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Giovanni Verga (vita, opere e poetica) e i Malavoglia, Appunti di Italiano

Il contesto storico e culturale dell'800 italiano, focalizzandosi su due autori e due romanzi: Manzoni e i Promessi Sposi e Verga e il ciclo dei Malavoglia. Si analizzano le caratteristiche del romanzo storico e di formazione di Manzoni e del verismo di Verga, che si distacca dal ruolo pedagogico dell'intellettuale e introduce un narratore dal basso. Si descrivono le opere del ciclo dei Malavoglia e il processo artistico-intellettuale di Verga.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 23/09/2022

paolo.gentiloni
paolo.gentiloni 🇮🇹

26 documenti

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Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Verga (vita, opere e poetica) e i Malavoglia e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! L’800 italiano è segnato da due autori, e due romanzi: • Manzoni e i promessi sposi: - Manzoni rinnova e afferma il romanzo, delineandosi come padre della patria e guida politica dell’Italia risorgimentale - Il suo è un romanzo STORICO e DI FORMAZIONE - Usa per la prima volta una lingua NAZIONALE, dunque priva di francesismi ecc - Manzoni crede nel ruolo pedagogico dell’intellettuale: è infatti un narratore onnisciente che, perciò, guida la narrazione • Verga, invece, fa parte della prima generazione di intellettuali post-unità (la stessa degli scapigliati), e, perciò, sente il fallimento di tutti gli ideali dei propri padri… - Innanzitutto, comprende che la convinzione che l’arte può avere ripercussioni nel reale è pura utopia—>l’IDEALE non può cambiare la realtà, è la realtà che cambia l’ideale! - Così, Verga giunge ad una Rivoluzione copernicana del narratore, il quale comprende di non poter definire il COME, ma di doversi fermare al PERCHÈ e, perciò, non è più onnisciente! - Dunque, il letterato può (solo) descrivere i fatti, ed è come uno scienziato, che non fornisce CERTEZZE, bensì si eclissa dalla narrazione, sottraendosi a quel ruolo di guida assegnatogli da Manzoni - Dunque, viene modificata la dinamica del rapporto autore/lettore, elemento che forza il secondo a diventare più MATURO, poichè ormai privo di guida: ora il narratore presenta i fatti, i nessi deterministici, i rapporti causa-effetto, le parole dei personaggi e quant’altro, MA NON LI INTERPRETA! - In più, le descrizioni delle persone sono delineate dalle loro AZIONI, non da carattere, pensieri o animo, perchè il narratore di Verga è un narratore dal BASSO, che non interviene con giudizi di alcun tipo - Ecco che torna il mimetismo linguistico di Zola, attraverso cui Verga causa una REGRESSIONE del narratore, che lo porta addirittura ad assumere per vere anche le credenze popolari! La prima opera verista di Verga è Rossmalpelo, che narra le vicende di un ragazzo con i capelli rossi che, perciò, è considerato figlio del diavolo. Ovviamente è una credenza popolare (e ovviamente anche il ragazzo ne è convinto), ma Verga non giudica affatto tale assunto. In questa opera, inoltre, tornano i fratelli DeGoncourt e la loro necessità di partire dagli umili per comprendere i comportamenti di tutto il genere umano! IL CICLO: - I malavoglia: Una famiglia assolutamente UMILE—> pescatori e contadini, ignoranti ma forti di valori sinceri (es. identità familiare) - Mastro DonGesualdo: secondo romanzo del ciclo che descrive una piccola borghesia di provincia. Il Mastro diventa Don—>SELF-MADE MAN—> era bracciante, ma compie il salto di classe, se non fosse che finisce per rimanere escluso da entrambe! - La duchessa di Leyra: la protagonista è la figlia del mastroDon, che diventa duchessa, scalando ulteriormente le gerarchie (opera incompiuta) - Onorevole Scipioni: l’orizzonte si sposta—>Roma parlamentare - L’uomo di lusso: denuncia assoluta della parabola della vita dell’intellettuale, considerato per l’appunto un lusso per la società IL CLIMAX DELINEA UNA SOCIETÀ SEMPRE PIU CONDIZIONATA DALLE AZIONI DELL’UOMO! Verga • Nasce nel 1840 a Catania, da una famiglia dell’aristocrazia terriere di discendenza nobile e, perciò, vive da vicino la questione meridionale • Evento fondamentale della sua giovinezza è l’arrivo in Sicilia, quando aveva 20 anni, della spedizione dei mille; tale evento alimenta le sue posizioni già prima vicine agli ideali rinascimentali e folgora Verga stesso, il quale scriverà “Amore e patria” (un’opera che descrive un amore difficile durante i moti indipendentistici) e, da lì in poi, prosegue in quella direzione anche con le opere successive che, tuttavia, non sono di particolare rilievo, né tematicamente né linguisticamente • Verga si avvicina ai tardo-romantici e agli scapigliati quando si traferisce a Firenze, ma lì sente un totale senso di inadeguatezza, nel rispetto della più classica dinamica del provinciale negli ambienti intellettuali. Durante il periodo fiorentino, scrive due principali opere: • Storia della capinera: la protagonista è Maria (antimonaca della monaca di Monza); l’opera è importante perché il personaggio di Maria è ANTIEROICO, in quanto lei, orfana, sarà esclusa dalla società soprattutto da un punto di vista ideologico (lei guidata dal sentimento, contrapposta ad una società in cui domina la legge dell’utile) • Eva: scritta in realtà a cavallo tra FI e MI, è fondamentale già a partire dalla prefazione, in cui sottolinea quanto la società sia dominata dall’UTILE: il sogno romantico è ormai svanito e sono le banche a dettare le leggi! L’opera parla di un giovane che si innamora di una ballerina (Eva), la quale abbandona addirittura i palchi per vivere una vita di povertà e miseria in compagnia dell’amato. I due, però, si lasciano, lei torna a ballare e lui ottiene grande successo e, così, emerge come gli autori al tempo erano schiavi della società poichèl’arte non era altro che l’arte merce e l’autore doveva accontentare il pubblico! • Il processo artistico-intellettuale di Verga è complesso: passa attraverso il romanticismo, il post-romanticismo e la scapigliatura, prima di approdare al suo VERISMO. Si sta costruendo come letterato: non sa COME, ma sa che VUOLE SCRIVERE, e vuole farlo per descrivere e denunciare la SUA realtà! 27.01/28.01 - Verga, I MALAVOGLIA Verga comunica all’editore la volontà di scrivere un racconto breve di tipo marinaresco nel ‘75. Inizialmente era intitolato Padre Ntoni, ma poco dopo lo rielabora, in virtù della sua conversione, formale e contenutistica, al verismo, che troviamo esplicata nella lettera a Cpuana, in quella a Salvatore Farina e nella prefazione ai Malavoglia. Nei testi citati ci troviamo di fronte alle intenzioni di Verga, prima fra tutte quella di eclissarsi dalla vicenda; inoltre, Verga era convinto che la forma dovesse farsi contenuto, adeguandosi al soggetto attraverso una lingua mimetica. Dal bozzetto iniziale, l’opera diventerà un romanzo a tutti gli effetti, anche grazie alla cura maniacale del Verga il quale decise perfino di modificare il finale nonostante avesse già consegnato l’opera all’editore (in particolare aggiunse l’addio di ‘Ntoni, il quale precedentemente aveva accettato l’invito di Alessi)
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