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La poetica di Giovanni Pascoli, Appunti di Italiano

La vita e la poetica di Giovanni Pascoli, incentrata sulla ricostruzione del nido familiare distrutto dalla morte del padre. La figura del fanciullino rappresenta la parte infantile dell'uomo che Pascoli vuole far rivivere attraverso la poesia. il rapporto tra ideologia e poetica in Pascoli e la sua adesione al simbolismo. Viene inoltre descritto il discorso tenuto dal poeta sulla grande Proletaria e la sua visione della società.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 09/02/2024

asiaaantoninii
asiaaantoninii 🇮🇹

5

(1)

22 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La poetica di Giovanni Pascoli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Pascoli Pascoli nacque a San Mauro di Romagna nel 1855, il padre fu ucciso quando Pascoli era solo un bambino e questo segnerà la vita di Pascoli non si seppe mai chi fosse l’assassino ed il delitto rimase perciò impunito, poco dopo la morte del padre Pascoli perse anche la madre e le due sorelle: e la famiglia, composta prevalentemente di ragazzi, cadde nella miseria e nel dolore è infatti importante la lirica “X agosto” nella quale ricorda l’uccisione del padre da parte di sicari mentre stava tornava a casa nella tenuta che gestiva il padre venne ucciso sul calesse con il quale stava tornando a casa, arrivando così a casa solo il cadavere l’uccisione del padre è da ricordare perché questo evento tragico segnò a livello umano la vita di Pascoli, e anche dopo essere diventato professore cercherà i responsabili dell’uccisione del padre, portando anche delle prove ma che non vennero mai accolte “X agosto” nella notte di San Lorenzo in cui avviene il fenomeno delle stelle cadenti è definito da Pascoli come un pianto di stelle assimilabile al pianto dei parenti, della famiglia per la morte del padre il passato di lutto e dolori ha provocato nel poeta una grande fragilità psicologica, che si può riscontrare nell’attaccamento al “nido” familiare e ai tentativi di ricostruirlo; infatti Pascoli, alla morte del padre, si deve prendere cura della madre e delle sorelle avviando un “lavoro incessante” teso a ricostruire il nido familiare , metafora per intendere protezione e che diventa il principio della sua poetica la sua poetica che è tesa a pacificare attraverso la riproposizione della famiglia e anche della società Pascoli passerà un periodo nella sua dimora Castelvecchio Pascoli, in un paesino vicino Barga importante per il poeta perché è circondata dai Monti della Lucchesia, Monti che sullo sfondo segnano una sorta di confine con l’Emilia, sono simbolo di protezione, e li scriverà i canti di Castelvecchio all’interno di un ambiente accogliente e protettivo passa tutta la vita a ricostruire il nido, distrutto in maniera tragica, che vede ricostruito a Castelvecchio (in cui sente protezione), quella catena di montagne lo proteggono dalla grande proletaria, il grande movimento operaio che si stava costituendo vendendo la nascita della classe proletaria successivamente in un teatro a Barga tenne un discorso “ la grande Proletaria si è mossa ” in occasione della campagna di Libia (con questa discorso tenne quasi ad appoggiare il colonialismo poiché questa guerra coloniale è presentata come un’esigenza necessaria alla sopravvivenza dei cittadini italiani che, dopo anni trascorsi come lavoratori emigrati oltremare e oltralpe, dopo anni di sfruttamento e ingiurie, dovevano assolutamente procurarsi terre fertili da cui trarre il proprio sostentamento; inoltre il paese aveva bisogno di dimostrare il proprio valore militare, e la campagna di Libia sembrava un’occasione ideale per potersi riscattare agli occhi dell’Europa) inizialmente dà un’idea vicina all’estrema sinistra ma che diventerà conservatore perché per Pascoli era giusto trovare una casa agli italiani che, invece avevano sviluppato il fenomeno dell’emigrazione la poetica del “fanciullino” e l’ideologia piccolo-borghese la poetica del “fanciullino” presuppone una duplicità : da un lato, il fanciullino è presente potenzialmente in ogni uomo , ed è una figura umile e piccola che sembra porsi in alternativa al superuomo dannunziano, dall'altro solo il poeta conosce il privilegio di farlo rivivere e di farlo parlare dentro di sé , sapendo scorgere il significato profondo di quelle piccole cose che l'adulto "normale" invece trascorre; il fanciullino ha in sé un destino di elevazione che può indurre Pascoli a divenire poeta vate la prosa intitolata “ Il fanciullino ” è il più importante discorso di Pascoli sul poeta e sulla poesia, e contiene dunque la sua personale poetica, Il poeta coincide con il fanciullino, ovvero con quella parte infantile dell'uomo che negli adulti tende a essere normalmente soffocata e che invece nei poeti trova libera espressione il fanciullino vede ciò che in genere passa inosservato, attraverso vie puramente intuitive e percezioni non razionali grazie alla propria attività fantastica e simbolica → il simbolismo di Pascoli vuole rivelare una verità “segreta” la cui chiave d’accesso nascosta appartiene solo al poeta tra ideologia e poetica c’è in Pascoli uno stretto rapporto, benché non dichiaro, a differenza delle avanguardie dell’inizio 900, Pascoli non mette in dubbio l’utilità e la funzione sociale e morale della poesia il fanciullino pag 345, dichiarazione di poetica il “fanciullino” ê un testo programmatico in cui l’autore esprime sia la propria visione del mondo sia la propria conoscenza poetica, gli studi e i progressi scientifici hanno, secondo Pascoli, aumentato la conoscenza dell’uomo provandolo tuttavia della sua ingenua spontaneità dunque per Pascoli il poeta è un fanciullino e non un poeta-ideologico, ma un “bambino” che non controlla le emozioni e percepisce le cose per vie intuitive e non razionali ; il quale sopravvive nell’uomo adulto che però vuole sopprimerlo e non ascoltarlo quando cresce perdendo il contatto con questa entità versi 8-10 “senza di lui, non solo non vedremmo tante cose a cui non badiamo per solito, ma non potremmo nemmeno pensarle e ridirle, perché egli è l’Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente. Egli scopre nelle cose le somiglianze e relazioni più ingegnose” → il fanciullino ha la capacità di vedere con altri occhi , è libero da qualsiasi condizionamento, in questo si vede baudelaire quando parla della natura come una foresta di simboli che solo il poeta può cogliere, Pascoli simbolista per eccellenza della letteratura italiana si avvicina a Baudelaire è dunque una metafora di una voce che direbbe all’uomo di lasciare liberi i sentimenti più spontanei in qualsiasi situazione poiché il fanciullino sa molte più cose dell’uomo adulto : si tratta di una sapienza che permette di guardare con occhi nuovi un mondo ormai vecchio, filtrato dall’intuizione che stabilisce legami inconsueti tra le cose, la realtà può apparire come nuova è necessario secondo il poeta che l’uomo riscopra la propria parte infantile , il fanciullino nascosto dentro di sé, solo questa parte segreta dell’io si sottrae alla logica ordinaria e alla prospettiva comune (tutta la produzione poetica Pascoliana presuppone la concezione dell’universo con grande mistero) verso 14 “tu sei il fanciullo eterno, che vede tutto con meraviglia, tutto come per la prima volta” il fanciullo si meraviglia anche di quello che per l’uomo adulto ormai è banale nei versi conclusivi emerge un'idea di pacificazione sociale , un’idea politica di conservazionismo che piano piano appoggia Pascoli e gli fa considerare il grande movimento popolare che sta crescendo pericoloso a tal punto che Pascoli si ritira a Castelvecchio Pascoli e poi si pronuncerà con il suo discorso sul colonialismo al teatro (con il quale conclude la sua vita ed esperienza poetica e intellettuale) esprime, inoltre, il senso della poesia raffigurato è concretizzato con la figura del fanciullino, un piccolo fanciullo che dimostra i suoi sentimenti e sensazione liberamente al di là tutto, il nuovo “Adamo” colui che ogni qualvolta vede qualcosa di nuovo lo può legare ad un nome diverso tramite le sensazioni la voce della poesia e la superiorità del poeta il fanciullino sopravvive potenzialmente all’interno di ogni uomo, ma si esprime di fatto solo attraverso la voce del poeta; solo il poeta, infatti, sa rinunciare alla propria dimensione di normalità per ascoltare quella componente nascosta, non razionale ed emotiva che gli altri troverebbero inutile il fanciullino pur essendo presentato nella sua umiltà porta in sé un destino di elevazione (eletto per essere centrale nella società): la poesia si configura come l’unico strumento per svelare la verità ed ha una funzione sociale Pascoli si pone ancora come poeta di riferimento con la prosa del fanciullino e con la sua idea di poesia che è esclusiva del poeta che pretende di essere ancora con l’aureola (centrale della società) = non ha coscienza della crisi le poesie scritte da Pascoli sono raccolte in diverse raccolte: le Myricae , i Canti di Castelvecchio e i primi Poemetti Myricae il titolo è una citazione virgiliana , tratta dall’inizio della IV Bucolica , in cui il poeta proclama l’intenzione di innalzare il tono del suo canto il quale andrà ad assumere una valenza politica per celebrare l’avvento del puer e la nuova età dell’oro (puer, riferimento ad Asinio Pollione) “ non omnis arbusta iuvant humilesque myricae si canimus silvas ” → il termine umile “myricae” sono le tamerici pianta spontanea si contrappone al termine “silvas” che sono piante degne della materia del canto del poeta Pascoli assume invece le umili piante come simbolo delle piccole cose che vuole porre al centro della poesia si tratta di componimenti molto brevi, con lessico umile e popolaresco che all’apparenza si presentano come quadretti di vita campestre, ritratti con un gusto impressionistico; in realtà si caricano di sensi misteriosi e suggestivi, sembrano alludere ad una realtà ignota e inafferrabile novembre pag 365 la lirica parla dei giorni antecedenti a quelli di San Martino (l’11 novembre) nella prima strofa il sole è così luminoso da far cercare qualche albicocco in fiore, mentre nella seconda si torna alla realtà in cui ci sono solamente foglie secche, le piante sono spoglie l’inizio della poesia appare gioioso con l’illusione di una bella giornata primaverile, ma viene lasciato subito spazio a versi di tristezza di una giornata autunnale il poeta fa riferimento all'estate di San Martino “ è l’estate fredda dei morti ” = novembre, ossimorico ogni strofa presente alla fine un verso che graficamente si spezza creando un climax ascendente, inoltre, la fine della lirica è di conferma del titolo X agosto pag 356 il 10 agosto 1867, la notte di San Lorenzo, è una data dolorosa per Pascoli in cui il padre del poeta venne ucciso da un ignoto mentre tornava a casa, dove lo aspettavano i figli dal punto di vista del senso e del contenuto la prima strofa si lega all’ultima, mentre le strofe centrali sono due dedicate alla rondine e due all’uomo nella prima strofa il poeta si rivolge a San Lorenzo, affermando di sapere perché proprio in quella notte ci sono le stelle cadenti ("di stelle per l'aria tranquilla arde e cade"); e cielo è concavo, perché visto dalla Terra assume questa forma di cavità l’ultima strofa richiama la prima che iniziava con il vocativo "San Lorenzo" il quale ritorna e introduce l'ultima strofa con il vocativo "E tu, Cielo” ed esplicita finalmente il motivo, ma qui il cielo resta indifferente al dolore umano: “d’un pianto di stelle lo inondi quest atomo opaco del male” = il mondo che contiene il male universale (il mondo però è un atomo = situazione di pochezza del mondo rispetto all’universo) la prima strofa “ San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla ”, “ pianto di stelle (ultima strofa)” notte in cui avviene il fenomeno delle stelle cadenti ma con una lettura fatta in modo personale e simbolico del cielo: le stelle cadenti infatti rappresentano il pianto ed è il fanciullino a fare questa associazione , mentre il credo popolare è quello di esprimere un desiderio mentre la prima e l’ultima strofa sono riflessive, nelle strofe centrali il tono si fa narrativo e il poeta racconta due episodi che, seppur carichi di significati e riferimenti, si presentano prima di tutto come racconti di due eventi tragici seconda e terza strofa : il poeta racconta di una rondine che viene uccisa senza motivo mentre stava tornando al nido (al “tetto”) con il cibo per i suoi piccoli quarta e quinta strofa : Pascoli accosta al destino della rondine quello di un uomo, suo padre, ucciso da uno sconosciuto mentre stava tornando a casa (“nido”) portando con se dei regali per i figli “ l’uccisero disse: perdono, e restò negli aperti occhi di un grido” → riporta alla poesia il lampo si ha un parallelismo tra la rondine e l’uomo, i quali subiscono entrambi questo dramma ritornava una rondine al tetto (sineddoche parte per il tutto) cosi come un uomo tornava al suo nido , si ha uno scambio di luogo di come sarebbe stato invece corretto, ma fatto per esprimere meglio il dolore che prova a causa delle perdita del padre in entrambi i casi si ha la perdita del capofamiglia non determinata da un evento naturale, da quello che prevede l’arco temporale della vita, ma a causa della cattiveria degli uomini ultima strofa : ora che il poeta ha rivelato la malvagità degli uomini, può spiegare apertamente il significato del pianto di stelle, che fin dall'inizio della lirica ha detto di conoscere: piange, il cielo, sul male che rende buia la terra, e piange con lacrime di luce perché si uccidono gli innocenti come in molte delle poesie di Pascoli, anche in X Agosto si instaurano rapporti analogici: in questa lirica tra l’uomo e la rondine e tra le stelle cadenti e il pianto, in cui il pianto degli uomini diventa il pianto del cielo, mentre la morte della rondine rimanda a quella dell’uomo vi sono inoltre riferimenti religiosi: la rondine che muore con le ali aperte come in una croce “ ora è là, come in croce ” e il padre che perdona coloro che lo hanno ucciso, la croce è presente anche nella lettera "X" nel titolo della poesia, la croce è simbolo di sofferenza, di dolore gratuito per il padre ucciso tuttavia la morte con il dolore che ne deriva, non è solo la morte di un singolo, ma si trasforma in un simbolo della sofferenza umana e universale, e dell’ingiustizia del mondo la morte della rondine e dell’uomo si definisce, dunque, all’interno della tipologia cristiana del sacrificio di un innocente l’assiuolo pag 361, titolo onomatopeico, uccellino notturno che emette suono stridulo e metallico la poesia si apre con un paesaggio notturno su cui la luna, coperta dalle nubi e dalla nebbia, stende la sua luce → recupero della luna, della memoria e della ricordanza di poesia Leopardiana in cui le voci misteriose di piante e animali fanno da cornice al richiamo lugubre e lamentoso dell'assiuolo “chiù” (uccello notturno) il canto lamentoso dell'uccello notturno, il cui verso chiude ogni strofa in maniera onomatopeica, suscita inquietudine, evoca dolori lontani, e racchiude in sé il mistero della morte; la prima onomatopea “chiù” è chiamata da “una voce”, la seconda da “un singulto”, e l’ultima da un “pianto di morte” creando, nonostante sia la stessa onomatopea di suono, un climax ascendente dato dall’uso di un termine attraverso il paesaggio notturno e le immagini della natura il poeta esprime la propria realtà interiore dando forma alla propria visione della vita come doloroso procedere verso la morte, il verso notturno dell’assiolo appare essere come un richiamo funebre proveniente dall’“al di là” → anche nella poesia “nevicata” di Carducci era presente il richiamo degli uccelli dal mondo dei morti nel poeta si insinua la percezione di un mistero doloroso che riguarda il destino dell'uomo, della morte; l’atmosfera si fa ancora più lugubre nell’ultima strofa in cui i misteriosi suoni della notte e dell’assiuolo non solo fanno riaffiorare i ricordi dei lutti familiari che hanno segnato l’infanzia e la vita del poeta, ma producono il senso di una perdita definitiva “(tintinni invisibili porte (dell’al di là) che forse non s’aprono più?…) e c’era quel pianto di morte…chiù… ” tra parentesi come a sospensione l’assiuolo è caratterizzato da una serie di immagini indefinite e a creare questo effetto di mistero sono presenti due caratteristiche tipiche del simbolismo di Pascoli: ● espressioni analogiche come “nero di nubi”, “nebbia di latte”, “il cullare del mare”, “tramava un sospiro di vento” queste immagini sono costruite attraverso figure retoriche quali la sinestesia, la metonimia, la metafora ecc in cui gli accostamenti tra le cose sono immediati e intuitivi, quindi le loro relazioni non sono esplicitate in modo logico ● il fonosimbolismo attraverso le allitterazioni e le onomatopee che valorizzano la dimensione musicale del testo, basato sulla progressione di sensazioni visive e uditive, come “sentivo un fru fru (fruscio) tra le fratte” nei canti di Castelvecchio si recupera la memoria, l’infanzia e tornano temi spinosi per il Pascoli: il tema erotico e sessuale, il rapporto con una donna e tutto ciò che al poeta è stato precluso il recupero della ricordanza, della memoria come era di tecnica Leopardiana, dal punto di vista tematico la memoria è per Pascoli soprattutto dell'infanzia e di un luogo ideale che possa conferire protezione, motivo per cui trova rifugio a Castelvecchio Pascoli il poeta sceglie questo luogo poiché li si sente protetto, anche da una protezione fisica fatta dai monti, e si denota la paura che egli ha di quello che non riesce a controllare emerge anche nei primi poemetti in cui vi è un riferimento alla siepe vista come strumento delimitante , per individuare la proprietà privata e definire il suo luogo protetto in cui poter vivere Pascoli recupera tecniche e tematiche leopardiane, la “ siepe ” che per Leopardi rappresenta i limiti fisici oltre il quale l’uomo può andare solamente con l’immaginazione , vi è la volontà di superare questo limite , al contrario Pascoli vede nella siepe una protezione del proprio nido (→ evoluzione della letteratura) la siepe pascoliana assume un significato profondamente diverso da quella leopardiana : per Leopardi la siepe rappresenta un ostacolo che blocca la visione del poeta; per Pascoli la siepe è invece un muro profondo, con cui separare il mondo esterno e in cui racchiudersi, per formare quel nido familiare da cui era stato strappato in giovanissima età dai canti di castelvecchio emerge un Pascoli che descrive inconsapevolmente, non ha coscienza della crisi, dalla sua psiche viene fuori tutto ciò che è problematico per se stesso (gelsomino notturno) il gelsomino notturno pag 372 (canti di Castelvecchio) in cui emergono i temi della sessualità, della morte (già vista in Myricae) e dell’esclusione la poesia è nata in occasione delle nozze di Gabriele Briganti, per onorare l’amico che si stava sposando; tuttavia il tema trattato dal poeta coinvolge profondamente la sua psicologia già a partire dal titolo, questa poesia fa degli evidenti ma delicati riferimenti all’erotismo, e tratterà il tema della sessualità e dell’esclusione: il poeta contempla la casa in cui l’amico si appresta a consumare la prima notte di nozze, cui il testo è dedicato, introducendo una tematica sessuale in modo tale che risulti evidente quanto il poeta si senta estraneo ed escluso da questo tipo di piacere il tema sessuale viene sviluppato grazie a una serie di immagini riprese dalla natura che in quel momento circonda il poeta: Pascoli, così, fa riferimento ai fiori notturni, i gelsomini, che hanno la peculiarità di aprirsi al calare della notte per poi richiudersi con l’arrivo del sole, e alle farfalle crepuscolari (la sera delle nozze viene consumato un rapporto fra i due sposi da cui nascerà una nuova vita e il gelsomino notturno ne è il simbolo perché infatti di giorno si chiude e la notte si apre) verso 1 “ e s’aprono i gelsomini notturni nell’ora in cui penso ai miei cari ” sera = momento in cui si pensa ai propri cari venuti a mancare seconda e terza strofa : esprimono la tranquillità del momento in cui la giornata volge al termine e la sera sta arrivando, spezzata però dall’arrivo di qualcosa di misterioso che si sente nell’aria, come l’odore di fragole rosse (odore che in maniera a logica collega alle fragole e che per sinestesia Pascoli allude all’atto sessuale che il suo amico sta per compiere e che a lui, invece, è precluso e sconosciuto) quarta e quinta strofa : Pascoli si sente come l’ape tardiva che, quando arriva, trova tutto l’alveare occupato; immediato arriva il parallelismo col cielo e con le stelle che brillano a questo punto lo sguardo del poeta osserva tristemente le luci nella casa che si accendono e si spengono nelle varie stanze, fino ad arrivare in camera da letto, dove la luce del lume che lascia definitivamente spazio al buio della notte: la prima notte di nozze sta per essere consumata dagli sposi “ s’è spento… ” = simboleggia l’atto dell’amore che compiono i due sposi ultima strofa : “è l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova, dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova” la notte è passata, e la felicità nuova data dal matrimonio consumato, così come lo sono i petali del gelsomino, è arrivata gli ultimi versi, legati a qualcosa da covare in un “ urna molle e segreta ” fanno riferimento anche a una futura gravidanza così come il fiore arriva ad essere fecondato emerge il punto di massima sensazione di esclusione, in ambito dell’amore e di un rapporto con una donna, comunicata dal poeta e l’allusione più esplicita con l’urna molle e segreta del gelsomino nel gelsomino notturno emerge fortemente il simbolismo pascoliano, qui infatti l’autore allude all’attività sessuale sfruttando ciò che lo circonda, i paesaggi e la natura, utilizzando molte figure retoriche i poemetti in cui Pascoli riprende la terzina dantesca e fa una sperimentazione narrativa come vediamo in “da Italy” poemetto caratterizzato da espressioni inglesi e dialettali da Italy pag 377 è un lungo poemetto dedicato agli emigrati italiani, un esempio dello sperimentalismo narrativo pascoliano: il dialogo tra coloro che emigrano in America abbandonando il paese natale e i paesani li per salutare → idea politica colonialista, tema dell’ emigrazione è il momento della partenza: Ghita, Joe e Molly sono sul punto di imbarcarsi per andare in America, in paese la gente li saluta e li invita a portare i saluti anche agli altri amici o parenti emigrati precedentemente in America “ salutate il tale ” “come partire in fretta!” coloro che emigrano della zona della Garfagnana dove non c’era lavoro (per cui era zona di forte emigrazione) e vanno in America, e Pascoli scopre questa loro condizione quando abita a Castelvecchio a Barga le ultime due strofe fanno riferimento ad una bambina Molly “rosea, bionda e mesta ”, la quale sta per lasciare il paese e si trova in mezzo agli altri bambini che le chiedevano “tornerai, Molly?” e lei rispose di si ma invece non potrà tornare perché mesta, non stava bene, e morirà (tema della morte) inoltre quel “si” di Molly fa si che il poemetto si conclusa con una nota positiva ed anche un atto di solidarietà da parte del poeta nei confronti degli emigrati, il suo augurio è infatti di un futuro ritorni in patria → collegamento educazione civica con il tema dell’emigrazione pag 382
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