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Giovanni Pascoli: La Vita e la Poesia di un Simbolista Decadente, Dispense di Italiano

Biografia di giovanni pascoli, poeta simbolista e decadente, nativo di san mauro di romagna. Discopri la sua infanzia, la morte del padre, la sua adesione al socialismo di andrea costa, la sua produzione poetica e la sua visione del mondo.

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 25/05/2022

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chiara-mauriello 🇮🇹

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Scarica Giovanni Pascoli: La Vita e la Poesia di un Simbolista Decadente e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! PASCOLI (Poeta simbolista e decadente) Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, da una famiglia abbastanza agiata: il padre, Ruggero, era amministratore di una grande azienda agricola. Giovanni era infatti il quarto di ben dieci figli ma ben presto il suo nucleo familiare verrà stravolto da una serie di lutti che segneranno profondamente la sua esistenza. Il 10 agosto del 1867 (lui 12 anni) Ruggero Pascoli fu ucciso a fucilate, probabilmente da un rivale che aspirava a prendere il suo posto di lavoro. I responsabili del delitto non furono mai individuati e ciò fu vissuto dal giovane Pascoli come un'ingiustizia insopportabile. Successivamente morirono la madre, la sorella maggiore e i fratelli Luigi e Giacomo. Gli rimasero soltanto le 2 sorelle Ida e Mariù con le quali costruirà idealmente il cosiddetto nido familiare che quei lutti avevano distrutto. NIDO: La chiusura gelosa nel «nido» familiare e l'attaccamento morboso alle sorelle rivelano la fragilità psicologica, che, con atteggiamento infantile, cerca dentro le pareti del «nido» la protezione dal mondo esterno degli adulti che gli appare minaccioso. A questo si unisce il ricordo ossessivo dei suoi morti, inibendo ogni vita di relazione, che viene sentita come un tradimento nei confronti del nido. Infatti, la vita amorosa ai suoi occhi è qualcosa di proibito e di misterioso, da contemplare da lontano (Il gelsomino notturno). Tuttavia, c'è in lui lo struggente desiderio di un vero «nido», in cui esercitare un'autentica funzione di padre, ma il legame ossessivo con «nido» non glielo permette. Si può capire allora perché il matrimonio di Ida, nel 1895, fu sentito da Pascoli come un tradimento e determinò in lui una reazione patologica con vere manifestazioni depressive. Dunque il nido è una chiave necessaria per cogliere il carattere tormentato e morboso della poesia di Pascoli, che si cela dietro la celebrazione delle piccole cose. Dunque, le sorelle rivestono un'evidente funzione materna (mentre, a sua volta, il «fanciullino» riveste verso le due donne una funzione protettiva, "paterna»). CONTINUO VITA: Egli entrò nel collegio degli Scolopi ad Urbino, dove ricevette una rigorosa formazione classica. Tuttavia, per le ristrettezze della famiglia, dovette lasciare il collegio, ma, grazie alla generosità di uno dei suoi professori, poté proseguire gli studi a Firenze dove terminò il liceo. Nel 1873, grazie al brillante esito di un esame (della commissione faceva parte Carducci), ottenne una borsa di studio presso l'Università di Bologna, dove frequentò la Facoltà di Lettere. In campo politico, aderì al SOCIALISMO di ANDREA COSTA e partecipò a manifestazioni contro il governo finendo in prigione per alcuni mesi per poi essere assolto. Questa traumatica esperienza determinò il suo definitivo distacco dalla politica militante. Resto fedele all'ideale socialista, assumendo però un atteggiamento di tipo umanitario e predicando la fraternità fra gli uomini. Dal 1892 per ben tre dici anni vinse inoltre la medaglia d'oro al concorso di poesia latina di Amsterdam, mostrando una straordinaria capacità di scrittura in lingua antica. L'intera produzione dei versi latini fu pubblicata soltanto dopo la morte del poeta, nel 1914, in due volumi che portano e il titolo di Carmina (Canti). Si tratta di trenta poemetti e di settantuno componimenti più brevi. Subito dopo la laurea, iniziò la carriera di insegnante liceale, prima a Matera, poi a Massa (qui chiamò a vivere con sé le due sorelle). Sempre con le sorelle, si trasferì a Livorno, dove rimase sino al 1895. Nello stesso anno, ottenne la cattedra di Grammatica greca e latina all'Università di Bologna. Dopo i il matrimonio di Ida, Pascoli prese in affitto una casa a Castelvecchio (Lucca) dove con la sorella Mariù, trascorreva lontano dalla vita cittadina che detestava e a contatto con di sentimenti semplici e puri. Nel 1897 gli fu poi assegnata la cattedra di Letteratura latina all'Università di Messina; nel 1903 ottenne il trasferimento a Pisa e due anni più tardi subentrò al suo maestro Carducci nella cattedra di Letteratura italiana a Bologna. Nel frattempo nel 1891 uscì la prima edizione di Myricae, successivamente uscirono i Poemetti, nel 1903 i Canti di Castelvecchio, nel 1904 i Poemi conviviali. Fu incaricato letterato ufficiale e svolse questo nuovo ruolo componendo anche una serie di discorsi pubblici, tra i quali è celebre "La grande proletaria si è mossa" nel 1911 durante la guerra coloniale in Libia (appendice dell'Italia). L'Italia non garantiva un lavoro ai suoi figli. Nell'ultimo anno si trasferì a Bologna dove morì il 6 aprile 1912. Il Pascoli critico si trova nei 3 volumi dedicati a Dante nel 1902. ●LA VISIONE DEL MONDO: Pascoli visse in un periodo in cui la cultura europea si fondava sul positivismo, una corrente di pensiero che usa termini specifici di alcune scienze come l'ornitologia e la botanica. Tuttavia, Pascoli visse anche la crisi del Positivismo; cominciava a svanire la fiducia assoluta nella scienza come strumento di conoscenza e l'attenzione veniva rivolta sempre più verso l'inconoscibile. Inoltre, l'adesione al cristianesimo di Pascoli non determina una fede religiosa è bensì una forma di umanitarismo proponendo solidarietà e fraternità. Pascoli rinuncia dunque ai principi con cui il Positivismo dava ordine razionale al mondo; nella sua personale visione il mondo appare frantumato, disgregato. Perciò il suo linguaggio è del tutto ANTIGRAMMATICALE. ●I SIMBOLI:Pascoli si fa scoprire i simboli della realtà, ci mette a contatto col mistero presente al di là del sensibile. La poesia è una rivelazione spontanea e ingenua che ci mostra cosa c'è oltre il sensibile, ha una connotazione irrazionale. In Pascoli, i particolari fisici e sensibili sono filtrati attraverso la visione soggettiva del poeta e in tal modo si caricano di valenze simboliche, che rimandano sempre a qualcosa di ignoto. Il mondo perde ogni consistenza oggettiva e la sua conoscenza avviene così attraverso strumenti interpretativi non razionali, che trasportano nel cuore profondo della realtà. La sfera dell'io si confonde con realtà oggettiva e le cose acquistano una fisionomia umana. ●LA POETICA DEL FANCIULLINO: Il saggio il fanciullino fu pubblicato originarimanete sulla rivista “Il Marzocco" nel 1897. Successivamente, fu ripubblicato nella raccolta di prose dal titolo "Miei pensieri di varia umanità" nel 1903. L'idea centrale è che il poeta coincide col fanciullo che sopravvive al fondo di ogni uomo: un fanciullo che vede tutte le cose «come per la prima volta»>, con ingenuo stupore e meraviglia, come dovette vederle il primo uomo all'alba della creazione. Al pari di Adamo, anche il poeta-fanciullo dà il nome alle cose usando un linguaggio diverso da quello della comunicazione abituale, capace di scoprire l'essenza più intima delle cose. L'atteggiamento irrazionale e intuitivo consente per Pascoli una conoscenza profonda della realtà, permette di cogliere direttamente l'essenza segreta delle cose. Il fanciullo scopre infatti nelle cose «le somiglianze e relazioni più ingegnose», è curioso ed intuitivo. ●Pag 287 "Una poetica decadente" da IL FANCIULLINO rigo 1-44 Dentro ognuno di noi c'è un fanciullino che ha la capacità di provare sentimenti come il dolore, la felicità e la paura della morte come credeva Cebes Tebano nel dialogo di Platone. Quando siamo piccoli il fanciullino confonde la sua voce con la nostra e quando nki cresciamo egli resta comunque piccolo e fa sentire sempre il suo "tinnulo squillo come di campanello". Tuttavia, in alcuni sembra che non ci sia questo fanciullino e non credono che esista in loro poiché questo non dà dimostrazioni. In realtà, i segni della sua presenza sono semplici e umili. Infatti, il fanciullino è quello che ha paura al buio, quello che parla alle bestie e agli alberi, quello che piange e ride senza un motivo, quello che rende tollerabile la felicità ma anche la sventura e fa umano l'amore perché accarezza come una sorella. Senza di lui, non solo non vedremmo tante cose a cui non badiamo di solito ma non potremmo nemmeno pensarle e ridirle. Dunque il fanciullo è in ognuno di noi ma tace in chi non lo ascolta come ad esempio un contadino che zappa senza fermarsi. ●LA POESIA per Pascoli è PURA e DISINTERESSATA, non deve avere finalità pratiche ma può essere utile moralmente. Il sentimento poetico, infatti, essendo in grado di dare voce al «fan ciullino»> che è in noi, induce alla bontà, all'amore, alla fratellanza, al di là delle barriere di classe che li contrappongono gli uni agli altri. Quindi la poesia è anche nelle piccole cose, che hanno un loro "sublime" particolare. Infatti la PRECISIONE è al massimo DELL'INDETERMINATEZZA. Il poeta appare dunque come un "veggente", dotato di una vista più acuta di quella degli uomini comuni. ●IDEOLOGIA POLITICA: Inizialmente aderì al SOCIALISMO di ANDREA COSTA. Il poeta avvertiva infatti con rabbia l'emarginazione sociale di cui era vittima a causa dell'avanzata della civiltà industriale moderna, che aveva declassato e impoverito la piccola borghesia rurale (dalla quale egli stesso proveniva) e che aveva tolto prestigio alla tradizionale cultura umanistica, privilegiando i saperi scientifici e tecnologici. Egli sentiva inoltre gravare su di sé il peso di un'ingiustizia irreparabile ( i vari lutti e la povertà). Aderì quindi alla Prima Internazionale dei lavoratori, l'organizzazione che raggruppava i movimenti socialisti di tutta Europa (Londra 1864) [Seconda internazionale 1889]. La sua militanza attiva nel movimento anarco-socialista terminò dopo l'esperienza terribile in carcere. ●Dal socialismo alla fede umanitaria: Bisogna tener conto della situazione di crisi generale della sinistra italiana di quel periodo e quindi del fallimento dei moti anarchici con l'abbandono del socialismo utopico di Bakunin (idee anarco-socialiste). Bakukin pensava che i contadini avessero un potenziale rivoluzionario ma si illuse e fallì. PASCOLI ADERÌ AL SOCIALISMO DI ANDREA COSTA, il primo uomo anarco-socialista che passò ad appoggiare Marx. Infatti ci si accostò al socialismo scientifico di Karl Marx che si fondava sul concetto di lotta di classe, cioè sull'inconciliabilità di interessi fra capitalisti e lavoratori. Marx sosteneva la necessità di uno scontro rivoluzionario per cancellare definitivamente il sistema capitalistico. Pascoli non poteva condividere questi principi, poiché sognava un affratellamento di tutte le classi sociali. Dunque, Pascoli non aderì al marxismo ma non rinnegò gli ideali socialisti, trasformandoli in una generica fede umanitaria. Alla base di questo atteggiamento vi era un radicale pessimismo, la convinzione che sulla terra domina solo il male: per questo gli uomini, vittime della loro infelice condizione, devono cessare di farsi del male fra loro e cominciare ad amarsi e ad aiutarsi a vicenda per superare le dure prove dell'esistenza. Dal cristianesimo primitivo, Pascoli ricavava la concezione del valore morale della sofferenza, secondo cui le vittime del male del mondo sono delle creature privilegiate, perché il dolore le rende moralmente superiori. Per questo bisogna perdonare anche di fronte ai soprusi. ●La mitizzazione del piccolo proprietario rurale: Per eliminare i conflitti, secondo Pascoli, è necessario che ogni classe conservi la propria collocazione nella scala sociale, collaborando con tutte le altre con spirito di solidarietà. Ciascuno deve accontentarsi di ciò che ha senza aspirare a modificare la propria condizione. (Es. Il proprietario rurale). La proprietà è la base indispensabile della dignità e della libertà dell'individuo. Inoltre, Pascoli mitizza dei piccoli proprietari agricoli poiché per lui rappresenta l'unica dimensione in cui possono valori sopravvivere i valori fondamentali, come la famiglia e la solidarietà. ●Il nazionalismo: Ben presto l'immagine del nido chiuso si estende fino a coincidere con il concetto di nazione. Per questo motivo egli sente con tanta partecipazione il dramma dell'emigrazione. Proprio in quegli anni l'italiano che è costretto a
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