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Giovanni Pascoli, poetica vita e opere., Appunti di Italiano

Vita di Giovanni Pascoli, poetica, tematiche principali, opere. Spiegazione opere con riferimenti alla poetica dell'autore. Poesie con spiegazione figure retoriche.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 29/06/2021

vanessa-2023
vanessa-2023 🇮🇹

9 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli, poetica vita e opere. e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI: GIOVANNI PASCOLI NASCE A SAN MAURO DI ROMAGNA (ribattezzato in suo onore in San Mauro Pascoli) nel 1855, da una famiglia numerosa e piuttosto agiata. Il padre, RUGGERO PASCOLI, era infatti, l’amministratore di una tenuta molto importante. La sua vita viene presto segnata da tragici eventi: 1. Il 10 AGOSTO DEL 1867= il padre viene ucciso da una fucilata mentre tornava in calesse da Cesena, dove si era recato per affari, 2. E POCO DOPO, muore la sorella maggiore, la MADRE e 2 sue fratelli. ! Era UN PROFESSORE UNIVERSITARIO ed era arrivato a ricoprire la cattedra di CARDUCCI all’università di Bologna. Era SOCIALISTA. MUORE A BOLOGNA nel 1912. TEMATICHE: FANCIULLINO= Pascoli nel 1897 scrive un SAGGIO intitolato “IL FANCIULLINO”, in cui sostiene che dentro a ciascun individuo, anche se il corpo cresce e matura con gli anni, sopravviva un bambino che è in grado di stupirsi e meravigliarsi, come dice nel saggio: “vede tutto con meraviglia, tutto come la prima volta”. IL POETA È COLUI CHE RIESCE A MANTENERE VIVO IL FANCIULLO INTERIORE e che riesce a farlo parlare. Per Pascoli il fanciullo è “L’ADAMO CHE METTE IL NOME A TUTTO CIO’ CHE VEDE E SENTE” = così come Adamo ha dato il nome per la prima volta alle cose che ha visto e percepito, così il fanciullino prende degli oggetti della realtà e associa significati più profondi, ad esempio: il bimbo che vede il bastoncino al parco e lo associa a una spada, esprimendosi attraverso un linguaggio SEMPLICE, INGENUO, PREVERBALE caratterizzato da: • ONOMATOPEE= parole che riproducono o evocano un suono particolare, come il verso di un animale o il rumore prodotto da un oggetto o da un’azione, • FONOSIMBOLISMI= parole che suggeriscono con il suono stesso il senso, l’immagine, il fatto o la che vogliono significare. NIDO= Traumatizzato dai lutti familiari, Pascoli cerca di riscostruire il nucleo familiare, instaurando un rapporto sublimato con le sorelle IDA E MARIA, in cui individua un NIDO= ossia un rifugio, un luogo di protezione, sicurezza in cui difendersi delle ostilità del mondo esterno. L'attaccamento al nido familiare può ricordare l’IDEALE DELL’OSTRICA IN VERGA, ossia un volersi nascondere alle ostilità del mondo. Dal nido non si può uscire ed esso non può essere violato! Tanto è vero che quando la sorella IDA si sposa, Pascoli rimane sconvolto e considera il matrimonio della sorella un tradimento e un attentato all’integrità del nido. Così facendo, però Pascoli rinunciò a qualsiasi tipo di rapporti esterni al nido. Infatti nel GELSOMINO NOTTURNO, composta in occasione delle nozze del suo amico Gabriele Briganti, Pascoli conclude dicendo di non conoscere la felicità descritta. ! SIA IL NIDO CHE IL FANCIULLINO RIMANDANO AL MONDO DELL’INFANZIA, c’è quindi un attaccamento alle cose belle vissute nell’infanzia. GRANDE SPERIMENTATORE LINGUISTA= Pascoli viene considerato un grande sperimentatore linguista, in quanto, all’interno delle sue opere utilizza un linguaggio: • TECNICO-SPECIALISTICO= del mondo agreste, • LINGUAGGIO PRE-VERBALE= caratterizzato da onomatopee e fonosimbolismi, è il linguaggio del fanciullino, • LINGUAGGIO AMERICANO, • LINGUAGGIO COLLETTIVO POPOLARE= sono presenti modi di dire e canzoni popolari come in Lavandare È UN SIMBOLISTA= perché analizza la realtà e associa a elementi della natura significati + profondi, nido= famiglia, gelsomino= utero, assuolo= morte. Come fa il bambino ad esempio quando è al parco e dice che il bastone è la spada. OPERE: MYRICAE: È una raccolta di poesie che viene pubblicata per la prima volta nel 1891 ma che da quella data avrà ancora una lunga vicenda sia compositiva sia editoriale, poiché vi saranno numerose edizioni, ciascuna con aggiunte di componimenti e revisioni da parte dell’autore, fino ad arrivare all’ultima pubblicazione del 1911 con il totale di 156 componimenti. Il TITOLO è tratto da UN VERSO DELLA QUARTA BUCOLICA DI VIRGILIO, ovvero “NON A TUTTI PIACCIONO GLI ARBUSTI E LE UMILI TAMERICI”, Gli arbusti e le tamerici sono piante umili e semplici. E sono 2 emblemi della poesia pastorale e dello stesso stile dimesso. L'autore inserisce tale citazione all’inizio dell’opera e sta a significare che quello che seguirà sono piccole poesie brevi e di tema pastorale. + è lode a Virgilio. TEMATICHE PRINCIPALI: • NATURA LEGATA AL RICORDO DELLA MORTE DEL PADRE= tema che ritorna ad esempio nelle poesie TUONO, TEMPORALE E LAMPO, che si rifanno apparentemente ad aspetti naturali ed atmosferici che rimandano al momento dello sparo che causò morte padre. • L’INFANZIA= dopo la morte del padre, momento in cui il futuro diventa ignoto. • MORTE= che lascia sgomento e paura per il futuro e per quello che accadrà. • L’AUTORE GIOCA TRA LA REALTA’ E LA MESSA IN RILIEVO DI VALORI SIMBOLICI LINGUAGGIO e SINTASSI Troviamo lo stile tecnico-specialistico post-grammaticale, il linguaggio pre-verbale (con onomatopee, fonosimbolismi ecc.) e popolare-collettivo, ma non americano. I versi sono brevi e la sintassi risulta FRAMMENTATA e SPEZZETTATA, dovuta all’utilizzo ricorrente ad esempio di punti interrogativi ecc. È stato UTILIZZATO COME STRUMENTO DI FILOLOGIA, per studiare la storia della lingua perché è suddiviso in diversi capitoli che si rimandano e contraddicono l’uno l’altro per mostrare varietà di spazi. ARANO: Fa parte della raccolta di poesie Myricae. All'interno di questo componimento si presenta una scena di vita nei campi, in una atmosfera autunnale. 1. NELLA PRIMA STROFA= ci viene presentato il campo, che è coperto dalla nebbia del mattino e dal rosso vivo delle ultime foglie di vite. suoi cuccioli, a suo padre, di cui parla nella 4, che venne ucciso mentre tornava al suo nido, a casa dal lavoro, portando 2 bambole in dono per Ida e Maria. NELLA TERZA e NELLA LA QUINTA c’è un PARALLELISMO NELLA STRUTTURA= perché così come i rondinini aspettano inutilmente il ritorno della rondine con il cibo, pigolano sempre più piano, perché prossimi alla morte, allo stesso modo, Pascoli e la sua famiglia aspettano in vano il ritorno del padre, anche lui unica fonte di sostentamento della famiglia. FIGURE RETORICHE: NELLA SECONDA STROFA= TETTO è una SINEDDOCHE, per CASA, NIDO indica 1 parte per il tutto. TERZA E QUINTA STROFA= ANAFORA “ORA LA “. NIDO METAFORA DI CASA. Verso 15 “restò negli occhi aperti un grido” SINESTESIA. “ATOMO OPACO DEL MALE” = perché la terra è un luogo di sofferenza. LA CAVALLA STORNA: È contenuta nella raccolta dei “CANTI DI CASTELVECCHIO” e descrive la morte del padre, (che venne ucciso a colpi di fucile da ignoti, mentre tornava a casa in calesse, il 10 agosto 1867). Nel componimento la madre del poeta si rivolge alla cavallina storna, nera con le macchie bianche, che riportò a casa il calesse con sopra il corpo del padre ucciso, chiedendole il nome dell’assassino, in quanto era l’unica testimone del fatto, ma l’animale non può parlare. L'ASSIUOLO: Fa parte di Mirice. La poesia presenta un paesaggio di campagna, di notte, in cui si fa fatica a scorgere la luna. Infatti, il poeta apre il componimento con una domanda “DOV’ERA LA LUNA”, per sottintendere l’assenza o l’attesa della luna non ancora apparsa all’orizzonte, ma che illumina il cielo di un bianco perlaceo. Tuttavia, nel nero delle nubi lontane, proviene il canto di un assuolo, un uccello notturno simile alla civetta. Il poeta dice che il suo verso si unisce a tutti gli altri rumori della natura, come il rumore delle onde del mare, il fruscio dei cespugli e il rumore delle cavallette che scuotono le ali. All'interno della poesia prevale il linguaggio pre-verbale, dato dall’uso di onomatopee e fonosimbolismi: ONOMATOPEA= CHIU” che riprende il suono naturale dell’assuolo. Chiude tutte le strofe, viene associato di in strofa in strofa a cose diverse, rimane il verso dell’assuolo, ma progressivamente diventa una voce, nella prima strofa, un singhiozzo e infine in un pianto di morte. Per il poeta è una scossa al cuore, che fa emergere dolori del passato, come la morte del padre. “FRU FRU”= rende il suono del fruscio dei cespugli, “fratte”. FONOSIMBOLISMI= “SQUASSAVANO” = rievoca il rumore dello scuotere delle ali delle cavallette e allitterazione s, “SUSSULTO” del cuore, “TINTINNI”. ALLITTERAZIONI= STROFA 2 fr (quando dice “un fru fru tra le fratte”), in i e s (quando parla di “finissime sistri d’argento”) e in i e n (che afferma “tintinni a invisibili porte”). ANAFORE= 1 strofa, “veniva, venivano” 2 strofa “sentivo, sentivo, sentivo”. SIMILITUDINE= “FINISSIMI SINISTRI D’ARGENTO "il suono acuto emesso dalle cavallette viene paragonato a quello di sistri, strumenti musicali utilizzati dagli antichi egizi legati ai culti dell’oltretomba. Il poeta si chiede se le voci della natura, quelle delle cavallette appunto, permettano di accedere all’aldilà, varcando le “INVISIBILI PORTE” che separano il regno dei vivi da quello dei morti e quindi regalare un'estrema consolazione al dolore. “COM’ECO D’UN GRIDO CHE FU” il poeta paragona il singulto (singhiozzo) alla voce ad un grido che gli evocava un dolore lontano. “SOFFI DI LAMPI” = sinestesia, unisce sensazioni di ambiti sensoriali distinti, per indicare i lampi senza tuono nelle sere estive. “UN NERO DI NUBI” = metonimia. METAFORA= alba di perla” (il cielo assomiglia ad un'alba di perla), “nebbia di latte “(nebbia simile al latte), “un sospiro di vento” (si paragona il vento ad un sospiro). IL GELSOMINO NOTTURNO: È una poesia contenuta nella raccolta dei CANTI DI CASTELVECCHIO. Venne composta in soli 3 giorni in occasione delle nozze di un amico del poeta, GABRIELE BRIGANTI, che ebbe poi un bambino a cui diede il nome di DANTE GIOVANNI, in onore di Dante e Giovanni. All’interno del componimento, è evidente il simbolismo pascoliano, in quanto Pascoli associa ad elementi della natura, un significato + profondo, ossia il tema dell’unione dei due sposi e del conseguente germogliare di una nuova vita. Il poeta associa infatti, I FIORI NOTTURNI= I gelsomini notturni= che si aprono di notte e si chiudono all’alba, all’UTERO DELLA DONNA. FARFALLE CREPUSCOLARI= farfalle notturne, rappresentano i genitali maschili. Pascoli dice che di notte, quando tutto tace, e i 2 sposini sono rimasti da soli, la gente è andata via, i gelsomini notturni, ossia l’utero della donna, si aprono e vengono fecondati dal polline trasportato dalle farfalle notturne, ossia i genitali maschili. E per tutta la notta si espande l’ODORE DI FRAGOLE ROSSE= simbolo di amore e di sessualità. Nel frattempo, Pascoli racconta un’APE TORNATA TROPPO TARDI ALL’ALVEARE HA TROVATO TUTTE LE CELLE CHIUSE= rappresenta il poeta che non ha trovato la sua cella aperta, ossia non ha trovato la sua casa, una famiglia nuova da costituire. Emerge sentimento di ESCLUSIONE del poeta da questa esperienza di vita. In realtà è possibile notare tale sentimento, già dai primi versi del componimento, quando il poeta afferma che i fiori notturni si aprono di notte, nell’ora in cui lui pensa ai suoi cari defunti. In tal modo il poeta afferma che mentre di notte gli sposini sono pronti ad unirsi in un atto sessuale, il poeta pensa ai dolori del passato, che lo legano e non gli hanno permesso di costruirsi il proprio presente, una propria famiglia. Tale tema ritorna poi alla fine della poesia quando dice che lui non conosce questa felicità perché essendo rimasto sempre attaccato al nido, si è precluso qualsiasi rapporto esterno ad esso e non ha conosciuto, l’amore, e in un certo senso esprime la sua malinconia nell’essersi negato la sessualità. Continua dicendo che all’alba i petali del gelsomino notturno si chiudono un po' sciupati, a causa degli insetti che vi si sono posati, quindi l’atto sessuale è terminato e dentro i fiori si COVA L’URNA MOLLE E SEGRTA= L’utero accoglie dentro sé il sema da cui nascerà poi un bambino che non si sa se sia maschio o femmina. Al verso 12= presenza tema della morte dice che mentre i fiori vengono fecondati dalle farfalle, dando vita alla natura c’è chi è morto. Presenta due vicende parallele: ciò che avviene dentro la casa e ciò che avviene all’esterno. RICCA DI SIMBOLISMI. LA MIA SERA: Contenuta nella raccolta I CANTI DI CASTELVECCHIO: All'interno del componimento viene descritta la fine di una giornata di pioggia, quando ogni cosa sembra risvegliarsi a una nuova vita. In realtà, attraverso la natura, Pascoli parla della sua vita. È stata una vita come il giorno pieno di lampi, cioè di drammi, come morte del padre, madre e fratelli, adesso verranno le stelle, ossia la vecchiaia e l’avvicinarsi della morte. SUONO CAMPANE “DON” “DON” = simboleggia il sonno, la morte (campane dei morti) e madre quando lo cullava, “GRE” “GRE” di ranelle NOVEMBRE: Fa parte di Mirice. Fa riferimento all’11 NOVEMBRE, ovvero all’estate di San Martino, in cui Il paesaggio illuminato dal sole inganna per un attimo e fa pensare che la primavera sia alle porte, e ricerchi le piante tipiche primaverili, come gli albicocchi in fiore, tuttavia il poeta con un MA AVVERSATIVO ci riporta alla realtà e ci rivela che è fittizia ogni sembianza di vita perché su ogni cosa regna un senso di morte. Ad esempio, il biancospino descritto nella prima strofa è in realtà secco, le piante spoglie, nel cielo non volano uccelli e il terreno è secco. Nella terza strofa con un ossimoro ci rivela che ci troviamo in realtà nell’Estate, fredda, dei morti, perché novembre è il mese dei morti. Quindi di fatto la tematica principale della poesia è la morte. “odorino amaro” SINESTESIA. ITALY: Fa parte dei PRIMI POEMETTI. Questo poemetto racconta la storia di MARIA-MOLLY, una bambina che dagli USA viene portata in Italia dagli zii, nel paese di origine del padre, nella speranza che il clima mite, possa guarirla dalla tubercolosi. La bambina incontra così per la prima volta i parenti italiani e all’inizio ha difficoltà ad integrarsi, per via della lingua e delle diverse usanze, dall’altra parte invece, gli zii, parlano una lingua mista, un po' in italiano e un po' in americano, perché voglio far vedere di essersi ambientati in America e raccontano come è. Quando inoltre, sono in Italia la nonna muore e la bambina inizia ad avvicinarsi e a nutrire un certo affetto per il nonno che è rimasto solo. Quindi anche qui ritorna la tematica della morte e nella parte finale, quando la bambina saluta il nonno quest’ultimo guarda il campo santo, perché dopo la morte della moglie e la partenza della nipote rimarrà solo. La bambina alla fine nonostante le difficoltà iniziali riesce ad integrarsi. E quando i suoi parenti le chiedono alla fine del poemetto se ritornerà, lei risponde di in italiano “si” per dimostrare che si è italianizzata e per far vedere che si sente parte di questo mondo e che accetta le sue origini, mentre gli zii per tutto il poemetto utilizzano yes per dimostrare che si sono americanizzati. Linguaggio americano e forme dialettali si mescolano. TRITTICO di pascoli: è composto da 3 liriche di MIRICE: TEMPORALE, IL LAMPO, IL TUONO. Tutte e 3 le poesie sono composte da 2 strofe: la prima formata da un solo verso, mentre la 2, da 6 versi. Le 3 liriche sono molto brevi perché uno degli elementi caratterizzanti di Mirice è l’impressionismo= cioè le immagini descritte nelle poesie sono ben colte e rappresentano un attimo, delle impressioni, coglie l'immagine in quel momento. In tutte e 3 poesie è presente 1 ELEMENTO NATURALE, che acquista un valore simbolico in riferimento alla morte del padre, e un ELEMENTO POSITIVO= che da speranza.
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