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La Biografia di Giovanni Pascoli: Vita e Opere di un Poeta Italiano, Sintesi del corso di Italiano

PsychologyStoria della Filosofia ItalianaStoria della letteratura italiana

La vita e le opere di Giovanni Pascoli, un poeta italiano nato a San Mauro di Romagna nel 1855. Dopo aver completato gli studi liceali a Cesena, Pascoli vinse una borsa di studio che gli permise di iscriversi all'Università di Bologna, dove si laureò nel 1882 con una tesi sul poeta greco Alceo. Nel 1895, Pascoli affittò una casa a Castelvecchio di Barga e iniziò a tenere lezioni di grammatica latina e greca in varie università, tra cui Bologna. Il poeta, che amava apparire elegante e viaggiare, considerava la realtà soggettivamente, concentrandosi su piccole cose collegate alla natura o all'infanzia. La sua concezione della natura e degli scopi della poesia sono espressi nel saggio in prosa 'Il fanciullino'. strutturato in 20 brevi capitoli e include riferimenti a testi di riferimento come il manuale di psicologia infantile di James Sully.

Cosa imparerai

  • In quale casa Pascoli acquistò i medaglie d'oro per comprarla definitivamente?
  • Che tema principale si trova nel saggio in prosa 'Il fanciullino' di Pascoli?
  • In quale città Giovanni Pascoli si iscrisse all'Università?

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 18/02/2022

cincillanonimo
cincillanonimo 🇮🇹

4

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Scarica La Biografia di Giovanni Pascoli: Vita e Opere di un Poeta Italiano e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! BIOGRAFIA ● Giovanni Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna (Forlì), da una famiglia della piccola borghesia rurale. E’ il quarto di dieci figli e il padre Ruggero è amministratore di una grande tenuta agricola appartenente alla nobile famiglia Torlonia. ● Nel 1862 entra nel collegio dei padri Scolopi a Urbino, dove frequenta le elementari, il ginnasio e la prima liceo. ● Il 10 agosto 1867 suo padre viene assassinato da alcuni sicari, ma il colpevole non viene mai arrestato, lasciandogli addosso un irrimediabile senso di ingiustizia che riflette in alcuni suoi componimenti (X agosto e La cavalla storna). Dopo l’accaduto, la famiglia si trasferisce a San Mauro, nella casa materna, dove nell’arco di pochi anni si susseguirono una serie di lutti familiari: prima la sorella maggiore, poi la madre e altri due fratelli. ● Nel 1872, terminati gli studi liceali svoltisi a Cesena, Pascoli vince una borsa di studio che gli permette di iscriversi all’Università di Bologna. Qui segue lezioni di docenti prestigiosi, tra cui Giosue Carducci, e stringe amicizia con Severino Ferrari. Entra in contatto con Andrea Costa, militante anarchico-socialista e partecipa a diverse manifestazioni, unendosi allo scontento e alle tensioni dell’Italia da poco unificata. Inizia a collaborare con alcuni giornali, pubblicando i primi esperimenti letterari. A causa della frequenza irregolare e al suo impegno di protesta, gli viene sospeso il sussidio. ● Nel 1879 viene arrestato per aver partecipato ad una manifestazione filo-anarchica. Uscito di prigione, dopo quattro mesi, è fortemente provato. Soffre di depressione e medita il suicidio. ● Nel 1882 si laurea con una tesi sul poeta greco Alceo. ● Nel 1833 inizia ad insegnare: prima a Matera, poi a Massa e Livorno. Porta con sé le sorelle Ida e Maria, nel tentativo di ricostruire il ‘‘nido’’ familiare. Il rapporto tra i tre fratelli è però difficoltoso a causa del reciproco controllo sulla vita sentimentale altrui. Tra il 1885 e il 1897 pubblica Myricae e i Poemetti. Nel frattempo, cresce la sua fama letteraria, infatti collabora con varie riviste, tra le quali il “Convivio”. ● Nel 1895 Pascoli prende in affitto una casa (soprannominata “la bicocca”) a Castelvecchio di Barga (nella Garfagnana). In seguito la acquista grazie alle medaglie d’oro vinte ai concorsi internazionali di poesia latina di Amsterdam, la cui prima vittoria risale al 1892. Nel frattempo, si sposa la sorella Ida, evento che l’autore vive come un tradimento al “nido familiare”. Sempre nel 1895, Pascoli inizia a tenere lezioni di grammatica latina e greca in varie università e di letteratura italiana, a partire dal 1905, all’Università di Bologna, succedendo a Carducci. ● Nel 1903 scrive i Canti di Castelvecchio, nel 1904 i Poemi conviviali. ● Nell’ultima fase, si dedica alla poesia storicizzante, per poi approdare alla retorica nazionalistica. ● Muore a Bologna nel 1912 a causa della cirrosi epatica. PASCOLI D’ANNUNZIO Povera di eventi significativi, infatti spesso si rifugia nelle sue memorie; non si spostò molto, tese a rimanere nei luoghi della sua infanzia (la campagna romagnola) e a rinchiudersi nel suo “nido”, aspetto che gli impedì di sposarsi. E’ un dandy che ama apparire, fare nuove conoscenze e viaggiare senza mantenere delle radici fisse. E’ il vero poeta vate perché, di fatto, succede alla cattedra di Lettere di Carducci. Si ritiene poeta vate. La riflessione pascoliana è incentrata sulla situazione culturale di passaggio tra Ottocento e Novecento, caratterizzata dal rifiuto del Positivismo e della sfiducia nella scienza. Per Pascoli, la realtà deve perciò essere considerata nella sua sfera soggettiva, ciò che suscita in ogni uomo→ l’autore infatti si sofferma non tanto sull’analisi delle grandi cose del suo tempo, come i fatti storici, ma piuttosto su una serie di piccole cose, spesso collegate alla natura o all’infanzia→ per Pascoli quindi, le strutture della realtà non sono più comprensibili tramite il ragionamento, ma per mezzo dell’immedesimazione, come fanno i bambini. La concezione di Pascoli sulla natura e sugli scopi della poesia sono espressi nel saggio in prosa “Il fanciullino” pubblicato a più puntate sulla rivista fiorentina “Il Marzocco” nel 1896, poi nel ‘97 e infine nel 1903. Come testi di riferimento per approfondire la sua analisi, Pascoli considerò un manuale di psicologia infantile opera dell’inglese James Sully. ✒ la struttura: il testo è suddiviso in 20 brevi capitoli, come una sorta di dialogo interiore tra il poeta e la sua anima da fanciullino, la quale viene soprattutto evidenziata nei primi tre capitoli. Nei successivi invece, risulta chiara la corrispondenza tra il poeta e il fanciullino e nell’ultimo, espone la funzione pedagogica-morale della letteratura, ossia diffondere i valori della giustizia e della bontà, rimanendo tuttavia svincolata dalle attività pratiche e civili della società. ✒ i caratteri : ● in ogni uomo c’è un fanciullino, capace di sperimentare ogni giorno delle cose nuove. Il vero poeta è colui che sa dare voce a questa interiorità, che tuttavia spesso viene ignorata dal mondo degli adulti. Il fanciullino filtra la realtà alla quale si approccia secondo una prospettiva opposta a quella degli adulti, ad esempio: le cose “grandi” (come il brillare delle stelle) gli appaiono piccole e invece queste ultime (come i fili d’erba) gli sembrano immense. ● Il fanciullino non è una condizione anagrafica ma per l’appunto interiore perché, anche se una persona cresce, esso si conserva puro e innocente, l’importante è non trascurarlo. ● Chi conserva il fanciullino: - guarda la realtà con meraviglia; - percepisce il lato commovente e bello di ogni situazione; - arricchisce le esperienze banali con la fantasia; ● Esiste perciò un parallelismo tra poeta e fanciullino in quanto entrambi: a. colgono le misteriose relazioni e corrispondenze tra le cose→ figura del fanciullo-veggente, poeta veggente b. si esprimono in maniera istintiva e irrazionale; c. ricorrono alle parole semplici della gente di campagna Pascoli, essendo un poeta della soggettività, si trova in accordo con le linee guida del simbolismo europeo: la realtà non è come appare ma come si sente personalmente. Oltretutto, come i simbolisti avevano affermato di essere gli unici “veggenti” in grado di comprendere i segreti della realtà e della natura, così anche Pascoli sostiene che il fanciullino è in grado di operare questa funzione. Il simbolismo di Pascoli tuttavia, si distingue perché è più istintivo che intellettuale, in quanto la realtà è interpretata ingenuamente da una prospettiva infantile, senza filtri e in maniera analitica (quindi nel dettaglio). I simboli del poeta-fanciullo sono legati, nello specifico, al mondo della natura→ Pascoli era infatti un appassionati di studi botanici: ✾ i fiori sono simbolo di una sessualità bloccata→ Pascoli infatti non si sposò mai, in quanto temeva la sofferenza che l’amore gli avrebbe potuto infliggere. ✾ gli uccelli sono associati al nido, alla dimensione del cielo, ma anche dell’incubo (specialmente quelli notturni). Il nido è metafora: - della casa: in cui rinchiudersi per sfuggire al male che sta fuori; - della famiglia: infatti nella sua dimora a Castelvecchio, Pascoli cercò di ripristinare l’unione familiare in seguito ai vari lutti, ma non ci riuscì perchè alla fine anche le sue sorelle lo abbandonarono per sposarsi (evento che Pascoli interpreta come un tradimento) - della patria; - della madre: come strumento di rassicurazione e di pace interiore. Dal punto di vista psicologico, il nido è sintomo di una diffidenza nei confronti del mondo esterno, simbolo della crisi dell’uomo nella società contemporanea, e del desiderio di tornare alla condizione infantile di sicurezza.
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