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Giovanni Pascoli (vita, pensiero ed opere), Appunti di Italiano

Una biografia di Giovanni Pascoli, poeta italiano del simbolismo. Si analizza la sua formazione classica, la poetica del fanciullino, il ruolo della natura nella sua opera e la sua visione della poesia. Si descrivono inoltre alcune delle sue opere più importanti come Myricae, I Poemetti, Digitale Purpurea Maria e I canti di Castelvecchio.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 02/04/2022

edenhye
edenhye 🇮🇹

5

(8)

23 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli (vita, pensiero ed opere) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna da una famiglia di piccola borghesia rurale. L'evento più importante della sua biografia è l'uccisione del padre il 10 agosto 1867 da parte di alcuni sicari che non saranno mai trovati e processati. La morte del padre ebbe conseguenze negative sia sull'economia familiare che sulla psiche del poeta. Egli fu un socialista ed aderì al movimento anarchico di Andrea Costa ma dopo esser finito in prigione decide di abbandonare il socialismo: bisogna infatti dire che più che essere profondamente convinto delle teorie socialiste, Pascoli condivideva con questi movimenti un forte senso di ingiustizia. Rifiutava poi la teoria rivoluzionaria marxista criticando la violenza ed esaltando la fraternità dell'uomo. Tutto ciò ci fa capire che Pascoli fu un uomo abbastanza conservatore: così come D'Annunzio, erediterà l'immagine della siepe leopardiana come confine della proprietà privata (lo stesso nido è un luogo figurato che esprime un vero e proprio rifiuto dell'esterno). Pascoli ha una formazione classica in collegio: è un vivace latinista e anche all'università insegnerà letteratura e grammatica latina e vincerà alcuni concorsi di poesia latina. È anche figlio del Positivismo e ciò lo si deduce dalla precisione del suo linguaggio botanico. Ma egli è in particolar modo un simbolista. Pur infatti conservando la metrica tradizionale egli la fa esplodere all'interno con scarti lessicali e sintattici, con l'aumento delle cesure e degli enjambements che dividono le parole, con l'uso dei trisillabi e dei puntini sospensivi (per Pascoli ha un grande valore anche quello che non si dice). La parola è importantissima poiché essa rappresenta la chiave di accesso ad una realtà misteriosa data la sua complessità. Egli elabora poi la poetica del fanciullino: secondo Pascoli in ognuno di noi risiede questa voce poetica che purtroppo tendiamo a dimenticare con la crescita e con il nostro affaccendarsi (ciò va quindi a disgregare un po' la concezione di poesia elitaria dei poeti maledetti). È importante sottolineare che Pascoli non si realizzerà come artista dato il reo tempo e nemmeno a livello sentimentale proprio perché, a causa del suo trauma, rimarrà ancorato alla vita semplice dell'infanzia ed al tentativo di ricostruire il nido familiare perduto. Molto probabilmente è proprio per questo che Pascoli si avvicina al simbolismo proprio perché essa è una realtà complessa e misteriosa nella quale può trovare rifugio. Sulla fine della sua vita Pascoli diventa un poeta vate: ad esempio, egli sosterrà l'impresa coloniale in Libia per la creazione di un nido nazionale allargato in cui sentirsi maggiormente protetto e che può dare rifugio a coloro che si sentono costretti ad emigrare verso paesi stranieri (in Italy è espresso tutto questo dramma). La natura in Pascoli ricopre un ruolo molto importante. Innanzitutto egli ritiene che si debba dare a tutte le specie naturali il loro giusto nome poiché è nel nome delle cose che risiede la loro essenza. La natura è spesso una natura sconvolta proprio perché in essa egli proietta tutte le sue paure ed ossessioni: dietro infatti l'apparenza luminosa dalla natura c'è il male, di cui Pascoli ha esperienza. La natura assume molto spesso un aspetto onirico, surreale e viene inserita attraverso l'uso di forme pre grammaticali come le onomatopee. Secondo Pascoli la poesia non deve essere utile perché non obbedisce a leggi estrinseche ma al contempo ha una funzione di tipo morale. A differenza di D'Annunzio che opera una selezione degli argomenti da trattare, Pascoli ritiene che anche le cose più semplici siano argomenti letterari. Non a caso una delle sue raccolte più importanti, Myricae, ribadisce proprio questo concetto: egli infatti deriva dall'Egloga IV di Virgilio la parte in cui egli scrive "A non tutti piacciono le tamerici" per innalzare lo stile e la capovolge in "A tutti piacciono le tamerici". Pascoli è inoltre il poeta che prova i brividi di fronte all'immensità dell'universo e ci ricorda il pastore del canto notturno di Leopardi. Myricae Temporale, lampo e tuono sono tre quadretti con una natura sconvolta, simbolo della violenza e del male della realtà. Il fanciullino è anche una sorta di regressione poiché implica un voler rimanere ancorati all'infanzia per scampare al dolore. In Pascoli confluisce sicuramente una matrice di tipo naturalistico dato che vi è una descrizione realistica del paesaggio. I Poemetti I Poemetti è un chiaro richiamo a Virgilio: non a caso è stato definito un poema georgico per la rappresentazione idilliaca della campagna. L'idealizzazione è sicuramente dovuta ad un'infanzia felice prima della rottura. Nei Poemetti si registra un cambiamento a livello metrico: se infatti in Myricae veniva prediletto il frammento che veicola la visione di una realtà anch'essa frammentata, in quest'opera ritroviamo invece una poesia narrativa, alla maniera dantesca con l'uso delle terzine, che si compone di dialoghi e punti di vista differenti. Digitale Purporea Maria rappresenta la sorella Mariù che ebbe un atteggiamento molto materno nei confronti del fratello. La digitale purporea era una fiore curativo dell'epoca anche se velenoso. Si pensa che Rachele sia la sorella Ida ma non c'è niente che possa confermare tale teoria. Maria e Rachele rappresentanto due tipi di donna differenti: la prima è bionda ed è simbolo delle convenzioni dell'epoca, la seconda è bruna e simboleggia una sorta di ribellione al sistema imposto e precostituito. Maria inoltre è fedele all'infanzia al contrario di Rachele che incarna la trasgressione. Qui si denota un misticismo contamimato dall'erotismo: molto comune durante il Decadentismo, soprattutto con la diffusione delle teorie psicoanalitiche. La trasgressione di Rachele può essere vista come un'esperienza di tipo sessuale oppure simboleggia la malattia. I canti di Castelvecchio I Canti di Castelvecchio recuperano il frammento. In essi ritroviamo ritratti del paesaggio. Furono scritti quando egli si trasferì a Castelvecchio dopo il matrimonio di Ida. La campagna viene idealizzata ed è trasfigurata per richiamare il felice passato. Il gelsomino notturno Instaura una connessione tra la vita naturale e la vita umana: la prima notte di nozze è infatti legata attraverso un'analogia ad un gelsomino notturno che attende il suo polline per essere fecondato.
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