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Giornata 8 - Decameron, Appunti di Letteratura Italiana

Ottava Giornata Decameron. Novelle più importanti, sintesi contenuti e spiegazione novelle

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 03/12/2020

Merynort
Merynort 🇮🇹

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giornata 8 - Decameron e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! GIORNATA VIII Reggimento: Lauretta Argomento: le beffe che le donne fanno ai danni degli uomini, che gli uomini fanno ai danni delle donne oppure che un gruppo di uomini fa ai danni di qualcun altro. Le beffe in genere. La giornata ottava è per certi versi la continuazione della settima  l’argomento è medesimo anche se cambia un po’ la declinazione: la settima parlava di mogli che beffavano i mariti, qui invece si parla di beffe che possono riguardare anche persone che lavorano insieme, che appartengono a uno stesso gruppo sociale. Di questa giornata e di quella successiva quattro novelle che hanno lo stesso protagonista: Calandrino. È tra i personaggi più famosi del Decameron, uno sciocco, il quale si compiace di essere furbo e intelligente e per questo viene di solito punito da due amici, Bruno e Buffalmacco. 3° NOVELLA – 8° giornata CALANDRINO E L’ELITROPIA (VIII, 3) Narratrice: Elissa Rubrica: il protagonista è Calandrino, insieme a Bruno e Buffalmacco. Calandrino viene convinto da un amico che esista una pietra miracolosa, l’elitropia, in grado di far scomparire chi ce l’ha in mano. L’amico gli parla di un paese incredibile dove tutto è positivo, dove l’uomo non lavora e ciononostante guadagna, ha il cibo necessario. Tuttavia, Maso rivela anche a Calandrino che la pietra filosofale non si trova solo nel paese di Cuccagno, ma è presente in un altro posto vicino a loro, sulle rive del Mugnone (fiume vicino a Fiesole) che contiene delle pietre di colore scuro tra le quali si nasconderebbe l’elitropia. Tornato a casa dopo aver raccolto un gran numero di pietre insieme a Bruno e Buffalmacco. La moglie gli chiede come mai sia arrivato così tardi a pranzo, dandogli a intere che lei lo vede e che perciò non ha trovato una pietra miracolosa. Lui si infuria, inizia a picchiare la moglie, rischierebbe di ucciderla se i due amici non intervenissero in tempo a fermarlo e gli spiegassero che la colpa non è della moglie, ma è sua che avrebbe dovuto sapere che le donne hanno questo dono nel far perdere magia alle cose. Novella misogina  donne come colpa della perdita della magia. Fiume Mugnone Ninfale Fiesolano, uno dei personaggi che subiscono una metamorfosi: il nonno di Africo che è l’anticipazione di quello che accadrà allo stesso Africo. Viene trasformato in fiume per l’amore infelice con una ninfa (Fiume Mugnone). Elementi che tornano. “Descrizione Calandrino  personaggio realmente esistito. È Giovannozzo o Nozzo di Pierino, detto Calandrino, pittore abbastanza famoso nel 300. Allievo di un pittore giottesco Andrea Tafi. Si sa molto poco di questo pittore, non si riescono a individuare le sue opere, a parte alcuni affreschi in una villa di Camerata realizzati con Bruno e Buffalmacco. Ma non si sa quali abbia fatto effettivamente. Unica cosa certa  Calandrino era già morto nel 1318 perché in un atto notarile di quell’anno di un notaio fiorentino, Grimaldo di Ser Compagno di Pesciola, viene nominato un certo Domenico, figlio del fu Calandrino (documento conservato nell’archivio di stato di Firenze). Unici elementi che abbiamo sul personaggio, si sa molto di più di Bruno e Buffalmacco. Calandrino era famoso per essere uno sciocco. Bruno e Buffalmacco passavano con lui del tempo perché si divertivano a prendersi gioco di lui con l’aiuto di altri personaggi. Uno di questi è appunto Messer Maso che per primo parla a Calandrino di questa pietra miracolosa, la elitropia, di cui ci sono rari esemplari che si trovano in particolare in questo paese incredibile, il paese di cuccagna (o Bengodi). In questo paese accadono cose incredibili. Calandrino rimane estasiato, però non può andarci. A questo punto Maso gli rivela che anche nel fiume Mugnone ci sono delle elitropie che non hanno una misura precisa, ma sono tutte nere. Calandrino ci crede e chiede ai due amici di mantenere il segreto. Bruno e Buffalmacco sono in realtà gli organizzatori della beffa  vanno con lui a Mugnone, cominciano a raccogliere tutte le pietre scure che possono e appena finiscono Bruno e Buffalmacco fingono di non vederlo più. Parlano tra loro dicendo di non vederlo più e che probabilmente è stato più furbo di loro ed è andato a casa a mangiare. Dicono che probabilmente si è preso gioco di loro  rovesciano la situazione, gli fanno credere che loro due sono gli sciocchi e che lui li ha ingannati portandoli lì e facendogli credere che l’elitropia esistesse. Sentito questo Calandrino si convince di aver trovato l’elitropia. Dicono “nessuno sarebbe stato tanto stupido come noi da credere che una pietra miracolosa si potesse trovare nel Mugnone”. Convinto di aver trovato la pietra pensa che loro non lo vedano per il miracolo della pietra. Bruno propone di andare a casa, ma arrabbiato dice che se Calandrino fosse lì gli lancerebbe dietro una pietra con tanta forza che per un mese ricorderebbe di averli presi in giro (beffa) e così dicendo lancia il ciottolo dietro a Calandrino che, per non farsi scoprire, soffre in silenzio e va avanti. La strada che i due amici fanno per tornare a Firenze la fanno con Calandrino davanti e loro dietro che gli lanciano pietre. Arrivati in città c’è in giro poca gente, è ora di pranzo e nessuno si accorge della presenza di Calandrino  lui continua quindi a credere di essere invisibile e si compiace di essere furbo, di essere riuscito a ingannarli. Arrivato a casa pensa che anche la moglie non lo vedrà, ma quando entra in casa la prima cosa che la moglie fa è rimproverarlo per essere arrivato in ritardo a pranzo. Si vendica (Calandrino personaggio cattivo) con la moglie per la perdita dell’invisibilità, non rendendosi conto di essere stato beffato  quando arrivano i due amici lo sentono mentre picchia la moglie fino a quasi ucciderla. I due avrebbero voluto mettersi a ridere, però spiegano a Calandrino che ha fatto male a picchiare la moglie perché lui doveva sapere che le donne fanno perdere il potere alle cose e quindi non avrebbe dovuto vedere la moglie con la pietra in mano. La beffa termine con Monna Tessa che viene picchiata quasi a morte. Osservazioni:  Boccaccio gioca sull’elemento che è famoso nel medioevo  è vero che ci credono solo gli stolti però è vero che la pietra filosofale viene descritta nei lapidari medievali. Nel medioevo ci sono tre libri che classificano animali, pianti e pietre: le erbari che classificano le piante, i bestiari che classificano gli animali e i lapidari le pietre (veri o immaginari). È una pietra quasi mitologica  forse una polvere rossa molto densa o un materiale simile all’ambra. Proprietà: 1) fornire l’elisir di lunga vita in grado di conferire l’immortalità (panacea per qualsiasi malattia); 2) far acquisire l’onniscienza (caratteristica che spiegherebbe l’attributivo “filosofale”) 3) tramutare in oro i metalli vili  Tuttavia, nemmeno nei lapidari si parla della proprietà della pietra di rendere invisibili  invenzione di Bruno e Buffalmacco. Partono da un elemento mitologico, la pietra filosofale, ritenuto reale all’epoca, ma poi ci giocano. 6° NOVELLA – 8° giornata CALANDRINO E IL PORCO (VIII, 6) Narratrice: Filomena Rubrica: Bruno e Buffalmacco rubano un maiale che Calandrino deve uccidere in campagna. Vogliono ucciderlo e venderlo, i due amici, con i soldi della vendita, vorrebbero fare baldoria, ma Calandrino teme la reazione della moglie quindi non lo fa. Per questo motivo gli rubano il maiale e lo spingono a fare una esperienza magica, tiromanzia che consiste nel mettere insieme delle palline fatte con delle erbe e della vernaccia (vino) che vengono stregate e distribuite a un gruppo di persone tra le quali dovrebbe trovarsi il colpevole e questo dovrebbe riuscire a mangiarla  la magia sta nel fatto che il colpevole, mangiandola, dovrebbe sputarla perché la sente amara. I due amici mettono insieme due palline di quelle che fa il cane, le mettono all’interno di un involucro, le danno al povero Calandrino che cerca di mangiarsele, ma non riesce, quindi lui risulta essere il colpevole del furto. Viene minacciato dai due di rivelare tutto alla moglie, è costretto a ricomprare il maiale e a comprare il silenzio di Bruno e Buffalmacco regalandogli due capponi.
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