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giovanni pascoli: vita e opere, Appunti di Italiano

La vita e le opere di Giovanni Pascoli, poeta italiano del periodo decadente. Si analizzano le tematiche ricorrenti nella sua poetica, come il fanciullino, il simbolismo e la famiglia. Si descrivono inoltre le sue raccolte più importanti, come Myricae, e si approfondisce la poesia X Agosto. Si evidenzia la formazione positivista di Pascoli e la sua crisi nei confronti della scienza. Si parla inoltre della sua cattedra di Letteratura italiana a Bologna e del suo ideale socialista.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 25/03/2023

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mattia-trezzi 🇮🇹

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Scarica giovanni pascoli: vita e opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI (1855-1912) Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna da una famiglia appartenente alla piccola borghesia rurale. La sua vita viene sconvolta dalla morte del padre nel 1867 a seguito della quale iniziarono una serie di problemi economici e di eventi luttuosi. Dal punto di vista politico fu un sostenitore dell’ideale socialista. Egli rimase sempre legato alle due sorelle (Maria e Ida) con le quali rimase sempre attaccato, evidenziando la sua fragile struttura psicologica. Nel 1905 prese il posto del maestro Carducci nella cattedra di Letteratura italiana a Bologna. ➔ Egli fu in grado di compiere una fusione tra quanto gli accadde in vita e la sua arte. Tra le sue opere più importanti vi sono: una prima raccolta di liriche Myricae, i Poemetti, I Canti di Castelvecchio e i Poemi conviviali. ➔ Le sue raccolte non tengono conto della successione cronologica ma si basano sulla condivisione di una stessa forma e a volte anche stesso contenuto. Escono in un arco di 15 anni LA VISIONE DEL MONDO Egli ricevette una formazione positivista, ma in lui si riflette anche quella che è la crisi della scienza propria della cultura di fine ‘800. A seguito della sfiducia nell’indagine scientifica, si apre la strada verso l’ignoto, il mistero, l’inconoscibile a cui l’anima tende. Questo costante rimando a qualcosa di oltre emerge dal continuo utilizzo dei simboli. IL FANCIULLINO Si tratta di un saggio in cui emerge a pieno l’ideale di Pascoli. Secondo lui il poeta coincide con quel fanciullo che sopravvive dentro ogni uomo, egli vede quindi le cose con ingenuo stupore e meraviglia. Questo atteggiamento intuitivo permette di cogliere l’essenza segreta delle cose e di individuare le corrispondenze che vi sono tra i vari enti della realtà. ▪ Il poeta appare come un veggente, dotato di una vista più acuta degli altri uomini, colui che riesce a spingere il suo sguardo oltre l’apparenza, arrivando quindi ad esplorare l’ignoto/il mistero. E’ colui che va a fondo della verità. Ha il compito di trovare nella realtà il Bene e il Male, attraverso lo sguardo del fanciullino. Il poeta infatti ascolta ancora la voce del fanciullino, negli altri uomini invece, man mano che si cresce non si sente più, è come se sparisse. Proprio per questo gli uomini pensano che non ci sia più, ma non è così. ▪ Proprio per questa visione la poetica di Pascoli rientra nell’ambito decadente. Per Pascoli si parla di decadentismo inconsapevole, perché molto probabilmente lui non aveva letto opere dei decadenti francesi. L’unica certezza è che conobbe Poe, padre del decadentismo. In Pascoli emerge anche un certo realismo, la poesia nasce dalla quotidianità in cui il fanciullino scopre ciò che di bello e di male c’è nella realtà. La quotidianità è un microcosmo che rimanda ad un macrocosmo, ed è quello che emerge anche mediante l’utilizzo dei simboli. ▪ Religione legata alla figura del fanciullino. ▪ Simbolismo inconsapevole, ciò che è piccolo rimanda a ciò che è grande. LA POESIA Secondo Pascoli la poesia non doveva avere fini pratici, non doveva avere obiettivi civili o morali, ma doveva essere spontanea e disinteressata, una poesia pura. Da un lato il mondo della poesia di Pascoli è pieno di richiami cristiani e spiritualismo, dall’altro emerge il positivismo legato agli ambienti socialisti. La compresenza della formazione religiosa e del positivismo, così come in Leopardi, produce una crisi, propria della società italiana di questo periodo. Da una parte si cerca di colmare il vuoto lasciato dall’abbandono del cristianesimo. ▪ Lui è contrario al socialismo estremo, lui lo vorrebbe cristianizzato. LA SINTASSI E IL LESSICO Per quanto riguarda la sintassi, lui predilige l’utilizzo delle coordinate piuttosto che quello delle subordinate. Si parla di paratassi: il suo non è un argomentare, ma dare immagini simboliche. Nel linguaggio invece, è possibile compiere una distinzione in: ▪ Pre-grammaticale→ indica il modo con cui si esprimono i bambini, cioè il fanciullino. Un esempio è l’utilizzo delle onomatopee. ▪ Grammaticale→ linguaggio normalmente usato. ▪ Post-grammaticale→ si riferisce all’utilizzo di parole provenienti da lingue diverse, come ad esempio l’inglese, oppure a parole tecniche, specifiche. MYRICAE Si tratta di una raccolta di poesie pubblicata per la prima volta nel 1891, nel 1900 vi fu l’ultima edizione (definitiva) caratterizzata da 156 componimenti. Il titolo deriva da una citazione virgiliana contenuta all’interno della IV Bucolica, in cui il poeta è intenzionato ad innalzare il tono del suo canto poiché “non a tutti piacciono le umili tamerici”. Myricae in latino è un’umile pianta che rimanda simbolicamente alle piccole cose che Pascoli porrà al centro della sua poesia. Si tratta di componimenti brevi, ricchi di simboli attraverso i quali si tenta di far emergere una realtà ignota e inafferrabile. A livello formale vi sono numerose figure foniche. ➔ Tutte le poesie sono dedicate al padre. X AGOSTO Emerge la tragedia personale da lui vissuta, la morte del padre. All’inizio si rivolge a san Lorenzo rivelando di conoscere la ragione che vi è dietro alla caduta delle stelle. Questa risposta verrà data però solo nell’ultima strofa, andando così a creare una struttura circolare. Per narrare la vicenda utilizza l’analogia con la rondine e ciò si può notare dalla ripresa del termine “nido”. Sia la rondine che l’uomo vengono esclusi violentemente dal nido che, per Pascoli era il simbolo della famiglia, quel nucleo che protegge dalle insidie del mondo esterno che può salvare e difendere l’uomo dal male. Tutta la poesia del Pascoli è composta sul tema del male e dalla famiglia. A differenza dell’uccello però, l’uomo è consapevole di quello che sta accadendo e per questo nei suoi occhi vi è il grido che però non riuscì ad emettere. È possibile poi individuare alcune allusioni cristologiche: ▪ Le spine. La rondine cade tra le spine; quest’ultime rimandano alla corona di spine di Cristo. ▪ Il Perdono. Il padre poco prima di morire perdona i suoi uccisori, così come Cristo fece in croce. ▪ La X. Presente nel titolo, rimanda alla croce. ➔ La morte del padre viene vista come un sacrificio di sé. Tuttavia qua questo sacrificio non può essere vito in chiave cristiana, ma solo spiritualista, poiché non emerge quella che è l’idea di salvezza. Nella poesia vi è un parallelismo sia a livello formale che del contenuto.
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