Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Giovanni Pascoli : Biografia e opere, Dispense di Italiano

VITA, OPERE, PERIODO E TEMATICHE DEL PASCOLI PEDAGOGICO E DEL PASCOLI DECADENTE

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 10/07/2023

tlaada
tlaada 🇮🇹

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Pascoli : Biografia e opere e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI TEMI 1.Pascoli pedagogico 2. Pascoli decadente 1. Pascoli è un poeta decadente per sensibilità e visione del mondo , egli non crede più alla scienza ed è un visionario: attribuisce alla poesia il mistero di decifrare la realtà, anche aspetti quotidiani. Egli non ha una vita sregolata e disordinata, non vuole contestare i valori e il modo di vivere della borghesia dominante. Al contrario, egli incarna l'immagine del piccolo borghese, che conduce una vita normale, mediocre; un poeta chiuso nella sfera privata e protettiva degli affetti domestici, degli studi, del lavoro, della cosiddetta pace, del nido. Con questo modo di pensare e di essere nella letteratura, egli si presenta come il celebratore della realtà piccolo borghese e dei suoi valori: è questa la cosiddetta funzione pedagogica della poesia di una poesia, cioè che ha un fine pedagogico, cioè di insegnamento, di insegnare e trasmettere alcuni ideali, alcuni valori propri della piccola borghesia del tempo, al quale pascoli sentiva di appartenere. I TEMI DEL PASCOLI PEDAGOGICO - In molte poesie c'è la celebrazione del piccolo proprietario rurale che vive accontentandosi del proprio terreno, che da un lato gli garantisce il guadagno necessario per vivere e dall'altro la dignità di essere una persona libera che non dipende da altri. La sua serenità e la sua felicità derivano da questo, sapersi accontentare del poco, dal saper apprezzare le piccole cose. È un uomo che non invidia chi ha più di lui, che non desidera quindi conflitti con gli altri, ma che ama vivere in pace, cooperando fraternamente con gli altri. Legato all'ideologia piccolo borghese. - il tema del sogno di un'umanità in cui gli uomini si sentano fratelli e non nemici, perciò senza lotte sociali, uomini che nel dolore si dimostrano solidali. In questo ambito rientrano per esempio, le poesie ispirate da un certo sentimentalismo patetico. Quelle in cui si parla di piccoli mendicanti, di bimbi morti nel freddo e nella miseria, di piccoli orfani, di madri che hanno perso i figli eccetera. Era una tematica molto sfruttata dalla letteratura dell'epoca. Questo Pascoli sentimentale per molto tempo ha trovato largo spazio nei libri di testo, soprattutto delle scuole elementari, dove i bambini imparavano a memoria i suoi versi considerati dalla scuola dell'epoca, utili per formare i bambini stessi ai valori della solidarietà. Un pascoli semplice che risultava quindi utile per formare le nuove generazioni. Per veicolare poi questi temi, Pascoli si serve di alcuni miti, cioè di alcuni motivi ideali che ricorrono frequentemente nella sua opera, nella quale assumono una particolare importanza, è il caso del fanciullino che c'è in ogni uomo ed è la nostra parte ingenua e buona che dev’essere ascoltata. Questa garantisce la bontà, la fraternità e la pace tra gli uomini, i quali invece non ascoltano la voce di questo fanciullino e perciò diventano cattivi e violenti. L'altro mito è quello del nido, il nido familiare visto come l'unico conforto e riparo da una realtà esterna percepita come violenta e minacciosa. Al nido, poi, è collegata la devozione e la fedeltà ai propri morti: Pascoli presenta l'assassinio del padre come una vicenda esemplare, cioè da proporre come esempio agli altri, dato che lui e alla sua famiglia hanno perdonato gli assassini del padre. Non giovando quindi sentimenti di odio e di vendetta. A un certo punto, nella parte finale della sua vita, pascoli comincia ad avere l'ambizione di essere il poeta ufficiale dell'Italia, quello che come scrive nel Fanciullino è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detto. In questa direzione diventerà a un certo punto il poeta vate, una sorta di spirito profetico e sacro, al quale guardano gli abitanti di un popolo come una guida. Diventa cioè il cantore ufficiale delle glorie della patria che dice che il riscatto dell'Italia proletaria passa attraverso la conquista della Libia, In questo modo diventa il poeta che interpreta la visione della vita, i sentimenti, i sogni di larghi strati della popolazione italiana nel tempo. Ma nello stesso ruolo in quegli anni c'è anche Gabriele D'Annunzio con una differenza: D'Annunzio nelle sue, con le sue poesie offre alle masse piccolo borghesi il sogno evasivo di gloria e di lussuria, attraverso i quali questi piccolo borghesi possono evadere dalla mediocrità e dalla routine della vita quotidiana. Pascoli invece ribadisce per radicarlo; nella piccola borghesia c’è la fede in alcuni valori fondamentali come la proprietà, la famiglia, i morti, l'accontentarsi del poco, la pietà per i sofferenti, tutti i valori che il piccolo borghese possiede già e questo lo fa sentire sicuro. Tuttavia, questo pascoli pedagogico, pur avendo un suo innegabile valore civile e morale, nel corso degli anni, soprattutto nella seconda parte del 900, è stato giudicato poco originale ed è stato soppiantato nei gusti della critica da un'altro pascoli, quello che definiamo decadente. 2. Il pascoli decadente è stato giudicato più valido nei risultati e risponde ai bisogni dei tempi nuovi. Il pascoli che nei versi mostra una sensibilità decadente, cioè un poeta inquieto, un poeta tormentato, visionario nel senso che vede oltre le cose, un poeta senza dubbio in sintonia con il Decadentismo Europeo. designare gli oggetti. Infatti, tutti gli oggetti materiali che hanno un forte rilievo nella poetica pascoliana, si caricano però di valenze allusive e simboliche, ovvero se lui utilizza un oggetto per designare un qualcosa, non vuole realmente parlare di quell'oggetto, ma del valore simbolico che questo ha per il poeta e quindi rimanda sempre qualcosa che è al di là, quindi di ignoto, qualcosa che va al di là dell'oggetto e quindi sorgono questi messaggi misteriosi. Lui vuole andare all'essenza segreta delle cose e dare il nome alle cose, come se le stesse scoprendo ora, per la prima volta con occhi stupiti, proprio come fa un bambino.Il mondo per pascoli è visto attraverso il velo del sogno e perde così tutto ciò che c'è di oggettivo. Infatti le cose si sfumano le une e le altre diventano tutto un mondo soggettivo: la percezione del mondo di pascoli è vista attraverso il sogno. POETICA La sua formulazione più compiuta si trova nel fanciullino. Il Fanciullino ha un'idea centrale di cui il poeta coincide col Fanciullino, ovvero col fanciullo che sopravvive al fondo di ogni uomo. Infatti egli dice che dentro ogni essere c'è un fanciullo, un bambino, che vede le cose come per la prima volta, quindi con meraviglia e stupore ed è proprio così che il poeta fanciullino dà il nome alle cose: ciò si vede dal linguaggio, il linguaggio che egli usa è un linguaggio che sa dare anima, espressione, vita alle cose quindi rende il sorriso e la lacrima che c'è in ognuna di esse. La concezione della poesia come conoscenza prerazionale e Immaginosa; infatti il poeta fanciullo vede le cose in un modo alogico e ci fa sprofondare così, nell'abisso della verità, questo atteggiamento irrazionale, però, è intuitivo, porta a una conoscenza profonda della realtà, ovvero il fanciullo riesce a cogliere direttamente l'essenza segreta delle cose. Il poeta è detto veggente in quanto ha un occhio più attento, diciamo di quello degli uomini comuni e il suo sguardo riesce a spingersi oltre ciò che è sensibile, ciò che è terreno riesce ad arrivare all'ignoto, all'ultra terreno. Pascoli definisce la sua poesia come una poesia pura, infatti lui non vuole arrivare a un fine pratico, non vuole avere obiettivi civili, morali, pedagogici. Però la sua poesia, in quanto poesia pura, quindi spontanea e disinteressata, riesce ad avere effetti sulla società. Infatti, il sentimento poetico, dando voce al fanciullino che è in noi, riesce a sopprimere gli odi e gli impulsi violenti che sono propri degli uomini; inducendo all'amore, alla bontà, alla fratellanza. Placa quel desiderio di accrescere i propri possessi che spinge gli uomini a sopraffarsi a vicenda; questa poesia pura del fanciullino porta così a un'utopia umanitaria, ovvero porta così all’affratellamento di tutti gli uomini. Pascoli ripudia la lotta tra le classi in quanto crede che tutti siamo uomini e infatti ciò è visibile dal suo linguaggio e dallo stile. Lui non usa il classicismo come stile, perché non vuole separare ciò che è alto da ciò che è basso.Perché per lui un argomento è ricco sia quando riguarda gli aristocratici, sia ciò che riguarda le persone più umili.Per lui la poesia sta nelle piccole cose, che hanno un loro sublime particolare. L’IDEOLOGIA POLITICA Pascoli affida alla poesia il compito di diffondere l'amore e la fratellanza. Infatti si tratta di una concezione di tipo SOCIALISTICA, lui vuole arrivare a un socialismo umanitario utopico. Il giovane pascoli subì l'influenza delle ideologie socialiste.E infatti questa sofferenza ribelle nei confronti delle convenzioni e delle ingiustizie e all'avanzata alla civiltà industriale moderna, che provava portavano quindi a dimenticare la cultura umanistica privilegiando una cultura più scientifica Inoltre lui risentiva di questi processi di declassazione, per cui il ceto medio tradizionale era sottoposto dall'organizzazione moderna alla produzione. Processi da cui gli intellettuali erano colpiti. Giovanni Pascoli, proveniente dalla piccola borghesia rurale, fu declassato e impoverito. Ma questa sua rabbia fu risentita nel momento in cui egli sentiva questa ingiustizia anche nei confronti del padre, il padre, infatti, era stato ucciso e la famiglia si era smembrata.. si viveva in povertà. Egli aderì al socialismo in quanto credeva che fosse necessario lottare. Era necessario lottare per uscire da questa ingiustizia e da questa situazione di declassazione della sua classe. Pascoli aderì al socialismo e la sua militanza attiva si scontrò però con repressione poliziesca. Pascoli passò successivamente al rifiuto del socialismo, in quanto il socialismo di Marx che si stava fondando in quell'epoca si basava sul conflitto di lotta delle classi. Pascoli però non poteva accettare dei conflitti violenti, egli sognava fratellanza per tutti gli uomini.Perciò passa ad essere un utopistico. Lui definiva il socialismo come ciò che riguarda la bontà, l'amore, la fratellanza e la solidarietà fra gli uomini. Pascoli ha anche una visione pessimistica della vita. Egli era convinto che la vita umana non è che dolore e sofferenza e che sulla terra domina solo il male, per questo gli uomini vittime della loro infelice condizione, devono cessare di farsi del male. Però questa concezione della sofferenza è vista anche in modo positivo, in quanto la sofferenza per lui può elevare e rende moralmente superiori. Per pascoli, ogni classe doveva collaborare con le altre.E bisognava evitare di arrivare a scontri e sopraffazioni tra classi sociali: perché questo portava l'infelicità. Il segreto dell'armonia sociale per pascoli stava nel fatto che ciascuno doveva essere contento di ciò che aveva. Il suo ideale di vita, infatti si incarna nel proprietario rurale in quanto coltiva la propria terra e guida con saggezza la sua famiglia. La proprietà, infatti, è per il poeta ha un valore sacro e intangibile Pascoli idealizza però il mondo dei piccoli proprietari agricoli come mondo sereno, saggio, difendendo valori morali, valori come la famiglia, la solidarietà, la laboriosità. Però questo mondo realmente stava scomparendo in quanto stava subentrando una concentrazione capitalistica, quindi stanno subentrando le grandi industrie, le grandi metropoli che generano in lui orrore e angoscia. Il fondamento dell'ideologia pascoliana è la celebrazione del nido familiare, il nido familiare che si raccoglie entro la piccola proprietà. Ma questo poteva anche diffondersi per quanto riguarda il nido come patria.Il nido nella patria, appunto, sta proprio nel fatto che la patria deve essere un luogo che lui stesso deve proteggere dal mondo esterno.Infatti, egli era geloso della proprietà del nido, chiuso ed esclusivo e pensando alla nazione italiana, egli sente con tanta drammaticità il fenomeno dell'emigrazione: è proprio quello che sta succedendo in Italia, in Italia molti stanno emigrando e l'italiano è costretto a lasciare il suolo della patria. è come colui che viene strappato dal nido dove ci sono le radici più profonde del suo essere.Italia è definita una nazione proletaria che non riesce a sfamare i suoi figli e quindi deve esportare manodopera. destinata ai paesi stranieri ad essere poi schiavizzata, disprezzata e violentata. Pascoli quindi, legittima le guerre condotte da nazioni proletarie per le conquiste coloniali, in modo da dar terra e lavoro ai figli più poveri; si tratta di guerre di difesa per pascoli.E fu appunto con questo principio, che pascoli celebra la guerra di Libia come un momento di riscatto della nazione italiana: Pascoli fonde il socialismo umanitario e il nazionalismo colonialistico. TEMI Il fanciullino per pascoli è al fondo di ognuno di noi e rappresenta la nostra parte, naturalmente ingenua e buona, che può garantire la fraternità degli uomini, va al di là degli odi e dei conflitti violenti e di interessi. Il nido familiare, caldo e protettivo in cui componenti si possono stringere per trovare riparo dall'alto di una realtà esterna, minacciosa. Col nido si collega il motivo del ritorno di morti che spesso accampano la loro spettrale presenza nei versi pascoliani.Però questa ossessione privata è sorbita entro l'intento pedagogico. La tragedia familiare scaturita dall'assassino del padre, forma per pascoli, una vicenda esemplare da cui si può ricavare l'idea del MALE che serpeggia tra gli uomini, la necessità del perdono, della Concordia. La natura può anche essere collegata anche al tema della sessualità, ne Il gelsomino notturno: il sesso è visto come un tema proibito, come un’esperienza cui il poeta è escluso e che vive in modo angoscioso e morboso. Myricae E’ una raccolta dei primi componimenti scritti dal 1890. Sono 156 liriche ispirate alla cultura classica. Myricae è il nome latino di un arbusto: le tamerici. Nella 4° ecloga di Virgilio (bucoliche) c’è una frase importante che Virgilio rivolge alle muse nella prefazione dell’Eneide (trad.: Non a tutti giovano gli arbusti e le umili tamerici). Il senso risiede nella volontà di Virgilio di discorrere dei grandi temi ed argomenti senza affidarsi alle quotidiane sottigliezze . Pascoli, invece, ribalta il significato poiché l'obiettivo è parlare di cose semplici e umili, che facciano parte dell’uomo ordinario. I Temi: Rapporto con i Classici; mentre il mondo classico tendeva a comunicare grandi contenuti con l’apologia e l’esaltazione degli eroi, Pascoli esalta l’importanza delle piccole cose. Per questo, si differenzia dai classici anche nello stile. Scrive componimenti brevi, senza schemi metrici, abolendo la rima. Elimina alcune parti del lessico fondamentali: soggetto, oggetto, verbo . Abbandona, quindi, i vecchi poemi e le sovrastrutture metriche ridondanti. La Natura; è intesa sia come paesaggio che come simbolo. Essa non è solo sfondo della vita del poeta ma per la prima volta viene colta nella sua accezione lavorativa. Si tratta di una natura reale, anche se non realista, infatti, l’autore parlerà spesso dei lavoratori e pur cogliendoli nella loro quotidianità non rinuncerà all’aspetto bucolico - idilliaco. Verga, invece, denunciava le privazioni che caratterizzano la vita dei campi. Il nido familiare inaugura tale tema nella lirica X Agosto. Nucleo tematico della produzione Pascoliana è il tema del «nido» familiare, che si eleva a vero contrassegno della sua poetica. Come segnalato dall’autorevole critico, Giorgio Barberi Squarotti, esso si propone come domicilio sicuro e inviolabile entro cui il poeta realizza la propria serenità ed equilibrio. Un luogo, quindi, vitale per il poeta da cui è quasi peccaminoso allontanarsi, anche se tuttavia, non coincide nella forma del matrimonio, bensì nel nucleo originario cementato dai vincoli sangue e dal dovere degli affetti. Una sorta di eremo preservato dall’innocenza e luogo di affetti autentici entro cui ci si può rifugiare dalla società fredda e disincantata, manchevole di ogni intimo rapporto umano. In tal senso, quindi, avverte il critico, si può ravvisare per analogia, il nazionalismo del poeta per cui l’Italia e quindi gli italiani, legati dalla medesima “italianità”, rappresentano un altro «nido» percepibile nell’idea di nazione. Lutto e morte; L’autore non riesce a elaborare e superare il lutto e il grande dolore per la perdita del padre e dei suoi familiari. Le sue poesie sono pervase dal pensiero ai cari defunti (richiama la corrispondenza di amorosi sensi delle poesie Foscoliane I Sepolcri→ Tema della fratellanza; La solidarietà intesa come comunanza con gli altri uomini, la condivisione delle tendenze comuni. Tuttavia, non è la “social catena” della Ginestra leopardiana. Infatti, nella lirica di Leopardi la solidarietà umana era finalizzata a sconfiggere la natura. In Pascoli, invece, l'obiettivo è sconfiggere gli altri uomini cattivi, per coalizzarsi contro di loro. Non c’è all’interno di Pascoli una poesia teistica e provvidenziale, poiché non è citato alcun Dio. Tuttavia, c’è un senso incombente della malvagità e della crudeltà dell’uomo. Tra il 1890 e il 1903 Pascoli lavora contemporaneamente su diversi registri espressivi e stilistici: - Quello impressionistico-simbolico di Myricae e dei Canti di Castelvecchio; - Quello narrativo dei Poemetti; I canti di castelvecchio Sono basati sulla poetica del fanciullino e la presenza di temi che mandano alla vita semplice dei contadini: sono ambientati (così come i Poemetti), nella campagna toscana. I Canti di Castelvecchio sono dedicati alla madre e vengono pubblicati a Bologna nel 1903. Il titolo rimanda al mondo di Castelvecchio, dove il poeta aveva ricostruito il “nido” familiare con la sorella Maria. Le liriche sono divise secondo un ordine che segue il trascorrere delle stagioni. Per i temi e lo stile, la raccolta si colloca nella scia di Myricae anche se con una maggiore complessità. Le immagini serene della vita di campagna, i ricordi familiari, il mondo delle cose umili, diventano rifugio dal mondo esterno e dal mistero della morte. Al tema del ciclo delle stagioni, simbolo dell’alternando di vita e di morte, si unisce quello dell’uccisione del padre e dalle oscure presenze dei morti, gelosi protettori del “nido”. Inoltre, emerge una più intensa dimensione impressionistico-simbolistica legata a nuove tematiche, quali il desiderio inappagato di amore e l’immaginario erotico del poeta. Nei Canti di Castelvecchio viene meno il frammentismo e le liriche sono più ampie, con una musicalità complessa. I poemetti Le varie edizioni Nel 1897 Pascoli pubblica un volume di dodici Poemetti, esce poi la seconda edizione Primi poemetti e successivamente un’ulteriore raccolta Nuovi poemetti, dedicati alla sorella Maria. La struttura si snoda in sette cicli collegati dal filo narrativo della storia dell’amore dei contadini Rosa e Rigo, su uno sfondo di vita campestre, dove la vita scorre povera e faticosa ma quasi sempre serena. La struttura e l’andamento narrativo: I Poemetti sono i componimenti più ampi di Myricae, con l’inserimento di dialoghi tra i personaggi. La vita dei contadini, divisa secondi i cicli delle stagioni e del lavoro nei campi, è celebrata nella sua laboriosità e nella sua dignitosa sofferenza per le ingiustizie sociali. L’umanitarismo e il mito della bontà naturale L’umanitarismo pascoliano contrappone il mito della bontà “naturale” vita di campagna, alla realtà minacciosa della società industriale e dell’emigrazione: se la campagna è il rifugio dalla vita in cui la vita scorre placida, al di fuori di essa c’è il mondo violento della città e della vita moderna. Le tematiche del Decadentismo Nei Poemetti ritornano tematiche inquietanti, tipiche del Decadentismo, dai significati simbolici ambivalenti: vita, morte, decadenza, corruzione. Pure eros affiora, nelle forme di un sanguigno “fiore di morte” emanante un profumo che insidia l’innocenza delle educande di un convento. Lo sperimentalismo linguistico Nel linguaggio sono presenti termini tecnici, termini dialettali della campagna o dell’italiano dialettale americanizzato con esiti plurilinguistici.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved