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Giovanni Pascoli ed opere, Appunti di Italiano

Appunti su Giovanni Pascoli ed opere.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 15/12/2023

Ch14r421
Ch14r421 🇮🇹

5 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli ed opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI Giovanni Pascoli trascorse una vita appartata e tranquilla, lontana dai clamori della società. A determinare il suo carattere furono soprattutto la serie di lutti che dovette affrontare sin dalla tenera età, infatti all'età di 12 anni perse il padre, l’anno dopo la madre e la sorella, eventi tragici che influenzarono in maniera decisiva la sua poetica.  il 10 agosto 1867 il padre venne ucciso con una fucilata in piena fronte, probabilmente dal nuovo amministratore nominato dal principe Torlonia  nel novembre 1868 morì di tifo la sorella maggiore Margherita  il 18 dicembre 1868 morì la madre  nel 1871 Mori di meningite il fratello Luigi  nel 1875 morì il fratello Giacomo per tifo Pascoli fu il quarto di 10 figli e dopo questi lutti, gli orfani vennero divisi tra il collegio di Urbino e la casa della zia materna. La famiglia si disperde, i fratelli e le sorelle cercano ciascuno la propria strada in città diverse, mentre Giovanni continuerà gli studi nella città natale, inoltre fu un allievo di Carducci. Nel 1879 entrò in contatto con il pensiero socialista, venne arrestato per aver partecipato ad una manifestazione non autorizzata e rimase in carcere per alcuni mesi; e questa esperienza lo allontanerà dall’azione politica orientandolo verso un credo di umanitarismo e solidarietà umana. Nel 1882 si laureò in lettere e inizia a insegnare latino e greco presso liceo di Matera e successivamente nel 1895 divenne professore all'università di Bologna. Nel 1884 si trasferì a Massa e si stabilì per qualche anno con le sorelle minori Ida e Maria, ma il matrimonio di Ida provoca forti turbamenti in Giovanni molto legato alle sorelle con le quali ha ricostruito il calore del nido familiare distrutto dai numerosi lutti. Il distacco da Ida rafforzò il legame con Mariù che rinuncerà sposarsi, e alla scomparsa di Giovanni diventerà la curatrice delle memorie del fratello. PENSIERO E POETICA Pascoli fu un uomo molto riservato, ripiegato su se stesso, fortemente legato alle proprie terre e alla famiglia, e fu molto limitato nei suoi contatti con l'estro infatti non varcò mai le frontiere dell'Italia. Pascoli ha una concezione dolorosa della vita e su questa concezione influirono i vari lutti familiari. Per Pascoli la società è dominata dalla violenza e la condizione umana è caratterizzata da dolore e angoscia e la casa rappresenta il rifugio, luogo in cui dolori, le ansie svaniscono e si placano. La casa è circondata da una siepe e per Leopardi ha una valenza negativa perché non ti permette di guardare oltre ma per Pascoli ha un significato positivo perché tutto ciò che è intorno alla casa funge da protezione. Pascoli ricevette un'educazione prettamente classicista, colse gli atteggiamenti e la sensibilità di fine 800, assorbì alcuni aspetti tipici del linguaggio simbolista e mostrò particolare propensione allo sperimentalismo linguistico. Pascoli infatti compì una vera rivoluzione silenziosa nella tradizione poetica italiana, la pascoliana poetica delle cose si contrappone a quella dannunziana e andrà ad influenzare diversi poeti del 900 da Montale a Pavese fino a Pasolini.  La sua visione del mondo è pervasa da una profonda inquietudine soprattutto neo riguardi della realtà esterna  totale sfiducia verso la conoscenza scientifico-razionale della realtà (a cui si sostituisce l'ignoto e la forma espressiva del simbolismo in grado di penetrare e svelare il mistero delle cose)  posizioni anti-positivistiche, prese distanza da l'idea di progresso che animò la poesia e la visione della storia della prima metà dell'Ottocento  nel mondo pascoliano manca la dimensione positiva e progressiva della storia  l'unico rifugio possibile sono gli affetti familiari L'altro elemento che influenza il pensiero di Pascoli fu la crisi decadente che travolge i valori tradizionali e la scienza. Pascoli riconosce limiti della scienza la quale non è in grado di risolvere i problemi umani e accusa la scienza di aver reso ancora più infelice l'essere umano, la scienza ha distrutto la fede in Dio il concetto dell'immortalità dell'anima. Perduta la fede nella scienza, Pascoli medita sul mondo che sta al di là della realtà fenomenica, ossia il mondo dell'ignoto e dell'infinito, inizia a meditare sul significato della vita e arriva a concludere che tutto intorno a noi è avvolto dal mistero, gli uomini sono creature fragili soggette al alogiche e intuitive colloca Pascoli sulla linea del simbolismo europeo applicato però ad un mondo fatto di cose e realtà umili e dimesse. Pascoli al contrario dei simbolisti, non rinuncia alla funzione sociale e morale della poesia ma non persegue la linea del vatismo carducciano o dannunziano, percepisce la poesia come uno strumento consolatorio in grado di allentare le tensioni sociali. Pascoli non si colllocherà mai sulle posizioni dei crepuscolari e futuristi. POETICA DELLE PICCOLE COSE Pascoli grazie ai procedimenti analogici, rende gli oggetti simboli di un ricordo o di un'emozione, in questo consiste la poetica delle cose di Pascoli, gli oggetti sono poetici indipendentemente dal loro essere umili o alti, quotidiani o preziosi, e il loro significato non dipende da una gerarchia esterna ma da un ordine di tipo psichico, da un esigenza interiore che attribuisce significato e valore agli oggetti più vari. L'oggettività della natura è pertanto continuamente filtrata e deformata dalla sensibilità del soggetto per cui il piccolo può diventare grande e il grande piccolissimo. Fino a Carducci non si può far poesia tutto ciò che passa per la mente, tutte le cose sono degne di essere messe in poesie, la poetica di tutte le cose, ciò verrà ripreso dai crepuscolari , la poesia di Pascoli è alla radice della poesia novecentesca. fonosimbolismo, evoca dei suoni, tintinnio. RIVOLUZIONE STILISTICA E LESSICALE Questa poetica delle cose ha un riflesso immediato anche sul piano della lingua e dello stile, Pascoli infatti descrive la realtà in maniera molto precisa con termini tecnici e scientifici, sono pertanto frequenti i tecnicismi e l'uso di una vera e propria nomenclatura. Acquista valore fondamentale anche il suono con la sua carica evocativa, difatti la dimensione uditiva e fonosimbolica della realtà diviene centrale nella lingua di Pascoli, si assiste ad una spiccata musicalità caratterizzata da onomatopee, anafore allitterazioni; ciò conferisce la poesia un tratto impressionistico. Altrettanto caratteristico della poesia pascoliana è lo sperimentalismo lessicale, i termini tecnici si affiancano a termini quotidiani dialettali, il filologo Gianfranco Contini ha individuato l'uso da parte di Pascoli di tre livelli di lingua:  linguaggio pregrammaticale costituito dalle onomatopee  un linguaggio grammaticale parole comprensibili al lettore  un linguaggio post grammaticale fattori termini tecnici, gerghi e dialetti. Le associazioni analogiche procedono per accostamenti intuitivi, i nessi logici sono rimossi, inoltre vi sono continue pause, dettate dalla punteggiatura e dalle parentesi, la poesia pascoliana procede dunque per sottrazione di materia, per silenzio tanto quanto la poesia di D'Annunzio opera per accumulo e giusta posizione di materiale verbale sonoro. Nella poesia pascoliana troviamo l'uso dei tre punti che sfumano in qualcosa di non detto e di indefinito, la frantumazione inoltre è sottolineata anche dalle censure e dagli enjambement. Tipico di Pascoli sono le espressioni latine, e il latino pascoliano si differenzia da quello classico per il ricorso a termini tecnici e specialistici e frequente aggancio al latino tardo medievale. POETICA PASCOLIANA La poetica ossia la concezione della poesia, è esposta in una prosa intitolata Il fanciullino, pubblicata nel 1897.  rifiuto della visione scientista del positivismo  valorizzazione della conoscenza per intuizione e analogia (vicinanza al Simbolismo)  i temi trattati sono: la morte, lutti familiari, tema del nido (rifugio negli affetti familiari bisogno di quiete protezione), poesia delle cose  poesia come consolazione collettiva  poesia del silenzio che procede per sottrazione  poeta come fanciullino in grado di vedere e rilevare una trama di simboli che gli adulti non colgono  valorizzazione della dimensione sonora IL FANCIULLINO Il fanciullino è un opera pubblicata nel 1897, il titolo dello scritto richiama la predilezione per il piccolo e per la dimensione infantile, ovvero quel atteggiamento infantile che caratterizza l'indole del poeta, ognuno Infatti dentro lì si conserva persino da adulto un fanciullino eterno che guarda la realtà con la stessa innocenza dei bambini e che è in grado di cogliere la meraviglia delle piccole cose, elementi che ormai gli adulti non sono più in grado di percepire. gli adulti dimenticano Il fanciullo che si cela in loro è solo le poeta è in grado di darti ascolto. la poesia da voce alla meraviglia con cui il mondo si presenta al fanciullo ovvero al poeta, il fanciullino non crea la poesia ma scopre il poetico che è nelle cose anche nelle più piccole e nelle più di messe. Il poeta coincide con il fanciullino, cioè con la parte infantile dell'uomo che negli adulti in genere è soffocata e che invece trova espressione nei poeti, il fanciullino capta e coglie ciò che solitamente passa osservato, osserva attraverso vie non razionali, osserva la vita con stupore e si meraviglia Individua dei legami inconsueti tra le cose, ha una fervida di immaginazione. Il fanciullo si sottrae alla logica ordinaria grazie alla sua fantasia, la poesia è il luogo in cui l'uomo dà voce al fanciullino, il poeta nella poesia lascia parlare il fanciullino. Il fanciullino si pone in aperta contrapposizione rispetto al superuomo dannunziano, Pasquali nel fanciullino sottolinea chi la facoltà dello stupore poetico è innata in ciascun uomo e non è prerogativa di alcuni individui, semplicemente il poeta è in grado di darle voce. Mentre Pascoli costruiva una poetica basata sul fanciullino, in Europa nascevano nuovi interessi per l'infanzia e la vita umana, nel 1898 vennero condotti in Francia studi sull'infanzia dall'inglese James Sully, mentre nel cuore dell'Europa con la psicoanalisi, nascevano teorie che avrebbero rivoluzionato lo sguardo sull'uomo dichiarando la centralità del periodo dell'infanzia. Il fanciullino interiore è presente in tutti gli uomini di tutte le età, non tutti però sono capaci prestargli ascolto, il fanciullino è molto emotivo, piange, esulta ma soprattutto si meraviglia delle cose del mondo. come dice Pascoli il fanciullino è in grado di Popolare l'ombra di fantasmi e il cielo di dei quindi di osservare cose mai vedute e mai percepite dai adulti, ma soprattutto il fanciullino è capace di perdere tempo a guardare a contemplare le cose minime e semplici della natura e alle quali solitamente non badiamo mai, il fanciullino è dunque in grado di cogliere i segreti legami tra le cose e i loro plurimi significati. il poeta è colui che coltiva la capacità di prestare ascolto al fanciullo eterno che vede tutto con meraviglia e di stabilire con questa voce un dialogo continuo, con lo sguardo del fanciullo il poeta è in grado di riportare a galla la verità. dell'esclusione e della solitudine. Per quanto riguarda la struttura, essa è di natura circolare infatti la poesia ha inizio con le parole del poeta e termina con il poeta che riprende la parola In questa poesia Pascoli rievoca la notte in cui il padre viene ucciso mentre rincasava, la tragica morte del padre è accompagnata dalla tragica morte della rondine che ritornava al nido. questo testo Inoltre è caratterizzato da una forte simbologia Cristiana infatti la rondine e l'uomo vengono paragonate alla morte di Cristo, ossia al sacrificio di un innocente, e il cielo piange osservando le due morti. Oltre alla tematica della morte, emerge la tematica del nido che Pascoli tenta disperatamente di ricostruire dopo i rutti infantili. complesso è il ruolo della natura che svolgi in questa lirica, da un lato sembra partecipare alla sofferenza umana Ma lo stesso tempo Pascoli sottolinea la distanza incolmabile tra la dimensione Celeste e quella terrena tramite gli aggettivi al verso 22 "infinito e immortale", conseguentemente alla tematica del nido distrutto di è il tema dell'esclusione e della solitudine. Per quanto riguarda la struttura, essa è di natura circolare infatti la poesia ha inizio con le parole del poeta e termina con il poeta che riprende la parola. CANTI DI CASTELVECCHIO I Canti di Castelvecchio è una raccolta pubblicata a Bologna nel 1903, Il titolo è un puro riferimento autobiografico a Castelvecchio, paese dove il poeta si stabilì con Maria a partire dal 1895 inoltre sono un riferimento ai canti leopardiani. in quest'opera i canti sono molto più lunghi rispetto a quelli di myricae, la struttura della raccolta è organizzata secondo il succedersi delle stagioni dell'anno, Inoltre rispetto a myricae si assiste ad un plurilinguismo ossia ad un uso di latinismi, tecnicismi e voci romagnole. Nella poesia di Pascoli non c'è vita di paese, manca quel tessuto di relazioni sociali proprio perché per Pascoli al di fuori del nido vi è mistero e inquietudine, fuori dal nido vi è la dispersione, nessun personaggio Popola i canti di Pascoli. Pascoli e incapace non è in grado di relazionarsi con l'esterno è incapace di uscire dal nido, non è in grado di misurarsi con le difficoltà della vita e di vivere l'esistenza adulta. la necessità di regredire all'infanzia sarà la peculiarità caratterizza l'inettitudine dell'uomo moderno. IL GELSOMINO NOTTURNO è un canto composto nel 1901 in occasione delle nozze di Gabriele briganti, intimo amico di Pascoli, la lirica narra due vicende parallele una del mondo naturale e l'altra umana, da una parte la fecondazione dei fiori e dall'altra l'intimità della prima notte dei giovani sposi e l'ultima strofa accomuna le due vicende nell'esito comune dei due riti di fecondazione, ma dinanzi alla gioia e alla passione dei due sposi, si contrappone il poeta che prende coscienza della propria turbata angosciosa autoesclusione, dalle gioie della vita coniugale a pascoli Infatti questa Gioia viene preclusa. La lirica ruota attorno al tema della fecondazione rappresentata per mezzo della natura, il mondo umano è naturalizzato è quello naturale antropoformizzato, Inoltre è visibile oltre al tema della fecondazione e della nuova vita anche un ambiguo erotismo giocato su allusioni e reticenze. Il gelsomino notturno alterna anche 2 dimensioni spaziali Quasi come L'infinito leopardiano: l'implicito qua del giardino e il la dell'interno della casa degli sposi, il qua corrisponde alla vita notturna della natura e del poeta taciturno. vi sono numerose sinestesie il profumo è evocato attraverso il colore rosso delle fragole. l'ape tardiva potrebbe essere simbolo del poeta, della sua sensazione di essere ormai in ritardo e di non poter attingere alla sensualità dell'esistenza. DUE CAMPI SEMANTICI: un campo semantico che rimanda alla felicità, come la Chioccetta, la casa, i nidi, l'odore delle fragole e un campo semantico che rimanda alla morte, come le fosse, i fiori notturni, i morti e le farfalle crepuscolari. LA MIA SERA È un brano pubblicato nel 1900 incluso nell'edizione dei Canti di Castelvecchio del 1903. il tema è quello della quiete dopo la tempesta di Leopardi, dove si assiste però all'umanizzazione della natura, la natura programma delle sensazioni tipicamente umane, il cielo è definito tenero e vivo, il rivo singhiozza e così via, si tratta di temi già trattati da Leopardi. Metafora della Sera che rappresenta la sua vita matura mentre la giornata la sua giovinezza. Il giorno è il simbolo della giovinezza, la sua giovinezza è stata piena di dolori ma adesso verranno le stelle e verrà la sera, ossia la tranquillità. In questa lirica è visibile la ripresa del tema leopardiano della quiete dopo la tempesta che Pascoli adatta per narrare la personale vicenda autobiografica. La prima parte è dominata dalla rappresentazione della natura rasserenata col sopraggiungere della sera dopo la tempesta. Passato il temporale si spande la pace della Sera sulla campagna e il gracidare allegro delle rane prende il posto del cupo tumulto della bufera e dei lampi. Il tema dominante è quello della poesia che scaturisce dalle vicende dolorose del passato, infatti nella prefazione dei primi poemetti, Pascoli scrisse "sappiate che non vedrei ora così bello se già non avessi veduto così vero". Nell'ultima strofa il tema della quiete sfocia in quello del rassicurante ritorno nel grembo materno, in questa poesia Pascoli regredisce all'infanzia. In questa poesia la natura si umanizza, la natura assume tratti antropomorfi, il cielo è vivo, il rivo singhiozza e i fulmini sono fragili. NEBBIA Venne pubblicata nel 1899, la nebbia già della seconda strofa diviene un elemento simbolico evocato a protezione dal dolore. La nebbia è un elemento ricorrente nella poesia di Pascoli e gli si rivolge alla nebbia personificata chiedendole di nascondergli ciò che è lontano nel tempo e nello spazio perché il ricordo gli provoca solo pianto e dolore. La nebbia diventa una barriera difensiva che il poeta erge tra se e il mondo esterno affinché lo protegga dall'ignoto e dalla morte, lasciandogli vedere solo ciò che ha vicino, le cose umili e rassicuranti che appartengono al nido, e queste piccole cose sono le uniche in grado di assicurargli un po' di serenità. La nebbia ha la duplice funzione di nascondere ciò che è lontano e indeterminato, e di rendere visibile solo ciò che è vicino e dunque più rassicurante. Inoltre l'immagine della nebbia è accostata all'immagine leopardiana della siepe, interpretandola però come ribaltamento dell'infinito; di fatti la siepe per Leopardi interrompe la vista, attiva il processo immaginativo e di conseguenza amplia il proprio orizzonte; la nebbia di Pascoli al contrario mantiene l'orizzonte del poeta racchiuso entro i confini rassicuranti della siepe, si assiste dunque ad un restringimento dell'orizzonte a differenza dell'ampliamento suggerito da Leopardi. POEMETTI nozze, è la vita di una famiglia contadina Povera semplice umile è una vita faticosa ma serena è fuori dalla famiglia vi è l'inquietudine. in questa vita umile semplice del mondo contadino vi è la bontà e la poesia quest'ultima è il rifugio dei valori che la civiltà industriale Cancella, contrapposizione tra la bontà della vita di campagna è la società industriale.) CONFRONTO PASCOLI E D’ANNUNZIO Da una parte D'Annunzio con la sua magniloquenza e toni alti e dall'altra parte la semplicità della poesia delle piccole cose di Pascoli. Pascoli propone novità lessicali e metriche, inoltre predilige una curata scelta scientifica dei termini, c'è una curata scelta tecnica e scientifica, ad esempio mai avrebbe acquistato in una poesia rose e viole perché sbocciano in periodi differenti. Adotta un linguaggio molto preciso, mi sono novità anche per quanto riguarda la sintassi Infatti prevale la paratassi il discorso è spezzettato è caratterizzato da periodi brevi. Il linguaggio poetico di Pascoli fu molto innovativo, linguaggio non è più logico ma analogico si spiega Infatti L'abbondanza dei simboli, si dà importanza al valore fonico e musicale già visibile con D'Annunzio. Pascoli inaugura nuovo modo di produrre il componimento:  i temi trattati nascono come messa in scritta dei pensieri del fanciullino  la poesia rivela non spiega  solo la poesia può cercare di esprimere l'ignoto  tipica di Pascoli è la poetica del frammento  parole scelte per il valore evocativo  si scioglie la strofa disintegrazione forma tradizionale La poesia non è razionalità ma tenta di rivelare l'ignoto, crisi positivistica, la ragione non è in grado di comprendere ciò che è al di là della realtà, l'uomo può percepire l'ignoto solo grazie alla poesia. Pascoli preferisce la sfumatura e molti storici lo definirono impressionista, come i pittori impressionisti raffigurano la sfumatura della luce, anche Pascoli non descrive la natura oggettivamente ma per sensazioni e impressioni che essa suscita sul soggetto, egli predilige accostare due immagini diverse con sfumature di colore. Pascoli e D'Annunzio rientrano entrambi nel Decadentismo eppure presentano numerose differenze, li accomuna la formazione classica, maggiore in Pascoli perché non solo ha frequentato un liceo classico ma è laureato in lettere e ha insegnato letteratura all'università. Da una parte la poetica delle piccole cose di Pascoli mentre D'Annunzio propone il superuomo, esattamente l'antitesi, Pascoli si isola si sente a disagio fuori dalle mura domestiche, D'Annunzio al contrario è perfettamente a suo agio nel mondo esterno, da scandalo disse ed è particolarmente attivo nella politica. Pascoli ha paura dell'esistenza e non ha fiducia verso l'esterno mentre D'Annunzio vive benissimo nel mondo. Pascoli non ha vissuto alcune relazione amorosa è quasi costretto ad una castità forzata, D'Annunzio al contrario ebbe molti amori. Ascoli è molto introverso chiuso in se stesso, anche da un punto di vista estetico Pascoli risulta molto trasandato e malvestito al contrario D'Annunzio rivolge particolare importanza all'aspetto estetico e all'apparenza, D'Annunzio fu l'idolo degli italiani. QUANDO FINISCE IL DECADENTISMO? Il padre del decadentismo fu Baudelaire con la raccolta i fiori del male 6857, nacque dalla crisi positivistica e dalla crisi dei valori tradizionali travolti dalla logica Borghese. Al contrario è difficile stabilire quando termina questa corrente culturale. Vi è proprio una caduta di valori e si assiste ad una mercificazione dell'arte servita all'utile e al profitto, si assiste proprio alla degradazione della società moderna. Benedetto Croce giudica aspramente la società moderna il quale sostiene che dopo Carducci vi sia una sorta di malattia che domina sulla società, un altro critico Lucash un critico ungherese di impostazione marxista critica aspramente la letteratura decadentista. Molto importante fu un saggio intitolato la poetica del decadentismo pubblicato nel 1936 e l'autore è Walter Binni, il quale sostiene che non sia necessario valutare e dare giudizi a quest'epoca, per Binni il Decadentismo non fu né positivo ne negativo, per Binni la parola decadentismo deve essere usata in maniera neutra il Decadentismo indica un periodo storico chi ha una specifica cultura caratterizzata dalla scoperta dell'inconscio.
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