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Giovanni Pascoli: La Vita e Opere di un Poeta Tra Ottocento e Novecento, Dispense di Italiano

Poesia italianaBiografia dei Letterati ItalianiStoria della letteratura italiana

Biografia di giovanni pascoli, poeta italiano nato a san mauro di romagna nel 1855. Ha studiato all'università di bologna, interrotti dopo aver perso una borsa di studio. Ha insegnato in vari università italiane e ha lasciato importanti opere letterarie, tra le quali myricae, canti di castelvecchio e poemetti. La sua poesia è caratterizzata da una continuità e rottura tra tradizione e innovazione.

Cosa imparerai

  • Come è descritta la poesia di Pascoli?
  • Che università ha studiato Pascoli?
  • Che opere letterarie ha lasciato Pascoli?

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 11/06/2022

ceciiixf
ceciiixf 🇮🇹

5

(2)

9 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli: La Vita e Opere di un Poeta Tra Ottocento e Novecento e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! PASCOLI Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. Trascorre un'infanzia agiata fino a quando, nel 1867, il padre viene ucciso. Questo e altri lutti familiari segnano profondamente il suo carattere. Iscrittosi nel 1873 alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna grazie a una borsa di studio, nel 1876 perde il diritto alla borsa ed è costretto a interrompere gli studi. Ripresi gli studi, si laurea nel 1882. Dopo aver insegnato in diversi licei d’Italia, nel 1895 viene nominato professore di grammatica greca e latina all’Università di Bologna. Insegna poi dal 1897 al 1903 all’Università di Messina, quindi a Pisa, e infine dal 1905 a Bologna, dove eredita la cattedra che era stata di Carducci. Muore a Bologna il 6 aprile 1912, poco dopo aver pronunciato l’importante discorso La grande Proletaria s'è mossa, dedicato a sostenere l’impresa coloniale italiana in Libia. La partecipazione di Pascoli alla vita culturale fu costante ma senza momenti clamorosi. Le sue collaborazioni alle riviste più prestigiose del periodo riguardarono soprattutto argomenti letterari, ma senza fuggire dall’intervento polemico ed esplicitamente politico. Accanto all’insegnamento e alla gelosa custodia degli affetti familiari, trova posto nella vita di Pascoli soprattutto la poesia, vissuta con dedizione sino agli ultimi anni. Pascoli rappresenta un momento di passaggio necessario fra Ottocento e Novecento. Continuità e rottura, tradizione e innovazione si adattino in lui in modo equilibrato, così da farne l’ultimo dei classici e il primo, in Italia, dei moderni. Egli affidò alla prosa intitolata Il fanciullino (1897) il suo più importante ed esplicito discorso programmatico sul poeta e sulla poesia. Il poeta coincide con il fanciullino, ovvero con quella parte infantile dell’uomo, sottratta alla logica ordinaria e alla prospettiva comune, che negli adulti tende a essere soffocata. La poesia è il luogo in cui l’uomo dà voce al fanciullino che è in lui, lo lascia parlare: essa nasce dalla coscienza comune della vita infantile e non razionale e acquista così per gli uomini un valore regressivo e consolatorio che li spinge alla bontà e alla solidarietà. La critica ha individuato la parte più viva e intensa della produzione poetica pascoliana nelle raccolte Myricae, Poemetti, Canti di Castelvecchio. Per esse esiste una unità di fondo dell’ispirazione, che vede una tendenza lirico-simbolica (Myricae, Canti di Castelvecchio) e una narrativa (Poemetti) spesso intrecciate. Si è perciò parlato di un rapsodismo di Pascoli, cioè della tendenza a lavorare contemporaneamente a più generi di scrittura. Myricae I testi compresi nell’edizione definitiva di Myricae furono composti nell’arco di oltre un ventennio, e cioè tra il 1877 e il 1900. La prima edizione esce nel 1891 e contiene solo 22 poesie. Nella quinta e definitiva edizione sono contenuti 156 testi ripartiti in 15 sezioni. Il titolo Myricae corrisponde all’italiano tamerici ed è tratto da un luogo delle Bucoliche virgiliane, il riferimento tematico del titolo implica l’enunciazione di una poetica del basso, mentre il rimando classico a Virgilio comporta una compresente ricerca di sostenutezza. Nella Prefazione scritta da Pascoli per la terza edizione di Myricae il poeta affronta due temi centrali nel libro: quello della morte del padre e quello della natura quale consolatrice benefica. È esplicita la volontà dell’autore di costruire un contrasto tra le vicende dolorose della storia e la dimensione pacificatrice della natura. Tuttavia questo sistema corrisponde solo in minima parte alla realizzazione effettiva dell’opera. Anche nella natura di Myricae, sotto un’apparenza di armonia e positività, spesso si nascondono la minaccia del perturbante e la presenza della morte, il cui tema è il grande protagonista dell’opera. La poesia pascoliana, e in particolare quella di Myricae, appare divisa tra tradizione e sperimentalismo: ● al rispetto della tradizione rimandano le forme metriche chiuse e a volte desuete, nonché un’idea della poesia quale attività privilegiata di conoscenza, a cui corrisponde una funzione sociale del poeta ancora prestigiosa
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