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Giovanni Pascoli e la poetica, Appunti di Italiano

Sintesi della vita e delle opere principali di Giovanni Pascoli con riferimenti dettagliati sulla poetica e il pensiero.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 27/03/2023

Giuggiola2005
Giuggiola2005 🇮🇹

4.5

(4)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Pascoli e la poetica e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI  Il fanciullo e il vate I temi centrali della produzione poetica di Pascoli sono il senso della perdita e quindi il tema dell’essere orfano. Oscilla tra un periodo giovanile in cui aderisce al pensiero anarchico-socialista e in età matura alla rielaborazione di miti risorgimentali. L’oscillazione tra il poeta vate e il fanciullo ferito rappresentano questa caduta di certezza tipica della fine dell’Ottocento, inizio del nuovo secolo.  Il percorso di studi: da Urbino a Bologna Pascoli nasce nel 1835 a San Mauro di Romagna. Suo padre lavora come fattore alla famiglia dei conti Torlonia, la madre accudisce i dieci figli. Inizia nel 1862 a studiare al collegio dei padri Scolopi di Urbino. Nel 1867 il padre viene assassinato e questa perdita sarà amara sia dal punto di vista economico, perché non avranno più il sostentamento economico del padre, ma anche perché a causa di omertà e umiliazioni, non verrà mai condannato il responsabile della morte del padre del poeta. Poi la situazione peggiora a seguito della morte della sorella Margherita, della madre e del fratello. Poi si iscrive alla facoltà di lettere all’Università di Bologna. Bologna apre due porte a Pascoli: sia quella dell’istruzione accademica che quella politica. Segue le lezioni di importanti insegnanti tra cui Carducci. Pascoli entrerà poi in contatto con gli ambienti accademici intrisi di anarchismo e socialismo e infatti parteciperà a numerose manifestazioni contro l’unificazione dell’Italia; proprio la partecipazione assidua alle manifestazioni e alla frequenza irregolare alle lezioni lo porteranno alla sospensione del sussidio. Con la morte del fratello Giacomo che era diventato il capofamiglia, costringono il poeta alla miseria. Nel 1879 viene arrestato per aver contestato la condanna all’ergastolo di Passannante che aveva attentato alla vita del re. Assolto, il poeta cade in un periodo di grande depressione ed elabora propositi suicidi (nella lirica La voce). La sua però non è solo una crisi personale, ma anche la rappresentazione di un periodo politico- culturale, quello della transizione del socialismo italiano dall’utopismo di Bakunin alla lotta di classe teorizzata da Marx.  La carriera di insegnante: dalla scuola superiore alla cattedra bolognese Pascoli riesce a riottenere la borsa di studio, nel 1882 si laurea con una tesi su Alceo. Intraprende un percorso diametralmente opposto a quello di D’Annunzio, poeta di successo, infatti Pascoli sarà sempre appartato, un intellettuale che cerca di arsi apprezzare coltivando rapporti personali. Con il trasferimento a Massa, poi a Livorno il poeta porta con sé le due sorelle Ida e Maria. Con loro cerca di ricostruire il “nido”, un rapporto pieno di reciproco controllo sulla vita altrui e Pascoli vede in Ida la moglie ideale, in Maria la figura materna. Pascoli pubblica il primo libro ovvero Myricae e più tardi i Poemetti. Rappresentano il frammento di carattere idillico-campestre e la narrazione distesa. La prima edizione di Myricae, che sarà seguita da altre 8 edizioni, si apre con L’ultima passeggiata. I Poemetti andranno in stampa la prima volta nel 1897. Le prime due raccolte sono concepite come una risposta positiva al male che l’uomo sceglie volontariamente e che si manifesta anella distruzione degli affetti familiari che sono la prima forma embrionale di società. Nel 1895 altro trauma con il matrimonio della sorella Ida, visto come un tradimento alla comunità familiare. Il poeta quindi cerca consolazione con la poesia. Nello stesso anno comincia la collaborazione al Convito, rivista vicina la Simbolismo europeo. La produzione di Pascoli proseguirà con Canti di Castelvecchio, poemi conviviali. Continuerà anche la produzione latina, parteciperà alla gara di latino dei Certamen Hoefftianum e vincerà. Con medaglie di vittoria riesce a comprarsi la casa. Nel 1896 giunge finalmente all’incarico straordinario presso l’università di Bologna, a lungo atteso la prolusione Il ritorno. Pascoli però a causa delle difficoltose condizioni familiari e per il peso dell’incarico ricevuto decide di rinunciarvi. Viene poi nominato professore all’Università di Messina, poi a Pisa e successivamente prenderà la cattedra di Carducci a Bologna. Poi si dedicherà alla poesia storicizzante delle Canzoni di re Enzo, Odi e inni, Poemi italici e Poemi del Risorgimento. L’ultima produzione è intrisa di Patriottismo, infatti lo rivediamo in La grande proletaria si è mossa in cui si ha entusiasmo per adesione alla guerra di Libia non come atto di aggressione, ma come tutela di un popolo povero e bisognoso come quello italiano. Muore nel 1912 e i suoi ultimi scritti verranno pubblicati dalla sorella Maria. adattandoli nel contesto italiano. Nonostante i risultati formali con le opere di D’Annunzio siano identici, in realtà quest’ultimo prende spunto da autori stranieri a lui contemporanei, mentre Pascoli prende spunto da autori antichi classici.  Il fanciullino Il fanciullino viene come tutte le opere pascoliane rielaborato molte volte, infatti vediamo che viene un primo nucleo pubblicato nel 1897, poi nel 1903 e successivamente nel 1907. Il fanciullino è un tema molto importante per Pascoli in quanto si ha la massima esposizione dei principi poetici dell’autore; la poesia dipende da una voce interiore che solo i bambini e i poeti riescono ad ascoltare, nonostante sia all’interno di tutti noi. Quindi si ha l’idea simbolista che la poesia sia una forma di conoscenza intuitiva e irrazionale come quella dei bambini. Questa idea proviene anche dalla filosofia di Giambattista Vico il quale crede che l’infanzia sia l’età poetica nella quale l’umanità produce capolavori in quanto abbondano l’immaginazione e la capacità di stupirsi. Pascoli conferisce concretezza a quella figura del bambino studiata da Sully. Un pensiero che si concentra su particolari, che procede per immagini, che altera le proporzioni che non pone confini tra realtà e sogno. Sully afferma che il linguaggio dei bambini sia ricco di onomatopee ma sia anche ricco di imitazione del linguaggio degli adulti. Pascoli invece toglie quest’imitazione e mantiene solo le onomatopee in quanto il fanciullo è come Adamo che dà il nome alle cose. Egli quindi non imita alcuna lingua preesistente, ma la crea nella condizione primigenia del paradiso terrestre. La poesia quindi viene definita pura e portatrice di valori di giustizi e pace. La poesia toglie tutto ciò che è brutto e quindi definisce ciò che è bello e il bene.  Le voci della natura: Myricae  La tamerice piangente: titolo e storia del testo Il titolo viene dal secondo verso della quarta egloga di Virgilio e suona programmatico, in quanto allude a un genere di poesia dedicato alle realtà semplici e dimesse. Pascoli cerca di dare unione non solo all’interno di una stessa opera, ma anche un criterio di continuità che colleghi le opere tra di loro, che in questo caso vene rappresentato dal progressivo innalzamento dei temi trattati. L’elaborazione del poema è particolare, infatti vengono pubblicate quattro edizioni differenti in cui possiamo ritrovare il progressivo maturare del poeta. In generale, già dalla prima edizione, i testi sono organizzati secondo il trascorrere di una giornata, che poi allargherà alla temporalità di un anno. Nella terza edizione i temi centrali del suo primo libro di poesie saranno il motivo funebre e il nido familiare (Il giorno dei morti è componimento di apertura). Con l’ultima edizione il tono diventa sempre più scuro anche a causa della tragedia familiare del matrimonio della sorella Ida. Con l’ultimo componimento Pascoli dichiara di voler rinunciare alla vita e di volersi ricongiungere alla madre morta. Pascoli poi si confronta con molti autori novecenteschi, primo fra tutti Petrarca con il suo Canzoniere. Il problema di fondo era appunto che il Canzoniere di Petrarca non poteva dare un riferimento assoluto all’opera di Pascoli, essendo il tema amoroso il tema centrale. Più chiara è quindi l’influenza di un altro importante poeta ovvero Dante. Infatti dalla prima alla quarta edizione sembra chiaro come pascoli avesse voluto rimandare quella logica ternaria tipica della Vita Nova, inoltre proprio come quest’ultima opera, Myricae termina e inizia con una visione. Chiari autori che hanno influenzato Pascoli furono poi Leopardi e Baudelaire. In particolare dal primo riprende l’importante autonomia tematica e metrica e quantitativa delle varie sezioni. Dal secondo invece riprende la riflessione della poesia e sul poeta e il carattere dualistico e contraddittorio del messaggio poetico.  Il piccolo veggente: i temi della raccolta A differenza di quanto accade nel testo di Baudelaire, qui il paesaggio rappresentato è il paesaggio campestre, quindi profondo rapporto con Natura e con il tempo ciclico (stagioni) che dovrebbe garantire una felicità all’uomo. La natura è intrinsecamente buona, smentendo Leopardi. Eppure Myricae rappresenta uno scenario costantemente minacciato dalla presenza incombente della morte. Il motivo della morte è centrale connessa anche ad altri temi di Myricae, ovvero quello del sogno e della dimensione onirica. Solo l’esistenza dei morti è reale, mentre la vita dell’uomo è “sogno d’ombra” come dice Pindaro. Proprio per questo qui viene rappresentato al meglio Pascoli erede della tradizione simbolista del poeta veggente. Un altro tema centrale è quello della memoria, quindi come Leopardi. Spesso ha funzione consolatoria ma evidenzia anche la felicità che non può essere presa solo nel presente, ma anche nel passato. Il ricordo della morte del papà è sempre dietro l’angolo, spetta però al poeta ricordare non solo il bene, ma anche il male per opporci la sua assoluta innocenza. Quindi torna lo sguardo del bambino che sarà quello che Pascoli attribuirà al poeta.  “Invisibili porte”: lo stile Pascoli vuole rendere in tutta la sua pienezza l’aspetto visionario. Cerca quindi di smaterializzare le coordinate spazio-tempo vantaggio di particolari che colpiscono in quel momento il lettore per l’intensità del loro apparire. Uso di sinestesia, ipallage, enjambements, rima ipermetra e una sintassi franta. Essenziale il fonosimbolismo e l’uso quindi di onomatopee che hanno la capacità di creare letteralmente la realtà.  La poesia come riscatto dal male: i Canti di Castelvecchio I canti nascono da una sorta di viaggio tra presente e passato. Quasi tutti i testi rimandano agli anni di Castelvecchio, mentre la parte finale è un ritorno al passato. Il nucleo originario è costituito da 4 testi uscito nel 1897, si sono poi succedute varie edizioni con aggiunta di diversi componimenti, fino al 1912 con la pubblicazione postuma dell’ultima edizione. Riprendono l’espressione usata nella Prefazione a Myricae in cui afferma “canti su la tomba di mio padre”, ma dedicati a sua madre. Il ricordo dei genitori scomparsi affidato alla poesia ha un valore morale. I testi sono organizzati secondo un ciclo annuale dei lavori campestri, basato sulle stagioni che suggeriscono da una parte l’alternarsi della morte e della rinascita, dall’altra la fuga del tempo che vale per tutto l’universo. Una seconda tematica importante è quella degli affetti famigliari. La morte violenta è riparata dal gesto creativo che perpetra la memoria. I Canti, a differenza della frammentarietà di Myricae, è un flusso ininterrotto di testi, come una partitura musicale. È sicuramente un libro di maggior impegno rispetto a Myricae, in cui anche la natura ha una valenza maggiore. La Natura pone domande esistenziali e indaga il senso della vita individuale e di quella cosmica. Riprende temi postromantici come il sogno, il motivo del presagio. Riprende credenze popolari, nasconde rimandi alla tradizione classica, riferimenti metapoetici. I modelli a cui si rifà, oltre a Dante, è sicuramente Leopardi, sia per il rapporto tra uomo e Natura, ma anche per la funzione della memoria. Riprende la presenza del male nel mondo, ma con un giudizio meno crudele rispetto a leopardi, è più portato alla rinuncia e al gusto dell’autodissoluzione. Il tema della
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