milano, Napoli, e il grosso dei turisti vengono dalla Germania, Stati Uniti, Francia etc. La Sardegna è al nono posto tra le regioni con il maggior numero di presenze.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved