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Giovanna D'Arco di Krumich, Prove d'esame di Storia

Riassunto del libro di G.D'Arco

Tipologia: Prove d'esame

2016/2017

Caricato il 08/06/2017

serenadefilippi
serenadefilippi 🇮🇹

5

(3)

3 documenti

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Scarica Giovanna D'Arco di Krumich e più Prove d'esame in PDF di Storia solo su Docsity! GIOVANNA D’ARCO 1.DOMREMY Giovanna d’Arco nacque nel 1412 a Domrémy, un villaggio della Lorena che all’epoca era una località di confine. Il villaggio poco distava a est dal confine tra il Sacro Romano Impero della nazione germanica e il territorio della Borgogna, e dipendeva dalla castellania di Vaucouleurs, uno dei pochi centri a nord della Loira rimasti fedeli agli Orléans. Durante l’infanzia di Giovanna i soprusi, le incursioni di mercenari e briganti facevano parte della quotidianità di chi viveva nei pressi del confine. In quegli anni Giovanna, secondo quanto dichiarò al processo, udì per la prima volta delle voci provenienti sempre dalla parte della chiesa e che lei attribuiva con certezza a Dio. Le voci le avrebbero detto di partire all’insaputa dei suoi genitori per porre fine all’assedio di Orléans e che, per far ciò, sarebbe dovuta andare da Robert de Baudricourt, capitano della città di Vaucouleurs, che le avrebbe dato uomini che l’avrebbero scortata. Nel corso del processo fu posta frequentemente la domanda se le voci udite da Giovanna fossero di origine divina o frutto della sua immaginazione. C’è chi ha considerato la giovane una santa, chi un’isterica. Chiunque vivesse all’epoca di Giovanna era un cristiano cattolico e sia il processo a Giovanna sia la sua successiva revisione si basarono su una questione prettamente teologica. A differenza degli altri visionari, Giovanna non era concentrata solo sulla spiritualità, ma aveva degli obiettivi pratici ben precisi. Un aspetto che suscitava molto interesse a quel tempo era la <<profezia di Merlino>>, secondo cui una vergine delle querce sarebbe venuta a salvare la Francia. 2.DA VAUCOULEURS A CHINON E POITIERS Vaucpuleurs sulla Mosa, era sede di una castellania situata nella Champagne, che dal 1365 faceva parte dei possedimenti della corona. Questa roccaforte era affidata al capitano Robert de Baudricourt, fedele seguace degli Orléans e in ottimi rapporti con Renato d’Angiò, cognato di Carlo VII. Baudricourt morì nel 1454 e al processo di riabilitazione di Giovanna, svoltosi tra il 1450 e il 1456, non fu interrogato. Molte roccaforti erano cadute nelle mani degli anglo-borgognoni, quando Vaucoulers fu sottoposta ad un vero e proprio assedio: nel settembre del 1428 capitolava per l’incursione del maresciallo di Francia di Enrico VI di Inghilterra. Su quando Giovanna giunse a Vaucouleurs ci sono due differenti versioni. Secondo una versione dello scudiero di Boudricourt, che aveva accompagnato Giovanna a Chinon, la giovane giunse per la prima volta a Vaucouleurs verso il 13 maggio del 1428, alla pentecoste, due mesi prima che la minaccia borgognona costringesse gli abitanti di Domrémy a fuggire a Neufchateau.. Secondo alcuni studiosi, invece, Giovanna si sarebbe recata a Vaucouleurs solo dopo quelle minacce, dopo l’Avvento. Nel frattempo le sorti della guerra erano peggiorate. A giugno le forze borgognone avevano stretto d’assedio Ugny. A partire da ottobre gli inglesi assediarono Orléans. Giovanna dovette attendere almeno 9 settimane per poter incontrare personalmente Baudricourt, finché questi, intorno al 13 febbrario non decise di inviarla a Chinon. Baudricourt le diede una spada e sei uomini che l’avrebbero scortata a Chinon dal Delfino. In una lettera inviata al Delfino, Giovanna disse che avrebbe avuto molte cose da dirgli e che lo avrebbe riconosciuto fra tutti i presenti a corte. Il 14 febbraio 1429 Giovanna giunse a Chinon e lo riconobbe. Secondo alcune testimonianze, Giovanna avrebbe rivelato al Delfino il <<segreto del re>>. Quest’ultimo fu molto colpito dalle doti della Pulzella, ma ciò nonostante decise di sottoporla ad una lunga serie di esami rispetto alla sua fede e alla sua verginità. A tal fine si riunirono a Poitiers, che era diventata una capitale giuridica della monarchia in seguito alla presa di Parigi dai Borgognoni, i principali dignitari fedeli agli Orléans. Le conclusioni delle indagini di Poitiers furono rese pubbliche e si diede il permesso alla Pulzella di liberare con un esercito Orléans. 3. LA LIBERAZIONE DI ORLEANS Ancora oggi <<Orléans>> è quasi un sinonimo di Giovanna d’Arco. Ma dove finisce la leggenda e iniziano i fatti documentati? La fonte più ricca è costituita dai resoconti dettagliati delle persone direttamente coinvolte nei fatti. A tali fonti va aggiunto l’anonimo Journal du Siege d’Orléans, una cronaca che riportava i fatti giorno per giorno. Dopo la giornata delle <<aringhe>>(12 febbraio 1429) la situazione a Orléans, stretta d’assedio dagli anglo-borgognoni, era diventata sempre più opprimente. Il presidio inglese delle diverse bastie intorno a Orléans contava in quel momento 4000 uomini. Da Blois il convoglio della pulzella si diresse verso Orléans, dove la notizia del suo prossimo arrivo giunse il 29 aprile. La milizia cittadina cominciò a prepararsi alla battaglia. Ma l’impresa di Orléans cominciò con un attacco diretto, senza diversivi tattici. Il 29 aprile Giovanna e i suoi soldati arrivarono a Sud. La pulzella voleva subito attaccare, ma il capitano Dunois pensò bene di condurre le truppe verso est, fin quasi Saint-Jean-Le.Blanc. All’osservazione di Dunois sulle difficoltà tecniche di attraversare la Loira con vento contrario, Giovanna rispose nel modo per lei così tipico: il vento cambiò improvvisamente e una parte del convoglio riuscì a passare. Giovanna poté entrare a Orléans sotto lo stendardo di Gesù e Maria con una parte del suo convoglio. La riluttanza di Dunois ad intraprendere un attacco diretto con gli inglesi aveva una motivazione: le truppe e il convoglio dei rifornimenti erano stati deviati a Bloise ed erano ancora in marcia per Orléans. Giovanna approfittò della sosta per effettuare un’azione dimostrativa: una missiva, inviata agli occupanti inglesi della bastia di Les Tourelles, in cui Giovanna li esortava ad abbandonare le terre che non gli appartenevano. Da quel momento in poi, come affermò Dunois al processo, gli inglesi ebbero un tale timore della pulzella, da rimanere asserragliati nelle loro fortificazioni. Il tempo dell’attesa si concluse il 4 maggio, quando i due eserciti si scontrarono a Orléans e fu espugnata Saint Loup, una roccaforte inglese. Il 5 maggio non si combatté per la festa dell’Ascensione. Il 6 maggio si riprese a combattere per espugnare le varie bastie, finché gli inglesi finirono per raccogliersi nella roccaforte principale, Les Tourelles. Il 7 giugno avvenne lo scontro decisivo, in cui Giovanna fu ferita da una freccia ma, coraggiosamente, si rimise a combattere. L’8 maggio gli inglesi decisero di ritirarsi e Orléans fu liberata. 4. LA CAMPAGNA DELLA LOIRA La liberazione di Orléans era stata una svolta politica e aveva rafforzato la monarchia di Valois. Il Delfino Carlo era di nuovo un serio pretendente alla corona francese. Naturalmente questa nuova devozione era rivolta tanto al re quanto alla vergine vittoriosa, che da quel momento è indicata nelle fonti coeve come Pucelle d’Orléans. I successi militari parvero modificare i comportamenti di Giovanna:la contadina spontanea e semplice si trasformò in un comandante che dava ordini. Durante il processo questa condotta fu interpretata come superbia e rappresentò un grave capo d’accusa. E tuttavia, Giovanna non cambiò in modo sostanziale, perché la sua azione continuò a seguire il filo conduttore costituito dalla fede. Dopo la vittoria Giovanna voleva marciare fino a Reims e far incoronare solennemente come re di Francia il Delfino nella cattedrale di quella città, ma la corte era di altro avviso: non disponeva di denaro sufficiente per garantirsi un ingente esercito e il percorso fino a Reims era controllato dagli inglesi. Dal punto di vista strategico si riteneva più opportuno proseguire l’avanzata verso Chartres e Parigi, o verso la Normandia. Intorno al 1435 un consigliere di Carlo, testimoniò che Giovanna si oppose a tale strategia ritenendo che dopo la consacrazione del re il potere degli avversari si sarebbe ridotto sempre più, e aggiunse che tutti finirono per appoggiare quest’idea. La via da Orléans a Reims passava per Jargeau e Troyes, dove si svolsero i principali scontri della campagna. Jargeau cadde il 12 giugno del 1429 e questa vittoria trionfale, molto violenta, mise ancor più le ali alle truppe del re. La battaglia forse più decisiva si svolse pochi giorni dopo a Patay, a nrd-ovest di Orléans. Lo scontro avvenne il 18 giugno con la conseguente vittoria degli armagnacchi. Dopo questo successo fulminante le truppe regie tornarono a Orléans. Ma Giovanna non si fermò a lungo per festeggiare, anzi convinse il Delfino a proseguire la campagna fino a Reims, riconquistando la città di Troyes che capitolò il 10 luglio per la paura di essere massacrati dalla Pulzella. Dopo la capitolazione di Troyes la marcia dell’esercito verso Reims fu accompagnata dai frati e dai mendicanti che intonavano canti in onore della Vergine Santa e Madre di Dio. 5. L’INCORONAZIONE DEL RE A REIMS Ora la pulzella era arrivata nel luogo dove si svolgeva il Saicre: l’incoronazione dei sovrani. La cerimonia si svolgeva alla presenza dei principali dignitari politici ed ecclesiastici. Il Sacre conferiva al re di Francia una particolare santità e con essa la legittimità al principio della successione dinastica. La posizione peculiare della monarchia francese rispetto alle altre monarchie d’Europa era sottolineata dal mito secondo cui il re possedeva un potere di guarigione miracolosa. La richiesta di Giovanna che il re fosse assolutamente consacrato a Reims corrispondeva alle radicate convinzioni della gente del suo tempo. La solenne incoronazione e consacrazione del re da parte dell’arcivescovo si svolse il 7 luglio 1429, con una cerimonia che durò tre ore. 6. Il DECLINO: DA REIMS A PARIGI L’obiettivo era stato raggiunto, ma i successi della Pulzella finirono per logorare il suo carisma, proprio perché quei successi creavano nuove congiunture politiche. Giovanna d’ Arco fu tradita? Innanzitutto non si può dimenticare il fatto che la ragazza era stata inviata da Chinon in una logica ausiliaria. Inoltre, va ricordato che le trattative tra la Borgogna e gli Orléans erano state avviate fin dall’autunno del 1428, dunque ancora prima dell’arrivo di Giovanna a Chinon. Le divergenze tra Giovanna e il re o i suoi consiglieri politici sulla linea da tenere nei confronti della Borgogna si manifestarono già il 17 luglio 1429. La famosa lettera inviata da Giovanna ai borgognoni il giorno stesso dell’incoronazione rappresentava una vera e propria sfida: in quella lettera Giovanna chiedeva al principe di stipulare una pace con Carlo. Che pace fosse, ma solo come un risultato di un totale ritiro della Borgogna dal sacro Regno di Francia. Da questo punto di vista, nelle settimane successive sarebbero emerse delle difficoltà cui Giovanna non prestò attenzione: il principe di Borgogna non intendeva ritirarsi. In ogni caso l’avanzata da Reims a Parigi si svolse senza incidenti di rilievo. Gli assedianti consentirono che gli inglesi lasciassero la città alla volta di Parigi, dove nel frattempo il reggente Bedford raccoglieva il suo esercito da muovere contro Carlo. L’esercito inglese, mosse verso Montereau, luogo emblematico per la storia francese a causa dell’omicidio del principe Giovanni di Borgogna avvenuto nel 1419, con l’approvazione del Delfino. In tal modo gli inglesi speravano di incontrare Carlo, che però si diresse a sud. Giovanna reagì con grande impazienza. Il numero delle città che si sottomettevano aumentava ma non si facevano reali progressi. Il 5 agosto la pulzella furibonda scrisse una lettera ai cittadini di Reims che innanzitutto assicurava loro che avrebbero potuto sempre contare sul suo aiuto. Tuttavia, il re aveva concordato con la Borgogna una tregua di circa due settimane a condizione che Parigi, allo scadere della tregua, sarebbe stata consegnata pacificamente. Il 7 agosto, Bedford scrisse a Carlo una lettera di sfida. Nella missiva respingeva la pretesa di Carlo di essere il re di Francia poiché, a detta del sovrano inglese, aveva usurpato il potere, violando i solenni patti fra i re di Francia e Inghilterra. Per questo Bedford si augurava di incontrare a breve Carlo per intraprendere una trattativa differente. Il 14-15 agosto i due eserciti si incontrarono a Montépilloy, ma nessuno osò sferrare un attacco. Il re seppe che la città voleva dichiarargli obbedienza. Perciò da Senlis decise di non dirigersi a Parigi, ma a Compiègne. Se la via del negoziato veniva considerata una possibile alternativa alla guerra vi erano buone ragioni per evitare l’avanzata sostenuta da Giovanna. Quest’ultima, fortemente delusa, il 26 agosto 1429 con i suoi seguaci arrivò a Saint Denis mentre il re si mosse lentamente, fermandosi a Senlis. L’assedio a Parigi fu un disastro, perché la città riuscì ad elaborare per tempo un buon piano di difesa. 7. PARIGI-COMPIEGNE: SCONFITTA E CATTURA L’ assedio di Parigi dovette essere ininterrotto e Giovanna ne rimase molto delusa. Ma ciò non dimostra che per questo avesse rotto con il re: in realtà fino alla fine del 1429 Giovanna rimase al centro della attività militari. Il 13 aprile la cancelleria regia comunicò alle città fedeli ai Valois i tentativi di pacificazione compiuti dal monarca. Le truppe regie sarebbero tornate a Sud della Senna, anche per evitare che la presenza dell’esercito gravasse eccessivamente sulle città. Il 21 settembre 1429 il re fece ritorno a Gien, sulla Loira, e l’esercito regio fu congedato. La tregua con la Borgogna resse nonostante le continue scaramucce e Carlo si limitò a respingere gli inglesi nelle loro postazioni strategiche in modo da accrescere la pressione sulla Borgogna e indurla a staccarsi dagli alleati e accordarsi con lui. Intanto fu creato un piccolo esercito a Bourges cui si unirono la Pulzella e i suoi seguaci. Esso aveva il compito di togliere agli inglesi due roccaforti. La Charité, che dipendeva da uno dei più potenti imprenditori di guerra dell’epoca, Perrinet Gressart. Questo avventuriero, che si era autoconferito le insegne aristocratiche, manteneva una cospicua armata di mercenari con il sostegno economico di Bedford. Questo tizio però si era seriamente inimicato i borgognoni, motivo per il quale il re poteva attaccarlo senza violare la tregua (aveva catturato un consigliere del re). La seconda roccaforte, Saint Pierre le Moutiere cadde nel 1429. A questo punto il piccolo esercito monarchico proseguì per La Charité , che fu posta sotto assedio da metà novembre, e a tal fine furono chiesti ulteriori aiuti per poter mantenere l’esercito. Nonostante questi aiuti però gli assedianti furono costretti a ritirarsi. Giovanna a fine anno fu elevata alla nobiltà ereditaria con tutti i suoi familiari. Tale atto ha suggerito diverse deduzioni, positive e negative rispetto al rapporto fra Giovanna e il re. L’inizio del 1430 è avvolto dall’oscurità. Verso la metà di febbraio i rapporti con l’Inghilterra furono completamente rilanciati. Nonostante il rapporto formale del preesistente armistizio fra Borgogna e Valois, era chiaro che sul terreno militare le cose sarebbero cambiate. Filippo aveva già cominciato a fortificare le citta e a mandare truppe di ricognizione. Nel corso dell’anno i rapporti fra Giovanna e il re cominciarono ad inasprirsi per le diverse opinioni su come agire con gli inglesi, lei era per la guerra, lui no. Dopo la sua partenza da corte Giovanna si diresse a nord della Senna con una piccola truppa: qui infatti gli attacchi delle truppe inglesi e borgognone erano scoperti. Nella settimana di Pasqua del 1430 procedette verso diverse città. Ma questo processo di liberazione si concluse il 23 maggio del 1430 con la cattura della Pulzella a Compiègne, poiché le milizie di Giovanni di Lussemburgo le tagliarono la via del ritorno. Filippo di Borgogna annunciò gioiosamente la notizia ai suoi sudditi e l’evento apparve come un giudizio divino. La cattura della ragazza ebbe come conseguenza una serie di interventi da parte dell’Università di Parigi e del principe di Borgogna e del re di Inghilterra. I negoziati furono molto lunghi e in questa fase si distinse il vescovo di Bouvais, Cauchon, che pochi mesi dopo sarebbe
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