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Giovanni Pascoli + sue opere Myricae, Gelsomino Notturno, Nebbia, X Agosto, Novembre, Lavandare, Appunti di Italiano

Vita, collocamento storico e opere dell'autore. Myricae, Gelsomino Notturno, Nebbia, X Agosto, Novembre, Lavandare

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 14/06/2020

prandistar
prandistar 🇮🇹

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15 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli + sue opere Myricae, Gelsomino Notturno, Nebbia, X Agosto, Novembre, Lavandare e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Pascoli Pascoli vive gli anni successivi all’unificazione italiana in Romagna. Infatti, lui era un sostenitore dell’unificazione nazionale, tuttavia, prende parte attiva ai movimenti di protesta nati per la delusione e il malcontento sociale successivi al risorgimento. È stato il concetto di lotta fra le classi a farlo appoggiare il movimento di protesta. Ma dopo aver avuto una pessima esperienza in carcere a causa della sua partecipazione ad una manifestazione contro il Ministro dell’Istruzione decide di essere più moderato. Il padre Ruggero era stato capo della Guardia Civica ed era stato un sostenitore di Cavour. Apparteneva quindi anche lui al partito favorevole all’unificazione nazionale. Pascoli vive quindi il periodo in cui l’Italia diventa la protagonista degli scontri sociali causati dal decollo industriale degli anni 90 dell’800. Questi scontri hanno come culmine l’assassinio di Re Umberto nel 1900. Dopodiché inizierà l’era giolittiana. La vita Pascoli nasce il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna in provincia di Forlì. L’omicidio del padre è l’evento che sconvolge della sua infanzia che lo segnerà per il resto della sua vita. In seguito alla morte del padre la famiglia si trova in difficili condizioni economiche. Nel giro di pochi anni altri lutti distruggono completamente il nucleo familiare, muoiono i due fratelli, la madre e la sorella maggiore. Dopo la morte del fratello maggiore, Pascoli va a vivere insieme alle sue due sorelle, cercando ovviamente di ricreare e unire il nucleo famigliare, trasferendosi a Castelvecchio. Nel 1873 si iscrive alla facoltà dire di lettere dell’università di Bologna dove ha come Professore Carducci. Lì si avvicina alle idee socialiste e a causa della partecipazione ad una manifestazione di protesta trascorre alcuni mesi in carcere. Dopo questa esperienza si allontana dalla vita politica e riprende gli studi laureandosi in letteratura greca. Pascoli decide di dedicare la sua carriera all’insegnamento, infatti, nel 1905 diventa titolare della cattedra di letteratura italiana a Bologna, precedentemente occupata dal suo maestro Carducci. Muore poi a Bologna il 6 aprile del 1912. Le opere Myricae Prima raccolta di liriche che vennero pubblicate nel 1891 e che trattano di temi quotidiani, relativi alla famiglia e alle piccole cose. Myricae deriva da un termine latino che significa cespuglio che indica la propensione di Pascoli ad ambientare le sue poesie in ambienti naturali. Infatti, la natura è raffigurata come qualcosa di buono e viene associata al fanciullino. Qua possiamo notare come Pascoli avesse una visione più limpida della natura, a differenza di Leopardi che la descriveva come una natura maligna. I Poemetti Raccolta divisa in Primi poemetti e Nuovi poemetti; il tema è l’esaltazione della vita campestre. Canti di Castelvecchio Raccolta di 6 poesie ispirata a tematiche familiari e campestri. Inoltre, il poeta aggiunge il tema dei lutti familiari, dei ricordi d’infanzia, la natura, l’amore per le piccole cose, il mistero e l’ignoto. Tuttavia, nei Canti la natura e il paesaggio non sono mai descritti oggettivamente proprio perché rappresentano lo stato d’animo del poeta. Questa raccolta ebbe sei edizioni, ma quella definitiva venne poi pubblicata dopo la morte di Pascoli diventando solo dopo famosa. Poemi conviviali Sono venti poemetti su personaggi e miti del mondo classico. Opere civili - Odi e Inni, Canzoni di Re Enzio, Poemi Italici e Poemi del risorgimento. In queste opere prevalgono temi nazionalisti ed emergono i valori patriottici. - sono: Miei pensieri di varia umanità, Pensieri e discorsi, la grande proletaria si é mossa. Questi scritti raccolgono gli interventi pubblici di Pascoli Il pensiero e la poetica La visione del mondo di Pascoli è caratterizzata dai tragici avvenimenti familiari e dalla sfiducia nelle certezze scientifiche indotta dalla crisi del positivismo. Dalla sua visione del mondo, la poesia ha un fine consolatorio. Essendo un poeta del ‘900 pensa che la poesia abbia tre funzioni: sociale, morale, e consolatoria. Funzione sociale della poesia Pascoli afferma che la poesia non ha una funzione sociale come quella appoggiata da Montale, infatti, afferma che il poeta non abbia come funzione quella di rieducare la massa come ad esempio l’opera ‘’ammazzare il tempo’’ in maniera ironica, perché Pascoli stesso dice: <<è poeta e non oratore o predicatore>>. Funzione consolatoria della poesia La poesia ha una funzione consolatoria, rende gli uomini consapevoli del dolore dell’esistenza e del dolore che gli circonda a causa della condizione sociale ed economiche. Funzione morale e civile della poesia Secondo Pascoli, la poesia è pura, spontanea e disinteressata. Inoltre, afferma che la società passa ma la poesia rimane e per questo ha una valenza molto importante ed è considerata dall’autore stesso la forma più pura per esprimersi, questo pensiero è in comune tra Pascoli, Leopardi e Manzoni. Nelle sue composizioni è presente anche un socialismo umanitario che spinge gli uomini alla fratellanza, la poesia contribuisce anche ad abolire le barriere di classe e la guerra tra i popoli. La poetica del fanciullino Pascoli utilizza la poetica del fanciullino in maniera pura per rappresentare la poesia, infatti, per fanciullino si intende la parte infantile, ingenua ed innocente che sopravvive in fondo ad ogni uomo che poi tende ad essere soffocata con l’età adulta e che solo il poeta riesce a mantenere intatta durante tutta la vita. Il fanciullino vede tutte le cose con estremo stupore e meraviglia, in modo intuitivo e con percezioni non razionali. Il poeta è colui che sa dare voce al fanciullino per dar voce a semplici e pure emozioni, sentimenti per riuscire ad accumunare la gente: la vera poesia quindi è capace di mettere in rapporto tutte le persone. Il poeta veggente La figura del fanciullino viene paragonata a quella di un veggente. Entrambe le figure cercano la poesia nelle piccole cose. Tra simbolismo e classicismo Pascoli rientra nel simbolismo europeo, anche se la sua poesia rimane legata alla tradizione classica; sono presenti elementi contrastanti soprattutto nelle posizioni politiche assunte dal poeta prima socialiste e successivamente opposte, infatti poi egli si schierò a favore della guerra in Libia. Tecniche espressive - Linguaggio Pascoli privilegia brevi frasi senza nessi logici spesso collegate per asindeto. Pascoli usa un linguaggio analogico: fa uso di metafore, sostituendo termini proprio con quelli figurati; eliminando anche i passaggi logici. Attraverso le sinestesie crea una carica allusiva e suggestiva, associando in maniera inedita impressioni sensoriali diverse. Crea un senso di indefinitezza utilizzando espressioni in cui avviene uno spostamento tra un concetto concreto ed uno astratto. Tecniche espressive Il tono di questa composizione è lento e calmo, il rito è piano ed è composto da novenari. 10 Agosto Fa parte di Myricae ed è una delle poesie più importanti di Pascoli. In questa poesia, Pascoli rievoca l’avvenimento che segnò la sua vita: L’omicidio del padre avvenuto il dieci Agosto nella notte di San Lorenzo. Il dolore per la morte del padre assume un valore emblematico di giustizia e violenza. Le stelle cadenti nella Notte di San Lorenzo esprimono il pianto dal cielo e la rondine abbattuta mentre tornava al suo nido, con le ali aperte in croce, richiama la morte del padre. I temi si incentrano sul male, sul dolore e sulla distruzione del nido famigliare. Vicino a questo tema abbiamo il riferimento alla vicenda di cristo che si può cogliere nelle spine in cui cade la rondine e che rinvia alla corona di spine di Gesù. Il nido famigliare rappresenta un luogo protetto, chiuso e contrapposto all'esterno. In esso l'uomo può trascorrere la sua vita al sicuro dai mali che caratterizzano la società. Non a caso la morte della rondine avvenne al di fuori del suo nido famigliare ,mentre portava un insetto ai rondini e la morte del padre di pascoli avvenne al di fuori del nido famigliare mentre portava 2 bambole alle figlie. La metrica è ABAB- CDCD (1- 4 verso) Nella prima frase viene analizzata la bellezza del grande cielo che si poi si contrappone alla notizia di morte. (5-8 verso )Nella seconda strofa c’è un paragone tra la rondine e il padre (9-12) Nella terza la croce richiama al sacrificio di Cristo, infatti il poeta la considera morte ingiusta. Il nido attende l’arrivo della rondine, piangendo sempre più piano che allude ad una morte lenta. (13-16) l’uccisore rimase negli occhi di suo padre, il quale bloccato e rigido teneva tra le sue mani due bambole. (17-20) c’è un riferimento a Manzoni con il termine attonito. Fare paragone dolore Carducci e grande dolore di Pascoli Pascoli aveva dedicato questa poesia al padre morto, mentre Carducci a suo figlio, morto ingiustamente anch’egli. Per cui si può notare una analogia tra “10 Agosto” e “Pianto antico”. Parafrasi discorsiva San Lorenzo, io so perché un numero così grande di stelle brilla e cade attraverso l’aria tranquilla, perché un pianto così grande risplende nella volta del cielo. Una rondine stava ritornando al suo nido: fu uccisa: cadde tra i rovi: aveva nel becco un insetto: la cena per i suoi figlioletti. Ora è là, come se fosse in croce, che tende quel verme verso quel cielo lontano; e i suoi piccoli sono nell’oscurità ad aspettarla, pigolando sempre più piano. Anche un uomo stava tornando a casa: fu ucciso: disse: “Vi perdono”; e nei suoi occhi sbarrati restò soffocato un grido: portava in regalo due bambole… Ora là, nella casa solitaria, lo aspettano, lo aspettano inutilmente: lui immobile, sbigottito mostra le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, infinito, eterno, dall’alto dei mondi sereni, inondi di un pianto di stelle questo corpuscolo senza luce caratterizzato solo dal male. Figure Retoriche • Allitterazioni “Lorenzo, stelle, tranquilla”; “Ritornava una rondine” (v. 5); “pigola sempre più piano” (v. 12); “attonito addita” (v. 19); “atomoopaco” (v. 24); • Anafore “ora è là, come in croce…/ ora là, nella casa…” (vv. 9 e 17); “che tende…/ che attende… / chepigola”(vv. 9-12); “l’uccisero: cadde tra spini… l’uccisero: disse: Perdono” (vv. 6 e 14); chiasmo Lavandare Opera presente in Myricae e ha come temi la solitudine e la malinconia, Lavandare ricorda tre termini: lavanderina, lavanda e lavare che ricordano alle usanze delle donne a pulire vestiti. Il poeta passeggia tra i campi tristi colpiti dalla nebbia e vede un aratro abbandonato in mezzo a un campo arato a metà e sente da lontano il canto triste delle lavandaie che sciacquano i panni. Il quadretto ha una proiezione di uno stato d'animo malinconico e di abbandono che si identifica nell'aratro abbandonato. Nella prima terzina viene presentato il paesaggio e prevalgono gli elementi visivi, nella seconda terzina prevalgono gli elementi uditivi come il battere dei panni delle lavandaie e nell'ultima terzina viene reso esplicito il significato simbolico dell'aratro in mezzo al campo che rimanda alla solitudine esistenziale e allo smarrimento dell'uomo. Nella poesia possiamo trovare frasi e parole con riferimenti importanti come: -campo mezzo grigio e mezzo nero→ parte del terreno arata e la parte incolta -vapor leggero→ nebbia -tu→ figura immaginaria -gora (prima frase della seconda strofa)→ canale/fossato sciaborare→ rumore dei panni lunghe cantilene→ cantare delle donne nevica la frasca→ cadono le foglie maggese→ campo incolto Figure Retoriche • Allitterazioni della “r”: “resta” – “aratro” – “pare”; “gora” – “sciabordare” – “lavandare”; “frasca”, “torni”- “ancora” – “partisti” – “rimasta” – “aratro”; della “f”: “soffia”- “frasca”; di “s” e “t” nell’ultima strofa: “soffia”- “frasca” “torni” “tuo”- “paese” – “partisti”- “rimasta” – “aratro” “maggese”; • Parole onomatopeiche “sciabordare” (v. 5), “tonfi” (v. 6); METRICA ABA CBC DED Parafrasi discorsiva Nel campo arato a metà (la parte grigia sono le zolle secche, non lavorate; quella nera le zolle rivoltate dall’aratro), rimane un aratro senza buoi che sembra che sia stato dimenticato tra la lieve nebbia. E dal canale giunge, ritmico, il rumore dei panni sbattuti delle lavandaie, con frequenti colpi e lunghe cantilene: “Soffia il vento e cadono le foglie dal ramo, come neve, e tu ancora non torni al tuo paese. Quando sei partito, come sono rimasta! Come l’aratro in mezzo al campo non seminato”. Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi, che pare dimenticato, tra il vapor leggiero. E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene. Il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora al tuo paese! Quando partisti, come son rimasta! Come l'aratro in mezzo alla maggese. Nel campo mezzo arato e mezzo no rimane un aratro abbandonatoche sembra dimenticato, nella nebbiolina. Il ritmo cadenzato proviene dal fossato dove le lavandaie sciacquano nell'acqua i panni (losciabordare – onomatopea) con frequenti colpi sordi e lunghi canti popolari (lunghe cantilene – spessi-tonfi/lunghe-cantilene: , il vento soffia e dai rami le foglie cadono come fiocchi di neve ( chiasmo), e tu non fai ritorno al tuo paese! Quando partisti sono rimasta abbandonata come l’aratro in mezzo al campo non arato (comearatro: similitudine bubbolìo Temporale è una Lirica inserita in Myricae a partire dalla terza edizione. Tratta dell’angoscia della morte. Il poeta utilizza impressioni visive e acutistiche caratterizzate da contrasti di colore come ad esempio: Il rosseggiare dell'orizzonte verso il mare, il nero delle nuvole sui monti con qualche frammento di nuvole piu chiare. Il gabbiano è il simbolo della solitudine dell'uomo e delle difficoltà della vita. Il temporale rappresenta la realtà minacciosa del mondo rispetto a cui l'uomo cerca rifugo nella casa- nido. Rosseggia è l’unico verbo e contribuisce a creare un sensso di sospensione per qualcosa che dovrà accadere . La sintassi è formata da frasi brevi separati da segnidi interpuzione. I temi Principali sono: la natura ostile raffigrata con il temporale minaccioso. Metrica: ABC BCCA Un lontano… Rosseggia l’orizzonte, , a mare: Si sente in lontananza un direzione del mare l’orizzonte si colora di rosso, . In monte, chiare: tra il nero uncasolare:un’ala di gabbiano. è nero fosseinfuocato.Versoilmonteilcielo . Ci sonodegli stralci di . In mezzo al nero si vede un casolare, che sembra l’ala di un gabbiano Novembre Compare nella prima edizione di Myricae. I temi trattati sono l’illusione e presagi di morte, siccome novembre viene considerato mese dei morti che si oppone a maggio il mese Mariano, mese dedicato alla madonna. La descrizione del paesaggio ha un valore simbolico e serve per mettere in rilievo il senso di vuoto, di tristezza e di morte che si cela sotto l'apparenza del reale. Tutte le immagini si concludono con un preciso riferimento alla morte come la frase " è l'estate dei morti" Frequenti sono le pause segnate da una fitta interpunzione e da enjambement che servono a rendere il senso di di angoscia che si cela dietro l'anima del poeta L’elemento fondamentale della poesia è descritto nell’ultima frase, così come maggior parte di tutte le poesie del ‘900. Metrica: ABAB-CDCD-EFEF Gemmea l’aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l’odorinoamaro senti nel cuore… Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. È l’estate, fredda, dei morti. come nuvole chiare (metafora) come la pece(metafora) se(similitudine) brontolio (onomatopea) come affocato nero dipece ,a stracci dinubi
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