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Giacomo Leopardi : Pessimismo storico e cosmico ., Schemi e mappe concettuali di Italiano

Scheda Giacomo Leopardi. Teoria del piacere, natura e ragione, antichi e moderni, poesia del "caro immaginar" , poesia del "vago".

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 05/03/2019

iamfrede98
iamfrede98 🇮🇹

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Scarica Giacomo Leopardi : Pessimismo storico e cosmico . e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Giacomo Leopardi Il Pessimismo storico La teoria del piacere L’uomo, per sua natura, tende al piacere e questa aspirazione non ha limiti, perché è congenita con l’esistenza stessa, Ne consegue che l’uomo non può trovare soddisfazione piena e durevole nei piaceri reali. Il piacere è solo un oggetto del desiderio, non una realtà; non si dà mai nel presente, ma solo nella speranza del futuro o nella trasfigurazione illusoria del passato. La vita dell’uomo, non raggiungendo mai il fine a cui aspira, è continuamente imperfetta e quindi “il vivere è di sua propria natura uno stato violento”. Natura e ragione La Natura è la madre benigna che ha dato in dono all’uomo l’immaginazione e “le belle illusioni” perché coprissero con un velo la miseria della condizione umana. Lo sviluppo contorto della ragione, il progresso della scienza hanno corrotto il rapporto dell’uomo con la Natura, le “belle illusioni” si sono dissolte e il “vero” si è manifestato in tutta la sua crudezza. Antichi e moderni Per Leopardi, gli antichi costituivano un’umanità capace di nobili “illusioni”, ricca di immaginazione, più serena ed equilibrata, perché viveva una condizione naturale di ingenuità, in armonia con la natura. I moderni, al contrario, sono fiaccati dalla conoscenza del “vero”, che li ha allontanati da un rapporto armonioso con la natura, privandoli delle “illusioni” e della capacità di immaginare. La “noia” è la condizione morale legata alla conoscenza del nulla come unica vera realtà. Il pessimismo cosmico Natura e ragione Da madre provvida, la natura diviene la causa di tutti i mali: dell’insopprimibile disposizione umana a un desiderio di felicità incolmabile, ma anche dei mali e delle calamità reali, quali le malattie, la decadenza fisica, la vecchiaia. Le concezioni materialistiche si caricano in Leopardi di un profondo pessimismo, poiché è venuta meno la fiducia nella scienza e nella perfettibilità dell’uomo. La ragione non è più autrice, ma solo rilevatrice della misera condizione umana. Leopardi rivendica un ruolo positivo alla ragione moderna quale strumento: • di conoscenza del “vero” • di demistificazione delle credenze ingannevoli • attraverso cui l’uomo può evitare di aggiungere ai mali che la natura gli infligge quelli che egli scambievolmente si procura con i suoi simili. Antichi e moderni Leopardi accantona il mito di un’originaria felicità dell’uomo, ma non l’idea di una maggiore infelicità dei moderni rispetto agli antichi. Nelle società moderne, i conflitti, più gravi che nelle primitive, aggravano le pene destinate all’uomo dalla natura.
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