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Vittorio Alfieri- riassunto, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

riassunto che comprende appunti presi a lezione e nozioni del libro

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

Caricato il 15/02/2023

sara-ciardi
sara-ciardi 🇮🇹

5

(1)

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Vittorio Alfieri- riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! VITTORIO ALFIERI La persona di Vittorio Alfieri è caratterizzata da un’inquietudine interiore e insoddisfazione sentimentale che lo accompagneranno per tutta la vita. Ciò lo avvicina ai romantici. Vittorio Alfieri era aristocratico, viaggiatore, drammaturgo, poeta e autobiografo. Con la sua biografia e con la sua opera riassume un secolo, il Settecento, che vede il finire dell’antico regime e l’inizio dell’era borghese. Questo cambiamento è il risultato della RIVOLUZIONE FRANCESE. Alfieri ha un doppio atteggiamento verso la rivoluzione francese: all’inizio è affascinato dagli ideali che la rivoluzione porta avanti, ma poi capisce che non avrà i risultati auspicati, perché i rivoluzionari che volevano la libertà finiscono per diventare i tiranni. GRAND TOUR: I PRIMI ESPERIMENTI LETTERARI Vittorio Amedeo Alfieri nasce ad Asti nel 1749. Figlio di un conte e in seguito alla morte del padre, sua madre si risposa. Alfieri si sposta a Torino, dove studia presso l’Accademia reale. Qui avrà modo di accostarsi in modo autonomo all’Eneide e di conoscere il teatro in musica, si appassiona al genere sia tragico che comico. Dopo aver lasciato l’Accademia, nel maggio 1766, ed essere entrato come alfiere nell’esercito, comincia a viaggiare. Per prima in Italia, andando a Milano, Firenze, Roma, Napoli: ovunque si rechi, ad eccezione di Roma, ha modo di conoscere i sovrani del luogo, riportandone un’impressione negativa e di ‘tirannia’. Si muove poi verso Venezia, Genova e Francia, dove giunge alla corte di Luigi XVI che lo colpisce negativamente. Sarà solo l’Inghilterra a colpirlo per i suoi ordinamenti politici democratici. Il GRAND TOUR D’EUROPA continua alla volta di Praga, Dresda, Berlino, Svezia e Finlandia. Torna a Torino nel maggio 1772 e nel 1773 diventa ‘caposcuola’ di una sorta di accademia culturale formata da alcuni vecchi compagni di collegio chiamata Société des Sansguignons, all’interno della quale matura il primo dialogo satirico in francese l’Esquisse du judgement Universel ( Abbozzo del giudizio universale), una parodia filosofico-libertina in cui sottopone al giudizio divino Carlo Emanuele III di Savoia e la sua corte ma non tralascia sé stesso con un primo autoritratto, definendosi ‘eccentrico sopportabile’. Dietro questo testo possiamo ritrovare i primi segni della sua insofferenza verso l'ipocrisia degli uomini di corte. Per questo Alfieri viene definito come un libertino e un libertario perché il suo valore più grande era la libertà da ogni tipo di imposizione politica e sociale. Mentre è a Torino, poco dopo aver pubblicato l'Equisse, ha anche una storia d'amore. In questo periodo era innamorato di Gabriella Falletti e ce ne parla all'interno di un diario che associa all'Esquisse. Questo diario intimo si chiama "Giornali" dove parla della sua tormentata storia d'amore con questa donna. Già qui rivela la sua volontà di raccontarsi al lettore. Mentre si dedica a questa storia d'amore, inizierà a scrivere anche le prime tragedie: • Antonio e Cleopatra nel 1774. Anche qui Antonio e Cleopatra, scritto in italiano e francese, rappresentano uno spunto autobiografico poiché la storia d'amore fallimentare tra Antonio e Cleopatra è come se volesse rappresentare la sua storia con Gabriella Falletti. Descrive, infatti, Cleopatra con alcune caratteristiche che appartengono alla sua donna. Troviamo già il tema del POTERE TIRANNICO che è quello che muove le fila di questa tragedia. Alfieri non ha mai nascosto che cercasse la fama letteraria: già in Antonio e Cleopatra, utilizza un italiano che non era scontato per Alfieri. TEATRO E POTERE Comincia anche a parlarci di quello che è fondamentale per un autore tragico: • l'arte del BEN DIRE perseguibile solo usando la lingua italiana e non francese che addirittura definisce meschina. Questa scelta è anche politica: l'autore di tragedia doveva parlare italiano ed evitare contatti con il francese. • COMPORRE ED IDEARE BENE. Questo metodo viene chiamato METODO DEI TRE RESPIRI: ci sono tre fasi precise da rispettare: o che sono l'IDEARE cioè l'autore deve avere un'idea della trama della sua tragedia, o lo STENDERE questa trama, o il VERSEGGIARE cioè mettere questa stesura in versi Nel 1775 riscrive in prosa italiana le stesure francesi di due tragedie il Filippo e il Polinice. Poi abbiamo Antigone, l'idea e la stesura avvengono mentre lui si trova a Pisa, mentre la verseggiatura avviene tra Pisa e Napoli tra il 1777 e 1781. La prima tragedia pensata e composta interamente in italiano. La materia è classica e la caratteristica peculiare è che abbiamo una protagonista femminile che è appunto Antigone. La vicenda di Antigone non viene più narrata come nella tragedia classica ma narrata dalla stessa Antigone che esprime con tutta la potenza sentimentale che ha, tutti i dolori che pesano sulla famiglia di Edipo. Ci offre uno spaccato sulla vita di Tebe di quel tempo da un punto di vista femminile. Alfieri era molto amante di Seneca tant'è che amava tradurre in italiano e operare dei rifacimenti sulle tragedie di Seneca. In più era anche un lettore molto attento di Orazio, in particolare dell'ARS POETICA. Da questa lettura nascono le idee di altre due tragedie che hanno uno sfondo legato alla mitologia classica: • l'Agamennone e l'Oreste. Entrambe sono centrate sono figura del tiranno. Anche Voltaire aveva scritto un dramma sull'Oreste e Alfieri scrive l'Oreste per una sorta di gara letteraria. Alfieri ritiene il suo Oreste superiore a quello di Voltaire perché dice che lui è stato in grado di costruire dei rapporti più solidi ed essenziali tra i personaggi e a calcare la mano sulla vendetta che anima il figlio di Oreste. Si allontana volontariamente dal Piemonte quando il progetto politico di Vittorio Amedeo III non lo soddisfa più poiché il Re era affamato di militarismo e quindi rappresentava quell'ideale tirannico che Alfieri voleva combattere. Dunque, non sopportava di essere cittadino piemontese sotto il suo potere. Prende i suoi beni, li dona a sua sorella e si SPIEMONTIZZA e diventa del tutto indipendente dal Regno Sabaudo. Lasciando tutti i suoi beni alla sorella, si rende anche più libero di comportarsi come vuole poiché i suoi beni non gli possono più essere confiscati. Si sposta a Firenze. A Firenze, Alfieri incontra un'altra donna che per lui sarà fondamentale nella sua vita tant'è che la chiamerà "degno amore". Infatti, uno dei brani tratti dalla vita è dedicato a lei. La donna è LUISA STOLBERG D'ALBANY che, dice Alfieri, è l'unica donna che non ha mai ostacolato le sue ambizioni ma anzi l'ha sempre supportato. In questo periodo completerà le "Tragedie sulla Libertà": • la "Virginia", nata mentre Alfieri traduceva le storie di Tito Livio ed è una celebrazione della Repubblica Romana, repubblica che in una prima fase della sua storia era ancora capace di riconoscere il tiranno e rovesciarlo. Nella Virginia si parla infatti del rovesciamento della tirannide.
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