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Giovanni Boccaccio - Vita, opere, “Decameron” e analisi delle novelle più importanti., Dispense di Italiano

Giovanni Boccaccio: biografia, opere pre e post “Decameron”, rapporto con Petrarca, rapporto con Dante, Rime, Novellino, “Decameron” (titolo, forma e argomento, datazione, fonti, codex Hamilton 90, struttura, luoghi, ministre, amore, sistema di valori, soggetti religiosi, linguaggio), proemio e novelle.

Tipologia: Dispense

2018/2019

In vendita dal 29/11/2019

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Scarica Giovanni Boccaccio - Vita, opere, “Decameron” e analisi delle novelle più importanti. e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI BOCCACCIO  Non esiste una biografia ufficiale, a causa della perdita di documenti, lettere e manoscritti autografi. ● Nasce tra Giugno e Luglio del 1313, a Certaldo o a Firenze. ● Figlio illegittimo ma accolto in casa di BOCCACCINO DA CHIELLINO, funzionario del banco fiorentino dei Bardi. ● Il padre vuole indirizzarlo alla sua stessa professione = apprendistato presso un mercante ​e studi di ​diritto canonico​ → Boccaccio vive con rammarico il tempo tolto allo studio. ● Nel 1327 si reca a ​NAPOLI ​con il padre per una collaborazione commerciale. Questo periodo avrà un’importanza fondamentale per la sua formazione: - contatti con una grande varietà di persone di tutti i ceti sociali. - accesso alla corte del Re e all’ambiente intellettuale. ● Incontra FIAMMETTA, uno dei suoi più grandi amori: è il senhal di MARIA D'AQUINO, figlia illegittima del Re, già sposata. ● Nel 1338 il padre chiude la collaborazione e Giovanni è costretto a tornare a FIRENZE​, lontano dalle ricchezze della corte napoletana. ● Nel 1348 vive l’esperienza della ​peste​, a causa della quale perde molti amici. ● Durante questi anni svolge numerose missioni diplomatiche presso la corte papale di Avignone e della regina Giovanna di Napoli. Si fa promotore di una nuova politica culturale di riconciliazione della città di Firenze con i poeti che erano stati perseguitati: - A Ravenna consegna 10 fiorini d’oro a Beatrice come risarcimento per i danni subiti. - A Padova incontra Petrarca e gli chiede di tornare a Firenze in cambio della restituzione dei beni che gli erano stati sottratti e una cattedra in università. Petrarca rifiuta e il comune offeso conferma la confisca. ● 1360 crisi spirituale e ​chierico ​per l’appoggio della chiesa, biblioteche incarichi politici e diplomatici ● Si ritira a Certaldo conducendo una vita appartata (solitudine e freddo: Petrarca gl regalerà una pelliccia di scoiattolo) e muore di Scabbia e Idrofisia il 21 Dicembre del 1375. “Studium fuit alma poesis” Il suo impegno fu la nobilissima arte della letteratura. RAPPORTO CON PETRARCA  ● 1350 = primo incontro in viaggio per il giubileo. L’amicizia tra i due dura 20 anni, ma il rapporto non sarà mai alla pari: Boccaccio è devoto e lo considera il suo ​maestro​, mentre Petrarca lo considera come un figlio. Infatti gli rivolge elogi vaghi e prende in considerazione il Decameron solo 20 anni dopo che era stato scritto valutandola un’opera lieve e mondana. Seleziona solo l’​ultima novella​ perché la considera impegnativa, e la traduce in latino: grazie a ciò si diffonde il Decameron. Il rapporto tra i due ha un eco fondamentale negli studi e nelle opere di Boccaccio: a seguito del loro incontro, abbandona la scrittura immaginativa e non si rivolge più ad un pubblico vasto, dedicandosi alla stesura di opere morali e didattiche in latino. ● Boccaccio soggiorna a Padova dall’amico → accesso alla biblioteca. ● Dona l’ “Iliade” tradotta da Leonzio Pilato (Petrarca non conosce il greco) e la “Commedia”. RAPPORTO CON DANTE  Boccaccio studia molte delle opere di Dante. Considera la commedia come la principale espressione dei principi, dei valori e degli interessi dei cittadini. Scrive il Trattatello e le “Esposizioni sopra la commedia”, frutto delle lezioni pubbliche che tiene in piazza a Firenze in onore di Dante. Queste lezioni non sono gradite al governo della città a causa dei commenti politici: gli studiosi lo ritenevano un modello superato. Boccaccio quindi nel 1374 è costretto ad interrompere le lezioni al XVII canto. Per lui Dante è il ​maestro della modernità​ e il ​vanto di Firenze nel mondo​.       7. L’AMOROSA VISIONE ○ Poema allegorico in terzine Dantesche. ○ Boccaccio è il protagonista: in un sogno gli appare una donna che lo guida in un palazzo. Nella prima stanza si trovano degli affreschi che rappresentano i sommi desideri umani (sapienza, gloria, amore e ricchezza) e a fianco una serie di personaggi famosi per aver seguito questi desideri. Nella seconda stanza troviamo il trionfo della fortuna. Dopodiché il protagonista esce dal castello e incontra Fiammetta, fa per avvicinarsi ma si sveglia perché uscendo non è passato per la porta della virtù: il loro amore, essendo la donna sposata, non avremmo mai potuto essere virtuoso. Sulla pareti del castello si trovano affreschi di Giotto e del Lorenzetti. ○ Il viaggio di Boccaccio rimanda al viaggio della Commedia di Dante in senso laico: per Dante è un viaggio verso dio, per Boccaccio verso la virtù e la sapienza. 6. ELEGIA DI MADONNA FIAMMETTA ELEGIA da e-e legei = dire ahi ahi = LAMENTARSI Nasce nell’antica grecia, a Roma viene trasferito come lamento dell’amante per un amore infelice. ● TIBULLO, PROPERZIO e OVIDIO (“Amores” e “Heroides”) ● Metro: DISTICO ELEGIACO = pentametro + esametro. ○ Romanzo in prosa. ○ La vicenda è narrata da una donna (probabilmente FIAMMETTA), che viene abbandonata e dimenticata dall’amante PANFILO. ○ Ricalca le ​Heroides ​di Ovidio: ha la forma di una lettera rivolta alle donne innamorate: Fiammetta esorta le donne a non imitarla per non soffrire d’amore. ○ La donna non è l’oggetto desiderato, ma il soggetto desiderante​: ha una personalità, dei pensieri..  OPERE DOPO IL DECAMERON  ● Segnate dal rapporto con Petrarca. ● Carattere erudito ed elevato. ● Latino e qualche opera in volgare. 1. CORBACCIO ○ Termine peggiorativo di corvo. ○ Prosa volgare. ○ Boccaccio è il protagonista e viene aiutato da uno spirito a ritrovare la via della saggezza. Lo spirito è il marito defunto di una donna che ha amato. ○ Cambia la sua opinione sulle donne (SATIRA ANTIFEMMINILE): si apre un dibattito riguardo all’infedeltà delle donne e lo spirito aiuta Boccaccio a raggiungere la consapevolezza attuale riguardo alle donne (percorso di formazione simile alla “Commedia”). 2. OPERE IN LATINO E IN VOLGARE ○ Carattere documentario. ○ Opere erudite. ○ Lettere in latino per i suoi contemporanei. ○ Tema pastorale. 3. TRATTATELLO IN LAUDE DI DANTE Biografia celebrativa di Dante. 4. DE VITA ET MORIBUS FRANCISCI PETRACCHI Biografia celebrativa di Petrarca. 5. ESPOSIZIONI SOPRA LA COMMEDIA + ​RIME​: scritte durante tutto il corso della sua vita e di difficile datazione. Dalla seconda metà del 1200 si diffondono in Italia ​prose narrative molto brevi​, rapide e di semplice interpretazione adatte ad un pubblico cittadino, impegnato nella vita quotidiana e alla ricerca di svago e di un insegnamento morale. Diverse tipologie testuali: ● Dall’oriente (India): LIBRO dei 7 SAVI, LA DISCIPLINA dei CLERICALI ● Vite e leggende dei Santi: LEGGENDA AUREA del FRONTE DOMENICANO DA VARAGINE ● Racconti di ispirazione religiosa: TESTI BIBLICI ● Storie edificanti nei sermoni dei predicatori: EXEMPLA ● Storie dell’antica Roma e della guerra di Troia. ● Riscritture del ciclo bretone o cavalleresco. ⇨ ​NOVELLINO: ​“Libro di novelle et bel parlare” ● Scritto tra il 1280 e il 1300. ● Raccolta di circa 100 novelle di argomento vario, di lunghezza media tra la prosa variabile e il romanzo cavalleresco. ● Lingua varia. ● Fatti realistici, favolosi o leggendari. ● No ordine preciso. ● Definibile come l’anticipazione del Decameron.              LUOGHI I luoghi delle novelle sono molto variabili (strade, città, case..): Boccaccio descrive luoghi quotidiani con un intensissimo realismo. L’ambiente prediletto è quello ​cittadino​: spazio aperto e disponibile a tutte le esperienze. Anche il mare è molto rappresentato: diventa metafora della Fortuna e richiama la vita dei mercanti, che affidano tutto al mare. LE TRE MINISTRE CHE REGOLANO IL MONDO DEL DECAMERON ● NATURA È la madre di tutto ed è colei che distribuisce tra gli uomini tutte le doti. Il corpo umano è soggetti alla natura per tutto il corso della vita (es. invecchiamento o deterioramento a causa della peste). Differenzia gli uomini dalle donne. ● FORTUNA Secondo Boccaccio la realtà, creata dalla Natura, è dominata da una forza imprevedibile: la Fortuna, cioè la buona o la cattiva sorte. A causa di questa forza il mondo è precario e gli uomini sono costretti ad affannarsi per limitare gli effetti della cattiva sorte. Diventa un complesso accidentale di eventi, non più regolati da una volontà superiore (Dante VII inferno). ● VIRTÙ Sono l’insieme delle risorse con cui l’uomo risponde alla sorte. Può essere: ○ Industria​: abilità dell’uomo. ○ Alta qualità morale​: gentilezza d’animo, che non dipende dalla condizione sociale, ma da come la natura ci ha creato (no nobiltà di sangue ma ​nobiltà d’animo​). AMORE 70/100 novelle parlano d’Amore. Nel Decameron l’Amore muove l’iniziativa di moltissimi personaggi; per appagare il loro desiderio sono disposti a tutto. L’Amore è considerato come una forza che scaturisce dalla Natura: è quindi una forza sana e positiva che è assurdo frenare o reprimere, e anzi soffocarla è una colpa. L’Amore di Boccaccio però si allontana dal concetto dell’amore stilnovistico di Dante: infatti interessa anima e corpo, uomini e donne di ogni fascia d’età e livello sociale. L’autore sviluppa inoltre l’argomento erotico, non indugiando mai nel rappresentare queste situazioni. SISTEMA DI VALORI 2 sistemi: ● Mondo cavalleresco e feudale​, conosciuto a Napoli → generosità, cortesia e dignità, a cui Boccaccio guarda con grande nostalgia. ● Mondo comunale e cittadino​, conosciuto a Firenze. Il Decameron è considerato lo specchio della realtà, in particolare quello della classe emergente cittadina. In molte novelle è presente una forte condanna alla figura del ​mercante​, perché è considerato avido e il suo unico obiettivo è quello di guadagnare: rappresenta quindi la causa della disgregazione cittadina. In ogni caso, Boccaccio infatti decide di esplorare tutte le possibilità del reale, comprendendo tutte la figure che occupano i gradi più diversi della società e tutte le situazioni della vita quotidiana, dalle più basse funzioni fisiologiche, alle più alte attività spirituali. IMPORTANZA DELLA PAROLA Boccaccio nutre una profonda ammirazione per l’intelligenza, che si manifesta attraverso la parola. La parola ha principalmente 2 forze: ● Attraverso essa è possibili risolvere una situazione critica (la brigata che cerca di scappare dalle peste). ● Attira a sé il diletto. Nel Decameron la parola ha un valore fondamentale: è utilizzata in tutti i suoi generi (orazioni, tragedie, discorsi dei mercanti..) e rappresenta l’elemento di distinzione culturale (il “saper parlare bene” è infatti il tema della Vi giornata e della 51esima novella). L’importanza della parola, nell’opera, è strettamente collegata a quella dell’​ascolto​: al termine di ogni novella i giovani parlano e la commentano (utilizzo della parola a seguito dell’ascolto). SOGGETTI RELIGIOSI Preti, monache e funzionari religiosi sono rappresentati in maniera beffarda perchè, anche loro, nutrono desideri umani: ricchezza e desiderio carnale. Boccaccio utilizza l’ironia e il ridicolo per mostrare l’ipocrisia della chiesa. Nonostante ciò, l’autore non è ateo, ma Dio e sempre presente per Boccaccio. Questa ​politica antiecclesiastica​ non è in realtà nella di nuovo, ma si può ritrovare anche negli autori precedenti, modelli di Boccaccio. ● Dante VS Bonifacio VIII ● Petrarca VS corte papale LINGUAGGIO Nel Decameron la parola è mimetica perché si adatta alla situazione, rispecchiando la realtà. La pluralità delle figure corrisponde ad un marcato ​plurilinguismo​. Nel 1500 Bembo, nella sua opera “prose della lingua volgare”, indica il decameron come modello da imitare a seguito della sua ampia varietà di registri. Questo plurilinguismo è dovuto anche alla presenza di vari narratori: ● I grado: narratore onnisciente; proemio, interpretazioni e conclusioni. ● II grado: 10 novellatori; novelle. ● III grado: personaggi nelle novelle; dialoghi. SER CIAPPELLETTO Il mercante italiano Musciatto Franzesi deve lasciare Parigi, per tornare in Toscana su insistenza di papa Bonifacio VIII, e ha bisogno di affidare i suoi affari ad un uomo senza scrupoli perché questo riscuota il credito dagli abitanti di Borgogna, famosi per essere disonesti e malvagi. Questo uomo è Ser Cepparello da Prato, un notaio chiamato Ciappelletto perché i francesi sono convinti che il suo nome sia un diminutivo di cappello (​chapelet ​= ghirlanda: Cepparello era piccolo e tutto agghindato). L’uomo ha una pessima reputazione, è dedito all’omosessualità, al gioco e ha compiuto diversi atti violenti e decide di accettare l’incarico perché in quel momento si trova in difficoltà economica. Così, Ser Ciappelletto parte per la Borgogna dove viene ospitato da due fratelli fiorentini che fanno gli usurai. Mentre Ser Ciappelletto è ospite della casa, cade malato tanto gravemente che i due fratelli cominciano a preoccuparsi. Il problema risiede nel fatto che, qualora Ser Ciappelletto morisse da loro, dovrebbe essere seppellito in terra sconsacrata causando problemi alla fama dei due fratelli. D’altro canto i due non se la sentono nemmeno di lasciare il povero Ser Ciappelletto fuori di casa in quelle condizioni e sanno che qualora chiamassero un prete e lui si confessasse, nessuno potrebbe mai perdonarlo per tutti i suoi peccati. Ser Ciappelletto sente i due discutere nella stanza accanto, li chiama e propone loro il suo piano: chiamare un frate, confessarsi e fingere di essere colui che non è. Infatti, all’arrivo del frate Ser Ciappelletto si confessa e finge di essere una persona talmente tanto pia che il padre gli perdona peccati ridicoli. Per esempio, il frate gli chiede se è stato casto e Ser Ciappelletto dice di non aver mai avuto una donna nella sua vita, di non aver mai ucciso, di non esser mai stato violento, di non aver mai rubato. Inoltre si dimostra anche contrito quando dice che uno dei peccati più grandi che ha commesso è stato insultare sua mamma quando era piccolo e sputare in chiesa. Il frate gli dà l’estrema unzione e, dopo poco, Ser Ciappelletto muore. I frati del convento vengono chiamati per allestire il suo funerale e la sua sepoltura e il frate che gli ha dato l’estrema unzione si reca dal priore e racconta quanto Ser Ciappelletto fosse santo. La voce si diffonde e viene fatta un’orazione in cui si esaltano le qualità di Ciappelletto. Inizia una lunga processione di fedeli che si recano sia al funerale che sulla tomba dell’uomo, strappandogli i vestiti come fossero reliquie. Panfilo sottolinea che non sappiamo se effettivamente Ser Ciappelletto bruci o meno all’inferno perché potrebbe sempre darsi che, all’ultimo si sia pentito delle malefatte e che quindi Dio, magari può esser stato abbastanza misericordioso da perdonarlo. ANALISI È la prima novella della prima giornata, la regina è Pampinea, il narratore è Panfilo e il tema è libero. Ciappelletto e il Frate Riguardi la figura di Ciappelletto vengono proposte diverse considerazioni: ● NEGATIVO: Branca sostiene che egli sia un servitore malvagio della classe sociale dei mercanti, pronti a tutto per i propri interessi (“​ragion di mercatura​”). ● POSITIVO: Croce e Russo vedono invece un gusto per la dissimulazione (finge di essere chi non è) secondo cui Ciappelletto può essere considerato un artista della parola, o “​artista della beffa​”. In generale il bene è rappresentato del frate e il male dall’usuraio, ma ogni tanto la situazione si ribalta, perchè nonostante l’autore insista sulla malvagità di Ciappelletto, questo è in realtà un personaggio più complesso: Getto mette in luce come Boccaccio sottolinei la capacità di risolvere una situazione grazie all’​arte della parola​. Sembra quasi un’ammirazione per la sua grande maestria verbale e la sua capacità di finzione narrativa con effetto comico. Il frate è l’​antitesi​ di Ciappelletto: santo e savio uomo che nonostante sia un frate esperto viene ingannato. Ha delle debolezze che lo fanno apparire umano e insiste nel rassicurare Ciappelletto riguardo a tutti i suoi peccati (Ciappelletto passa da essere il peccatore a essere il giudice). Mercanti I protagonisti sono ​mercanti ​e banchieri e Boccaccio mette in luce, fin da subito, la loro avidità che li porta addirittura a diventare aristocratici (Musciatto Franzesi: cavaliere). ● Cinismo di Musciatto perché per risolvere la situazione sceglie il peggiore. ● I due usurai si preoccupano solo per loro stessi. = la figura del mercante ne esce macchiata. Dio Il tema iniziale e finale riguarda il fatto che i giudizi umani possano fallire riguardo le questioni morali e Dio. Già presente in Dante: presunzione degli uomini ci poter conoscere quale sarà il loro destino dopo la morte; ma non tutti i condannati dalla chiesa vanno in Paradiso (Principe Manfredi è in purgatorio). Boccaccio non ha però un obiettivo religioso, ma sorride e prende in giro l'ingenuità degli uomini. ANDREUCCIO DA PERUGIA Andreuccio, che non si è mai allontanato da Perugia, è un “cozzone” (mercante) di cavalli giovane ed ingenuo, che, giunto a Napoli per concludere qualche buon affare, fa sfoggio della sua ricchezza sulla piazza del Mercato. Andreuccio viene così notato da una prostituta siciliana, che cerca di derubarlo: dopo aver visto il giovane salutare un'anziana donna siciliana, chiede a quest'ultima notizie sul giovane, per poi fingersi sua sorella, figlia di un’amante conosciuta dal padre durante un viaggio nell'isola. Il ragazzo viene invitato dalla donna nella sua casa, nella contrada Malpertugio, un quartiere malfamato di Napoli. Il giovane è commosso dalla rivelazione della donna, al punto da fermarsi a cena e poi, su insistenza della presunta sorella, a dormire lì. Spogliatosi dei suoi vestiti e della bisaccia con i denari, Andreuccio si reca nella latrina (il "chiassetto"), dove c'è un'asse schiodata. Il protagonista vi scivola dentro, senza tuttavia subire danni fisici; mentre la donna si impossessa dei denari, il giovane inizia a gridare e a richiamare l’attenzione del quartiere. Interviene il ruffiano della prostituta, che invita il ragazzo ad andarsene per evitare problemi più gravi. Direttosi verso il mare, per andarsi a lavare, ma sbagliando strada, Andreuccio incontra due ladri, che lo scovano nonostante egli si sia rifugiato in un casolare: i due gli spiegano che è stato fortunato ad essere caduto fuori dalla casa della prostituta, perché se fosse rimasto là sarebbe stato senza dubbio ucciso. I due delinquenti raccontano poi al giovane che hanno intenzione di derubare il cadavere dell’arcivescovo Filippo Minutolo, gran dignitario del Regno napoletano, che è stato seppellito con ornamenti e oggetti preziosi. Andreuccio decide di partecipare al furto. I due ladri, però, obbligano il giovane a lavarsi, data la puzza che emana: viene calato così in un pozzo, ma viene subito abbandonato dai due, a causa dell’arrivo di alcune guardie di giustiza. Queste, assetate, tirano su la corda a cui era appeso il giovane e alla sua vista, colti dal terrore, fuggono. Andreuccio incontra nuovamente i ladri, cui racconta il proprio rocambolesco "salvataggio" e con cui attua finalmente il furto. Scoperchiata la tomba in marmo dell’arcivescovo i due criminali obbligano il ragazzo a introdursi nel sepolcro e a consegnare loro gli oggetti preziosi. Andreuccio, capendo che i ladri vogliono nuovamente abbandonarlo, una volta ottenute tutte le reliquie, tiene per sé un anello. I due chiudono poi nella tomba Andreuccio e mentre questo si tormenta sul proprio destino sciagurato, sopraggiungono altri due ladri che aprono l'arca. ANALISI È la V novella della IV giornata, la narratrice è Filomena e il tema sono gli amori infelici. Amore Tutti vogliono tenere nascosto l’amore tra Lisabetta e Lorenzo, sia gli amanti, sia i fratelli, sia i vicini, ma nessuno ci riesce: gli amanti si fanno scoprire, i fratelli vengono traditi in un sogno, i vicini rivelano ai fratelli il comportamento di Lisabetta, nonostante si trasferiscano a Napoli si viene a sapere. L’amore è quindi una​ forza irrefrenabile​ perché tutte le imposizioni che si sono prefissati i protagonisti sono poi cadute: quindi l’amore è descritto come qualcosa di naturale che non si può nascondere e chi ci prova e destinato alla sconfitta. La conclusione della storia lo dimostra in maniera beffarda e ironica: l’amore segreto è diventato una canzone popolare. Mercanti I fratelli sono mercanti e sono descritti in maniera ​negativa​: si spingono all’omicidio e (secondo Branca) lo fanno per “ragion di mercatura” perché non volevano infangare il loro nome con questo amore illegale, per non avere delle perdite. Uccidono il loro socio con indifferenza e perfidia, infatti ridono e chiacchierano. E non li trattiene nulla, tantomeno il passato che hanno con Lorenzo: c’era un rapporto da molti anni. Non si occupano minimamente della sorella: non la fanno sposare, non le chiedono spiegazioni dopo avere scoperto la sua arelazione con Lorenzo, le rivolgono la parola solo per minacciarla, non si accorgono dalle lacrime sul basilico ma se ne accorgono i vicini, le portano via il vaso temendo di essere scoperti. Lisabetta La ragazza è completamente diversa dai fratelli: è belle ed elegante, nonostante non parli mai ha carattere perché e da lei che parte il corteggiamento. Anche nel dolore non si arrende, perché continua a chiedere di Lorenzo e stabilisce un piano segreto per recuperare il proprio amante. Davanti al cadavere non piange ma ha sangue freddo e con un atto molto poco femminile, taglia la testa a Lorenzo. Pensa allo stratagemma del basilico e combatte per il suo amore. = ​Industria ​nell’affrontare la relazione. Nonostante gli sforzi si capisce che Lisabetta è succube dei fratelli ed e destinata a soccombere perché la sua parola e inutile e non può modificare il destino. Ella è infatti descritta de due verbi: dimandare e piagnere. In questa novella Boccaccio non si sofferma sull’arte della parola perché sarebbe inutile.  NASTAGIO DEGLI ONESTI  Lo sfondo della novella è una Ravenna duecentesca dove Nastagio, un nobile che ha ereditato ampie ricchezze, è innamorato di una giovane donna, più nobile e ricca di lui, che fa parte dell’importante famiglia Traversari. Per conquistare la sua attenzione Nastagio si spende in feste continue, sperperando il suo patrimonio e soffrendo profondamente per i continui rifiuti sdegnosi dell’amata, che resta del tutto indifferente al giovane innamorato. Da subito, l'ostacolo alla realizzazione della passione amorosa è proprio nel carattere, crudo e sprezzante, della bellissima donna. La condizione di Nastagio peggiora sempre più e gli amici, vedendolo sofferente e preoccupandosi che spenda tutto il suo capitale, lo convincono a lasciare Ravenna per cercare di dimenticare la crudele donna amata. Nastagio ubbidisce e lascia la città trasferendosi in campagna, a Classe. Qui un giorno, mentra cammina pensando alla sua amata, si ritrova senza accorgersene in una pineta, dove assiste a una “caccia infernale”: una ragazza corre all’impazzata completamente nuda inseguita da un cavaliere nero che, le rivolge degli insulti e, una volta raggiunta, la uccide con una spada. Nastagio cerca di fermare lo scempio ma il cavaliere gli spiega cosa sta succedendo: racconta che quella scena si ripete ogni venerdì in quel luogo e altrove negli altri giorni perché lui, innamorato e rifiutato, si era ucciso con quella stessa spada meritando la condanna all’inferno; la donna da lui amata, dopo la morte, punita per non aver ricambiato l’amore, doveva scontare quella pena per tanti anni quanti erano stati i mesi della sua crudeltà verso di lui. L’incontro con questo personaggio dannato fa venire un’idea a Nastagio che vede il pretesto per riuscire a sfruttare la situazione a suo piacimento: manda a chiamare amici e parenti, e anche la famiglia dei Traversari per il venerdì successivo, quando offrirà loro un banchetto sotto i pini nei pressi del posto dove aveva assistito alla scena. Arrivati all’ultima portata, i commensali iniziano ad udire grida di terrore: è la donna che corre inseguita dal cavaliere. Si ripete quindi la macabra scena e la spiegazione del cavaliere. Tutti sono spaventatissimi e in particolare la giovane Traversari che si rivede nella scena e ricorda la crudeltà che aveva sempre avuto nei confronti di Nastagio. La donna, ormai persuasa, cambia idea e la domenica dopo acconsente a sposare Nastagio. Inoltre tutte le donne di Ravenna presero una tale paura che in seguito furono molto più arrendevoli ai desideri degli uomini, per non fare la fine della giovane donna uccisa ripetutamente. ANALISI È l’VIII novella della V giornata, la regina è Fiammetta, la narratrice è Filomena, il tema è felicità raggiunta dagli amanti dopo avventure a casi straordinari. Il mondo rappresentato è quello ​aristocratico​, Nastagio è un nobile, ma di livello sociale minore di quello della Traversali. Il modo di amare di nastagio e quello tipico dei cavalieri (spende molto per sorprendere la donna amata, parla anche come un cavaliere, conoscendo le norme) e dimostra infatti un forte spirito cavalleresco spirito cavalleresco: viene rievocato il ​romanzo cortese​. Nastagio infatti si ritrova nella storia di vita raccontata dal cavaliere. È presente un riferimento alla volontà divina (riga 74) e alla ​punizione infernale​. Boccaccio si contraddice: entrambi i peccatori sono condannati all’inferno, ma viene sottolineato come la loro pena abbia un tempo limitato. Inoltre, la caccia infernale è una situazione tipica del purgatorio dantesco. Cesare Segre ha evidenziato come Boccaccio stia facendo una ​parodia ​delle exemplum perché rovescia l’insegnamento. Boccaccio infatti, non ha alcuna volontà di ammaestrare a livello religioso: se l’exemplum religioso serve e per allontanare l’uomo dal peccato, nella versione di Boccaccio serve per dire alle donne di essere più disponibili con gli uomini. Stile All’inizio della novella la situazione è tragica e quindi il linguaggio e impegnativo, mentre a fine si risolve in maniera comica. La prima volta che viene descritta la scena di caccia c’è tensione, la seconda volta è come se le persone stessero assistendo a uno spettacolo teatrale perché Nastagio posiziona le persone ai loro posti, ma il lettore conosce già ciò che sta succedendo.
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