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Pascoli: Vita e Opere di un Poeta Italiano, Sbobinature di Italiano

Biografia e analisi della vita e delle opere di giovanni pascoli, poeta italiano del xix e xx secolo. Dal tragico infanzia interrotta dalla morte del padre, agli studi all'università di bologna, alle pubblicazioni di raccolte poetiche e all'affermazione come poeta-vate, fino alle posizioni nazionalistiche e al linguaggio innovativo.

Tipologia: Sbobinature

2023/2024

Caricato il 29/01/2024

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Scarica Pascoli: Vita e Opere di un Poeta Italiano e più Sbobinature in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI VITA E OPERE: INFANZIA: Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. La sua famiglia è di estrazione piccolo-borghese e gode di una buona situazione economica, il padre era amministratore della tenuta agricola La Torre dei principi Torlonia. L’infanzia serena di Pascoli è bruscamente interrotta dalla morte del padre, vittima di un assassinio nel 1867, quando lui aveva 11 anni, delitto rimasto impunito e di cui non si è mai saputo il motivo nonostante la famiglia abbia sempre nutrito determinati sospetti verso un nemico del padre. A seguito dell’avvenimento la famiglia deve andarsene dalla tenuta ed affrontare conseguenti difficoltà economiche. Dopo quello del padre altri lutti famigliari funestano la vita di Pascoli (la madre, due sorelle, due fratelli) e ne segnano profondamente il carattere, riservato ed a volte insicuro. STUDI, OPERE e VITA ADULTA: Pascoli finisce in orfanotrofio, poi in collegio ed in convento, presso i Padri Scolopi ad Urbino che frequentava da quando aveva 6 anni. viene educato alla cultura classica e studia il latino. Nel 1873 grazie ad una borsa di studio si iscrive alla facoltà di lettere dell’Università di Bologna, dove diviene allievo di Carducci, docente molto amato dagli studenti e Pascoli riesce ad entrare nella sua cerchia. Ma perde la borsa di studio per aver partecipato a una dimostrazione contro il Ministro della Pubblica Istruzione e si vede costretto nel 1876 ad interrompere gli studi. Si avvicina agli ambienti socialisti, specialmente aderisce all’Internazionale dei lavoratori e milita in gruppi anarchici; viene anche incarcerato per aver preso parte ad una loro manifestazione nel 1879. Abbandonata la politica attiva viene tirato fuori dal carcere da Carducci che lo fa rimettere in carreggiata: si laurea infine nel 1882 in letteratura greca con una tesi sul poeta Alceo. Inizia a pubblicare testi poetici su riviste e a lavorare come docente in diversi licei (Matera, Massa, Livorno) e poi in alcune Università (Bologna, Messina, Pisa). ● 1891 pubblica la sua prima raccolta poetica Myricae ● 1897 i Poemetti, ● 1903 i Canti di Castelvecchio Notevole è anche il suo successo nello scrivere poesie in latino: vinse il concorso internazionale di poesia latina di Amsterdam, il Certamen Hoeufftianum ben 13 volte. Nel 1905 diventa professore universitario dopo il pensionamento di Carducci ma non fu mai in grado di raggiungere la grandezza del maestro. Esclude dalla propria vita ogni relazione sentimentale e mira invece a ricostituire il nucleo familiare originario (il nido domestico) chiamando a vivere con sé le due sorelle Ida e Maria (chiamata dal poeta Mariù). Poi Ida si sposa, nonostante l’opposizione del poeta, mentre Mariù gli rimane accanto per tutta la vita. Insieme vivranno nella casa di campagna di Castelvecchio di Barga in provincia di Lucca. Questo è il periodo più creativo della vita di Pascoli: scrive 4 antologie di originali scolastiche, 3 volumi su critica dantesca, collabora con riviste e ambisce a diventare poeta-vate, come Carducci, aspettandosi di diventare un modello civile e morale. Trascorre gli ultimi anni scrivendo; ● 1911 pubblica i Poemi italici; ● 1913: Poemi del Risorgimento (pubblicati postumi da Maria) Nel novembre 1911 pronuncia al teatro Barga il discorso: La grande proletaria si è mossa, in cui si dichiara a favore dell’impresa coloniale italiana in Libia. L’evento segna il passaggio di Pascoli dal giovanile socialismo al populismo conservatore in cui l’impresa coloniale a suo parere: garantisce nuovi spazi di lavoro per il popolo italiano costretto all’epoca ad emigrare per vivere; e costituisce anche un atto di civiltà portando la superiore cultura italiana presso popoli di cultura inferiore. MORTE: Muore a Bologna il 6 aprile 1912 a seguito di un tumore al fegato e allo stomaco, e viene sepolto a Castelvecchio. DECADENTISMO PASCOLIANO Pascoli è espressione del malessere avvertito nel passaggio dal 1800 al 1900 in cui con l’affermarsi del decadentismo i valori in cui sino ad allora si era creduto quelli tipici del positivismo, che era la filosofia imperante dell’epoca, ovvero la fede, la ragione e le scienze, vengono meno. Il poeta si rapporta quindi in maniera critica con il mondo esterno. Tuttavia, per Pascoli non si assiste ancora alla rottura con il passato come avviene invece per altri rappresentanti del decadentismo. In Italia i rappresentanti più significativi del decadentismo sono: Pascoli e D’Annunzio. Due personaggi con caratteri e comportamenti completamente diversi: ★ D’Annunzio più giovane di 8 anni, dalla vita caratterizzata da mondanità, gesta avventurose e spettacolari. E’ un poeta completamente proiettato nella modernità, direttamente in contatto con il Simbolismo francese. Esprime l’ambiziosa aggressività del superuomo, malinterpretando quello di Nietzsche. ★ Pascoli, dalla vita solitaria e priva di eventi eccezionali. Poeta dalla solida formazione classica, non è particolarmente interessato alla poesia europea contemporanea e sostiene il valore del fanciullino che è in ognuno di noi, cioè di una figura semplice e umile di uomo. Esprime gli ideali e le ridotte pretese di impronta piccolo-borghese. In comune hanno che entrambi aspirano al sublime, anche se per Pascoli il sublime viene ricercato nel quotidiano e nell’ambito familiare. TEMI PASCOLIANI: ● NEVRASTENIA: Pascoli si autodefinisce come un eroe del dolore, un uomo profondamente segnato dalle sue vicende personali che è riuscito a superarle ricavando ideali di fratellanza e bontà quando nasconde in realtà una natura più profonda e disturbata: quella di una persona fragile e nevrotica. Come scrive nello sfogo della lettera ad un amico (1897) Pascoli descrive le sue crisi nervose e definisce la sua vita come forzatamente casta. Nella Lettera a Maria invece dimostra la sua tendenza ad ingigantire le cose, ricorrente nelle sue opere, nella lettera sente che il mondo sia sempre ostile verso di lui. Se ne ricava quindi un fondo di infantilismo, associabile ad un fanciullino, come simbolo dell’ispirazione poetica. ● IL NIDO: Pascoli è segnato dalla tragedia familiare della morte del padre, vista come una violenza verso il nido. Il Nido è un posto sicuro dove si sta stretti e caldi, dove c’è aiuto reciproco e protezione dal mondo esterno, fuori dal nido la realtà è oscura e minacciosa. Il nido è simile alla Siepe, che funge da barriera dal mondo e serve per proteggere il Nido. Il Nido è simbolo dell’ideale di casa patriarcale, celebrata nei Poemetti, è anche un rifugio dalle difficoltà e dalle responsabilità. mossa nell’autunno dell’11, quando il governo Giolitti aveva in piano di invadere la Libia, riservata all’Italia nella spartizione dell’Africa attuata in accordo con le altre potenze europee. Pascoli intervenne in favore in un discorso tenutosi nel teatro di Barga il 26 Novembre 1911. RIASSUNTO: Gli italiani all’estero sono delegati a svolgere i lavori più umili (spaccarsi la schiena), pulivano le scarpe, erano sfruttati, malpagati, scavavano canali ed erano canzonati con scherno ma almeno lavoravano e non morivano di fame come in Italia. Inoltre gli italiani avevano dei diritti sulla Libia: primo perchè nell’antichità l’Africa settentrionale era nostra, al tempo dei romani, inoltre è vicina alla Sicilia, alla quale è collegata con delle isolette, in secondo luogo, un tempo quella terra era fertile sulla fascia costiera e secondo Pascoli questo era dovuto ai lavori di irrigazione dei coloni romani, mentre ora le popolazioni locali sono descritte come pigre dato che il territorio è desertificato; Pascoli chiaramente non tiene conto del cambiamento climatico avvenuto dopo centinaia di anni. Nel 1861 avvenne l’unità d’Italia, unità di stato, che comunque segnalava profonde divisioni tra Nord e Sud: il popolo italiano non era perfettamente fuso come invece vuole utopisticamente segnalare Pascoli: dicendo che in Libia le differenze di classe saranno estinte. Pascoli inoltre utilizza simboli di patriottismo, la bandiera è uno stendardo, non un fazzoletto come lo considerava Verga, un disilluso dall’Unità. Pascoli porta avanti un sogno di unità che non esiste neanche adesso. stile di pascoli impressionismo Le prime prove poetiche di Pascoli potevano apparire come una continuazione in tono minore di alcuni motivi di Carducci. Nella poetica di Carducci si distinguono chiaramente delle idee precise e una prospettiva che va dal lontano al vicino nella descrizione (es. all’interno c’è il calore, nelle vie c’è il profumo del vino, lontano c’è il pericolo). In Pascoli avviene la perdita della prospettiva, inquietudine, soffre: crea quadretti apparentemente realistici ma tutto è in realtà profondamente simbolico. L’attenzione è sul singolo particolare e la sensazione che questi ci evocano scompagina la prospettiva. Sul piano psicologico non c’è tanto l’espressione esplicita e motivata dei sentimenti quanto la pura emozione, suggerita in modo allusivo al lettore. LINGUAGGIO La poesia nasce dalle cose stesse e il compito del poeta è solo quello di scoprire e nominarle, come fece Adamo che mise i nomi a tutte le cose. La precisione nominale è fondamentale: lo studio di Contini (critico letterario) spiega che in pascoli si distinguono tre livelli/registri linguistici: 1. LINGUAGGIO GRAMMATICALE: lingua quotidiana 2. LINGUAGGIO PRE-GRAMMATICALE: quella del fanciullino, piena di esclamazioni, parole onomatopeiche, allitterazione che servono per conferire musicalità e per filtrare la visione del lettore tramite gli occhi del fanciullino. 3. LINGUAGGIO POST-GRAMMATICALE: Linguaggio di Pascoli: molto dettagliato perché improntato sul Positivismo che si basa su dati scientifici, uso di nomenclatura specifica e scientifica. Pascoli è estremamente preciso nel nominare le cose, usa il termine scientifico di piante, oggetti, uccelli ed animali. Il lessico è ricco e funzionale a rappresentare la realtà con gli occhi del fanciullino ma attraverso dati scientifici. NEGAZIONE DELLA SINTASSI: Pascoli riduce al minimo la struttura sintattica e la sua poesia sembra un puro elenco di immagini ed emozioni, sensazioni: ● spezza il discorso ● esclamazioni, interrogazioni ● periodo costituito da frasi brevi e coordinate ● preferisce le frasi nominali (senza verbo) LINGUAGGIO ANALOGICO: il modo emotivo di Pascoli di condurre un discorso crea espressioni che si comprendono alla lettura ma che risultano difficili da parafrasare, secondo la poesia simbolista esistevano misteriose analogie tra i diversi ordini della realtà. L’effetto non è come quello dei francesi di alludere ad una realtà superiore ma quello di creare un mondo instabile che sembra sempre sul punto di dissolversi. SCELTE LESSICALI: il lessico costituisce l'innovazione fondamentale di Pascoli, ampliato grazie alla poesia che deve aderire alle cose. La conseguenza è l’immissione di termini di derivazione dialettale (romagnola o garfagnana) nelle poesie di argomento campestre tanto che Pascoli sentì il bisogno di aggiungere degli accorgimenti nelle poesie: ● Canti di Castelvecchio un lessico che spiega i termini meno noti ● cosa simile nei Poemi Conviviali, dove erano presenti molti nomi con derivazione dal greco antico. ● Italy, un poemetto dedicato agli italiani emigrati in America, riproduce il linguaggio di questi, chiamandolo il ‘broccolino’: un inglese italianizzato. Ne risulta un impasto linguistico variegato di espressioni umili unite ad un registro elevato. Questa dialettica di Realismo e preziosismo sottolinea la bravura di Pascoli nella sua capacità di manipolare il materiale sonoro della lingua, si nota molto per l’abbondanza di onomatopee, allitterazioni, rime interne. METRICA: espressione del virtuosismo stilistico di Pascoli. Pascoli abbandona, dopo delle prove giovanili, la forma chiusa del sonetto e rifiuta gli esperimenti del verso libero iniziato da D’Annunzio, Usa invece una varietà di metri regolari: all’interno di questa regolarità il ritmo del discorso non segue lo schema metrico per la presenza di: ● pause ● accelerazioni ● rallentamenti ● enjambement Innovazioni introdotte da Pascoli: Pascoli, pur mantenendosi nella linea del classicismo, muta radicalmente la prospettiva del linguaggio e dell’espressione poetica diventando punto di riferimento fondamentale per tutta la poesia del Novecento, dal crepuscolarismo all’ermetismo. Il contributo di Pascoli al rinnovamento della poesia può essere riassunto in quattro novità da lui introdotte: ● un più vasto vocabolario inclusivo di termini mai usati prima in poesia, molti di natura tecnica; ● plurilinguismo attraverso: onomatopee, forme dialettali, lingue speciali e straniere; ● ritmo sintattico spezzato a favore degli aspetti simbolici e analogici; ● sperimentazione metrica per spezzare il ritmo del verso e della strofa e creare un andamento franto e inconsueto. VALORE DELLA POESIA La poesia di Pascoli è una poesia pura, una poesia che punta alla perfezione, come la poesia simbolista francese che punta solo all’estetica e alla forma ma ha anche un valore morale; ciò che non è moralmente buono non interessa al fanciullino, non è poetico. La poesia scopre che anche l’oggetto più umile ha un significato e ci insegna quindi ad accontentarci di quello che abbiamo. La poesia deve ispirare valori morali e sociali. L'utilità sociale della poesia consiste nell’insegnare ad accettare la propria condizione, a preferire l’accettazione alla lotta. raccolte e temi Pascoli raccoglie le sue poesie in volumi, non segue un ordine cronologico ma affinità tematiche. VARIETà DI TEMA: Presente in tutti gli scritti di Pascoli, comprende: ➔ ogni aspetto della natura ➔ esplora storia dell’antichità classica, Medioevo, Risorgimento fino all’attualità ➔ contiene minime vicende private ➔ grandi temi collettivi ➔ passa da atteggiamenti infantili (fanciullino) all’aspetto della sessualità disturbato perchè non riusciva a costruirsi una famiglia (forzatamente casto) ● myricae: Prima raccolta, significa tamerici, tratto da un’espressione di Virgilio: ‘arbusta iuvant humilesque myricae’: piacciono gli arbusti e le umili tamerici e significa che la sua poesia parlerà di piccole cose umili e quotidiane. Virgilio in realtà disse il contrario ‘non a tutti piacciono le cose umili e quotidiane, bisogna parlare di di cose più importante e innalzare lo stile’ (4 ecloga delle Bucoliche, dove Virgilio preannunciava la nascita di un bambino che avrebbe riportato l’età dell’oro, il Medioevo l’aveva interpretato come la nascita di Cristo quando in realtà si riferiva al figlio di Ippolione, il suo protettore o un suo amico). pascoli quindi ribalta completamente il significato della citazione di Virgilio. ○ DATAZIONE: 1891, 5 EDIZIONI: la prima era composta da 20 poesie mentre l’ultima da più di 150 ○ TEMI: temi semplici e quotidiani, temi campestri, temi della tragedia familiare ○ STILE: componimenti brevi ● POEMETTI ○ DATAZIONE: Prima datazione 1897, Nuovi poemetti 1909 ○ TEMI: occupazioni quotidiane di una famiglia contadina sull’idillio rustico: attività in campagna nelle diverse stagioni ○ STILE: componimenti in terzine, narrazioni ● CANTI DI CASTELVECCHIO a Castelvecchio Pascoli aveva una villa ○ DATAZIONE: tra 1897-1903 circa 70 poesie ○ TEMI: continuazione dei temi di Myricae: celebrazione delle piccole cose, tragedia familiare ma con sviluppi più ampi e complessi.
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