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Giovanni Verga: vita e opere, Appunti di Italiano

Il documento parla di Giovanni Verga e del contesto storico in cui viveva. Si parla della situazione italiana postunitaria, della differenza tra nord e sud, della piemontesizzazione al sud e del banditismo. Si parla anche della vita di Verga, della sua formazione, dei suoi primi racconti e romanzi, del movimento degli Scapigliati e della sua evoluzione verso il Verismo. Infine si analizza la novella 'Fantasticheira' e l'ideale dell'ostrica.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 25/06/2022

MelissaGonzato
MelissaGonzato 🇮🇹

4.9

(10)

46 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Verga: vita e opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI VERGA + CONTESTO STORICO Siamo nell’età del liberismo in italia/ età del realismo. In Francia si sviluppa il naturalismo. La situazione italiana postunitaria è disastrosa sotto il punto di vista sociale ma anche economico. C’è una nota differenza tra ciò che accade al Nord e ciò che invece accade al Sud. Il sud vive il post unità come una pressione e come colonizzazione (piemontesizzazione). Molti autori italiani iniziano a ragionare su questa differenza tra nord e sud. Viene pubblicata un’inchiesta chiamata SONNINO-FRANCHETTI che vuole mettere in luce queste grandi differenze tra nord e sud e consigliare alcuni interventi per garantire la libertà e i diritti come avveniva al nord. La piemontesizzazione al sud sfocia successivamente nel BANDITISMO cioè molti braccianti e abitanti del meridione si organizzano in bande per opporsi al potere e al processo unitario vissuto come una pressione. ( tassa sul macinato per esempio). La risposta del governo è altrettanto violenta e viene raccontata da Verga in “Libertà” quando parla della rivolta di Bronte. Nell’inchiesta SONNINO-FRANCHETTI si parla di tutto questo e si propongono alcune soluzioni che potrebbero essere: l’istruzione, finanziamenti per cambiare il tessuto socio-economico del sud, ma anche limitare il potere dei grandi proprietari terrieri. Ma tutto questo non fu preso in considerazione. Giovanni Verga da siciliano si vuole occupare proprio della situazione siciliana del tempo, mostrandola in modo reale. Giovanni Verga e altri faranno parte di quello che in italia è conosciuto come “Verismo” e “Naturalismo” invece in Francia. LA VITA Nasce a Catania , figlio di un proprietario terriero quindi proviene da una famiglia benestante. Questa agiatezza gli consentì di studiare e poi trasferirsi intorno agli anni ’70 sul continente ( Firenze, Milano) che sono due ambienti che connotano la sua formazione come del resto la Sicilia insieme alla Lombardia. La Lombardia e soprattutto Milano a quel tempo era il polo socio-economico dell’Italia, e in tutto il Nord erano diffusi quegli elementi che permettevano la industrializzazione a differenza del Sud. I primi racconti di Verga non appartengono al Verismo, ma hanno molti riferimenti tradizionali. Hanno ambientazioni borghesi, si parla di amori, di adulterio e avventure. Poi nei primi romanzi come Eva o Tigre reale inizia ad esserci un’evoluzione e Verga inizia ad avere un nuovo interesse per i personaggi emarginati e disadattati e prende gli interessi per i personaggi illustri. Inizia a parlare di personaggi fuori dagli schemi ( storia di una capinera). A Milano entra in contatto con gli Scapigliati che era un movimento italiano di un certo valore, che cerca di aprire la letteratura italiana alle novità europee. ( maledettissimo francese). Da questo movimento si estrapola un atteggiamento di critica borghese , un’attenzione particolare per l’emarginazione, la discriminazione, i sobborghi o comunque si ha attenzione per le classi sociali che vengono escluse dal cambiamento sociale. SCAPIGLIATURA= essere fuori dagli schemi, guardare con un occhio differente la società o comunque porsi in maniera differente nei confronti della consuetudine borghese. Verga entra in contatto con questo gruppo e si apre a questa nuova visione della realtà. La conoscenza del centro nord italia fa ragionare Verga sulla necessità di conoscere meglio anche la sua Sicilia. Inizia ad avere un interesse per le plebi meridionali e gli sfruttati, i senzanome, che non hanno mai avuto un ruolo nei lavori degli intellettuali. La prima opera Verista di Verga è Nedda, una novella che verrà inserita poi nella collezione “Vita dei campi”. E’ la storia di una contadina orfana di padre, la madre si ammala di malaria e morirà. La malaria nella Sicilia di quel tempo era molto diffusa. È la prima opera Verista perché Verga ritrae in maniera reale, la situazione della ragazza . Con Nedda Verga inizia la stagione Verista. Inizia ad unire l’interesse umano alla creazione letteraria. Per quanto riguarda il linguaggio Verga cerca di adattarlo al contesto socio-economico che sta descrivendo. FANTASTICHERIA = Verga chiarisce la sua poetica, il suo nuovo modo di fare letteratura. Si trovano delle anticipazioni su quella che sarà la sua evoluzione. TRAMA= E’ il soggiorno dell’autore ad Aci-Trezza, accompagnato da una donna borghese, interessata superficialmente alla vita dei pescatori. Si era recato lì perché voleva conoscere meglio una realtà diversa dalla sua. Dopo due giorni si è annoiata è delusa, disinteressata dalla vita dei pescatori. Questo perchè il suo mondo di origine è totalmente diverso, sono mondi contrapposti e lei non riesce a capire l’immobilità di questo paese, perché sembra che i cittadini di quel paese vivano immobili, statici, senza un’evoluzione, l’autore cerca di capire e comprendere questo mondo, ma la borghese no. Tutta la novella è pensata come una lettera aperta con la giovane donna cui il narratore si rivolge. Mostrandole quanto la sua realtà borghese sia distante dalla vita reale di questi pescatori. (IDEALE DELL’OSTRICA)= rimanere attaccati allo scoglio , come al paese di nascita. Dato che il destino ha voluto che loro facessero ad Aci-Trezza, per chiunque nasce nell’agio questo attaccamento è incomprensibile. Se qualcuno prova a staccarsi da questo scoglio la sua fine non può che essere negativa, perché sarà ingoiato dal mondo. Questa concezione così negativa / pessimista si estrapola da Verga perché lui guarda la Sicilia e non vede evoluzione. Il progresso da Verga viene visto come un fiume in piena che travolge detriti vittime che non hanno avuto gli strumenti per adattarsi. Il cambiamento esiste, ma è un fenomeno di cui il singolo non percepisce nulla. L’ideale dell’ostrica è proprio quando si rimane e attaccati al proprio scoglio senza un cambiamento o un progresso. Per questo Verga ha una visione pessimista per chiunque provi a staccarsi dalla sua tradizione, perché verrà travolto dal progresso se non ha gli strumenti per accoglierlo. Non è possibile evolversi per Verga, perché il progresso è possibile , ma è percepibile solo per quanto riguarda i MACROFENOMENI, nel microcosmo non è assolutamente percepibile. Fantasticheria è una sorte di dichiarazione di poetica, cioè dichiara quali sono i principi che stanno alla base del suo lavoro letterario. Quindi anche il ritorno alla terra d’origine cioè per Verga la Sicilia delle plebi misere e scordate da tutti. I romanzi precedenti, appartenenti anche al realismo avevano tutti un’ambientazione borghese, ma Verga sposta l’attenzione su un’altra ambientazione e cambia anche il linguaggio per parlare di essa adattandola al contesto. ROSSO MALPELO= È un documento della realtà socio-economico del momento. Verga ci mette di fronte alle condizioni disumane in cui vive questo bambino. E’ rivoluzionario, perché descrive le condizioni dei minatori che lavorano nelle cave siciliane. Verga utilizza un nuovo modo di narrare: il narratore onnisciente, cioè colui che conosce tutti i fatti della storia. Inizialmente il narratore è come se appartenesse all’ambiente sociale in cui vive Malpelo, ed esprime un giudizio negativo su di lui. Questo giudizio viene direttamente dal narratore che è proprio interno alla storia ed è come se fosse uno dei personaggi, come se fosse all’interno del gruppo dei personaggi che animano il racconto. Il narratore abbassandosi alla condizioni di questi minatori ha una sorta di REGRESSIONE , cioè regredisce nella condizione dei personaggi di cui sta parlando. La regressione provoca nel lettore uno STRANIAMENTO cioè il rifiuto di un giudizio netto e infondato, in questo caso su Malpelo= Lui è incattivito dalla vita per le condizioni in cui vive non di certo perché ha i capelli rossi. Lo STRANIAMENTO provoca quindi l’allontanamento dal giudizio del narratore e crea vicinanza emotiva nei confronti delle condizioni di Malpelo. La regressione si ha sotto il punto di vista culturale. Mastro Misciu= era il padre di Malpelo con il quale il bambino aveva creato un legame di profondo affetto che invece non aveva né con la madre né con la sorella. Verga usufruisce di questa regressione socioculturale perché decide di raccontare in modo oggettivo e impersonale i fatti della vicenda. Anche sotto il punto di vista linguistico Verga non poteva riportare l’effettiva lingua delle classi popolari perchè sarebbe stata incomprensibile, però rinuncia alla lingua letteraria, cioè quella elevata e acculturata e sceglie di scrivere in italiano, ma non nel dialetto, accade. NATURALISMO FRANCESE= fiducia nel cambiamento e progresso, scrittore-scienziato. VERISMO ITALIANO = non si ha la stessa fiducia , ma Verga è profondamente deluso dal periodo post-unitario. In Italia c’è un sentimento comune dato dalla delusione del periodo post-unitario. Il sud sperava nell’abbandono del feudo e in una modernizzazione e democratizzazione della società. Si voleva un superamento delle condizioni di miseria e di schiavitù, invece si attua una piemontesizzazione. Anche Verga sarà deluso da questa condizione. Le speranze nel cambiamento e nella modernizzazione vengono deluse. Verga si propone di analizzare i “VINTI” appartenenti a differenti classi sociali nel CICLO DEI VINTI. VINTI= Sono tutti gli uomini, Verga inizia con le classi sociali più deboli. Sono vinti dall’ambiente socio-economico , ma proprio dalla vita in generale. Inoltre sono oppressi dal potere e questo non gli permette il cambiamento. I VINTI non sono soltanto nelle classi sociali più deboli ma Verga si propone di parlare anche delle condizioni socio-economiche di personaggi appartenenti ad alte classi sociali, partendo però sempre dalle classe sociali più deboli, per poi passare a quelle più elevate come MASTRO DON GESUALDO. IL CICLO DEI VINTI= Verga parla di Vinti in ogni condizione socio-economica perché per Verga tutti gli uomini sono vinti dal destino, dalla vita e dal progresso,( netta distinzione con i naturalisti francesi). Verga pensava che il progresso interessasse i MACROFENOMENI e non la vita del singolo, anzi a volte quest’ultima viene peggiorata. L’obiettivo di Verga nel ciclo dei vinti è analizzare la lotta per la vita in ogni classe sociale, non si interessa della legge dell’ereditarietà come fa Zola, ma vuole invece analizzare il contesto sociale. Le leggi espresse da DARWIN nell’evoluzionismo sono fondamentali per queste nuove correnti. La lotta per la sopravvivenza è governata dalla legge del più “ FORTE “. Verga nel ciclo dei vinti non nega la possibilità della presenza di VINCITORI, ma Verga analizzandolo in maniera profonda capisce che poi ogni uomo se pur nascondendolo è un vinto. I VINTI E LA FIUMANA DEL PROGRESSO = È la prefazione de I MALAVOGLIA scritta nel 1881. Dice che I MALAVOGLIA è la storia di come si sviluppano le irrequietudini per il benessere della famiglia TOSCANO perché il desiderio di benessere provoca una perturbazione dell'equilibrio che era stato creato nel tempo. Verga vuole analizzare fin dai bisogni più basici, per capire come nasce la fiumana del progresso. Per analizzare il desiderio di cambiamento ed evoluzione Verga deve partire dalle classi sociali più basse perché lì le emozioni, passioni e motivazione che spingono l’agire dell’uomo sono più basilari e facili da comprendere e indagare. I MALAVOGLIA è un romanzo in cui Verga cerca di analizzare e indagare le passioni, emozioni e motivazioni che muovono le scelte della povera gente ( passioni semplici). È una lotta per i bisogni materiali , dato che in questo contesto non si hanno ambizioni alte, ma lottano per la pura sopravvivenza. Nei MALAVOGLIA questo desiderio di evoluzione è quasi esclusivamente lotta per i bisogni basilari. Poi si passa a MASTRO DON GESUALDO che era un esponente della piccola media borghesia, Verga si ferma poi alla DUCHESSA DE LEYRA iniziando ma non finendo il romanzo, più si sale nella società e più le passioni e motivazioni diventano vanitose. Verga finirà di scrivere solo I malavoglia e Mastro Don Gesualdo , inizierà ma non finirà la Duchesse De Leya perchè più sale nella società e più perde l’ispirazione e non si sente più emotivamente coinvolto. Perde il coinvolgimento emotivo nei confronti della politica romana, dell’aristocrazia e del potere. Verga pensa che la denuncia sociale nei confronti delle classi sociali alti non servisse per attuare un cambiamento , dato che per Verga il progresso non esiste. Più si sale nella gerarchia delle classi e più le emozioni si complicano perché entrano in gioco altri fattori come l’educazione, la cultura e il contesto di vita. Verga vuole guardare con occhi sinceri ciò che accade perché lo scopo è quello di raccontare la verità. Quindi sia nel ciclo dei vinti che nei malavoglia Verga esprime il pensiero sulla mancanza di speranza, cioè ogni uomo, chiunque sia vincitore oggi sarà un vinto domani causa di questo progresso solo per i macrofenomeni che a volte peggiora anche la vita del singolo che viene trascinato via dalla fiumana del progresso. L’osservatore che analizza questa società a volte riesce per poco tempo a tirarsi fuori da questo fiume in piena e osservare con occhi autentici , ma senza giudicare, soltanto descrivendo. Nei confronti del progresso l’atteggiamento di Verga è problematico. Verga racconta le storie con l’obiettivo di rappresentare in modo oggettivo la realtà che vede quindi la lotta per la sopravvivenza , violenza e oppressione in un contesto dove il cambiamento interessa i macrofenomeni e il risvolto negativo che ha sulla vita del singolo. Fra Verga e Manzoni di possono trovare delle affinità come descrivere in modo realistico la condizione del tempo con tutti i suoi fattori cioè oppressione , miseria, corruzione. Verga come protagonisti sceglie la plebe cioè il mondo dei contadini , cioè coloro che non hanno niente di loro proprietà e sono sfruttati. Il primo romanzo del ciclo dei vinti è appunto i malavoglia. Come già detto nel ciclo dei vinti si parla di questa fiumana del progresso che lascia molte vittime dato che i poveri sfruttati non vivono ill cambiamento anzi sembra che il loro destino sia quello di rimanere attaccati al loro scoglio ( reale all’ostrica). Nei ciclo dei vinti si analizzano le passioni e le motivazioni delle scelte umane, che nelle classi sociali più bassi sono già semplici perché le scelte si basano sull’istinto. TECNICA NARRATIVA= risponde all’esigenza di raccontare in modo reale la realtà e in modo impersonale, dato che il narratore non interviene e non entra direttamente nella scena. Il narratore regredisce nell’ambiente di cui parla e il lettore attua uno straniamento. Nei Malavoglia abbiamo la sensazione che il narratore attua una narrazione impersonale e si parla di eclisse del narratore cioè come sue questo ultimo scomparisse e i fatti si raccontassero nel momento stesso in cui avvengono. Il narratore si mimetizza con il mondo rappresentato, e abbiamo la sensazione che il narratore appartenga al mondo di ACI TREZZA quindi anche qui abbiamo una regressione. Questo romanzo è chiamato anche romanzo corale perché tutto il paese è protagonista, sembra proprio di sentire un coro dì parlanti popolari. CORO DI PARLANTI POPOLARI= E’ come se Verga raccontasse le vicende dei MALAVOGLIA che sono però circondati dai cittadini di ACI-TREZZA che osservano, giudicano e intervengono all’interno della vicenda , ma che alla fine appartengono tutti a quel contesto. L’INTRECCIO= La protagonista è la famiglia Toscano, chiamata i MALAVOGLIA, sono una famiglia onesta e lavoratrice e sono in una situazione favorevole avendo una casa e una barca chiamata provvidenza, conducono una vita relativamente felice e tranquilla. (relativamente perché comunque essendo una famiglia numerosa hanno bisogno di lavorare molto per sfamare tutte le bocche). PADRON ‘NTONI= è il capostipite della famiglia BASTIANAZZO= è il figlio di Padron Ntoni. GIOVANE NTONI= è il nipote e figlio di Bastianazzo. Giovane Ntoni deve partire per l’esercito perchè in quel periodo c’era l’obbligo e la famiglia inizia a trovarsi in difficoltà perché ha meno aiuto per il lavoro. Padron Ntoni trovandosi in difficoltà vuole fare un salto di classe sociale cioè da pescatore a commerciante e per fare questo chiedo un prestito di lupini da un usuraio chiamato zio crocifisso, questi lupini però vengono dispersi in mare durante il naufragio della provvidenza dove muore anche Bastianazzo. La famiglia vive un periodo difficile per le necessità dei altri figli nipoti come Mena, Lia, Luca , perché dopo la morte di Bastianazzo la famiglia si disgrega. Lo sbaglio di Padron Ntoni è che ha cercato di fare un salto di società facendo un acquisto sfortunato , perché anche se i lupini non fossero andati dispersi, erano comunque avariati e quindi non utilizzabili. Quindi qui torna l’ideale dell’ostrica perché Padron Ntoni doveva rimanere nella sua posizione. Padron Ntoni nonostante l’inganno di Zio Crocifisso per ripagare il suo debito ipoteca la casa del Nespolo, cioè la casa dove viveva con la sua famiglia saranno costretti a trasferirsi. La casa del nespolo rappresenta la religione della famiglia e Padron ‘Ntoni rappresenta il suo punto di riferimento. Nella storia Padron Ntoni poi si ammalerà e sarà portato in ospedale dove muore, ma il suo desiderio sarebbe stato quello di morire nella casa del nespolo, dove ha vissuto. Dopo la sua morte a portare avanti la famiglia sarà dunque Alessi, uno dei figli di Bastianazzo, insieme alla moglie e Mena. Dopo essere partito per l’esercito e successivamente essere arrestato per brigantaggio Giovane ‘Ntoni tornerà ad Aci-Trezza e Alessi lo inviterà a rimanere nella casa del nespolo che intanto era tornata in possesso della famiglia Toscano. Ma Giovane ‘Ntoni rifiuta di rimanere per non inquinare la religione della famiglia dato che sente di non poterla più rispettare. Giovane non mette in discussione i valori della famiglia , ma anzi ne accentua l’importanza per coloro che nella famiglia ci sono sempre rimasti. Il romanzo descrive perfettamente questo mondo rurale ,arcaico e mitizzato , cioè un mondo idealizzato dove però c’è un immobilità permanente dato che la famiglia non può evolversi rimarranno per sempre così proprio per l’ideale dell’ostrica = nati pescatori e pescatori rimarranno, il tentativo di progresso finisce in fallimento. La famiglia Toscano come già detto è chiamata I MALAVOGLIA non per sottolineare la loro mancanza di voglia nel lavoro ma proprio il suo contrario, questa parole non rispecchia il suo significato ma bensì esalta il suo contrario. La famiglia è condannata a questa immobilità permanente, e il mondo al suo esterno provoca dolore, cambiamenti che avranno un risvolto negativo e nessuna evoluzione. Il mondo dove vive questa famiglia non è idealizzato perché comunque tutti non vivono in maniera pacifica e tranquilla, ma bensì in un mondo di sfruttamento e sofferenza. Verga come già detto non idealizza il mondo di questa famiglia, ma la famiglia Toscano nello specifico, che vive circondata da un popolo che vive nell’inganno, nei pettegolezzi a differenza dei malavoglia che invece hanno valori differenti ( es. Padron ‘Ntoni dopo aver perso imprestato di lupini che zio crocifisso gli aveva dato vuole ripagare il suo debito e ipoteca la casa del nespolo, nessun altro cittadino di ACI-TREZZA lo avrebbe fatto.) Questa contrapposizione c’è perché il paese risponde alle rigide leggi del progresso , invece i malavoglia vivono con valori inamovibili, ma rispettabili. I malavoglia e soprattutto Padron ‘Ntoni per il resto del paese sono visti come degli sciocchi per aver ipotecato la loro casa per ripagare il debito a zio crocifisso, e per non aver seguito LA LEGGE DELL’INTERESSE che governava ACI-TREZZA. Tutto ad ACI-TREZZA è filtrato tramite questa legge e Padron ‘Ntoni è visto di cattivo occhio proprio perché ha valori di onestà e altruismo che non esistono per gli altri cittadini. La legge dell’interesse ha il fine di sopravvivenza, conta solo la lotta per la vita e non l’onore, l’altruismo e l’onestà. Anche se Verga idealizza i malavoglia crea nel lettore uno straniamento al contrario, cioè il lettore si sente molto vicino agli ideali dei malavoglia e non al pensiero dei cittadini di Aci Trezza. Il romanzo anche se non vuole essere una denuncia politica finisce un po’ per esserlo , come succede anche in rosso malpelo, dato che nessuno prima aveva mai raccontato la realtà della società del sud come lo fa Verga. Quello di Verga nei confronti della possibilità di cambiamento è un pessimismo totale. Questo romanzo è come se fosse una fotografia della realtà. Verga, appassionato di fotografia, voleva fissare delle immagini che raccontassero la realtà e lo fa anche nei suoi romanzi.
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