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giosue carducci e pianto antico, Schemi e mappe concettuali di Italiano

vita, opere e poetica di giosue carducci in sintesi + analisi della poesia "pianto antico"

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 19/05/2023

karkassa
karkassa 🇮🇹

3

(1)

6 documenti

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Scarica giosue carducci e pianto antico e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOSUE CARDUCCI 1835: nasce in provincia di Lucca 1849/51: frequenta il ginnasio 1856: laurea in lettere 1857: pubblica “rime”, raccolta di gran parte di versi giovanili 1858: muore il padre 1859: sposa elvira menicucci 1860: cattedra di eloquenza all’università di bologna 1863: scrive “inno a satana” 1865: pubblica “inno a satana” 1868: pubblica “levia gravia” 1870: muore il figlio Dante di tifo 1877: pubblica “odi barbare” 1878: incontra famiglia reale in visita a bologna e dedica a margherita di savoia l’ode “alla regina” (testimonia il suo riavvicinamento alla monarchia) 1882: pubblica “giambi ed epodi” 1887: pubblica “rime nuove” 1890: viene nominato senatore 1899: pubblica “rime e ritmi” 1904: abbandona insegnamento universitario 1906: premio nobel per la letteratura 1907: muore a Bologna attraverso i suoi scritti è possibile individuare 2 fasi del suo pensiero politico: 1. prevalenza di ideali repubblicani alla fine della fase risorgimentale, dopo la proclamazione del regno d’italia, restano aperte la questione romana e il problema del veneto che non fa ancora parte del regno a questi eventi carducci si professa LAICO e ANTICLERICALE, manifestando posizioni repubblicane e democratiche (intuibile da levia gravia e giambi ed epodi) ● denuncia del degrado civile italiano ● esaltazione di ideali eroici ● opposizione ad ogni forma di oppressione politica e religiosa ● condanna di governanti e papa, non ritenuti all’altezza del loro ruolo ● esaltazione del progresso che libera l’uomo 2. si avvicina a monarchia e governo dopo annessione di roma a regno d’italia e l’ascesa dei governi della sinistra storica, carducci si illude che ci si avvicini a una pace politica e sociale in questa fase appoggia la monarchia sabauda e si schiera a favore del governo crispi, accostandosi a posizioni nazionaliste (deluso, paragona roma alla corrotta bisanzio) Pianto antico, da Rime Nuove L'albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno da' bei vermigli fior, nel muto orto solingo rinverdì tutto or ora e giugno lo ristora di luce e di calor. Tu fior della mia pianta percossa e inaridita, tu dell'inutil vita estremo unico fior, sei ne la terra fredda, sei ne la terra negra; né il sol più ti rallegra né ti risveglia amor. è uno dei testi più autobiografici del poeta: il tema, privato e intimo, è quello della morte del figlio Dante, all’età di tre anni, il 9 novembre del 1870. L’apertura, come in molti testi carducciani, è sulla quotidianità autobiografica: un giardino primaverile, in cui un melograno “da’ bei vermigli fior” si sta aprendo alla nuova stagione vitale, che tuttavia ricorda al poeta, per brevi accenni, l’immagine del figlio scomparso: alla “pargoletta mano” che prima si tendeva all’albero corrisponde ora il “muto orto solingo”, non più rallegrato dalla presenza di Dante. Agli indizi coloristici del ritorno della vita con la bella stagione contenuti nelle prime due quartine (“il verde melograno”, “vermigli fior”, “giugno lo ristora | di luce e di calor”) corrisponde - con calcolata simmetria e studiato effetto drammatico - il tono dolente con cui, nelle seconde due quartine, si commemora la perdita del figlio.
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