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GIOVANNI PASCOLI vita e analisi delle opere, Appunti di Italiano

La vita e la poetica di Giovanni Pascoli, uno dei più importanti autori del decadentismo. Si parla della sua infanzia, della morte del padre e dei fratelli, della sua formazione universitaria e della sua carriera di insegnante. Viene inoltre descritta la sua poetica del fanciullino, che valorizza le piccole cose e la vita umile, e si confronta con la teoria del superuomo di D'Annunzio. Infine, si parla della raccolta di poesie Myricae e della sua poetica dal basso.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 03/10/2023

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giulia-seghezzi-2 🇮🇹

9 documenti

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Scarica GIOVANNI PASCOLI vita e analisi delle opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! pag. 1 PASCOLI I più importanti autori del decadentismo sono D’Annunzio e Pascoli, quest’ultimo però più vecchio di 10 anni, tutti e due vanno però all’ispirazione del simbolismo francese, quindi delle cose semplici e quotidiane (per Pascoli) mentre per la ricerca del sublime ed eccentricità (per D’Annunzio). Entrambi vogliono essere il poeta Vate, ovvero una figura quasi sacra, solo che questa sacralità è vista in modo diverso, Pascoli pensa alla vita solitaria e silenziosa. VITA Giovanni Pascoli nasce il 31 dicembre del 1855 a San Mauro di Romagna, quarto di dieci fratelli. Ha un'infanzia agiata fino ai 10 anni quando il padre viene ucciso in circostanze misteriose da un colpo di fucile mentre tornava a casa, si pensa che l’assassino fosse un conoscente della famiglia che ambiva al posto di Ruggero, il padre, ovvero l’amministratore del principe Torlone. Dopo la morte del padre la famiglia ha molte difficoltà economiche, e comincia anche una serie di lutti, primi tra questi due fratelli e in seguito la madre. Morti i due fratelli e la madre, nel 1871 il poeta è costretto a lasciare il collegio di Urbino dove stava frequentando il liceo e trasferirsi a Rimini con i fratelli restanti. Nel 1873 si iscrive alla facoltà di lettere dell'università di Bologna grazie ad una borsa di studio, ottenuta grazie ad una commissione della quale faceva parte anche Giosuè Carducci. Nel 1876 perde il diritto alla borsa di studio, ed è per questo che si avvicina agli ambienti socialisti, infatti, nel 1879 partecipavano a una manifestazione che gli costa alcuni mesi di reclusione nel carcere di Bologna, dopo la reclusione decide di allontanarsi dalla politica attiva e riprende gli studi laureandosi nel 1882 in letteratura greca. Qualche anno dopo, nel 1876, anche suo fratello maggiore Giacomo muore e restano solamente in tre, Giovanni e due sorelle: Ida e Maria, con le quali cerca di ristabilire un nucleo familiare comprando una casa a Castelvecchio di Barga dove vivono tutti insieme. Il rapporto che hanno i fratelli non è un rapporto ordinario, estremamente gelosi l'uno dell'altro, tant'è che Giovanni vive con angoscia il matrimonio di Ida avvenuto nel 1885 contro la sua volontà e Maria fa in modo che lui non sposi la cugina Imelde Morri mediante una lettera nella quale le rivela una malformazione al dito del piede del fratello. Grazie a questa rivelazione la cugina decide di interrompere il fidanzamento. Nel 1892 vince il prestigioso concorso di poesia Latina di Amsterdam, il cui premio gli verrà assegnato altre 12 volte. Dopo aver ottenuto la laurea Giovanni Pascoli insegna in diversi licei d'Italia come Matera, Massa e Livorno e nel 1885 viene nominato professore di grammatica greca e Latina all'università di Bologna. Anche nel 1905 diventa titolare della cattedra di letteratura italiana a Bologna che fino a quel momento era stata di Carducci. Poco prima della morte Pascoli scrive “la grande proletaria s'è Mossa”, dove celebra l’esaltazione della guerra in Libia perché credeva che ciò avrebbe portato un miglioramento delle condizioni di vita di moltissime persone, esalta il nazionalismo e esalta l'importanza e la superiorità degli italiani. forma di propaganda diverso dalle altre opere Muore e il certificato di morte riporta come causa un tumore allo stomaco, ma è probabile fosse stato redatto dal medico su richiesta di Mariù, che intendeva eliminare tutti gli aspetti che lei giudicava sconvenienti dall'immagine del fratello, come la dipendenza da alcool, la malattia lo porta alla morte il 6 aprile 1912. POETICA DEL FANCIULLINO Ambigua duplicità • Da una parte dice che il fanciullino è dentro ognuno di noi e sa gioire delle cose quotidiane • Dall’altra parte dice che solo il poeta riesce a tirare fuori il fanciullino (vocazione alla superiorità) Esso è uno spirito sensibile che consiste nella capacità di meravigliarsi delle piccole cose, proprio come fanno i bambini. Il simbolismo pascoliano vuole indicare la strada della rivelazione di una verità segreta la cui chiave d’accesso è nascosta e appartiene solo al poeta. Il simbolismo punta sulla valorizzazione del particolare, nel quale si racchiude l’aroma poetico delle cose. Il decadentismo considera la poesia come qualcosa di elitario che si distingue dalla massa. D’Annunzio elaborando la teoria del superuomo, ritiene che il poeta possegga qualità superiori che lo elevano dalla massa. La gente comune viene considerata perciò, sentimentalmente e intellettualmente inferiore all’intellettuale. Per Pascoli, al contrario, il poeta è un uomo umile che gioisce nello scoprire le cose più modeste e genuine., parla di vita umile di scene di vita quotidiana viste con gli occhi del fanciullino. Come considera la natura: 1. La vede in modo positivo perché restituisce un po’ di serenità e pace. 2. La vede in modo negativo perché lo porta indietro ad uno stato di pre-nascita dove non si è vissuto e per questo si è morti. Come considera i defunti: 1. Da una parte ne ha compassione e cerca in loro una rassicurazione, del conforto. 2. Dall’altra parte di sente in colpa perché lui al contrario di altri è ancora vivo pag. 2 Myricae Rapsodismo di Pascoli: Canti di castel vecchio assieme ai poemetti e Myricae formano il Rapsodismo poetico (rapsodia = come stile musicale è tipica di quegli artisti che abitavano in Boemia e quindi che utilizza delle tonalità simili tra di loro, per pascoli si intende la tendenza a lavorare contemporaneamente a più generi di scrittura.; Anche se nel caso delle tre raccolte esiste un’unità di fondo dall’ispirazione che risponde alla teorizzazione del fanciullino. Abbiamo 5 edizioni Dal 1891 e l’ultima del 1900, di queste 5 edizioni ci sono 150 poesie, però man mano si proseguiva con le edizioni, la differenza consisteva nella varietà della metrica. Titolo, Myricae, viene da una frase tratta dalle bucoliche di Virgilio “piacciono gli arbusti e le umili tamerici” e appunto Myricae fa riferimento alle tamerici, ovvero arbusti simili ai pini. Il titolo fa riferimento ad una poetica dal basso, infatti i temi che vengono trattati sono umili e contadini, però vi è un rimando classico a Virgilio è uno stile di scrittura alto per cui vi è un'ambivalenza della poesia pascoliana. Temi I temi all'interno di Myricae sono principalmente due ovvero: • la morte non vendicata del padre, • la natura incarnata come consolatrice benefica, che dovrebbe aiutarlo a superare il lutto. All'interno della raccolta vie un tentativo di costruire un contrasto tra le vicende dolorose della storia, segnate dalla crudeltà degli uomini e la dimensione equilibratrice della natura dominata da un principio di pace e di rasserenamento. Questo tentativo non va a buon fine, infatti, il tema più ricorrente è la morte.Se da una parte si tratta di un tipo di poesia che viene dal basso (umili tamerici) comunque l’utilizzo di forme metriche utilizzate fanno capire che ha una certa importanza. Apparente umiltà nella ricerca delle cose semplici. Lavandare È un testo composto tra il 1892 e il 1894 e appartiene alla raccolta di Myricae. Racconta del poeta che passeggia tra i campi in una giornata autunnale appena offuscata da una nebbia leggera, e sente arrivare, da un canale, un canto triste e lento con il quale le lavandaie accompagnano il lavoro. I temi principali sono quelli dell’abbandono e della solitudine, rappresentati dall’immagine dell’aratro dimenticato in mezzo al campo deserto, che torna all’inizio e alla fine, conferendo alla poesia una struttura circolare ed assurgendo a simbolo dell’abbandono e della nostalgia. Già il titolo evoca un mondo quotidiano e semplice, quale è quello delle donne che lavano i panni al fiume; il lessico e la sintassi sono elementari e quotidiani, a differenza della struttura fonica, che è molto elaborata e ben studiata. Temporale Temporale è una poesia di Pascoli, composta nel 1892 e la inserì nella terza edizione di Myricae (1894). Nella poesia vi è la descrizione dei fenomeni naturali non intesi solo come tali ma filtrati dalle azioni soggettive, e quindi assumono un simbolo. Uno delle figure retoriche maggiormente utilizzate è il fonosimbolismo ovvero da a parole che non hanno significato un simbolo e perciò assumono notevole importanza, ma non appaiono esplicite ma nascoste e il poeta ha il compito di decifrare e interpretare. Novembre È uno dei testi più antichi di pascoli, venne inserito nella prima edizione del libro nel 1892. Il titolo originario era san martino, come la poesia omonima di Carducci da cui prende spunto. L’incipit della poesia sembra gioioso, ma presto viene lasciato spazio a versi di tristezza. All’inizio c’è l’illusione di una bella giornata primaverile in atto, ma presto il poeta rende noti i particolari che la rendono evidentemente autunnale, solo alla fine notiamo che il poeta fa riferimento alla cosiddetta estate di san martino, il periodo che parte dal 2 novembre e va avanti per una decina di giorni. È un testo particolarmente rappresentativo della poetica di Pascoli, poiché fonde la sua sensibilità nella descrizione del mondo naturale e la sua percezione del dolore insito nella natura umana. La felicità descritta in novembre è precaria e poco duratura, messa in parallelo con il mondo naturale che, come essa, è completamente caduco e illusorio. (miracolo di San Martino) Secondo la leggenda, durante un giorno freddo e piovoso, Martino di Tours (divenuto poi San Martino) vide per strada un mendicante seminudo e tremante, così, mosso da un sentimento di pietà, decise di donargli metà del suo mantello; improvvisamente il cielo si schiarì e il sole iniziò a scaldare come in estate.
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