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Giovanni Verga (vita,pensiero e poetica), Appunti di Italiano

Appunti dettagliati su Giovanni Verga: -Contesto storico -Vita -Pensiero -Opere -Tematiche del Verismo

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 16/11/2020

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4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Verga (vita,pensiero e poetica) e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Verga Vita: Nasce a Catania nel 1840 da una famiglia di agiati proprietari terrieri. Educazione piuttosto anomala: si forma principalmente sui testi dei romanzi francesi come quelli dei Dumas. Nel 1857 si iscrive alla facoltà di legge a Catania, che lascerà nel 1861 per dedicarsi alla pubblicazione del romanzo I carbonari della montagna (1861-62), storia = opposizione della carboneria calabrese a Gioacchino Murat. Quindi decide di dedicarsi solo alla letteratura e al giornalismo politico-culturale e inizia a pubblicare su diverse riviste. Negli anni giovanili è presente anche l’impegno civile: partecipazione alle vicende legate alla spedizione dei Mille, arruolandosi nella Guardia nazionale. Nel 1865 vive per alcuni mesi a Firenze, capitale e centro culturale, dove si inserisce nella vita culturale e mondana, frequentando i salotti letterari. Nel 1869 si stabilisce a Firenze e conosce Luigi Capuana. In questi pubblica Una peccatrice (1866) e Storia di una capinera (1871) 🡪 successo. Nel 1872 si trasferisce a Milano, centro culturale ed editoriale, partecipa ai salotti letterari e allarga la sua cultura letteraria (Tolstoj, Dostoevskij, Turgenev). Emilio Treves diventa il suo editore. Pubblica Eva, Eros, Tigre reale 🡪 notevole successo. Dalla metà degli anni Settanta, sviluppa interesse per il Naturalismo francese 🡪 conversione al Verismo. Inizia la produzione delle novelle: nel 1874 pubblica Nedda, tuttavia tecniche narrative veriste solo dal 1878 con Rosso Malpelo, quindi Vita dei campi (1880). Nel 1881 pubblica i Malavoglia 🡪 perde successo. Pubblica Il marito di Elena (1882), Per le vie (1883), le Novelle rusticane (1883) e la raccolta di storie Drammi intimi (1884). Nel 1884 viene rappresentata a teatro la sua prima opera Cavalleria rusticana, tratto dall’omonima novella. Pubblica Mastro-don Gesualdo ma non riuscirà a terminare il ciclo di romanzi I Vinti. Pubblica ultime raccolte di novelle I ricordi del capitano d’Arce (1891) e Don Candeloro & Co. (1894). Nel 1893 torna definitivamente a Catania e manifesta il suo conservatorismo politico approvando la dura repressione dei moti di Milano. Pubblica dramma Dal tuo al mio (1903, successivamente rielaborato come romanzo). Si appassiona alla fotografia, come strumento per indagare la realtà. Nel 1920 nominato senatore. Nel 1922 muore a Catania. Il pensiero e la poetica: Il percorso verghiano si divide in due fasi separate dalla “conversione” al Verismo, associata alla novella Nedda (1874). La “conversione” va intesa come l’esito di un lungo processo di maturazione, che orienta la ricerca verso i fatti “nudi e schietti”. Oltre all’amicizia con Capuana, uno dei principali fattori della “conversione” è la “scoperta” dei romanzi di Zola. Per il percorso letterario verghiano, inoltre, è di grande importanza la pubblicazione di Inchiesta in Sicilia, studio nel quale sono messe a nudo le piaghe sociali del Meridione 🡪 delusione post-unitaria e crisi ideali risorgimentali. Romanzi catanesi: forte idealismo patriottico, entusiasmo civile e valori risorgimentali Amore e patria (1856-57); I carbonari della montagna (1861-62), ambientato all’epoca delle prime organizzazioni carbonare; Sulle lagune (1863), pubblicato a puntate su “La Nuova Europa”, tema della passione amorosa innestato su vicenda politica. Romanzi fiorentini: vicende segnate dalla passione amorosa 🡪 risalto vita emozionale dei personaggi e rapporto con l’ambiente culturale Una peccatrice (1866), storia = passione che unisce Pietro Brusio, giovane provinciale, e Narcisa Valderi, contessa, che alla fine si suicida; Storia di una capinera (1871), genere = romantico e sentimentale, struttura = epistolare, storia = Maria, destinata alla vita monastica a Napoli, a causa del colera, lascia il convento e si rifugia in famiglia, scopre vita spensierata e amore, torna in convento (fine delle illusioni) e si lascia morire. Ciclo “mondano”: più attenzione per l’ambientazione dei romanzi e per la descrizione delle dinamiche sociali, prevalentemente sentimentali. Il contesto è tardo-romantico, ma accolgono suggestioni della Scapigliatura 🡪 critica della società moderna. Protagonista maschile 🡪 vinto. Evidenti sono la condanna del conformismo borghese, l’esigenza di verità e la descrizione di casi patologici (come nel Naturalismo). Eva (1873), storia di Enrico Lanti, storia = pittore siciliano a Firenze si innamora di Eva (una ballerina), nel tempo Enrico perde passione, Eva lo abbandona, ferito duello con conte Silvani (nuovo amante), Enrico torna in Sicilia e muore in seno alla famiglia, tema = conflitto tra purezza dell’artista e mercificazione dell’arte, protagonista = sconfitto sul piano artistico e umano; Eros (1875), modello = Madame Bovary, il marchese Alberto Alberti, deluso dalla vita perché tentato da un’esistenza comoda che lo rende debole e sottomesso agli stimoli corruttori di una società galante, tema = analisi degenerazione dell’ambiente alto-borghese, tecnica = impassibilità del narratore; Tigre reale (1875), storia = passione tra Giorgio La Ferlita (giovane siciliano, carriera diplomatica) e la contessa russa Nata, avida e capricciosa, malata di tisi e condannata a una breve esistenza, tema = opposizione tra donna fatale ed esotica (Nata) ed Erminia che incarna le virtù umili e casalinghe. Adesione al Verismo: Non cambiamento radicale, ma un’evoluzione costante delle tecniche narrative anche prima di Nedda, che in genere identifica il momento della “svolta”. Quindi messa al centro del mondo rurale siciliano. In Nedda è presente la voce del narratore e il linguaggio/stile si mantiene su toni elevati 🡪 non ancora completamente verista. Rosso Malpelo 🡪 primo vero e netto cambio di stile. Nuova poetica 🡪 oggettività (= adesione sincera e totale all’oggetto della narrazione) + impersonalità (= rifiuto di qualsiasi strumento narrativo che lasci trapelare la riflessione e il commento dell’autore). Fondamentale per lo sviluppo del Verismo è il Naturalismo francese, in particolare Emile ● Per le vie (1883), ambientazione = Milano, protagonisti = ancora i miseri, gli emarginati ● Drammi intimi (1884), ambientazione = mondana, tema = tormento interiore, alcune di queste novelle confluirono ne I ricordi del capitano d’Arce (1891) ● Vagabondaggio (1887), tema = vagabondare, che in Verga può essere o spregiudicato perseguimento del proprio interesse o rassegnazione al bisogno. ● Don Candeloro & Co. (1894), ambientazione = mondo dei teatranti, tema = sotto clown, uomo triste; vita equiparata al palcoscenico; drammaticità delle maschere sociali e occultazione dei veri sentimenti. I Malavoglia: Redazione: Le fasi di elaborazione del romanzo si intersecano con nel percorso che approda alla nuova poetica verista. Favore del pubblico incontrato da Nedda 🡪 faccio un romanzo. La redazione si distingue in due fasi: 1874-75 bozzetto marinaresco intitolato Padron ‘Ntoni, 1878-81 i Malavoglia vero e proprio. Il passaggio dal bozzetto al romanzo coincide con la maturazione della poetica verista, sotto l’influenza de L’Assommoir di Zola e della nascita del “meridionalismo”, a seguito della pubblicazione di Inchiesta in Sicilia. Malavoglia è frutto di una ricostruzione intellettuale, ovvero Verga parte dalle descrizioni di studiosi e dai ricordi della sua terra 🡪 ambientazione tipica e rappresentativa del mondo siciliano. Storia: La vicenda inizia nel 1863, poco dopo l’Unità d’Italia, ad Aci Trezza, vicino a Catania. I Malavoglia sono una famiglia di pescatori proprietari della Provvidenza e della casa del nespolo. La famiglia si avventura in un’impresa commerciale (il trasporto via mare di un carico di lupini) che dovrebbe garantire sicurezza economica. Ma: ‘Ntoni parte per la leva militare e Bastianazzo muore con il carico della barca 🡪 grosso debito da saldare (i lupini erano comprati a credito). Poi: casa del nespolo vendesi per pagare il debito 🡪 no matrimonio per Mena; Luca muore nella battaglia di Lissa; Maruzza muore per un’epidemia di colera; ‘Ntoni si dà al contrabbando e finisce in prigione per aver accoltellato Don Michele. Il processo rende pubblica la relazione tra Don e Lia 🡪 Lia fugge da Trezza e va a fare la puttana in città. Invece, Alessi, fedele alle tradizioni, sposa Nunziata, riacquista la casa del nespolo 🡪 nucleo familiare disgregato. Il resto del paese è importante per unità narrativa. Tempo e Spazio: L’azione si svolge tra 1863 e 1877-78. Oltre alla leva militare di ‘Ntoni, sono richiamati altri due eventi storici: la battaglia navale di Lissa (1866) e l’epidemia di colera (1867). Fabula = intreccio, ma sostanziale vaghezza di indicazioni cronologiche. Sul tempo della storia ufficiale prevale quello “ciclico”, scandito dal ritorno delle stagioni. Lo spazio in cui si svolgono le azioni è quello di Aci Trezza, ma anche per la dimensione spaziale esiste un “doppio registro”: il vicino, avvolgente, e il lontano (la città), brutto e cattivo. Tematiche: ● Opposizione tra codici ideologici: idillio e moderno: Questa divisione non opera solo tra Trezza e Città, ma anche all’interno del villaggio stesso, dove è penetrata la legge del profitto. Malavoglia = depositari di valori antichi, resto del villaggio = interesse personale. Questa divisione è presente anche all’interno della famiglia stessa, infatti ‘Ntoni, una volta conosciuto il mondo, non riesce più a conformarsi ai valori a cui è stato educato ● Pessimismo e negatività del cambiamento: Lo sperduto villaggio non riesce mantenersi estraneo all’influsso del progresso 🡪 romanzo anti-idillico. Prevale “l’ideale dell’ostrica” = volontà di cambiamento 🡪 disastro. Dalla rappresentazione di Verga, sembra che i valori su cui è fondata la società siano sempre stati l’egoismo e la brama di guadagno 🡪 pessimismo totale. Tecniche narrative e stile: ● Impassibilità del narratore: Verga si uniforma ai principi del Naturalismo 🡪 i fatti sono indipendenti dalla volontà dell’autore e dai suoi giudizi. ● Regressione: il punto di vista del racconto è quello di una voce collettiva = “coro” del paese 🡪 i fatti vengono guardati con l’ottica dei personaggi. Per rendere questo effetto si usa il discorso indiretto libero. ● Lingua e dialetto: la lingua utilizzata è una trascrizione del dialetto siciliano nella lingua nazionale = sintassi e cadenza del dialetto dissimulate in una struttura italiana nel lessico e nelle forme. CHE FLOSCIO. ● Proverbi: è pieno di proverbi che condensano la realtà elementare del mondo siciliano. Mastro-don Gesualdo: Redazione ed elaborazione: fa parte del ciclo dei Vinti. Inizia a scriverlo nel 1881 ma lo finisce solo nel 1889. Del lungo percorso redazionale si distinguono tre fasi: abbozzi riveduti e corretti; una prima stesura comparsa sulla rivista “Nuova Antologia” nel 1888; radicale riscrittura e uscita a Milano con Treves nel 1889. All’inizio, Verga voleva porre al centro del romanzo la storia dell’ascesa sociale di Gesualdo, ma poi decide di omettere tutta questa parte. Nel romanzo prevale l’approfondimento psicologico sulla coralità. Storia: ambientata a Vizzini, in 1820-48, storia di Gesualdo Motta, un uomo diventato ricchissimo dal nulla. Caratteristiche protagonista = ambizione, senso di rivalsa sociale. La sua ascesa economica è rappresentata dal titolo mastro-don. Si sposa con un’aristocratica decaduta, Bianca Trao. Tale matrimonio segna l’inizio di una parabola discendente: spezza i legami con il proprio ambiente, la propria famiglia e Diodata; non viene accettato dal ceto nobiliare, perché intruso. Disprezzato dalla figlia Isabella (che con suo marito gli spende tutti i soldi), emarginato dai nuovi parenti, Gesualdo si richiude. Muore a Palermo e prende coscienza della vanità della fatica volta all’accumulo. Tempo e Spazio: spazio grosso, tempo lineare e incalzante. Tematiche: ● Centralità di Gesualdo: due parti = l’ascesa e la caduta. Sparisce la coralità dei Malavoglia e il mondo non è più chiuso e limitato, ma grosso e complesso. ● La “roba”: il romanzo è pervaso dal meccanismo del profitto economico, ma in realtà la vicenda il fallimento dell’ideologia della “roba”. Si oppone alla “roba”, gli affetti mancanti: della figlia e di Diodata. Tecniche narrative e stile: ● Nuova forma di impersonalità del narratore: è presente giudizio critico diretto 🡪 per mantenere l’impersonalità si utilizza il non-detto e il non-esplicitato 🡪 predomina il dialogo. ● Tecnica del ritratto: i personaggi hanno fisionomie ben definite e atteggiamenti peculiari. Durante la storia ci si focalizza sul cambiamento del volto a seguito delle vicende. ● Linguaggio: parlato dei borghesi ● Tecnicismi: prevalgono i dialoghi, i periodi sono brevi e spezzati, qualche volta discorso indiretto libero.
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