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Giovanni Pascoli - vita, il nido, le opere., Appunti di Italiano

Giovanni Pascoli - la vita, il nido, la sua visione del mondo e la poetica. Opere: "Myricae" trama e temi; "Lavandare" trama, analisi breve e simbolismi, temi; "X Agosto" tema e parole chiavi, stile; "Temporale" analisi, temi e simbolismi; "Il Fanciullino" temi chiavi, poetica.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 16/05/2023

eleonora-roncara
eleonora-roncara 🇮🇹

2 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli - vita, il nido, le opere. e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI - vita Pascoli nasce il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, in una famiglia della piccola borghesia rurale. Il padre era fattore della tenuta della Torre di proprietà dei principi di Torlonia, era una tipica famiglia patriarcale molto numerosa, egli era il quarto di dieci figli, era molto legato soprattutto alle sorelle. La vita di Pascoli sarà massacrata da una tragedia destinata a segnare profondamente il poeta, mentre tornava a casa dal mercato di Cesena il padre fu ucciso a fucilate perchè essendo benestante . La morte del padre creò dicoltà economiche alla famiglia che dovette trasferirsi a Rimini dove il figlio maggiore Giacomo aveva trovato lavoro assumendo il ruolo paterno. Tutto nel giro di pochi anni, ne seguirono altri: prima la madre, poi la sorella maggiore, successivamente il fratello Luigi e nel 1876 anche Giacomo. Tutte queste perdite Giovanni Pascoli decide di rifugiarsi nella sua famiglia che chiamerà poi “nido” avendo paura dei rapporti umani e aettivi infatti non abbiamo nessun dato certo sul rapporti con donne. Dal 1862 Giovanni con i fratelli nel collegio degli scolopi ad Urbino dove ricevette una formazione rigorosamente classica che costituì la base della sua cultura, dovette poi lasciare il collegio ma proseguì comunque i suoi studi a Firenze dove terminò il liceo, proseguì gli studi a Rimini e a Bologna, poi vinse una borsa di studio nelle università in più sarà anche Carducci, in questa università riesce anche a creare qualche legame con alcuni scrittori e si avvicina sempre di più alla politica partecipando anche ad una protesta contro il Ministro dell'Istruzione di allora. Dopo i 3 mesi passati in prigione per aver collaborato contro il tentato omicidio del Re Umberto I ebbe un'altra condanna. Vinse poi una cattedra a Matera poi a Massa dove si avvicinò alle sorelle. Scrisse anche in latino, perciò vinse anche un premio ad Amsterdam. Vinse anche una cattedra di retorica, di latino e greco che era tra l'altro quella di Carducci a Bologna, ottenne poi un'altra cattedra all'ateneo di Bologna e riuscì a risolvere i suoi problemi economici. Compra una casa a Castelvecchio a Lucca per poi morire nel 1912. - il nido La chiusura nel nido familiare e l'attaccamento morboso alle sorelle rivelano la fragilità della struttura psicologica di Pascoli. Vedremo poi in lui lo struggente desiderio di un vero nido, in cui esercitare un'autentica funzione di padre, ma il legame ossessivo con il nido infantile spezzato gli rende impossibile la realizzazione del sogno. La vita amorosa ai suoi occhi ha un fascino torbido, è qualcosa di proibito e di misterioso, da contemplare da lontano, con palpiti e tremori. -PROBLEMI FAMILIARI (ebbe un atteggiamento difensivo nei confronti del mondo per questo si rifugia nel suo nido). -POLITICA (non è coerente, passa da idee socialiste, a idee anarchiche e a idee nazionaliste). -GRANDE STUDIOSO (critico attento e colto) VISIONE DEL MONDO La formazione di Pascoli fu essenzialmente positivistica dato il clima culturale che dominava negli anni in cui egli compì i suoi studi liceali ed universitari. In Pascoli si riflette quella crisi della scienza che caratterizza la cultura di fine secolo, segnata dall'esaurirsi del positivismo ed dall'aermarsi di tendenze spiritualistiche e idealistiche. Il mondo nella visione pascoliana appare frantumato e disgregato. POETICA In questo quadro culturale si colloca la concezione della poesia pura per Pascoli, infatti la poesia non deve avere fini pratici. Il poeta non si propone obiettivi civili morali o pedagogici, tuttavia la poesia, proprio in quanto poesia pura, assolutamente spontanea e disinteressata, può ottenere eetti di utilità morale e sociale (ad esempio nel fanciullino è implicito un messaggio sociale, che invita alla Fratellanza di tutti gli uomini al di là della classe e dalla nazione che li separano e li contrappongono gli uni agli altri). MYRICAE È una raccolta composta di 156 componimenti,prevalentemente molto brevi. Pascoli dedica la sua raccolta di poesie proprio ad una pianta umile e semplice perché vuole dare spazio alla descrizione delle piccole cose di campagna. IL FANCIULLINO Nelle prime pagine è racchiusa tutta la poetica di Pascoli, vengono enunciati i passaggi principali e può definirsi il manifesto del Pascoli. Secondo Pascoli, la poesia non è invenzione, ma scoperta, perché essa si trova nelle cose stesse e in esse bisogna saper vedere: questo lo può fare solo chi guarda le cose in maniera pura, con occhio puro, come se le vedesse per la prima volta. Questo modo di guardare è proprio del bambino, del fanciullo e quindi il poeta deve ricordare e ripetere le impressioni che provò da bambino. La poesia per Pascoli deve dare ad ogni cosa il suo nome, come fanno i bambini. La poesia deve essere spontanea, intuitiva, cioè senza sovrastrutture culturali, proprio come la concezione del mondo che ci formiamo nell’infanzia, dove non si hanno sovrastrutture culturali. Ecco che la poesia conduce ad abolire l’odio, a sentirsi tutti fratelli, ad accontentarsi di poco, proprio come fanno i bambini. È ovvio che in questa concezione c’è anche un certo umanitarismo e francescanesimo di Pascoli, anche se non approdò mai alla fede cristiana totalmente (si trattava di umanità e solidarietà). - Poetica: Così l’infanzia si identifica con la poesia e all’infanzia del mondo corrisponde la sua concezione evangelica e umanitaria. In questo modo, Pascoli coglie un tratto reale della condizione dell’uomo moderno: il desiderio di un uomo che sfugge alle contraddizioni della società contemporanea per aver un mondo innocente in cui non si sentano le violenze e le lotte e contrasti che ci sono nel mondo moderno. In questo saggio Pascoli enuncia le linee importanti della sua poetica e quindi la poesia è libera spontanea immaginazione al di fuori e lontana di qualsiasi schema razionale. Il tema principale è il poeta, inteso come colui che dà voce al fanciullino che è in noi. Altro punto fondamentale è la semplicità e la purezza dello spirito poetico: all’interno di ogni uomo vive un fanciullino, che grazie alla sua innocenza e sensibilità incorrotta è capace di penetrare nel cuore delle cose e di scorgerne il senso profondo. La vera poesia è espressione di questo fanciullino che è in noi. Chiunque riesca a conservarsi fanciullo, dice Pascoli, può: → guardare la realtà circostante con stupore ed entusiasmo; → percepire così il lato bello e commovente di ogni situazione; → oltrepassare, con la fantasia, le apparenze comuni e banali. In altre parole, il fanciullino è colui che sa osservare poeticamente il mondo: le sue facoltà sono le stesse del sentimento poetico. Infatti, nell'ottica di Pascoli, il poeta è precisamente colui che, come i fanciulli, ha mantenuto l'infantile capacità di meravigliarsi e di intuire, piuttosto che di ragionare.
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