Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Giovanni pascoli. Vita e opere di Giovanni Pascoli per scuola superiore, Schemi e mappe concettuali di Lingue e letterature classiche

Vita e opere di Giovanni pascoli

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 04/11/2023

domenica-miranti
domenica-miranti 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni pascoli. Vita e opere di Giovanni Pascoli per scuola superiore e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI 1855-1912 Giovanni Pascoli nasce il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, da una famiglia di piccola borghesia rurale, di condizioni abbastanza agiate e tipicamente patriarcale. 4 di 10 figli, venne ben presto a contatto con la morte e il dolore. Fu infatti la morte del padre, il 10 agosto 1867, a stravolgergli completamente la vita, il quale di ritorno a casa dal mercato venne ucciso, probabilmente da un suo rivale lavorativo. Non venne però mai trovato l’assassino. La morte del padre lasciò grandi problemi economici alla famiglia, tanto che si dovettero trasferire per poter trovare modo di fronteggiare questa crisi. Al lutto del padre, Ruggero, seguirono, in un breve lasso di tempo, quello della madre, della sorella maggiore, del fratello luigi e di giacomo (nel giro di 8 anni). Giovanni intraprende, insieme agli appena citati fratelli, gli studi nel collegio degli Scolopi, dove riceve una rigorosa formazione classica, che si porrà alla base della sua cultura. A causa della difficoltà economiche dovette però abbandonare tale collegio, ma, grazie alla generosità di un suo professore, proseguì gli studi a Firenze. Nel 1873 ottiene una borsa di studio presso l’università di Bologna, nella facoltà di lettere. Negli ultimi anni universitari, subisce l’influenza dell’ideologia socialista nascente. Parteciperà a numerose manifestazioni, fin quando venne arrestato per alcuni mesi nel 1879 e decise di distaccarsi dalla politica militante, restando però fedele ai suoi ideali. Si laurea nel 1882 e subito inizia la carriera di insegnate liceale a Matera e poi a Massa. Qui chiamerà a vivere con se le due sorelle, Ida e Mariù, con l’intendo di ricostruire quel nido famigliare troppe volte disintegrato. Si spostarono poi a Livorno fino al 1895. IL NIDO L’attaccamento morboso al nido famigliare, denota particolarmente la fragilità della sua struttura psicologica che, a causa dei numerosi traumi infantili, cerca all’interno delle mura familiari la sicurezza e la protezione dal mondo esterno, appartenente cupo e minaccioso. Si chiude perciò in questo nido, dove aleggiano continuamente le figure dei suoi familiari defunti, non creando alcun tipo di rapporto con il mondo oltre il proprio rifugio. Pascoli non intrattiene, durante tutta la sua vita, nessun rapporto con l’altro, che sia donna o uomo. Lui ha la necessità di creare un nido proprio vero, in cui essere padre e marito, ma il ricordo della sua infanzia distrutta gli impedisce di portare aventi questo suo sogno, per la paura che possa tutto ripersi e che possa soffrire ulteriormente. La vita amorosa per lui ha un fascino torbido. L’esigenze affettive del poeta vengono colmate dal rapporto che esso ha con le sorelle, le quali assumono un ruolo, inconsciamente, materno (e viceversa lui, per loro, quello paterno). E perciò che a seguito del matrimonio di Ida, lui la vive come un tradimento, tanto da cadere in uno stato di depressione (lo stesso accadde quando doveva sposare una cugina, ma rinunciò per non abbandonare la sorella). L’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO E LA POESIA Dopo il matrimonio della sorella Pascoli preso in affitto una casa a Castelvecchio di Barga. Qui, con la fedele sorella Mariu, trascorse lunghi periodi, lontano dalla vita cittadina che detestava e di cui aveva orrore, a contatto con il mondo della campagna che ai suoi occhi costituiva un eden di serenità e pace. Questo può sembrare una vita esteriormente serena, ma in realtà era turbata nell'intimo da oscure angosce e paure. Soprattutto angosce per la presenza ossessiva della morte. Intanto Pascoli aveva ottenuto la cattedra di grammatica greca e latina all'università di Bologna, poi di letteratura latina all'Università di Messina, dove insegno fino al 1903. Passo quindi a Pisa, più vicino al suo rifugio di Castelvecchio, e nel 1905 subentrò al suo maestro Carducci nella cattedra di letteratura italiana a Bologna. Per quanto riguarda le poesie, all'inizio degli anni 90 aveva pubblicato la prima raccolta di liriche, Myricae. Poi uscirono vari poemetti, i canti di Castelvecchio, i poemi conviviali. La sua fama di poeta si allargava e consolidava. Per ben 12 anni vinse la medaglia d'oro al concorso di poesia latina di Amsterdam. Negli ultimi anni vuole gareggiare con il maestro Carducci e col fratello minore maggiore D'Annunzio nella funzione di poeta civile, date dei destini della patria celebratore delle sue glorie, con una serie di componimenti raccolti nodi e inni, poemi del Risorgimento, poemi italici, canzone di re Enzio. Oltre che con le sue poesie Pascoli aspetta a questo suo compito con una serie di discorsi pubblici. Il poeta però era ormai minato dal male, un cancro allo stomaco. Si trasferì a Bologna per le cure, ma si spense poco dopo, il 6 aprile 1912. GIOVANNI PASCOLI 1855-1912 LA VISIONE DEL MONDO La formazione di Pascoli fu essenzialmente positivistica. Ciò è possibile notalo nell'ossessiva precisione con cui, nei suoi versi, egli usa la nomenclatura ornitologica e botanica, ed impianto positivistico sono spesso le fonti da cui trae le osservazioni sulla vita degli uccelli. Ma in pascoli si riflette quella crisi della scienza che caratterizza la cultura di fine secolo, segnata dall'esaurirsi del positivismo e dall'affermarsi di tendenze spiritualistiche e idealistiche. In pascoli stesso sorgerà una sfiducia nella scienza come strumento di conoscenza e di orientamento del mondo: come per tanti della sua epoca che vivono la stessa crisi, anche per lui, aldilà dei confini limitati raggiunti dall'indagine scientifica, si apre l'ignoto, il mistero, l'inconoscibile, verso cui l'anima si protende ansiosa, tende a capire cosa via in quel luogo sconosciuto. Di Dio viene lui nostalgia ma il possesso.il fascino su di lui esercitato dal cristianesimo non attinge mai la sfera teologica, della verità rivelata, ma resta nei limiti del messaggio morale di fraternità e mansuetudine evangelistica. Il mondo, nella visione pascoliane, appare frantumato, disgregato. Nei suoi testi è possibile scorgere tale situazione, soprattutto attraverso i numerosi simboli da lui adoperati. I SIMBOLI Gli oggetti materiali hanno un rilievo molto importante nella poesia pascoliane, ma ciò non significa affatto che vi sia in essa un'adesione di tipo veristico all'oggettività del dato: i particolari fisici, sensibili sono filtrati attraverso la peculiare visione soggettiva del poeta e in tal modo si caricano di valenze allusive e simboliche, rimandando sempre a qualcosa che è aldilà di essi, all'ignoto di cui sono come messaggi misteriosi e affascinanti. Perciò, data questa soggettivazione del reale si accosta una percezione visionaria e quasi onirica della realtà: il mondo e allora visto attraverso il velo del sogno e perde ogni consistenza oggettiva, le cose sfumano le une nelle altre, in un gioco di metamorfosi tra apparenze labili e illusorie. La conoscenza del mondo avviene perciò tramite strumenti interpretativi non razionali, che trasportano di colpo senza accorgersene nel cuore profondo della realtà. Tra io e mondo esterno, tra soggetto e oggetto non sussiste quindi per pascoli per distinzione. La sfera dell'io si confonde con quella della realtà oggettiva, le cose acquistano una fisionomia antropomorfizzato, si caricano di significati umani. Come si vede, la visione del mondo pascoliane con Luca buon diritto entro le coordinate della cultura decadente presenta cospicue affinità, aldilà delle difformità di tono, con la visione dannunziana. GIOVANNI PASCOLI, LA POETICA DEL FANCIULLINO Giovanni Pascoli, nelle celebri pagine del Fanciullino (1897), ha teorizzato la sua poetica, intimamente connessa al Decadentismo. Sono gli stessi anni in cui D’Annunzio ha elaborato il mito del «superuomo». Il titolo Fanciullino deriva da un passo del Fedone di Platone: Cebes Tebano, pensando alla morte di Socrate che stava per bere la cicuta, si mette a piangere. Socrate lo rimprovera per quel pianto e Cebes si scusa dicendo che non è lui che piange ma il fanciullino che è in lui. Il punto di partenza della riflessione del Pascoli è l’idea della presenza della morte nella vita dell’uomo. L’unica consolazione è la poesia che permette di partecipare alla vita. Il poeta in un certo senso sottrae le cose al destino di vanificazione e le restituisce alla vita. Se tutto nella storia si dissolve la poesia è in grado di percepire la vita segreta delle cose e in un certo senso riportarle alla vita. Il poeta ha quindi il compito di sottrarre quanto più può alla morte e la poesia è un dono sacro. 
 
 Natura irrazionale e intuitiva della poesia: il poeta è quel fanciullino presente in un cantuccio dell’anima di ognuno di noi. Un fanciullino che rimane piccolo anche quando noi cresciamo e arrugginiamo la voce, anche quando nell’età più matura siamo occupati a litigare e a perorare la causa della nostra vita e meno siamo disposti a badare a quell’angolo d’anima. Esso arriva alla verità non attraverso il ragionamento ma in modo intuitivo ed irrazionale, guardando tutte le cose con stupore, con aurorale meraviglia, come fosse la prima volta. Anche la poesia deve essere spontanea e intuitiva, come intuitivo è appunto il modo di conoscere e di giudicare dei fanciulli. Da tutto ciò deriva un rifiuto della ragione e un riconosciuto fallimento del Positivismo. 
 
 
 
 Potere analogico e suggestivo della poesia: se il poeta-fanciullo arriva alla verità in maniera
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved