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Giolitti e Salandra: inizio del governo salandriano, Sintesi del corso di Storia

La fine del governo Giolitti e l'inizio di quello di Salandra: il governo italiano durante la Prima Guerra Mondiale Le iniziative di Salandra non appena prese il potere

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 02/12/2023

jose-mateo-va
jose-mateo-va 🇮🇹

4.3

(4)

5 documenti

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Scarica Giolitti e Salandra: inizio del governo salandriano e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Tre vittorie e tre sconfitte Giolitti riprese la politica espansionistica per vari motivi: 1) perché voleva dimostrare ai nazionalisti che il suo governo era capace di aumentare il prestigio internazionale dell’Italia; 2) perché voleva assecondare i gruppi industriali e finanziari, in particolare il banco di Roma che aveva interessi economici in Libia; 3) voleva accontentare l’opinione pubblica che riteneva necessario conquistare nuovi territori per dar lavoro ai braccianti meridionali e anche ai migranti. Giolitti però non mirò alla conquista dell’Etiopia, bensì la Libia che si trovava di fronte alle coste sicurezza. Sul piano internazionale accettò il dominio francese sulla Tunisia e sul Marocco, ma ottenne il DIRITTO DI CONQUISTA della Libia. Nel 1911 l’Italia dichiara guerra alla Turchia che controllava la Libia. In un primo momento l’esercito italiano occupò le principali città, ma dopo questi primi successi iniziarono le difficoltà poiché gli abitanti della Libia organizzarono la resistenza. L’Italia mandò altri soldati firmando un contingente di 100000 uomini che però non riuscirono a sfondare la resistenza della popolazione del Libano. L’esercito italiano allora cambiò strategia attaccando direttamente la Turchia, invia la marina nell’Egeo occupando alcune isole delle Sporadi che andarono a formare il DOMINIO ITALIANO SUL DODECANESO con capitale Rodi. I turchi spaventati per una possibile incursione nei Dardanelli firmarono il 12 ottobre 1912 il TRATTATO DI LOSANNA (trattato di Ouchy) con la quale cedevano la Libia agli italiani. La Libia non era una terra fertile e rigogliosa come veniva descritta dalla maggioranza favorevole alla conquista coloniale, non aveva risorse minerarie (nel 1959 venne scoperto il petrolio quando oramai la Libia non era più colonia italiana) Salve Salvemini la descrisse come UNO SCATOLONE DI SABBIA. Coloro che trassero vantaggi dalla colonizzazione della Libia furono le banche, gli armatori e l’industria militare. La sovranità italiana sulla Libia rimase limitata sulla fascia costiera, ma col governo fascista si estese fino ai territori desertici dell’interno, provocando feroci tecniche di repressione. IL SUFFRAGGIO UNIVERSALE MASCHILE Una delle riforme democratiche del governo giolittiano fu l’approvazione di una uova legge elettorale che introduceva il SUFFRAGGIO UNIVERSALE MASCHILE nel 1912e tale legge prevedeva la concessione del diritto di voto a tutti i cittadini maschi e furono ammessi i cittadini che avessero compiuto i 30 anni di età. Per accedere al voto ai 21 anni era necessario adempiere gli obblighi del servizio militare o saper leggere e scrivere. IL SUFFRAGGIO UNIVERSALE FEMMINILE SI EBBE SOLO IL 1° GIUGNO 1946 L’obiettivo di Giolitti era di allargare la base politica dello stato italiano: gli elettori passarono dal o% al 24% della popolazione e voleva far avvicinare alle istituzioni i due partiti che erano stati esclusi dalla partecipazione attiva alla vita politica, ossia i socialisti e i cattolici, ma per avere la meglio sui socialisti (dominavano il ceto operaio) era necessario allearsi con i cattolici (dominavano il ceto cittadino) GIOLITTI E I CATTOLICI Il NON EXPEDIT (divieto sancito da Pio IX nel 1874) venne ammorbidito da Pio X: i cattolici andarono alle urne nel 1904 e votarono i liberali per sconfiggere i socialisti, ritenuto il nemico più pericoloso. Dopo l’enciclica RERUM NOVARUM del 1891 i cattolici si erano impegnati nella società con L’OPERA DEI CONGRESSI. In tale periodo erano nati i primi sindacati e le cooperative bianche (bianco era il colore dei cattolici, mentre il rosso quello dei socialisti) ma era nata l’AZIONE CATTOLICA, organizzazione che inquadrata il laicato cattolico sotto la protezione del papa e dei vescovi. Nel 1913 Giolitti stipulò con l’azione cattolica il PATTO GENTILONI. Con tale accordo I cattolici si impegnavano a votare i candidati liberali che avevano il compito di difendere la chiesa. Con le elezioni del 1913 Giolitti riottenne la maggioranza dei voti
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