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Giovanni Pascoli: vita, poetica, opere e analisi, Appunti di Italiano

Appunti dettagliati su Giovanni Pascoli, in particolare sulla sua vita, i temi chiave della sua poetica, lo stile e l'analisi delle opere principali. Contesto storico, ideologia e confronti con altri autori contemporanei.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 09/09/2023

gaia-mecchia
gaia-mecchia 🇮🇹

14 documenti

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Scarica Giovanni Pascoli: vita, poetica, opere e analisi e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI LA VITA Nasce in una famiglia numerosa nel 1855 a San Mauro di Romagna e trascorre la sua fanciullezza nella tenuta del principe Torlonia→ vita travagliata, ha molti lutti nella sua vita. Morte del padre→ 10 agosto 1867 (aveva solo 12 anni). Forse il padre era stato ucciso dal nuovo amministratore nominato dal Principe di Torlonia, da questo fatto scrive 2 poesie: ● “X AGOSTO” ● “LA CAVALLINA STORNA” Altri lutti→ fratelli e sorelle morti a causa del tifo. Poco dopo muore anche la madre. Con la borsa di studio, studia all’Università di Bologna, dove Carducci sarà il suomaestro: lo aiuta a uscire dalla prigione (1879) dopo che durante unamanifestazione socialista era stato incarcerato→ questo fatto lo segna profondamente. Vive dei momenti di forte sconforto e depressione, si allontana dall’azione politica (≠D’Annunzio: si mette sempre in mostra). Si orienta a fare altro→ diventare docente: si laurea in lettere nel 1882, viene trasferito più volte prima aMatera (Basilicata) e poi viene trasferito aMassa Carrara (Toscana). IL NIDO FAMILIARE Insieme alle 2 sorelle rimaste in vita: IDA e MARIA, cerca di ricostruire il nido familiare (fondamentale nella sua poetica)→ ricostruire la sua FAMIGLIA (loro 3 erano i superstiti). MA questo nido verrà spezzato dal matrimonio di IDA: quindi restano solo Pascoli e Maria. Quando erano legati in modo morboso, PascoliNON si sposerà con la fidanzata che aveva all’epoca, perché la sorella non voleva che si separasse da lui. ↳La sorella MARIA si fa tutrice delle opere del fratello e tutela la sua memoria. Nonostante i lutti, la ricostruzione del NIDO e l’insegnamento, il poeta scrive molto: "MYRICAE" (1891) e poi, siccome conosceva bene greco e latino (≈D’Annunzio), vince per 13 volte un concorso nazionale di poesia latina ad Amsterdam (unico italiano a vincere). VITA ITINERANTE Nel 1895 si sposta daMassa a Castelvecchio di Barga (dove si può visitare la sua casa, nord della Toscana). E da qui diventa professore ordinario all’Università di Bologna (dove aveva studiato) e infine aMessina. Vita itinerante di un personaggio che sta sempre in disparte e non fa parlare di sé.NON vive una vita estetizzante (≠D’Annunzio)ma la sua poetica è fortemente caratterizzata dalla morte e dalla poetica del fanciullino. Nel 1904 torna a Bologna e scrive “La grande proletaria si è mossa” pubblicata nel 1911 in occasione della guerra di Libia. Nel 1912 Carducci muore. TOPOI DI PASCOLI e CONTESTO STORICO 1. IL FANCIULLINO (infanzia) 2. LA MORTE Periodo in cui la psicoanalisi di Freud si fa sentire in Italia. - Il BAMBINO per lui vive delle esperienze straordinarie, scopre la vita - L’ADULTO ha più esperienza, ha già delle sovrastrutture e la conoscenza, sa quali sono i pericoli ed è più razionale del bambino. GIOVANNI PASCOLI 1. LA POETICA DEL FANCIULLINO: Pascoli sostiene che solo il bambino è in grado di far trasparire delle sensazioni e degli elementi che l’uomo adulto non ha (ha esperienza, è frenato, sa quali sono i pericoli). L’animo del POETA viene paragonato a quello del fanciullino: solo il poeta è in grado di mettere in scena tutte qst cose→ si guarda indietro per recuperare l’impulso tipico dei bambini e la loro irrazionalità per osservare il mondo→ Il poeta è sensibile, cerca di farsi bambino, fanciullino. 2. LA MORTE: emerge in “Myricae”, il tema della MORTE è legato alla tragedia della sua famiglia. La natura secondo Pascoli è apparentementemalvagia (ha portato alla disgregazione del nido) MA a differenza diD’Annunzio, lui esprime una forte carità cristiana→ c’è quasi pietà verso il male, e si cerca di comprenderlo. Pascoli tenta di idealizzare il suo pensiero facendo trasparire nei suoi testi quello che la critica definisce “socialismo umanitario” (no ideali politici), MA→ voler aiutare gli altri: atteggiamento umanitario e di filantropia per aiutare le persone. LO STILE ● Usa molte SINESTESIE, FONOSIMBOLISMO (tuono, tempesta) forte sonorità data da un uso ottimale delle parole (conoscenza molto ampia della letteratura). ● Strumentalismometrico non corrisponde alla vecchia metrica come faceva CARDUCCI (simbolo di uomo erudito, di cultura, rappresenta il passato) ma lo supera: la società non vuole più questo ma bisogna andare avanti. CONTESTO STORICO Per corrispondere alle esigenze della SOCIETÀ che è in continuo divenire, anche la POESIA si adatta a questo divenire (esempio =spezzare il verso): velocità, immediatezza della società di primo ‘900. Mette in crisi il modello POSITIVISTA di fine ‘800 (fiducia nella scienza e nel progresso), ci sonomeno certezze, l’uomo si sente irrequieto perché ha perso dei punti di riferimento, la società è cambiata in modo spaventoso→ velocemente. La sfiducia nei confronti della conoscenza scientifica e razionale si sostituisce dall’ INTUIZIONE del poeta, che deve ricercare qualcos’altro. Attraverso simboli e intuizioni della vita dei personaggi, si cerca di cogliere delle corrispondenze e degli elementi segreti. ↳ Elemento che deriva dal mondo francese di studiosi come: - Bergson (parla dell’intuizione) =intuizione, lampo di genio, ricordo del passato; - Proust (parla del flusso di coscienza) =“scrivo tutto quello che mi viene in mente”. IDEOLOGIA DI PASCOLI Quando Pascoli va in carcere abbandona il socialismomilitante per abbracciare altre idee: FILANTROPIA→ aiutare le persone attraverso i suoi scritti, visione semplice e bonaria, secondo cui bisognerebbe volersi bene e trovare dei compromessi (il governo dovrebbe muoversi in questo senso), pensa che la proprietà privata sia doverosa a tutti: avere un minimo di cui vivere→ SOCIALISMO UMANITARIO: atteggiamento di filantropia e benevolenza tra le persone. Essere NAZIONALISTA→ esaltare la nazione, atteggiamento di superiorità sugli altri; ↳ Cosa che Pascoli non ha: ha un nazionalismo ingenuo, perché per lui la Patria (Italia), rappresenta il nido in cui vivere, un luogo che dovrebbe tutelare. ↳ La Libia può essere una sorta di riscatto sociale/espansione del nido italiano, garantire la patria agli italiani che volevano trovare lavoro: erano tanti e il lavoro non c’era. GIOVANNI PASCOLI ● FANCIULLINO =Pascoli pensa che il fatto di stupirsi. che la natura cambia e che le foglie cadono→ per lui è qualcosa di musicale ed ingenuo, ≠mentre perD’Annunzio ⬇ la natura è un mezzo per ribadire la sua bravura attraverso le parole Elemento della psicanalisi: è Freud che studia le fasi dell’evoluzione che portano il neonato a diventare adulto e lo "sviluppo psicosessuale". Pascoli attribuisce al fanciullo l’ingenuità, quello sguardo di stupore e quella freschezza che hanno i bambini e non ha nulla a che vedere con l’eros e la sessualità. Entrambi (Freud e Pascoli) parlano dei bambini MA con esiti diversi: uno è medico e uno è poeta. LA POETICA DEL FANCIULLINO Cebes Tebano =uno dei protagonisti del “Fedone” (uno dei dialoghi di Platone). ↪Specificare il ruolo e l’importanza che ha il poeta e le emozioni riportate da lui. ↪Reduce dalle esperienze di Socrate che beve la cicuta, Cebes Tebano osserva l’adulto che affronta la morte con paura→ il fanciullo diversamente, ha un altro input. “Temono sperano godono piangono” =azioni una vicino all’altra senza virgole e congiunzioni: inizia la demolizione della sintassi. Come se dentro di noi ci fosse il fanciullino che ci porta a vivere la vita ingenuamente→ stupore infantile. La persona razionale (adulto) non dà spazio ai sentimenti tipici del fanciullo. Solo l’animo del poeta può cogliere gli aspetti della vita con l’ingenuità che sarebbe propria solo del bambino.→Bisogna ascoltare la vocina interiore che è in noi, che dovrebbe farci riflettere→ le sovrastrutture sono proprie dell’essere adulti. Forte ripiegamento interiore di Pascoli: parla di sé, del fanciullino, del fatto che dobbiamo assolutamente prestargli ascolto. La voce del bambino è una voce semplice, senza quella sovrastruttura: si meraviglia delle cose più semplici della vita, l’adulto no→ perdiamo tanti aspetti, superare la sovrastruttura per dare ascolto a quel chiacchiericcio che è la voce del bambino. “MYRICAE” (1891-1903) Raccolta caratterizzata da componimenti abbastanza brevi, realizzati quasi come se fossero dei frammenti. Prevale una tipologia di verso =ENDECASILLABO (verso formato da undici sillabe, verso per eccellenza della letteratura italiana): dare più respiro al testo e senso di infinito→ Pascoli lo riprende dal suo maestro di studi,DANTE. Per Pascoli lui è un grandemaestro, infatti scrive molti testi letterari di critica su Dante, MA non hanno avuto così tanto successo come le sue opere. I critici poche volte fanno riferimento alla critica pascoliana su Dante (mondo sconosciuto). I testi di MYRICAE diventano fonte di ispirazione per autori per lui contemporanei e succes- sivi: i crepuscolari (contemporanei),Umberto Saba ed Eugenio Montale (successivi). Varie edizioni 1891-1897 fino ad arrivare al 1900.Per anni lavora alla stesura della raccolta “Myricae” indica un arbusto =tamerici, arbusti comuni della macchia mediterranea. ↳ Trae ispirazione dalle bucoliche di Virgilio (classici)→ Bucolico =ambiente di campagna, si tratta di trattare di cose umili: i TAMERICI sono un arbusto umile (vive in ambienti in cui non c’è grande necessità di acqua, riescono a sopravvivere). Parlare di cose umili e di fatti quotidiani (es. donne che vanno a lavare i panni al fiume). Il tutto viene descritto con un tono molto discorsivo: sembra esserci il discorso diretto anche quando non c’è. GIOVANNI PASCOLI Poesie brevi (≠da D’Annunzio) e varietà di metri: novenario, settenario =versi più brevi, senso del frammento, della velocità o della fluidità. Usa termini precisi e termini tecnici. ● Gianfranco Contini =uno dei più importanti critici, analizzando Pascoli ha detto che in lui è presente il FONOSIMBOLISMO. Uso il linguaggio per accedere a quel campo di sensazioni che altrimenti sarebbe difficile esprimere: lo faccio attraverso l’elemento fonetico. Riprodurre con il lessico i suoni della natura. Usa l’onomatopea, la sinestesia, l’analogia (similitudine senza il come), più sottile/difficile da recepire, usa molte alliterazioni: ripetizione di molte lettere→ dare più ritmicità o leggerezza. Alcuni TEMI precisi sono la morte e la natura (intesa comemadre dolcissima). 1. MORTE: costante nella vita di Pascoli a partire dal 10 agosto, giorno in cui il padre viene ucciso (rimandi al mondo cristiano); idea del nido =rifugio sicuro, ma non può essere sempre considerato sicuro, perché se qualcuno viene a farci del male (rondine =madre che viene uccisa) allora quel nido non è più sicuro→ anche le nostre sicurezze possono essere messe in crisi. Vita è incerta, non c’è più nulla di sicuro. 2. NATURA, per Pascoli non è matrigna/ingannevole (come diceva Leopardi), ma è madre dolcissima: è vero che la natura propone anche la morte, ma P. dice che sono gli uomini la causa del MALE e non la natura. Al male è possibile rispondere con amore non odio. Il paesaggio è inquieto, come l’animo del poeta, perché è nella NATURA che Pascoli proietta le sue angosce, preoccupazioni, sensazioni. L’ambiente circostante riflette il suo animo. Le descrizioni paesaggistiche sono poco realistiche: non c’è una corrispondenza reale,sembrano essere inserite in un contesto onirico (di sogno). La natura, che è fonte del male, permette all’uomo anche di essere un rifugio: AMBIVALENZA→ si parla di IMPRESSIONISMO PASCOLIANO (l'autore riesce a cogliere gli aspetti più nascosti della realtà e cerca di metterli per iscritto attraverso delle immagini, colori e musicalità) LAVANDARE (1894) Lavadare =nome “lavandaie”.Madrigale =componimento poetico al pari del sonetto/ canzone usato tipicamente intorno al ‘500, a volte erano accompagnati dalla musica, origine popolare non dal gusto raffinato. Opera composta tra il 1892 e il 1894→ donne che vanno a lavare i panni al fiume e intonano uno stornello (canto popolare) durante il loro lavoro. ANALISI - “Mezzo-mezzo” ripetuto =anafora - arato per metà→ quello mosso è più scuro, la parte bagnata è emersa in superficie - Vapor leggero =metafora - “resta”, “aratro”, “pare” =allitterazione della r: durezza della vita della donna - “sciabordare-lavandare” =rima interna - “sciabordare” =onomatopea e metonimia (indica il loro lavoro) - “tonfi-cantilene, spessi-lunghe” =chiasmo - “il vento soffia e nevica la frasca” =analogia + chiasmo - “sciabordare, ripartisti, rimasta” =elementi fonetici, rumore - maggese→ parte del campo lasciata a riposo - “tonfi, frasca” - allitterazione della “f”→idea del vento che sta soffiando - allitterazione della “s”: senso di lunghezza (dà più musicalità al testo) GIOVANNI PASCOLI Le ultime 2 frasi racchiudono il senso della poesia→ SIMILITUDINE della donna sola come un campo abbandonato (lasciato a maggese), il lavoro è stato compiuto solo a metà. Andamento circolare: alla fine si parla sempre dei campi e della solitudine. Vengono messe in scena le coseUMILI: le donne, il lavoro dei campi→ il tutto inserito nel componimento del madrigale (popolare), ripresa di alcuni versi di uno stornello marchigiano Tutti questi elementi fanno ricordare la mancanza, la nostalgia e la solitudine: la donna è rimasta sola perché l’uomo se ne è andato. L'ultima quartina racchiude tutto il senso. Non mette le virgolette,ma li scrive come se fosse un continuum della storia, quasi a voler sottolineare la condizione umana della solitudine e dell’abbandono. Periodi paratattici. Aratro posto da solo =simbolo dell’animo triste/nostalgico di un passato più felice. X AGOSTO (1896) 10 agosto =notte di San Lorenzo: si vedono le stelle cadenti che la leggenda popolare identifica con le lacrime del santo,MA il 10 agosto 1867 =il padre del poeta viene ucciso. Dolore paragonato allamamma rondine che abbandona il nido. Termini CASA eNIDO fanno riferimento alla poetica di Pascoli. La vicenda familiare che illustra è un modo di descrivere il dolore che è universale: DOLORE per la perdita delle persone care. Schema metrico formato da decasillabi o novenari (10-9 sillabe) usati molto poco rispetto all’endecasillabo (verso x eccellenza→perché dà un senso di lentezza). Desiderio di volersi soffermare sulla vicenda della MORTE e voler recuperare alcune sensazioni e suggestioni. ● 2^ PARTE: parallelismo tra la condizione del padre di Pascoli e la condizione della rondine: tutti partecipano a questo immenso lutto: la sofferenza non solo è eterna nell’uomo,ma anche negli animali: restano senza un genitore→ condannati alla morte. Un po' come poteva succedere alla famiglia Pascoli se non avessero avuto un altro genitore che poteva badare a loro, o non abbiano intrapreso gli studi. Allusione all’elemento cristiano: rondine posta quasi in CROCE + SPINE =riferimento alla corona di spine di Gesù→ conferisce alla rondine una sembianza umana: prova gli stessi sentimenti che proviamo noi umani. Il verme e le bambole: oggetti dati in dono dai genitori ai rispettivi figli. I rondinini attendono la mamma e sono talmente affamati che alcuni di loro muoiono di fame: ROTTURA DEL NIDO→ Pascoli ricostruisce il nido familiare con le sorelle: gli rimane solo Maria (che si occupa della sua memoria). La VITA è contrassegnata dalmale, e il nido NON è sempre un posto sicuro: a causa di eventi improvvisi la vita può cambiare. Ultima strofa =si sente l’influsso dell’Epicureismo. ● EPICUREISMO: filosofia di Epicuro, secondo il quale per stare bene bisognava allontanarsi dalla società, vivere in un contesto bucolico/contadino insieme a un amico fidato e trascorrere le giornate parlando di filosofia. Secondo Epicuro, gli dei o non esistono, o abbandonano l’uomo al loro destino. ● Invettiva contro il cielo e la divina provvidenza: il male esiste e anche il cielo piange la morte dei suoi cari→ purificare la Terra dalle brutture del male. “E tu il cielo d’un pianto di stelle lo inondi” (=notte delle stelle cadenti). Lessico semplice, sintassi =molto presente la punteggiatura che serve a dilatare e dare maggiore respiro: non c’è un ritmo che incalza. Andamento circolare: sia all’inizio che alla fine si parla del cielo e delle stelle. 1^ strofa→ forte ipotassi e uso di molte subordinate. GIOVANNI PASCOLI CANTI DI CASTELVECCHIO (1903) La tradizione si fa più presente, rispetto maggiore dei canoni classici. Ritorno all’endeca- sillabo, le liriche si fanno più ampie: permette a Pascoli di sperimentare e usare termini più specifici (sia lessicale che sintattico e argomentativo). L’intera struttura ruota attorno alla tematica delle stagioni: si va da un autunno all’altro autunno (D'Annunzio “Maya”, “Elettra”, “Alcyone” =in ogni raccolta c’è una stagione). Molti tecnicismi e uso di espedienti stilistici tratti dal simbolismo (onomatopea) e animali che vengono accostati all'esperienza umana. PLURILINGUISMO Pascoliano: non solo tratti del dialetto, ma anche latinismi, termini aulici (dotti) e tecnicismi. Tematica della TRAGEDIA familiare (tematica che lo accom- pagna per tutta la vita), morte e descrizioni di paesaggi bucolici (si fanno sempre più fitte). IL GELSOMINO NOTTURNO (1901) Nozze dell’amico di Pascoli =Gabriele Briganti, pubblicata dopo. La poesia è suddivisa in 6 quartine→ EPITALAMIO. Talamo di Ulisse =letto matrimoniale degli sposi (poesia dedi- cata agli sposi). Inizio inmedias res =nel mezzo del testo (“E si aprono i fiori notturni”). Le potenzialità di questo amore sono talmente grandi che non sa descriverle→ INDEFINITO. Parallelismo di 2 giovani sposi con l’ape, fiori sono le piante, ma c’è qualcosa di più triste, Pascoli non si sposa mai, non avrà figli (sorella Maria si mette in mezzo al fidanzamento) perché il nido non si separasse. ● “cari” =famiglia (nido) e morte (i parenti sono morti) ● “casa bisbiglia-dormono i nidi” =PERSONIFICAZIONE +METONIMIA ● “come gli occhi sotto le ciglia” (proteggono) =similitudine ● “fragole rosse” =simbolo della passione + ANALOGIA ● “celle” =alveare, rappresentano la sua casa (rifugio) ● ”pigolio di stelle” =SINESTESIA, metafora per dire cielo (elemento terrestre-cielo) ● “il lume” =la lampada (METONIMIA) ● “si chiudono i petali” =gelsomino notturno si apre di notte e si chiude di giorno ● “non so che felicità nuova” =sensazione di infinito, idea della nascita di una nuova vita, allusione alla vita dei di due giovani sposi dal venir della notte all’alba è possibile la nascita di una nuova vita. In questa poesia si trovano delle ONOMATOPEE, simboli che alludono a sfere sensoriali (tatto, olfatto =profumi, sfera visiva =stelle, ape). La parte finale del fiore ricorda il luogo in cui cresce una nuova vita→ utero materno: come nascono i fiori, così anche i figli. Nel momento in cui c’è la promessa di una nuova vita, si passa dalla notte alla luce: vita nuova, giorno nuovo, nuova fase della vita. La NATURA in Pascoli ha delle funzioni diverse rispetto a quelle diD'Annunzio, come se i due personaggi siano quasi uno l’opposto dell’altro: uno solo con le poesie, l’altro si fa protagonista della storia. Punto in comune: uso di certe figure retoriche (tipiche delDecadentismo→ crisi di valori alla quale si risponde in modo diverso). Stile di vita ha profonde ripercussioni nella loro epoca. LA GRANDE PROLETARIA SI È MOSSA (1911) Discorso rivolto alle persone→ è stato pronunciato il 26 novembre del 1911, ci troviamo a Barga (ultimo luogo che accoglie Pascoli), commemorare i caduti e i feriti nella guerra di Libia. La grande proletaria =ITALIA: paese che poggia per buona parte della sua società sugli operai, ma anche che le nazioni proletarie sono quelle che hanno una popolazione supe- riore alle risorse, come l’Italia: all’epoca aveva troppi abitanti per la disponibilità economica GIOVANNI PASCOLI e i posti di lavoro che poteva offrire. Pascoli (SOCIALISMO UMANITARIO) pensa che la guerra di Libia possa aumentare i posti di lavoro→ visione utopistica, per fare questo c’era la necessità di creare le strutture e dei luoghi in cui le persone potessero vivere (costruire un’economia in Libia, che fino a quel momento apparteneva all’impero ottomano)↴ Impero ottomano non esiste più (crolla nel 1918), nasce la Turchia (guidato da Ataturk) Egitto divenne un protettorato della Gran Bretagna, aria medio-orientale spartita nelle potenze vincitrici; la Libia venne conquistata dall’Italia. Troppe persone costrette all’immigrazione: a inizio ‘900 c’è un aumento dellemigrazioni (transoceaniche), persone vanno verso gli Stati Uniti. Oppure ci sono le migrazioni temporanee/stagionali: figli maschi vanno in Francia, Germania, Austria per un certo periodo dell’anno. Anche in Russia→ piastrellisti, muratori,... Tono focoso: simile a un discorso politico Elenco dei lavori più umili fatti dagli italiani all’estero. BRACCIANTI: lavoratori a giornata (lavori più umili) non hanno un pezzo di terra o una casa, erano ancora più poveri dei contadini (che avevano una casa/un campo) Italiani emigrano in America nella speranza che fosse il loro Paese (non sempre gli permette di vivere), i governanti erano ostili→ italiani trattati come bestie. Gli italiani vendono tutti i loro averi per racimolare denaro e intraprendere un viaggio STEREOTIPO: Idea dell’italiano mafioso che ruba e vive di espedienti. I primi grandi capi della mafia si rifugiano dall’altra parte del mondo (al capone =New York)→ italiani vengono linciati e accusati di essere dei malfattori. Per colpa di alcunimafiosi: tutti gli italiani =mafiosi, anche se alcuni erano onesti e volevano solo una nuova vita. Tanti sono costretti ad andarsene→ l’Italia non li tutela e non gli offre lavoro, non gli offre possibilità. (IlWelfare nasce durante il fascismo→ non c’erano tutele per i lavoratori). Garibaldi ha vinto ma quello stesso esercito è stato sconfitto alla fine dell’800 in Etiopia. ↳Gli italiani sono dei deboli, perché non sono riusciti a vincere contro gli abissini: persone di colore, quindi considerate inferiori (hanno perso in Etiopia). “La nostra isola grande, una vasta regione che già per opera dei nostri progenitori fu abbondevole” =LIRISMO di Pascoli. MA ora è per gran parte un deserto: NON c’è la tutela dell’Italia: abbandonata dalla politica e di conseguenza anche dagli italiani. Pascoli dice che la LIBIA deve essere una continuazione della terra nativa: anche là è Roma =bisognava fare l’Italia e imporre, con la guerra, la PACE. ITALIA =grande martire delle nazioni: ha subito devastazioni per secoli, divisa, unita, presa ripresa, smembrata da sempre→dominazioni straniere. Bisogna aspettare il 1861 x l’unione L’esercito è formato da persone che provengono da tutta Italia: sardo, lombardo, siciliano... (avviene anche durante la Grande Guerra). Brigata =parte in cui è diviso l’esercito (Sassari-Catanzaro). Bisogna commemorare i morti gloriosi e i feriti: dobbiamo essere uniti. Tutti lottano: borghesia, nobiltà, artigiani, campagnoli, conti, marchesi e duca: IN GUERRA VANNO TUTTI. Pascoli da buon socialista umanitario: NON vuole una lotta di classe, ma trovare un modo per raggiungere lo stesso risultato. - Denuncia delle condizioni di degrado in cui sono costretti a vivere i lavoratori - antitesi con l’Italia che in passato aveva conquistato il mondo (Impero Romano)
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