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Giovanni Pascoli - vita e opere, Appunti di Italiano

Biografia Giovanni Pascoli. Opere e analisi

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 24/02/2023

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chiara-serafino-4 🇮🇹

4

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12 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli - vita e opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI Nasce a San Mauro di Romagna nel 1855. La sua famiglia appartiene alla piccola borghesia rurale. Nel 1862 inizia gli studi presso i padri Scolopi di Urbino, dove riceve una formazione classica. Il 10 agosto 1867 il padre viene ucciso da alcuni sicari. L’anno seguente vengono a mancare anche la madre e la sorella Margherita. Essendo orfano, si trasferisce a San Mauro e successivamente a Rimini, dove il fratello maggiore aveva trovato lavoro. Nel 1871 muore anche il fratello Luigi e lui riprende gli studi liceali a Firenze, concludendoli due anni più tardi con qualche difficoltà. Nel 1873 vince una borsa di studio e si iscrive alla facoltà di lettere dell’università di Bologna, dove diventa allievo di Carducci. In questi anni frequenta ambienti socialisti studenteschi e si dedica alla militanza politica per difendere i diritti dei lavoratori. Partecipa a numerose manifestazioni contro il governo e per questo motivo perde il sussidio che gli permetteva di portare avanti i suoi studi. Nel 1878 è incarcerato per alcuni mesi, questo lo porta ad abbandonare la politica per dedicarsi nuovamente agli studi che aveva interrotto. Nel 1882 si laurea con una tesi sull’antico poeta lirico Alceo e poco dopo inizia ad insegnare latino e greco nei licei. In questi anni mantiene un legame forte con le sorelle Ida e Mariù che lo seguono nei suoi spostamenti e vivono con lui, con il tentativo di ricostruire il nido famigliare. Nel 1891 pubblica Myricae, verrà ampliata nelle successive edizioni. 1895 > si sposa la sorella Ida. Questo avvenimento genera turbamento nel poeta. Si trasferisce con la sorella Mariù a Lucca. 1895 > diventa docente universitario ottenendo la cattedra di grammatica greca e latina all’università di Bologna 1897 > grazie ai premi ottenuti al concorso di poesia latina ad Amsterdam, diventa professore ordinario all’università di Messina e poi a partire dal 1903 a Pisa. 1897 > esce il Fanciullino. 1897 – 1904 > pubblica i Poemetti, i Canti di Castelvecchio e i poemi conviviali 1905> torna a Bologna per ricoprire la cattedra di Letteratura italiana Seguendo le orme di D’Annunzio e Carducci, assume il ruolo di poeta ufficiale e celebra le glorie della patria. 1911 > esalta l’impresa coloniale in Libia nel discorso “la grande proletaria si è mossa” Muore il 6 aprile 1912 a Bologna La poesia simbolista di Pascoli parte da un oggetto, da un suono e da lì trae spunto per dire molto di più. L’oggetto va a revocare molto oltre. È una personalità tutta italiana, è vincolato da un forte senso di patriottismo. Muore nel 1912 e non vive l’esperienza della guerra. Le opere rappresentano i suoi passaggi biografici. Nido: luogo protetto dove nasci e cresci. Partendo da questa immagine rielabora una tesi filosofica per spiegare il significato di protezione. Il poeta è colui che è capace di far emerger la voce spontanea del bambino finché non è soffocato dalla vita adulta, dal progresso e dai ragionamenti materiali. IL FANCIULLINO È un saggio filosofico, pubblicato nel 1897. Esce a puntate sulla rivista “il Marzocco”. Nella forma definitiva è un testo diviso in 20 capitoli, in cui Pascoli espone la sua poetica e le sue idee su cosa sia la poesia e i compiti del poeta. Pascoli procede argomentando attraverso immagini simboliche, delineando una concezione della poesia come attività non razionale, che nasce dalla fantasia e dall’immaginazione. Il fanciullino è presente in tutti gli uomini, anche quando diventano adulti. In sé il fanciullino non muore. Secondo Pascoli in ogni uomo c’è un fanciullino in grado di commuoversi, provare nuove emozioni e sensazioni, di volare con la fantasia, sognare ad occhi aperti, con la capacità di parlare con la natura, nella spontaneità propria dell’animo. Questa capacità è molto attiva nell’infanzia che poi però si perde nel condizionamento dell’età adulta. Sta all’uomo mantenere vivo il fanciullino che è la voce dell’anima. Diventa la metafora del sentimento poetico. Il poeta è colui che è in grado di esprimere i sentimenti del fanciullino. L’uomo che schiaccia il fanciullino è un adulto triste, condizionato socialmente. È più una capacità di intuire quasi più che di ragionare. La poesia è in grado di smuovere i sentimenti più profondi e puri. Ha un grandissimo valore sociale e umano. È pura e rifiuta di essere soggetta a condizioni esterne, sociali o politiche. La poesia non può lasciarsi contaminare. Dice che il poeta, come il fanciullo, è in grado di “rendere grandi le piccole cose e piccole le grandi.” Il bambino si stupisce davanti a cose minime, come il sole, i fiori, le formiche, coglie tutti i dettagli delle cose, dall’altra parte rimpicciolisce i grandi problemi come i grandi mali e le grandi sofferenze, il dolore e la fatica. Riesce grazie alla sua semplicità d’animo, non ha un condizionamento di pessimismo intorno e riesce a rimpicciolire i grandi problemi. Per pascoli la realtà non conta tanto in sé ma come realtà oggettiva, conta come l’uomo riesce a vederla e sentirla dentro. Le cose non si capiscono con il ragionamento, ma immedesimandosi in esse (realtà soggettiva). L’immedesimazione dà la comprensione della realtà. Il saggio del fanciullino riassume tutta la sua poetica. Il suo ragionamento filosofico lo matura durante l’età del socialismo in Italia. De Amicis, Cuore > racconta la storia di un paesino, di una scuola e della vita di tutti i giorni dove emergono le diverse classi sociali, lo sviluppo politico.
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