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Verga e la Letteratura Italiana: Il Contesto Storico e Politico, Appunti di Letteratura Italiana

Questa lezione introduttiva esplora il contesto storico e politico che ha influenzato la vita e la produzione letteraria di giovanni verga. Nato a catania nel 1840, verga vive e scrive gran parte della sua vita fuori dalla sicilia, contribuendo in maniera decisiva alla costruzione della nazione italiana. Questo documento illustra come la situazione politica e culturale dell'italia in via di unità influenzò i suoi ideali e la sua scrittura. Il documento include una lettera di verga a luigi capuana, un altro scrittore siciliano, che illustra la nostalgia di ciascuno per la loro terra natia.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 18/01/2024

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Scarica Verga e la Letteratura Italiana: Il Contesto Storico e Politico e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Letteratura – Giovanni Verga Prima lezione Contesto - Panorama storico politico Verga nasce a Catania nel 1840. In quegli anni l’Italia non è ancora diventata una nazione, l’unità arriva nel 1861, unità parziale, alcuni territori rimarranno fuori e verranno acquisti successivamente attraverso 3 guerre di indipendenza. Muore nel 1922 (2022 è l’anno verghiano per questo motivo). Il processo unitario, risorgimentale, influirà in maniera determinante sugli ideali e sulla formazione di Verga (di conseguenza anche sulla sua produzione). Verga sarà uno dei numerosissimi scrittori siciliani che vivranno gran parte della sua vita fuori dalla Sicilia e che proprio con il loro errare e vivere altrove contribuiranno in maniera decisiva a costruire la nazione italiana, dal puto di vista culturale. contribuirà alla costruzione della cultura italiana, tema importante del tempo. Nel suo volume la professoressa metterà in epigrafe una frase di una lettera del 17 maggio 1878 (sempre conti e quando scrive qualcosa, scrittori italiani classici si avvino alla composizione presto) che Verga scrive all’amico, conosciuto a Firenze, Luigi Capuana [attenzione perché ricorre spesso], anche lui siciliano (di Mineo). Verga scrive a Capuana: Tu hai la nostalgia di Milano e io quella di Sicilia. Così siam fatti noi che non avremo mai posa e vera felicità. Frase bella che ci dice quanto questo vivere altrove cercando anche il successo, Vera non si tira indietro, sempre molto attento a questo però costo in termini personali e umani. Verga rientrerà in Sicilia negli anni 80 e si ritirerà. Verga solo a fine anni 80 rientra in Sicilia, anni della gioventù e prima maturità dal 1865 in poi vivrà invece fuori dalla Sicilia. Dai suoi 25 ai 45 anni, che sono anni centrali. Vive fuori per motivi che vedremo. Tracciamo a grandissime liee ciò che accade prima e durante la vita di Verga. Affrontiamo il tutto per blocchi. Primo blocco: dal 1815 al 1848. Nel 1815 congresso di Vienna che segna il ritorno allo status quo, si fa finta che il periodo napoleonico non ci sia stato. Si parla di Restaurazione. Tentativo di riportare confini, ideologie politica a prima della rivoluzione francese come se gli eserciti di napoleone e lo stesso Napoleone nonostante deriva imperialista on fosse mai esistito come se eserciti napoleonici non avessero diffuso in Europa ideali di uguaglianza e unità. Da quella situazione non si può tornare indietro. Quegli ideali si erano diffusi tra gli intellettuali, il popolo coinvolto fino a un certo punto ma ideali molto presenti in Europa. Quali nazioni risultano in quel momento vincitrici a Vienna: Inghilterra, santa alleanza, Austria, Russia, Prussia e altri stati assolutistici. Ma il 48 invece è l’anno in cui una serie di nazioni europee si ribellano al potere assolutistico proprio perché le truppe napoleoniche, la rivoluzione francese avevano disseminato in Europa queste nuove idee, le nazioni che non già presentano Unità nazionale come Polonia, Italia (cultura di unità dovuta a cultura e letteratura, Dante per esempio ma anche Galilei si firma italiano ma non c’è Italia), quelle nazioni che si trovano indietro dal punto di vista unitario si iniziano a ribellare e a volere l’unità. La prima guerra di indipendenza italiana nel ‘48. Più o meno con appoggio, sebbene non sempre costante, dei Savoia, che in quel momento non re di Italia ma principato che sta nel nord più orientato verso le pressioni (?) francesi che verso italiane ma che si troverà al centro del processo unitario italiano. Cosa le truppe napoleoniche avevano diffuso: senso dei diritti, consapevolezza della propria identità culturale nazionale, consapevolezza di stato fondato su leggi certe, le leggi anche quando scritte venivano lasciate all’interpretazione di ci aveva potere, nuovi strati sociali e nuova organizzazione dello stato con strati sociali nuovi. Il concetto di nazione. Immagiate il fanciullo Verga ce si trova all’interno di questa situazione, primi romanzi aderisce a ideale nazionale di rivincita e formazione della nazione. Concetto di nazione che si forma in questi anni si fonda su alcuni principi: unità politica ovvio ma anche antica unità antico senso che riguardava la lingua (latino), la cultura e la letteratura. Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, galilei ecc. tutti questi scrittori si sentono italiani senza che ci sia l’Italia, la storia della nazione italiana è strana. Abbiamo unità culturale/linguistica più o meno, però diciamo fondamentalmente se un milanese parlava nel 600 si potevano minimamente capire. Unità italiana antichissima dal punto di vista culturale ma tarda dal punto di vista cronologico. Roma diventa capitale nel 1870. On sono passati tanti anni. Nazione ita è giovane che nel giro di 30 anni deve mettere su uno stato. Anni di fermento e idea di nazione italiana in divenire è in questo momento idea forte e fondamentale con cui soprattutto quanti intendono fare professione intellettuale devono fare i conti, non si può ignorare, bisogna schierarsi. E quindi vediamo per esempio Tommasi di Lampedusa nel Gattopardo che scrive “tutto deve cambiare perché nulla cambi” quindi sì grandi fermenti e cambiamenti ma la sostanza rimarrà la stessa. Oppure versante come verga che per molti anni dirà occorre partecipare al processo. Anche Manzoni che diventerà ministro, senatore. Gran parte della intellettualità italiana si forma con questi ideali: fare l’Italia e fare gli italianai. Vedremo poi anche ni malavoglia come vengono avvertiti i lombardi, come invasori, come stranieri. La vicenda dell’unità si inserisce all’interno di una storia che era stata per secoli di sottomissione (promessi sposi) per esempio spagnoli poi francesi, al nord austriaci. L’Italia sempre stata per ricchezze e posizione terra di conquista da sempre, quindi processo unitario si colloca in una situazione che da secoli di sottomissione. Al su Borboni avevano amministrato malissimo, popolazione povera tartassata da tasse che impoverivano ancora di più. 1848 16 marzo rivolta di Venezia che si ribella all’Austria 20 settembre 1870 l’iter di acquisizione della nazionalità italiana si chiude, approfittando di una defaianse francese, bersaglieri entrano a Roma e la conquistano. Il papa scappa e non riconoscerà lo stato italiano. Dopo la proclamazione del regno nel 1861 e formazione del parlamento la capitale passa da Firenze a Roma. Roma per vari motivi: centralità geografica, questione storica. Verga attraversa questa storia, letteralmente perché si sposterà in qualche modo inseguendo la capitale italiana. La famiglia di verga è borghese. Lui doveva diventare avvocato ma si rende conto che non è il suo destino e in accordo con la famiglia si trasferisce a Firenze nel 1865, ma non si stabilisce subito, ci torna un anno dopo. Immaginate Firenze, piccola città che in quel momento come capitale si riempie di piemontesi funzionari statali che devono gestire la capitale e le sue strutture. Giustamente il giovane verga benestante certo ma pensa che per avviare la sua carriera per viverci si trasferisce a Firenze perché è il cuore del fermento in quel momento ed è il meglio che può trovare nel ’70 a Roma non ci va. La città ce culturalmente è attiva e interessante e internazionale è Milano, ha ragione, Roma papalina era devastata dal potere dei papi, anche lì la popolazione era piuttosto povera. Milano invece è altra cosa, lui andrà lì. Alla fine l’Italia riuscirà a conquistare nel ’66 il veneto. 18 marzo 1861 Emanuele re d’Italia. Poi noi sappiamo che Savoia non saranno all’altezza. Capitali: prima Torino, poi Firenze poi Roma. Siamo negli anni in cui l’Unità d’Italia è in corso. ne distacca. Per esempio legge l’ammazzatoio di Zola, lo definisce grande maestro ma poi non fa la stessa cosa. L verismo in italiana non è corrispettivo di naturalismo francese. LA tradizione letteraria italiana è tradizionalmente alta la storia letteraria italiana per gran parte considera come genero più elevato: poesia, poema, sonetto, lirica. Se pensiamo alla storia letteraria prima del 800 chi sono i grandi? Dante, Petrarca, Boccaccio che forse è l’unico a distaccarsi un minimo, Ariosto, Boiardo, Tasso, Machiavelli, Leopardi, Foscolo. Sono tutti grandi perché rispecchiano una tradizione lirica e poetica. Se Dante avesse scritto solo De Vulgari Eloquentia non saremmo qui a parlarne. Questa impostazione che tende a stile elevato oggi il rapporto si è capovolto, oggi non si legge più poesia ma in quel momento il romanzo è un genere ibrido perché mescolanza di generi diversi, ha qualcosa del poema, racconta storia. In Italia non è avvertito come autorevole. Nell’800 questo circolo vizioso si rompe. Il romanzo italiano nasce ell’800 con Manzoni per no ma non è vero ma inizia nel 1600, ingente e variegata che continua nel 1700 con impostazione diversa (illuminismo). Queste due tradizioni sono state fondamentali per Manzoni, Manzoni legge i romanzi del 600. Nell’800 il romanzo emerge con la sua centralità come moderna epopea borghese ma per farlo ha dovuto superare pregiudizi. Il romanzo non era in voga e ricordiamoci ce non c’era un linguaggio per il romanzo. Per la lirica sì. Nel momento in cui Manzoni pubblica i promessi sposi è chiaro anche agli italiani che il romanzo può veicolare unificazione politica dell’Italia perché può veicolare concetto di nazione e promuovere unità linguistica (fatto che Manzoni gestirà e diventerà anche senatore) veicolerà le idee del romanticismo che sarà poi bacino del risorgimento e che nutrirà l’unità italiana. E sempre il genere romanzesco promuove riflessione tra invenzione e realtà, ne parla Manzoni nel trattato in cui parla del romanzo storico. I Malavoglia e il ciclo dei vinti sono enorme e insostituibile contenitore di riflessione tra romanzo e realtà. Il problema è che la grandezza del romanzo sta nel fatto che verga non riesce ad attuare il programma che si era prefissato. La grandezza dei Malavoglia sta nel fallimento di verga. Rapporto tra struttura romanzesca e realtà lo risolverà in u certo modo. Lui non riesce ad attuare il rapporto cin la realtà che aveva teorizzato. I Malavoglia si può dire che siano i rappresentanti della moderna epopea borghese? Vedremo. Iniziamo ascoltando un’intervista fatta da Tabucchi e la questione posta è come lui intende il romanzo. Tabucchi dice che romanzo è come casa che lascia ma dove puoi tornare. Grandissimo pregio come lui ci dice che deve essere il romanzo e il racconto. Nel racconto puoi distendere la narrazione. Il romanzo è fatica anche. Genere romanzesco nasce dalla mescolanza di generei diversi: prima storia autobiografia, racconto epistolare, diario. Nessun altro genere ha tante tipologie e pubblico così variegato. Di questa vicenda aggiungiamo che il problema in Italia nell’accettare il genere deriva anche da una questione di natura sociale. Francia, spagna, Inghilterra ecc. sono nazioni che hanno ceto borghese affermato, che sono più ricche di noi, il borghese si fa promotore, produttore e consumatore del romanzo. Epopea della borghesia perché la borghesia sii scrive e si legge. In Italia la situazione è diversa, è arretrata, non c’è classe borghese affermata. I piemontesi vanno a fare i politici a Firenze. In Italia non c’è promotore è pubblico il romanzo proprio perché la borghesia non è uno strato sociale affermato. Un barlume di situazione più moderna è quella che verga trova a Milano. In Sicilia la situazione è disastrosa, ci sono i morti di fame e i latifondisti. Altro potete contenitore e produzione di romanzo è la Russia. È caratteristico idea del ciclo promosso da Zola che on parte da Zola. Anche con Verga c’è il ciclo dei vinti ma ciclo ha motivo di essere utilizzato per Zola perché i soggetti sono gli stessi. In Verga no questa cosa. I romanzi che comporrebbero il ciclo non hanno stessi soggetti. Già i due romanzi che scrive per davvero Malavoglia e Mastro non sono gli stessi personaggi, avrebbe più senso definirla serie e non ciclo. Ottocento è per culla occidentale per Europa e Stati uniti secolo del romanzo, in Italia con problematiche dette, ma nonostante tutto un genere che decollerà. In termini genarli si afferma il realismo: tutte grandi tendenze europee. Termine realismo termine ecumenico che racchiude tutta questa grande produzione di romanzi che hanno a che fare con la realtà una volta nei secoli precedenti la grandezza dell’opera si misurava con la capacità di astrarre dal reale, pensiamo ad Ariosto. In quel tempo le esigenze storiche fanno sì che la letteratura non possa prescindere dal rapporto con la realtà entrando così in polemica aperta con il romanticismo, corrente letteraria che aveva nei decenni precedenti esaltato l’io e la singola personalità. Verga dirà “voglio scrivere un romanzo che sembrerà essersi scritto da sé”. Realismo come reazione al romanticismo, forme del culto della personalità e individualità che aveva caratterizzato Italia Germania ecc. Questo è il momento delle nazioni, dei popoli delle rivendicazioni e il romanticismo non può essere strumento per veicolare contenuti sociali. La società va tuta verso questa direzione. Ciclo dei Rougon Macar: 20 romanzi che raccontano la storia di una famiglia sotto [..] storia di alcolismo, malattie ecc. Tra questi Nana, ammazzatoio. Si pongono davanti ai cittadini i problemi: gli strati sociali che si spostano dalle campagne alle città vivono disagi e si impoveriscono. Il panorama parigino da questo punto di vista (Passage, Parigi capitale del 19 secolo, degli anni 30 del 900) aspetti abominevoli della povertà, corruzione, malattie, vizi. Boulder ci racconta ance tutto questo e la mercificazione dell’individuo. Da questo punto di vista Parigi caleidoscopio. La torre Eiffel costruita come simbolo dell’esposizione universale con intenzione di distruggerla dopo, le esposizioni universali nascono qui. Parigi è laboratorio per tutta l’Europa, tutti guardano a Parigi. Anche Londra ma a Londra ci sono altri problemi. Londra sviluppo industriale mentre Parigi centro del mondo. Nel momento in cui tutta Europa aspettava il romanzo il ragionamento contro il romanzo storico sarebbe stato appropriato ma guardate 30 anni dopo il discorso è già attuale. Secondo romanticismo in Italia. Percoto e Gallongaro: rappresentanti di romanzo sociale basato su patetico e paternalistico con storie giudicanti e piene di moralismi. Verga non sarà così. Noi abbiamo una piccola Parigi in Italia: Milano. Più permeabile ai cambiamenti che vengono dall’Europa anche per un gruppo presente in città che sulla scia del decadentismo francese smuove le acque della letteratura. Chi sono gli scapigliati con cui entra in contatto Verga? [cambio generazionale ogni 30 anni] loro sono coetanei di verga più o meno. Lui farà parte dell’unità ma solo ultimi anni e ultime guerre e non del risorgimento italiano. Milano ambiente culturale disponibile ad accettare rottura dei sistemi. Scapigliati fanno proprio questo termine che è francese, scapiglio è offensivo ma loro lo portano come vessillo. Scrivono anche ciò che non è bello. Donna malata di tisi bruttissima di cui il protagonista si innamora, la donna non è bella angelica. Si rompono gli schemi. Con gli scapigliati verga ha contatti e ce ne accorgiamo nella produzione delle opere del periodo milanese che risentono dell’ambiente scapigliato. Il giovane verga che si trasferisce da Catania si trova in un ambiente effervescente e nuovo. Nel periodo fiorentino scriverà Storia di una Capinera 1871. Verga era una persona bella, borghese, ha avuto tutte le donne che ha voluto. Legatissimo alla sua famiglia di origine. Persona schiva, riservatissima. Nelle lettere vediamo il Verga che non appare in pubblico. Il successo di Verga inizia con Storia di una Capinera, romanzetto epistolare che ci racconta attraverso le lettere di una giovane votata contro la sua volontà a diventare suora. Maria, la protagonista è vittima di un sistema sociale che vuole che lei entri in convento. Poi lei si innamora di un giovane, il padre si risposa, la moglie ha due figlie. Vanno in campagna per evitare il colera che c’è per davvero, in campagna consce il giovane e si innamora ma è costretta a farsi suora. Romanzo che ha grande successo: padrino e madrina: Percoto e Gallongaro, due autori che stavano promuovendo questo tipo di romanzo e novelle di impianto sociologico che vogliono essere educativi e hanno forti toni morali. Con questo romanzo verga vede realizzarsi il suo sogno: vivere del suo lavoro. Non tutte le opere avranno successo. La più grande delusione saranno i Malavoglia. Vita dei campi 1880. Malavoglia 1881. Negli ultimi anni dell’800 il romanzo è diventato prioritario. Il genere romanzesco si fa portavoce delle esigenze del momento. Su altro versante c’è produzione novellistica che si sovrappongono e si intrecciano mentre fa i romanzi. Quando lui ha bisogno di soldi scrive novelle che può pubblicare subito e vendono. C’è connessioni tra fasi diverse, scrive in contemporanea opere come i Malavoglia e opere come altro, è alla ricerca di genere. Critica con categoria che la critica verghiana parla di periodo verista e periodo pre-verista. Alcuni critici pensano che ci sia produzione borghese ad una produzione verista. Professoressa è critica, Asor Rosa dice che la produzione segue un andamento di una spina di pesce che va e torna indietro. Non c’è acquisizione mai definitiva. Lui si aspettava di consolidare la propria fama con i Malavoglia e questo non accade. Su questa nota dolente si chiude la sua esistenza, tornerà a Catania e non tornerà a Milano. Terza lezione Poetica verghiana. Domanda che mi sono posta: la categoria di versione al verismo (cosa di cui hanno parlato i critici), dopo novella Nedda 1874 momento in cui parte la conversione al verismo, altra criticità è che il verismo fosse cosa preconfezionata e pronta e si trattasse di aderire o non aderire. Il verismo non era già lì. Opere sono sangue carne in cui i movimenti si concretizzano, senza testi non ci sarebbero movimenti. In ottica torica serve a capire quanto queste categorizzazioni, classicismo, verismo, umanesimo e così via siano costruzioni spesso a posteriori messe a punto da chi dopo gli avvenimenti è andato a rileggere i componimenti. Non è che fino al 1599 c’è il neoclassicismo e dal 1600 c’è il barocco. Non cambia tutto così. Esistono categorie e definizioni che sono costruzioni a posteriori che servono a interpretare ciò che è avvenuto che servono ad accorpare i testi. Ci sono anche categorie fatte sul momento. Il barocco è stata inventata dopo il 600, gli scrittori del 600 non aderiscono al movimento barocco perché non c’era, è una parola ideata dopo in accezione negativa. Non è così per il verismo perché gli scrittori parlato in quel momento perché esisteva nomologia all’altro grande movimento che è il naturalismo francese. Però non è che il verismo fosse lì pronto. Dobbiamo riconoscere ruolo importante a luigi capuana, grande amico di verga, anche lui siciliano, anche lui emigrato. Capuana parla del verismo i un articolo che si intitola Per l’arte, articolo del 1885(75). Il ruolo dei quotidiani è importante anche per le polemiche in corso. I quotidiani avevano grade diffusione nel ceto colto. Capuana ha ruolo importante nella definizione del verismo che in chiave di differenziazione distinguono il realismo italiano da quello francese. In Europa c’è un grande propensione verso un approccio alla letteratura che possiamo definire realista perché è periodo in cui si fanno i conti con la storia, i popoli si vogliono ridefinire i confini, espellere gli stranieri. L’attenzione per il reale che si riversa nella letteratura prende poi diverse strade. In Francia la tendenza al realismo si chiama naturalismo, in Italia si chiama verismo. No è soltanto ciò che è reale ciò che interessa agli scrittori ma anche ciò che è vero e non è la stessa cosa. Capuana è un punto di riferimento per verga. Noi siamo abituati all’idea che il verismo sia siciliano ma non è così, certo Verga è il massimo esponente ma non è il solo. Parlare di conversione ha senso per verga? Come verga passa da un certo tipo di romanzo a un altro? Secondo professoressa o. perché non c’è uno stacco netto. La metafora di Asor Rosa della spina di pesce è
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