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Giovanni Verga vita e opere, Dispense di Italiano

Giovanni Verga e il Verismo per esame di maturità

Tipologia: Dispense

2022/2023
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Caricato il 08/06/2023

MarilisaCapuozzo
MarilisaCapuozzo 🇮🇹

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Scarica Giovanni Verga vita e opere e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! Italiano - 5°anno Andretta IL CONTESTO LETTERARIO: REALISMO E NATURALISMO Il Realismo: Il Realismo è un movimento letterario che si sviluppa in Francia nella prima metà dell'Ottocento a causa del grande processo di industrializzazione che stava avvenendo in tutta Europa. Lo scopo è quello di rappresentare oggettivamente la realtà attraverso la rappresentazione di tutte pe classi sociali. Tra i suoi esponenti è celebre Gustave Flaubert, propulsore del metodo dell'impersonalità, secondo il quale la voce narrante, all’interno dei romanzi, deve essere impercepibile. Il compito dello scrittore è quello si analizzare la società e i suoi molteplici problemi da un punto di vista impersonale e oggettivo. Gli autori iniziarono a sentirsi degli scienziati, aventi il compito di individuare le cause dei disagi sociali attraverso un’accurata analisi della società. Il Naturalismo: il Naturalismo è una corrente letteraria che riprende l’ideologia realista. I suoi esponenti, come Zola et Maupassant, pensavano di avere una sorta di obbligo morale che li inducesse a scoprire i mali che affiggevano la società del tempo, in modo tale da denunciarli ai legislatori, persone aventi gli strumenti adeguati per procedere al cambiamento nella società. Nel “Romanzo sperimentale”, un saggio di Emile Zola, vengono enunciati principi del Naturalismo. Occorreva dare maggiore importanza al punto di vista del personaggio e meno a quello dell’autore.  L'argomento doveva essere tratto dalla realtà contemporanea. 1 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta  Il narratore non doveva essere onnisciente e non doveva intervenire nelle vicende in alcun modo. Il suo compito era quello di riportare i fatti nella loro dimensione reale e oggettiva. Egli era quasi un intermediario tra il lettore e il personaggio.  I personaggi erano pertinenti a tutte le classi sociali, in particolar modo a quelle più malfamate e periferiche. I Naturalisti rappresentano “i casi umani", ovvero i soggetti più eccentrici della società di cui analizzano i comportamenti per scoprirne le cause e porvi rimedio. Le azioni dei personaggi infine, sono una conseguenza di fattori genetici, del contesto storico e dell'ambiente sociale all'interno dei quali il personaggio era inserito.  Infine l'attenzione era posta alla descrizione dell'ambiente sociale. LA CORRENTE: IL POSITIVISMO Il Positivismo è una corrente filosofica sviluppatasi in Francia nella seconda metà del 1800. Il termine coniato dal filosofo francese Claude-Henri de Saint Simon che aveva previsto l'avvento di un periodo positivo, possibile adottando una totale fiducia nella scienza. Un suo collaboratore, Auguste Compte riteneva che le uniche verità considerabili fossero quelle scientifiche. Egli è il fondatore della sociologia, una scienza che ha il compito di comprendere le leggi che regolano la nostra società. 2 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta Sono inoltre influenzati dal modo di fare dei simbolisti francesi, anche detti "poeti maledetti", a causa della loro vita disordinata, dissoluta, anticonformista e dedita all'alcol e alle droghe. Il Verismo: il termine “verismo" apparve nella seconda metà dell'ottocento per indicare sia quel tipo di letteratura che rappresentava la realtà nella sua più totale evidenza, sia quei letterati Italiani che traevano ispirazione dai modelli del naturalismo francese. I veristi ripresero il criterio dell'impersonalità elaborato da Flaubert, declinandolo in modo diverso rispetto alle posizioni dei naturalisti francesi. Essi analizzarono più attentamente l'aspetto rurale delle plebi del sud che i sobborghi delle metropoli. I Veristi inoltre rappresentavano la realtà in modo oggettivo ma erano profondamente pessimisti e non credevano di poter incidere sul cambiamento. Il loro pessimismo nasce dalla consapevolezza che c’è sempre qualcuno pronto a prevaricare sul più debole. Inoltre maturarono una concezione della storia quale costante reiterazione delle stesse vicende, in cui il potere è sempre nelle mani degli stessi. La loro non era una denuncia, ma una fotografia fedele del contesto sociale in cui vivevano. I Naturalisti invece erano caratterizzati dall’ottimismo e si sentivano in dovere morale di denunciare dato che erano convinti che attraverso le loro opere si potessero fornire ai legislatori gli strumenti adatti per procedere al cambiamento. Luigi Capuana: Secondo Luigi Capuana, definito il “teorico del Verismo", quest’ultima era una corrente pura e autentica, totalmente oggettiva e che rappresentava la realtà in modo chiaro senza scopi critici o analitici siccome non era possibile giungere ad un cambiamento. Era un grande conoscitore del Naturalismo in quanto, in Francia, ebbe modo di conoscere Emile Zola. SCHEMA DI SINTESI NATURALISMO VERISMO 5 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta 1. Ottimismo nel progresso: il cambiamento è possibile attraverso la denuncia; 2. Soggetti rappresentati: sobborghi delle metropoli; 3. Impersonalità: i naturalisti riescono ad essere del tutto oggettivi nelle descrizioni. 1. Pessimismo nel progresso: il cambiamento non è possibile perché la storia è la costante reiterazione degli eventi in cui dominano i sopraffattori. 2. Soggetti rappresentati: le plebi del sud 3. Impersonalità: i veristi dimostrano un atteggiamento filantropico, ovvero di compassione verso i personaggi e non riescono mai ad essere del tutto oggettivi. L'AUTORE: GIOVANNI VERGA La vita: Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840 nel seno di una famiglia agiata. Condusse una vita frenetica, rinunciando agli studi giuridici per mancanza di interesse. Fu fortemente attirato dall'ambiente politico, divenne guardia nazionale e aderì alla spedizione dei mille condotta da Giuseppe Garibaldi. Fase fiorentina e primi romanzi: si trasferì successivamente a Firenze (nel 1865), l'allora capitale d'Italia, dove incontrò il teorico del verismo (Luigi 6 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta Capuana). Fu in questo particolare contesto sociale che iniziò la stesura dei suoi primi romanzi: “Una peccatrice” e “Storie di una capinera”. In particolare in questo secondo romanzo, il primo di grande successo, si narra la storia di una giovane donna, Maria, costretta dalla matrigna a farsi suora in quanto la dote spettava alla sorellastra. Allo stesso modo, il suo compagno, seppur innamorato di lei, decise di lasciarla per avvicinarsi alla sorella, più ricca e agiata. Pertanto le tematiche concernenti il romanzo sono: l'esclusione sociale, la descrizione della classe borghese, il tema economico. In essa Verga attua una grande innovazione: per risultare veritiero e preciso indagò sulle modalità di vita dei conventi, riportandole al meglio nel suo romanzo. Fase Milanese: nel 1872, Verga lasciò Firenze e si diresse a Milano, attratto dal fascino economico e sociale della città, dove entrò in contatto con gli autori della Scapigliatura, il quale movimento sorse in opposizione alla società, descritta come corrotta e priva di ideali, ispirandosi alla vita dei simbolisti francesi e richiamando ad elementi della letteratura nordica. Qui Verga intraprese una nuova e diversa fase letteraria in cui compose romanzi come “Eva”, “Eros” e “Tigre reale”, in cui comparivano ancora tematiche come l’esclusione e l’economia ma anche un nuovo tema relativo alla passione amorosa. Verso il Verismo: la novella che segnò un primo avvicinamento alla corrente verista fu “Nedda" (1874) presentava tematiche, personaggi e ambientazioni tipiche di quella corrente. Verga spostò l'ambientazione in Sicilia, la sua terra, probabilmente per nostalgia, raccontando la storia di una giovane raccoglitrice di olive in pessime condizioni economico-sociali. Anche in questo caso egli si documenta per rappresentare al meglio la società del sud, leggendo l'inchiesta di Sonnino e Franchetti. Parliamo tuttavia di avvicinamento in quanto risultava ancora evidente la 7 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta LA RACCOLTA VERISTA: LE NOVELLE DI “VITA DEI CAMPI” Introduzione: “Vita dei Campi” è la prima raccolta verista scritta da Giovanni Verga. Si tratta di una serie di novelle in cui i temi affrontati afferiscono alla dura vita dei contadini della campagna siciliana, costretti a lavorare in terribili condizioni. Le novelle più celebri sono:  L’amante di Gramigna;  Fantasticheria;  Rosso Malpelo;  La Lupa;  Cavalleria rusticana. Le novelle manifesto: “L'amante di Gramigna” e “Fantasticheria” sono considerate le novelle manifesto della raccolta. Nella prefazione della prima, Verga sottolinea come il suo intento sia quello di raccontare vicende realistiche. Nella seconda, diversamente, troviamo la morale dell’ostrica. Verga narra della storia di una comunità di pescatori che riceve la visita di una donna che decide di trascorrere delle giornate al loro fianco. Sebbene ella fosse del tutto affascinata dalla loro vita, ne risulterà annoiata e arriverà a chiedersi come si possa vivere in tali condizioni. Verga sottolinea come la propria condizione sociale non sia modificabile. Se lo si prova a fare si va incontro al destino dell’ostrica la quale, quando si stacca dallo scoglio, muore. Così l’uomo fallisce miseramente quando prova a migliorare la propria condizione. L’unica soluzione è quella di accettare la propria 10 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta vita senza provare a scappare da essa, in modo tale da vivere serenamente e in assenza di turbamenti d’animo. I temi: le tematiche ricorrenti nelle novelle di Verga sono l’amore (inteso come passione irrazionale che talvolta sfocia nella violenza), l’esclusione sociale (nelle sue opere Verga presenta spesso un personaggio isolato dalla comunità, intrisa di stereotipi e pregiudizi sociali), l’utile economico (il tema smuove gli equilibri e anima le vicende. I personaggi agiscono per interessi economici e sono privi di valori). Le tecniche narrative: le novelle di “Vita dei Campi” presentano diverse novità stilistiche. Troviamo un narratore popolare che assume il punto di vista dei personaggi e i loro modi di fare. Tra le tecniche più innovative troviamo: 1.La regressione: è una particolare tecnica narrativa che consiste nello scendere al livello socio-culturale dei personaggi, rappresentando fedelmente le loro condizioni, estraniandosi dal manifestare il proprio punto di vista. 2.L'ironia: essa viene utilizzata non con un’intervenzione diretta dell'autore ma è data dalla voce popolare. Se ne fa uso per manifestare una sorta di dissenso nei riguardi della situazione narrata. 3.Lo straniamento: è una particolare narrativa che consiste nel rappresentare una realtà assurda ma vera, strana e insolita, descrivendo eventi tipicamente normali quasi come se fossero strani (e viceversa). 4.Discorso indiretto libero: tecnica usata da Verga per manifestare a pieno il punto di vista dei personaggi, adoperando un linguaggio popolare e modi tipici della comunità che non risultano però particolarmente grezzi in quanto l'autore desiderava arrivare a tutti i tipi di lettore senza porsi limitazioni. 11 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta L’ESTRATTO: "LETTERA A SALVATORE FARINA" Prefazione a “L’amante di Gramigna” Prima parte (r. 1-18): La prefazione all'amante di Gramigna è composta in forma di lettera, indirizzata a Salvatore Farina, un amico di Verga. Nel brano l'autore gli anticipa che andrà a raccontargli di una vicenda così come l'ha vissuta, senza alcuna alterazione proveniente da un proprio punto di vista. Egli dice infatti: “te lo racconterò così come l'ho raccolto pei viottoli dei campi, colle medesime parole semplici e pittoresche della narrazione popolare” (r. 4-5-6). Farina si ritroverà una narrazione oggettiva e autentica (fatto nudo e schietto), che non terrà conto 12 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta missione Malpelo non tornò più e i suoi compagni temevano di ritrovarselo davanti “coi capelli rossi e gli occhiacci grigi" (r. 452). Analisi: Verga utilizza il discorso indiretto libero come mezzo per esaltare i pensieri dei protagonisti. Si avvale inoltre di tecniche quali l’ironia (es. rigo 9) per sottolineare una serie di comportamenti non condivisi ma usuali al contesto descritto. In particolar modo Verga prese le distanze da queste comunità, regolate dai soprusi, dai pregiudizi e dalle violenze. Adotta inoltre una forma di straniamento (es. rigo 4-5) e regressione, calandosi nel contesto descritto senza apportare propri riferimenti. Tuttavia egli non riesce ad essere del tutto impersonale e mostra una sorta di compassione, la sua presenza è percepibile. La novella viene scritta dopo un lungo processo di documentazione avvenuto grazie alla lettura di inchieste e testimonianze. L’autore giunge a rappresentare spietatezza che caratterizza i rapporti umani, lo sfruttamento minorile e la povertà del meridione. Quanto ai temi, quello più evidente è relativo all’esclusione sociale. La costruzione sintattica è regolare ed è basata sull'Italiano con una serie di inserti popolari e dialettali. Infine sottolineiamo il valore assunto dalle figure animali dell’asino e del cane che rinviano alla lotta alla sopravvivenza darwiniana. L’asino è il simbolo del debole, di colui che spende una vita da sottomesso. I cani invece rinviano alla legge del più forte che sbrana (anche letteralmente) coloro che sono più fragili. La personalità di Malpelo: egli accetta drasticamente la sua condizione e ciò incarna lo spirito pessimistico di Verga che ritiene impossibile giungere ad un cambiamento della propria posizione sociale. IL CICLO DEI VINTI: STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE 15 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta Introduzione: il “Ciclo dei vinti” fu ispirato probabilmente da “Les Rougon-Macquart” di Zola e si presenta come una presentazione delle condizioni di tutte le classi sociali. Il tema centrale è quello del progresso che viene definito come, all’apparenza, qualcosa di utile per porre fine ai mali della società ma, analizzandolo, esso dimostra la sua struttura contradditoria: il progresso denota una spaccatura tra coloro che riescono (in un primo momento) a sorreggere il peso delle innovazioni, e coloro che invece vengono travolti dalla fiumana del progresso, cioè dai cambiamenti che investono tutti lasciando i più deboli alle spalle. Tuttavia persino gli uomini che pensavano di farcela falliranno, arrivando ad essere dei vinti, cioè degli sconfitti. Dunque il progresso è un elemento illusorio. Il ciclo dei Vinti: il procedimento narrativo scelto dallo scrittore fu quello di partire dalle classi sociali più malfamate e povere in quanto più semplici, genuine e spontanee da descrivere. Tuttavia, il ciclo finirà per essere incompleto perché Verga si riterrà inadeguato a scrivere delle classi sociali più agiate, caratterizzate dai vizi, dalla corruzione e dall’avidità, il che le rende più complesse da descrivere. Gli unici romanzi ultimati saranno “I Malavoglia”, descrivente una comunità di pescatori posta ad Aci Trezza, in Sicilia, e “Mastro-Don Gesualdo” narrante la storia di un uomo che ha provato a cambiare la propria vita, fallendo miseramente e divenendo un vinto sia nel campo degli affetti che nel sociale. L’autore desiderò comporre altri tre romanzi poi rimasti incompiuti:  “La Duchessa di Leyra”: narra di Isabella, figlia di Mastro- Don Gesualdo che si sposa con un nobile squattrinato.  “L’onorevole Scipioni”;  “L’uomo di lusso” : Verga desiderava riassumere i principi difetti della classe aristocratica come vanità, avidità ed egoismo. 16 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta IL ROMANZO: I MALAVOGLIA Genesi: l’opera nasce da un lavoro di ricerca. Verga si documentò circa la battaglia di Lissa, la questione meridionale e il diffondersi del colera. Trama: la storia racconta le vicende di una famiglia di pescatori, i Toscano, a cui viene attribuito il nomignolo dispregiativo “malavoglia” in segno d’invidia. La loro famiglia è composta da Padron ‘Ntoni, Maruzza (la moglie), il figlio Bastianazzo e i cinque nipoti Luca, Mena, ‘Ntoni, Lia e Alessi. Essi avevano due possedimenti: la provvidenza (una barca) e la casa detta “del nespolo” . Un giorno padron ‘Ntoni acquistò un carico di Lupini dall’usuraio del paese, noto come Zio Crocifisso, con l’obiettivo di rivenderli a Catania. Tuttavia ciò non avverrà mai in quanto la barca naufragherà, comportando la morte di Bastianazzo. Da questo momento in poi la famiglia sarà colpita da una serie di sciagurati eventi: Mena vede la fine della sua relazione, Luca muore nella Battaglia di Lissa, Maruzza muore anch’essa di colera, padron ‘Ntoni vede la casa per sopperire ai debiti e il nipote ‘Ntoni parte per Trieste dopo il servizio militare a Napoli. Successivamente egli tornerà ancor più povero e si darà al contrabbando. Un giorno, scoperto dal brigadiere don Michele – che intanto intratteneva una relazione con sua sorella Lia – lo ferì. L’esito del processo lo condannò a 5 anni mentre la sorella finì in disonore scegliendo di lasciare la città (Ntoni aveva accusato Don Michele di maltrattarla). L’unico redento, che riuscì a riacquistare la casa del nespolo e a sposarsi serenamente, fu Alessi. Al termine della 17 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta IL TESTO: LA PRESENTAZIONE DEI MALAVOGLIA (R. 1-15): I Malavoglia erano una famiglia di pescatori residenti nel villaggio di Aci Trezza, situato vicino Catania. Il loro nome era un dispregiativo conferitogli dalle persone del posto, che li invidiavano per la loro organizzazione sociale, affettiva e per i loro obiettivi. Il loro vero nome era “Toscano”, i quali possedevano due beni in particolare: la provvidenza e la casa del nespolo. (R. 16-50): La loro famiglia era molto particolare: il più grande era Padron ‘Ntoni il quale caratterizzò la sua famiglia per divisione gerarchica che seguisse le dita di una mano. Il dito grosso era lui, seguito da suo figlio Bastiano (descritto come giovane e forte) e da sua moglie Maruzza, detta “La longa” (piccina e dalla personalità sottomessa). A loro seguivano i cinque nipoti: ‘Ntoni (il fannullone, colui che si immischia in brutte situazioni), Luca (il ribelle di famiglia), Mena (colei dalle abilità tessili), Lia (ancora immatura), Alessi (dinamico e pragmatico). (R. 51-59): Grazie a questo tipo di organizzazione la famiglia prosperava sebbene in paese la loro considerazione fosse alquanto maliziosa. Padron ‘Ntoni infatti era ritenuto un conservatore affabile, di quelli che desideravano comandare non solo in casa propria ma anche in villaggio e pertanto non fu eletto al consiglio comunale. IL ROMANZO: MASTRO-DON GESUALDO Genesi: Mastro-Don Gesualdo è il secondo romanzo del cosiddetto “Ciclo dei vinti” e racconta la storia di Gesualdo Motta, un manovale che riesce a progredire socialmente divenendo però un escluso in quanto né la classe più povera (dalla quale per stile di vita si è ormai allontanato), né quella più ricca (che lo guarda con aria di disprezzo) lo accolgono. Egli diviene dunque uno sconfitto nel campo degli affetti sebbene trionfi socialmente. Il titolo del romanzo, che coniuga l’appellativo di mastro a quello di Don, sottolinea l’impossibilità per il protagonista di allontanarsi dalle proprie origini. 20 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta Ambientazione e aspetti caratteristici: il romanzo è ambientato tra Catania e Palermo ed è diviso in quattro parti che scandiscono le fasi della vita del protagonista: alla prima parte afferisce l’ascesa sociale, alla seconda il trionfo dell’opportunismo, alla terza il declino e alla quarta la sconfitta esistenziale e la morte. Storicamente la vicenda comprende un arco temporale che va dalla Restaurazione del 1815 ai moti del 1848. Mastro-Don Gesualdo vive di opportunismo e avidità e finirà per restare solo. Verga è pessimista e avvolge la vicenda di aspetti opportunistici, avidi e senza scrupoli pur di arrivare al potere. La Trama: il racconto ha inizio con un incendio nel palazzo dei Trao, una famiglia aristocratica che, tra la confusione, vede il padrone scoprire sua sorella Bianca a letto con il barone Ninì Rubiera. Il matrimonio di riparazione non è acconsentito in quanto Bianca non possedeva la dote. Difatti Mastro Gesualdo si propone, comunicando alla serva (e amante) Diodata la sua decisione. Il matrimonio va a buon fine ma nel dissenso generale. La famiglia di lui considera questo atto come un tradimento mentre quella dei Trao non accetta in famiglia un uomo di così basso rango sociale. Mastro Gesualdo accresce economicamente e può permettersi prestiti e altre attività. Da questa unione ne nascerà una figlia, Isabella, data alla luce tra l'infelicità di Bianca e la felicità di Gesualdo. A cinque anni Isabella viene mandata a Palermo e vi ritorna dopo dieci anni per sfuggire ad un’epidemia di colera. Al suo ritorno egli rinnega il padre e prende il cognome materno. Nel frattempo essa era destinata a sposare il Duca di Leyra, sebbene fosse innamorata di suo cugino Corrado, da cui avrà un figlio. Nella quarta e ultima parte Gesualdo vive nel disprezzo più totale dei compaesani e, morta la moglie, è ormai ripudiato da tutti e muore a Palermo in solitudine, trattato come un servo. L’arrampicatore sociale e l’importanza della donna: Mastro- don Gesualdo si configura come un arrampicatore sociale che, attraverso la sua posizione, tenta di accrescere sempre più, finendo per fallire miseramente. Nel romanzo appaiono tre donne che, nella loro diversità, testimoniano il suo fallimento: 21 Pagine totali Italiano - 5°anno Andretta  Bianca, sua moglie, è infelice di essere legata a lui in quanto costretta.  Isabella, sua figlia, non lo accetta come padre e preferisce assumere il cognome della madre piuttosto che il suo.  Diodata, la serva-amante, gli dimostra tutto l’affetto possibile ma è costantemente respinta a causa della sua povertà. LA SECONDA FASE VERISTA: LE NOVELLE RUSTICANE Le Novelle rusticane sono una serie di racconti afferenti ad una seconda fase della narrativa verista verghiana. Tra le principali ricordiamo “La Roba” e “Cos’è il Re”, dove le tematiche ricorrenti riguardano il complesso di beni e proprietà e la conquista sociale. I protagonisti sono soliti essere degli arrampicatori sociali, ovvero persone che sfruttano la propria posizione per accrescere socialmente. In questi racconti l’autore comprende l’impossibilità del meridione ad uscire dalla miseria e affronta argomenti di carattere socio-economico. In “Cos’è il Re” Verga racconta del dissenso sociale del meridione verso il governo di Destra che, attraverso l’approvazione della leva militare obbligatoria, ha sottratto loro la manodopera necessaria, impoverendoli. Qui riprende tecniche come lo straniamento, la regressione, l’ironia, il discorso indiretto libero e l’uso di un narratore “popolare”. IL TESTO: MAZZARÒ E LA SUA ROBA Il testo è un estratto della novella “La Roba”, appartenente alle novelle rusticane di Giovanni Verga, in cui le tematiche ricorrenti sono quelle del complesso di beni e proprietà e dell’accrescimento sociale. La storia narrata è quella di un contadino, di nome Mazzarò, che ha dedicato tutta la sua vita all’accumulare ricchezze che, d'un tratto, comprende che svaniranno alla sua morte. Difatti egli impazzisce e finisce per distruggere tutto, uccidendo persino i suoi animali siccome, idealmente, sperava di portare tutto con sé. Nel seguente testo un viandante passeggia per dei campi e domanda ad un lettighiere di 22 Pagine totali
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