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Giovanni Pascoli: Biografia e Poesia, Appunti di Italiano

Giovanni pascoli, nato a san mauro di romagna nel 1855, fu un poeta italiano legato ai valori comunitari e familiari. La sua vita fu segnata da dolori profondi, tra cui la morte di suo padre e di sua madre, e dalle difficoltà economiche. Pascoli abbandonò il collegio per finire gli studi a firenze e vinse una borsa di studio per laurearsi in lettere. Arrestato per aver partecipato ad una manifestazione contro il governo, pascoli iniziò la carriera da insegnante e successivamente come insegnante universitario. Tra le sue opere più importanti figurano 'myricae' (1891), 'i canti di castelvecchio' (1903), e 'la poesia di pascoli'. Pascoli è considerato un poeta simbolista e decadentista, che utilizza immagini simboliche per rappresentare la natura e la poesia ha la funzione di risvegliare i buoni sentimenti in ogni uomo. Le tematiche fondamentali in pascoli includono i fiori, la siepe, il tuono, e la difesa dall'esterno.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 21/06/2019

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Scarica Giovanni Pascoli: Biografia e Poesia e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI • Nacque nel 1855 a San Mauro di Romagna • Quarto di 10 figli di CATERINA VINCENZI e RUGGERO PASCOLI • Vive con la famiglia in una residenza nella torre della Villa di Torlonia in quanto il padre era amministratore • Il 10 agosto 1867 il padre venne assassinato, ma il colpevole non fu individuato • La vita di Pascoli da quel momento è segnata da un dolore profondo, aggravata poi dalla morte della madre, di alcuni suoi fratelli e dalle ristrettezze economiche in cui si trova a vivere • A causa di queste mancanze fu costretto ad abbandonare il collegio in cui studiava, ma grazie ad un professore riuscì a finire gli studi a Firenze • Grazie a CARDUCCI riesci a vincere una borsa di studio, e a laurearsi in lettere • Nel 1879 viene arrestato per aver preso parte ad una manifestazione contro il governo • Nel 1883 comincia la carriera da insegnante nel liceo e successivamente come insegnante universitario (ciò gli permette di avere una migliore condizione economica) • Nel 1891 esce la PRIMA EDIZIONE DI MYRICAE • Nel 1903 viene pubblicato il secondo libro: I CANTI DI CASTELVECCHIO • Nel 1905 viene chiamato all'insegnamento Universitario di grammatica latina e greca come successore di Carducci • Pascoli MUORE a Bologna nel 1912 DIFFERENZA TRA PASCOLI E D'ANNUNZIO PASCOLI 1. Vive con la sorella Maria a Castel Vecchio di Barga, conducendo un'esistenza serena ed appartata; 2. La sua vita è caratterizzata da eventi tragici e interiori; 3. È legato ai valori comunitari, di famiglia (al nido familiare) D'ANNUNZIO 4. È uomo di società, avventuriero, senza fissa dimora, e uomo di mille amori; 5. La sua vita è piena di colpi di scena, un'opera d'arte; 6. D'ANNUNZIO disprezza la folla e la gente comune (oratore che guida le masse) OPERE 1. MYRICAE: 1891 comprendeva 150 liriche Il termine deriva dal latino e significa TAMERICI (arbusto basso che lui ha preso da Virgilio, autore dell'Eneide, che nella quarta ecloga parla appunto dei tamerici) I TAMERICI indicano le piccole cose, quelle semplici della quotidianità (allude a cose semplici della vita di campagna) 2. PRIMI POEMETTI: 1897 3. I CANTI DI CASTELVECCHIO: 1903 4. POEMETTI CONVIVIALI: 1904 5. ODI E INNI: 1906 6. NUOVI POEMETTI: 1909 TEMI FONDAMENTALI IN PASCOLI: 1. 2. IL NIDO FAMILIARE: indica la famiglia ed i legami affettivi; 3. LE ATTIVITÀ DEI CAMPI: indica le cose semplici ma che si rifanno ai grandi valori tradizionali (l'amore per i propri cari, per il lavoro, la solidarietà sociale, i legami familiari, la lealtà, l'onestà) 4. LA VITA QUOTIDIANA 5. LA NEBBIA: indica il turbamento 6. IL TEMPORALE: indica il pericolo dall'esterno che mette in difficoltà la famiglia; 7. I FIORI: indicano sia la vita che la morte; 8. LA SIEPE: indica la difesa dall'esterno; 9. IL TUONO: indica il male, un sentimento di angoscia LA POETICA DI PASCOLI • PASCOLI è una figura di poco rilievo della cultura italiana del primo Novecento. • Egli brilla per la sua sensibilità, in quanto utilizza immagini simboliche per rappresentare la natura • S’inserisce nel filone del DECADENTISMO • Per PASCOLI la poesia ha la FUNZIONE DI RISVEGLIARE I BUONI SENTIMENTI che ogni uomo ha, ma che alcuni adulti non sentono più perché si sono induriti a causa delle difficoltà della vita. LA TEORIA DEL FANCIULLINO IL FANCIULLO CHE È IN NOI CHIAVI DEL TESTO • Secondo PASCOLI il poeta è chi sa mantenere viva dentro di sé la disponibilità a vedere e a cantare la vita con l'ingenuo entusiasmo del bambino. Vede al buio e sogna alla luce; piange e ride di cose che sfuggono alla ragione e ai sensi comuni; ricorda dimensioni mai viste da alcuno; popola l'ombra di fantasmi e il cielo di dei. • L’IMMAGINE DEL FANCIULLINO è COME L'ADAMO che mette il nome a tutto ciò che vede e sente, qui PASCOLI cita il libro della Genesi ; un po' tutti i decadenti ritenevano che l'esperienza artistica forse molto vicina all'esperienza religiosa. • Il FANCIULLO inoltre scopre nelle cose le somiglianze e le relazioni più sorprendenti che il poeta riprende poi nella sua poesia. • Secondo PASCOLI esistono due età nella vita umana: FANCIULLEZZA e MATURITÀ. La FANCIULLEZZA, più ingenua, sa vedere; mentre la MATURITÀ sa dire. Un poeta è chi divenuto adulto e non potendo più vedere, dice ciò che ha visto da fanciullo. • Ciò che vede da FANCIULLO non sono i temi adulti come la guerra, la competizione economica.. Sono i sogni, le nuvole, gli uccelli.. • In quanto tutti sono stati fanciulli, tutti sono, o possono essere, poeti, almeno in parte. Bisogna però che risveglino, e poi mantengano viva in loro, quella antica serena meraviglia da cui nasce la poesia. IL POETA COME FANCIULLO • PASCOLI non fu il primo a mettere in relazione l'ispirazione poetica con la sensibilità infantile • Da lui derivò anche l'idea che la POESIA sia la prima forma di conoscenza ,il primo linguaggio dell'umanità; il POETA è colui che all'improvviso illumina l'oscurità • In questo modo il POETA appare come una sorta di Mago e di Dio che si sporge a comprendere e a riproporre linguaggi non umani • C'è una differenza tra i testi romantici e il PASCOLI FANCIULLINO; i primi mettono l'accento sul sentimento, mentre PASCOLI valorizza la sensazione IL GELSOMINO NOTTURNO CANTI DI CASTELVECCHIO (fiore che sboccia di notte) TEMI: Il rito della fecondazione, il suo mistero; il nido; la compenetrazione fra la vita e la morte. ANNO: 1901 • È stata scritta come regalo per il matrimonio dell’amico Gabriele Briganti. • Il poeta evoca simbolicamente, grazie all’analogia, la prima notte di nozze degli sposi. Al rito della fecondazione allude l’immagine del GELSOMINO NOTTURNO (fiore che sboccia di notte). • Il poeta ammira un rito di fecondazione dalla parte di chi ne rimane escluso, separato. Infatti, vi sono diversi punti di vita tra quello che succede nell’altra casa (come qualcosa che non gli riguarda) e il fatto che, la sera, egli ripensi ai propri familiari defunti. In questa poesia Pascoli quindi ci mette del personale (quando la sera pensa ai suoi cari) LE STROFE 1 e 2 F 0 E 0 preparano l’atmosfera: è sera, l’ora più malinconica per il poeta (perché ripensa ai propri familiari defunti), ma anche quella che anticipa il rito della fecondazione; LE STROFE 3-5F 0 E 0 mostrano la notte sopraggiunta. Finalmente può compiersi l’atto sessuale; LA STROFA 6F 0 E 0 contiene l’epilogo: i fiori si richiudono e può così crescere una nuova vita. TEMPORALE MYRICAE ANNO: 1894. • Per il poeta “il temporale” rappresenta una tempesta psicologica e percepita come minaccia temibile che viene dall’esterno. • Questa breve lirica costituisce una chiara illustrazione dell’ “IMPRESSIONISMO” PASCOLIANO che è un modo di vedere la realtà, prima che di esprimerla. Pascoli descrive la natura non oggettivamente, ma per le impressioni o sensazioni che essa suscita sul soggetto. Pascoli utilizza poche parole per dare l’intera impressione. ARANO MYRICAE ANNO: 1886 TEMI: La lenta ritualità del lavoro campestre, la vita semplice della gente di campagna, la presenza costante degli animali le loro sensazioni reazioni • La PRIMA TERZINA è ricca di minimi dettagli atmosferici • La SECONDA TERZINA pone in risalto la pacatezza dei gesti • Nella QUARTINA FINALE lo sguardo ti distoglie dal lavoro umano ed è attratto dal gettarsi sui seni e dal canto acuto del pettirosso (emblemi della vita di natura) • A parlare sono le cose: ciò che viene descritto non è l'aratura, ma le sensazioni che essa suscita nell'animo. • Lo sguardo di PASCOLI è sempre SOGGETTIVO e in questo modo da valore a ciò che dice • Nessun dettaglio è casuale, in ciascuno si rispecchia l'animo dell'autore, le sue impressioni. • Lo stile semplice in realtà è il risultato di un'attenta costruzione ai diversi livelli : 4. A LIVELLO LESSICALE: vi è una semplicità del linguaggio; 5. A LIVELLO RITMICO E SINTATTICO: Il componimento si sviluppa con un ritmo irregolare, con un ENJAMBEMENT (fare il verso e continuare a capo o in un'altra terzina); 6. A LIVELLO FONICO c'è il ricorso al ONOMATOPEA nel finale (l'incontro delle vocali e delle consonanti riproduce il suono del pettirosso) PASCOLI POETA IMPRESSIONISTA • PASCOLI descrive la NATURA NON OGGETTIVAMENTE, ma per l'essenza essa suscita nel soggetto • Egli predilige accostare le immagini l'una sull'altra, il poeta utilizza le immagini della nebbia, i camini dei fuochi per indicare gli Incerti contorni che avvolgono le cose IL LAMPO MYRICAE ANNO: 1894 TEMI: La piccolezza dell'uomo, l'immensità della natura, il temporale come oscura minaccia • In questa poesia è presente un CLIMAX (figura retorica ascendente, ossia che sale), è il modo di indicare una situazione tragica. • Secondo PASCOLI basta un lampo nel silenzio perché il mondo manifesti la sua faccia nascosta • La SIMILITUDINE F 0 E 0 tra una casa illuminata dal lampo e un occhio Che, per un attimo, si apre nell'oscurità: l'unico elemento che li avvicina è il fulmineo apparire-sparire di entrambi • Quando PASCOLI ritrae la natura quasi sempre offre la rappresentazione soggettiva dei suoi disagi interiori. • Il lampo va riferito agli ultimi istanti dell'agonia del padre, al modo in cui il mondo apparve al suo sguardo un attimo prima di cadere morto. IL TUONO MYRICAE ANNO:1900 TEMI: L'angoscia del vivere che si riflette nei fenomeni naturali, il nido come unico e precario rifugio • Al CENTRO DELLA LIRICA vi è un contrasto: • da una parte lo scatenarsi del tuono evocato in tutti i suoi rumori e tremori; • dall'altra il canto di una madre che culla il suo bambino. Il canto materno sembrerebbe costituire serenità e pacificazione; contemporaneamente però sembra sottolineare la negatività del rovescio che sta per abbattersi su ogni cosa • Anche in questa poesia viene utilizzata l'ONOMATOPEA SIMBOLISMO NELLE POESIE IL LAMPO E IL TUONO: entrambe le poesie parlano di un fenomeno che viene fuori, a testimonianza della potenza della natura rispetto alla piccolezza dell'uomo
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