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Giovanni Pascoli - vita, opere e pensiero, Appunti di Italiano

La vita di Giovanni Pascoli, poeta italiano del XIX secolo, segnato dai lutti familiari e dalla militanza politica. Si descrive il suo percorso di studi, la frequentazione di Carducci e l'avvicinamento al socialismo. Si parla anche della sua produzione poetica e della sua carriera di insegnamento. Il testo fornisce un quadro completo della figura di Pascoli, sia dal punto di vista personale che artistico.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 02/08/2022

francescagioria
francescagioria 🇮🇹

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Pascoli - vita, opere e pensiero e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI In questo periodo presenza in italia di due autori: Pascoli e d'Annunzio. Pascoli è maggiormente segnato dai dolori della vita ed è più intimo rispetto a d'Annunzio. Serie di lutti durante la vita che mai riuscì a elaborare e la poesia risente elaborazione del lutto. Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna. E’ il quarto di dieci figli. Il padre Ruggero lavorava per la famiglia dei Torlonia in qualità di amministratore. Era un lavoro importante: - economicamente: infatti vivevano dignitosamente - ruolo sociale: godevano di una certa importanza perchè ruolo di Ruggero era riconosciuto dalla società Madre veniva da un piccolo paesino e aveva il ruolo della matriarca che doveva gestire figli. Il ruolo di Ruggero veniva invidiato dai compaesani, la maggior parte dei quali si occupava di agricoltura. Giovanni a 7 anni viene allontanato dalla famiglia, con l’intento paterno di costruire solida educazione (soprattutto per figli maschi). Viene mandato a Urbino nel collegio dei frati Scolopi, perché padre aveva notato nel figlio attenzione particolare per la letteratura antica e questo era luogo adatto perché era rinomato per l'insegnamento della cultura classica (latino e greco). Pascoli si affeziona alla traduzione in greco e latino. Purtroppo quando ha poco più di 12 anni, il 10 agosto 1867 padre viene ucciso: esce per sbrigare affari e il carro che lo trasportava torna a casa con il cadavere del padre. Le motivazioni omicidio non sono completamente chiarite, ma probabilmente venne ucciso per invidia da qualcuno che voleva prenderre il suo posto come amministratore. Situazione diventa terribile per tutta famiglia. In realtà motivazione omicidio non era stata chiarita, ma si sapeva chi era stato ad ucciderlo. Paese iniziò a provare una sorta di lealtà nei confronti del mandante dell'assasinio, ma nessuno pagò per questa morte. Nell'arco di 4 anni (1867-1871) soffre altri lutti: sorella Margherita muore di tifo, madre muore di dolore, muore un altro fratello per emorragia cerebrale. Oltre al dolore, ci fu anche mutamento condizioni socio-economiche della famiglia. La morte dei due genitori e la perdita della rispettabilità fecero sì che Pascoli prese su di sé carico della gestione familiare, soprattutto dei fratelli più piccoli. Lascia collegio sia per problemi economici sia perché fratello maggiore Giacomo decise di riunire la famiglia e di spostarla a Rimini,dove speravano di migliorare le condizioni di vita. Pascoli finisce liceo a Firenze, ma la scuola pubblica non gli piace come ambiente. Inizia a manifestare desiderio di stare solo insieme alla famiglia, di isolarsi dai coetanei e volontà di costruirsi una propria identità al di là di quella che era la realtà. Quando finisce gli studi liceali, torna a San Mauro di Romagna dove i fratelli si erano già spostati tranne due sorelle: Ida e Maria che erano state mandate in convento. Loro due hanno peso decisivo nella vita di Pascoli, saranno sue compagne e suo sostegno per tutta la vita. Lui non si sposerà mai e loro due sono la famiglia che voleva costruirsi. Si iscrive alla facoltà di lettere a Bologna e ha la possibilità di conoscere Carducci, come professore universitario, che in quel momento era modello per eccellenza di una cultura importante. Bologna all'epoca era il cuore di tutto l'insieme di letterati umanisti più importanti. Frequentando questa facoltà conosce sia parte antica che moderna della letteratura. Gli studi gli permettono di approfondire soprattutto la poesia, che si rivela essere da subito la sua maestra di vita. Il poter frequentare questi letterati a Bologna, gli apre la via della comprensione politica. Bologna era cuore della diffusione idee socialiste e qui Pascoli si avvicina al socialismo, partecipa alle riunioni del partito socialista e diventa uno dei modelli della diffusione del socialismo. Si può parlare di vera e propria militanza politica di Pascoli in questo periodo. Gli era stata attribuita borsa di studio per meriti scolastici, ma gli viene tolta per atteggiamenti troppo politici. Viene accusato di aver fischiato durante la visita del ministro dell'istruzione in università e quindi i meriti scolastici non sono più abbastanza. In questo momento prova anche altro dolore: morte per tifo del fratello maggiore Giacomo che gli era sempre stato vicino e lo aveva sempre sostenuto. Per questo non può più iscriversi all'università. Si iscrive però come libero uditore in università per ascoltare lezioni ma senza ricevere alla fine del percorso un diploma. Frequenta soprattutto lezioni di Carducci, il quale lo riconosce come suo epigono. Pascoli inizia a scrivere e far circolare i suoi primi abbozzi poesie e inizia a fare giornalista. Questi abbozzi sono già la testimonianza di un io portante moto forte, segnato dal continuo confronto tra Europa e mondo classico. Ha la capacità di fare da tramite tra passato e contemporaneo perché è anche cantore della sensibilità contemporanea. L'influenza di Carducci si sente quando Pascoli tenta l'esperimento delle odi barbare (=trascrizione in forme metriche antiche delle sue poesie moderne). Carducci segue da vicino apprendistato dell'allievo e lo sostiene in questo percorso, ma le più grandi sostenitrici sono sorelle Maria e Ida. Nel 1878 momento difficile: attentato a Umberto I. Pascoli si sente come politico militante coinvolto in questa situazione politica e partecipa ai processi che il tribunale di Bologna fece agli attentatori. Durante un processo, si mise a gridare contro corte dicendo che la condanna era ingiusta. Venne arrestato e rimase in carcere per 3 mesi, esperienza che lo segnò pesantemente: medita su disillusione politica. Quando esce dal carcere, lascia da parte militanza e cerca di riprendere studi universitari fino a laurearsi diventando professore, prima di scuola superiore e poi universitario. Ci mise 9 anni per laurearsi, ma per questioni dovute ai problemi economici. Nella commissione che giudicò Pascoli, c'era anche Carducci. Pascoli inizia carriera di insegnamento e avere lavoro stabile gli permette di dedicarsi maggiormente alla poesia. Inizialmente fu difficile concepire allontanamento da casa, perchè inizia attività di insegnamento andando a lavorare a Matera. Elabora la teoria del nido: necessità per ogni essere umano di costruirsi un nido di affetti nel quale tornare per potersi sentire in pace con se stesso e con altri. Lavora presso giornali, scrive poesie e incomincia ad essere sempre più conosciuto. Riesce a tornare a massa carrara e chiede a sorelle di andare a vivere con lui. Aver elaborato la teoria del nido lo porta a riflettere sull'importanza di avere affetti famigliari tutti vicino a sé. Le sorelle escono quindi dal convento e iniziano a vivere insieme. Inizia una storia nuova: Pascoli è sereno con loro, trova la possibilità di darsi quasi interamente alla letteratura. Cerca di provvedere anche ai desideri delle sorelle perché erano in età da marito, ma lui fa di tutto per non farle sposare. Ad un certo punto inizia una relazione con una cugina, ma manda a monte il fidanzamento perché per lui la famiglia sono le sorelle e voleva stare con loro. Non aveva esigenze di cercare nulla al di fuori di quel contesto. Viene trasferito al liceo di Livorno, il cui preside era Ottaviano Targioni Tozzetti (famiglia della Fanny di Leopardi). Preside non vede di buon occhio Pascoli perché era carducciano mentre Pascoli era pascoliano e si stava facendo riconoscere come un poeta autonomo. TEMI il fanciullino Poeta deve essere un cantore che in maniera semplice deve trattare cose semplici per farsi capire. Ma come fa? ricorda che dentro di sé ha un piccolo fanciullo che è quello che lo ispira. Fanciullino è in grado di mettersi in contatto con tutto il mondo che ha intorno. Per Pascoli il vero poeta è quello che sa dare ascolto alla voce del fanciullino. E’ una capacità che Pascoli non riconosce a tutti perché molti la nascondono. Fanciullino è voce poetica più importante da ascoltare. Psicoanalisi pone in contrapposizione la sindrome di peter pan, ovvero il fanciullino portato a l'estremizzazione. il nido Nido è luogo dove unità famigliare, dopo essere stata scomposta, viene ricomposta. Per Pascoli è luogo della pace, dove riesce a sentirsi pacificato rispetto a quello che c'è all'esterno. In famiglia tutto si comprende. OPERE DI POESIA myricae Opera di tutta la vita di Pascoli e ha diverse edizioni. Alcune non sono state di rinnovamento, ma solamente di revisione e piccola trasformazione. Inizia ad immaginarsi quest'opera quando è ancora all'inizio della sua attività letteraria. Libro a cui lui dedica maggior attenzione, sia dal punto di vista formale sia dal punto di vista contenutistico. - prima edizione: pubblicata nel 1891 ed è formata da 22 componimenti, frutto del primo lavoro di Pascoli. Sono frutto di un'attività in fase iniziale - seconda edizione: pubblicata nel 1892 ed è formata da 72 componimenti. E’ testimonianza di come, nella fase di rielaborazione della prima edizione, oltre a scrivere opere nuove ne prende anche altre che probabilmente aveva già scritto. Le trasforma con lo scopo di aggiungerle a quest'opera. - terza edizione: pubblicata nel 1894 ed è formata da 116 componimenti - quarta edizione: pubblicata nel 1897 ed è formata da 152 componimenti - edizione definitiva: pubblicata nel 1911 ed è formata da 156 componimenti Titolo di quest'opera è latino e ha origine in Virgilio, è una vera e propria dichiarazione di poetica. Nelle bucoliche di Virgilio, divide i contenuti in 10 parti (ognuna chiamata egloga, ovvero breve racconto in versi) e ognuno di questi racconta un momento di vita pastorale. Nella quarta egloga, dedicata ad Asinio Pollione che è stato suo protettore nel momento della nascita del figlio, c'è un verso che dice <<non omnes arbusta iuvant humilesque myricae>> (= non a tutti giovano le umili tamerici →tamerici sono cespugli bassi che si trovano sulle spiagge e venivano spesso utilizzati in poesia). Virgilio voleva dire che in quel contesto avrebbe alzato il linguaggio e i contenuti, vista l'importanza del messaggio. In senso antifrastico, Pascoli la riprende e la utilizza per ricordarci che a volte è meglio utilizzare una poesia semplice piuttosto che una poesia troppo elevata. Scopo della poesia secondo Pascoli: raggiungere tutti. Pascoli è a conoscenza del ruolo della sua poesia, ovvero la poesia delle piccole cose. Contenuti sono legati alla sfera affettiva, alla famiglia, al momento della ricostruzione del nido, alle passioni legate alla quotidianità. Cosa differenzia myricae di Pascoli dalle bucoliche di Virgilio? la struttura: mentre Virgilio decide di costruire 10 sezioni di lunghezza variabile (sempre intorno ai 100/150 versi), i componimenti di Pascoli sono più brevi e non rispettano il modello virgiliano. Sono brevi impressioni e Pascoli è più fedele al termine idillio (=piccolo quadretto). Nonostante questo, Pascoli guarda a Virgilio dal punto di vista dell'efficacia simbolica, mentre guarda ad altri autori per la scelta linguistica. Myricae si connota per la sua precisa ricerca linguistica: si parla di linguaggio pre-grammaticale: si dice che Pascoli per rendere efficaci i suoi componimenti, abbia ripreso un linguaggio pre-grammaticale . In alcuni contesti c'è anche linguaggio post-grammaticale: ricerca di un linguaggio specialistico che potesse dare ragione del contesto da lui analizzato. Pascoli si mette a metà della ripresa di modelli stilistici antichi e la novità introdotta dal verso libero di Leopardi. Non abbiamo scelta metrico-stilistica precisa e continuativa in tutti i 156 componimenti dell'opera, ma abbiamo una libertà espressiva derivata dalla volontà contenutistica che entra in gioco rispetto la forma che pascoli da ai suoi componimenti. Impressionismo: volontà di dare voce a ciò che dall'esterno entra all'interno di noi Espressionismo: ciò che è dentro di noi ed esce fuori Pascoli si trova a metà di queste due correnti: è impressionista nel momento in cui descrive qualcosa, mentre è espressionista nel momento in cui questa descrizione gli serve per esternare il suo tormento, il suo pensiero, le sue difficoltà e qualche volta anche le sue felicità. Dove guarda Pascoli? guarda alle campagne, guarda soprattutto alle realtà rurali perchè secondo lui la vita di campagna è quella nella quale l'uomo riesce a ritrovare in maniera più facile ed evidente il suo rapporto con l'infinitezza. Natura ha voce che il fanciullino percepisce e che gli permette di dare a sua volta voce alla bellezza. La città e la modernità non fanno questo: snaturano il vero rapporto dell'uomo con ciò che lo circondava, viziavano la visione di tutto quello che c'era intorno. poemetti (1897) Sono esaltazione delle piccole cose, della piccola proprietà rurale e della quotidianità che diventa oggetto poetico. canti di castelvecchio (1903) Testo che dedica alla madre, come ricordo a posteriori. Viene rivisto frequentemente durante la sua vita. Sono circa 70 componimenti divisi in due sezioni con appendice. Dedica tratta da Virgilio: <<arbusta iuvant humilesque myricae>>. Sente necessità di guardare alle piccole cose e c'è presenza dell'io poetico come protagonista delle poesie, perché viene fuori matrice autobiografica. poemi conviviali (1904) C’è innalzamento delle tematiche: poemi che hanno struttura allungata e contenuti più significativi. Sono conviviali perché vennero pubblicati su una rivista che si chiama in quel modo. Volontà di raccontare un mondo riletto attraverso la classicità: protagonisti molto spesso sono personaggi del passato che permettono a pascoli di trattare tematiche moderne. POESIA CIVILE scritta anche in lingua latina, volontà di mantenere il suo legame con il passato POESIA IN PROSA il fanciullino (1897) la grande proletaria si è mossa (1911) Testo che lui pronuncia per celebrare la guerra libica. Tema fondante: riconoscere italia come una grande nazione. Sollecitare animi a rendersi conto della grandezza dell'Italia e stimolare attività, partecipazione e movimenti di conquista attraverso le sue parole. Orazione va ricordata in questo contesto di crisi (1911-1912) perché testimonianza dell'impegno politico dei letterati. Letterati assumono in questo momento il ruolo di maestro perché poeta non si può limitare ad osservare, ma poeta deve diventare parte di questo cambiamento. Vicinanza tra d'Annunzio e Pascoli: credono al ruolo significativo del poeta come modello e come portatore di ideologie. Pascoli è politico a intermittenza (va a momenti), mentre d'Annunzio sempre vicino alla politica è testimone di una compartecipazione emotiva per ottenere cambiamento. Sono complementari e hanno entrambi grande devozione per Dante. TESTI "l'eterno fanciullo che è in noi" Riflessione che Pascoli fa sulla terminologia è fondamentale. Dal punto di vista filosofico, guarda al positivismo. Bambini si inventano anche dei nomi e particolarità, perchè se dovessero usare quelle scientifiche sarebbe per loro difficile e se dovessimo noi tutti utilizzare terminologie letterarie legate ad una zona, rischieremmo di non essere compresi. Fanciullini superano anche questo e attraverso la loro capacità riescono a farsi comprendere. Fanciullino viene fuori come artista che ha fatto della sua libertà intellettuale, la chiave di lettura del reale. "la mia sera" Fa parte della raccolta dei canti di castelvecchio. In questo momento il poeta sente la vicinanza del nucleo familiare che non può avere più. Parte da un dato oggettivo: c'è stato un temporale e ora il cielo si sta liberando, si vedono le stelle. Sembra quasi che momento della morte sia per il poeta la possibilità di entrare in quel nulla che lo possa far ricongiungere con i suoi cari, soprattutto con sua madre.
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