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Giovanni Pascoli: vita, poetica del fanciullino, Myricae e La grande proletaria si è mossa, Schemi e mappe concettuali di Italiano

La vita e le opere di Giovanni Pascoli, con particolare attenzione alla poetica del fanciullino e alla raccolta di poesie Myricae. Viene inoltre analizzato il celebre discorso pronunciato dal poeta a favore dell'impresa coloniale italiana in Libia, La grande proletaria si è mossa. Il testo è utile per comprendere la poetica pascoliana e il contesto storico-culturale in cui essa si sviluppa.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 24/06/2022

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Scarica Giovanni Pascoli: vita, poetica del fanciullino, Myricae e La grande proletaria si è mossa e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI (1855-1912) VITA Giovanni Pascoli nasce nel 1855 e trascorre un’infanzia agiata finché, il 10 agosto del 1867, il padre Ruggero viene ucciso con una fucilata mentre torna a casa. Il poeta indagherà sulle cause del delitto, rimasto impunito. Intorno agli anni ’70 si avvicina alle idee socialiste di Andrea Costa. Esclusa dalla propria vita ogni relazione sentimentale, il suo scopo è quello di ricostruire il nucleo famigliare paterno ed è sempre più attaccato a quello che lui chiama “nido”. Nel 1891 esce la prima edizione di Myricae, mentre, negli anni successivi, escono anche i Poemetti, Canti di Castelvecchio e i Poemetti conviviali. In seguito inizia a dedicarsi alla poesia civile e storica. Poco prima della sua morte pronuncia l’importante discorso sull’impresa dell’Italia in Libia (La grande Proletaria si è mossa). Muore nel 1912 a Bologna. LA POETICA DEL “FANCIULLINO” La poetica del fanciullino presenta una duplicità: il fanciullino è presente in ogni uomo, ma solo il poeta conosce il privilegio di farlo rivivere, sapendo scorgere il significato profondo di quelle cose che l’adulto normale trascura. Pubblicato nel 1897, la prosa Il fanciullino è il più importante discorso di Pascoli sul poeta e la sua poesia (contiene la sua poetica). Il poeta coincide con il fanciullino, ovvero con quella parte infantile dell’uomo che viene soffocata negli adulti normalmente. Il fanciullino vede ciò che in genere passa inosservato. La poesia è il luogo in cui l’uomo dà voce al fanciullino che è in lui, lo lascia parlare. La poetica di Pascoli è collegata a quella del Simbolismo: attraverso il simbolo si coglie il mistero celato dell’universo, di cui l’interprete privilegiato è il poeta. Alla poesia, come Pascoli la concepisce, spetta la funzione di garantire la stabilità dell’assetto sociale. L’adesione all’ideologia dell’Italia piccolo-borghese diviene esplicita nel discorso La grande proletaria si è mossa (1911), pronunciato a sostegno dell’impresa coloniale italiana in Libia. LA GRANDE PROLETARIA SI É MOSSA Celebre discorso pronunciato al teatro dei Differenti di Barga nel 1911 a favore dell’impresa coloniale italiana in Libia. Giovanni Pascoli, proclamò che “la grande proletaria si è mossa”, riferendosi che i lavoratori italiani, costretti ad emigrare all’estero, avrebbero ora trovato in Libia Terri fertili in cui risollevare le loro condizioni di vita. Nella conquista della Libia, Pascoli vede inoltre la possibilità di superare non solo le differenze geografiche fra le varie parti d’Italia, ma anche tra classi, unite in un esercito in cui combattono il “campagnolo vicino al marchese”. É perciò un guerra non offensiva, bensì difensiva, perché condotta a tutela della civiltà e dei diritti umani. L’obiettivo è quindi quello di mantenere l’assetto sociale tramite il rifiuto della lotta di classe. IL FANCIULLINO Secondo Pascoli, dento ognuno di noi vive un fanciullino che conduce una vita semplice: è colui che sa parlare con bestie e piante, che ride e piange a cose che sfuggono ai nostri sensi. Senza di lui, però, noi non solo non saremmo un grado di vedere quelle cose che solitamente passano inosservate, ma non potremmo neanche pensarle. L’uomo non le vede così come le vede il fanciullino, perché ha studiato e non può vedere il “mondo novello”. La dimensione di purezza sentimentale, offuscata dal trionfo della ragione, sopravvive però ancora all’interno di ognuno di noi. Pur non avendo studiato, il fanciullino sa molte più cose dell’uomo adulto. Nel fanciullino è nascosta una verità meno comune ma a cui la coscienza di tutti risponde con subito assenso, ovvero la poesia che ha una suprema utilità morale e sociale. Per questo è necessario, secondo l’autore, che l’individuo riscopra la propria parte infantile: solo questa parte segreta dell’io è in grado di intuire e vedere quanto, in genere, passa inosservato. Questa posizione allontana Pascoli dal Decadentismo europeo, che si fonda sulla ribellione dell’artista alla propria condizione di emarginazione sociale. Vi è un tentativo di conservazione di vecchi privilegi, viene ancora rivendicato il diritto all’aureola. Altrove, invece, il poeta è ormai uno della massa e prende atto del suo declassamento. MYRICAE Pascoli ha lavorato contemporaneamente alla composizione di varie sue opere ed è per questo che si parla di rapsodismo di Pascoli, ovvero la tendenza a lavorare allo stesso tempo a vari generi di scrittura. In Myricae è forte la tendenza lirico-simbolica. La prima edizione di Myricae esce nel 1891 con sole 22 poesie, mentre l’ultima ne conta ben 156 ed è suddivisa in quindici sezioni. Il titolo è tratto dal Bucoliche vigiliate, in quanto corrisponde, in latino, all’italiano “tamerici”. Nella prefazione vengono affrontati due temi principali: il tema della morte invendicata del padre e il tema della natura come consolatrice. Tuttavia il primo tema domina sul secondo, in quanto anche nella natura si nasconde il peso del perturbante e della morte, tema presente sin dal primo componimento, Il giorno dei morti. La poesia pascolano appare divisa tra tradizione e sperimentalismo. Al rispetto della tradizione rimandano le forme metriche chiuse; testimoniano lo sperimentalismo, invece, la ricerca di un nuovo rapporto tra metrica e stile e la contiguità con le nuove tendenze del Simbolismo. Per meglio definire il simbolismo di Myricae, è necessario soffermarsi sulla sua natura allusiva. I particolari naturali che il poeta giustappone non rimandano a un concetto preciso, ma denunciano una carica segreta di angoscia che sta nel soggetto e un mistero insolubile che sta nelle cose. TESTI Lavandare Viene rappresentata una scena di vita contadina con uomini a lavoro e paesaggi naturali. Viene descritto soprattutto un canto popolare che esprime la malinconia sentimentale di una donna lasciata sola dall’innamorarti. Il canto delle lavandaie trasporta dunque la realtà oggettiva della precedente descrizione naturalista dentro un soggetto che la guarda e interpreta alla luce della propria condizione esistenziale di infelicità. Questo testo è un evidente esempio dell’impressionismo pascoliano: le immagini vengono presentate nella loro immediatezza visiva, come rapide pennellate. Vi è un continuo scambio tra oggettività e
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