Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Giovanni Verga: vita, opere e ritratto letterario., Appunti di Italiano

La vita e le opere di Giovanni Verga, uno dei maggiori esponenti del verismo italiano. Si parla della sua formazione, dei suoi primi romanzi storici e del suo successo con i romanzi mondani. Si analizza poi la sua 'conversione' al verismo e la sua produzione letteraria successiva. Si evidenzia come Verga abbia sperimentato nuove tecniche narrative e come abbia ritratto la realtà sociale e culturale della Sicilia. Si parla anche del contesto storico e culturale in cui Verga ha vissuto.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 15/06/2022

anna.cupo1
anna.cupo1 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Verga: vita, opere e ritratto letterario. e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Verga nasce il 31 agosto del 1840 a Catania da una famiglia di nobili, la sua formazione scolastica viene affidata a un parente ovvero Antonio Abate poeta e patriota, sarà il primo ad incoraggiarlo alla letteratura. Infatti, giovanissimo, tra il 1856 e il 1857, Verga scrive il suo primo romanzo storico, Amore e Patria. Nel 1858 si iscrive alla facoltà di Giudisprudenza all’università di Catania, che abbandona nel 1861. Accoglie con entusiasmo l’arrivo di Garibaldi nella sua città e subito dopo si arruola nella Guardia Nazionale prestandovi servizio per quattro anni. Fonda poi, con alcuni amici, il settimanale politico «Roma degli italiani» dal motto «volere è potere» u su esso pubblica alcuni articoli ispirati dal suo fervente patriottismo. Il primo romanzo di Verga che viene pubblicato è « I carbonari della montagna» nel 1862, invece al maggio del 1865 risale il suo primo viaggio a Firenze dove compone «La peccatrice» un romanzo che non riscuote molto successo, ma che lo indirizza a frequentare i salotti mondani della letterature e dell’editoria del tempo. Nel 1869 si stabilisce a Firenze dove scrive due nuovi romanzi, ovvero «Storia di una capinera», che riscuote molto successo ed «Eva». Contemporaneamente conosce e stringe amicizia con Luigi Capua critico e teorico; qui si innamora di Giselda Fojanesi. La formazione e i romanzi d’esordio Verga nasce nel contesto italiano ed europeo del 1840 circa; un contesto caratterizzato quindi da una fase di profondi rivolgimenti sia politici che sociali. In particolare l’Italia di questo periodo risultava colma di tensioni patriottiche che condurranno poi al risorgimento. La Sicilia invece, dove Verga nasce e si forma, è ancora soggetta al dominio borbonico, ma la famiglia dello scrittore, appartenente alla nobiltà catanese, nutre da diverse generazioni sentimenti liberali; infatti lo scrittore Federico De Roberto ricorda come all’interno della famiglia di Verga, era sempre viva la memoria del nonno paterno che fu un liberale, carbonaro e deputato al primo parlamento siciliano del 1812. anche il suo maestro Antonino Abate contribuì ad accrescere in Verga il sentimento patriottico che emergerà nel suo primo romanzo intitolato appunto «Amore e patria» e scritto all’età di 16 anni. L’opera infatti ha una duplice anima tanto appassionata quanto immatura, infatti è percepibile come i personaggi e le vicende ricordino i romanzi d’avventura. Ulteriormente interessante è però lo stesso titolo dell’opera che evidenzia i due temi principali che caratterizzeranno l’esordio Verga, ovvero il binomio «amore e patria» che riconduce e ricorda il primo romanticismo ed in particolare la delicata nostalgia di Ugo Foscolo. Essendo, il verista per eccellenza, Verga continuerà con due successivi romanzi giovanili che procederanno tra colpi di scena, passioni e sventure ispirati ai miti risorgimentali dell’unità d’Italia. La stagione dei romanzi mondani Come abbiamo detto uno dei due temi dell’esordio di Verga è l’amore, che sarà appunto l’elemento centrale delle sue opere successive ad «amore e patria», ovvero nei 5 romanzi mondani scritti fra il 1866 ed il 1875. con queste opere Verga volle anche tentare di rispondere alle richieste letterarie dei lettori borghesi, che costituendo all’epoca la fascia di pubblico più ampia, erano in grado di determinare il successo o l’insuccesso degli autori dell’epoca; fu così infatti che Verga, con racconti sentimentali, ispirati alla moda tardoromantica e quindi colmi di amori tormentati, di passioni e di desideri di evasione e grandezza riuscì a conquistare popolarità fra i lettori borghesi. In tutti e 5 i romanzi è quindi esplicito il tema dell’amore e dei desideri irrealizzati, ma contemporaneamente, essendo per Verga dei veri e propri romanzi di formazione risultarono colmi di sperimentazioni letterarie che l’autore inizia a maturare: ad esempio osservando il primo dei romanzi mondani possiamo notare come, oltre la tragica e appassionante storia d’amore tra Pietro Brusio e la contessa Narcisa, l’aspetto più interessante sia il primo abbandono del tema risorgimentale e il tentativo di incamminarsi verso un romanzo psicologico realista da parte di Verga. Lo stesso avviene nei due successivi romanzi: in «Storie di una Capinera» possiamo infatti notare la sperimentazione del romanzo epistolare, mentre, in «Eva» il racconto si direziona verso la confessione autobiografica della stessa protagonista. Infine ciò che accenna nei primi tre romanzi si concretizza negli ultimi 2, intitolati «Tigre reale» ed «Eros» dove il distacco, dovuto all’oggettività narrativa presente, lascia presumere imminenti cambiamenti letterari. Verso una nuova poetica: la «conversione» al verismo L’ipotetica conversione di Verga al verismo risale al 1874 circa, lo stesso anno in cui pubblica su un periodico milanese la novella «Nedda» ovvero un bozzetto siciliano, un racconto che ritraeva quindi una situazione in generale e non una vicenda individuale. L’ambientazione è del tutto diversa dalle precedenti opere borghesi, essa infatti si svolge all’interno di un contesto arcaico e rurale di un piccolo centro catanese caratterizzato dall’arretratezza, dall’immobilità e dalla miseria a cui i suoi abitanti sono rassegnati. Queste condizioni furono favorevoli all’autore che riuscì a ritrarre il tutto con oggettività ed essenzialità. Ulteriore passo d’avvicinamento al verismo avviene soprattutto sul piano dello stile, infatti in «Nedda» Verga si adegua linguisticamente all’ambiente e al contesto della narrazione; in essa infatti notiamo delle sintassi dialettali che caratterizzano il lessico donandogli una patina sicilianeggiante. La sua conversione fu ulteriormente influenzata da letture naturaliste francesi e da scambi intellettuali con letterati come Luigi Capuana, ma le prime evoluzioni furono già visibili negli ultimi due romanzi mondani, dove l’autore si distacca dalla realtà artefatta e sofisticata del mondo borghese. Il filone siciliano e primitivo continua ad affermarsi nei due libri di racconti successivi ovvero: «primavera ed altri racconti» dove Verga oscilla ancora fra «nuovo» e «vecchio» stile e «vita dei campi» il suo primo vero capolavoro verista. Costruendo quindi gradualmente il suo verismo, Verga tende a non soddisfare più la superficiale curiosità che i lettori borghesi hanno per il pittoresco mondo siciliano, bensì ora rifiuta di impietosire il pubblico riuscendo quindi ad eliminare certi elementi superflui cosi da evidenziare la semplice vita vera così com’era. Si ebbe infatti, per la prima volta nella letteratura italiana, l’esistenza di protagonisti primitivi, colti dall’autore nella loro oltraggiosa verità. Fu questa la vera e propria rivoluzione del verismo verghiano. Altra tecnica narrativa innovativa del verismo di Verga è la creazione della figura del «narratore popolare»: un narratore esterno ma contemporaneamente inserito nel mondo dove si
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved