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Giornalismo Online Riassunto, Appunti di Giornalismo

Riassunto di "Giornalismo Online" di Davide Marzocco (Non sono inclusi i paragrafi di approfondimento)

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 29/07/2019

redss20
redss20 🇮🇹

4.6

(17)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giornalismo Online Riassunto e più Appunti in PDF di Giornalismo solo su Docsity! IL GIORNALISMO ONLINE Introduzione Dal verticale all'orizzontale La storia della comunicazione riguarda anche il linguaggio e il mezzo che veicola il messaggio. La rete che supporta l'informazione alla proiezione del mondo globalizzato e interconnesso che l'informazione racconta. l'azzeramento ho quasi del tempo che intercorre tra avvenimento e frizioni della notizia comporta un addebito gerarchizzazione delle informazioni che costringe a rivedere le proprie priorità, i metodi e gli approcci. Da una visione verticale con il giornalista come mittente della notizia il lettore come destinatario, sia una orizzontalità, prodotto di un passaggio al digitale completato dai Social network. La rete è diventato un sistema di interazione sociale in grado di vendere chiunque è un potenziale comunicatore. Il dialogo oggi si sporge sui social network, sistema universali in cui l'informazione viene condivisa, commentata giudicata e il proprio articolo può raggiungere chiunque ovunque, rendendo giornalista direttore vicinissimi. Il processo che portano ecosistemi informativo più raggiunta ridefinisce ruolo e attività del giornalista che diventa una figura di garanzia per definire la veridicità delle notizie. La degerarchizzazione dell'informazione dettata dalla tecnologia rende tutti i potenziali reporter, con la pubblicazione che ha portata di tutti ed è possibile creare una mini redazione sul proprio network, portando l'informazione ad essere un bene illimitato. Tuttavia se In passato bisognava scovare le notizie, oggi ci sono troppe notizie e bisogna talvolta capire quali sono notizie vere e quali fake news: saper separare la buona dalla cattiva informazione e creare un prodotto professionale che i Citizen journalist non potranno fornire se non in maniera episodica significa diventare giornalista. Il giornalista di diventa mediatore tra fatti e comunità, traduttore della realtà, cinghia di trasmissione tra specialistico e universale. Il ruolo di mediazione del giornalista e resta intatto si rafforzano il passaggio al digitale. Ma il giornalismo devi pensare a se stesso con il problema dell'identità dei giornalisti che è determinante come quello della sostenibilità economica delle notizie. Il richiamo verso una maggior orizzontalità dove professionisti delle informazioni cittadini lavorano per il miglioramento della società. La rete ha cresciuto la libertà tutto del pubblico di comunicare efficacemente, poiché non esiste alcuna possibilità di preservare la forma di giornalismo così come è stata praticata e il futuro dipende dalla capacità di ripensare il ruolo dei professionisti e delle strutture dell'informazione, portando il giornalista ad essere un selezionatore e ricercatore. E gli deve dare valore aggiunto all'informazione, la quale può così sopravvivere alla transizione verso il digitale. Nel nuovo ambiente delle notizie occorre fare i conti con la gente e chi accetterà questo riuscirà a posizionarsi e riposizionarsi nel sistema dell'informazione digitale. Il giornalismo i giornalisti hanno maggiori possibilità di adattarsi al cambiamento. Il pubblico matura con il mezzo Si pensa erroneamente che il modo di fare informazione sia solamente basato su un cambio di supporto. Il web è oggetto ancora oggi di preconcetti che vedono, in una gerarchia dei supporti, la carta come un mezzo più nobile, portando a guardare il giornalismo online con diffidenza: le sue notizie erano considerate non affidabili, verificate, non trattate professionalmente. Tuttavia, la rete dimostra la sua vittoria con una migrazione verso il digitale per la possibilità che la tecnologia offre: insomma, il pubblico matura con il mezzo. Ad accelerare la maturazione interviene anche il fattore economico, poiché l'informazione online è gratuita, portando ad una perdita dei giornali cartacei assorbita dall'informazione su Internet. Lo spazio digitale è presente e futuro del giornalismo:c'è un calo di lettori, un calo di vendite, i giovani non comprano i quotidiani. A ciò si unisce anche il grado di coinvolgimento che l'informazione raggiunge sui social, facendo sentire l'utente protagonista attivo. Cambia proprio il modo di fruire la notizia, passando da una gerarchizzazione dove si fruisce la notizia degli altri a una più libera scelta di compiere i propri percorsi, approfondendo attraverso link e le offerte di crossmedialità. Le testata del passato devono uscire dalla loro propensione conservatrice per comprendere che la rete è principalmente fondata su ipertestualità, confronto e reciprocità (questi sono pilastri fondamentali). Oggi il lettore capovolge le logiche delle origini dell'informazione online e i motori di ricerca danno maggiore risalto a chi interagisce. Inoltre, si fa anche distributore e megafono di notizie attraverso i social: per questo il giornalista deve conoscere le regole di quel mondo e aggiornarsi di continuo, imparando a usare piattaforme di pubblicazione, integrare con i social e rendersi visibili nei motori di ricerca. Dal tramonto della carta alla rivoluzione permanente è una certezza che il giornalismo sopravviverà alla crisi, ma non tornerà agli splendori passati. Il giornalismo post-industriale dovrà usufruire di nuovi metodi di lavoro e processi offerti dai media digitali, ripensando ad ogni aspetto della produzione delle notizie: apertura alle partnership, ricorso a dati disponibili pubblicamente, maggior uso di individui e macchine per la ricerca di informazioni, ma anche maggior dipendenza dalle macchine per la produzione delle notizie. Questi cambiamenti influenzeranno sia la routine produttiva che l’auto-concezione dei soggetti coinvolti, ma sono necessari per la soluzione della crisi, anche se non sarà un processo rapido. Il digital only, cioè la sopravvivenza della sola versione online dei giornali cartacei, è ancora molto lontana ed è il pubblico a dettare i tempi di questo passaggio al digitale, maggiore sarà il tasso di invecchiamento, minore sarà la velocità di abbandono della carta, perché per i nativi digitali è naturale informarsi da pc o smartphone, ma per i migranti no. Grazie al DATAGATE, The Guardian è diventato uno dei siti internet più seguiti al mondo, sfruttando al meglio le possibilità del web sia in termini di SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca) che di social media. Oggi l’atteggiamento conservativo del modello di business del successo è il principale ostacolo per l’evoluzione dell’informazione: le aziende editoriali più conservatrici esercitano pressioni sugli altri editori per costringerli a far pagare i contenuti online o cercano politicamente di ottenere riforme che riescano a limitare il campo di azione di siti di aggregazione come GoogleNews. In Italia, mentre i 3 principali quotidiani (Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa) hanno perso alcuni lettori, alcuni prodotti editoriali hanno dimostrato di essere fuori dal mercato. Nel mentre i giornali online crescono costantemente. L’ascesa del web si dimostra ancor più potente di quanto siano i cali degli altri media. L'importanza dell'immagine Il giornalismo ha usato le immagini si dagli albori: da illustrazioni e vignette nel 1700, a fotografie nel 1800, alle immagini in movimento di cinegiornali e TG. Internet è diventato uno strumento di sintesi ed i futuri sviluppi della professione sembrano direzionarsi verso l’utilizzo dell’ immagine , che sia fotografica, infografica o video. Lo dimostra il progetto Snow Fall, esperimento di digital storytelling di John Branch capace di farsi sintesi fra molteplici forme di narrazione. Vincitore del premio pulitzer el 2013, lo scheletro dell’articolo è un testo anticipato da un’immagine ad effetto della neve smossa dal vento, poi il racconto prende forma attraverso fotogallery di approfondimento, interviste e ricostruzioni tridimensionali perfettamente integrate nella narrazione: rappresenta il passaggio dalla scrittura tradizionale al flusso di coscienza , anche se non ha link esterni, caratteristica tipica dell’old journalism che segue una logica strettamente industriale. Questo progetto evidenzia come nel futuro giornalistico chi saprà usare meglio tutti gli strumenti della comunicazione previsti la puntualità). La programmazione del lavoro può essere agevolata da una calendarizzazione dei compiti (usando GoogleCalendar o una tabella condivisa su GoogleDrive): ogni redattore trova un metodo che possa agevolare gli sforzi di risorse umane e economiche. Ma anche il singolo giornalista deve programmare il proprio lavoro, usufruendo del metodo condiviso su scala personale, anche se potrebbe essere soggetto ad eventi imprevisti che possono bloccarla. Valutare il contesto: le nicchie e i competitor Il Web consente agilità di movimento alle start up2: le testate native digitali hanno la possibilità di partire da zero e costruire un percorso in rete. Ogni nuova iniziativa deve però partire da una valutazione del contesto (regola del giornalismo in generale): talvolta l'occupazione di nicchia può essere chiave del successo, oppure essere stimolata da un dato territoriale. Le nicchie vacanti possono essere colmate da un quotidiano online che presenta una determinata linea politica o che opera in una determinata area. Esempio → Sito web del Fatto Quotidiano: informazione sbilanciata verso cronaca politica e giudiziaria, prima aveva misurato la portata dei lettori con una pagina web. In opposizione alle nicchie, vi sono gli ambiti specialistici i quali possono portare in movimento una grossa fetta di pubblico. Anche le trasformazioni attirando l'attenzione dei colossi del web nati per altre finalità rispetto a quelle dell'informazione giornalistica. Dal 2013 si è scatenata una corsa alle applicazioni in grado di selezionare e gestire le news, così da ottimizzare la lettura sui divice, tra cui c'è anche Yahoo! della Meyers, la quale ha acquisito Summly, applicazione che crea un'anteprima delle news presenti sui social, rivelandosi uno strumento ideale per automatizzare lo spam delle news. Quindi, anche la capacità di adattare la distribuzione ai nuovi mezzi tecnologici sarà determinante. Il Post semplice Cinque “W” corrette “S” Le cinque W sono il primo principio su cui ogni cronaca deve poggiare (“Who?”, “What?”, “When?”, “Where?”, “Why?”), su cui ogni attacco dovrebbe essere provvisto. C'è chi ultilizza le 5W come un promemoria e chi non le utilizza nell'attacco corre due rischi: • togliere l'attenzione del lettore dall'argomento per mostrare la bravura a scrivere • confondere il lettore. Le prime righe dell'articolo devono sintetizzare il concetto base dell'intero testo. David Randall, ne Il Giornalista quasi perfetto, definisce 7 punti per un attacco efficace: 1. deve essere diretto, essenziale e non ambiguo 2. autosufficiente, senza dipendere da frasi successive 3. non deve cominciare con una subordinata 4. non deve cominciare con un numero in cifre 5. non deve cominciare con denominazioni ufficiali 6. non deve cominciare con una citazione (TRANNE se è essa fulcro dell'articolo) 7. non deve farsi condizionare dall'attacco Le regole per l'attacco sono ricercate dall'antichità, quando filosofi e retori cercavano uno schema fisso di quesiti, impostandoli su fac-simili delle 5W. La logica digitale segue tale tradizione, poiché vi sono logaritmi che vogliono indicizzare un articolo in virtù di una misurazione qualitativa di keywords attinenti. La capacità di ottimizzare il proprio articolo per farlo finire nella prima pagina delle Serp3 di un qualunque motore di ricerca è fondamentale, 2 Piccole strutture redazionali affacciate sul mercato dell'informazione 3 Search Engine Results Page significa "pagina dei risultati del motore di ricerca" così come la capacità di promuoverlo su un social network. Negli attacchi, tradizione e innovazione si incontrano, con l'algoritmo che privilegia le prime parole di un testo: maggiore è la ricorrenza delle keywords, maggiori le possibilità che salga nell'area semantica di competenza, anche se attualmente il computer non conosce il valore metaforico delle parole (digressione rispetto al cartaceo), ma è impensabile cercare di calibrare ogni parola per essere favoriti dal Serp. Tuttavia, esso predilige la qualità, destinata a fare la differenza in un contesto di ricerche organiche: scrivere bene è redditizio nei confronti del pubblico e degli algoritmi. La regola delle 5W unite ad una scrittura Seo- orientata e ad un uso sapiente dei social network possono far prevalere un articolo rispetto agli altri. Le doti del buon giornalista Non basta una buona penna per fare il giornalista! I giornalisti alle prime armi credono che scrivere molto di più serva per essere identificati dai lettori con un proprio stile, confondendo così letteratura con giornalismo, il quale è sintesi, chiarezza ed esplicitazione, in quanto un lettore si attende da un articolo un consumo immediato, risposte alle domande e una prospettiva sui fatti. Inoltre, il giornalismo anglosassone è molto severo su divagazioni e personalismi (quest'ultimi espressi da aggettivi e avverbi): le presenza o meno di personalismi possono produrre o una frase favorevole/scettica o una frase oggettiva ed equidistante. Alcune delle principali caratteristiche che deve avere un buon giornalista sono: • chiarezza → capacità di farsi comprendere dal lettore senza che egli debba compiere degli sforzi, usando una lingua semplice e leggera • umiltà → atteggiamento indagatore, avendo chiari i concetti che vengono spiegati. Il giornalista non deve mostrare la propria conoscenza nell'articolo, ma scomparire come un regista • fiuto → dote imprescindibile, capacità di distinguere cosa è o meno notizia. La capacità di stare sul pezzo, in un periodo dove la competizione sull'informazione viene giocata in tempi stretti, e l'essere indicizzati nelle SERP è un grande aspetto che può rendere visibii • precisione, ascolto → il giornalista non può prescindere dalla verifica delle fonti • determinazione, cocciutaggine → decisivi per approfondire un determinato lavoro o per la selezione naturale dei giornalisti, antidoto per i periodi di scarso lavoro (la strada per l'affermazione è difficoltosa). • Doti caratteriali → da un articolo non si mostra solo la propria conoscenza su un argomento, ma anche le doti caratteriali del giornalista. Il giornalista può sbagliare e i suoi errori sono esposti a moltissime persone: il giornalismo online ha la possibilità di modificare in pochissimo tempo errori o refusi La questione della lunghezza Argomento alquanto complicato è quello relativo alla lunghezza dei testi: per diverso tempo si è creduto che, a causa della scomodità di lettura al PC, le notizie andassero abbreviate, ma con l'avvento di nuove tecnologie, smartphone e tablet, si ha una rivoluzione della lettura. Il tablet, molto analogo alla carta stampata, favorisce maggiore attenzione e la possibilità di avere testi più lunghi rispetto quelli da leggere a PC. Negli anni '90, i giornali online proponevano una riproposizione in digitale del cartaceo, con articoli lunghi e privi di una qualsiasi relazione con la rete. Il tutto si è poi evoluto, con i lettori che creano i propri percorsi di lettura e i giornalisti che suggeriscono, due fenomeni che hanno portato alla creazione di testi più brevi. Il range attuale di battute oscilla tra le 1800 e le 6000 battute (circa 2-4 minuti di lettura). Secondo Nicholas Carr, i link sono una macchina di dispersione dell'attenzione, ma la Snowfall ha tentato un approccio in direzione opposta, con la creazione di uno slowjournalism che prende molto tempo al lettore. Ci possono essere varie soluzioni per quanto riguarda il problema della lunghezza e della fruabilità delle notizie: 1. articolo multipagina → post spezzato in due/tre pagine con lunghezza minore (1500- 2500 battute per pagina), soddisfando esigenze economiche e una fruibilità della notizia più veloce 2. fotogallery → articolo diviso in più punti con didascalie (600-800 battute) che ne chiariscono il contenuto iconografico (soluzione adottata dal sito del Sole24Ore). Sebbene Internet abbia creato un'offerta illimitata, gli editori devono comprendere come le cose siano cambiate. Adeguandosi e adattandosi alla domanda. L'articolo dovrà quindi trovare i propri standard di lunghezza testuale, differenti tra PC, tablet e smartphone. Scrivere SEO La ricerca organica è un'attività primaria per chiunque possieda una connessione ad Internet, delegando ai motori di ricerca funzioni di immagazzinamento mnemonico: ora le macchine svolgono funzioni che prima erano esclusivamente umane. Google ha strutturato i suoi algoritmi in modo che questo immagazzinamento mnemonico fosse maggiormente redditizzio e creando, al contempo, un motore di ricerca parallelo legato a news, sia in tempo reale che abbastanza recenti da creare serp con parole chiave. In pochi anni ha sbaragliato la concorrenza, diversificando i suoi prodotti in modo apparentemente gratuito: Google è diventato arbitro delle informazioni e dell'informazione giornalistica: era inevitabile che una volta assunto il monopolio assoluto nel traffico dell'informazione, avrebbe fissato i criteri della gerarchizzazione fondando Google News. Rupert Murdoch ha accusato l'aggregatore di plagio e di sottrarre pubblico alle testate, sebbene si sia rivelato che Google News fosse in realtà un moltiplicatore di pubblico: da ciò si comprende che redattori e collaboratori esterni devono essere aggiornati sui cambiamenti. Ora scrivere SEO 4 è una parte imprescindibile del lavoro giornalistico: fondamentale per piazzarsi nelle serp è l'immediatezza, l'accrescimento della notizia, anche se la velocità non premia un articolo. Le redazioni stanno cercando di realizzare delle Seo-strategie per indicare le migliori soluzioni per ottimizzare il piazzamento degli articoli: il motore di ricerca è il mezzo che consente di selezionare un'informazione secondo i criteri di velocità e qualità. La qualità si sta raggiungendo con un continuo aggiornamento degli algoritmi, con l'arrivo ad una rete capace di rendere non ambiguo qualsiasi termine (i maggiori progressi si ritrovano in Google Translate, per velocità di traduzione e minori errori semantici). Prima la strategia dominante per “finire” nelle serp era la keyword density, ovvero un'alta frequenza di parole chiave, per poi arrivare alla tecnica del keyword stuffing, parole ripetute in maniera innaturale per strategie fraudolente. Per evitare ciò, Google ha iniziato a creare algoritmi che sapessero distinguere le ripetizioni e si avvicinassero alle richieste, iniziando a premiare testi che usavano sinonimi, erano più articolati nei capitoli e nella lunghezza e avessero relazioni ipertestuali. Poi il racking di un articolo sarà accresciuto su social network e backlink. Le buone pratiche della scrittura SEO sono utilizzati da hacker etici, white hat, il quale ha tra 4 Search Engine Optimization Link, ipertesti e reciproche legittimazioni Il web è un sistema di interscambio di informazioni, cosa che è stata dura da recepire per i redattori, con l'Italia nettamente in ritardo rispetto agli altri. Le tre principali testate italiane hanno un atteggiamento protezionistico per il loro vasto archivio, ma nessuno di essi può sostenersi grazie a degli autoprodotti, mostrando quanto i link si rivelino utili e consigliati, per quando si cita oppure per far diminuire il “lavoro” del giornalista di spiegare tutto il pezzo (integrazione all'articolo tramite link ipertestuali). Ci sono due differenti tipi di link: interno, traffico all'interno della testata, ed esterno, che rimandano ad altre pagine e vanno, quindi, messi con più cautela (bisogna portare anche qualche accorgimento, come l'apertura di una nuova finestra, per mantenere l'utente all'interno del contenuto originario). È quindi consigliabile porli nella parte centrale o conclusiva dell'articolo. Anche per i link valgono le logiche SEO, in quanto i link sono più visibili agli algoritmi di Google. Essi vanno agganciati a parole chiave, portano l'utente a rimanere per maggior tempo sul blog, ma bisogna evitare il crosslink, uno scambio fra link tra post diversi sullo stesso blog, per non essere penalizzati dalla serp. In merito alla quantità di link da inserire, Nicholas Carr ha affermato che i link vadano inseriti con parsimonia, onde evitare di pregiudicare l'attenzione del lettore. Tuttavia, il link nel testo è una modalità di lettura codificata che è utile per chi scrive, chi legge e per avere una visibilità nei motori di ricerca. L'uso del link è anche sinonimo di capacità di utilizzare informazioni che sono contenute nella rete. I commenti dei lettori La transizione verso una modalità orizzontale ha avvicinato il giornalista al lettore, con il web che ha reso più veloce la comunicazione tra i due. I lettori oggi possono commentare le notizie in tempo reale, fornire sia punti di vista che un contributo alla notizia stessa. La possbilità del commento da parte del lettore ha aperto un maggiore scambio tra chi produce e chi fruisce dell'informazione (i commenti possono diventare sia spunto di approfondimento che di nuovi articoli). Il giornalista è anche punto di congiunzione tra un pubblico “generale” e uno iperspecializzato, il quale può anche correggere delle inesattezze del giornalista, che ha il dovere di correggere dopo aver verificato la veridicità del commento. Tuttavia, ciò porta alla presenza di troll (utenti che commentano con lo scopo di insultare), anche se bisogna ricordare che gli insulti sul web sono sempre presenti, poiché utenti frustrati lo utilizzano come valvola di sfogo e non per leggere l'articolo. DI conseguenza, per evitare questo, c'è la necessità di una moderazione, volta non alla censura di critiche, ma quando incorrono presupposti per problemi legali. I commenti non vanno eliminati per motivi personali, ma perchè sono lisivi per terze persone, e sono divisi in quattro status: 1. approvato → pubblicato definitivamente 2. moderato → pubblicato dopo revisione 3. spam → segnalazione pubblicitaria senza correlazioni all'articolo 4. cancella → moderato ed eliminato Quando si risponde ad un commento, è bene utilizzare il medesimo linguaggio usato nel post, poiché l'abbassamento del linguaggio può portare a fraintendimenti. Il Post evoluto La crossmedialità I mezzi digitali sono la sintesi di tutti i medium e forniscono a chi produce e consuma la possibilità di integrare a testi giornalistici foto, video, audio su un'unica piattaforma, con la rete che rende disponibili in qualsiasi momento contenuti, aggiornarli in tempo reale e condividerli. Il post evoluto riesce ad utilizzare a pieno tutte le potenzialità della rete anche a livello crossmediale (progetto d'eccellenza è SnowFall). Per produrre un post evoluto al giornalista viene chiesto di saper descrivere, fotografare e riprendere gli eventi in modo tale che il racconto possa passare attraverso tre differenti canali: foto, video e testuale. Quando si parla di tecnologie ibride abbiamo quindi anche un giornalista ibrido. Gli elementi fondamentali per un giornalista che si occupi di un post evoluto sono: • PC, • connessione ad internet • fotocamera e videocamera digitale, • software gestionali (programmi come Openoffice o Adobe). Lo schema del post evoluto è costituito da: • titolo → l'aggiunta di keyword porterà a maggiore visibilità nella Serp • sommario → integrazione al titolo e di keywords non usate nel titolo • Apertura con video • Testo → lunghezza accettabile (no troppo lungo o corto), con presenza di link interni prima e esterni dopo per mantenerlo maggiormente sul sito • Fotogallery → centrale per alleggerire la lettura • Foto • Riferimenti → fonti alla fine dell'articolo Quella della crossmedialità è un'avanguardia alla quale convergeranno portali di informazione e televisione, una terra di mezzo dove le forme di comunicazione potranno ibridarsi. I video Ci sono diversi tipi di video capaci di arrivare al pubblico. Tra di essi troviamo le breaking news, video evergreen che possono avere una vita prolungata grazie alle condivisioni e video di “pancia”, ovvero quelli emotivi che procurano emozioni forti. I principali social per la condivisione di video sono Youtube e Vimeo, il primo costituente l’archivio principale di video del web, il secondo caratterizzato da un approccio più professionale in quanto utilizzato da coloro che producono video con mezzi e pratiche professionali. Esistono inoltre molte testate giornalistiche online che danno la possibilità di incorporare il proprio video ad un html ( come fece AlJazeera il 27 dicembre 2008, quando l’Israele chiuse la striscia di Gaza e la tv del Quatar era rimasta l’unica ad avere corrispondenti nella zona di guerra). Fu Mohamed Nanabhay a lanciare il primo archivio televisivo con licenza Creative Commons (dove comunicare quali diritti l'autore dell'opera si riserva e a quali altri rinuncia è a beneficio degli utilizzatori). I post in aggiornamento Una delle svolte dell’informazione digitale è la possibilità di costante aggiornamento. Con alcune notizie, tuttavia, non è possibile: è infatti possibile aggiornare una notizia solo se non sono passate troppe ore dalla sua pubblicazione o se non è cambiata la data della prima pubblicazione. Con l’aggiornamento l’articolo precedente andrà in basso, mentre quello aggiornato salirà in alto. Se la notizia diventa corposa è utile dividerla in blocchi con appositi sottotitoli nei quali sui utilizzeranno keywords differenti. Se l’interesse per la notizia e per l’argomento scemano è opportuno ricominciare da zero con un nuovo articolo. Il liveblogging: l'essenza del nuovo giornalismo Il liveblogging è una pratica del giornalismo online che sfrutta la trasversalità dei media su di una singola pagina e su di una singola url. Un liveblog è quindi un post che fornisce una copertura testuale a rullo di un evento in corso in maniera del tutto simile ad un evento radio o tv live. Popolare a partire dagli anni 2000, esso conferisce grande credibilità alla notizia come attestano alcuni blog che si occupano di politica o di sport. I liveblog possono essere aperti in varie circostanze: eventi previsti, prevedibili o imprevisti (nell’ultimo caso non vengono coperti da un inviato, ma dal redattore che ha il compito di gestire e di reperire le informazioni attraverso tutti i canali e le fonti possibili). Gli aggiornamenti dl live blogging non devono essere più lunghi di 2 o 3 righe mentre la quantità corretta di aggiornamenti del liveblog dipende da quanto è “caldo” l’argomento. Tra gli elementi che possono rientrare in un live blog troviamo: • notizie • dichiarazioni > che rendono il rullo di notizie più leggero (è importantissimo taggarle) • fotografie > sono un elemento indispensabile per il coinvolgimento dei lettori e danno “respiro” alla narrazione degli eventi • link > completano l’informazione ed evitano al giornalista di dilungarsi nella spiegazione • tweet > costituiscono un magazzino di dichiarazioni e foto e costituiscono sempre una parte del liveblogging • video > si trovano in posizione d’ apertura Il data journalism Il Data Journalism è il giornalismo basato sugli elementi della matematica, statistica, delle scienze sociali e dei comportamentali applicati alla scrittura. Il libro di Philip Meyer veniva sottolineato che vi era una differenza fondamentale tra giornalismo letterario (soggettivo e narrativo) e giornalismo “scientifico” (oggettivo). Con Data Journalism si intende un giornalismo che si basa su dati statistici, li interpreta, se necessario li mette a confronto e produce una notizia sulla base di queste elaborazioni. È però necessario fare attenzione a mettere a confronto dei grafici che siano pertinenti, altrimenti si rischia di trarre conclusioni che non hanno senso. I dati vengono utilizzati come ogni altra notizia grezza: verificandone le fonti, l’attendibilità e rielaborandoli. La soluzione migliore è quella di fondere il giornalismo narrativo, che consiste nell’abilità di narrare e di descrivere, con il giornalismo scientifico basato sui dati per creare una narrazione oggettiva basata su precisi dati statistici. La qualità premia: occhio agli algoritmi Se con la Seo bisognava occuparsi principalmente dalle parole usate ed evitare metafore poiché il software non era così potente da scovarne il significato nascosto, ora è possibile grazie ad Hummingbird (Colibrì) che, lanciato da Google nel 2013, ha permesso di calcolare la salienza della notizia non solo attraverso le parole utilizzate, ma captandone anche il significato. Con ciò non significa che Seo non esista più, ma si trova in continua evoluzione. Interpretare i dati: Google Analytics Google Analytics studia e interpreta le statistiche facendo un’analisi che non serve soltanto a capire se qualcosa funziona o meno, ma fornisce anche preziose informazioni per la correzione di errori. Le varie voci presenti sulla colonna sinistra di un account di Google Analytics sono: • Dashboard > offre una rapida sintesi delle principali statistiche e i link per accedervi senza passare attraverso le diverse sezioni • Scorciatoie > consentono di accedere semplicemente ai rapporti più visualizzati attraverso la scheda home • Intelligence > genera un avviso quando una metrica relativa ad un segmento devia rispetto ad un intervallo previsto • In tempo reale > uno strumento che fornisce il dato relativo al numero di visitatori attivi in quel momento su quella pagina, la loro provenienza geografica e le parole chiave utilizzate strategia che si muova verso il lettore: bisogna che si capisca cosa vuole il pubblico creando un prodotto che sia un compromesso tra la propria identità, le risorse umane disponibili e le esigenze dell'editore e del pubblico. Se si opera per migliorare la performance ma non la qualità, viene a generarsi una perdita del valore. Anche i social network hanno sviluppato programmi per testare la veridicità delle notizie, tra cui Pheme su Twitter, il quale cataloga il tweet in speculazione, controversia, disinformazione e informazione errata, prendendo in esame anche i background delle fonti per analizzare gli stessi account di Twitter. La disinformazione per errori, con i social network, si è moltiplicata, in particolare anche con la pratica di hackeraggio o creazione di falsi profili di personaggi famosi. Ciò porta il giornalista nella paradossale situazione di avere da una parte una maggiore reperibilità di informazioni, mentre dall'altra si ritrova spesso esposto ad errori. Il web è lo spazio ideale per chi inquina le fonti inserendo false notizie per ingannare i lettori. La promozione I social network: megafoni o luoghi di conversazione? Non tutte le redazioni dispongono di un team social: perciò il giornalista deve avere anche competenze relative ai social network. Oramai l'esclusione dai social equivale al precludersi il principale flusso di comunicazione del nostro tempo. I diversi social media presentano delle peculiarità ben precise e queste ne hanno sancito la diffusione, con Facebook che si rivela l'ideale per raggiungere le masse, oltre alla mancanza di un limite di spazio. Tuttavia, uno status efficace comporta una programmazione, pianificando la pubblicazione ad un orario per attirare l'attenzione e poi commentare, facendo in modo che l'indizio faccia in modo che il lettore clicchi sul link. I community manager adottano anche scorciatoie del sensazionalismo, con frasi che mostrano grande impatto, raggiungendo lo scopo facendo leva sulla curiosità del lettore. Twitter, al contrario di Facebbok parla ad una cerchia più ristretta ed è il mezzo privilegiato per chi lavora nella comunicazione. Per il giornalista è un mezzo per veicolare i propri contenuti testuali o videom con link inseriti totalmente o in maniera ridotta. Importante per la promozione è anche l'hashtag, la keyword associata ad un cancelletto che permette di monitorare o partecipare a conversazioni su un determinato argomento: possono essere inseriti alla fine o all'interno di un testo (non bisogna però esagerare con il loro utilizzo), al fine di rendersi visibili anche a livello planetario. Su Twitter le agenzie di stampa hanno trovato la sede ideale per i loro lanci e il citizen journalism è riuscito a contaminare dal basso con i propri contenuti quello professionistico. L'ultimo arrivato è Google+, il quale rivela avere la capacità di essere trasversale e chiave delle più importanti funzioni di rete. Interessante è la possibilità di creare un profilo autore proprio che può apparire nelle serp. Tra le testate giornalistiche e i social network si evidenzia la differenza di engangement fra nativi digitali e migranti. Secondo gli studi di Pier Luca Santoro, il tasso di engagement dei blog e delle testate nate in rete sia superiore a quello dei giornali cartacei migrati al digitale: si deduce che l'interazione sociale sia una parte costruttiva e fondante delle testate native e digitali, mentre l'utilizzo dei social network e l'osmosi con i lettori sono più difficili per chi possiede un background cartaceo. I social media più importanti non hanno intenzione di limitarsi ad un ruolo di moderazione e diffusione dei contenuti prodotti da terzi. Ma vogliono giocare un ruolo attivo nell'informazione che verrà, con il solo obiettivo di arricchirsi con l'informazione. Come e quando utilizzare i social I social network sono sia sensori dai quali trarre input e megafoni per emettere output, ma anche snodi di condivisione e terreno di incontro fra professionisti dell'informazione e il pubblico. I nuovi flussi informativi sono un'osmosi serrata e uno scambio di informazioni tra professionisti e pubblico, alla cui fase finale vi è la promozione. La promozione sui social ha delle due specificità, basata su cinque fondamentali regole per la produzione di un'informazione efficiente: 1. una storia interessante da raccontare 2. uso di immagini ad impatto 3. scrittura breve ed esaustiva 4. coinvolgimento 5. replica dai visitatori Buona parte del giornalismo online vive di immediatezza, ma molti articoli freddi (come analisi o opinioni) impongono un upload meditato, così come lo deve essere la successiva diffusione dei social. Si è arrivati anche a definire orari in cui, a seconda del social, sia meglio pubblicare (solitamente la mattina per la generazione dei link e la sera per la condivisione). Queste sono indicazioni generali, dove la tempistica è strettamente collegata al tipo di contenuti che vengono postati e al target al quale ci si rivolge. Il sito Journalism UK ha stilato un elendo in 14 punti su come gestire “bene” le fanpage delle testate di informazione giornalistica: • Sviluppare un obiettivo (possono essere differenti ) • Pubblicare ogni ora o due • Essere coincisi • Conversare (i social sono luogo di interazione) • “Far sorridere la gente” (adottare una comunicazione più leggera • Pubblicare foto (aiuta la condivisione) • Evitare espedienti (tentativi acchiappalike possono rivelarsi controproducenti) • Uso di articoli evergreen, i quali si avvicinano a passioni, bisogni ed emozioni) • Partecipazione tramite storie che possono suscitare sorpresa e stupore (WTF) • Liste e classifiche le quali generano condivisioni • Storie a forte impatto visivo che generano condivisioni • l'uso del “segui” seguire qualcuno senza che vi sia un rapporto di reciprocità • Premettere il commento tramite Facebook, funzione che discrimina i non iscritti e che deve essere ponderata in base a testata o al pubblico di riferimento. • BUONSENSO Negli ultimi anni si è assistito ad una rincorsa ai click che ha generato una “divisione affettiva” tra utenti e testate: tale pratica, il clickbait6, è uno dei più gravi problemi del giornalismo, diffondendosi anche nelle testate native cartacee. Spesso, però, sono articoli di scarsa utilità alla pagina, notizie spesso veritiere ma assolutamente quotidiani, utili solo per “acchiappare” like. Usare il buonsenso, la quindicesima regola, significa non ingannare con il clickbait l'utente, che potrebbe non tornare sulla pagina, ma renderlo interessante e veritiero, così che il lettore spenda tempo a leggere e informarsi. → Crearsi un seguito: il personal brand Il principale problema del giornalismo è l'erosione del potere di contrattazione del giornalista dovuta dalla perdita di redditività delle imprese editoriali, ma anche da un'offerta che eccede la domanda e da concorrenza sleale di altre testate. L'unico modo per sopravvivere è la creazione di un personal brand, basato su doti e caratteristiche fondamentali e rare in un giornalista: credibilità, affidabilità (le quali si percepiscono anche dalla lettura di un articolo), 6 Insieme di strategie per far convergere il traffico sulle pagine delle testate d'informazione puntualità (fondamentale in materia giornalistica). A questo, si unisce la possibilità tramite la rete (social network o altro) di crearsi un seguito assolutamente svincolato dalla testata per cui si scrive: la rete, quindi, smarca il giornalista dall'identificazione con una testata, spostando l'identificazione verso il suo lavoro. Investire su se stessi implica l'adeguamento ai tempi che cambiano, con i social media managing e lo spostamento del marketing sui social network e in rete che che potrebbe offrire nuove opportunità ai giornalisti. La costruzione di un solido personal brand serve ad avere maggiori carte da giocare in un mercato del lavoro che richiede figure eclettiche e aperte al cambiamento e i social si rivelano un mezzo straordinario per costruire la propria immagine pubblica., rendendo semplice ad un lettore di seguire una firma in particolare. In questo senso, ha colto l'occasione l'ex free press DNP De Nieuwe Pers, il quale ha proposto un'abbonamento o al singolo giornalista o a “tutta le redazione”, una sorta di investimento del lettore della testata al giornalista. Tuttavia, le testate più conservatrici vedono tale pratica come una minaccia, in particolare per la diminuzione di potere contrattuale che si può esercitare su un giornalista. La sostenibilità economica Il ritorno economico La sostenibilità economica è un aspetto primario ed estremamente delicato: la riduzione dei costi di produzione e l'abitudine alla gratuità della fruizione dell'informazione hanno avuto, come principale conseguenza la svalutazione del prezzo delle notizie. È un nodo con cui i colossi dell'editoria devono confrontarsi. Per tentare di debellare tale situazione, alcune testate online hanno adottato il freemium, una lettura di un tot di pagine gratuitamente che, quando sono “finite” fanno scattare il pagamento (molto più redditizia del paywall, che fa pagare l'accesso ai contenuti). Nel caso italiano, l'uso del freemium ha funzionato con il quotidiano economico IlSeole24Ore, rivelandosi quotidiano digitale con il maggior numero di abbonati, il quale ha diversificato l'offerta con la vendita di libri e manuali digitali; chi ne è sofferto è stata La gazzetta dello sport, poichè per l'informazione sportiva esistono vari canali che rendono l'abbonamento inutile. Sullo scoglio dell'editoria digitale a pagamenti sono finiti in molti, senza comprendere i cambiamenti in atto nel mondo dell'informazione. Creare valore, premiare la qualità Lionel Barber, direttore del Financial Times, ha scritto ai suoi giornalisti, premendo su due punti: i giornali non torneranno ai fasti del passato e non si possono applicare le regole passate al giornalismo di oggi. Il giornalismo oggi, per non morire, deve separarsi dall'inseguimento di notizie da parte di agenzie stampa o cronache mainstream, poichè per invogliare il pubblico a pagare bisogna offrire un valore aggiunto alla notizia (come l'approfondimento). Inoltre, bisogna mettere l'informazione su web prima del cartaceo. Presto la sopravvivenza delle testate sarà collegata alla qualità (bisogna comprendere che il pubblico è disposto a pagare per un'informazione di qualità). Il grande equivoco di internet è il riportare in rete le logiche quantitative della carta, poichè non si tiene in considerazione un elemento discriminante: se i lettori del cartaceo sono abituati a pagare, quelli del web no, anche perchè la maggior parte dell'informazione sul Web è gratuita e ciò ha spostato il peso del ritorno economico alle pubblicità. I fatturati di Google sono esplosi grazie all'advertising online, poichè hanno compreso che il business della pubblicità andava costruito intorno alle esigenze delle persone. Il crollo della stampa in Occidente lascia vacanti importanti quote di lettori che devono essere soddisfatti con una produzione di qualità, cosa che viene fatta dal giornalismo online. In italia è stato evidenziato come internet sia il settore dell'informazione dove si è registrato il minore calo degli investimenti pubblicitari. Le aziende editoriali devono imparare a fare di più con meno.
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