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Giovanni Pascoli: La Vita - Biografia e Poesia di un Gran Decadentista e Simbolista, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Biografia di Giovanni Pascoli, poeta decadentista e simbolista italiano. Nato in una famiglia modesta di San Mauro di Romagna, subì una tragedia che lo costrinse a lasciare il collegio e a terminare il liceo a Firenze. Si laureò all'Università di Bologna e iniziò la carriera da professore. Nel 1891 pubblicò la sua prima raccolta poetica, Myricae, e vinse per tre anni consecutivi la medaglia d'oro al concorso di poesia latina di Amsterdam. Nel 1891 morì a Bologna per un cancro allo stomaco. La sua ideologia era basata sulla poesia come strumento di conoscenza del mondo, la solidarietà e il socialismo umanitario. Il linguaggio di Pascoli è di tipo analogico e si ispira alla vita rurale.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 21/10/2021

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Scarica Giovanni Pascoli: La Vita - Biografia e Poesia di un Gran Decadentista e Simbolista e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI LA VITA Giovanni Pascoli nacque il 31 Dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, da una famiglia della piccola borghesia rurale, il padre era amministratore di una grande azienda agricola di un Principenm. Giovanni era il quarto di dieci figli, una famiglia numerosa che rimase sconvolta da una tragedia il 10 Agosto 1867 quando il padre ( Ruggero Pascoli ) fu ucciso a fucilate da qualcuno che voleva prendere il suo posto di lavoro. | responsabili del delitto non furono mai trovati, sia per l'omertà delle persone che per l'inefficacia delle indagini e la morte del padre portò inoltre gravi difficoltà economiche alla famiglia. A questo lutto se ne aggiunsero molti altri: morì la madre e la sorella maggiore, il fratello Luigi e il fratello Giacomo. Nel 1862 era entrato nel collegio degli Scolopi di Urbino, dove ebbe una formazione classica (latino e greco). Per via delle sue condizioni economiche dovette lasciare il collegio ma grazie alla generosità di uno dei suoi professori, potè terminare il liceo a Firenze. Ottenne una borsa di studio preso l'Università di Bologna dove frequentò la Facoltà di Lettere. In questi anni pascolì sviluppò un'ideologia socialistica (contro il capitalismo) e partecipò a diverse manifestazioni contro il governo fino a quando fu arrestato e costretto a distaccarsi dalla politica militante. Nel 1882 si laureò e iniziò la carriera da professore liceale a Matera e poi a Massa, dove si trasferì con le sorelle Ida e Maria (Mariù) per ricostruire quell'ideale di nido familiare distrutto dai lutti passati. Qualche anno dopo si trasferì a Livorno e vi rimase fino al 1895, dopodiché nel ottenne la cattedra di Grammatica greca e latina all'Università di Bologna e negli anni successivi si spostò in varie città come Messina, Pisa e di nuovo Bologna. Nel 1891 pubblicò Myricae (Merici-Tamerici), poi i Canti di Castelvecchio, i Poemi conviviali e vinse per tre anni coonsecutivi la medaglia d'oro al concorso di poesia latina di Amsterdam. Negli ultimi anni gareggiò con il maestro Carducci e con D'Annunzio nella funzione di poeta civile, "vate", ossia il poeta che guida la nazione e celebra le sue glorie tenendo diversi discorsi pubblici, come "La Grande Proletaria Si E' Mossa", scritto e letto in Parlamento in occasione della spedizione in Libia per convincere gli italiani del fatto che fosse una guerra utile al Paese. Nel 1912 morì a Bologna per un cancro allo stomaco. IDEOLOGIA DELL'AUTORE Pascoli apparteneva alla corrente decadentista, più precisamente simbolista, caratterizzata dal rifiuto del positivismo e quindi nei confronti della scienza. Secondo lui solo la poesia è lo strumento di conoscenza del mondo, con cui è possibile scoprire gli aspetti più misteriosi delle cose ed esplorare l'ignoto. Aveva una visione negativa della società industriale perchè ha creato il divario tra le classi sociali e quindi si avvicinò al mondo rurale, della campagna. Era fedele ai valori della famiglia e della laboriosità (i contadini in Arano), e alla solidarietà, infatti la sua ideologia politica era il socialismo umanitario. Secondo lui si possono risolvere i conflitti di classe solamente se gli uomini diventano solidali tra di loro eliminando la competizione. Utilizzava lo stile del procedimento analogico, in cui il poeta riesce a trovare i nessi logici, cioè le corrispondenze, tra due termini o concetti che sono estremamente lontani tra di loro. Utilizzava inoltre effetti fonici, alliterazioni, assonanze, cononanze, onomatopee (riproduce il suono di oggetti, animali, rumori come il verbo frusciare). Secondo l'autore la poesia è solo poesia, non è sociale, politica o religiosa, è concepita come conoscenza pre logica, irrazionale, ed immaginosa e può migliorare l'uomo dal punto di vista della bontà, da qui il termine poesia pura. LINGUAGGIO Il linguaggio di Pascoli è di tipo analogico e si ispira alla vita rurale, agreste, con l'utilizzo di parole semplici ed immagini che vengono descritte tramite l'uso di sinestesie, alliterazioni, onomatopee: lui riesce a trovare dei sensi logici (corrispondenze e analogie) tra termini e concetti lontani tra loro. Nel linguaggio dell'autore è presente l'annullamento dei legami "un atomo opaco del male", opaco perchè brilla di luce riflessa dal sole, e come la terra è refrattaria alla luce, così gli uomini in terra sono refrattari al bene. TRIADE TEMPORALE, LAMPO, TUONO ® TEMPORALE: La poesia inizia con un'onomatopea dicendo che si sente un rumore lontano e l'orizzonte verso il mare sembra infuocato per via dei lampi, mentre verso i monti si vedono delle nuvole temporaesche e nel resto del cielo si vedono nubi chiare. Tra il cielo scuro il poeta intravede una casa bianca e con un'analogia la paragona ad un'ala di gabbiano ® LAMPO: La poesia spiega con dati visivi come la tera viene sconvolta dal temporale con l'utilizzo del climax (ingombro, tragico, disfatto); inizia dicendo che il chiarore del lampo illumina il cielo e la terra, mostrandoli sconvolti dalla tempesta ed impersonficando la terra la descrive affannosa, buia, in fermento e fa lo stesso con il cielo. Ad un tratto, si intravede una casa che sparì subito dopo e la paragona ad un occhio che si apre e si chiude nel buio. ® TUONO: La poesia inizia dicendo che nella notte buia, all'improvviso si sente un rumore fortissimo e lo paragona ad una frana di un dirupo, utilizza un'allittrazione per descrivere il suono che fece (rimbombò, rimbalzò, rotolò). Poi il silenzio, e poco dopo si sente il canto di una madre che culla il figlio per tranquillizzarlo. I CANTI DI CASTELVECCHIO In questa seconda raccolta poetica pubblicata nel 1903 in cui sono comprese poesie che l'autore aveva già scritto in passato e comparse su varie riviste, prende il nome dal luogo in cui l'autore ha vissuto con le sorelle, che si trova in provincia di Lucca. Pascoli presenta questa raccolta come una prosecuzione di Myricae, ma si aggiunge un nuovo tema: l'Eros (l'amore), mai avuto perchè temuto e represso. Pascoli infatti nutriva il desiderio di creare una famiglia sua in cui fare il padre e il marito, ma il ricordo del "nido" infantile spezzato gli impedì di realizzarlo. Ai suoi occhi la vita amorosa era un qualcosa di misterioso, da osservare con timore. Quando la sorella Ida decise di sposarsi, il poeta lo vide come un tradimento ed ebbe una reazione spropositata, quasi patologica, che evidenziò il suo carattere morboso e tormentato che si cela dietro la sua apparente innocenza fanciullesca. POESIE ALL'INTERNO DE | CANTI DI CASTELVECCHIO — IL GELSOMINO NOTTURNO: Questa poesia ha come temi il rito della fecondazione ed il suo mistero, il nido e la compenetrazione tra la vita e la morte. E' stata scritta in occasione delle nozze di un amico di Pascoli, infatti c'è un'analogia tra le nozze e la fecondazione del fiore. La poesia inizia con un riferimento al ricordo dei cari defunti che torna alla mente del poeta durante la sera, perchè non si sentono più gli uccelli cantare, e paragonando le anime dei defunti alle farfalle crepuscolari. Successivamente dice di sentire le voci bisbigliare in una casa dove c'è la luce accesa, e paragona i piccoli uccelli che dormono protetti dall'ala dei genitori nei nidi con gli occhi che sono protetti dalle ciglia. Utilizza poi una sinestesia "l'odore di fragole rosse" e fa un nuovo riferimento alle tempo dei cari defunti, dopodichè racconta di un'ape in ritardo che non trova celle libere e si aggira intorno al suo alveare. Tramite l'uso della sinestesia collega la costellazione "Chioccetta" ad una chioccia seguita dai propri pulcini, ed il loro pigolio viene paragonato al brillare delle stelle. Per tutta la notte si sente l'odore dei gelsomini e si vede la luce della casa passare dal piano di sotto a quello di sopra per poi spegnersi. Adesso è mattina e i petali dei fiori si chiudono, mentre nel grembo materno che il poeta chiama "urna molle e segreta" si sta creando la vita a seguito della fecondazione, paragonata all'impollinatura dei fiori. IL FANCIULLINO Saggio composto nel 1896 e completato nel 1903, è una sorta di dialogo interiore tra il poeta e la sua anima di fanciullino che sopravvive accanto a quella dell'uomo adulto e maturo. Il fanciullo è colui che vede ancora le cose e si stupisce, le cose grandi le vede piccole e viceversa ed ha quindi una prospettiva rovesciata della realtà. In ogni uomo c'è un fanciullo pieno di immaginazione, capace di comunicare con la natura e commuoversi, sperimentare sensazioni ed emozioni nuove, però con la crescita viene soffocato ed ignorato: soltanto il poeta riesce a farlo emergere. Secondo Pascoli la condizione di fanciullo non è anagrafica, non corrisponde all'età, ma è una condizione interiore che rappresenta la natura pura, ingenua, candida ed innocente che sa percepire ciò che gli adulti non comprendono più. Le voci segrete della natura lo commuovono, lui riesce a penetrare nel segreto delle cose e sa esprimersi in modo intuitivo e irrazionale con parole semplici e spontanee, perciò il fanciullino corrisponde con il vero poeta perchè coglie e svela le misteriose analogie e corrispondenze tra le cose e ha mantenuto l'infantile capacità di meravegliarsi ed intuire, piuttosto che ragionare. E' quindi in grado di guardare la realtà con stupore ed entusiasmo, di percepire il lato bello e commovente di ogni situazione e di oltrepassare le apparenze comuni.
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