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Giovanni Boccaccio e il Decameron, Appunti di Italiano

La vita e le opere di Giovanni Boccaccio, con particolare attenzione al Decameron. Si descrive il contesto storico e culturale in cui l'autore visse e si analizzano le tematiche principali dell'opera. Viene inoltre presentata una novella del Decameron e se ne analizzano i temi principali.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 19/10/2023

giorgia-pulitano
giorgia-pulitano 🇮🇹

5

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59 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Boccaccio e il Decameron e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Boccaccio Giovanni Boccaccio nasce nel 1313 (nel preumanesimo) a Certaldo, in Toscana. Il padre è un mercante ricco che lavora per i Bardi (corte di Napoli) e non conosce la madre perché, dato che era un figlio illegittimo, se n’è andata e l’ha lasciato al padre. Boccaccio va col padre alla corte di Napoli, quindi fa una bella vita ed è autodidatta: ascolta le conversazioni dei nobili, è attratto dalla cultura araba e dalla letteratura italiana, studia i libri che gli piacciono di più presi in prestito dalla biblioteca reale. Non conosce bene il latino, quindi la maggior parte delle sue opere sono in volgare toscano. È il più grande studioso di Dante (Dantista) perché Dante morì quando Boccaccio aveva 7 anni, quindi può avere delle informazioni dirette, cioè raccontate da chi l’ha conosciuto. A Napoli inizia a scrivere piccole storie di argomento vario in cui predomina l’amore. Quando il padre torna a Firenze, Boccaccio non vuole andare con lui perché a Napoli c’è un clima più gioioso, invece Firenze è più seria e colta. Nel 1340 vanno a Firenze. Boccaccio e Petrarca si conoscono, diventano amici e studiano insieme Dante. - Nel 1347-48 arriva la peste, quindi Firenze è vuota e nel 1349 Boccaccio iniziò a scrivere il Decameron. - Verso la fine della sua vita, Boccaccio ha una crisi spirituale e scrive il Corvaggio, opera misogena in cui augura il male alle donne e parla di una vedova che porta sfortuna a tutti gli uomini che incontra. Con quest’opera Boccaccio dice “attenti alle donne”. Boccaccio fu il primo commentatore di Dante: leggeva le sue opere in pubblico a Firenze e ne spiegava il significato, in modo che anche gli analfabeti e gli ignoranti capissero. Nel 1375 morì a Certaldo. Stile di Boccaccio Boccaccio è un novellatore e prosatore (scrive in prosa). Fu il primo autore di “letteratura di consumo” (Dante faceva “letteratura dello spirito” e Petrarca “letteratura introspettiva”), infatti i borghesi che non hanno studiato, la sera a volte avevano voglia id leggere storie leggere. Il 98% della popolazione era analfabeta quindi non tutti potevano leggere le sue opere. Decameron Decameron= deca (10), meron (giorni). Viene scritto dal 1349 al 1351 e racconta delle storie che Boccaccio ha sentito o che si inventa, corniciate dall’esperienza della peste. Il pubblico è la media-alta borghesia che in questo periodo vuole leggere qualcosa di più leggero. Quest’opera è dedicata alle donne, che stanno sempre a casa, non scelgono chi sposare e possono morire d’amore (l’uomo invece può distrarsi con guerre e amanti). Il suo scopo è detto nella prefazione: è scritto per consolare le donne dalle sofferenze d’amore, infatti tutti si sorprendono perché le donne sono di secondo livello. In quest’opera le donne possono ritrovare se stesse. Tema= 10 ragazzi (7 ragazze e 3 ragazzi) che, traumatizzati dalla peste, si ritrovano nella chiesa di Santa Maria Novella e vanno a vivere in una casa di campagna fuori da Firenze e raccontano 10 storie (1 ciascuno) al giorno per 10 giorni (con un tema diverso ogni giorno), quindi in totale 100 storie. Ogni giorno infatti eleggevano un re/regina tra loro che decideva il tema delle storie che avrebbero letto la sera. (Ci sono anche storie omosessuali). I temi principali sono: - La fortuna: la vita è dominata dal caso, che è soggettivo, non dipende da nessuno, è imprevedibile. - La natura: carattere di una persone (quindi anche come si comporta in determinate situazioni. - L’ingegno: unico strumento per controllare la fortuna, si può usare in bene o in male. - La morale: onestà (bene e male), sapere distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Giornata Tema Re/Regina (non da sapere) Prima Tema libero Pampinea Seconda Fortuna Filomena Terza <<Industria>> Neifile Quarta Amori con esito infelice Filostrato Quinta Amori con esito felice Fiammetta Sesta Motti di spirito Elissa Settima Beffe ai mariti Dioneo Ottava Beffe a uomini o donne Lauretta Nona Tema libero Emilia Decima Magnanimità e cortesia Panfilo Nella società dopo la peste l’unica cosa che importa sono i soldi, quindi è meglio essere furbi che essere onesti. Quest’opera fece successo in tutt’Europa. Mette insieme la conoscenza che Boccaccio ha appreso tramite i racconti e le vicende. Boccaccio è realista (a volte anche volgare, infatti scandalizza) e parla di vicende e personaggi reali in un periodo vago senza l’uso di metafore. Decameron, I, 1 – Ser Ciappelletto È una novella ironica perché presenta il rovesciamento delle situazioni. È una novella “dissacrante” (novità di Boccaccio), cioè non sacra, prende in giro la religione. La Francia chiama gli italiani (loro li chiamano “lombardi” ma sono per lo più toscani) per fargli riscuotere le tasse e non far fare brutta figura ai francesi. In questa novella sono presenti anche due usurai. L’usura è vista male dalla chiesa cattolica perché si guadagna senza fare fatica, ma dalle disgrazie altrui. Gli ebrei usano l’usura perché avere soldi in contanti gli fa comodo in caso di urgenza (dato che vengono spesso discriminati). Ciappelletto è realmente esistito. Ser Ciappelletto (=cappello) si trasferisce da Prato in Francia, è un notaio che mente pur di vincere, bestemmia sempre, prendeva in giro i cattolici, era omosessuale e giocava d’azzardo. L’uomo che lo ospitò, Messer Musciatto, capì che Ciappelletto era adatto a riscuotere le tasse ai Borgogna, quindi gli offrì il lavoro in cambio di una piccola parte di reso, e lui, dato che non aveva un altro lavoro, accettò. Venne quindi ospitato da due usurai. Avvenne che Ciappelletto si ammalò, quindi gli usurai cercarono di guarirlo grazie ai medici perché non volevano che si venisse a sapere che uno come lui era morto in casa loro. Il medico disse che sarebbe morto, quindi Ser Ciappelletto disse ai due di chiamare un frate che venisse a confessarlo, e due lo fecero e Ciappelletto confessò: - Si confessa minimo una volta a settimana, stavolta sono passati 8 giorni perché è malato; - È vergine; - Digiuna 3 giorni a settimana; - Abita a casa degli usurai per ammonirli, era ricco e ha dato metà dei suoi averi ai poveri; - Si arrabbia per le ingiustizie; - Non ha mai fatto una falsa testimonianza, anzi, una volta un suo vicino picchiava la moglie e l’ha denunciato; - Non ha mai imbrogliato nessuno, anzi, a volte gli hanno dato meno soldi e ha fatto finta di niente; - Una volta fece lavorare un servo di domenica; Nastagio così fece un banchetto d'addio e andò a Chiassi, dove fece una bella vita sperperando. Un giorno ripensa alla ragazza e va in una pineta, dove, a mezzogiorno, udì le urla di una donna che chiedeva pietà. La vide, era nuda, spettinata e graffiata e seguita da due cani che la mordevano (e la sua carne si ricreava) e da un cavaliere con la spada che minacciava di ucciderla. A Nastagio fa pietà così voleva difenderla, ma il cavaliere gli disse di non intromettersi perché era volontà di Dio. Infatti il cavaliere si suicidò a causa sua e, dato che lei era felice di ciò, quando morì gli fu data questa punizione: lui doveva rincorrerla e ucciderla in loop per tanto tempo quanto lei lo ha rifiutato. Il venerdì a mezzogiorno la avrebbe sempre uccisa in quel punto perché si è suicidato in quel punto. Nastagio vide la scena per crederci, era vero, infatti la uccideva e dava il suo cuore in pasto ai cani. Dopo aver assistito a questa scena, gli venne un'idea: andò dai suoi familiari a dire che si sarebbe dimenticato della ragazza, ma prima voleva invitare lei e la sua famiglia ad un banchetto. Quindi il venerdì dopo organizzarono il banchetto in quel posto, lui mise il posto della ragazza di fronte a dove sarebbe accaduta la scena. Arrivarono la ragazza nuda e il cavaliere, che per evitare che gli uomini del banchetto si sarebbero intromessi, raccontò tutta la storia. Tutte le donne piangevano perché si sentivano prese in causa. Quando finì tutto, la giovane invito Nastagio a casa sua (aveva paura di finire come la donna nuda), ma Nastagio rifiutò perché disse che non voleva fare sesso con lei solo perché aveva paura, voleva essere amato e sposarla. Lei accettò di sposarlo e la Domenica seguente si sposarono. Dopo le nozze diventò un matrimonio felice in cui erano innamorati. "Ecco perché si dice che le donne di Ravenna si offrono facilmente agli uomini" (battuta con cui Boccaccio finisce la novella). Decameron, VI, 4 – Chichibio cuoco Chichibio= verso della gallina (onomatopea). Novella ambientata in Veneto. La fortuna aiuta i paurosi. In questa novella una battuta salvò una vita. Currado Gianfigliazzi era un cittadino generoso, nobile. A Peretola uccise una gru col suo falcone e la mandò al suo cuoco veneziano, Chichibio, per farla cucinare. Chichibio cucinò la gru e una serva (di cui Chichibio era innamorato), attratta dal suo profumo, entrò in cucina e ne chiese una coscia. Il cuoco in cambio voleva la “ricompensa” (Boccaccio in questo pezzo è scandaloso e realista: Chichibio voleva la coscia della ragazza e la ragazza voleva la coscia della gru), perciò fecero lo “scambio”. Chichibio presentò quindi a tavola la gru senza una coscia. Arrivarono gli ospiti e Currado, che chiese a Chichibio dove fosse l’altra coscia, quindi il cuoco disse che le gru avevano solo una gamba. Currado non ci credette, quindi la mattina seguente andarono al fiume. Currado premise che se Chichibio stava mentendo gli e l’avrebbe fatta pagare. Il cuoco non sapeva come uscirne, ma vide le gru sulla riva che dormivano su una gamba, quindi le mostrò a Currado, che fece rumore, le gru si svegliarono e volarono via. Chichibio, non sapendo cosa dire, concluse che la sera prima Currado non aveva fatto rumore, quindi alla gru non poteva sbucare l’altra gamba. Currado scoppiò a ridere e gli passò la rabbia. Appunti dal film: Meraviglioso Boccaccio Storia 1: ambientata in Toscana. Catarina, una ragazza, ha la peste. Suo marito, Nicoletti (la cui madre, Madonna Lucrezia, vuole mandarla via), è menefreghista nei suoi confronti. La ragazza viene mandata via e lasciata in mezzo la strada perché pensavano che fosse morta. Edoardo, un uomo che la ama davvero, la tocca perché non ha paura (l’amore supera la morte) e scopre che è viva, perciò la portò a casa sua per curarla, aiutato dalla madre (che a differenza sua non aveva mai preso la peste quindi era pericoloso). La fecero guarire dal medico Cerusico. Edoardo dice a Catarina di rimanere da lui finché non guarisce perché la sua famiglia non sa che è viva, in seguito raduna un po’ di gente, tra cui Nicoletti, e chiede a tutti “se un signore abbandona un servo malato, un estraneo lo trova e lo guarisce, poi il signore rivuole il servo, a chi rimane quest’ultimo? Al signore o all’estraneo?”, tutti rispondono “all’estraneo”, così Edoardo mostrò Catarina. Nicoletti la vede e cerca di toccarla, ma Catarina lo ferma. Storia 2: Il protagonista è Calandrino, lo scemo del paese. Bruno e Bufalmaco (due bulli), gli fanno uno scherzo: dicono che esiste una pietra nera che rende invisibili e che si può trovare al torrente. Vanno tutti e tre a cercarla, Calandrino prende una pietra e i due bulli fingono di non vederlo, vanno al paese e dicono a tutti di far finta di non vederlo. Calandrino va al paese e ci crede, quindi inizia a rubare oggetti e distruggere cose. Poi va a casa e sua moglie (che non era stata avvisata) dice di vederlo, quindi lui pensa che sia una strega e che abbia rotto l’incantesimo, quindi la picchia. Lei quindi cerca di ucciderlo, ma arrivano in tempo bruno e Bufalmaco a fermarla e chiarire la situazione. Storia 3: Tancredi e Ghismunda – argomento: tristezza Ghismunda dopo 7 anni di matrimonio rimase vedova e andò dal padre Tancredi, il quale riceve un regalo, una coppa, per la figlia da un ragazzo. I due si incontrarono e lei vide nel cielo le colombe, simbolo di fedeltà e di amore eterno (infatti è l’unico animale che non si riaccoppia alla morte del compagno). Ghismunda trovò una farfalla nella coppa mentre beveva (era un brutto segno). Il ragazzo doveva andare a Firenze per lavoro (faceva il grafico) ma lei non voleva, così i due si innamorarono e iniziarono una relazione. Il padre, quando stava tornando a casa, li scoprì e fece fuori il ragazzo, la figlia, che non lo sapeva, disse a Tancredi che se avrebbe ucciso il ragazzo si sarebbe suicidata perché vuole stare con lui. Il padre mise il cuore del ragazzo nella coppa, Ghismunda lo vide e con la stessa coppa bevve del veleno per uccidersi. Infine vennero seppelliti insieme. Storia 4: le mutande della badessa Isabetta, una giovane suora, si innamora di un giovane. Una notte lo fa entrare di nascosto nel monastero, le monache lo scoprono e vanno dalla badessa per dirglielo, ma era con un uomo, quindi quando le sente, per non farsi scoprire si vestì in fretta mettendosi in testa le mutande dell’uomo; le seguì poi nella camera di Isabetta, dove li vide e iniziò a sgridare la giovane, che, accortasi delle mutande le disse di allacciarsi la cuffietta. Tutte le suore alzarono lo sguardo e la badessa cambiò rotta, dicendo che l’amore va prima di tutto. Quindi le due tornarono dai rispettivi amanti e le altre suore rimasero incredule. Storia 5: Federigo degli Alberghi In questa novella non esistono personaggi negativi perché tutti sono leali e positivi. La falconeria é un'arte Araba (tipica di Federico II). Federigo fa un sacrificio, rende qualcosa sacro per la donna che ama, infatti lei si innamora del suo animo e non di lui. Boccaccio con questa novella vuole dire che per il lieto fine non c'è bisogno della magia. La vita é fatta per imparare dagli errori. Chi ha un cuore così grande non deve spaventarsi se le cose non vanno bene perché la fortuna restituirà molto di più delle cose perse. Federigo degli Alberghi, un giovane nobile ammirato da tutti, si innamora di una delle donne più belle della città, Giovanna, rimasta vedova e con un figlio malato. Lui sperpera tutto per lei, ma lo rifiuta comunque. In estate Giovanna e suo figlio andarono in campagna, vicino a Federico, che diventò amico del bambino. Il bimbo peggiorò e promise alla madre di guarire se avesse avuto un falcone (come quello di Federigo). Giovanna quindi andò a cena da Federico per chiedergli il falcone, che però lui (non sapendo della richiesta) cucinò (non avendo altro da offrire), inoltre lui le dice che grazie a lei ha imparato ad amare quindi non gli interessava se era stato rifiutato. Quando gli fece la richiesta, lui piange e lei pensa prima che é perché non vuole separarsi dal falcone, ma poi capisce il reale motivo. Federigo le diede le piume del volatile (l’unica parte rimasta), e lei, addolorata, le portò al figlio, che ci rimase male e morì. Giovanna, sola, voleva stare con Federigo e, dopo aver convinto i suoi fratelli, i due si sposarono e vissero insieme a casa di lei. Lessico: Preumanesimo: corrente letteraria del periodo di Petrarca e Boccaccio in cui l’uomo è concentrato sulla vita terrena e non su Dio. Autodidatta: autos= da solo; didas= imparare. Tria fiorentina: Petrarca, Boccaccio e Dante. Decameron: deca (10), meron (giorni). Misoginia: miso=odiare, ginia=donne. Letteratura di consumo: letteratura che non insegna, esiste per avere tanto pubblico. Letteratura dello spirito: serve alla crescita spirituale. Letteratura introspettiva: intro=dentro, parla di sé. Accidenti= accido (capitare) = fortuna = quello che capita Ververo= chiaccherone Dicotomia= figura retorica di contrasto (es. vivo/morto) Mala ventura= cattiva sorte Usuraio= persona che presta soldi illegalmente con interessi altissimi Sacrificio= fare qualcosa di sacro (sacrum fare) Boccaccesco= molto spinto Date: 1313: nasce Giovanni Boccacci 1340: va a Firenze 1347-48: arriva la peste 1349: Boccaccio iniziò a scrivere il Decameron. 1375: morì a Certaldo 1349-1351: Boccaccio scrive il Decamerone
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