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Giotto e gli umanisti, Baxandall, Sintesi del corso di Storia Dell'arte

Riassunto del libro di Baxandall "Giotto e gli umanisti"

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 12/01/2020

FedeSas97
FedeSas97 🇮🇹

4.5

(17)

24 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giotto e gli umanisti, Baxandall e più Sintesi del corso in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! GIOTTO E GLI UMANISTI CAPITOLO PRIMO Gli umanisti  Humanista : termine che nasce nel tardo 1400, riferendosi a coloro che approfondirono il loro studi e lessero/scrissero in materia di storia, letteratura, latino e greco, i primi umanisti solevano definirsi orator o rhetoricus, poiché le loro prime preoccupazioni erano riguardo la retorica.  Nell’ambito di studi humanitatis variano gli argomenti di cui si poteva scrivere, dalla letteratura, alla storia, alle epistola.  Tutti gli umanisti utilizzavano il medium del latino neoclassico, per lo stile, la grammatica, e il tono. Il latino classico da loro utilizzato presentava una continuità con il latino medievale. Non vi era ancora una netta divisione tra il latino classico e quello medievale, inoltre la maggior parte delle fonti letterarie, dei manuali che venivano utilizzate dagli umanisti, erano in medievale. Li impegnavano perché non vi era una grande disponibilità di materiale.  L’esercizio oratorio : a differenza dei greci e dei romani, che potevano praticare l’oratoria nelle corti e nelle assemblee romane, gli umanisti avevano minore opportunità di esercitarla, infatti nel Rinascimento la retorica era concepita come lo studio dell’eleganza stilistica verbale, prendendo come modello i manuali dei oratori classici. Nessun umanista riuscì ad eguagliare cicerone in quanto oratore I primi umanisti tentarono di riportare alla luce, lavorando sulla elaborazione di un pastiche ciceroniano, un linguaggio classico, caratterizzato da opportunità sintattiche e lessicali, costruzioni verbali, che differivano o non esistevano più nel latino medievale. Il loro fu un tentativo di ricostruire un linguaggio ormai in disuso. Una volta che si conosceva più o meno il funzionamento del latino classico, l’interesse degli umanisti si ampliò anche verso la civiltà classica in Generale. Parole  Gli umanisti realizzarono che il latino classico categorizzava alcuni tipi di esperienze in modo differente rispetto ai loro volgari, e questo poteva risultare una grossa difficoltà nel loro studio e impiego della lingua.  Termini come decus, decor, facies, vultus, fingo ed effingo non avevano un loro corrispondente in italiano. L’ umanista, imparando questo tipo di locuzioni, acquisita un nuovo modo di categorizzato la sua osservazione sull’arte e sull’artista. Questi termini vennero inseriti poi nel manuale lessicografico di Lorenzo Valla, il miglior manuale che venne prodotto tra i primi umanisti, citando questi termini in contesti precisi e notando le sfumature di significato tra le parole apparentemente apparenti  La revisione lessicale: vennero fatti risorgere numerosi termini classici, mentre quelli di origine post classica vennero esclusi. Questa scrematura e questa integrazione di parole classiche fu lenta. Dall’età di Petrarca in poi, sia aveva a disposizione un gran repertorio di lessico classico, che facilita di gran lunga alcune discussioni.  Molti umanisti ebbero difficoltà a recuperare il sistema di referenze incrociate del latino classico: gran parte del significato della parola dipende dalla relazione con altre parole. Gli umanisti non arrivarono mai a possedere una vera e prorpia naturalezza e scioltezza nell’uso di questo schema incrociato. Es: - Ars: Si riferisce alla capacità, all’abilita, al mestiere. Nell’impresa artistica è connessa allo stile - Ingenium: termine che detiene relazioni con la parola Ars. Si riferisce al talento innato, e nell’ambito artistico era connesso al l’invenzione. La relazione tra le due parole fu spesso molto stretta. Gli umanisti impiegavano pero questi termini senza alcuna differenziazione, non riflettendo a sufficienza sulle sfumature di significato.  Le metafore intersensoriali : un’altra caratteristica del sistema referenziale classico. Spesso nella retorica antica si faceva uso di metafore che derivano dall’esperienza visiva: l’espressione visiva poteva essere definita traslucida. Gli umanisti non riuscivano sempre a controllare totalmente l’utilizzo di queste metafore retoriche. Es: - Nel de politica literaria di Angelo Decembrio, vengono utilizzati i termini gracilis (debole, in relazione all’espressione verbale) e vehemens (potente, violento). Entrambi i termini denotano anche dei tipi di stile: genus gracile (privo di ornamentazioni), genus vehemens (stile riccamente decorato). Frasi  La grammatica latina era uno stimolo per gli umanisti per formulare frasi più complesse e articolate. Il periodo era il modello di riferimento per realizzare un discorso neo classico di livello alto.  Nelle teorie teoriche classiche la protasis è la prima parte di un periodo, e viene vista come una sezione sintattica rimasta in sospeso, che viene poi risolta nella apodosis, la seconda parte (così come, sebbene A..anche, tuttavia B)  La costruzione di un periodo complesso era per l’umanista una prova delle sua padronanza del vocabolario e della grammatica latina, poiché non poteva esistere un periodo ben costruito se gli elementi interni non venivano selezionati e assemblati tra loro con cura. Spesso gli umanisti non utilizzavano correttamente i pronomi , cosi come i tempi verbali. Gli scrittori medievali spesso non tennero conto di quelle differenziazioni e sfumature delicate ma fondamentali su cui si basava la struttura del periodo classico Leonardo Bruni:  il più grande critico descrittivo tra i primi umanisti. Pone l’attenzione su quelle particolarità e quei tratti distintivi delle lingue classiche De interpretative recta:  Nella prima parte dell’Opera fa un elogio al linguaggio di Platone e Aristotele. In una seconda parte poi critica le traduzioni medievali di Aristotele, difendendo invece la propria.  Difende la struttura del periodo con carattere Antitetico o paralellistico :una sezione della frase si trova bilanciata con un’altra sezione, in maniera opposta o simmetrica. I periodi potevano anche essere brevi, ma la loro qualità simmetrica o antitetiche persisteva.  L’autore con un parallelismo tra la scrittura e la pittura, ragiona riguardo fino a che punto il traduttore di un testo dovrebbe tentare di riprodurre la forma di quello che sta traducendo. Una parte dei termini che Bruni utilizza in riferimento alla scrittura, qui vengono applicati anche alla pittura (figura, status, ingressus, color). La retorica del paragone  La retorica classica utilizzava Due metodi per ottenere il materiale necessario per il discorso - Ratiocinatio : si faceva ricorso a una serie fissa di domande, ottenendo così definizioni somiglianze, paragoni e informazioni, - L’induzione : si usavano argomentazioni comparative di cui parla Quintiliano. livello qualitativo occupa un posto piu in alto, percio la sua opera sara descritta in maniera piu ampia rispetto a quella di C. Seguendo un andamento cronologico troviamo poi: 3. i seguaci di Giotto : son subordinati al loro maestro sia in termini cronologici che in termini di qualità del loro operato. Ognuno di quest’artista secondario viene però trattato differentemente: il villani da risalto ad ogni loro particolarità è caratteristica stilistica. Manuele Crisolora, Guarino, e la descrizione di Pisanello  Figura importantissima per la diffusione degli studi greci in suolo italico. Molti umanisti italiani, garze all’insegnamento della lingua che alcuni maestri bizantini gli offrirono, iniziarono a leggere più autori greci, o in nuove traduzioni o direttamente in lingua, e a condividere i loro stessi gusti letterari, come L’interesse per la letteratura sofistica.  Da Costantinopoli si sposto in Italia vero il 1395. Inizio a insegnare il greco, a Firenze e in lombardia, scrisse una grammatica, gli Erotema, fondamentale per moltissimi umanisti italiani. Le epistole: Scrisse tre epistole durante il suo soggiorno a Roma. 1. comparazione tra la vecchia e la nuova Roma : la tematica principale è il confronto globale tra Roma e Costantinopoli. La lettera pone gli argomenti attraverso una sorta di enumerazione, metodo che verrà poi ripreso nella critica d’arte umanistica. Una copia della lettera venne inviata da Manuele al suo allievo italiano, Guarino da Verona, che la fece circolare nell’ambiente umanistico. 2. Crisolora parte da una riflessione presa da Aristotele: - perché le rappresentazioni visive delle cose, anche di quelle di per se brutte, sono considerate piacevoli? Crisolora afferma che “non è tanto la bellezza delle loro fattezze a piacere, quanto quelle della mente di chi le ha realizzate”. - l ’ammirazione per l’opera , e di conseguenza, per la mente che l’ha creata, sarà dovuta al fatto che c’è sta da parte dell’artista: 1. la capacità di infondere in una materia aliena determinate passioni 2. La capacita di assumere un emozione indipendente, che non interferisca con quelle passioni che devo essere conferite al materiale. - Questa lettera ebbe grande importanza per gli umanisti italiani. L’attività culturale a Bisanzio:  nel tempo di Crisolora, l’attività culturale e l’educazione erano declinate, gli italiani erano però catturati dall’antichità del mondo bizantino, piuttosto che sulla decadenza in atto.  Nel 1400 nella scuole bizantine venivano insegnati ancora i Progymnasmata: esercizi retorici che hanno origine nell’antica Grecia, destinati agli studenti di retorica, che avevano lo scopo di preparare lo studente alla scrittura - L’ekfrasis , la descrizione. Era Uno tra questi esercizi di retorica. Descrivono qualità di dettagliata verosimiglianza, di espressività fisionomica. La descrizione si svolge in forma affermativa e lo stile utilizzato deve essere conforme al soggetto della dedizione. Le opere d’arte sono state tra i soggetti preferiti per le ekfraseis sin dalla letteratura antica Guarino da Verona  Allievo di Crisolora, lo seguì a Costantinopoli e rimase in oriente per alcuni anni. Guarino più che nutrire un interesse sincero per la pittura, parlava attraverso luoghi comuni riguardo l’arte. Guarino trae spunto per i suoi commenti artistici da motivi lettera tratti dalla tarda letteratura sofistica greca. Possedendo inoltre una conoscenza accurata della retorica greca, utilizza spesso con disinvoltura la forma ecfrastica.  Fu autore del programma umanistico per un ciclo di pitture indirizzato a Lionello d’Este che doveva essere realizzato da Cosmè Turà e Angelo Maccagnino. La composizione dedicata al Pisanello:  Pisanello ricevette, nella prima metà del 1400, il maggior numero di elogi che vennero fatti a un’artista. Fu Pisanello, non Masaccio l’artista umanista. La più famosa composizione dedicata al Pisanello è dovuta a Guarino. Non è la sua migliore, ma rappresenta il modello per i suoi successori: La formula attraverso la quale Guarino parla della varietà pisannelliana venne imitata moltissimo.  Le fonti sono un mix tra lessico virgiliano, la forma non è propriamente ecfrastica, dato che la descrizione si concentra più sulle qualità della produzione pittorica in generale, piuttosto che su una singola opera d’arte.  La descrizione si fonda molto sulla varietas pittorica di Pisanello. In assenza di uno svariato numero di esempi da riporta e di un diversificazione pittorica, la descrizione non avrebbe potuto avere questa impostazione. la varietas costituiva inoltre un valore retorico Bartolomeo Facio e Lorenzo Valla: i limiti della critica umanistica  Fu allievo di Guarino. Fu segretario e storico di corte presso Alfonso V di Napoli, scrisse l’opuscolo De viribus illustribus (1456), inserendo anche la categoria di pittori e scultori, fondendo le biografie dei quattro artisti da lui considerati i migliori del suo tempo: Van Eyeck , Gentile da Fabriano, Rogier Van Der Weyden e Pisanello.  Nella corte di Alfonso V si teneva la cosiddetta “ora del libro”, un momento di confronto e discussione letteraria tra i cortigiani della corte, dove si aveva la possibilità di dare prova delle proprie conoscenze. Erano vere performance e pubbliche, e la competitività era alta.  L’opera : inizia con un luogo comune ripreso dall’antichità: una pittura non è nient’altro che un’opera poetica senza parole”. Proverbio di Simonide riportato da Plutarco.  Facio citando le tre caratteristiche della poesia: inventio e dispositio ed elocutio, sostiene che la pittura debba fondarsi su queste stesse caratteristiche, fatta eccezione per l’elocutio, che in pittura viene sostituita con la expressio: nell’espressività anche di una singola figura possiamo leggere e intravedere più elementi, come passione, dolore, dignità. L’expressio è perciò complessa.  Nell’introduzione Facio afferma che: la verosimiglianza nella raffigurazione dei soggetti è fondamentale sia nella pittura che nella poesia. Sostiene inoltre che la pittura è un arte che richiede grande talento e capacita, poiché oltre alla raffigurazione dei tratti fisionomici, è importante riuscire a rappresentare le emozioni interiori. La pittura deve essere Perciò abbellita oltre che dai colori, da un energia, un vigore figuratus , nel senso di animato. Conclude la sua introduzione affermando il primato della pittura sulle altre arti visive. Lorenzo Valla  Risiedette nella corte napoletana, fu rivale di Facio. Di origine romana, era stato a stretto contatto con l’arte classica. Sappiamo inoltre che elaborò dei programmi pittorica. Riusciva a padroneggiare con destrezza un vocabolario critico, grazie alle sue conoscenze nel campo della filologia.  Era un convinto sostenitore della rinascita del latino: per Valla, l’utilizzo del latino avrebbe avviato tutte le scienze verso un totale rinnovamento.  Il progresso artistico : Quando un’innovazione realizzata da un singolo viene resa accessibile ai suoi compagni, questi poi contribuiscono con le loro innovazioni ad accrescere e renderla più complessa. La molla che spinge tutto è la competitività. Nessuna arte può essere portata a compimento da un singolo, ma c’è bisogno di una cooperazione. Fondamentale per la cooperazione è il linguaggio comune, il latino. CAPITOLO TRE Alberti e gli umanisti: la compositio  Possiamo considerare Alberti un’umanista completo: nel momento in cui affronta problemi legati alla pittura, parla non più come un umanista, bensì come un pittore che è a conoscenza delle fonti umanistiche. De pictura  L’opera è considerata la migliore e la più esaustiva tra tutti gli scritti umanistici sulla pittura, e deriva da una posizione di contatto diretto e personale dell’Alberti con la pittura  È un libro umanistico a tutti gli effetti, poiché e stato scritto in latino. Una parte importante del libro inoltre si attiene al sistema della retorica umanistica.  Struttura: I. Libro: trattazione sulla teoria dell’ottica e della geometria, imprescindibili per la rappresentazione di oggetti tridimensionali su una superficie piana. Si fonda su principi euclidei. II. Libro: esame sulla composito pittorica III. Libro: Discussione dei rapporti tra i pittori e altri artisti.  Destinazione e dedica : - destinata agli umanisti e in particolar modo a coloro che fosse a conoscenza degli Elementi di Euclide, e che quindi potesse seguire le serie di dimostrazioni offerte nel primo libro e che Fossero in grado di dipingere, anche solo come dilettanti - Venne dedicata a Gianfrancesco Gonzaga, marchese di Mantova. Sicuramente il condottiero non era in grado di leggere il de pictura. Il suo bibliotecario, Vittorino da Feltre, gestiva una delle scuole umanistiche più rinomate e conosciute dell’epoca, chiamata La Casa Giocosa, dove si praticava assiduamente anche la matematica. Vittorino era sicuramente in grado di capire e padroneggiare i tecnicismi euclidei del primo libro. Probabilmente attraverso Vittorino gli insegnamenti del de pictura, soprattutto quelli riguardanti il disegno, vennero messi in pratica, (almeno entro certi limiti) Libro II:  Compositio : modo in cui un dipinto può essere organizzato così che ciascun elemento contribuisce a definire l’effetto complessivo di un dipinto.  Le gerarchie di forme sono strutturate in 4 livelli: dipinto – corpo – membra – piano. Questo modello di organizzazione deriva dalla retorica: compositio è un termine tecnico che nell’ambito del linguaggio indicava il comporre in modo gerarchico una serie di elementi per costruire un periodo. (Corrispettivamente agli elementi della pittura abbiamo: periodo – clausola - frase – parola).  Alberti discute le diverse qualità dei piani, analizzando poi singolarmente la:
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