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Giovanni Pascoli vita, Appunti di Italiano

Vita di Giovanni Pascoli riassunta da libro e appunti.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 12/06/2024

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2 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli vita e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI Pascoli è molto innovativo, perché, anche se si colloca più nell'800 che nel ‘900 siamo di fronte a un poeta innovativo dal punto di vista stilistico e linguistico, anche Pasolini affermo che il suo linguaggio era profondamente innovativo che rompe con le tradizioni precedenti. Nasce nel 1855 a San. Mauro di Romagna, in provincia di Forlì, muore a Bologna nel 1912. Proveniva da una famiglia numerosissima della piccola borghesia, era il 4° di 10 figli. Suo padre era l'amministratore di un'azienda agricola, appartenente ai Principi Torlonia, una famiglia nobile. * La sua infanzia trascorre tranquilla fino al 10 agosto 1867 quando venne ucciso suo padre mentre tornava da una fiera a Cesena, evento che lo traumatizzò e per il quale scrisse anche un opera. Alla sofferenza della perdita si aggiunse anche il fatto che l'omicidio rimase impunito. Questo fatto lo portò alla formazione di un'idea negativa del mondo, dominato dal male dall'ingiustizia e dalla violenza. In relazione a questo nella sua poesia nascerà il tema del nido famigliare, che viene visto come rifugio dal mondo esterno, dominato dal male. Allo stesso modo anche la natura viene idealizzata, perchè sta scomparendo a causa dell’industrializzazione. * Nel 1873, anno che coincide con gli studi universitari di lettere a Bologna, comincia ad interessarsi di politica e ad aderire alle idee di un socialismo rivoluzionario, prima a livello europeo, che si prefigge di abbattere i governi contemporanei con la rivoluzione. Si trovò immischiato e perciò venne arrestato mentre faceva attività di volantinaggio, guidata dal socialismo, considerato un movimento illegale. Per lui fu un'esperienza traumatica, che influì sul suo pensiero, e chiarì la sua idea di socialismo che non corrispondeva con quello rivoluzionario, infatti è stato definito “socialismo umanitario e evangelico”. Ciò vuol dire che lo vede come un movimento che doveva porsi a favore dei deboli e degli umili che doveva tutelare la classe operaia in maniera pacifica, come sarà il socialismo di Turati. Dal socialismo passerà al nazionalismo, anch'esso non aggressivo e imperialistico, come quello tipico del 900, che rappresenta caratteristiche del tutto originali che non possono essere generalizzate, e appoggiò la campagna coloniale di Libia (1911) sotto Giolitti. Scrisse persino un discorso intitolato “la grande proletaria si è mossa”, nel quale si giustifica dicendo che l'Italia (grande proletaria), la vede come una grande madre con tanti figli che deve sfamare e quindi la Libia si configurava nella sua ideologia come una terra fertile che poteva offrire lavoro agli italiani, quindi non per sfruttarla. La campagna di Libia serviva a evitare che migliaia di italiani emigrassero verso le Americhe e quindi ancora più lontano, cosa che accadde durante il periodo della grande emigrazione transoceanica, che caratterizzò gli anni da fine 800 ai primi del 900. L'aspetto negativo di questa emigrazione è lo sradicamento dalla cultura e dalle proprie terre di migliaia di contadini e Pascoli per questo è piuttosto critico, per lui fu una piaga sociale, che trattò con dolore e sofferenza.
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