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Giovanni Pascoli opere, Appunti di Italiano

Giovanni Pascoli vita opere e poetica

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 20/04/2023

Diana.coppola
Diana.coppola 🇮🇹

4

(2)

13 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! PASCOLI VITA Giovanni Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro, in Romagna; nel 1862 è in collegio a Urbino. Nel 1867 il padre viene assassinato mentre rientra a casa, avvenimento che segna per sempre la vita di Giovanni. Negli anni seguenti muoiono anche la madre, una sorella e un fratello. Giovanni finisce gli studi tra Rimini e Firenze, poi studia all'università di Bologna. Laureatosi in Lettere, insegna nei licei di Matera, Massa e Livorno. Nel 1895 si trasferisce a Castelvecchio di Barga, in Garfagnana. Insegna nelle università di Messina, Pisa e infine Bologna, dove succede a Carducci. A Bologna muore nel 1912. CARATTERE, IDEE, POETICA Pascoli è una personalità complessa, era un uomo ombroso e suscettibile incline all’invidia con improvvise gelosie e manie persecutorie, che lo portavano ad avere difficoltà nei rapporti e nell’integrarsi con la vita. Come se non bastasse a tutto questo si aggiungevano le preoccupazioni economiche. Pascoli è un individuo pieno di complessi probabilmente tutti partiti dal trauma infantile della perdita sia del padre sia della madre. Questo lo portano ad essere attaccato morbosamente alle due sorelle e a voler difendere ostinatamente quel “nido” familiare che avevano ricostruito. Il poeta è incapace di vivere un rapporto maturo, rifiuta un’adulta normalità e regredisce al nido dell’infanzia protetto. L’opera pascoliana è estremamente complessa come il poeta, tuttavia si nasconde dietro un’apparente semplicità che da impressione di freschezza e naturalezza ingenua. Pascoli attraverso una solida conoscenza della poesia classica e contemporanea riesce ad esprimere un rapporto con la realtà non convenzionale, inquieto e tormentato in cui si riflettono una condizione di disagio e di sfiducia nella scienza tipica nella cultura di fine 800. Difatti pascoli critica la scienza in quando non solo ha fallito nel fornire una spiegazione razionale al mondo o di liberarlo dalla paura della morte ma ha anche privato l’uomo delle illusioni della religione. Il poeta di fronte a questa situazione si pone in una condizione di SMARRITA PERPLESSITA’, ANGOSCIA E SGOMENTO, traducendo il senso di disgregazione e di ignoto in PREDOMINIO DELL’INCONOSCIBILE. Come pascoli afferma nel suo testo programmatico del 1897 il fanciullino la sua poetica è in linea con le posizioni di scrittura allusiva e simbolica. Sostanzialmente nei suoi componimenti egli non si concentra sull’oggetto della sua scrittura in sé ma sugli effetti emotivi che evocano gli oggetti nell’interiorità del soggetto. Tuttavia però la realtà non scompare del tutto infatti l’elemento allusivo e simbolico si sviluppa sempre partendo dal dato fisicamente concreto. La realtà non viene abolita ma è un spunto concreto per le riflessioni e le emozioni del poeta che raccontano UNA REALTA’ DIVESA DA QUELLA RAZIONALE. In sostanza pascoli ha come base di partenza sempre l’elemento realistico costituito da oggetti quotidiani (fiori, animali, frutti) che poi acquistano fattezze particolari, significati imprevisti, legati alla soggettività emotiva del poeta. Questi oggetti dunque assumono un significato diverso a seconda dell’osservatore e per questo quando parliamo di poesia pascoliana possiamo parlare di POLISEMIA. L’originalità di pascoli sta nel dare espressione ai suoi traumi interiori partendo da una CONCRETEZZA, una semplicità. Il poeta RIVENDICA LA POETICA DELLE PICCOLE COSE in quando la poesia non dipende dalla dignità dell’oggetto ma dalla spontanea freschezza d’ispirazione. La poetica pascoliana è una sorta DI COMPENSAZIONE, un rifugio, una tutela, per i traumi infantili che hanno causato la visione di un mondo caotico e disgregato. Questo spiega la centralità e la frequenza di temi e immagine che comunicano difesa e protezione come il NIDO, luogo caldo e rassicurante che il poeta vuole custodire gelosamente. Riconoscere la dignità poetica delle piccole cose significa immettere nel tessuto letterario parole UMILI E QUOTIDIANE, dialettali e precise, estranee alla tradizione lirica. Le piccole cose della poesia sono espresse da una lingua esatta e determinata con scrupolosa precisione arricchendo la poesia pascoliana di esattezza e concretezza terminologica che costituisce la base, la premessa realistica per una poesia allusiva e simbolica. La lingua del poeta è plurilinguistica e vastissima, va da forme pre-grammaticali come onomatopee a post-grammaticali come tecnicismi. Per rendere la trasformazione dell’oggetto realistico in oggetto allusivo pascoli non si avvale solo delle parole per il loro significato ma anche e soprattutto per il loro suono, musicalità fonetica. Possiamo parlare quindi di FONOSIMBOLISMO un’orchestrazione fonica evocativa che il poeta mette in atto attraverso figure retoriche di suono. Il risultato di tutto ciò è spesso una preferenza dell’evocazione fonica rispetto a quella semantica dei termini alimentata dal poeta da una vera e propria SFASATURA TRA RITMO E SINTASSI, aiutata da interpunzioni e sintassi paratattica di frasi brevi. Tutti questi elementi servono a trasmettere al lettore la visione pascoliana del mondo come dubbio e mistero. Tutte queste innovazioni avvengono all’interno della tradizione perche usa schemi metrici tradizionali. IL FANCIULLINO Il saggio condensa in sintesi organica la teoria pascoliana della poesia che si sviluppa intorno all’immagine del fanciullino come metafora del poeta. Per pascoli poeta è chi sa mantenere l’ingenua disposizione infantile nel guardare la realtà. Per elaborare queste pagine che trattano sostanzialmente di psicologia infantile pascoli si è avvalso degli studi sull’infanzia di uno psicologo inglese. MYRICAE È una raccolta di poesie in continuo aggiornamento e stratificazione per circa un trentennio. La prima edizione del 1891 conteneva 22 poesie, l’ultima del 1900 ne conteneva 156. Il titolo deriva da un verso della quarta ecloga di Virgilio posto da lui come epigrafe dell’intera raccolta. Con il termine MYRICAE, tamerici, il poeta latina si riferiva a tutti i suoi carmi bucolici e li descriveva come bassi e umili. Con questo titolo Pascoli indica quindi la volontà di una poesia umile legata a oggetti comuni e modesti e a situazioni quotidiane. Il termine dominante rimane sempre il trauma infantile. La struttura definitiva dell’opera è questa: prefazione poi una lunga poesia e poi 15 sezioni in cui ci sono le poesie, ma alcune si trovane a loro stanti alla fine delle sezioni come l’ultima che chiude la raccolta. Già dalla prefazione capiamo il carattere generale delle poesie nella raccolta, queste nonostante partano da oggetti naturali non sono semplici idilli campestri ma dietro alle descrizioni degli oggetti si supera il naturalismo e si nascondono inquietudini e suggestioni scorte dalla capacità del fanciullino di trovare analogie e simmetrie. La frantumazione e lo sfaldamento del Naturalismo apre le porte all’aspetto più moderno della sua opera LA TENDENZA ONIRICA E SIMBOLICA che comunica angoscia. Una delle caratteristiche più innovative della raccolta è inoltre l’affinità della tecnica descrittiva del poeta con quella pittorica dell’impressionismo che si traduce nella poesia in una scelta del metro e della misura brevi caratterizzati dal susseguirsi intenso di impressioni e sensazioni.
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