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Giovanni Verga, vita e opere, Appunti di Italiano

Appunti discorsivi su Giovanni Verga, contesto storico, introduzione a Naturalismo e Verismo, vita e opere dell'autore con analisi di alcuni brani celebri

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 02/09/2023

fabpap
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Scarica Giovanni Verga, vita e opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Il 17 marzo 1861 è proclamato il Regno d'Italia, ma si completato dopo l’annessione del Veneto nel 1866. Nel 1871 Roma diventa la capitale del Regno. Comunque, il paese è frammentato linguisticamente ed economicamente e regna l’analfabetismo. Dal 1861 al 1876 è al governo la Destra storica che affronta la questione meridionale (divario tra Nord e Sud) e il problema del brigantaggio, le Masse popolari del Mezzogiorno (sud) vengono derubate dal governo, hanno la leva obbligatoria e pagano la tassa sul macinato. Nel 1876 sale al potere la Sinistra storica con Agostino de Pretis e Francesco Crispi, la sua azione prevede istanze progressiste e pratiche di malaffare. I due attuano delle riforme significative, eliminando la tassa sul macinato e inserendo l’obbligo di istruzione sino ai 9 anni. Ma adottano la politica del trasformismo parlamentare e cadono nella corruzione. Dal 1873 i paesi industrializzati affrontano la grande depressione, promuovendo politiche protezionistiche (formazione di cartelli e monopoli) e imperialiste (1882 si forma la Triplice Alleanza tra Italia, Germania e impero austro-ungarico). Nascono nuove alleanze militari e, in seguito ai conflitti tra borghesia (riesce ad affermarsi) e proletariato. Nel 1864 viene costituita a Londra l’Associazione internazionale dei lavoratori, la Prima Internazionale. Nel 1892 nasce il Partito dei lavoratori italiani. Dopo l’assassinio di re Umberto I inizierà una nuova epoca. Con lo sviluppo scientifico si pensa che l'uomo possa dominare le forze della natura. Nasce il positivismo, che spiega il mondo basandosi solo sui dati della realtà fisica. Hippolyte Taine è teorico del determinismo psicologico. Charles Darwin elabora la teoria dell'evoluzione: le specie biologiche derivano da un processo di selezione naturale. Grazie all'applicazione del metodo positivistico nascono la psicologia, la sociologia, la neurologia e l'antropologia e successivamente l’antropologia criminale. Il positivismo si diffonde per il suo carattere pratico, avendo una ricaduta su ogni aspetto della vita. Nasce l’idea che l’uomo più forte sia destinato a sopraffare il più debole. La base scientifica del positivismo influenza l'analisi della società capitalistica svolta da Marx e Engels. + Creazione delle metropoli e dell’illuminazione, eccessiva folla, teatri, stazioni ferroviarie, industria delle pubblicità, apertura di magazzini, commercio aumentato. Il progresso viene festeggiato durante l’Esposizione universale che ha come simbolo la Torre Eiffel. Nel 1872 nasce la Pirelli, azienda meccanica italiana. Cresce l’editoria e vengono stampate nuove riviste. Nasceranno, però, quartieri dormitorio periferici addossati agli stabilimenti per immigrati e operai. Vengono denunciate le condizioni di vita di poveri. In opposizione al positivismo, sorgono dottrine pessimistiche: si afferma la corrente artistico letteraria del Decadentismo e considera l'intuito la sola forma di conoscenza e da all'arte un valore supremo. Il filosofo Friedrich Nietzsche sviluppa una concezione tragica della vita ed esalta il superuomo che impone la propria volontà di potenza. Secondo la filosofia di Henry Bergson, la conoscenza della realtà avviene in modo immediato attraverso l'intuizione; egli rivoluziona la concezione del tempo, in cui idee sentimenti e impressioni si allineano in un unico fluire in cui si mescolano passato e presente. Il secondo Ottocento celebra il primato del romanzo. La narrativa della scapigliatura coltiva il gusto del macabro e del brutto. I veristi Capuana, Verga e de Roberto rielaborano i canoni del naturalismo francese. Gabriele D'Annunzio e Antonio Fogazzaro sono i maestri del romanzo decadente italiano. Con Collodi e de Amicis la letteratura per ragazzi manifesta intenti pedagogici. La letteratura di consumo si afferma grazie ai romanzi d'appendice. Tutti i principali romanzieri di fine secolo scrivono anche novelle. I poeti scapigliati reagiscono al romanticismo ispirandosi alla produzione francese. Carducci recupera la lezione del classicismo italiano e affronta i temi della vita politica italiana. Pascoli e D'Annunzio contaminano la poesia decadente europea con elementi del classicismo. Nel teatro oltre al dramma naturalista e borghese si segnala il melodramma. La lingua utilizzata è il fiorentino parlato dei colti ma viene contaminata dalla lingua parlata dei sobborghi urbani. • Nasce in Francia nella seconda metà dell’800 Accoglie i principi del positivismo e di Hyppolite Taine. • Il romanzo è lo strumento che può rappresentare in modo scientifico e oggettivo la realtà • Honorè Balzac e Gustave Flaubert introducono il naturalismo • In Madame Bovary, Flaubert costruisce l’interiorità dei personaggi, dopo un ‘osservazione diretta e l’analisi psicologica; non esprime il suo giudizio e punto di vista → narrazione impersonale • EMILE ZOLA (1840-1902) caposcuola del naturalismo • Espone la necessità di studiare il vero senza pregiudizi estetici o morali e di osservare la realtà contemporanea applicando il metodo scientifico • Nel “Ciclo narrativo di Rougen-Maquart, Zola ispirandosi a fatti di cronaca, prova a ricostruire i moventi psicologici e sociali che influenzano la condotta umana → fotografa la realtà. La sua scrittura si carica di valenza etica e politica indirizzata alla denuncia dei mali che affliggono la società • Nasce in Italia nel 1870 • Obiettivo → ricercare e descrivere il vero. I letterati vogliono documentare la condizione socioeconomica del Sud Italia dopo l’unificazione • Riprende dal naturalismo l’importanza attribuita ai fattori ereditari, al contesto sociale e all’impersonalità della narrazione. Ma viene meno la componente scientifica e vengono raffigurati ambienti rurali, dove il progresso non era arrivato. Inoltre, influenza il verismo perché la realtà vista con pessimismo dagli autori; essa resta immobile, non vi è progresso. • Il verismo condivide con naturalismo la fedeltà al reale e l’amore per il vero, ma si occupa dei problemi legati all’unità d’Italia nel 1861, come le disuguaglianze socioeconomiche tra Nord e Sud, in cui vi era miseria e sfruttamento. Quindi documentano la realtà sociale. CARATTERISTICHE (alcune prese dal naturalismo) 1. Fattori ereditari e contesto sociale nello studio della psicologia dell’individuo 2. Impersonalità del racconto → l’autore non specifica il suo punto di vista 3. Non è presente la componente scientifica 4. Ambientazione rurale → contadini, pescatori… 5. Raffigurazione di una realtà immobile per sempre, non saranno soggette al progresso LINGUAGGIO • Italiano accessibile a tutti • Inserimento del parlato popolare con proverbi, metafore e modi di dire AUTORI • Giovanni Verga → I Malavoglia • Luigi Capuana → amico di Verga, principale teorico che scrive Giacinta e il Marchese di Roccaverdina • Federico de Roberto → i Viceré • Matilde Serao → il ventre di Napoli → tratta il disagio di Napoli • Marchesa Colombi → la dura esistenza delle mondine → denuncia le precarie condizioni del lavoro agricolo IL VERISMO E LE SUE TECNICHE La conversione al Verismo di Verga è favorita dal dibattito sul realismo, che rende propri i canoni naturalistici per interpretare la realtà in una nuova ottica, antiromantica e anti-individualistica, uscendo dal campo aristocratico., approfondendo la realtà della sua terra. Influisce anche il Positivismo perché si approccia scientificamente alla realtà: lavora come uno scienziato, deve puntare a una conoscenza il più possibile oggettiva del mondo che intende rappresentare. Utilizza la tecnica della regressione, in modo da non esprimere il suo giudizio e sostituisce il suo punto di vista colto con quello dei personaggi popolani, per far emergere l’ambiente e la storia. Nella lettera dedicata a L’Amante di Gramigna, l’autore scompare per lasciare spazio a una narrazione affidata a un soggetto anonimo e corale che viene espressa attraverso un discorso indiretto libero. Attraverso la tecnica dell’impersonalità fa sembrare che l’opera si sia fatta da sé, avviene l’eclissi dello scrittore. La tecnica dello straniamento gli permette di parlare: la voce narrante presenta come normali e accettabili comportamenti e modi di pensare che in realtà non lo sono. Il Naturalismo francese non utilizza queste tecniche, infatti nelle opere di Zola troviamo il suo giudizio. Secondo Zola, il giudizio è importante perché può contribuire al miglioramento degli eventi; invece, per Verga la letteratura non deve analizzare la miseria in vista di possibili trasformazioni future, per lui il progresso è la causa del regresso e della degradazione della società. Per descrivere il mondo degli umili utilizza nella sintassi i modi e i costrutti del parlato. L’ambientazione delle opere è una Sicilia mitica e arcaica, che rispetta le tradizioni tramandate ed elegge la famiglia come luogo sicuro di valori e affetti solidali. Verga utilizza “l’ideale dell’ostrica”: chi tenta di emanciparsi dalla propria condizione d’origine è condannato fatalmente a soccombere. Il povero non ha scampo: Per sopravvivere non resta che ancorarsi alla condizione avuta in sorte, sopportando il proprio stato con dignitosa rassegnazione. Il dolore non deriva dalle ingiustizie, ma è collegato al fatto stesso di esistere. Coloro che appartengono ai deboli devono rimanere legati alla propria famiglia, al proprio lavoro e alle proprie tradizioni per evitare di perdersi nel grande mare del mondo e non farsi mangiare dai pesci più grandi. I personaggi verghiani sono deboli, ma non diventano oggetto di pietismo: l’autore non concede possibilità di riscatto o liberazione. Essi non parlano né spiegano, fanno: compiono azioni che nascono da impulsi irresistibili. Sono per molti aspetti assimilabili ai personaggi della tragedia greca. Ad esempio, Rosso Malpelo e La Lupa protestano ma senza riscattarsi, agiscono come vittime ma non cambiano la loro sorte. Sono esclusi e diversi, la società li respinge. PROGRESSO → è una macchina mostruosa, una fiumana inarrestabile che travolge i più deboli. L’elemento romantico è sempre presente: Verga tratta affetti ed emozioni ma non in maniera continua. Logica economica → è ciò che guida il mondo verghiano, nessuno si sottrae al potere della “roba”, la proprietà dei beni materiali diventa l’unico fine dell’esistenza umana. Gesualdo e Mazzarò sono due vittime del progresso. PARAGONI TRA AUTORI Leopardi e Verga “la vita è una marcia spietata che travolge i vinti” → pessimismo verghiano risiede tutto nell’accettazione fatalistica di questa realtà, che nulla vale a mutare o a consolare, di questa condizione umana dalla quale nessuno è dato di evadere. Quindi, il suo pessimismo è prettamente legato agli avvenimenti storici, in particolare il progresso. In Leopardi il pessimismo si origina dalla sua condizione di vita, l’uomo è un essere razionale consapevole dei suoi limiti e tocca con mano la morte. Manzoni e Verga Manzoni vede il paesaggio dall'alto e lo descrive con distacco. Verga lo rappresenta invece dal basso, adottando l'ottica, il punto di vista e la cultura dei suoi personaggi popolari. Da un lato (Manzoni) abbiamo un narratore onnisciente, che ne sa più dei propri personaggi; dall'altro (Verga) un narratore che ne sa esattamente quanto loro. Inoltre, Manzoni era fortemente religioso e per questo verrà preso in giro da Verga (la barca la chiamerà Provvidenza). Altra differenza visibile dalle opere è che Manzoni segue attentamente la corrente romantica, invece Verga aderisce a quella verista. È il primo libro del Ciclo dei Vinti in cui è narrata la caduta e la faticosa risalita economica di una famiglia. COME NASCE? Verga inizia a scrivere l’opera tra il 1876 e il 1880. Il nucleo dell’opera venne individuato nella novella Fantasticheria di Vita dei campi, in cui troviamo l’ambientazione e alcuni temi e personaggi del romanzo pubblicato nel 1881. L’opera venne riscritta più volte durante le varie fasi di scrittura, perché vuole che essa sia il più breve, semplice ed efficace possibile. Ovviamente chiede sostegno e consigli all’amico Luigi Capuana, che lo indirizza verso soluzioni compositive ed esiti ideologici nuovi e che appartengono al Verismo. TRAMA I malavoglia (Toscano) sono una famiglia di pescatori di Acitrezza che vive nella “casa del nespolo” e si sostiene grazie al ricavo della pesca della “Provvidenza”. Il patriarca è il vecchio padron ‘Ntoni; suo figlio Bastianazzo è spostato con Maruzza la Longa, da cui ha 5 figli: il giovane ‘Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia. Alcuni membri della famiglia iniziano ad allontanarsi: ‘Ntoni parte per la leva militare. La famiglia decide di acquistare un carico di lupini da vendere da zio Crocifisso. Dopo il naufragio della Provvidenza, durante il quale muore Bastiano e i lupini vengono dispersi, la famiglia rimane vittima di numerose disgrazie: maruzza muore di colera, ‘Ntoni parte per cercare fortuna, si darà al contrabbando e andrà in carcere per aver tentato di uccidere il doganiere don Michele, Lia diventa una prostituta. La famiglia è costretta a vendere la casa del nespolo e trasferirsi. Luca morirà in quanto marinaio nella battaglia di Lissa, Mena viene abbandonata dal futuro sposo perché ha perso la sua dote e padron ‘Ntoni muore solo e disperato in un ospedale. L’amore e la forza per la famiglia consente loro di ricomprare la casa del nespolo, grazie ad Alessi , e infine di riunire e salvare la famiglia, seppure in parte dispersa, ‘Ntoni esce di prigione ma parte per una destinazione ignota. Nel romanzo non vi è un vero e proprio protagonista, Verga cerca di dare il senso di una comunità. QUAL È IL VALORE SIMBOLICO DEI PERSONAGGI? • Padron ‘Ntoni → vecchio, saggio ed equilibrato, si accontenta di ciò che possiede, resta fedele alle radici. • Giovane ‘Ntoni → rappresenta l’ansia del nuovo, ribelle alle condizioni di vita della famiglia. • Lia → la controparte femminile di ‘Ntoni, disposta a tutto pur di fuggire dalla miseria. • Alessi → ama la famiglia, continua il lavoro del nonno, si impegna per tenere saldi i valori della famiglia. • Zio Crocifisso →uomo ricco, chiede una sorta di rimborso dopo la perdita dei lupini. Rappresenta la spietatezza della legge economica. TEMI Verga dipinge un mondo in cui la ribellione al destino è vana e controproducente. Per lui la realtà è immodificabile, la società è vista come un dato di natura, una legge che si riproduce costantemente; Questo emerge dal contrasto di Padron ‘Ntoni e il giovane ‘Ntoni: il primo ha una concezione esistenziale dominata dal sacrificio, il secondo ha il desiderio di cambiare e progredire, ambizioso. Entrano in contrasto due filosofie di vita: quella fedele alla tradizione e quella proiettata verso il futuro. Il progresso, tratteggiato come forza brutale e irruenta, manifesta conseguenze sulla vita dei più deboli, i vinti. La legge economica domina la vita in ogni suo aspetto (crescita e perdita dei soldi) anche quello degli affetti, l’amore è destinato al sacrificio per il denaro, il matrimonio non è un’unione amorosa, ma un patto economico. Ciò che ha distrutto l'unità della famiglia malavoglia sono stati gli eventi negativi della storia, ovvero l’Unità d’Italia. Potremmo chiamare questo periodo “tempo naturale o astorico” che si contraddistingue per il grande cambiamento collettivo. Il nuovo stato pretende il pagamento di tasse elevate e costringe i maschi al servizio limitare, sottraendo così forza lavoro alle famiglie. L'attaccamento alla famiglia rappresenta l'unico appiglio nella tempesta degli eventi, per sconfiggere l’avidità. TECNICHE NARRATIVE Verga è considerato uno sperimentatore che riesce a rinnovare lo stile. Le tecniche narrative utilizzate sono: • Impersonalità narrativa • Straniamento → scansa il suo punto di vista e si immedesima nell’ottica degli abitanti. • discorso indiretto libero e dialoghi → utilizzati per raccontare gli avvenimenti per come sono accaduti. • Concatenazione → ripresa di parole o di intere locuzioni da una sequenza a un’altra, romanzo circolare LINGUA → Risulta anticonformista nelle scelte lessicali e grammaticali, usa un italiano sicilianizzato; La dialettalità è molto fraseologica, usa frequentemente modi di dire e proverbi. UN “MANIFESTO” DEL VERISMO VERGHIANO In questa introduzione sotto forma di lettera, Verga espone all'amico Salvatore farina i fondamenti della propria poetica e le opzioni stilistiche che segnano la sua adesione al verismo. per Verga la narrativa è espressione di una nuova scienza e dovrà basarsi sulla rappresentazione di fatti realmente accaduti che dovranno essere ricostruiti con scrupolo scientifico e Dovranno essere narrati attraverso un linguaggio popolare. lui si eclisserà virgola in modo da eliminare ogni intrusione interpretativa e far sì che l'arte parli da sola. LA FIUMANA DEL PROGRESSO Nella Prefazione del romanzo troviamo il centro dell'idea verghiana di Verismo, in cui ribadisce i concetti descritti precedentemente nella novella L’amante di Gramigna. All'inizio l'autore presenta il proprio lavoro come lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi l’irrequietudine del benessere fra gli umili. Verga spiega l'indefinito desiderio di ciò che non si ha e non si conosce che spinge la povera gente non verso un preciso oggetto del desiderio, ma verso un generico bisogno di cambiare vita alla ricerca del meglio. Alla fine, afferma che l'impersonalità può essere raggiunta solo rinunciando ai sentimenti di parte e sospendendo il giudizio. naturalmente Verga si sofferma sugli sconfitti nella lotta per la vita, ai quali concede la solidarietà umana e una chiara vicinanza emotiva. Verga inizialmente sembra propenso al progresso e afferma che addirittura tutti i vizi si trasformano in virtù e che gli egoismi degli individui possono produrre un bene comune che può annullare la meschinità della società. ma in realtà il progresso è un'utopia che può coltivare solo chi guarda l'esistenza degli uomini da lontano, perché da vicino la sorte degli individui è senza speranza. ROSSO MALPELO È la novella che rappresenta al meglio la condizione di vita degli umili. Malpelo viene descritto dal popolo (straniamento). Malpelo è un ragazzino con i capelli rossi, simboleggiavano malizia e per questo motivo il ragazzo viene trattato male dai concittadini. Preferisce, quindi, starsene per conto suo. Neanche la madre lo ama molto: non ha mai accettato il fatto che abbia deciso di andare a lavorare nella cava e non si fida di lui, pensa che rubi i soldi dello stipendio che porta a casa. Pure la sorella lo accoglie sempre picchiandolo. L'unico con cui sembra andare d'accordo è il padre, Mastro Misciu, il cui soprannome è Bestia. Anche il padre lavora alla cava ed è l'unico ad avergli dimostrato un po' di affetto. Per questo motivo quando gli altri operai cercano di prendere in giro il padre, Malpelo lo difende sempre. Un giorno Mastro Misciu, su ordine del padrone, accetta di abbattere un vecchio pilastro inutile: il lavoro è pericoloso, gli altri operai si sono rifiutati, ma Mastro Misciu ha bisogno di soldi. Prevedibilmente il pilastro cade addosso all'uomo e Malpelo, disperato, comincia a scavare a mani nude sotto le macerie, si spezza le unghie, chiede aiuto, ma quando gli altri arrivano il padre è ormai morto. Se prima Malpelo era scorbutico e ringhioso, dopo la morte del padre il suo carattere peggiora. Inoltre, comincia a lavorare proprio nella galleria dove il padre era morto. Un giorno alla cava arriva a lavorare Ranocchio, un ragazzino che si è lussato il femore e che non può più fare l'operaio a causa della sua zoppia. Malpelo lo prende subito di mira e cerca di farlo reagire a suon di insulti e botte. Ranocchio non si difende e Malpelo lo picchia sempre di più: vuole che Ranocchio impari a reagire e che capisca che la vita non è facile, bensì una sfida continua. In realtà Malpelo si è affezionato a Ranocchio e spesso gli dà parte del suo cibo e lo aiuta nei lavori più pesanti. Finalmente viene recuperato il cadavere di Mastro Misciu e Malpelo tiene come un tesoro i pochi oggetti posseduti dal padre. Purtroppo, anche Ranocchio muore, di tisi. Malpelo resta solo e decide scomparire nella cava dopo che gli era stato assegnato il compito di esplorare una galleria sconosciuta. Nessuno avrebbe mai accettato un compito così pericoloso, ma Malpelo ormai non ha più niente da perdere: prende pane, vino, attrezzi e vestiti del padre ed entra nella galleria per non uscirne mai più. La sua unica vendetta da morto è aver instillato il terrore negli altri operai che hanno sempre paura di vederlo spuntare fuori all'improvviso con i suoi capelli rossi e i suoi occhiacci. LA LUPA È la novella che rappresenta meglio le passioni per la tradizione arcaica. La novella inizia con la descrizione della Lupa, la gnà Pina, è una donna seducente, Il popolo ha paura al suo passaggio, le sue labbra e il suo sguardo danno origine a una tragedia. Il coro contadino demonizza la gnà Pina, raffigurandola come una creatura minacciosa e diabolica, esorcizzare abile solo con un salvifico segno della Croce mediante il quale allontanare o annullare la sua influenza maligna. viene paragonata ad un essere animale e randagio che ne simboleggia l'esclusione della comunità. Questa donna divoratrice di uomini non cambia il suo modo di essere, anzi diventa ancora più trasgressiva e sfida la figlia Maricchia e suo marito Nanni, commettendo un adulterio insieme a lui. Piuttosto che rinunciare all’amore del genero, decide di farsi uccidere e anche Nanni, che non regge alle sue tentazioni, decide di assassinarsi. LA ROBA Novella che spiega la logica economica. Il protagonista è Mazzarò, un uomo che da bracciante sfruttato, si appropria dei terreni dell’ex padrone. Ma al momento della morte non saprà che farsene, resta solo.
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