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Giosuè Carducci: La Vita e Opere di un Poeta Italiano, Appunti di Italiano

Biografia di poeti italianiPoesia italianaFilologiaStoria della letteratura italiana

Biografia di giosuè carducci, poeta italiano nato a valdicastello (1835). Studia a pisa e partecipa alla società 'amici pedati'. Muore a bologna nel 1906. La sua carriera letteraria è segnata da un forte legame con la natura e la cultura classica. La sua poesia si caratterizza per temi come l'infanzia, la natura, la storia e la morte. Carducci è autore di opere come 'juvenilia', 'levia gravia', 'giambi ed epodi', 'rime nuove' e 'odi barare'. Vince il premio nobel per la letteratura nel 1904.

Cosa imparerai

  • In quale università ha studiato Giosuè Carducci?
  • Che studi ha fatto Giosuè Carducci?
  • In che anni Giosuè Carducci ha scritto le sue opere più importanti?
  • Che opere sono considerate le più importanti di Giosuè Carducci?
  • Che temi tratta la poesia di Giosuè Carducci?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 27/10/2021

Gesca234
Gesca234 🇮🇹

4

(1)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giosuè Carducci: La Vita e Opere di un Poeta Italiano e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giosuè Carducci Nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello, vicino Lucca, e vive in Toscana fino al 1839. Questi anni sono molto fondamentali per la sua formazione: l’immagine di una natura incontaminata, energica e vitale lo accompagnerà per tutta la sua carriera. Dopo i primi studi, nel 1853 viene ammesso alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove si laurea in Filologia. Va a Firenze e partecipa agli incontri della società “Amici Pedati”, che si batteva per un ritorno al classicismo, era contro le nuove idee del Romanticismo. Ogni intellettuale dell’epoca si doveva schierare. Sua la fase : “Colui che potendo esprimere un concetto in dieci parole ne usa dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni”. Suo fratello muore suicida e poco dopo muore anche il padre, lasciando Carducci responsabile per la madre e l’altro fratello. Negli stessi anni però incontra Elvira Menicucci, da cui avrà 4 figli. Insegnerà prima in un liceo di Pistoia, poi all'Università di Bologna. In questo periodo comincia ad appoggiare ideali repubblicani e giacobini, tutti atteggiamenti che lo porteranno alla sospensione dell'insegnamento. Perde la madre e uno dei figli, ma si accompagna a questo periodo un grande successo come poeta: pubblica una raccolta di poesie e inizia una relazione con una donna conosciuta tramite scambi epistolari: Carolina Cristofori Piva. Il suo atteggiamento giacobino si affievolisce. Comincia ad accettare il ruolo dei Savoia come garanti dell’Italia, e dopo aver incontrato la regina Margherita le scrive un’'ode “Alla regina d’Italia”; e così si avvia agli ideali monarchici. Giosuè Carducci vince il premio Nobel per la letteratura nel 1904, muore a Bologna nel 1906 di broncopolmonite. In Italia il classicismo non si è mai spento: l'educazione scolastica lo mantiene in vita e l'esempio di poeti come Monti, Foscolo e Leopardi garantiscono degli esempi autorevoli. Il classicismo ha assunto un aspetto stantio e chiuso. Carducci ripropone un classicismo vitale ed energico. Per lui la poesia deve raccontare la realtà e non deve introdurre elementi surreali. Metrica barbara: è così che Carducci definisce i tentativi dei poeti di ripristinare la metrica greca e latina, utilizzando però il linguaggio volgare. La metrica è strettamente legata alla parola e risulta quindi difficile applicare una metrica pensata per una determinata lingua, ad un linguaggio totalmente diverso. La lingua latina possedeva la quantità vocalica: in due parole identiche vi era la presenza di una vocale che se pronunciata più a lungo o più velocemente dava un altro significato a quel termine. Il passaggio dal latino alle lingue romanze fa perdere la quantità sillabica e diventa importante la qualità delle sillabe: accentate o atone. Carducci cerca di riprodurre il metro latino e i suoi migliori risultati si hanno nel pentametro e nell’esametro, che vengono proposti senza rime. Questa scelta aprirà poi la strada al nuovo tipo di verso che si diffonde nel Novecento: il verso libero. Nelle poesia del Carducci c'è sempre un classicismo di base. Carducci recupera i temi della cultura pagana e tutto ciò si esprime nell’operetta “Inno a Satana” che destò
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