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Giovanni Pascoli: La Vita e l'Opera di un Poeta Riservato, Appunti di Italiano

PoeticaStoria della letteratura italianaLettere

Biografia di Giovanni Pascoli, poeta italiano nato a San Mauro di Romagna (Forlì) il 31 dicembre 1855. La sua infanzia agiata viene interrotta dal tragico evento della morte del padre, che influenza la sua produzione letteraria. Pascoli completa gli studi liceali a Rimini e a Firenze, iscrivendosi poi alla Facoltà di Lettere all'Università di Bologna. La sua attività politica lo porta a subire la perdita della borsa di studio e a passare alcuni mesi in carcere. Successivamente, Pascoli si dedica alla stesura di numerose opere e alla compilazione di antologie scolastiche. Vince il prestigioso concorso di poesia latina di Amsterdam e insegna in diverse università italiane. La sua produzione poetica si caratterizza per la frantumazione sintattica, la tematica della morte e del dolore, e la ricerca di equilibrio tra la realtà dolorosa e la natura equilibrata.

Cosa imparerai

  • Come la morte del padre influenza la produzione letteraria di Giovanni Pascoli?
  • Come la tematica della morte e del dolore si presenta nella poesia di Giovanni Pascoli?
  • Che eventi biografici influiscono sulla formazione poetica di Giovanni Pascoli?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 17/03/2022

anitazrz
anitazrz 🇮🇹

4.5

(13)

39 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli: La Vita e l'Opera di un Poeta Riservato e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Pascoli . ikhhhhhhhhhhhuhhhhhhuuhhuhuhuhVitauiihihihuiuiuyguyguyguyguyguyg Giovanni Pascoli nasce il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna (Forlì); quarto di dieci fratelli, trascorre un'infanzia agiata fino a quando, il 10 agosto 1867, il padre Ruggiero amministratore di una tenuta dei principi Torlonia, viene ucciso con una fucilata mentre torna a casa in calesse. Il poeta indagherà in seguito personalmente sulle cause del delitto che lo tormenterà per tutta la sua vita, ma gli assassini resteranno per sempre ignoti. Da allora iniziò un periodo di lutti e sventure: perderà la madre, la sorella Margherita, un fratello a lui molto caro e un suo compagno di collegio. La dolorosa esperienza biografica, con la fanciullezza segnata da continui lutti famigliari, non solo sta alla base del suo carattere riservato e insicuro, ma avrà anche una grande influenza sulla produzione letteraria del poeta (come per esempio: Dal Giorno dei morti, X Agosto, Cavalla Storna o Ritratto) Dopo aver lasciato il collegio di Urbino nel 1871, Pascoli completa gli studi liceali a Rimini e successivamente a Firenze. Nel 1873 si iscrive alla facoltà di Lettere dell'Università di Bologna grazie a una borsa di studio ma, per aver partecipato a una dimostrazione contro il Ministro della Pubblica Istruzione perde il diritto alla borsa ed è costretto a interrompere gli studi universitari. Si avvicina in questo periodo agli ambienti socialisti e nel 1879, partecipa a una manifestazione che gli costa alcuni mesi di reclusione nel carcere di Bologna, dopo i quali si allontana dalla politica attiva e riprende gli studi, laureandosi nel 1882 in letteratura greca. Così inizia la sua carriera di professore di latino e greco prima a Matera, poi Massa ed infine a Livorno dove soggiornò a lungo. Durante il soggiorno livornese, si dedica alla stesura di numerose opere che saranno successivamente racchiuse nella prima raccolta poetica, Myricae, e alla compilazione di due antologie scolastiche. Nel '92 Pascoli vince il prestigioso concorso di poesia latina di Amsterdam, il cui premio gli verrà assegnato altre dodici volte. Nel 1894 entra nel cenacolo del Convito, una rivista che pubblicherà alcuni dei suoi poemetti che più avanti confluiranno nella raccolta dei Poemi Conviviali. Un altro evento traumatico che segnò la vita di Pascoli fu il matrimonio della sorella Ida. Lui vide queste nozze come un tradimento al nido familiare che aveva tentato di ricostruire e proteggere con tanta fatica. Dopo aver lasciato Livorno, si reca con la sorella Maria a Castelvecchio di Barga dove si dedicherà alla stesura dei poemetti georgici, insieme ad alcuni versi raccolti con il titolo Canti di Castelvecchio. Dopo aver insegnato in diversi licei d'Italia nel 1895 Pascoli viene nominato professore di grammatica greca e latina all'Università di Bologna. Nel 1897, anno di pubblicazione dei Poemetti, Pascoli passa a insegnare all'Università di Messina, dove resta fino al 1903, quando viene trasferito all'Università di Pisa. Gli anni di insegnamento universitario furono i più floridi della sua produzione, Nel 1897 appare nella rivista fiorentina Il Marzocco il famoso scritto di poetica Il fanciullino. Nello stesso anno escono i Poemetti, nel 1903 I Canti di Castelvecchio, Minerva oscura e l’anno seguente I poemi Conviviali. Nel 1905 diventa titolare della cattedra di Letteratura italiana a Bologna, che fino ad allora era stata di Carducci. In questo periodo, ereditando anche la funzione pubblica del maestro, Pascoli accentua il proprio interesse per la poesia storica e civile, di cui sono testimonianza opere come Odi e inni (1906), le Canzoni di Re Enzio (1908), i Poemi italici (1911) e i Poemi del Risorgimento (postumi nel 1913). Poco prima della morte, avvenuta a Bologna il 6 aprile del 1912, Pascoli pronuncia l'importante discorso La grande Proletaria si è mossa, dedicato a sostenere l'impresa coloniale italiana in Libia lo scrittore che voleva consegnare un'immagine pubblica di sé quale artista raffinato e popolare al tempo stesso, quale poeta della bontà e della umiltà, conclude così la propria vita con un invito a gettarsi in un'avventura militare. ikhhhhh carattere, idee, poeticauiihiuiuigyuyguyguyg Dalle fonti che si hanno sulla vita di Giovanni Pascoli emerge l’immagine di un uomo riservato e permaloso che lo hanno portato ad isolarsi dalla società e a farse molti nemici. Questo suo senso di amarezza nei confronti della vita trova spiegazione nel trauma infantile della perdita dei genitori. E’ proprio a causa dei molteplici lutti che diventa ossessionato dalla difesa del “nido” e si attacca morbosamente alle sorelle. Questo ossessivo attaccamento alla famiglia non gli permette di avere delle relazioni mature con gli altri. Passaggio al simbolismo: Come risulta dal suo testo programmatico Il fanciullino, Pascoli si allinea su posizioni di scrittura allusiva, emblematica e simbolista. Ciò significa che nella sua scrittura non conta la descrizione degli oggetti reali bensì contano le risonanze emotive che gli oggetti reali evocano. Il passaggio al Simbolismo avviene grazie alle suggestioni tratte da poeti italiani e grazie alla conoscenza della poesia simbolista europea (soprattutto quella francese con Baudelaire) Premessa realistica: Tuttavia data la sua formazione positivistica lui non rinuncia ad una premessa realistica dato che in lui il senso allusivo e simbolico si sviluppa dal lato fisicamente concreto e naturalistico, Ciò significa che la realtà non viene abolita ma viene restituita nella sua precisione e concretezza per alludere a una realtà diversa rispetto a quella visibile La trasformazione dell’oggetto realistico in oggetto allusivo e simbolico si avvale del fonosimbolismo. Esso non consiste solo nel ricorso ufficiale alla rima ma anche all’impiego di allitterazioni, assonanze, rassomiglianze o identità di suono tra componenti vocaliche o consonantiche. Temi: Di fronte al trauma familiare, la poesia per Pascoli compensa il dolore sofferto e diventa un rifugio per scappare da quei pensieri ossessivi che tanto lo tormentano. Per questo motivo i temi trattati rimarcano sulla tutela del nido, il quale è il nucleo centrale della produzione pascoliana che rinvia alle immagini che si presentano come sistema di difesa dai pericoli della vita. Stile: Nelle sue opere si distingue anche il cosiddetto “plurilinguismo pascoliano”: utilizza parole umili e quotidiane di origine dialettale insieme a termini tecnici. Accosta delle forme pre-grammaticali a forme post-grammaticali. Pascoli introduce nel discorso poetico la frantumazione sintattica ossia la rottura tra ritmo metrico e sviluppo sintattico. La sfasatura tra ritmo e sintassi è affidata all'adozione sistematica dell’enjambement e all’impiego dell’interpunzione. Questi elementi che frantumano l’ordine ritmico-sintattico servono a trasmettere al lettore il mondo come lo vedeva Pascoli: angosciante e tenebroso. Queste innovazioni pascoliane non comportano il rifiuto della tradizione ma avvengono all'interno di essa: si tratta di una rielaborazione della tradizione classica. Il testo è costruito con dati descrittivi presentati nella loro immediatezza visiva ma giustapposti l'uno accanto all’altro. L’immagine dell’aratro ripresa nell’ultimo verso crea il legame con le prime due terzine (composizione circolare). Il campo arato a metà suggerisce un senso di incompletezza e l’aratro dimenticato simboleggia la solitudine dell’individuo. h X Agostoh uhhhuuhh u h uhuhuuiui g La poesia apparve per la prima volta nel Marzocco alla vigilia dell’anniversario dell’uccisione del padre. Il poeta rievoca l’assassino del padre avvenuto il 10 agosto 1967 (notte di San Lorenzo). Le stelle cadenti vengono viste come lacrime versate dal cielo per la cattiveria del genere umano. Una rondine viene uccisa mentre torna al nido con la cena per i suoi piccoli che aspettano invano. Allo stesso modo è stato ucciso il padre di Pascoli, che tornava a casa con due bambole in dono. Le strofe centrali sono costruite sul parallelismo tra l’uccisione della rondine a l’assassino del padre, rafforzato dalla ripetizione di formule identiche o molto simili. La seconda e la quarta strofa sono collegate dalla congiunzione “anche” , mentre la terza e quinta strofa si aprono con un sintagma molto simile (“Ora è là” e “Ora là”). All’interno della simbologia del nido, avviene lo scambio tra mondo umano e animale. Associazione sinestetica: “restò negli aperti occhi un grido”, a un’immagine di tipo visivo ne corrisponde una di tipo visivo. Simbologia cristiana: L’immagine della rondine abbattuta che cade tra gli spini con le ali aperte come in croce, sono allusioni al sacrificio di Cristo. Ma qui il sacrificio delle vittime non diviene mezzo di una redenzione dal male. h L’assiuolo h uhhhuuhh u h uhuhuuiui E’ ritenuto uno degli esempi più significativi e maturi del simbolismo pascoliano. Venne pubblicato per la prima volta sul Marzocco e poco dopo venne incluso nella quarta edizione di Myricae. In un paesaggio notturno, illuminato dal chiarore di una luna che non si riesce a scorgere, il poeta percepisce lievi rumori e dei suoni naturali. Nota in particolare il verso di un assiolo, un rapace uccello notturno che risuona nell’aria come un messaggio di morte. uhh u h uhCanti di Castelvecchio ygu yguyuyg I Canti di Castelvecchio comprende i testi composti dal 1897 al 1907 e si presenta in un ciclo di nove liriche. Per aprire i Canti di Castelvecchio, Pascoli utilizza lo stesso verso virgiliano che aveva scelto per myricae. Non a caso Pascoli definisce questo libro “le seconde myricae”. Infatti questa raccolta riprende molte tematiche della sua prima opera. Anche qui i componimenti poetici trattano di realtà umili e dimesse e di temi legati alla quotidianità. I temi hanno ancora a che fare con l’ossessione del passato, il dialogo con i morti, la precarietà dell’esistenza e il sentimento di esclusione. Però a differenza di Myricae, l’ossessione della memoria familiare si è chiarificata e illimpidita , c’è una volontà da parte del poeta di scavare nei meandri della propria coscienza. Rispetto a Myricae il poeta amplia la misura stofica, raffina le strutture metriche e raggiunge una liricità più distesa e articolata. Inoltre, per agevolare la lettura dei testi, ricorre ad un glossario di termini vernacolari e dialettali. h Il gelsomino notturno h uhhhuuhh u h Argomento: il concepimento di una vita nuova Il poeta osserva nella notte due scene parallele: il ciclo erotico-sessuale della fecondazione dei fiori e l’intimità di una prima notte di matrimonio nell’interno di una casa. Il poeta osserva la scena dall’esterno e si sente escluso dal rapporto con gli altri e con il mondo. Si tratta sia di una poesia d’amore che di esclusione da esso.
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