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Giovanni Verga (biografia, background storico, opere), Appunti di Italiano

Nato in Sicilia, non inizia il suo percorso artistico come verista. Inizialmente compie studi privati, presso Antonino Abate, dove assorbe ideali di patriottismo e un certo gusto romantico→Amore e patria, suo primo romanzo inedito. Non fa studi regolari e si dedica a letteratura e giornalismo. Questo lo discosta da autori letteratissimi con profonda formazione e cultura; non ha cultura umanista tipica degli autori.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 02/10/2021

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Scarica Giovanni Verga (biografia, background storico, opere) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Verga maggiore autore verista italiano. Nato in Sicilia, non inizia il suo percorso artistico come verista. Inizialmente compie studi privati, presso Antonino Abate, dove assorbe ideali di patriottismo e un certo gusto romantico> Amore e patria, suo primo romanzo inedito. Non fa studi regolari e si dedica a letteratura e giornalismo. Questo lo discosta da autori letteratissimi con profonda formazione e cultura; non ha cultura umanista tipica degli autori. Si forma sui testi francesi moderni che sono popolari in quel momento (Dumas padre che scrive i tre moschettieri e Dumas figlio che scrive la signora delle camelie): letteratura di intrigo e sentimentale. Impronta sentimentale con fondo storico, così come era di moda per i romanzi dell’epoca. Romanzi patriottici Verga appoggiò attivamente l'Unità italiana, arrivando ad arruolarsi nella Guardia Nazionale. Il suo patriottismo emerge anche attraverso i suoi primi romanzi, che si inseriscono nella corrente molto diffusa all’epoca della letteratura patriottica. Questi romanzi sono: Amore e patria (1856) I carbonari della montagna (1861-62) Sulle lagune (1963) Vuole andare nel continente perché ritiene la Sicilia arretrata culturalmente. Si reca a Firenze nel 65 e nel 69. Vuole liberarsi dei limiti della cultura provinciale. Nel 1872 si trasferisce a Milano (centro culturale più vivo e più aperto alle sollecitazioni europee). Entra in contatto con Scapigliatura e scrive Eva, Eros e Tigre Reale Romanzi mondani Il trasferimento a Firenze e poi a Milano determina un cambiamento nei temi trattati nei romanzi. Verga inizia a descrivere l’ambiente mondano che egli stesso frequenta. Queste storie sono fondate su un elemento autobiografico: si parla sempre di un giovane artista che subisce l’influsso distruttivo della mondanità per opera di qualche donna. In questo vediamo il giovane Verga e i suoi turbolenti rapporti con le donne che incontra nei salotti fiorentini e milanesi. | romanzi che appartengono a questa fase sono: Una peccatrice (1866), storia di un giovane commediografo catanese e del suo rapporto con una seducente contessa, che lo porta a diventare un artista fallito. Storia di una capinera (1870), storia di una giovane costretta a farsi monaca che otterrà un significativo successo di pubblico. ® Eva(1873), narra le vicende di un pittore siciliano trapiantato a Firenze, che perde sé stesso per amore di una ballerina. Eva è la storia di un giovane pittore siciliano che a Firenze brucia le sue illusioni e i suoi ideali artistici per una ballerina. La ballerina, nell'immaginario collettivo, rappresenta il simbolo della società materialista che disprezza l’arte e asservisce l’arte al suo bisogno di lusso. Forte protesta della nuova condizione dell’intellettuale che viene emarginato e declassato. Posizione vicina alla polemica anticapitalista che aveva caratterizzato la scapigliatura. Tigre reale (1975), racconta gli effetti corruttori esercitati sul protagonista da una contessa russa. Eros (1875), il cui protagonista si consuma progressivamente, fino al suicidio. Narra la storia di un giovane traviato da una mangiatrice di uomini. Salvezza segnata dal ritorno in seno alla famiglia Questi due romanzi segnano il successo di Verga anche se sono ancora in clima tardo romantico. Bohème: descrivono questo mondo e sono in luce le passioni complesse e violente di animi elevati. Linguaggio enfatico ed emotivo. Romanzi ancora lontani dal naturalismo francese che in quegli anni si stava imponendo. Nel 1878 svolta: questo è l’anno della pubblicazione della novella Rosso Malpelo che segna la conversione di Verga al verismo e dà il via al “Ciclo dei Vinti” e alle “Novelle rusticane”. La poetica del Verismo La realtà siciliana Il contatto con le città del nuovo stato unitario (Firenze, Milano) e la crescente sfiducia verso la vita moderna e gli ambienti mondani determinano in Verga un ritorno alle sue radici, a quel mondo siciliano rimasto fuori dalla storia e dominato da leggi immutabili. Nella Sicilia Verga vede le sue origini, un mondo che conosce bene ma che al momento gli è distante, visto che si trova a vivere lontano. La conversione al mondo siciliano e al Verismo nasce in Verga da una serie di motivi. Elenchiamo brevemente i più importanti: Diffidenza verso il sentimentalismo romanzesco Scoperta del Naturalismo francese Nostalgia per la terra natale Interesse verso la questione meridionale La prima novella in cui si assiste a questo ritorno al mondo siciliano è Nedda, del 1874, in cui Verga narra le vicende di una raccoglitrice di olive e propone una commossa partecipazione alle sue sventure. A Milano soggiorna per lunghi periodi e nel 1893 ritorna definitivamente a vivere a Catania. Svolta verista non va interpretata in senso moralistico, Verga si focalizza su un genere diverso, non perché stanco di ambienti eleganti e mondani e perché cerca con il verismo più realtà. Con la conquista del metodo verista non vuole abbandonare gli ambienti dell’alta società per quelli popolari, ma vuole invece analizzare tutti gli ambienti. Le sfere più basse sono solo un punto di partenza perché qui i meccanismi della società sono più semplici. Nel Ciclo dei vinti vorrà applicare il suo metodo anche agli strati più alti (aristocrazia e politica) Verismo = nuovo metodo narrativo, nuovi principi di poetica + impersonalità Svolta verista avviene con novella Rosso Malpelo (1878). Storia di un ragazzo che lavora in miniera e vive in condizione dura e disumana. Linguaggio è nudo, scarno che riproduce il modo di raccontare della narrazione popolare. Per la prima volta compare l’impersonalità. Ledda (1974): novella con ambientazione siciliana, raccoglitrice di olive. In questa novella c'è ancora la presenza del narratore che esprime un certo paternalismo. Quindi per questo non considerata la prima verista. Si parla di conversione improvvisa al verismo, in realtà la sua conversione era già iniziata con i tre romanzi. Allora aveva ancora strumenti approssimativi e poco personali, ancora inquinati dalla maniera romantica. Svolta al verismo non è una brusca svolta. Arriva con rosso Malpelo alla concezione materialistica della realtà e all’impersonalità. Tecniche narrative: impersonalità e regressione Per descrivere un mondo come quello siciliano, fisso nei propri valori, Verga sceglie di adottare un tipo di scrittura oggettiva, priva dei sentimenti e delle opinioni dell’autore. Questo tipo di scrittura rientra all’interno della poetica dell’impersonalità, che vuole guardare il mondo dei contadini e dei pescatori da una certa distanza, al fine di restituirne la verità, usando le parole della narrazione popolare e mettendo al centro il fatto nudo e crudo. debole). Questo processo di straniamento ha la funzione di negre i valori, di mostrarne l’impraticabilità, quello in cui vive Malpelo è un mondo dominato dalla logica della lotta per la vita. L’artificio narrativo diventa pieno di significato: attraverso il punto di vista degli operai della cava, Verga esprime tutto il suo pessimismo. Straniamento in senso inverso: chi conduce il racconto è chi è portatore di questa visione umana, ciò che dovrebbe essere strano finisce per sembrare normale e questo denuncia con grande evidenza lo stravolgimento profondo che domina nella visione del mondo di quell’ambiente, nei rapporti sociali che lo regolano. Senza interventi giudicanti e lasciando parlare le cose stesse, viene denunciata questa visione stravolta di questo mondo. È un mondo popolare e questo dimostra che in Verga il mondo rurale non è mitizzato, ma è dominato dalle leggi che dominano anche gli strati della società più evoluti (delle banche e delle imprese): smentita delle tendenze romantiche presenti in Verga nei confronti del mondo popolare. Non tutto il racconto è impostato sull’effetto di straniazione e deformazione del protagonista: la novella può essere divisa in due parti 1. Malpelo visto solo dall’esterno, dal mondo ottuso e malevolo nei suoi confronti e tutte le sue azioni rimangono incomprensibili per il narratore e il lettore costruisce per induzione 2. Emerge il punto di vista del protagonista: che cosa pensa e prova Malpelo. Affiora una nuova visione, cupa e pessimistica di questo ragazzo reso duro dalla vita che fa (patimenti e soprusi). Malpelo ha colto la legge che è alla base della realtà (sociale e naturale): lotta per la vita in cui prevale sempre il più forte a discapito del più debole. Malpelo regola la sua esistenza su questa conoscenza. Si delinea la figura di un eroe intellettuale: Malpelo è il portatore di una consapevolezza lucida dei meccanismi di una realtà tragica e immodificabile: si proietta in Malpelo tutto il pessimismo di Verga, un pessimismo che appare rassegnato. Verga non sa proporre alternative a questa condizione, ma mantiene un distacco che gli permette di rappresentare quella negatività. Importanza dell’impostazione narrativa della novella: Poteva essere un racconto per commuovere, ma il modo in cui Verga racconta la vicenda trasforma la novella in un'analisi dura e lucida di quelle che sono le leggi sociali © importante strumento conoscitivo. Il modo di narrare (la tecnica narrativa utilizzata) trasforma una materia che normalmente portava alla pietà, all'analisi della società. LA POETICA L'ideologia verghiana Principio dell’impersonalità Cosa induce Verga a formulare questo principio? Verga nella prefazione al Ciclo dei Vinti (e quindi al romanzo / Malavoglia) dà una risposta a questa domanda: egli ritiene che l’autore debba eclissarsi e che non abbia diritto di giudicare la materia che rappresenta; il presupposto a tale affermazione è la sua personale concezione generale del mondo: alla base della sua visione ci sono posizioni pessimistiche; egli infatti considera la società dominata dal meccanismo della lotta per la vita > idea che deriva dal darwinismo: la natura e il mondo sono dominati dal meccanismo crudele per cui il più forte ha la meglio sul più debole. Di conseguenza, nella concezione verghiana, i valori come l’altruismo e l’aiuto del prossimo, la generosità, la bontà sono valori ideali che non trovano posto nella realtà effettiva: secondo lo scrittore gli uomini non sono mossi da motivi ideali, ma spinti solo da interesse economico e dalla volontà di sopraffare gli altri. Alla base della concezione del mondo di Verga ci sono quindi le leggi di natura che governano qualunque società: queste caratteristiche dominano non solo gli uomini, ma anche gli animali e i vegetali. Le leggi di natura sono immodificabili, non offrono alternative né per il futuro, né nel passato; Verga non intravede neanche una soluzione in una dimensione trascendente: la sua è una visione materialistica e atea che esclude qualsiasi considerazione religiosa; non c'è possibilità di riscatto in un’altra vita (diverso da Manzoni in cui c'era sì il pessimismo ma il riscatto stava nella provvida sventura > le sofferenze e le sventure dei suoi personaggi erano sempre finalizzate a qualcosa di positivo). La concezione verghiana, quindi, parte dal presupposto che l’uomo si trova a vivere in una realtà che non può essere modificata: alla luce di questo non è legittimo, quindi, che lo scrittore possa proporre giudizi e non è giustificabile un intervento esterno (Verga è appunto convinto che niente e nessuno può cambiare la situazione): se non si può cambiare ciò che si vede e si rappresenta, ogni intervento giudicante non ha senso: lo scrittore deve lasciare che la realtà parli da sé. La conseguenza logica del suo pensiero è che la letteratura non può contribuire a modificare la realtà: può solo studiare la realtà e riprodurla fedelmente. IL VALORE CONOSCITIVO E CRITICO DEL PESSIMISMO Alla luce di tutto ciò, la tecnica dell’impersonalità non è frutto di scelta casuale ma deriva dalla visione pessimistica di Verga dell’uomo e della società: questa tecnica è quindi quella più adatta per esprimere questa sua visione pessimistica del mondo. Un simile pessimismo nega qualsiasi trasformazione storica della società (= la società non è destinata ad evolversi positivamente nel futuro): l'assetto vigente della società si giustifica con l'ordine naturale: politicamente Verga assume idee dalla connotazione fortemente conservatrice; egli infatti rifiuta qualunque ideologia progressista e democratica che considera null’altro che inganni e causa di pericolose rivolte sociali. Il suo pessimismo che non gli fa accettare in modo acritico la realtà esistente anzi questa posizione gli permette di cogliere con lucidità tutto ciò che c’è di negativo nella realtà ad esempio la disumanità della lotta per la vita (in Rosso Malpelo), gli interessi sfrenati (ecc). Tutti questi aspetti sono messi in luce con precisione implacabile, Verga non dà giudizi correttivi, non propone soluzioni, però rappresenta l’oggettività delle cose. Il pessimismo che lo caratterizza non diventa un limite ma al contrario è la condizione di quello che è il valore conoscitivo e critico. Questo pessimismo conservatore rende Verga immune dai miti che trionfano nella letteratura a lui contemporanea: rimane immune al mito del progresso e a quello del popolo. Anche se le sue opere hanno al centro la vita del popolo, non si riscontra in Verga l'atteggiamento populistico che è invece presente nella letteratura del secondo ‘800. (Atteggiamento populistico= sorta di pietà sentimentale per quelle che sono le miserie degli umili e le piaghe sociali dell’epoca e la fiducia per le condizioni dei diseredati). In Verga non si riscontra un atteggiamento populistico e neanche quel paternalismo (caratteristico dei ceti privilegiati) che porta ad una rappresentazione zuccherosa e lacrimevole di quella che è la realtà popolare. Il pessimismo porta ad una visione “arida”, fredda e distaccata. | temi trattati da Verga rappresentano il mondo contadino della società rurale siciliana, ad esempio in Rosso Malpelo Verga avrebbe potuto rappresentare il protagonista come un personaggio del romanzo “Cuore”, invece non c'è abbandono al patetismo, ma c'è una visione arida e desolata. Il punto di vista della narrazione è quello dei popolani che negano ogni valore. Non c'è populismo di tipo romantico: pur sottolineando la negatività del progresso moderno non contrappone mai il mito della campagna (come una specie di eden): la campagna non rappresenta l'alternativa al mondo brutale e corrotto della città (che è un mondo fatto di banche e di imprese industriali dove sono il profitto e il guadagno a farla da padrone) e la vita in campagna non è neanche un antidoto ai mali presenti nella realtà cittadina, ma anche il mondo della campagna è governato dalle stesse leggi del mondo cittadino (egoismo, il guadagno, la sopraffazione...) che portano ad instaurare rapporti di conflitto gli uni contro gli altri. Non offre immagini consolatorie, ma è aspro e sgradevole così come la realtà che rappresenta e il lettore è stimolato ad una riflessione critica: distrugge i miti. CONFRONTO TRA VERISMO DI VERGA E NATURALISMO DI ZOLA: Differenza tra verismo e naturalismo: scrittori veristi italiani) il Naturalismo rimane comunque il punto di riferimento per tutti gli 1. tecniche narrative: in Zola la voce narrante riproduce il modo di vedere ed esprimersi dell’autore: è il punto di vista del borghese colto che guarda dall'esterno la materia che studia/descrive, l’autore esprime giudizi sia espliciti che impliciti. Il giudizio è dato in base a un codice morale borghese, creando un distacco tra il narratore e i personaggi. IN VERGA NO. Verga ci fa vedere le vicende dal punto di vista dei personaggi. 2. Zola resta estraneo alla tecnica della regressione. L’impersonalità di Zola è diversa: Zola vuole essere oggettivo, vuole assumere il distacco tipico dello scienziato; impersonalità per Verga significa invece eclissarsi e immergersi completamente nell'oggetto. Due tecniche lontane conseguenza di due ideologie diverse: Zola interviene, commenta e giudica dall’alto del suo punto di vista “scientifico” perché crede che la letteratura possa contribuire a cambiare una società che considera mobile e attiva (egli infatti crede nel progresso): la letteratura diventa studio dei problemi sociali e stimolo per le riforme. Per Verga, invece, la realtà è immodificabile e la letteratura non può incidere su di essa. Questi due diversi approcci derivano da due retroscena sociali diversi: Zola e Verga hanno radici diverse: Zola ha fiducia nella possibilità che la letteratura incida sulla realtà perché è uno scrittore borghese dinamico; Verga invece vive in ambiente sociale diverso: in Italia la situazione (sociale, economica e politica) è diversa, Verga è il tipico galantuomo del sud (la sua famiglia è agiata perché proprietaria terriera con ascendenze nobiliari) e ha ereditato una visione fatalistica del mondo agrario ed è estraneo alla visione dinamica del capitalismo moderno che si è affermato in Francia. Per Verga le masse contadine sono escluse dalla storia, sono chiuse nel loro mondo, sono passive e rassegnate: il fatalismo trova conferma nella situazione dell’Italia a lui contemporanea in cui iniziano a delinearsi ed accentuarsi l'esclusione sociale delle zone suburbane: lo scrittore conclude che nulla è cambiato e quindi nulla mai può mutare, la legge della sopraffazione è un dato immutabile. È una raccolta di novelle dove spiccano figure caratteristiche della campagna siciliana. Stesse tecniche narrative. Unica eccezione: - Fantasticheria > questo racconto prende la forma della lettera che l’autore scrive a una gran dama. La novella anticipa il romanzo “I Malavoglia” (scritta prima del 1878): nella lettera viene ricordato l'episodio di una gita con sosta nel paese di Acitrezza dove questa dama si ferma perché considera questo mondo pittoresco, ma dopo due giorni questa dama fugge annoiata, proclamando di non capire come si possa vivere in quel luogo per tutta la vita. C'è un’anticipazione dei Malavoglia. Manca nella novella un elemento (trovare leggendo). Il mondo rurale è ancora in parte idealizzato (manca disincanto e pessimismo). Se si accosta la novella Fantasticheria a Rosso Malpelo si possono riscontrare contraddizioni interne: ad esempio la concezione del mondo arcaico e rurale ancora non rappresentato in modo verista.
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