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Giovanni Pascoli - vita, opere e poesie, Appunti di Italiano

Una panoramica sulla vita, le opere e le ideologie di Giovanni Pascoli, esponente del Decadentismo italiano. Si parla della sua attività poetica e prosastica, della sua formazione universitaria, della sua ideologia socialista e del suo nazionalismo. Si approfondiscono anche i temi della fragilità del suo "nido" familiare e della sua vita amorosa. Inoltre, si analizza l'idea di poesia di Pascoli, che privilegia la parte irrazionale dell'uomo. Il documento può essere utile come appunti per un corso di letteratura italiana o come sintesi del corso.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 03/09/2022

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38 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli - vita, opere e poesie e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Pascoli 1855-1912 esponente più significativo del Decadentismo italiano: - uso di un linguaggio poetico rivoluzionario - proposta di nuclei tematici simbolisti - innovazioni metriche rigorose, gli permette di essere innovatore anche nella tradizione attività in latino: - vincitore del concorso dell’accademia di Amsterdam - sapienza linguistica e metrica attenzione al latino fondamentale perché per lui “Ogni cosa deve parlare con la propria lingua”, sensibilità fondamentale, e Pascoli vuole trattare di un argomento che si esprime meglio in latino, lui ha tutte le competenze linguistiche e metriche per esprimersi in latino Pascoli prosatore: - testi politici e civili - testi di poetica e critica letteraria (Il fanciullino 1897) - attività di antologista opere poetiche: - 1891 Myricae - 1897 Poemetti - 11904 primi poemetti + 1909 Nuovi poemetti - 1903 Canti di Castelvecchio - 1904 Italy + Poemi conviviali + Canzoni di Re Enzio - 1906 Odi e Inni - 1911 Poemi Italici + Poemi del Risorgimento cenni biografici: - nato a San Mauro, famiglia benestante, famiglia segnata da tanti dolori - padre venne assassinato, poi la famiglia fu tormentata da tanti lutti, difficoltà economiche, assassinio del padre mai risolto gli lascia un senso d’ingiustizia bruciante - esigenza della costruzione del nido deriva dai lutti numerosi - studia a Bologna, allievo di Carducci - negli anni universitari si avvicina agli ambienti socialisti - 1879 reclusione in prigione, esperienza traumatica - insegnante di liceo poi all’università di Bologna - ricostituì più o meno il “nido” familiare con le sorelle Ida e Mariù Il “nido” familiare fragilità della struttura psicologica viveva i rapporti extrafamiliari come tradimento verso i legami oscuri e viscerali del “nido” condusse una vita forzatamente casta struggente desiderio di un vero “nido” di cui essere padre ma per ossessione del “nido” infantile non riesce vita amorosa ha un fascino torbido, è proibito, misterioso, da contemplare da lontano rapporto sublimato con le sorelle, avevano funzione materna, mentre il fanciullino verso di loro era paterno il matrimonio della sorella fu preso come un tradimento e gli diede vere manifestazioni depressive L’ideologia politica concezione socialista, di un socialismo umanitario e utopico affida alla poesia il compito di diffondere amore e fratellanza influenzato da Andrea Costa per le ideologie anarchico-socialiste insofferenza ribelle per le convenzioni, protesta contro le ingiustizie di origine prettamente romantica l’avanzamento della civiltà industriale moderna toglieva prestigio alla cultura umanistica gli intellettuali si vedevano declassati a una classe media peso di un’ingiustizia nella sua vita (uccisione del padre, smembramento della famiglia, lutti, povertà) adesione più di “cuore” che di “mente” arrestato per alcuni mesi, esperienza terribile tanto da fargli abbandonare ogni forma di militanza distacco non solo a causa di traumi personali ma anche per la grave crisi delle sinistra (per Salinari) socialismo romagnolo era diventato un socialismo marxita fondato sulla lotta di classe, sulla violenza Pascoli sognava un affratellamento tra tutti gli uomini, a un clima di bontà, amore, solidarietà alla base un radicale pessimismo, che sulla terra domina solo il male traeva la concezione del valore catartico ed elevatore della sofferenza che purifica ed eleva dal rcistianesimo il dolore deve insegnare il perdono (cfr X Agosto) necessario evitare la bramosia di ascesa sociale, doveva esserci solidarietà fra le classi ideale di vita = proprietario rurale che coltiva la terra personalmente e guida la famiglia proprietà = valore inestimabile, è la base della dignità e della libertà dell'uomo mitizzazione dei piccoli proprietari agricoli, mondo saggio e baluardo, in realtà stava scomparendo per i processi di concentrazione capitalistica sogno di un passato idealizzato nazionalismo pascoliano deriva dalla celebrazione del “nido”, concetto che può essere esteso alla nazione tragedia dell'emigrazione, italiani di nazione “proletaria” vanno verso una nazione “capitalista” Italia schiavizzata, disprezzata, vilipesa, a volte trattata con violenza legittimità delle guerre condotte dalle nazioni proletarie per le conquiste coloniali (sacrosante guerre di difesa) celebrazione della guerra di Libia come momento di riscatto, momento di coesione spirituale fonde insieme socialismo umanitario e nazionalismo colonialistico Italy, dai Poemetti alternanza dei punti di vista: - realtà contadina. ottica estranea degli emigrati - America / civ. industriale, dall’ottica contadina anche di fascino verso questa esperimento linguistico: - mix fra dialetto lucchese e inglese americano - livello post-grammaticale - intento prima realistico poi gioco sempre più sottile di scambio linguistico - componimento diviso in capitoli che susseguono perfettamente nella narrazione - testimonianza di come gli Italiani si sono reinventati e "arrangiati" molte descrizioni + poche figure retoriche, conferimento di realismo al componimento, più che altro figure retoriche di posizione (anastrofi, iperbati) il diritto di poter stare bene è un diritto di tutti, anche dei poveri La Grande Proletaria s'è mossa esaltazione dell'impresa di Libia, discorso al Teatro comunale di Barga il 21/11/1911 pubblicato poi su “La Tribuna” guerra considerata necessaria dominante il tema patriottico occasione dei 50 anni dell’Unità, tentò di riportare al clima di lotta unitaria e nominò i martiri nazionali per sensibilizzare Libia considerata una seconda patria per l’Italia, i proletari italiani non hanno bisogno di andare in tutto il resto del mondo, gli basterà andare in Libia per stare bene dimostra di non essere poi così socialista, il socialismo in teoria era una soluzione pacifista invece qui giustifica riferimento alla grandezza dell'Impero Romano, non tiene conto dell'autodeterminazione dei popoli libici toni un po’ razzisti anticipano quelli più dichiarati marcati degli interventisti e di D’Annunzio Il Fanciullino (1897) idea di poesia con parte irrazionale prevale sulla parte logica lo scarto fra irrazionalità e logicità rende Pascoli molto moderno concezione astorica della poesia, la poesia nasce dalla a-razionalità dell’uomo e dunque è sempre uguale in tutte le epoche, purché questi uomini abbiano la capacità di dar voce alla loro parte irrazionale concezione della realtà spontanea, vera, vergine, ingenua poesia spinta dallo stupore davanti alla realtà, parla la nostra parte irrazionale e quindi la parte “fanciullesca” di noi realtà che percepiamo per la prima volta, ci sembra vero e da esplorare, da non leggere con gli occhi di un uomo adulto ma con gli occhi di un bimbetto che ha un potere enorme, così come Adamo, per Pascoli il bambino dà il nome alle cose, ha un potere creativo enorme il fanciullino è l’essenza più pura, primitiva e comune a tutti gli uomini del veggente soggettivazione del reale + percezione visionaria la sfera dell’io si confonde con quella della realtà oggettiva linguaggio poetico a tre livelli: - livello pre-grammaticale: fonosimbolismi, poliverbomene, suoni che per Contini è l’innovazione più forte e dirompente di Pascoli e che verrà recepita solo dai Futuristi - livello grammaticale: il coinè, l’italiano parlato - livello post-grammaticale: lingua fortemente allusiva, non nasce da una convenzione, dialetti, italiano storpiato degli Italiani in America i tre livelli sono utilizzati contemporaneamente tutti e tre (ogni cosa deve parlare con la sua lingua) linguaggio rivoluzionario che denota un rapporto problematico con la realtà (nucleo decadente) Il linguaggio pascoliano, di Gianfranco Contini l’uso della lingua normale indica che c’è visione sicura del reale, le eccezioni confermano la caduta di ogni logica certa mescolanza di livelli lessicali = mescolanza di cose seguendo Petrini, Contini distingue due tipi di sublime: uno aulico e uno inferiore delle cose umili in entrambi i settori Pascoli persegue il raro e il prezioso pur rimanendo legato alle radici del parnassianesimo e dell’alessandrinismo è presente un linguaggio pregrammaticale, estraneo alla lingua vera e propria ci sono gerghi che potrebbero anche essere inventati ma non conta color locale + color temporale, quando Pascoli allude al presunto tono nella poesia medievale di re Enzo usa anche il color locale d’occasione: nella guerra di Abissinia usa termini etiopi spesso propri quindi doppiamente estranei al linguaggio quotidiano l’abbondanza di linguaggio antiquario dei Poemi conviviali è parnassianesimo ed alessandrinismo lingua speciale condizionata dalla differenza di potenziale rispetto alla lingua normale al limite c’è il latino speciale di Pascoli, non fossile ma ricco di varianti stilistiche, inquieto “il rapporto fra l’io e il mondo in Pascoli è un rapporto critico” ambito dell’espressionismo = forma di antropomorfismo per cui sono delegate a discorrere un linguaggio umano le cose “democrazia poetica” preceduto da Manzoni e in parte anche da Verga per Pascoli ci può essere un mondo sopra l’uomo e un mondo sotto l’uomo anche Flaubert aveva riconosciuto l’opposizione a un sublime d’en haut a un sublime d’en bas Myricae il titolo viene dai primi tre versi della quarta egloga di Virgilio: “(Non omnes) arbusta iuvant humilesque Myricae”, non a tutti piacciono le umili tamerici dichiarazione orgogliosa di una poesia semplice il poeta vate non è un'idea tramontata, anzi l’idea di Carducci è ancora presente la sua ricerca di umiltà e semplicità è una scelta che provoca frattura nel panorama poetico italiano Pascoli si fa forza usando questo verso anche se poi ha una semplicità profonda segna un abbassamento di tono nella poesia all'interno di una dichiarazione contraria di Virgilio che sosteneva fosse il momento di cantare cose più impegnative perché non a tutti piacciono le cose semplici orgoglio nell’abbassamento dell’oggetto poetico lo scarto tra elementi semplici ed universo determina la pluralità 9 edizioni dal 1891 al 1911 raccolta formata in un arco di tempo molto ampio 1870-1900, il nucleo in cui si incastra il maggior numero i componimenti sono tra 1889-1893 oltre 150 componimenti assiduo lavoro di revisione e correzione labor limae che ha due tendenze: gli scritti sono rivisti per dargli la maggiore icasticità testuale (efficacia rappresentativa, i suoi testi devono funzionare meglio per rappresentare certe situazioni), espunzione del “generico” (deve esserci corrispondenza perfetta tra parola e oggetto) sperimentalismo metrico, smonta gli schemi tradizionali e presenta molte novità (componimenti anche molto brevi) massiccia presenza del livello pre-grammaticale, il decadente fonosimbolismo, da un lato ripresa delle allitterazioni e dell'allusività dei suoni, dall’altro replicare per iscritto certi suoni della natura onomatopeicamente (volontà mimetica e suggerimento per evocare altre sensazioni) temi umili e quotidiani, realtà soprattutto contadina: "democrazia poetica” per i critici, Pascoli rende degni di poesia aspetti mai presi in considerazione prima (es. aratro, alcuni fiori, alcuni animali), l’unico che stona è la morte del padre Temporale, da Myricae descrizione che colpisce i sensi, non è poesia che fa capire il temporale attraverso l’intelligenza, i sensi lo costruiscono sensi più coinvolti: vista (“rosseggia”, “nero di pece”, “chiare”, “nero”) e udito (“bubbolio” è un’onomatopea) colori contrastanti, rosso, nero e bianco il “bubbolio” è lontano quuindi inizialmente ci sentiamo al sicuro, poi l’orizzonte diventa “affocato” quindi ci sentiamo disturbati, dall’altra parte poi c’è il nero, poi le nubi sono “stracci”, in un’espressione un po’ ossimorica “ala di gabbiano” è un accostamento che ci sorprende, è il bianco che si staglia nel nero casolare = nido, nido bianco in un ambiente sconvolto dall’imminente arrivo del temporale, Il lampo, da Myricae “si mostrò qual era”, costruzione ad sensum costruzione a chiasmo “E cielo e terra (...) la terra ansante (...) il cielo ingombro” elemento umano: “un occhio” personificazione degli elementi naturali, descritti da aggettivi solo negativi perché sono entità sconvolte climax “ingombro, tragico, disfatto”, da una sensazione claustrofobica si va per lo sconvolgimento e poi allo squarcio “bianca bianca” forte contrasto con il colore livido descritto fino adesso “tacito tumulto” ossimoro “apparì sparì” anadiplosi “la casa” è sempre bianca ed è sempre il nido, è l’unico elemento che si staglia sul nero “d’un tratto” pleonastico, “apparì sparì” dà già l’idea della rapidità “s’aprì si chiuse” e “apparì sparì” parallelismo l’elemento umano essendo preso da solo sembra disumano “notte nera” rappresenterebbe la morte, e l’occhio umano è come lo sguardo “esterrefatto” dell’uomo davanti a essa Il tuono, da Myricae “e nella notte nera come il nulla” allitterazione n “arduo dirupo” allitterazione d, r la notte è terribile, è buia e silenziosa e poi improvvisamente c’è un suono spiacevolissimo, me lo indica l’allitterazione della d e della r e i suoni doppi, anche la presenza della vocale u/o “rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, / e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,/ e poi vanì” accumulo, primo verso allungato da “cupo”, ogni volta che c’è una cesura con la virgola sembra finito la paura e lo sconvolgimento del tuono sono finiti e viene fuori la dolcezza “Soave allora un canto / s’udì di madre, e il moto di una culla”, la casa non è raffigurata da fuori, siamo direttamente dentro dal rumore assordante dell’uomo arriviamo al suon debole e dolce dentro la casa Lavandare, da Myricae autunno,prevalgono i colori scuri, la nebbia, le foglie non c’è presenza umana né in campagna né nella vita della donna che parla nell’ultima strofa abbandono della donna corrisponde all’abbandono della campagna “mezzo grigio e mezzo nero” natura abbandonata: l’aratro è abbandonato, non ci sono nemmeno i buoi la nebbia dà l’idea di immobilità prima strofa ha la componente visiva, la seconda strofa ha componente uditiva (“sciabordare”, “tonfi”, “cantilene”) “sciabordare” onomatopea "nevica la frasca” significa che il vento fa nevicare le foglie dall’albero “frasca” onomatopea vv. 7-10: riporta i canti delle lavandaie dai Canti popolari marchigiani di Gianandrea l’Io poetico cambia nell’ultima strofa e ancora ci parla dell’abbandono, in questo caso di una donna da parte dell’uomo scelta di metamorfosi che va nella direzione opposta rispetto a quella di D’Annunzio: per D’Annunzio la transizione passa per un’aumentata vitalità, invece per Pascoli la donna passa per l'immobilità, D’Annunzio fa trasformare la donna in qualcosa di vivente, Pascoli invece la fa diventare un aratro abbandonato; i colori sono completamente opposti, qui “mezzo grigio e mezzo nero”, in D’Annunzio più accesi X Agosto, da Myricae il 10 agosto venne ucciso il padre di Pascoli continuo accostamento analogico tra ciò che fa la paura e ciò che fa l’uomo "tanto / di stelle” costrutto alla latina, sono le prime a essere personificate, piangono un pianto di fuoco (“arde”, “sfavilla”), la natura percepisce gli stessi sentimenti degli uomini, momento di simpatia vv. 5-88 i continui due punti frammentano molto la strofa imitando un singhiozzo nel racconto della morte della rondine che porta la cena ai rondinini, “cena” umanizza la rondine e anche “tetto” la rondine è stata uccisa innocente perché “come in croce”, quasi divinizzazione della rondine dopo l’estremo sacrificio l'obbiettivo si sposta piano e va sul “nido che è nell’ombra” e i rondini patiscono “anche un uomo tornava al suo nido” vv. 13-16 struttura come la seconda strofa, due punti ricorrenti “Perdono” fondamentale per Pascoli come tematica la rondine resta come in croce e l’uomo uguale, resta attonito e negli ultimi istanti pensa al fatto che le figlie dovessero ricevere le bambole vv. 21 la prospettiva si alza si rivolge al Cielo che compiange l’inutile cattiveria, la malvagità umana ha tante sfumature che colpiscono indistintamente altri uomini o altri esseri viventi, ma tutte le vittime sono innocenti e capaci di perdonare rime molto particolari: AbAb, fra le varie rime ci sono assonanze, la rima in -anto va in assonanza con -ano, v. 8 rima ipermetra (supera la misura di novenario, la sillaba finale si fonde con quella iniziale del verso dopo) “Perdono-dono” rima perfetta, sono parole collegate perché il perdono è un atto gratuito che non porta nulla a chi lo fa Cfr con critica pascoliana a Leopardi sulla scarsa conoscenza del mondo vegetale “Rose e viole nello stesso mazzolino campestre”, riferimento a La sera del dì di festa “il poeta è l’arpa che un soffio anima, è la lastra che un raggio dipinge” “la poesia è nelle cose”, serve più attenzione per l’oggetto poetico Leopardi ha voluto specificare in maniera poco realistica dei tipi di fiori, ma in realtà ha sbagliato perché avrebbe dovuto scegliere due fiori che fioriscono nello stesso periodo, e questa scelta toglie valore all’espressione “l’errore dell’indeterminatezza”, errore comune a tutta la tradizione poetica letteraria il poeta deve solo guardare, in lui funziona bene il fanciullino e quindi deve farlo parlare se come poeta non guardo la realtà con attenzione sbaglio perché fingo una realtà che non c’è e la rendo indeterminata, ma la realtà è già bella così, non c’è bisogno di renderla in maniera sfumata non chiamando le cose col loro nome, la mia poesia non può funzionare I poemetti 1897-1904, contemporanei alle Myricae post 1890 nelle Myricae prevale la dimensione descrittiva, qui prevale la dimensione narrativa prevalsa della storia d’amore di Rosa e Rigo critici parlano di un romanzo in versi sulla storia tra Rosa e Rigo ambientata in Garfagnana lessico ricco di tecnicismi e dialettismi garfagnini: Contini parlerà di lessico post-grammaticale terzina dantesca MA è corrosa dall’interno, non è replicata così com’è, ha un ritmo franto da una serie di punteggiature e enjambement la terzina dantesca è abbassata a trattare elementi umili doppio ritmo costante: sfasatura fra metro e sintassi, punteggiatura che spezza, onomatopee e corrispondenze foniche coinvolgimento importante del senso dell’udito e dei rimandi che questo senso dà al lettore Digitale purpurea, dai Poemetti fonte: Mariù e le sue compagne in giardino vedono una pianta mai vista, la digitale purpurea, si avvicinano ma la Madre Maestra le allontana perché “emanava un profumo venefico e così penetrante che faceva morire” nel corso della sua vita Pascoli cercò sempre di ricreare il nido strappato qui c’è polarizzazione tra una ragazzina dolce, remissiva e un’altra più ribelle e che ha fatto qualcosa che non doveva fare perché grave, perciò Rachele potrebbe essere un alter ego di Ida, la sorella di Pascoli che si sposò titolo emblematico, richiama un fiore di morte, associato anche alla sensualità
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